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Autore: Dominil    14/07/2012    1 recensioni
“Un Bergamotto Passion, grazie. Ah, nel bicchiere da Martini per favore.”
Le parole Bergamotto Passion e bicchiere da Martini pronunciate da una voce maschile fecero voltare Brian alla sua destra, decisamente colpito.
Un ragazzo piuttosto alto e dal fisico robusto ma in forma si era appena seduto accanto a lui e sorseggiava assorto il suo long drink rosa shocking. Il bicchiere da Martini stonava nella sua mano grande e tatuata, ma Brian poteva già affermare che uno dei sette requisiti era stato soddisfatto in pieno.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, The Rev, Zacky Vengeance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Brian non ha le tette, ed altri racconti.'
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N.B. I personggi descritti in questa storia non mi appartengono, i fatti di questa fanfiction non sono realmente accaduti e non scrivo a scopo di lucro.


Seven rules

(per capire se sei gay)

 

 

 

Di canzoni romantiche se ne ascoltano tante nell’arco della vita e spesso ci fanno piangere o riflettere, ma questo non fa di tutti noi degli esperti sull’amore, sentimento piuttosto controverso e non sempre facile da gestire. Se così non fosse, Brian Haner non si troverebbe proprio lì quella sera, in quel locale in cui non era mai stato e che serviva cocktail niente male.
Il suo amico Jimmy l’aveva costretto a venire, accompagnandolo ovviamente, ma all’improvviso si era dissolto tra la folla e sembrava impossibile riuscire a scovarlo tra quelle decine di teste. Lo scopo di tutta questa sceneggiata era far conoscere qualcuno di interessante a Brian, un uomo che potesse soddisfare i suoi sogni e desideri d’amore e, a detta di Jimmy, i locali che frequentavano regolarmente non sembravano proporre all’amico la clientela giusta.
Quindi, ricapitolando: Brian si trovava in un locale in cui non aveva mai messo piede prima di allora, era rimasto lì impalato totalmente solo –se si escludeva l’evanescente figura di James Owen Sullivan- e per di più avrebbe dovuto mettere in mostra la faccia più tosta di tutte per riuscire a parlare con qualcuno che potesse sembrargli anche solo minimamente gay.
Il problema era che, nonostante potesse sembrare strano, il gay-radar del giovane Haner era totalmente fuori uso, non aveva la minima idea di come riuscire a scovare un ragazzo che potesse andar bene per lui, come separare gli omosessuali dagli etero. Per questo rimaneva lì seduto su uno sgabello con le braccia sul bancone a sorseggiare forse il terzo Acapulco Gold, piuttosto forte se si considera la miscela tra Rum chiaro e Tequila ma era impossibile resistere alla crema di cocco sulla superficie.
Non si guardava minimamente intorno, rimaneva a fissare il piano del bancone bevendo o girando la cannuccia col bicchiere. Aveva persino rinunciato a cercare Jimmy, se avesse avuto l’intenzione di stare un po’ con lui lo avrebbe trovato senza alcun problema.
Era piuttosto stupido rimanere lì immobili quando si aveva la possibilità di conoscere gente nuova, gay o etero che fosse, ma la verità era che Brian avrebbe voluto essere ovunque tranne che lì. Anzi, desiderava con tutto se stesso trovarsi sul divano del suo appartamento in mutande con una bottiglia di birra ghiacciata sulla pancia, una scatola di gelato vuota sul pavimento e i vecchi episodi di Starsky e Hutch in tv mentre i suoi pensieri ripercorrevano i bei momenti passati con il suo ex, che l’aveva lasciato da appena due settimane per motivi che nemmeno Brian aveva realmente compreso.
“Amico!”
Brian sussultò per poi voltarsi con un ringhio dipinto sul volto.
“Cazzo Sullivan mi hai fatto prendere un colpo!”
“Che ci fai seduto qui mogio mogio e più apatico di un novantenne sulla sedia a rotelle? Dedicati a baldi giovani che desiderano solo la tua compagnia!” lo strattonava mentre parlava, come se questo bastasse per dare a Brian un briciolo di motivazione. “Mmm Acapulco, uno anche per me grazie.” Concluse rivolgendosi al barista che asserì con un cenno del capo.
Nel frattempo Brian aveva continuato a bere come se nulla fosse e le parole di Jimmy gli avevano a malapena sfiorato il timpano.
“Terra chiama Haner, ci sei?” gli mosse una mano davanti agli occhi e solo quella riuscì a catturare l’attenzione del ragazzo dai capelli neri, che ondeggiarono grazie ad un lieve movimento della testa.
“Sì, sì, ci sono Jim. E adesso?”
“Adesso guardati intorno cazzo e vedi se c’è qualche ragazzo che ti interessa!”
“E come faccio a capire se è gay? Sai che sono negato in queste cose e per di più non sono nemmeno dell’umore, non proprio.”
L’altro gli posò entrambe le mani sulle spalle per poi guardarlo dritto negli occhi.
“Ascoltami bene Elwin, il tuo migliore amico ha sempre la risposta giusta alle tue domande.”
“Beh, tecnicamente non proprio..” borbottò l’altro.

“Zitto! Dicevo, ho sempre la risposta giusta alle tue domande e indovina un po’, stavolta sono sette!”
Brian aveva aggrottato le sopracciglia, non sapeva se era più perplesso o spaventato. Le idee di Jimmy non portavano quasi mai a nulla di buono e spesso si chiedeva perché alla fine decideva sempre di partecipare ai suoi folli piani.
“Sullivan porco cane muoviti, mi stai mettendo l’ansia.”
“Neanche un po’ di teatralità con te uff, ok vado al dunque: ci sono sette regole per capire se un ragazzo è gay oppure no o meglio, sono sette requisiti che ti faranno capire l’orientamento sessuale dell’individuo adocchiato. Uno: musica. Questo è il più facile da individuare ma anche il più importante e se ascolta Madonna o Lady Gaga, sei apposto amico, puoi anche saltare le restanti sei regole.”
“Madonna o Lady Gaga, ok per ora ci sono.” Brian seguiva il discorso con molta attenzione anche se continuava a rimanere piuttosto perplesso, ma meno spaventato.
“Due: abbigliamento. Non credo di dover aggiungere qualcosa a riguardo, è evidente Brian, se si veste come te hai buone possibilità. Tre: cocktail e no, l’Acapulco Gold non è da gay altrimenti non l’avrei ordinato. Quattro: modo di gesticolare e/o parlare, osserva tutto bene Bri. Cinque: il ballo. Se è gay ti inviterà lui a ballare e da come si muoverà capirai da che parte sta. Sei: la macchina e sì Brian lo sterzo peloso è decisamente da gay. Il settimo è ultimo requisito è: il bacio.”
“Jim, se mi bacia credo sia gay. O sbaglio?”
“Gay o troppo sbronzo, amico.”
Brian fece cenno di sì con la testa e, quando Jimmy fece per dargli una pacca sulla spalla prima di andarsene, lo bloccò afferrandogli il braccio.
“Aspetta Jim! Allora: musica, abbigliamento, cocktail, modo di gesticolare o parlare, ballo, macchina e bacio. Giusto?”
“Perfetto amico e stai tranquillo, andrà tutto bene.”
“Ma tu dove stai andando?”
“A cercarmi una biondina, spero di non beccare l’unica lesbica del locale. Addio, hai la mia benedizione!”
Brian sbuffò nascondendo però un piccolo sorriso.
Ok, adesso non aveva più alcuna scusa e doveva solo agire. Sì, facile a dirsi, ma un po’ meno a farsi.
Per prima cosa terminò il suo cocktail per dedicarsi così alla ricerca della preda. Non gli piaceva definire così i ragazzi che lo interessavano, ma tutta la storia delle sette regole lo facevano sentire un predatore.
Si girò completamente per osservare la folla in pista che si scatenava, aguzzava lo sguardo alla ricerca di un ragazzo carino che non fosse immerso in quell’ondeggiamento generale.
“Donna, donna, troppo magro, troppo biondo…”
Sapeva anche lui che di questo passo non sarebbe riuscito a trovare nessuno, ma non poteva farci nulla se era improvvisamente diventato di gusti difficili.
“Un Bergamotto Passion, grazie. Ah, nel bicchiere da Martini per favore.”
Le parole Bergamotto Passion e bicchiere da Martini pronunciate da una voce maschile fecero voltare Brian alla sua destra, decisamente colpito.
Un ragazzo piuttosto alto e dal fisico robusto ma in forma si era appena seduto accanto a lui e sorseggiava assorto il suo long drink rosa shocking. Il bicchiere da Martini stonava nella sua mano grande e tatuata, ma Brian poteva già affermare che uno dei sette requisiti era stato soddisfatto in pieno.
Non c’era niente di più femminile di un Bergamotto Passion e di un bicchiere da Martini e, se un uomo aveva fatto questa richiesta, doveva esserci qualcosa di gay in lui, non poteva essere altrimenti.
Fu questo che spinse Brian a fare il primo passo, a convincerlo che forse qualche speranza poteva pure averla.
“Ciao..” disse, un po’ incerto.
“Oh, ciao.” Rispose l’altro, trafiggendolo con i suoi occhi chiarissimi e un luminoso sorriso. “Sei nuovo, vero? Credo di non averti mai visto in questo locale.”
“Infatti è la mia prima volta qui, un amico mi ha accompagnato.”
Da predatore si era già trasformato in preda, ma bravo Haner stai facendo proprio un ottimo lavoro!
“Ah, sei già con qualcuno?” Quella domanda retorica lasciava trasparire un briciolo di tristezza.
“Nono cioè sì sono con un mio amico ma lui è sparito alla ricerca di qualcuno da rimorchiare lasciandomi solo qui.” Il ragazzo allora sorrise di nuovo, annuendo. “I-Io mi chiamo Brian comunque, piacere.” E allungò la mano, tatuata anche la sua.
L’altro la strinse calorosamente prima di rispondere.
“Anche a te piacciono i tatuaggi, eh? Comunque io sono Zacky piacere tutto mio.”
Brian aveva rivolto la parola a quel ragazzo solo perché era stato attirato dal cocktail da lui scelto, ma al passare dei minuti iniziava a rendersi conto di aver fatto proprio una bella mossa.  Zacky indossava dei jeans strappati, scarpe di pelle abbinate alla cinta e una canotta bianca della band horror punk Misfits che lasciava scoperte le braccia tornite. I grandi occhiali da sole con la montatura bianca erano piegati e inseriti nella tasca sinistra dei jeans.
Non si poteva non rispondere ai sorrisi di Zacky anche perché l’abbigliamento soddisfaceva perfettamente le sue aspettative, due a zero baby.
“E così ti piacciono i Misfits, giusto?” riprese Brian, con la speranza di attaccare bottone.
“Sì esatto, anche a te?”
“Non proprio, preferisco roba come i Pantera o i Metallica.”
Gli occhi di Brian si illuminavano sempre, quando si parlava di musica.
“Beh anche io ascolto rock quindi queste band mi piacciono, i Misfits rappresentano, musicalmente parlando, la mia passione per i film horror o gli splatters.”
Dai, ti prego, dimmi che ascolti anche Madonna o Lady Gaga.
“Solo rock, non vai su nessun altro genere? ”
“No solo rock e anche se frequento questi locali non mi piace molto la musica da discoteca, anche perché non ballo.”
Brian era visibilmente diventato bianco come un fantasma e le ginocchia avevano cominciato a tremare.
Niente musica e niente ballo, non ballare era decisamente etero.
Ormai era andata, Zacky non poteva definirsi assolutamente gay anche perché non gesticolava quasi per nulla, per lo più sorrideva e teneva il bicchiere senza alzare il mignolo.
Tre a due, Brian stava fottutamente perdendo.
Si era accorto che il ragazzo lo stava guardando in modo strano, alcuni dei suoi pensieri dovevano essersi dipinti sul suo viso.
“Qualcosa non va, stai bene?” gli chiese infatti, avvicinandosi leggermente.
“Sto bene, scusami, devo aver esagerato con i drink.”
“Dai, allora ti accompagno a casa non ti fa bene rimanere qui.”

Zacky parlò mordendosi il labbro inferiore rischiando quasi di aggredire i suoi poveri piercings, si rendeva conto di aver mosso un invito un po’ azzardato e prematuro ma ormai il danno era stato fatto.
Brian invece, dal canto suo, non si era minimamente reso conto dei tentennamenti e dei timori del ragazzo che aveva di fronte, preso com’era da quelle fottute sette regole che Jimmy gli aveva appiccicato nel cervello.
“V-Va bene.” Rispose alzandosi dallo sgabello per poi avviarsi, dopo che Zacky ebbe pagato il suo drink, verso l’uscita al suo fianco.
Camminarono per un paio di minuti con la musica che rimbombava ancora nelle loro orecchie, in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri.
“Eccoci qua, questa è la mia macchina.” Disse Zacky, svegliando Brian dal suo stato di paranoia totale.
Salirono quasi contemporaneamente e, mentre la sua nuova conoscenza si allacciava la cintura, il giovane eroe poté ammirare i rivestimenti leopardati dell’auto e i dadi rosa che pendevano dallo specchietto retrovisore.
Poteva considerarsi un tre pari, quello?
Forse no, probabilmente Brian doveva sembrare più malaticcio di quanto in realtà si sentisse e quel povero ragazzo voleva soltanto essere gentile.
Sfrecciavano con i Misfits in sottofondo tra le strade semivuote di Huntington Beach con l’oceano e la sabbia dorata che coloravano il panorama al di fuori del finestrino, nessuno dei due si sentiva abbastanza coraggioso per parlare ma Zacky si voltava a guardare verso Brian in ogni momento per cogliere anche il più piccolo gesto dell’altro. Il passeggero si accorse dopo dieci minuti abbondanti di cammino di non aver minimamente accennato al ragazzo quale fosse il suo indirizzo e, prima di aprire bocca, fu Zacky a precederlo.
“Sì non ti ho portato a casa tua e ti chiedo scusa per questo, ma ci tenevo a farti vedere la mia collezione di dischi e per questo siamo sotto casa mia adesso.”
Brian non se la sentì di replicare in quel momento anzi, l’ingenuità e la tenerezza con cui Zacky aveva pronunciato quelle parole lo avevano sciolto del tutto. Scese quindi dall’auto e uscirono insieme dal garage, per poi fermarsi davanti alla porta d’ingresso della villetta che il proprietario aprì facendo scattare la serratura.
“Vieni, entra pure e accomodati. Fa come se fossi a casa tua.”
“Permesso…” sussurrò Brian, per poi accomodarsi sul divano di pelle bianca del salotto che Zacky gli aveva indicato.
“Mettiti comodo Bri, se pensi di essere abbastanza forte per un altro drink te lo preparo subito.”
“Stai cercando di farmi ubriacare, Zacky?”
Brian si alzò in piedi in tono di sfida, un sorrisetto malizioso gli era spuntato sul volto non appena si era reso conto di quanto fosse stato stupido a pensare che il ragazzo lo avesse davvero portato lì per i dischi.
Il gay-radar si era attivato, finalmente.
“Se questo ti spingesse a venire a letto con me, potrebbe essere una buona idea.”
“Non ho bisogno di ubriacarmi per venire a letto con te, stupido.”
Fanculo le sette regole di Jimmy e fanculo le paranoie, Brian si era buttato ed era riuscito a vincere anche se in effetti il test non era riuscito a stabilire se Zacky fosse gay o meno.
Anche se, da come lo stava baciando in quel momento, Zacky era forse anche più gay di lui.






Dominil's corner:
Eccovi qua un'altra delle mie demenzialità, posso solo sperare che vi sia piaciuta.
Un bacio <3


Dom.
   
 
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