Spero in qualche recensione, giusto per sapere cosa ne pensate, eventuali e ben accette critiche, suggerimenti e chi più ne ha più ne metta! Bene, ora vado a scrivere un altro po', per la mia giuoia di fangirl (oddio, il caldo mi fa proprio male, sob), ciau!
ps. notato il sexy-Oldman qui su? sì, eheheh, ghghgh, lo so. Lo so, lo so. Avete per caso visto Rosencrantz & Guildestern sono morti? Che film (e libro! e Oldman! e Tim Roth!) geniali; naturalmente dopo il divino Amleto, che resta la mia tragedia preferita. Oh beh, basta randommate, leggete suvvia! *offre boccale di birra*
GHGH.
eveyzonk.
Ah, quasi dimenticavo i disclaimer: Harry Potter non m'appartiene, purtroppo, nè la mente geniale della Rowling potrebbe aver spazio nella mia minuscola e buia scatola cranica; inoltre (devo proprio farvelo notare?) se la saga mi fosse appartenuta il wolfstar sarebbe stato canon e molte fangirl sarebbero state felici, e sopratutto non si starebbero dannando per il fatto che il The Shoebox Project non stia continuando.
Pace.
It’s a colour thing.
Blue set – 1. Whispers in the night.
Remus dormiva sempre abbarbicato al cuscino; era leggermente sonnambulo, se gli facevi una domanda mentre era addormentato era capace di risponderti.
D’inverno, quando era sempre raffreddato, dormiva a bocca aperta, un piccolo fischio che fuoriusciva dalle labbra e le mani che si muovevano incoscientemente. Sirius supponeva che, forse, era una conseguenza delle sue sembianze lunari; dopotutto i cani non muovono le zampe se sognano di correre? Chissà, Remus poteva star sognando di scrivere, o forse di carezzare qualcuno…Sirius scuoteva la testa e si dava uno schiaffo sulla fronte, a questi pensieri. C’era forse un bersaglio più facile di lui quando pensava a Rem? No. James glielo faceva notare di continuo.
Quando Rem dormiva non era più impacciato o timido, e non c’era necessità che si guardasse intorno come se non si trovasse nel posto giusto; Sirius si sentiva calmo quando osservava in silenzio, a pochi centimetri dal letto dell’altro, Remus acciambellato al suo cuscino, i muscoli della faccia rilassati e il respiro leggero.
E mentre, una notte, il moro faceva per tornare al suo letto, in punta di piedi, qualcosa giunse al suo orecchio, un soffio, un lamento, un sussurro o un fruscio. Già, un fruscio probabilmente.
Un fruscio che diceva “Sirius”.