Buongiorno! =D
Come promesso è lunedì, ed io sono tornata u.u ho appena
finito di rileggere questo capitolo (dove non succede granché in effetti XD ma
è un capitolo che servirà u.u) e quindi mi appresto a postarlo, e ad iniziare a
scrivere il quarto XD cercherò di scriverne il più possibile cosicché anche se
un giorno ho qualche impegno ne avrò sempre uno pronto da postare u.u ma adesso
come adesso devo star dietro a quattro storie, quindi non aspettatevi
aggiornamenti proprio giornalieri, o almeno non sempre >..<
Ringrazio chi ha già messo la storia fra le
seguite/ricordate e chi ha recensito *--*
E senza ulteriori indugi, vi auguro buona lettura! =D
Chiacchiere
“Ora tu ci racconti tutto e meglio!”
A parlare era stata Annie, in un
bisbiglio entusiasta e colmo di gioia, mentre Eva rientrava cercando di fare il
meno rumore possibile per non svegliare le sue compagne. Che evidentemente
erano rimaste sveglie apposta per sentirla raccontare tutto.
Eva sospirò, buttandosi sul letto
ancora vestita.
“Sono stanchissima ragazze, domani
forse…”
“Domani sarà troppo tardi!” disse
Beth, mettendosi a sedere sul letto “Domani tutta la scuola sparlerà di voi!
Credi che non si diffonda la voce? Dicci tutto!”
“E va bene.” si arrese Eva “Però
prima mi fate mettere il pigiama.”
Una volta che si fu cambiata ripeté
alle sue compagne di dormitorio quello che aveva già accennato prima a Annie e
Beth, arricchendolo di particolari: di come lui si sentisse arrabbiato per il
fatto che lei lo stava ignorando, di come poi si fosse fatto trovare in Sala
Comune ricordandosi del fatto che aveva paura del buio e della solitudine, di
come avessero dormito insieme, tutte le notti, di come lui l’avesse baciata a
Natale e di come poi si fossero messi insieme dopo capodanno.
Annie, Beth e le altre erano un
pubblico ideale: esultavano quando c’era da esultare, e alla fine urlarono come
matte, piene di gioia. Eva credette che avrebbero svegliato tutto il castello.
“Oddio, ti faccio i miei
complimenti!”
“Ce l’hai fatta Eva, finalmente!”
“Hai scalfito il cuore duro di
Riddle!”
“Chi la dura la vince, e brava Eva!”
Le dissero, correndo ad abbracciarla.
Eva si sentiva a disagio. Finalmente la lasciarono e tornarono a letto, anche
se ci misero parecchio tempo prima di addormentarsi.
Il giorno dopo Eva si sentì seguita
da sussurri e occhiate curiose. Non poteva credere che la voce che stesse
insieme a Tom fosse già girata, eppure…
“Sei famosa.” osservò Beth a
colazione, sedendosi accanto a lei.
“Già, una celebrità. Colei che ha
conquistato un cuore tanto ambito. Stai attenta perché qualche ragazza sembra
volerti cruciare.” concluse Annie, indicando un paio di Tassorosso del quarto
anno.
“Sentite, ma cos’è sta storia che Eva
si è messa con Riddle? Ne parlano tutti… Ma è solo una voce, giusto?” chiese
Daniel, che era appena arrivato, sedendosi accanto a Beth.
“In realtà…” iniziò Eva, titubante.
“E’ vero! E’ la verità più vera che
ci possa essere!” finirono in coro Annie e Beth.
In quel momento entrò Tom in Sala
Grande, con al seguito Abraxas Malfoy. Non degnò di uno sguardo nessun tavolo e
andò dritto dalla Serpi, per fare colazione.
“Beh, mi pare che tu abbia frainteso
qualcosa, no Eva?” insistette Daniel.
“E’ solo… Riservato.” obbiettò lei,
arrossendo.
Dall’altra parte della sala Malfoy
non la smetteva d’importunare Tom. Tom, che aveva sempre deriso le cotte e gli
amori adolescenziali, Tom che era il tipo solitario per eccellenza, e che si
circondava solo di seguaci e mai di amici… Che cos’era questa storia?!
“Insomma Riddle, ti sei ammattito?!
Tutto il castello parla di un intrallazzo tra te e quella White. Che storia è
mai questa?!”
“Quello che faccio con la White non
ti riguarda, Malfoy. Chiudi la bocca.” rispose, affondando la forchetta nelle
uova.
Sapeva che sarebbe andata a finire
così. Sapeva che sarebbe andata a finire così e la cosa gli dava un nervoso
allucinante. Ma perché gli altri non potevano farsi gli affari loro?! Per tutta
la durata della colazione non guardò verso il tavolo di Corvonero, sperando che
gli altri la smettessero di mormorare. Invece le chiacchiere aumentavano. E lui
stava perdendo la pazienza.
Preso dall’ira si alzò di scatto, e
tutti ammutolirono. Bene, volevano lo spettacolo? E spettacolo avrebbero avuto.
Tom si diresse a passo svelto verso
Eva, dopo essersi caricato la borsa in spalla.
“Andiamo a lezione.” le disse, appena
le fu alle spalle.
“Arrivo.” rispose Eva, salutando
frettolosamente gli amici. In Sala Grande non volava una mosca, persino i gufi
sembrarono essersi paralizzati, mentre tutti osservavano sbalorditi la strana
coppia uscire fianco a fianco.
Albus Silente incrociò le mani e vi
appoggiò la testa, sorridendo soddisfatto.