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Autore: Mary vs Kiara    02/02/2007    25 recensioni
Shampoo fa un patto con un'orrenda creatura per far sparire Akane. La ragazza viene trasportata in una strana dimensione, abitata da leggendarie figure, e dimora di orribili segreti.. Sulla terra, intanto, Ranma cerca disperatamente un modo per salvare la sua fidanzata, ma stavolta sarà davvero in grado di riuscirci?
Una storia di sentimenti e avventura, mito e magia, amore e vendetta.
WARNING: This ff belongs to Krista Perry and it's translated by Mary and Kiara with author's permission.
ATTENZIONE: Questa ff appartiene a Krista Perry ed è tradotta da Mary & Kiara con il permesso dell'autrice.
Aggiornamento del 24/12/10 - **Online l'undicesima parte**
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NoTa LeGaLe: Tutti i personaggi di Ranma ½ sono creazione ed appartengono esclusivamente alla brillante Rumiko Takahashi, e sono usati senza permesso.



CUORI DI GHIACCIO





Parte ottava: Barriere




Capitolo 2



Ranma si svegliò, sentendosi meglio di quanto non fosse stato in tanto tempo.

Fisicamente, cioè.

La prima cosa che gli venne in mente quando si ridestò, fu che doveva trovare Akane. Quel pensiero gli trafisse l’anima con una tale angosciosa intensità che si sentì in colpa per aver dormito, quando avrebbe dovuto cercare un modo per riportarla indietro.

Allora si accorse che… mancava qualcosa…

"Cosa…?" pensò. Poi capì. Le voci dell’incantesimo. Il mormorio costante che lui aveva spinto a forza in qualche parte della sua testa, così da poter pensare lucidamente, era sparito.

"Sparito… Come?" Non sapeva se esserne felice o preoccupato. Significava che l’incantesimo era stato spezzato? E se così era, allora ciò significava che Akane poteva essere tornata…?

Prima di finire quel pensiero, Ranma sgattaiolò dal futon, quasi inciampando nelle coperte aggrovigliate, si precipitò fuori dalla sua stanza, e si affrettò per le scale. Si fermò di colpo in soggiorno, dove Nabiki, Ukyo e Ryoga sedevano a giro e giocavano a poker. Lo fissarono con gli occhi sgranati.

« È qui? » chiese affannosamente.

Ukyo batté gli occhi. « Chi è qui, Ran-chan? »

Il cuore di Ranma cedette, e l’espressione speranzosa sul suo viso implose. Si passò una mano tra i capelli e sospirò. « N… Non importa. Pensavo che fosse tornata, tutto qui ».

« Che cosa te l’ha fatto pensare? » chiese Nabiki, guardandolo con curiosità.

« Le voci dell’incantesimo » rispose, indicando la propria testa. « Sono sparite. Non so come o perché, ma non le sento più. Speravo… »

"Le voci dell’incantesimo sono sparite?" pensò Nabiki. "È strano. Ma forse Shampoo voleva che fossero solo temporanee. Immagino abbia capito che, avere un marito che sente delle voci in testa, non è una bella cosa".

« Era ora che ti svegliassi, Saotome » fece critico Ryoga, con le braccia incrociate sul petto. « Ti abbiamo aspettato per ore. Nabiki » aggiunse, lanciandole un’occhiata cattiva, « ha qualcosa da dirti ».

Nabiki ignorò lo sguardo irritato di Ryoga e guardò Ranma. « Ha ragione. Sono passata dal Nekohanten questo pomeriggio, e ho scoperto che Cologne ha già trovato un incantesimo che riporterà indietro Akane ». Sorrise innocentemente e assunse un’espressione alla Kasumi. « Ma pensa! »

Ranma sbatté gli occhi. Guardò fuori e vide che il sole stava tramontando nel cielo ad ovest. Si voltò verso Nabiki. « Tu… Tu l’hai saputo questo pomeriggio e non mi hai svegliato?! »

Ryoga sollevò le mani. « Era proprio quello che stavo cercando di dire! »

« Oh, calma, voi due. Ranma, avevi bisogno di dormire e riacquistare le forze. Adesso che sei riposato, andremo tutti. Insieme » aggiunse risolutamente, fermandosi quando Ranma si girò per correre fuori dalla porta. « Cerca di restare nei paraggi, perché Cologne non comincerà l’incantesimo fino a quando io non sarò lì ».

Ranma si voltò, mugugnando frustrato, e gettò un’occhiata a Nabiki. « E per quale motivo? » chiese, contrariato.

« Oh, solo un piccolo accordo che ho fatto con lei, per essere sicura di non perdermi nessun’azione stavolta » rispose agevolmente.

« Bene allora » fece Ranma impaziente. « Siamo tutti qui. Andiamo ».

« Una cosa, Ranma? » disse Nabiki con modestia.

« Cosa c’è? Stiamo perdendo tempo stando qui! »

Lei gli puntò un dito. « Potresti almeno andarti a vestire prima ».

Ranma guardò giù e vide che indossava solo la maglietta e i boxer. Ukyo scoppiò in una risata alla vista dello sguardo sul suo viso. « Ah, accidenti » mormorò, e corse di sopra a cambiarsi.

Nabiki andò verso il telefono, sollevò la cornetta, e compose il numero. « Salve, Dottor Tofu? Si, Ranma è sveglio, e stiamo tutti per andare al Nekohanten adesso… Magnifico. Ci vediamo lì ». Riattaccò.

« Che bisogno c’è che il Dottor Tofu venga con noi? » chiese Ukyo. « Non penserai che qualcosa possa andar male con l’incantesimo, vero? » C’era uno strano misto di apprensione e… speranza?… nella sua voce.

Nabiki le diede un’occhiata meschina, ma Ukyo ricambiò lo sguardo. « Il Dottor Tofu sa quanto possano essere strani quegli incantesimi cinesi » disse infine. « Diciamo che voglio che lui sia lì per essere sicura che tutto vada bene. Non si sa mai che la sua misteriosa conoscenza arcaica non ci torni utile ».

« È una magnifica idea, Nabiki » fece Ryoga entusiasta. « Non sarebbe prudente correre rischi, dopotutto, specialmente quando si tratta di riportare indietro Akane ».

« Già” disse Ukyo, un po’ troppo allegramente. « Sarebbe un peccato se dovesse succedere qualcosa e l’incantesimo non funzionasse ».

Nabiki sollevò un sopracciglio rivolta ad Ukyo, ed aprì la bocca per dire qualcosa, ma in quel momento Ranma corse giù per le scale, con indosso la camicia cinese rossa senza maniche e i pantaloni scuri. « Possiamo andare ora? » chiese impaziente.

Nabiki sorrise soavemente. « Ma certo, Ranma. Dopo di te ». Ed indicò la porta. Poi notò che Ranma la guardava in modo strano. « Che c’è? » chiese.

« Occorrerebbe troppo tempo per camminare se dovessimo aspettare te » disse, e con un gesto rapido, la prese tra le braccia.

Nabiki si lasciò sfuggire uno strillo spaventato, senza dignità. « Cosa pensi di fare? » esclamò, ma Ranma non stava ascoltando.

« Forza » disse a Ryoga ed Ukyo. « Andiamo, Ucchan. Seguimi, Ryoga, e vedi di non perderti ». Ranma corse fuori in cortile con Nabiki in braccio, e saltò dal muro al tetto vicino.

Ryoga si adirò, ma lo seguì da vicino.

Nabiki sussultava quando vedeva e sentiva il terreno allontanarsi rapidamente salto dopo salto, e stringeva le braccia attorno al collo di Ranma, per esser certa di non scivolare dalla sua presa. Dopo aver saltato da un tetto all’altro per un paio di momenti, e aver capito quanto fosse solida la stretta di Ranma, si rilassò, e permise alla propria indignazione di dissolversi. Guardò Ranma in viso. Teneva lo sguardo fisso in avanti, muovendosi con concentrata naturalezza, era quasi come se non si rendesse conto che stava portando lei. Ed aveva quello sguardo sul viso. Quel particolare brillio negli occhi blu, che diceva che stava pensando ad Akane…

Nabiki sospirò. Si permise un piccolo, auto-indulgente sorriso quando avvertì i forti muscoli di Ranma muoversi sotto la sua camicia mentre correva. "Ah beh" pensò con una scrollata di spalle mentale. "Ci sono modi peggiori di viaggiare, immagino".

Ukyo stava nel cortile dei Tendo, osservando per un momento la figura di Ranma che si allontanava velocemente. Il sorriso sul suo volto era già svanito da un po’, come se le fosse piombato addosso un peso enorme, schiacciandola. Poi sospirò pesantemente e saltò sul muro, seguendo l’uomo che amava.

"Così vicino…" pensò.

La luce del sole che tramontava si riflesse sulle lacrime non versate nei suoi occhi.

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Ranma deglutì e si passò nervosamente la lingua sulle labbra mentre si sedeva a gambe incrociate sul pavimento del Nekohanten. Cologne gli si inginocchiò accanto, disegnando dei simboli misteriosi e spargendo in cerchio attorno a lui una polverina fine dall’odore muschiato, consultando di tanto in tanto un’antica pergamena in pelle, e mormorando qualcosa in cinese. Ranma si chiese come riuscisse a leggere quella strana scrittura cinese nella semioscurità. Le luci erano spente, e le tende erano state parzialmente tirate, consentendo agli ultimi bagliori del tramonto di far luce su ciò che la vecchia stava eseguendo. I tavoli e le sedie erano state tolte di mezzo, e i suoi amici, Ryoga, Ukyo, Shampoo, Mousse e Nabiki, sedevano all’angolo della stanza, ad osservare con apprensione il procedimento.

Nabiki sembrava particolarmente ansiosa. Continuava a guardare la porta come se aspettasse che qualcuno facesse la sua comparsa da un momento all’altro.

Ranma tentò duramente di star calmo. Riusciva appena a crederci! Stava per riportare indietro Akane. Il petto gli si strinse all’eccesso di emozioni che turbinavano dentro di lui. Era felice e spaventato all’idea di rivedere Akane. Stava bene? Sarebbe stata contenta di vederlo? O si sarebbe arrabbiata con lui per non essere stato in grado di salvarla, e lo avrebbe stramazzato al suolo?

Si schiarì la gola. « Uh… Come funziona esattamente? » chiese mentre Cologne consultava di nuovo la pergamena. Lo fissò per un poco per averla interrotta.

« Il meccanismo dell’incantesimo è semplice, Ranma. Tutto quello che devi fare è concentrarti su Akane. Concentrati su di lei con tutto il tuo animo, e quando l’incenso verrà acceso e l’incantesimo recitato, la tirerai fuori dal qualsiasi posto in cui sia stata mandata ».

Nabiki corrugò la fronte. Sembrava troppo facile…

Shampoo ed Ukyo si accigliarono, poiché non gradivano l’idea che Ranma si concentrasse su Akane con tutto il suo essere.

Proprio allora, si sentì bussare alla porta. La collera di Cologne crebbe a quelle interruzioni. « Ora chi può essere? L’insegna dice che siamo chiusi ».

Nabiki si alzò, senza consentire al sollievo che provava di manifestarsi sul suo viso. « Oh, deve essere il Dottor Tofu. Gli ho chiesto di venire ad aiutarci con l’incantesimo. Sono certa che non ti dispiaccia. In fondo, siamo tutti qui per aiutare Ranma e Akane, e dar loro il nostro appoggio, no? »

Cologne gettò a Nabiki un’occhiata che avrebbe tramutato chiunque altro in pietra. Nabiki ricambiò fermamente lo sguardo.

« Il Dottor Tofu è qui? » chiese Ranma. Per abitudine si guardò intorno, per essere sicuro che Kasumi non fosse nei paraggi. « Magnifico » esultò. « Akane potrebbe aver bisogno di cure quando tornerà ».

Cologne lanciò un’occhiata a Ranma, e si sforzò di rilassarsi. « Shampoo » disse alla fine, « fa’ entrare quell’uomo ».

Shampoo obbedì e andò ad aprire la porta. Tofu entrò e batté un paio di volte gli occhi per abituarli alla luce bassa. « Salve » disse, salutando Cologne. « Vi ringrazio per avermi permesso di partecipare. Ho letto qualcosa riguardo alla magia delle vecchie amazzoni cinesi, ma non ho mai avuto l’opportunità di vederla in atto. È un’occasione preziosa per me ».

Cologne guardò il giovane dottore. Si fissarono per un istante.

Tofu la guardava calmo attraverso gli occhiali. Era felice che Nabiki l’avesse informato di quella piccola riunione. Era stato lui stesso testimone dei subdoli inganni che l’anziana amazzone aveva attuato su Ranma, come quando gli aveva stimolato il Nervo del Gatto, così da impedirgli di sopportare il tocco dell’acqua calda di cui aveva bisogno per trasformarsi in uomo. Tofu era stato contento di sentire che c’era la possibilità di trovare Akane, ma non era sicuro se credere o no alla non colpevolezza della vecchiaccia per ciò che riguardava l’Incantesimo di Sangue, e voleva accertarsi che, in quest’occasione, lei non provasse qualche oscura magia.

« Sì » fece Cologne riluttante. « Beh, stavamo quasi per cominciare. Perciò se vuol prendere posto accanto agli altri… »

« Oh cielo, sembra impressionante » interruppe Tofu, fissando i simboli gessati sul pavimento. « E questa è la pergamena? Potrei darle un’occhiata? »

Cologne si accigliò e gliela tolse di mano. « È in cinese antico, figliolo, non lo comprenderesti mai ».

« Oh, al contrario. Conosco abbastanza bene il cinese antico ».

Cologne impallidì.

« Se mi lasciate dare solo un’occhiata alla pergamena per un momento » continuò, « mi aiuterà a capire cosa succederà quando effettivamente farete l’incantesimo ».

Ranma osservava quel colloquio con impazienza crescente. « Aw, andiamo, fagliela vedere, non vuole far nulla di male ».

Shampoo guardò la bisnonna, con le sopracciglia corrugate. La nonna non aveva permesso nemmeno a lei di guardare la pergamena. Che cosa poteva nascondere che non volesse far vedere a nessuno?

Cologne fissò Tofu. « D’accordo » disse, calmandosi, con grande sorpresa di tutti. « Confido nel fatto che, quando la leggerai, tu saprai esattamente cosa bisogna fare perché l’incantesimo riesca ».

Tofu prese la pergamena dalle mani della vecchia amazzone, con espressione confusa in viso. Poi la sollevò e la esaminò. Spalancò gli occhi quando lesse il nome dell’incantesimo, e diede una breve occhiata a Ranma, che lo guardava pieno di curiosità. Poi esaminò il resto, movendo velocemente gli occhi su e giù. Gli ci vollero un paio di minuti per leggerla tutta. Quando ebbe finito, si schiarì scomodamente la gola.

« Bene » disse. Tutti s’inclinarono per avvicinarsi, guardandolo intensamente. « Sì. Molto bene. Dunque, Ranma, sai che tutto ciò che devi fare è pensare ad Akane mentre Cologne accende l’incenso e recita le formule. Immagino possiamo procedere ». E detto ciò, andò a sedersi contro la parete, tra Nabiki e Ryoga. Cologne sorrise.

Nabiki si avvicinò al dottore. « Di che cosa si tratta? » bisbigliò. Tofu fece per rispondere, ma notò che Ranma lo stava guardando con la fronte corrugata per la confusione. « Niente, veramente » disse. « Te lo dirò dopo ».

Nabiki si accigliò. Moriva dalla voglia di sapere cosa dicesse la pergamena, e perché il Dottor Tofu fosse così riluttante nel parlarne. Tuttavia, secondo lui si poteva procedere con l’incantesimo, e questo allentò un po’ le sue paure. La faceva sentire meglio il fatto che lui sapesse cosa stava succedendo e potesse far sì che la vecchiaccia agisse nel modo giusto.

« Sei pronto? » chiese Cologne a Ranma. « Ricorda, non devi pensare ad altro che ad Akane. Devi concentrarti totalmente su di lei, e non permettere che nulla ti distragga. Pensi di potercela fare? »

Ranma sbuffò. « Accidenti, cosa pensi che abbia fatto nei giorni passati?! »

Cologne aggrottò le sopracciglia, ma annuì. « Molto bene. Inizieremo l’incantesimo ». Si avvicinò a Ranma e gli passò una mano rugosa sugli occhi, facendo sì che li tenesse strettamente chiusi. Gli premette le dita sulle palpebre. « Tieni gli occhi chiusi » disse piano, « e concentrati ».

Ranma deglutì ed annuì in silenzio.

Sfregando un lungo fiammifero, facendo luce nell’oscurità crescente, Cologne si piegò ed accese il cerchio d’incenso che circondava Ranma. Questo prese a bruciare, emanando nuvole di fumo aromatizzato attraverso la stanza.

Ryoga lottò con l’improvviso bisogno di starnutire, stringendosi il naso e trattenendo il respiro fino a quando quel pizzicore passò. Gli occhi gli si inumidirono, ma lui batté le palpebre, e tentò di ignorare il bruciore. Non avrebbe mai fatto nulla che avesse potuto impedire all’incantesimo di riportare indietro Akane…

Vide il fumo dell’incenso farsi più fitto all’interno del ristorante. Ranma sedeva al centro del cerchio, con gli occhi chiusi, il respiro focalizzato, l’espressione di chi è intensamente concentrato.

Cologne cominciò a salmodiare sommessamente in cinese.

Shampoo e Mousse tesero le orecchie per sentire cosa stesse dicendo. La cinesina corrugò la fronte, frustrata. La voce della bisnonna era così bassa, riusciva a percepire qualche parola solo di tanto in tanto. "È così che dovrebbe essere fatto l’incantesimo?" pensò Shampoo. "O semplicemente non vuole far sentire a me e Mousse cosa dice? Perché ha ceduto e ha permesso al dottor Tofu di saperlo, e a me no?"

Mousse, d’altro canto, con il suo eccezionale udito, colse molto più che qualche parola. Ciò che sentì gli fece sgranare gli occhi da dietro gli occhiali. Frasi come "vero amore”, “legame eterno”, e “uniti per sempre, al di là di tutte le barriere”.

Mousse avvertì un leggero sorrisino crescergli sul viso. Non importava se la vecchiaccia era stata tanto indecisa nel rivelare a qualcuno, soprattutto a Ranma, la vera natura dell’incantesimo. Da quel che aveva dedotto dal mormorio della vecchia, il potere dell’incantesimo era fondato sul Vero Amore; più propriamente, il Vero Amore esistente tra Ranma e Akane. Il potere di quel legame, combinato con la magia dell’incantesimo, avrebbe richiamato Akane ovunque lei fosse stata mandata, e l’avrebbe riportata a casa.

Non importava se il dottor Tofu non aveva detto nulla quando aveva letto l’incantesimo. Sembrava che tutti fossero a conoscenza dei veri sentimenti che Ranma ed Akane provavano l’un per l’altra, tutti eccetto che Ranma e Akane. Se Ranma avesse saputo la vera natura dell’incantesimo – che sarebbe stato il suo amore inconfessato per Akane a riportarla indietro – il suo cervello si sarebbe bloccato, gettandolo in un cieco, balbettante panico di diniego, e allora tutto sarebbe stato rovinato.

Mousse pensava che, sebbene il ritorno di Akane sana e salva fosse immediato, Ranma non sarebbe stato in grado di confessarle i suoi veri sentimenti. Specialmente in una stanza piena di persone, molte delle quali avrebbero voluto ucciderlo, o malmenarlo per il resto dei suoi giorni per una tale rivelazione. Inoltre, Akane era stata in serio pericolo prima e, sebbene Ranma corresse sempre a salvarla con successo, non avrebbe mai ammesso nemmeno che gli piaceva, figurarsi che la amava. Ogniqualvolta sembrasse sul punto di dire quelle due piccole parole, si tramutavano sempre in “violento maschiaccio privo di fascino”.

Tuttavia, se l’incantesimo avesse funzionato, ogni cosa sarebbe cambiata…

Mousse si appoggiò al muro, le braccia incrociate sul torace, e sorrise. Non avrebbe fatto nulla che potesse interferire con quell’incantesimo. Con Ranma ed Akane di nuovo insieme, Shampoo sarebbe stata praticamente sua.

Cologne continuò la debole cantilena, e mentre le parole fiacche, appena udibili, riempivano l’aria, il fumo dell’incenso prese a vorticare e a circondare Ranma. Il ragazzo, con la mente del tutto focalizzata su Akane, non notò nemmeno che il fumo lentamente lo avvolgeva, aggrappandosi alla sua pelle come una cosa vivente. Lo inalò col naso, e quando il fumo gli riempì la testa, l’immagine di Akane nella sua mente divenne anche più nitida di prima. Era come se lei gli fosse davanti, così reale che sentì che avrebbe aperto gli occhi e lei sarebbe stata lì.

Allora si accigliò. C’era qualcosa di diverso in lei. Sembrava felice, e sorrideva in quel modo che gli faceva agitare il cuore in petto, ma non era quello. Indossava degli abiti strani, ed i capelli sembravano più lunghi del solito. Il che era strano, era stata via solo tre giorni… Qualche strano effetto secondario dell’incantesimo forse? Oh beh, non aveva importanza, dal momento che l’aveva riportata da lui. Ranma percepì una strana sensazione pervadergli il corpo, soprattutto il cuore…

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Akane stava ridendo per via di una storia divertente raccontatale dalla Signora delle Nevi, quando improvvisamente il suo sorriso si ruppe, e si piegò in due dal dolore, la tazza le cadde dalle fragili dita, spargendo il the sul tavolo. « Akane! Cosa c’è? » Yuki-onna le fu subito accanto.

« Io… io non… lo so » ansimò Akane, mentre lacrime di dolore le fuoriuscivano dagli occhi. Sentì come se il cuore le venisse strappato da dietro. Ci fu un improvviso e solido strattone, ed Akane urlò sentendosi ridurre in pezzi.

Yuki-onna la afferrò per le spalle e convogliò tutta la sua energia sulla ragazza, alzando intorno a lei delle barriere, nel tentativo di proteggerla da qualsiasi cosa stesse cercando di straziarla. Si concentrò sull’Incantesimo di Sangue nell’energia di Akane, avendo la sensazione che fosse quello la causa del suo dolore, ed ebbe un sussulto.

L’Incantesimo di Sangue bruciava ardentemente, in maniera quasi accecante, soprattutto il filo di sangue di drago che mediava la connessione tridimensionale tra Akane e il suo vile fidanzato. Qualche magia del mondo mortale stava tentando di riportarla a casa. Ma l’Incantesimo di Sangue stava lottando, rifiutandosi di lasciar andare la sua prigioniera, e così facendo, stava uccidendo Akane.

"Quegli sciocchi!" pensò, il viso bianco una maschera di rabbia e preoccupazione insieme, mentre usava il proprio potere per costruire delle barriere protettive intorno ad Akane, cercando disperatamente di bloccare la magia mortale. "Non sanno che un incantesimo come questo non può sperare di contrastare gli effetti di uno fatto con il sangue di drago?!" Arricciò le labbra in un ringhio. Dietro tutto questo c’era quel Ranma, ne era sicura. Perfino separati dalle dimensioni, cercava ancora il modo per ferire Akane.

« Akane, resisti! » disse quando la ragazza urlò di nuovo. Doveva esserci una maniera per fermare del tutto quell’incantesimo mortale…

Un lampo di genio attraversò gli occhi blu-ghiaccio della Signora delle Nevi. Subito, chiamò a raccolta ciò che restava del suo potere, e lo riversò nelle barriere magiche che aveva innalzato intorno ad Akane, imbevendole di proprietà riflessive, rispedendo l’incantesimo nel pianeta mortale…

"Eh" pensò. "Questo darà a quel vile ragazzo un assaggio del suo stesso rimedio". Con il suo incantesimo finalmente all’opera, immediatamente Akane si accasciò per il sollievo, mentre il dolore si placava.

Yuki-onna stava accanto alla ragazza, che tremava reagendo. « C-cos’era? » chiese, temendo che il dolore che le aveva straziato l’anima potesse tornare. « Cos’è successo? »

La Signora delle Nevi la zittì dolcemente. « È tutto a posto, bambina mia, è passato. Non preoccuparti ».

Ma Akane non era in vena di conforto. Vacillando, si mise in piedi. « Io sono preoccupata » ribatté. « E se succedesse ancora? Cos’era, comunque? Mi sentivo come se venissi ridotta a… »
S’interruppe subito quando d’improvviso avvertì una strana e calda sensazione invaderle il corpo, soprattutto il cuore. Spalancò gli occhi sorpresa…

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Cologne corrugò la fronte. Aveva finito di cantilenare qualche momento prima, ma sembrava che l’incantesimo non stesse funzionando. Akane avrebbe già dovuto fare ritorno. Gettò uno sguardo a Ranma. Il giovane si stava concentrando così duramente che gocce di sudore gli imperlavano la fronte. Gli altri, ancora seduti contro la parete, cominciavano a divenire scomodamente ansiosi, e si lanciavano occhiate nervose l’un l’altro. Socchiuse gli occhi. Possibile che avesse sopravvalutato i sentimenti di Ranma per Akane? L’incantesimo avrebbe funzionato solo con il Vero Amore…

Se era così, allora ciò significava che Shampoo poteva avere ancora una possibilità di conquistare Ranma. Naturalmente, se l’incantesimo non avesse funzionato, Nabiki gli avrebbe fatto ascoltare quella dannata registrazione e, Vero Amore o no, Ranma non avrebbe avuto niente a che fare con Shampoo dopo.

Cologne prese a sudare. La sola alternativa che conosceva per riportare indietro Akane era spezzare proprio l’Incantesimo di Sangue, ed un’impresa simile andava oltre i suoi poteri…

Ranma sedeva in silenzio, concentrato con tutto il cuore su Akane, desiderando che ritornasse da lui. Ma sapeva, con una brutta sensazione nel petto, che l’incantesimo non aveva funzionato. Forse non si era concentrato abbastanza. Le lacrime presero a stillargli dalle palpebre chiuse. "Akane" pensò, lottando contro il singulto che sorgeva nella gola e che minacciava di liberarsi, "ti prego, torna! Io… Io ho bisogno di te…"

Quel pensiero s’interruppe, e lui trasalì quando un’ondata di dolore gli si abbatté improvvisamente sul corpo. L’immagine di Akane nella sua mente andò in frantumi, e spalancò gli occhi mentre afflussi continui di terribile dolore gli si abbattevano contro. Guardò Cologne, che lo fissava sorpresa, ed aprì la bocca, ma lo spasimo era così grande che non riuscì ad emettere suono; solamente si accasciò su un fianco, rannicchiato in posizione fetale, tremante di dolore e angoscia, mentre si sentiva lacerare, corpo e anima.

« Ran-chan! » Ukyo balzò in piedi per precipitarsi accanto a Ranma, ma Tofu si alzò e la trattenne.

« Non interferire con l’incantesimo » disse, tenendola. « Potresti peggiorare le cose! » Questo la fermò, ma non cancellò la paura dal suo viso. Allora tutti rimasero al proprio posto, fuori dai limiti dell’incantesimo, desiderando aiutarlo, ma non sapendo cosa fare. Tofu esaminò l’energia di Ranma. « L’Incantesimo di Sangue… Oh no… »

« Cosa succede? » chiese Nabiki, fissando Cologne.

« Non lo so! » Cologne stava tremando, e tutti potevano affermarlo. « Non so quale sia la causa di tutto questo! Akane avrebbe dovuto essere riportata qui ovunque fosse stata mandata… »

« L’Incantesimo di Sangue! » esclamò il dottor Tofu. « L’Incantesimo di Sangue si sta opponendo! Sta tentando di tenere lontani Ranma e Akane! Non permetterà che l’Incantesimo del Vero Amore funzioni! »

« L’incantesimo di COSA?! » urlarono all’unisono Ukyo, Ryoga e Shampoo.

Allora il corpo di Ranma prese a perdere consistenza.

« Bisnonna! » esclamò Shampoo. « Fai qualcosa! »

Cologne esitò solo un attimo. « Presto! » disse agli altri. « Cancellate i simboli dal pavimento! Tu, eterno disperso! Apri la porta e le finestre per far uscire l’incenso! » Era pericoloso, troppo pericoloso interferire con gli elementi di un incantesimo mentre il suo potere era ancora in attività, ma non riusciva a vedere altra via per salvare Ranma…

Shampoo corse in cucina ed un secondo dopo tornò con degli strofinacci. Subito, Tofu, Nabiki, Ukyo e Mousse furono in ginocchio, per cancellare i misteriosi simboli dell’incantesimo. Ryoga spalancò porte e finestre, e Cologne roteò il suo bastone, creando un vento che mandò il fumo soffocante dell’incenso fuori dalla stanza. Poi si voltarono verso la forma ancora trasparente del ragazzo che aveva inciso così profondamente le vite di ognuno, per vedere se i loro sforzi erano serviti.

Ranma era completamente trasparente. Sembrava sospeso ai limiti della realtà come un fantasma, piegato su un fianco, con gli occhi serrati dal dolore. Allora aprì gli occhi e sollevò lo sguardo, focalizzandolo in aria un paio di passi davanti a lui. Lentamente, nonostante la sofferenza che affliggeva il suo corpo, si distese ed allungò un braccio incorporeo. Aprì la bocca e sussurrò una sola rauca parola.

« Akane…? »

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La Signora delle Nevi guardò preoccupata Akane, quando la ragazza troncò la sua frase. « Cosa c’è? Stai bene? »

Akane non rispose. Abbassò lo sguardo sulle proprie mani, mentre quella sensazione le cresceva in ogni parte del corpo. Il cuore prese a batterle, non dolorosamente come pochi attimi prima, quando si era sentita come se venisse ridotta a pezzi da una forza sconosciuta, ma… quasi in attesa…?

Un crepitio d’energia percorse la stanza, facendola sobbalzare per la sorpresa.

La Signora delle Nevi si lasciò sfuggire un sussulto spaventato. « No! Non può essere… » "Il mio incantesimo riflessivo! Sta portando lui attraverso la barriera, invece di Akane!"

« Cosa sta succedendo? » domandò Akane. Ne aveva fatta esperienza di stranezze da quando era arrivata nella Piana degli Dei, ma mai niente del genere…

Qualcosa cominciò ad apparire sul pavimento davanti a lei. Si allontanò con timore. Cos’era? Uno spirito? Era un altro attacco? In un attimo, la katana fu tra le sue mani, sfavillante di energia azzurrina, e lei si mosse contro quella cosa.

« Aspetta! Akane, no! » Akane fu spaventata dal tono incalzante della voce della Signora delle Nevi, ma non mosse lo sguardo dall’oggetto che pian piano acquisiva solidità.

« Non preoccuparti, qualsiasi cosa sia, non vorrà… » Si fermò, la voce le si arrestò in gola. L’immagine evanescente era una figura… un ragazzo, piegato sul fianco, come se provasse un immenso dolore. Indossava pantaloni neri e… una camicia di seta rossa…

Akane avvertì il sangue scorrergli in viso. La spada le cadde di mano.

…capelli scuri, raccolti in un codino…

« R… Ranma? » La sua voce fu troppo lieve, sebbene pensasse di aver pronunciato quella parola con enfasi. Ma lui parve sentirla. Adagio, aprì gli occhi e la guardò.

I suoi occhi! Erano blu e bellissimi come lei ricordava, nonostante il dolore che vi scorgeva riflesso. Un’espressione di indescrivibile felicità gli guizzò in viso, lottando contro l’angoscia, e piano piano si distese, allungando un braccio privo di sostanza verso di lei. « Akane…? »

Akane fece qualche passo incerto in avanti e si abbassò sulle ginocchia. « Oh, Ranma » sussurrò, mentre le lacrime le rigavano il volto.

Non riusciva a pensare a null’altro da dire. Dopo tutte le ore, i giorni e le settimane trascorse a fantasticare su ciò che avrebbe potuto dire se mai avesse rivisto Ranma, non riusciva a pensare a niente. Erano passati quasi due anni interi, ed era sicura che Ranma l’avesse già dimenticata e avesse sposato una delle sue fidanzate…

« Akane… » Quella parola fu un rantolo di dolore, e sia Ranma che Akane trasalirono di fronte a tanta sofferenza. « Mi… Mi dispiace… »

Akane prese pacatamente a singhiozzare. « R-Ranma, dispiace a me… »

Improvvisamente rammentò la cosa più importante che voleva dirgli. « Mi dispiace… Non ti ho mai detto che t-ti amo… »

Guardò con ansia la forma sfumata di lui, nell’attesa di una risposta improvvisata, ma fu meravigliata di vedere Ranma guardarla sbalordito, mettendo da parte il dolore, sebbene fosse ancora diviso tra due piani d’esistenza.

« Davvero? » mormorò lui.

La gola di Akane fu chiusa da un singulto. Annuì con veemenza.

L’espressione di lui si addolcì, e gli occhi gli si scaldarono di una luce interna. « Akane, io… »

Ci fu un improvviso scoppiettio d’energia, e le parole di Ranma si trasformarono in un urlo strozzato mentre la spinta dimensionale sul suo corpo tornava a farsi sentire. Cominciò a svanire dalla vista di Akane, alla stessa maniera in cui era comparso.

« Ranma! » urlò lei. Lo stava perdendo di nuovo! Non poteva…! Era venuto per lei, come poteva accadere questo?!

Ranma alzò gli occhi, lacrime di angoscia e disperazione gli uscirono dagli occhi quando si sentì tirare verso il Nekohanten. « Akane » disse nonostante il dolore. « D-dove sei? »

« Sono sulla Piana degli Dei, Ranma! » Sperava che lui riuscisse a capirla, stava gridando così forte. « Sono con Yuki-onna, la Signora delle Nevi! »

Riusciva appena a distinguere il contorno della sua forma. « I-Io ti troverò ». La sua voce singhiozzante le giunse come ad un’enorme distanza. « Akane… »

E scomparve.

Passò un momento, ed Akane sentì dietro di lei i passi della Signora delle Nevi che andava via, lentamente, cautamente.

Si sedette, le braccia avvolte intorno alle ginocchia, e fu scossa da un pianto silenzioso.


FINE PARTE OTTAVA




Nota delle traduttrici (IMPORTANTE!):
Questo potrebbe essere l'ultimo aggiornamento. Tutto dipenderà dal numero di recensioni ricevute questa volta: se non ne riceveremo un minimo di 8 - 10, sarà segno evidente che la traduzione di questa fanfiction non piace ai lettori italiani, per cui non proseguirà più.
Ci dispiace dover ricorrere a mezzi simili, ma questa traduzione ci costa non poca fatica e tempo: abbiamo bisogno di sapere che apprezzate il nostro lavoro, o al contrario se non lo apprezzate. Si sa che le belle recensioni sono sempre ben accette, ma a noi vanno bene anche le critiche, purchè siano costruttive. Ma dobbiamo sapere se la traduzione di questa fanfiction incontra o no il favore dei fanreaders italiani. Vorremmo essere certe di non stare sprecando il nostro tempo.
Ok, quello che avevamo da dire l'abbiamo detto. Scusateci dal profondo del cuore.
Intanto, grazie a tutti quelli che hanno commentato fino ad ora. ^______^

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