Di ananas canditi e consigli sentimentali
“Avanti.”
La
porta dell'ufficio si aprì cigolando.
“Oh, signor
Potter.” Horace Lumacorno si sfiorò i baffi con le dita.
“Buongiorno.”
“Buongiorno a lei, professore.
Posso entrare?”
Lumacorno annuì, senza alzarsi dalla
poltrona. “Certo. Un po' di canditi?”
James annuì,
scegliendo un cubetto di ananas da un grande piatto di vetro.
“A
cosa devo l'onore di questa visita?”
“Volevo parlare
del Lumaclub.”
“Continui,” lo invitò
l'uomo, incuriosito.
“Voglio entrare nel club,
professore.”
“Vuole entrare nel Lumaclub?”
ripeté Lumacorno. “E posso chiederle il
motivo?”
“Davvero le servono delle motivazioni? Come
avrà saputo quest'anno sono diventato Caposcuola. Sono nella
squadra di Quidditch, ho preso tutti i G.U.F.O e intendo fare lo
stesso con i M.A.G.O, sono popolare e farò carriera come
Auror... Francamente, mi chiedo perché non mi abbia mai
invitato alle sue riunioni in questi anni.” Terminò il
discorso con un sorriso smagliante, passandosi una mano fra i capelli
arruffati.
Dopo un istante di silenzio, Lumacorno scoppiò a
ridere. “Crede che non abbia mai notato le sue qualità,
signor Potter? E' piuttosto popolare,
come lei stesso si è premurato di
sottolineare.”
“Allora...”
“Allora non
credo che lei sia davvero interessato a diventare parte del mio
piccolo gruppo.” Gli rivolse uno sguardo indagatore, prima di
mangiare l'ennesima fetta di ananas candito. “Voglio conoscere
il vero motivo. Sono
il direttore di Serpeverde, mentire è un'arte che si tramanda
in questa Casa da secoli. So riconoscere una bugia senza neanche
sforzarmi.” Incrociò le dita, appoggiandole sul ventre
prominente.
“Io...”
“Le consiglio di
risparmiare il suo fiato, se intende dirmi che mi sto sbagliando. Non
è affatto così.” Nonostante il tono fermo della
voce, sulle sue labbra era dipinto un sorriso sornione. “Si
arrenda, così potremo arrivare in Sala Grande in tempo utile
per il pranzo.”
James sospirò, accettando la
sconfitta. “E' per lei, va bene?”
“Lei?”
indagò l'uomo, anche se aveva l'aria di sapere bene a chi si
riferisse.
“Evans, Lily Evans,” rispose, con
riluttanza. “Sono certo che si ricorda di lei, è la sua
studentessa preferita.”
“Oh, ho avuto tante
studentesse in gamba in questi anni,” osservò Lumacorno.
“Ma è senza dubbio piena di talento. Le sue pozioni sono
sempre perfette! In ogni caso temo di continuare a non capire: qual è
il problema con la signorina Evans?”
“Gliela faccio
breve: lei pensa che io sia uno stupido.”
“E si
sbaglia?”
“Certo che si sbaglia! Cioè... E'
vero, a volte mi comporto come un cretino, lo ammetto. Però
non è questo il punto!”
“E quale sarebbe, se
posso permettermi di chiederlo?”
“Il punto è
che devo entrare nel Lumaclub per dimostrarle che voglio cambiare.”
Abbassò lo sguardo, quasi imbarazzato. “Per farle capire
che voglio diventare più serio, ecco. La sento sempre parlare
di quanto sono maturi
gli studenti che partecipano alle riunioni, al contrario dei suoi
compagni di Casa...” Fece una smorfia, contrariato.
“Ah,
signor Potter, mi sta mostrando un lato inedito del suo carattere!”
esclamò Lumacorno. “Tuttavia, per quanto non conosca
bene la signorina Evans, sono piuttosto sicuro che non sarebbe
colpita dal suo gesto. Anzi, credo che lo interpreterebbe come
l'ennesimo tentativo di metterla in imbarazzo di fronte al resto
della scuola. Non credo che sarebbe disposta a passarci ancora sopra,
dopo il mazzo di fiori canterini che le ha fatto trovare nella mia
aula l'altro ieri.”
“Lei dice?” domandò
James, smarrito.
“Per Merlino, non credevo che fosse così
ingenuo! Se davvero tiene ad Evans, inizi a comportarsi da
adulto!”
“Ma io...”
“Niente ma! La
smetta con gli scherzi e soprattutto la smetta di imbarazzarla con le
sue scenette plateali. Otterrà molti più risultati,
senza neanche doversi annoiare al mio piccolo Club. Non credo che
sarebbe un ambiente adatto a lei.”
“Ne è
sicuro?”
“Sicurissimo. E adesso la smetta di usarmi
come consulente sentimentale e sparisca dal mio ufficio! Cosa mi
tocca fare per gli studenti...”
“D'accordo, d'accordo,
me ne vado,” rispose James. “Grazie per i consigli,
professore. Per essere un Serpeverde devo ammettere che non è
male...”
“Lo prenderò come un complimento,
Potter. E non si dimentichi che domani deve consegnarmi una pergamena
di trenta centimetri,” gli intimò. “Sarò
intransigente, farà meglio ad essere perfetta.”
“L'ho
già arrotolata e messa nella borsa, lo giuro,” ribatté
il ragazzo, con un sorriso che smentiva le sue parole. “Arrivederci!”
esclamò poi, chiudendosi la porta alle spalle.
“Arrivederci”,
lo salutò Lumacorno. “Questi giovani...” aggiunse
poi, sottovoce, prima di versarsi una generosa dose di Whisky
Incendiario.
* * * * *
Un titolo orrendo per
una storia che ho scovato nei meandri del mio computer, scritta
nemmeno io so quando. Forse l'avevo iniziata per un contest a cui
alla fine non ho partecipato, ma non ne sono così sicura...
In
ogni caso, una piccola e personale versione del momento in cui James,
al settimo anno, decide che è ora di cambiare atteggiamento
per conquistare Lily.
Senza nessuna pretesa :)
Alla prossima,
Flea.