Capitolo
7
Incontri
e scontri
“
Non posso farcela “
pensava, con la testa tra le mani. Era li da un ora oramai, da quando
Legolas
se n’era andato con Lady Galadriel, seduto sul bordo della
fontana di quel
bellissimo giardino. Non avevano più avuto occasione di
parlare, di sfiorarsi……
Continuava
a pensare al
suo sguardo, ed era convinto di averci letto dell’altro oltre
che fiducia …
poteva essere…. amore quello che quel blu immenso
celava?
<<
Ti è andata
bene tutto sommato, mortale. >> Quella voce lo
ridestò da quei pensieri,
una voce che oramai stava imparando a riconoscere.
<< Vattene, Lanthir, lasciami solo per favore. >> Disse voltandosi lentamente, ma rimase senza parole nel vederlo.
La luce della luna rifletteva sulla sua pelle chiara, rendendola, se possibile, ancor più morbida all’apparenza… i lunghi capelli che ricadevano sul petto, raccolti distrattamente dietro la testa.
La
tunica corta che indossava, lasciava intravedere le gambe muscolose
fasciate
dai pantaloni marroni, che finivano poi negli stivali.
Tutto
questo non sfuggì
al guardiano, ben consapevole dell’effetto che aveva sui
mortali.
Lo
raggiunse, e senza
dargli il tempo di alzarsi, si chinò su di lui, posando le
mani sulle sue cosce
e parlandogli sulle labbra << Vedo che hai imparato il
mio nome, credo
che passeremo molto tempo insieme da ora in avanti, ramingo.
>> per poi
lasciare un leggero e lunghissimo bacio su di esse
<<
Mai ho veduto
una creatura più avventata di te, guardiano.
>> Disse Aragorn, senza
riuscire a staccarsi dalle sue labbra
<<
E la cosa ti
dispiace, Aragorn? >> A quelle parole, l’uomo
si alzo bruscamente,
afferrando le braccia del guardiano e spingendolo indietro, fino al
tronco di
un grosso albero dorato, e premendosi completamente contro il suo corpo.
<<
Non giocare
con me. >> La sua voce era bassissima, per via del
desiderio che
quell’Elfo era riuscito a scatenare in lui
<<
Il tuo corpo
mi desidera, non puoi negarlo…. Sei in mio potere, mortale.
>> Il
guardiano baciò di nuovo quelle labbra ardenti, quanto il
desiderio che riuscivano
a destare nel suo corpo immortale
Un
impercettibile sospiro lasciò le labbra del principe
<<
Cosa ti turba Legolas? Puoi parlarmene; lo sai che ti considero come un
figlio
>> lo rassicurò la Dama
<<
Mia Signora... Vi ringrazio e vi assicuro che io nutro lo stesso
affetto nei
vostri confronti. Per me siete stata e siete tutt'ora come una madre.
La mia
mente è confusa... >>
<<
Come ti ho già detto il tuo cuore è puro e non
devi temere ciò che prova. Devi
solo saperlo ascoltare >>
<<
Io
ascolto mia Signora ma non è così facile... E
devo dar retta anche alla mia
testa, alla mia posizione... >>
la
Dama
Bianca sorrise <
le
doleva
il cuore vedere colui che considerava come un figlio, essere preda di
una tale
confusione
<<
Potete darmi una mano? Il vostro specchio mostra il futuro...
>> chiese
Legolas speranzoso
<< Il mio specchio mostra tante cose figliolo... cose che furono, cose che sono ed altre che devono ancora verificarsi ma nulla è certo. La risposta alle tue domande la troverai solamente guardando dentro al tuo cuore >> detto ciò la Dama si alzò per tornare dai due Signori.
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<< Il
mio corpo ti desidera… oppure è il tuo, che
desidera me? >> Chiese il
ramingo, spingendosi verso di lui tenendo le mani sui suoi fianchi, in
modo da
far aderire il bacino con il suo, così da poter percepire la
forza impetuosa del
suo desiderio.
Lanthir
portò le mani sulle sue forti spalle, sussurrandogli
all’orecchio <<
Entrambe le cose potrebbero rivelarsi… interessanti
>> soffiò volutamente
l’ultima parola, sfiorandolo con le labbra
Aragorn
fu
scossò da un brivido che lo fece tremare <<
Queste labbra… sanno solo
parlare, dunque? >> Con uno scatto impercettibile
all’orecchio umano, il
guardiano estrasse il piccolo pugnale che l’uomo portava alla
vita, e glielo
puntò alla gola, ma senza premere sulla sua carne
<<
Non sfidarmi, mortale, potresti pentirtene >> Fisso gli
occhi chiari nei
suoi, facendogli perdere ogni controllo
<<
Dov’è che ho già visto questa scena??
Ah, già, il nostro primo incontro
>> Gli fece eco il ramingo, divertito, rubandogli un
altro bacio a fior
di labbra
<<
Dunque,
è la seconda volta che ti colgo alla sprovvista,
ramingo……… >> Con il
pugnale, scese sul suo collo e poi giù fino al petto,
tagliando i lacci che
tenevano chiusa la sua camicia, fino all’addome, scoprendo
poi con uno
strattone il petto ampio e forte
Lasciò vagare il suo sguardo per il limpido cielo che si stagliava di fronte a lui... Il cielo di di un blu intenso... come i suoi occhi.
Prepotentemente
l'immagine del volto di
Aragorn tornò a farsi largo tra i suoi pensieri.
<<
Ma
cosa mi succede? >> si chiese Legolas.
Aveva
affermato il vero quando disse che pochi Uomini avevano osato
avventurarsi fino
ai confini del suo regno ma poteva essere amore quello che in
realtà lui
considerava solamente curiosità per una razza con la quale
aveva avuto
pochissimi contatti?
Ripensò
a
quei pochi istanti che avevano condiviso da soli...
Sotto
il
portico... La sua mano posata in una dolce carezza sul suo fianco ed il
fiato
caldo che prima gli lambiva il collo e le labbra poi.
E la sera precedente, quando era rimasto abbagliato dalla bellezza del suo volto ed istintivamente le loro mani si erano cercate.
<><><>
Senza
attendere oltre, l’Elfo lo prese per i lembi della camicia
ora completamente
aperta, tirandolo ancor più vicino a se, incrociando le
braccia dietro al suo
collo e incatenandolo in un bacio che di casto aveva ben poco.
Si era sentito subito attratto da quel mortale, così diverso da lui e dalla sua stirpe… l’uomo sentì la propria forza di volontà venir meno, e soffocò un gemito nella sua bocca quando egli prese a muoversi contro di lui.
Senza
preavviso portò le mani
sulla sua schiena, fino ai glutei, che strinse con fare possessivo,
strappando
una risatina di compiacimento all’altro.
<< Fallo… so che vuoi farlo.. lo sento.. >> Quanto era provocante quell’Elfo dai lunghi capelli ondulati…. Non avrebbe mai pensato che un essere di luce avrebbe potuto tenere un comportamento tale. Fino a quel giorno.
Così
dicendo
fece scivolare una mano tra le sue gambe, percorrendo di continuo
l’addome, il
petto, facendogli scivolare la stoffa dalle spalle e parlando tra un
bacio e
l’altro.
<<
Ma
chi sei tu… >> Oramai perduto,
l’uomo scese con le labbra sul suo collo
inspirando il suo profumo di fiori freschi, baciando quella pelle
morbida... << Non riesco a smettere di toccarti, di
baciarti.. Sei come ti avevo
immaginato.. >>
<<
Chi sono io? Sono il guardiano di Bosco Atro… dunque tu hai
immaginato me,
mortale? >> Rispose Lanthir, sottostando al suo attacco e
facendogli
credere momentaneamente di avere il controllo
<<
Il
principe di Bosco Atro… >> Sussurrò
l’uomo, con voce quasi
impercettibile, completamente perso in un’altra dimensione,
in cui forse, non
era il guardiano ad essere tra le sue braccia.
<<
Che tra te ed il mio principe ci fosse qualcosa lo avevo capito
già da tempo,
ed ora tu me lo confermi. >>
A
quelle parole, Aragorn si bloccò di colpo, immobile, quasi
incosciente di ciò
che stava facendo, o meglio… di ciò cui la sua
mente e forse, il suo cuore, lo
avevano portato ad immaginare
“
sei come ti avevo immaginato “ chiuse
gli occhi;
“non
riesco a smettere di toccarti, di baciarti” li
riaprì di scatto.
L’immagine
di Legolas, vivida nella sua mente