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Autore: rosgreenday    03/02/2007    8 recensioni
Il terzo libro dell'Eredità secondo me...troveremo Eragon molto confuso su quali dovranno essere le sue scelte... bè non vi anticipo altro ma ricordo ke commantare è tassativo (per favore...sob sob)!!!!!!!!!!
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Galbatorix, Murtagh, Roran | Coppie: Roran/Katrina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuovi Incontri

Nuovi Incontri

Nonostante Eragon si fosse coricato da quasi sei ore non riusciva a dormire, o meglio a entrare nella veglia sognante che si era sostituita al suo sonno dalla cerimonia dell’Agaetì Blodhren, a quel punto decise di alzarsi.

Si avvicinò a catino pieno d’acqua e si sciacquò il viso, per poi andare a distendersi su un fianco di Saphira, la dragonessa dormiva, per un attimo il senso di conforto che provava nel vederla lo distrasse dai suoi pensieri, dopo quel felice attimo però si ritrovò soffocato dal peso degli ultimi avvenimenti: Murtagh era suo fratello.

La cosa non gli sarebbe stata di disturbo se questo non avesse significato che Morzan era suo padre, ma come se non bastasse Murtagh era stato costretto a giurare fedeltà a Galbatorix e con tutta probabilità sarebbe tornato per rapirlo e costringere Saphira ad accoppiarsi.

Poi c’era Roran, anche se non l’aveva detto esplicitamente era probabile che lo odiasse per quello che era successo a Garrow, almeno, pensò Eragon, accompagnandolo a Helgrind per liberare Katrina dai Ra’zac potrò riconquistare un po’ del suo affetto…

Così Eragon passo un oretta a pensare su quello che era avvenuto e arrivò alla conclusione che non avrebbe sopportato altre sconcertanti rivelazioni, ma in fondo cosa potrebbe esserci ancora da rivelare, disse fra sé e sé.

Quando all’improvviso sentì un rumore proveniente da fuori. D’istinto cercò Zar’roc, per poi ricordarsi dell’ amara verità: l’aveva presa Murtagh. Allora prese l’arco che aveva cantato per lui Islanzadi e incoccò una freccia, fatto questo uscii della tenda senza neanche pensare di svegliare Saphira.

Fuori era quasi l’alba, il pallido chiarore del sole accennava ad alzarsi dalle montagne, tutto sembrava tranquillo, fin troppo si disse Eragon… così provò a dilatare i suoi sensi e aprire la sua mente, a parte le coscienze dei soldati e di qualche animaletto non gli sembrava ci fosse altro, quando improvvisamente sbatte contro un muro impenetrabile.

Allora alzò la testa, ma quello che vide celato da una nebbiolina grigia non gli piacque e si ritrovò a dire, in un sussurro:

-No, no, no non è possibile. Non è possibile- continuava a ripetere.

Ma i suoi sospetti si rivelarono veritieri quando un rumore squarciò la sacralità della notte Thud poi ancora più forte e le tende iniziarono a tremare, Thud una minacciosa figura iniziò ad avvicinarsi al suolo, Thud Eragon sapeva che doveva chiamare Saphira ma era come ipnotizzato e rimase immobile quando all’ultimo Thud un drago con in groppa il suo cavaliere atterrarono nella piazza al centro dell’accampamento.

E’ bellissimo, pensò il ragazzo, come può esistere un drago del genere? E come mai nessuno dei soldati è stato svegliato da questo rumore?

Queste e molte altre domande affollavano la mente di Eragon, anche se l’unica cosa su cui sembrava concentrarsi era il drago e la sua bellezza senza quasi rendersi conto del potenziale pericolo che comportava un altro drago, ma era bello davvero: il suo muso era ricoperto di squame dorate diventavano arancio sulla base del collo e la parte anteriore del corpo fino a diventare rosse sulla parte posteriore e la coda, sembrava una gigantesca fiammata.

Dopo circa dieci secondi che a Eragon parvero una vita intera, una gamba, troppo snella e delicata per appartenere a un uomo, s’ intravedee dal ventre del drago, seguita dal resto del corpo.

Quando la figura toccò terra Eragon si convinse che doveva essere una donna, anzi a giudicare dalle sue forme una ragazza e anche piuttosto giovane. Il suo corpo era fasciato stretto da una tunica nera che a destra le arrivava a metà polpaccio e sinistra poco sopra il ginocchio e la sua testa completamente coperta da un cappuccio.

Guardandola meglio, però, si rese conto che era armata sino ai denti: in vita portava una cinghia con attaccati una spada, un pugnale e due stiletti; a tracolla portava un arco fatto di scurissimo legno di ebano le cui frecce erano, invece, bianche col pennacchio dei colori del drago.

Poi si tolse il cappuccio e Eragon impallidì. I suoi capelli erano degli stessi colori del drago. Alla cute dorati, poi arancio e sulle punte rossi come il sangue, o per meglio dire come il fuoco. I suoi occhi, invece, erano ambrati e riflettevano la luce dell’astro nascente.

Fu solo allora che il giovane cavaliere tornò in sé e puntò l’arco verso la bella ragazza che molto dolcemente disse:

-Fermati! Non devi temere le mia presenza, non voglio fare del male a te e a nessuno dei Varden! Parola di Cavaliere…- ed alzò la mano per rivelare il gedwey ignasia.

Dato che aveva parlato nell’antica lingua le credette e abbasò l’arco ma chiese:

-Chi sei?-

La ragazza lo guardò interrogativo e poi rispose:

-Un po’ mi sorprende che non ti abbiano parlato di me…-

E continuò:

-Io sono Fiamma soldato speciale dei Varden sono stata inviata a Uru’baen un anno fa per compiere una missione di estrema importanza…-

Poi tacque un attimo:

-…missione che ho portato a termine…anche se con qualche imprevisto…-

Disse alludendo al drago:

-Quindi, ti sarei grata se mi portassi da Re Aj-

Le parole le morirono in gola soffocate da un singhiozzo, poi la sua espressione tornò una maschera di ferro e si corresse:

-dalla Regina Nasuada cosìchè potrò esporle un rapporto sulla missione-

Eragon la guardò perplesso:

-Non sono sicuro che adesso sia un buon momento…non so se ti sei accorta che qui c’è stata una battaglia… e abbiamo perso molto uomi-

Non riuscì a terminare la frase che lei lo interruppe:

-Ascolta so che puoi essere restio a fidarti di me dato il mio aspetto ma è di vitale importanza che io veda la Regina…se lei lo consentirà potrai assistere al nostro colloquio, ma adesso non ho proprio tempo di spiegarti la mia storia…-

-Fosse il tuo aspetto l’unico problema… sei arrivata qui nel cuore della not…-

Ma guardando il cielo si accorse che ormai il sole stava sorgendo e si corresse:

-Arrivi qui l’alba del giorno dopo di una tremenda battaglia…in groppa a un drago con i capelli…insomma…-

Si affrettò a cambiare argomento:

-Dopo parli di missioni segrete e vuoi vedere Nasuada-

In quel momento i nervi di Eragon crollarono e urlò. Urlò fortissimo liberandosi di tutte le tensioni degli ultimi due giorni.

La ragazza fece appena in tempo ad avvicinarsi a lui per cercare di calmarlo che alcuni soldati svegliati dal rumore uscirono dalle loro tende e alla vista della giovane emetterono acuti gridolini o si portarono le mani davanti alla bocca, poi Nasuada corse fuori dal suo alloggio con un pugnale in mano domandando:

-Ma insomma cos’è tutta questa confusione? Non potevate aspettare di essere tornati ad Aberon per festeggiare la nostra vittoria ubriacandovi e dandovele di santa ragione?-

Ma quando gli occhi le si posarono sulla fanciulla spalancò gli occhi con la faccia di chi ha visto un fantasma:

-Fiamma!?-

-Per servirvi mia signora, per servirvi-

Piaciuto questo primo capitolo????

Per favore recensite e abbiate pietà è la mia prima fic, l’ho scritta così di getto e so che probabilmente e piene zeppa di errori (soprattutto i verbi…hihihihi)…

Ripeto ancora Ve lo chiedo in ginocchio lasciatemi un commentuccio!!!!!!!!!!

Kiwettina

  
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