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Autore: Honest    20/07/2012    7 recensioni
L'amore vince ogni ostacolo e, a volte, ci fa vivere delle avventure che mai ci saremmo aspettati.
Fra matrimoni, viaggi in auto, litigi, musicisti e addii al celibato, Love Me Always ritorna ad essere aggiornata.
Estratto Dal Capitolo 35 - "Heart Attacks and Related Diseases":
- Sei davvero sicuro, Trent? Vuoi davvero sposarmi? Perché tutto quello che hai fatto finora dice il contrario. - commentò caustica, liberandosi dalla sua presa e uscendo dall’ospedale.
[Duncan/Courtney - Trent/Gwen]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Justin, Nuovo Personaggio | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Spero che stiate tutti passando delle buone vacanze.
Personalmente mi diletto fra le mie quaranta vasche giornaliere in piscina e i miei flirt con il bagnino di turno.
Il capitolo di oggi riporta lo stralcio di una canzone di Madonna, che certamente già conoscerete, dato che la si sente ovunque.
Le due protagoniste sono Gwen e Courtney, che affrontano l'atteso addio al nubilato.
Buona Lettura
HONEST














 

 

The Good Girls Gone Wild ..
 

 

Girls they just wanna have some fun
Get fired up like smokin’ gun
On the floor til the daylight comes
Girls they just wanna have some fun

A girl gone wild
A good girl gone wild
I’m like a girl gone wild
A good girl gone wild

[Girls Gone Wild - Madonna]

 

 

Courtney stropicciò meccanicamente il foglietto che stringeva fra le dita. Si sentiva estremamente in imbarazzo, era come se qualcuno stesse per puntarle il dito contro gridando : "Eccola, è lei la pervertita !". Tutti quei segreti e quelle sorprese, che includevano la perdizione e gli atti sessuali, la mettevano a disagio come nient'altro prima d'ora. Avrebbe in ogni caso preferito la Bear Factory e i suoi morbidi orsetti, ma lo stava facendo per Gwen, per far sì che il suo addio al nubilato non fosse un completo fallimento.
E non l'avrebbe mai confessato, ma in parte lo stava facendo anche per boicottare in qualche modo il week-end di Duncan e Trent. I due erano partiti da più o meno sei ore diretti a Las Vegas e l'ispanica voleva assicurarsi che il suo ragazzo non si divertisse neanche un istante, troppo impegnato ad immaginarla con un bel ballerino mezzo nudo. Certo passare il pomeriggio a riempire d'ovatta orsacchiotti di peluches e a farsi le treccine sarebbe stato l'ideale per due bambine di terza elementare, ma purtroppo era sicura che quello non sarebbe stato un grande divertimento per la gotica. Quindi a malincuore aveva seguito il consiglio di Duncan, aveva rintracciato il foglietto con l'indirizzo che il punk le aveva dato diversi mesi prima e si era scolata una bottiglia di aranciata frizzante, una sorta di aperitivo prima di cominciare a darci dentro con gli alcolici pesanti.

Ed ora si guardava allo specchio in preda a una strana sensazione di disgusto, dovuta a quello che stava per fare o forse a quello che stava per bere. Indossava un abito di un rosso intenso e tanto corto, da lasciare scoperte le gambe quasi fino all'inguine, una cosa a dir poco indecente. Sulle labbra del rossetto rosso fuoco e sugli occhi un trucco nero pesante, i capelli abilmente sciolti e ondulati davano l'idea che fosse appena rinvenuta da una nottata di follie e le scarpe vertiginosamente alte completavano quell'adorabile quadretto da squillo part-time. Dopo quella rapida occhiata Courtney decise che l'unica cosa che la disgustava in quel momento, era il modo in cui si era conciata. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e contò fino a dieci. Riaprì gli occhi e ancora in balia della vergogna, si concesse un altro respiro profondo.
Non c'era tutta questa fretta nel festeggiare gli addii al nubilato e al celibato, mancavano due settimane al matrimonio, ma giocare d'anticipo era stata la loro strategia, per essere in grado di evitare l'assalto delle telecamere o delle fan del povero chitarrista.
Il programma per la serata era semplice. Gwen sarebbe arrivata a casa sua a momenti e insieme si sarebbero dirette allo "Stallions"*, che dal nome alquanto ambiguo doveva essere un locale a luci rosse per sole donne. Lì avrebbero finto di divertirsi come delle pazze e all'ora più opportuna sarebbero tornate a casa sane e salve. L'organizzatrice avrebbe dovuto invitare anche le altre damigelle, cioè Bridgette e LeShwana, ma l'idea di portarle in un night club la spaventava troppo, così per quella sera sarebbero state solo lei e "la sposa cadavere". Ovviamente c'era un piccolo particolare che aveva tralasciato di comunicare alla gotica. La novella sposa avrebbe dovuto travestirsi per sfuggire allo sguardo dei curiosi e dei fotografi, che da pochi giorni si erano accampati fuori dalla sua porta. Niente di eccessivo, solo una parrucca biondo scuro e un vestitino blu notte con un'ampia scollatura sulla schiena, ma con una lunghezza più accettabile di quella del vestito dell'ispanica. In fin dei conti Gwen si sarebbe adattata, la mora ne era convinta. Quando suonò il campanello, Courtney si precipitò alla porta con immotivata eccitazione, un entusiasmo che fu subito spento dalla reazione dell'amica di fronte al suo abbigliamento. I commenti spaziarono da escort a spogliarellista, ma alla fine la ragazza constatò che l'ispanica risultava molto sexy e si convinse ad indossare quel dannatissimo vestito blu. Poi dopo un quarto d'ora buono di discussioni e compromessi, si decise a mettere la parrucca di riccioli biondi.
- Sei uno schianto. - sogghignò l'amica, prendendo le chiavi e la borsa.
- Non sei divertente. - replicò Gwen, sistemandosi l'orlo dell'abito. - Piuttosto .. Non mi hai ancora detto dove andiamo. E direi che questo non è l'abbigliamento giusto per fabbricare orsacchiotti imbottiti d'ovatta. -

- Hai parlato con Duncan ? - chiese l'altra, incrociando le braccia al petto e alzando gli occhi al cielo seccata.
- Conosco la tua passione per gli orsi. - rispose l'amica con tono irriverente.
Courtney avrebbe volentieri risposto in modo molto acido, ma ripensando al suo quasi matrimonio con Mister Pelliccia alle cascate del Niagara, preferì trattenersi e annunciare che tra poco ci sarebbe stata una piacevole sorpresa. Quello sarebbe stato un addio al nubilato indimenticabile, qualcosa di veramente selvaggio, purtroppo per lei.

 

Con tutti gli indirizzi che Duncan poteva scriverle, era riuscito a trovare quello più orrendo. Quel posto cadeva praticamente a pezzi, una bettola fatiscente con un'insegna al neon con solo tre lettere accese. Vista così l'idea di Courtney pareva la peggiore che avesse mai avuto. Ma l'ispanica decisa a non arrendersi, puntò i piedi e trascinò Gwen nel locale, stando attenta a non strapparle di dosso il vestito già trasparente e la parrucca traballante. Una volta entrate la situazione migliorò da un certo punto di vista. I tavoli erano sporchi così come i pavimenti, i divanetti in pelle arancione erano appiccicosi e consumati e la gotica iniziava a sentire i piedi doloranti a causa dei tacchi alti, ma i camerieri erano svestiti e i ballerini si dimenavano con foga verso un gruppo di donne inzuppate di puro alcool, ubriache come spugne. Quel clima di perversa ed esplicita sessualità francamente non giovava nè alla sposa nè alla damigella, ma ormai si trovavano dove si trovavano, tanto valeva divertirsi. Courtney ordinò da bere e trangugiò anche il drink di Gwen, tentando di rilassarsi con scarsi risultati visto il continuo dimenarsi del cameriere di fronte a loro. La gotica per quanto imbarazzata, sembrava cavarsela meglio, non aveva bisogno di ubriacarsi, non ancora. Era seduta composta e ogni tanto faceva qualche schivo sorriso agli stripper che l'adocchiavano, mentre l'amica continuava a ingoiare gin, tequila e rum. Di solito non beveva o almeno non da sola. Il più delle volte era il punk ad indurla a farlo, poichè da ubriaca finiva sempre con il perdere qualche inibizione e il suo senso del pudore. Al nono Cosmopolitan, il muscoloso ragazzo che glielo appoggiò sul tavolo improvvisò per lei un allegrò balletto sconcio, servendosi di un ombrellino da cocktail e un perizoma decisamente sottile. L'ispanica applaudì esaltata, mentre gli porgeva una banconota da cinquanta dollari.
- Court ? Non credo che sia legale usare un ombrellino da cocktail in quel modo ... Forse dovremmo andarcene. - tentò Gwen, cercando di calmarla.
Il ballerino davanti a loro interrupe la sua danza per qualche secondo.
- Non vi piace ? - domandò risentito.
- Mi piace ! - gridò Courtney, alzandosi e iniziando ad ondeggiare senza seguire la musica.
Il ragazzo sorrise e continuò, coinvolgendola nello spettacolo. La gotica si coprì gli occhi, per evitare di assistere ad un tradimento o a qualcosa di peggio.
- Senti bionda ... - l'apostrofò il tipo. - Io stacco fra un'ora e se la tua amica non è troppo sbronza posso regalarle uno spettacolo privato. -
Gwen ci mise un po' per capire che quel "bionda" era riferito a lei e alla sua parrucca.
- Sì ! - esclamò l'ispanica con un gridolino eccitato.
- No ! - la smentì l'altra, afferrandole il braccio e trascinandola in un angolo.

Courtney risentita, mise il broncio e quando l'amica allentò la presa si precipitò di nuovo fra i ragazzi pronta per un altro umiliante balletto sensuale. La gotica colta da una strana sensazione di panico, digitò l'unico numero che le venne in mente in quel momento, l'unica persona che poteva sapere cosa fare in una situazione come quella.
- Pronto ? - la voce impastata di Duncan dall'altra parte, fece ben intuire che anche lui si stava divertendo.
- Duncan sono Gwen. Courtney è uscita di testa non so cosa ... -
- Che vuoi dire con "uscita di testa" ? - domandò lui un po' più lucido.
- Si è ubriacata e ora sta .. - la ragazza si interruppe, decidendo che non era il caso di confessare al punk che la sua ragazza si stava dimenando quasi svestita. Per sua fortuna lui parve non notare quel vuoto di parole improvviso.
- Gwen forse non dovrei dirtelo .. - riprese il ragazzo.
- Indosso una parrucca bionda e un vestito fin troppo corto, ora come ora puoi dirmi qualunque cosa ! - sbottò lei, infervorandosi.
- Ecco ... Quando Court beve tende a diventare un po' troppo affettuosa ... -
- Nel senso che ... - quella frase non fu conclusa, la linea telefonica cadde d'un tratto e gli avvenimenti successivi si dipinsero successivamente sfocati nella mente di Gwen.
Vide Courtney avvicinarsi con un sorriso provocatorio e abbracciarla con troppo slancio.
- Gwenny non devi essere gelosa di loro ... - biascicò l'ispanica. - Anche se uno di loro vuole farmi vedere una cosa speciale .. - poi abbassò la voce e si avvicinò al suo orecchio. - Credo sia il suo pene. - ridacchiò l'ubriaca con convinzione. - Tu sei sempre la mia preferita. -
Conclusa quest'ultima affermazione si sporse verso di lei e per pochi secondi le loro labbra si trovarono sigillate in un bacio intenso quanto appiccicoso a causa del rossetto dell'ispanica, che scontrandosi con il lucidalabbra dell'altra aveva creato una strana poltiglia brillante.

Il nuovo gloss "Bacio da un'ubriaca." sarà presto nelle migliori boutique.

Quando Gwen riuscì a liberarsi dall'amica, che si era aggaccianta al suo vestito, la vide esplodere in una fragorosa risata. La gotica sospirò, almeno ora sapeva cosa intendeva Duncan con "affettuosa", ed era certa che la più recondita fantasia del punk aveva appena avuto luogo e lui non era presente per godersela.
- Courtney dammi le tue chiavi. - disse poi con calma, allungando una mano verso la bruna.
- Ma non possiamo tornare è il tuo addio al nubilato ! - esclamò l'ispanica.
- Lo festeggeremo a casa .. -
- Ma ti prego ... - sbuffò Courtney. - Agente, la signorina si vuole divertire. -

Un ragazzo in veste da poliziotto agitò un manganello verso la futura sposa. Gwen indietreggiò cautamente, spiegando a gesti che era arrivato il momento di andarsene. Lo spogliarellista la ignorò, iniziando ad ancheggiare mentre Courtney batteva le mani ed emetteva gridolini. La gotica l'afferrò per un braccio e la spinse verso l'uscita, ma l'agente le seguì, riuscendo ad agguantare Gwen e a condurla rapidamente sul palco. La ragazza
ci mise qualche istante prima di capire cosa quell'uomo intendesse fare. In un istante era stata sollevata senza mezzi termini e gettata su una pedana, insieme ad un variopinto gruppo di ballerini. Si sentì e fu subito accerchiata. Barcollando sui tacchi cercò con scarsi risultati una via di fuga e lanciò un'occhiata disperata a Courtney che sembrava sul punto di dare di stomaco. Rendendosi conto di essere ormai in trappola, sgusciò fra un paio di ballerini con il torace unto d'olio e, ignorando la macchia sul suo vestito da cattiva ragazza, balzò su uno dei sudici tavolini e per evitare di scivolare, si appese ad un lampadario rosa shocking molto pacchiano. Lo sgomento dei presenti non fu troppo evidente, vennero sedati dalla musica ad alto volume e dalle coreografie irriverenti. Gwen restò in quella posizione per circa una trentina di secondi, osservando l'ispanica che correva in suo aiuto e che si fermava per rigettare tutto l'acool ingurgitato. La gotica lasciò andare la presa e cadde a terra con un pesante tonfo, grazie al cielo non si fece male irrimediabilmente e potè soccorrere l'amica che rischiava di accasciarsi sui suoi stessi orrori.

 

Insieme ondeggiarono verso l'uscita e dopo aver perquisito Courtney e preso le sue chiavi, Gwen la caricò in macchina e la portò a casa, massaggiandosi la coscia livida per la caduta.
Mentre guidava, osservò il suo riflesso nello specchietto per pochi momenti. Il trucco sbavato, gli occhi stanchi, una parrucca bionda e scarmigliata. Non riusciva a riconoscersi.
Sul sedile posteriore una ragazza semi incosciente, che aveva tentato di infilarle la lingua in gola. Probabilmente neanche Court avrebbe saputo riconoscersi dopo quella serata.
Un addio al nubilato davvero scatenato, non c'era dubbio su questo.
D'un tratto la gotica vide da quello stesso specchietto una delle volanti della polizia seguirla silenziosamente, così sentendosi in dovere di accostare, finì con il parlare con l'agente del distretto locale, un vero agente non uno spogliarellista palestrato con un enorme manganello e un cappellino di strass. Questo guardò prima lei e poi Courtney e intuendo la situazione fece un paio di domande a Gwen e una lunga ramanzina sul bere. Poi la fece scendere e camminare su una linea retta, ripetere l'alfabeto al contrario e visionò la patente che aveva nella borsetta. Quest'ultima cosa la costrinse a togliersi la parrucca, per dimostrare che lei e Courtney non erano le Thelma e Louise canadesi. Riuscì a liberarsi del poliziotto solo quando l'ispanica iniziò ad agitarsi nel sonno e con la scusa di metterla a riposo si liberò di quell'uomo, certa che per quella sera aveva visto fin troppi poliziotti. Percorse la distanza che le mancava per arrivare a casa dell'amica, accostò l'auto al viale e aiutò l'ispanica ad entrare in casa.

In pochi minuti si ritrovarono distese sul letto della ragazza, intente a fissare il soffitto grigio perla. Courtney sembrava ancora fuori di sè, ma molto più lucida di prima** e Gwen era a dir poco esausta e abbastanza intenzionata a passare la notte sul quel letto, che in quel momento le sembrava la cosa più comoda mai sperimentata.
- Mi dispiace. - mugulò Courtney.
- Lo so. - sussurrò Gwen, stringendole la mano per farle coraggio e per tenerla sveglia.
- Non ho mai bevuto così tanto. - mentì l'altra di rimando, sentendosi in imbarazzo anche per quella bugia, sibilata a bruciapelo. Il bere era uno dei suoi vizi proibiti, un vizio che riaffiorava ogni qualvolta qualcosa non andasse come desiderava nella sua vita perfetta. Quella sera non si era sbronzata solo per la preoccupazione verso le scorribande di Duncan, ma per un motivo molto più spaventoso. Una ragione che contava di tener nascosta almeno fino al ritorno del suo ragazzo.
- Non sono arrabbiata ... - le disse la gotica.
- Ho rovinato il tuo addio al nubilato. - mugugnò Court, toccandosi una guancia arrossata.
- Io non credo .. - replicò l'amica. - Mi sono divertita. -
Courtney scoppiò in una risatina sarcastica.

- Dico sul serio ! -

- Devi rivedere la tua idea di divertimento ... - commentò, stendendo le braccia.

Gwen sorrise, il primo sorriso sincero e gustoso della serata. Ma il suo volto si fece di nuovo malinconico, quando pensò a quello che aveva fatto e a quello che avrebbe dovuto nascondere. Così ruppe il silenzio con poche parole, parole che schiaffeggiarono il corpo già tremante di Courtney.
- Lo avresti fatto ? -
Ovviamente non è possibile che un'amica ubriaca, per quanto inteligente, capisca il complemento oggetto di una domanda del genere senza neanche un piccolo indizio. Così calò di nuovo il silenzio teso che spesso in quei giorni caratterizzava le loro conversazioni.
- Sto parlando di Duncan. Avresti tradito Duncan ? - chiarì la gotica, con una nota di incertezza nel tono della voce.
Dopo quello che era successo con il ragazzo durante la prova del suo abito, si era sentita in colpa. Flirtare con lui era stato sbagliato, e non sapeva ancora le ragioni che l'avevano spinta a farlo. Forse era solo il voler trovare una piccola consolazione nel ricordo di quegli scambi di battute, oppure la gelosia verso un sentimento che voleva riscoprire, ma che non era certa di saper affrontare. Quella serata con Courtney aveva allontanato in parte le sue paure e vedere come l'amica si abbandonava ad altri ragazzi senza ripensamenti, aveva scacciato l'idea di aver fatto qualcosa di estremamente sbagliato. In fondo aveva solo civettato con il suo ex, perchè sapeva che nulla sarebbe successo e che nulla ne avrebbe conseguito. Invece l'ispanica aveva consapevolmente quasi tradito la fiducia di qualcuno, solo per uno scialbo divertimento.

Courtney lasciò la mano dell'altra e con le vertigini che le annebbiavano la mente, si mise seduta in modo più composto.
- No. Non lo avrei tradito. - biascicò. - Ma anche se fosse successo, avrei solo ripetuto un errore che voi due avete commesso per primi. - concluse, riferendosi al tradimento che era avvenuto in quel dannato reality show e che aveva perdonato per amore di Duncan e di se stessa. Gwen rimase spiazzata, non si aspettava niente di così schietto e rilevante. Stava parlando con un'ubriaca, non credeva che potesse uscirne una conversazione così seria.
- Credevo che fosse superata .. - disse sulla difensiva.
- Lo era. Ma Duncan mi ha detto del giorno della prova del vestito. -
- Io non volevo .. -
- Non importa. Ma se non sei sicura di volerti sposare, dovresti parlarne con Trent. - la interruppe con convinzione la mora, tornando a stendersi accanto a lei.
- Io amo Trent. - ribattè Gwen con calma. - Voglio sposarlo, ma non so se potrò renderlo felice ... -
Courtney sorrise comprensiva e le accarezzò i capelli di nuovo scuri.
- Sono sicura che lo farai, lui ti amerebbe in ogni caso. - la rassicurò.
La gotica si lasciò cullare da quella sensazione di pace che l'aveva invasa.
- Mi dispiace per Duncan. Lui non ... -
- Lo so. -

Si addormentarono dopo poco e fu Gwen la prima ad essere svegliata da uno squillo insistente da parte del suo cellulare, all'iniziò pensò a Trent ma il numero del display era sconosciuto. Rispose con la voce impastata dal risveglio scomodo e ascoltò i sospiri di una voce roca e maschile dall'altra parte.
- Chi è ? - chiese Courtney, vedendo l'ombra della ragazza.
L'altra scrollò le spalle e riagganciò.
- Non era nessuno. -
Si distese ancora una volta senza sapere che quel nessuno era in realtà il suo tutto. La parte più grande del suo essere, che l'aveva abbandonata e che stava ritornando da lei. Non lo sapeva, ma presto il passato sarebbe tornato a farle visita. Una visita piacevole quanto inaspettata. Presto Gwen avrebbe fatto i conti con uno spettro argentato, che apparteneva a un limbo tetro e ambiguo.

 


































 

*Questo locale si trova a Toronto ed esiste davvero. Il che è buffo, perchè cercarlo su internet è stato imbarazzante. Mio padre guarda la cronologia e fa : "Tesoro, perchè cerchi locali a luci rosse su internet ?". E io : "Poker Face."
** Scoprirete molto presto, che Court è l'ubriaca più lucida che abbiate mai visto.

 




















Ortensia's Corner

Salve a tutti cari lettori ...
Oggi sono tenuta a parlare di una brutta verità. Purtroppo il mio Gaston ha perso il suo lavoro e Honest ha minacciato di farci fare una gita al mattatoio, se non diminuiamo il numero di abitanti a casa di Bridgette e Geoff.

Non ho detto mattatoio ! Ho detto McDonalds ..
In ogni caso dobbiamo dar via i nostri piccoli. Mary Anne, Betty e Sue hanno bisogno di una casa e speravo che potessero trovarla su una delle vostre presentazioni da autori. Dunque ho deciso di avviare l'operazione "Adotta una maialina."
Potrete richiedere uno dei cuccioli nelle recensioni e poi sistemarli nelle vostre presentazioni. Basterà scrivere : "Ho adottato una maialina da Love Me Always."

Vi prego aiutate la mia famiglia e adottate anche voi una delle mie maialine.
 












 

 

Honest ?
Sì, Justin.
Posso adottare un maialino ?
No.
E adesso ?

No.
Ora ?
Sì.
Davvero ?
No.
Ma perchè ?
Non sei responsabile e questi maialini sono per i lettori e i recensori. Non per i personaggi inventati, che vivono solo negli scleri a fine capitolo.
Cosa ? Che vuoi dire con "inventato" ?
Che non esisti, vedi sei solo il frutto della mia storia.
Ma .. Ma ..
*fa pat,pat* Lo so che è dura ..
Ma .. Io ho comprato casa. Io devo esistere, sono anche stato maltrattato.
Accettalo Justin, prima che io debba sopprimerti.
Come scusa ? 


   
 
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