Spiegazioni
Era ormai mezzo
giorno, il sole cocente batteva sull’accampamento dei
Varden, ed Eragon era ancora sconvolto.
Dopo che Nasuada
aveva visto Fiamma, l’aveva portata, quasi trascinata, nella sua tenda e da
allora non erano più uscite, ogni tanto si sentiva qualche urlo, poi pianti,
poi più niente per decine di minuti.
Ne
aveva parlato con
Saphira, ma anche lei sembrava ignorare chi fosse la strana ragazza.
Così decise che
doveva assolutamente rilassarsi e pensare ad altro.
Saphira?
Si piccolo?
Dimmi qualcosa, qualunque
cose che possa fare, ma che non c’entri con quello che è successo questa
mattina.
Perché
te la prendi tanto? Rilassati e smettila di pensarci!
Io ci starei anche provando…certo che tu
non aiuti…Allora?
Bè potresti andare da Roran per decidere
quando partire per l’ Helgrind…
Giusto! Grazie Saphira!
E il ragazzo cominciò ad incamminarsi
verso il luogo dove si erano accampati gli abitanti di Carvahall, ma si accorse
che Saphira lo stavo seguendo e la guardò con aria interrogativa…
Allora? Andiamo avanti o no?
Saphira…forse non è il caso che tu venga…
La dragonessa lo
fulminò con lo sguardo.
Scusa? Temo di non aver capito. Perché non dovrei venire. Sono o no il tuo drago?
Si certo che lo sei. E’ che
gli abitanti di Carvahall non sono abituati a vedermi con al
seguito un drago. Non vorrei spaventarli…Tutto qui…
Ti vergogni di me?
E’ solo che… ti ricordi ieri Roran non aveva neanche
idea che tu parlassi…e insomma…
Rispondi alla mia domanda Eragon!
Ruggì la
dragonessa.
No.
Rispose secco
lui.
Allora andiamo!
Come vuoi…
Si arrese il
ragazzo.
Quando entrarono
nell’accampamento tutti si girarono con aria
terrorizzata, i loro sguardi passavano
furiosamente da Eragon a Saphira.
Visto?
La rimbeccò
Eragon.
Tu continua a camminare…
Fece ancora
pochi passi quando vide Horst seduto si fronte a un
tavolino che contava alcune corone.
-Ciao Horst.-
Disse Eragon.
L’uomo alzò lo
sguardo e sorrise. Non sembrava molto impaurito dalla presenza di Saphira.
-Ciao Eragon. A
cosa devo l’onore della visita di un cavaliere?-
-Cerco Roran.
Per caso l’hai visto?-
-Dovrebbe essere
nella tenda rossa…infondo al campo a destra…preparare le sue cose.-
-Grazie Horst.-
-Eragon!
Aspetta! Intendi veramente accompagnarlo dai Ra’zac?-
-Non intendo
solo accompagnarlo Horst. L’aiuterò a distruggere quei mostri e a liberare
Katrina.-
-Capisco-
-Se non c’è altro io andrei-
-No. Un ultima cosa. Corre voce di una ragazza nell’accampamento.
Sì insomma una specie di dea venuta a cavallo di un drago e dicono
che tu l’hai vista. E’ vero?-
Eragon ripensò
un attimo alla fanciulla poi disse:
-Qualsiasi cosa
tu possa aver sentito…-
Fece una pausa e
pensò prima di parlare…
-…di sicuro non
è una dea. Comunque sì l’ho vista.-
-E
com’è?-
Stava per dire
bellissima, quando Saphira lo ammonì.
Rifletti prima di parlare…
Hai ragione…scusa
-E’… è…particolare…ma non farà del male a nessuno, te lo
garantisco.-
-Speriamo. Ciao
Eragon sono felice di averti rivisto…-
-Anch’io
Horst, ciao.-
Così il ragazzo
si diresse verso la tenda del cugino, ma ogni passo
era una tortura. Era felice di vedere di suo conterranei,
sarebbe stato meglio, però, se l’avessero piantata di fissarlo.
Quando arrivò alla tenda vide una scena
raccapricciante: Gertrude stava disinfettando la spalla destra di Roran dalla
quale usciva un liquido bianco spugnoso.
-Cosa ti è successo?-
Tuonò Eragon.
-I tuoi
amichetti Ra’zac mi hanno morso.-
Maledetti…
Eragon sarebbe il caso che tu facessi
qualcosa.
Gli disse
Saphira.
Si hai ragione.
-Gertrude puoi
andare-
-Ma non ho ancora finito…-
-Non importa va pure…ci penso io.-
-Come desideri-
E la donna si allontanò, cercando di
passare il più possibile lontana da Saphira.
-Sentiamo come
hai intenzione di fare per la mia ferita?-
-Dammi il
braccio.-
-Ecco…-
Eragon posò una
mano sulla ferita e disse:
-Waìse heill-
E la ferita si rimarginò completamente.
-Ma
come hai fatto?-
-I vantaggi di essere cavaliere-
-Ah…perché
sei venuto?-
-Ho promesso di
aiutarti a liberare Katrina dai Ra’zac. Ti ricordi?-
-Certo. Fra quanto pensi di partire?-
-Non lo so, ma
forse…hai sentito di quella ragazza?-
-Sì me ne hanno
accennato…più che altro ho sentito le tue urla quando
l’hai vista. E’ davvero così brutta?-
Disse in modo
scherzoso Roran.
-Tutt’altro!-
Roran gli scoccò
un sorriso divertito.
-Cioè…non è come
pensi!-
-Sicuro-
E scoppiarono a ridere.
-E’
bello rivederti Roran-
-Anche per me
Eragon, ma cosa dicevi della ragazza?-
-Penso possa
aiutarci a liberare Katrina, con un cavaliere in più dovrebbe essere un giochetto-
-Già…allora
andiamo a parlarle.-
-Sì magari
quando avrà finito con Nasuada-
Roran lo guardò
interrogativo.
-
-Sì…giusto-
Eragon…
Sì Saphira…
Forse è meglio che veniate fuori.
Ma non fece in tempo ad alzarsi o a
riferire a Roran che sentì una voce straziata che urlava:
-Eragon? Eragon dove sei?-
Poi una Nasuada
con l’aria molto affaticata entrò nella tenda.
-Ah eccoti
finalmente! Roran… che piacere rivederti.-
Fu solo allora
che Eragon si accorse che Nasuada era seguita da Arya e Fiamma. Sussultò nel
vedere le due ragazze assieme.
-Cosa posso fare per voi mia regina?-
-Ascoltare,
Eragon.-
-Allora io
vado…-
Disse Roran.
-No resta.-
-Eragon lei è
Fiamma. Fiamma è…non so da dove iniziare…forse è meglio che sia lei ha spiegare
la sua storia…Fiamma…-
-Grazie mia
signora…La mia è una storia lunga…quindi cercate di
non interrompermi.-
I due cugini
annuirono.
-Allora…come avrete notato non sono un umana, né un elfo, né uno gnomo,
né qualsiasi altra creatura tu conosca. Al momento della mia nascita mio padre
mi portò dagli elfi e la regina Islanzadi mi allevò come una figlia…quindi
considero Arya una sorella.-
Le due ragazze
si scambiarono un sorriso.
-Essendo
cresciuta dagli elfi, mi hanno anche insegnato a combattere, ma non fui
addestrata come tutti gli altri dal maestro Vanir. No, il mio maestro fu il Saggio
Dolente in persona, il quale prese le redini dalla mia istruzione da quando avevo sei anni. Mi insegnò
tutto: dalle tecniche di combattimento ai segreti dei cavalieri, ma all’età di
dodici anni iniziai a rendermi conto che non ero un elfo e mi posi molte
domande: “Chi ero?” “Da dove venivo?” “Perché ero così diversa?” Ma,
soprattutto,”Perché mi vengono insegnati i segreti dei cavalieri?”.
Quando informai
Un giorno, però,
sentii Islanzadi che parlava con Arya di mio padre e di come mi aveva abbandonata, poi disse che non sapeva chi fosse mia madre,
ma di sicuro non era né un umana, né un elfa. Proprio come me.
Andai su tutte
le furie e senza dire niente a nessuno mi nascosi nel carro che doveva portare
Arya dai Varden con l’uovo di Saphira.
Una volta
arrivata nel Farthen Dur aspettai che Arya se ne andasse
e poi mi presentai a Re Ajihad che ovviamente sapeva chi ero. Acconsentì a
farmi restare, ma dovevo prestare servizio nel suo esercito, così ho passato
tre anni della mia vita ad allenarmi come se fossi un ragazzo, tutti pensavano
che fossi un ragazzo. Fino a che poco più di un anno fa i Varden scoprirono la verità su di me.
Giusto in quel
periodo Arya era nel Farthen Dur e mi implorò di
tornare, ma come potevo tornare dopo quello che mi aveva fatto Islanzadi, mentendomi
sulle mie origini che tutt’ora non mi vuole rivelare?
E come potevo “scappare” dal Farthen Dur? Tutti i
Varden, eccetto Re Ajihad mi consideravano uno sbaglio, un maschio mancato.
Sentivo commenti del tipo: “Peccato che non sia un ragazzo, avrebbe potuto fare
grandi cose per i Varden!”.
Io quelle cose
sentivo di poterle fare, così sono partita per Uru’baen, dissi solo a Ajihad quale fosse la mia missione.
Sono restata
nascosta nel castello di Galbatorix come domestica per quasi sette mesi, poi incontrai Murtagh; non aveva ancora giurato fedeltà a
Galbatorix e per vendicarsi di quello che gli aveva fatto mi disse molte cose
sui suoi piani e i sui suoi segreti, come il fatto che c’erano ancora due uova
di drago a Uru’baen, esclusa quella di Castigo che si era già schiusa, mi aiutò
anche a rubare molte oggetti, ma io ne cercavo uno in particolare.
Sarebbe andato
tutto per il meglio se mentre uscivo dal castello di Galbatorix l’uovo di
Speranza non si fosse schiuso, è stato Murtagh che mi ha aiutato a scappare,
dovresti andare fiero del coraggio di tuo fratello.-
Eragon si maledisse per essere stato tanto severo nei suoi riguardi.
-Dopo sono
andata ad Ellesmèra e Islanzadi mi ha detto che i
Varden erano nel Surda, così vi ho raggiunto; e questa è la mia storia.-
A quel punto
Eragon parlò:
-Questa mattina
hai detto che avevi portato a termine la tua missione…posso
sapere qual era?-
-Sì, Eragon.-
A quel punto Fiamma
aprì una sacca che aveva appoggiato di fianco alla sedia dove era seduta e
rivelò il suo contenuto: una pietra verde…o meglio un uovo di drago verde.
E anche questo capitolo è
andato! Ragazzi che fatica!
Sono diventata matta per risolvere il
problema dell’ HTML
X Eleuthera
e Carlottina era per questo che il testo
veniva tutto attaccato (ops!!!!!!!! XD XD XD) e grazie
10000000 per aver recensito, sono contenta che la storia già vi piaccia.
Grazie 10000000 anche a Ludo91... cercherò di stare più attenta coi verbi…
Un grazie specialissimo a Carlottina che mi ha regalato la prima
recensione della mia vita... sob… sob… sono
commossa!!!!!!!!!!!
Mi raccomando lasciate un commentuccio
anche a questo capitolo e alla prossima…..
Kiwettina