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Autore: virginietta94    30/01/2007    2 recensioni
Tara le mancava, non sapeva fare a meno di lei. Voleva riportarla in vita, da lei. Voleva riabbracciarla, provare quella sensazione unica di sfiorare delicatamente le sue labbra contro le sue...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Buffy Anne Summers, Rupert Giles, Tara Maclay, Willow Rosenberg
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Willow vagava ancora per Cleveland. Cosa voleva dire quella risposta che le aveva dato lo stregone? Avrebbe voluto tanto saperlo. Era stanca di camminare. Un chilometro in più non avrebbe fatto la differenza, non l’ avrebbe aiutata di certo. Si sedette così su di una panchina. La sua mente si sforsava di decifrare quella frase, quelle parole. Niente. Era inutile. Per un attimo pensò: ” E se tornassi dallo stregone? Magari lui me lo spiegherebbe questa volta!” ma poi capì che sarebbe stato invano. Aveva ottenuto una risposta anche se non le era molto chiara.

-         Tara... – disse tra se.

Giusto, Tara. Willow voleva a tutti i costi riaverla tra le sue braccia, provare di nuovo quel piacere unico di sfiorare delicatamente le sue labbra contro le sue. Ce la poteva fare. Ce la doveva fare. Ad un tratto pensò a lei che cantava sul ponte. Momenti magici erano quelli. Tara quel giorno cantava per lei, per la sua amzzone anche se ora Willow non era più tanto forte e sicura come un’ amazzane. Il ponte di Sunnydale non c’ era più. Sunnydale non c’ era più. Il vuoto aveva preso il suo posto. Era lì che Willow decise di andare. Tutti i ricordi dei bei momenti passati con il suo mondo si trovavano a Sunnydale, celati nel deserto. Si diresse verso la strada e fermò il primo taxi che vide. Era decisamente raro trovare subito un taxi a Cleveland. Essa era una città tranquilla, almeno all’ apparenza. Una seconda bocca dell’ inferno si stava per aprire. Ma non era questa la preoccupazione di Willow Rosemberg. Salì immediatamente sul taxi.

-         Direzione? – chiese allegro il tassista.

-         Sunnydale... – mormorò Willow. L’ allegria dell’ uomo si spense subito alle sue parole.

-         Come prego? – balbettò.

-         Ho detto Sunnydale. Voglio andare a Sunnydale. – ripetè la ragazza.

-         Ma lì non c’ è rimesto più niente...! –

-         Qualcosa si. Tutti i mie ricordi ad esempio. – disse tristemente la strega. Il tassista annuì senza fiatare e partì: destinazione: Sunnydale.

 

Finalmente era arrivata. Scese dal taxi lentamente guardando con lo sguardo fisso l’ immenza conca di Sunnydale. In quel momento le vennero in mente tanti ricordi, non solo di Tara, ma di tutta la sua vita... Il liceo, Xander, la prima volta che aveva conosciuto Buffy, e tante altre cose. Le scese una lacrima. La nostalgia del liceo, e di tutti quei giorni passati con Xander prima dell’ arrivo di Buffy. In nessuna città si sentiva come a Sunnydale. Lì era la sua vera casa. Persino in Italia si sarebbe sentita sola. Willow amava tutto di quel Paese, eppure nulla poteva essere paragonata a Sunnydale. A Cleveland era tutto diverso, nuove facce, nuova vita, nuovi disastri. Non che la nuova città non le piacesse, ma si sentiva terribilmente sola. A questo punto potreste dire: e che fine hanno fatto le consolazioni di Buffy? C’ erano, ci sono e ci saranno sempre, ma era cambiato. Buffy non faceva che pensare a Spike, Xander era ossessionato da Anya, il signor Giles dalla nuova bocca dell’ inferno, e lei da Tara. Nessuno era in pace. Neppure Andrew c’ era più, se ne era andato a vivere altrove, lonatano. Era stanco di essere legato a Buffy e ai suoi amici, era momento di cavarsela da solo. Quanto alle potenziali invece, bè, loro se ne erano tornate da dove erano venute. Quella bocca dell’ inferno non avrebbe richiesto il loro aiuto. Willow si avvicinò alla conca per vedere più da vicino. Rimase attonita. Annegata nei suoi pensieri. A un tratto l’ immagine della vecchia Sunnydale si sovrappose a quella della conca. La ragazza non credeva ai suoi occhi: questa volta era reale, vero, vero come che respirava. Si diete un leggero pizzicotto sul braccio destro per accertarsi che non si trattasse di finzione. Era lì. Era vero. Non ebbe il coraggio di avanzare, finchè non vide nei pressi del ponte Tara che cantava. Fu colta dal panico. Non ebbe coraggio i avanzare. Tara le sorrise come rassicurandola, e Willow avanzò insicura verso di lei. Camminava lentamente. Tara cominciò a correre quasi danzando invitandola a seguirla con il gesto di una mano. Willow si sentì dentro più sicura e cominciò a corerre velocemente verso lei. Correva. Correva ancora. Ma la figura i Tara si faceva sempre più lontana e sfocata, fino a svanire. Willow si era fermata proprio sul ponte e gridò piangendo: - No, non te ne andare! Non scappare! Resta con me! Nooo! Tara! Tara... no!

Si sedette piangendo continuando a ripetere il nome di Tara. Piangeva senza cessare nemmeno un attimo per riprendere fiato, per respirare. Continuava a piangere. Non smetteva più. D’ improvviso le sue lacrime formarono una piccola conca da cui si materializzò una ragazza. Willow non se ne accorse fin quando essa non prese forma. La osservò accuratamente: capelli biondi, sorriso dolce...si, era proprio lei: Tara.

 

  
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