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Autore: greenbird    14/07/2012    0 recensioni
FF ambientata durante il manga. Hisashi e Akiko sono amici d'infanzia. Ora che lui ha fatto pace con il basket, le cose tra loro potrebbero cambiare... La storia è raccontata dal punto di vista di Akiko e Hisashi.
E' la mia prima FF, i commenti (anche negativi) sono ben accetti!
Slam Dunk e i relativi personaggi sono copyright di Inoue Takehiko.
Io ho creato solo i personaggi originali.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisashi Mitsui, Nuovo personaggio, Shinichi Maki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo di passaggio, diciamo! Buona lettura!

 

18.

 

–  Akiko…
Nulla, non reagisce. – Akiko… – riprovo, toccandole la spalla. – Dai, dormigliona, alzati…
–  Mh… – mugugna, e si gira dall'altra parte. Ho capito, sarà un'impresa svegliarla…!
–  Akiko…
–  Che vuoi? – borbotta. – Lasciami stare.
–  Non oggi. Alzati, c'è una sorpresa per te… – sorrido.
–  Ho sonno, Hisashi…
–  Lo so, ma solo per oggi alzati.
Si gira verso di me, e con gli occhi ancora chiusi mi abbraccia. – Ho sonno, fammi dormire…
–  No, tesoro, oggi questo metodo non attacca. Dai, alzati. La sorpresa non aspetta.
Spero che sentendo un'altra volta la parola “sorpresa” la sua curiosità si svegli… e di conseguenza anche lei! Pian piano apre gli occhi. Ci siamo…?
–  Che sorpresa? – mugugna, ancora di malumore.
–  Se te lo dico che sorpresa è? – sorrido. Le bacio la fronte. – Comunque… Buongiorno anche a te, piccola! – rido.
Continua a guardarmi male.
–  Forza, alzati e cambiati che andiamo. Fa' piano che i miei dormono.
Si mette seduta sul letto e si stropiccia gli occhi, poi guarda fuori. – E' notte! – protesta.
–  Lo so! – dico io scendendo dal letto. Ho fatto uno sforzo enorme e mi sono alzato pure prima di lei: sono già vestito. Ma per la sorpresa, questo e altro! Anche se in realtà non è proprio notte…Akiko si alza e barcolla verso il bagno con i vestiti. Dopo un po' torna in camera mia e lancia il pigiama sul letto.
–  Hai fame? – chiedo. Abbiamo ancora un po' di tempo.
–  Ho sonno… – borbotta. – Voglio un barile di caffè…
–  Dai, andiamo in cucina che te lo faccio.
Appena arriviamo in cucina si fionda al tavolo, poggia la testa sulle braccia e chiude gli occhi. Li riapre solo quando le poso accanto la tazza col caffellatte fumante e i biscotti.
–  E' una tazza… Dov'è il resto del barile…? – chiede, alzando la testa.
–  Ce lo portiamo dietro, tranquilla! – rido.
–  Dobbiamo uscire…?
Annuisco e facciamo colazione insieme. Sono le quattro e venti… Mi pare che siamo in orario…

 

Già va meglio… Ma dove diavolo vuole andare Hisashi…?! Mh… dov'è il tappo del dentifricio…? Eccolo… Sono completamente rimbambita… Spero che almeno la sorpresa sia bella…Sennò lo spedisco a Hiroshima a calci…
–  Ci sei? – chiede, affacciandosi. Annuisco e scendiamo di sotto.
–  Chiudi gli occhi…
Cosa?! Mi hai fatto alzare in un orario così infame dicendo che dovevamo uscire e la sorpresa è qui?! Prega che non sia così, Mitchi… Ma che cavolo…?! – Che fai?!
–  Sssh…! E' solo una benda, tranquilla! Ti guido io.
Mi prende per mano e mi fa uscire. L'aria fresca del mattino mi colpisce e la odoro per un attimo. Sarà una bella giornata… Ma sono ancora troppo assonnata e di malumore per fare altre ipotesi…
–  Sali.
–  Dove?!
–  Sulla bici!
La bici di Hisashi?! La mountain bike che sono secoli che non usa?! Nooo!
–  Tranquilla, l'ho portata a controllare! – sembra leggermi nel pensiero. – Funziona perfettamente.
Sarà… Comunque mi aiuta a salire sul portapacchi, poi sale lui.
–  Tieniti, ok? Comunque vado piano.
Comincia a pedalare e io mi aggrappo a lui. Temo di cadere; in fondo non ci vedo e mi sembra di non avere il solito senso dell'equilibrio… Anche se non credo sia effettivamente così. L'aria sul viso sta cominciando a svegliarmi del tutto, e anche il malumore sembra andarsene. Dobbiamo essere buffi: Hisashi che pedala con una ragazza bendata dietro… Anche se non mi pare che ci sia un gran traffico a quest'ora… pur non sapendo che ora è!
–  Tutto ok? – chiede Hisashi.
–  Sì! – rispondo. Sento che accelera un po'. Ora mi sento più sicura e non ci sono problemi se va più veloce. Dopo un po' sento che rallenta, fa una curva e poi frena.
– Ci siamo, – dice. Scende, poi aiuta me.
–  Posso toglierla?
–  Non ancora.
Mi prende per mano e facciamo qualche passo. – Dove siamo?
–  Aspetta e vedrai.
Saliamo su un ascensore e penso che forse siamo in un palazzo… L'ascensore si ferma, Hisashi mi fa uscire, poi apre una porta. L'aria stavolta è molto più fresca… Siamo su un terrazzo…? Facciamo ancora qualche passo, poi ci fermiamo. Allungo una mano e tocco qualcosa che sembra un parapetto.
–  Tieni gli occhi chiusi, ti tolgo la benda.
Annuisco. Stringo le labbra cercando di contenere il mio nervosismo. Anche il cuore ha accelerato.
–  Ok… – dice, togliendo la benda. – Ora puoi aprirli.

 

 

Siamo sul terrazzo di un palazzo. Davanti a noi c'è il resto della città, ma noi lo sovrastiamo di un bel po'. Il cielo è di un colore giallo pallido con i primi strati di celeste… Non è ancora sorto il sole… Trattengo il fiato, facendo appena un passo indietro, e la mia schiena si appoggia al petto di Hisashi. Lui mi abbraccia.
–  Piaciuta la sorpresa? – sussurra, guardando davanti a sé, verso il sole che sta per sorgere.
Annuisco, incapace di staccare gli occhi dallo spettacolo che stanno vedendo. – E' splendido… – dico. – E'… – non riesco a continuare. Sono felice come mai prima. Il sole ha cominciato a farsi vedere, la sua luce ci sta battendo sul viso. Hisashi rafforza la sua stretta. Restiamo così, in silenzio, e seguiamo il sole nel suo sorgere. Dalla nostra posizione vediamo praticamente tutto. In questo momento per me, su tutta la terra, ci siamo solo io Hisashi, stretti uno all'altra, che ammiriamo il sole che sorge solo per i nostri occhi…
Non so quanto siamo rimasti in silenzio…
–  Buongiorno, piccola… – ha detto infine Hisashi. Mi sono girata e gli ho messo le braccia al collo.
–  Buongiorno a te, tesoro…
E ci siamo scambiati il primo bacio del mattino.

 

Siamo da Danny's a mangiare i doughnuts. Akiko è felicissima, non fa che ripetere “Grazie, Hisashi, grazie!” Non è che ho fatto poi molto… In fondo, quel palazzo lo conoscevo già, non ho dovuto nemmeno fare chissà quante ricerche… Andavo su quella terrazza a vedere l'alba, quando non avevo voglia di tornare a casa. Mi ero anche lasciato con Atsuko per la prima volta e non volevo andare a casa sua, anche se ci sarei andato per parlare con Akiko… Perciò mi tenevo tutto dentro e andavo lassù a vedere l'alba. Poi, appena beccavo Akiko da sola, parlavo con lei.
Guardo l'orologio.
–  Dobbiamo andare? – chiede.
–  No, abbiamo ancora un po' di tempo.
–  La valigia è pronta?
–  Sì.
Oggi parto per Hiroshima.
–  Comunque… non è stata un'alzataccia per te, proprio oggi? – chiede. – Poi non avrai sonno?
Alzo una spalla. – Posso dormire in treno, e stasera vado a letto presto. E poi, per la sorpresa, questo e altro! – sorrido, e lei fa altrettanto. – Volevo farti una specie di… regalo prima di partire. Ecco perché ho scelto oggi.
–  Grazie…
Allungo una mano e intreccio le mie dita con le sue. Dopo averla vista così felice vorrei non dover partire, anche se siamo già d'accordo che mi raggiunge domani allo stadio per la prima partita.

 

 

Qualche ora dopo Hisashi è partito per Hiroshima col resto della squadra. Siamo tornati a casa, lui ha preso il borsone e siamo andati in stazione. Come al solito hanno fatto un gran casino; non sono stati pochi quelli che si sono voltati a guardarli, infastiditi dalle loro voci alte e dagli insulti l'uno con l'altro!
–  Fai la brava! – mi ha detto Hanamichi.
–  Io?! Tu, piuttosto! Già che siamo in tema, tenetemi d'occhio questo tipetto qui… So cosa può combinare quando non è sorvegliato!
–  Akiko! Piantala di dire cretinate! – ha detto lui, gettandomi un'occhiataccia.
–  Perché? – ho ribattuto, con aria ingenua. – Tanto è vero!
Mi sono sembrati tutti molto tranquilli, anche Hisashi. Chissà domani, però… Prima che il treno partisse io e lui abbiamo fatto le ultime due parole in privato.
–  Ti chiamo quando arrivo.
–  Mi basta anche solo uno squillo. Senti, per il mio compleanno siamo ancora a Hiroshima?
–  Mh… no. Il campionato finisce il 7, perché?
–  Pensavo che potevamo festeggiare lì. Vabbè, faremo qualcos'altro.
–  Volendo possiamo tornarci.
–  Anche… Dai, ci pensiamo prima di ripartire.
Mi ha abbracciato. – Vorrei non dover andarmene…
–  Ci vediamo tra 24 ore! – ho riso. – Vengo a fare casino, no?
Hisashi sorride e mi bacia. Poco dopo Ayako lo ha chiamato. Ci siamo guardati.
–  Allora ci vediamo allo stadio?
Ha annuito, poi mi ha baciato sulla fronte. – Ciao, tesoro.
–  Ciao, Hisashi.
Sono saliti sul treno e ho aspettato che partisse. Ho continuato a fissarlo finché non l'ho più visto, poi sono tornata a casa.

 

Sto preparando la valigia per la mia partenza quando Atsuko entra in camera.
–  Ho deciso, – dice. La guardo, inarcando un sopracciglio.
–  Hai deciso cosa?
–  Vengo con te a Hiroshima.
Ci resto di stucco. – Va bene…
–  Voglio vedere Maki. Vorrei cercare di parlargli. Ha detto che tocca a me fare un passo verso di lui, no? Se non mi risponde per telefono, proverò a parlargli di persona! E voglio che mi veda fare il tifo per lui!
–  Grande, sorellona! – esclamo, abbracciandola. – Fai i bagagli che domani si parte, allora!
Mia sorella mi stringe. Poi si tira indietro e mi guarda. – Però devo chiederti un favore, – aggiunge, con aria seria. Annuisco.
–  …mi spieghi un po' di regole di basket?!
Scoppio a ridere. – Solo questo?! Certo!
–  Pensi che riuscirò a capirci qualcosa in ventiquattr'ore?
–  Ma smettila! Sei tra le prime cinque studentesse del Kainan, ti pare che non impari al volo come funziona il basket?! E poi sono sicura che Maki sarà così tanto colpito dal tuo gesto che ti darà delle ripetizioni private! – dico, con fare malizioso.
–  Ossignore, Hisashi ti ha veramente traviato! – esclama, alzando gli occhi al cielo.

 

Mando un messaggio a Hisashi: “Ultim'ora: Atsuko viene a Hiroshima per cercare di vedere Maki! *_* Parli tu con Anzai e con la signora della pensione Chidori per sapere se hanno una camera per noi due?”
“Ma no!!! E adesso tu e io come le facciamo le porcellate se dormi con tua sorella?!”
“Sarai scemo?! Pensa al campionato, per le porcellate c'è tempo! E comunque sarei stata in stanza con Ayako, mica da sola!”
“Aaah, non c'è gusto!” risponde lui. “ Comunque sono contento che Atsuko sia dei nostri! Tranquilla, penso a tutto io! Quando arrivate?”
“Domani in tempo per la partita”
“Ok”
“Ah… dimenticavo: STRACCIATE IL TOYOTAMA!”
“Dimenticavo?! Domani paghi pegno per questo! Era la prima cosa che dovevi scrivere! ^_^”
“^_^! Dormi bene, Hisashi. Sogni d'oro!”
“Anche a te, piccola…”

 

Chissà se è ancora in piedi… Mh, mi sa di no… Beh, proviamoci lo stesso… Il cellulare squilla, è già qualcosa…
–  Pronto…?
–  Ciao… Dormivi?
–  Mh… sì… Che ora è…? L'una…?! Hisashi, che succede?!
–  Niente, tranquilla! Ti agiti subito, tu!
–  Dove sei?!
–  Alla pensione. Sta' tranquilla, sto bene! Solo… non riesco a dormire…
–  Quindi hai pensato bene di non far dormire neanche me… – dice. Dal tono sembra che sorrida.
–  Pure tu, lasci il cellulare acceso!
–  L'ho dimenticato acceso! Aspetta che mi sistemo… Mh… Ecco qui. Dimmi.
–  Niente… volevo dirti che per Anzai non ci sono problemi se c'è anche Atsuko e per la camera ho sistemato. Però… ecco, sto un po' così per la partita… Akagi è tesissimo, non l'ho mai visto in questo stato…
–  Non deve essere molto rincuorante per voi, eh…?
–  Mah, poveraccio, in fondo lo capisco, sta realizzando il suo sogno…
–  E tu?
–  Io? Mi girano un po' perché su un giornale ci hanno valutato di serie C… Ma a parte questo sto bene. Cioè, non sono né particolarmente teso né troppo rilassato…
–  Ma lascialo perdere, quel giornale… Aprono bocca senza nemmeno sapere come stanno le cose!
Sorrido. – E poi mi dispiace che una certa persona non sia qui… Mi era presa voglia di sentirti, ecco perché ti ho chiamato.
–  Hai fatto bene… Anche se potevi farlo in orario leggermente più consono…! – ride. – Comunque possiamo parlare finché vuoi.
Ecco perché la amo… Lei per me c'è sempre stata come io ci sono sempre stato per lei… Lei è una delle certezze della mia vita…
–  No… Te l'ho detto, volevo solo sentirti. Ora sto bene. Credo che proverò a dormire. E farò dormire anche te, – sorrido.
–  Come vuoi. Allora ci vediamo domani allo stadio.
–  Ok, – dico. Ci penso su un attimo, poi aggiungo una cosa. – Ti amo, Akiko. Buonanotte.
Lei resta zitta. Ho fatto danni…?
–  Grazie… – dice alla fine.
–  Grazie di cosa, demente?! – sbotto. Il mio primo “ti amo”, e questa mi risponde “grazie”!
Akiko scoppia a ridere. – Ti amo anch'io, Hisashi! Buonanotte anche a te!

 

 

Ti amo, Akiko…
Spengo la luce sul comodino e mi rimetto a dormire. Beh, oddio, non subito. Prima devo capacitarmi di quello che mi ha detto Hisashi. Forse è solo uno di quei sogni vividi che il mattino dopo ancora rimangono impressi nella mente e credi di averlo vissuto sul serio… Ma no… quelle tre parole continuano a girare nella mia testa ed è fin troppo chiaro che non è un sogno… Anzi sì: è un sogno che si è avverato… E non appena ho questa certezza, il sonno bruscamente interrotto mi assale all'improvviso. Così mi addormento con quelle parole nelle orecchie… Ti amo, Akiko…

  
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