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Autore: _BlueHeart    24/07/2012    2 recensioni
La storia parte dalla fine della 5° stagione. Blair racconta la sua vita che sembra essersi sgretolata. Impaurita e spaesata, ricade negli errori del passato incapace di andare avanti. Riuscirà a rialzarsi?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Quasi tutti, Serena Van Der Woodsen | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro
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Ciao a tutte, 
Vi lascio un capitolo abbastanza lungo, 
e credo sia l'ultimo di questa settimana o per almeno i prossimi 3 giorni.
Il lavoro mi tiene impegnata e questo non mi permette di dedicarmi pienamente alla scrittura XD
Spero vi possa piacere, ovviamente sono gradite le recensioni, anche critiche o negative ^_^
xoxo Raffy240

 

Hold on and don’t shed a tear
Aspettare e non versare una lacrima


Furono giorni duri, quelli trascorsi nella capitare francese. Non dimenticherò mai quella sensazione di angoscia e paura. Quella voglia matta di tornare indietro nel tempo, quando tutto appariva più semplice. La bulimia venne fuori nuovamente come un mostro. Non riuscivo ad impedirlo e appena potevo scappavo dagli sguardi dei miei amici e correvo a fare quel gioco pericoloso che mi aveva incatenata circa sei anni prima.

C’è un bene bianco che sta sul fondo,
un bene che non mi prendo,

 
 
Sapevo che Chuck sospettava qualcosa, come sapevo di aver detto a Serena di esserci ricaduta , ma facevo di tutto purché non venisse fuori quando ero con loro.
Di notte di solito o la mattina presto mi alzavo e correvo in cucina per mangiare tutti gli avanzi che trovavo, poi non curante del male che mi stavo provocando andavo nel bagno e con l’aiuto delle mie dita vomitavo tutto ciò che avevo ingerito.
 

è come un vuoto che sfonda il cuore
è un modo per non dire


Erano ormai quattro giorni che eravamo in quella città, ogni mattina ci preparavamo andavamo in ospedale, poi tornavamo a casa, vivendo una vita piuttosto pesante.
Quel giorno eravamo esausti così tornammo a casa più presto. Cenammo molto prima del solito, cosa che mi agitò parecchio.
 

ma sono giorni lenti che non passano,
ma sono notti brevi che tagliano,
mi sogno le parole che sono belle
ma solo le bugie sotto la pelle.




‘B, non assaggi niente?’ domandò Serena. Sapevo come sarebbe andata a finire se avessi cominciato a mangiare. Avrei divorato gli avanzi o tutto ciò che potesse entrare nel mio stomaco fino a vomitare, ma in questo caso non potevo fingere … erano tutti qua. ‘Non ho fame…’ dissi abbassando gli occhi . Chuck poggiò una mano sulla mia gamba , accarezzandola dolcemente . ‘Blair… tuo padre non vorrebbe vederti morire di fame’ disse Roman ignorando il mio problema. Chuck mandò giù un boccone di pasta al sugo, poi si pulì le labbra e si alzò prendendomi per mano . ‘Spero possiate scusarci…’ pronunciò con voce calda , fece un occhiolino a Serena , Roman acconsentì e mi trascinò in corridoio.
 

Il resto non lo so neanch’io,
il resto non lo so nemmeno io.
Ma ghiaccio e acqua, ghiaccio e acqua mi bastano…


‘Blair che succede? Non puoi ricaderci!’ non parlavo, ero concentrata con lo sguardo fisso sulle mie scarpe, almeno fin quando Chuck non mi costrinse a guardarlo negl’occhi ‘Ascolta, sono venuto da New York per sostenerti, non per vederti in un ammasso di cenere. Andiamo a tavola, mangi qualcosa e se dovessi cominciare a ingozzarti ti porterò via e ti terrò d’occhio.’ Annuii poco convinta e seguii il suo consiglio. Mi sedetti a tavola e cominciai a mangiare . Non so dire bene cosa mi prendesse, quando ingerivo qualcosa, ma era come un tunnel senza uscita .


Ma ghiaccio e acqua ghiaccio e acqua mi cullano
dove non sei,come un abbraccio lungo e gelido
che brucia 
però nell’acqua
il ghiaccio mi dimentico.

 
Dopo aver mangiato il secondo Chuck mi fece segno di smetterla. Lo ascoltai decisamente contro voglia, desideravo a tutti i costi i numerosi dessert, le fragole, le ciliegie e tutta l’altra frutta che il maggiordomo accuratamente aveva scelto per noi. Notai che nessuno mangiava spinto dalla fame, ma che erano tutti lì per passare del tempo, per cercare di pensare a qualcos’altro… Serena delicatamente prendeva di tanto in tanto una fragola per mangiarla lentamente, Chuck aveva preso una fetta di torta che restò nel piatto per metà, Roman e Michelle dividevano un piatto di frutta. Il tutto avveniva così lentamente, mentre discutevano sugli argomenti più futili. Cominciavo ad impazzire, niente di ciò che dicevano riusciva ad attirare la mia attenzione, cominciai a sentire il respiro diventare sempre più affannoso , il cuore battere sempre più forte. Volevo scappare.
 

Più non mi vedi più mi nascondo,
finché mi mangia il mondo…

La cena finì dopo poco e quando salimmo in stanza mi gettai sul letto abbracciando un cuscino.
‘Come va?’ Mi chiese Chuck… alzai le spalle ‘va..’ si sedette accanto a me e mi accarezzò la schiena. ‘Serena è ancora in salotto con Roman… posso lasciarti qualche minuto? Ho bisogno di una doccia’ mi disse quasi sentendosi in colpa , lo tranquillizzai annuendo e lo lasciai andare in bagno. Contrariamente a ciò che la mia testa diceva, corsi in cucina con passo leggero e cominciai a mangiare tutto ciò che mi capitava sotto gli occhi.  Dopo qualche minuto ero punto a capo consapevole di dover fare per l’ennesima volta ciò che non dovevo.
Aprii l’acqua del bagno lasciandola scorrere, mi chinai verso il water e con l’aiuto delle dita , cacciai fuori tutto ciò che avevo appena finito di ingoiare. Spinsi fuori l’impossibile , e alla fine stanca e senza forze, persi i sensi.

 
per te diventerò invisibile così sarò
sarò come mi vuoi,

__________

Chuck Bass, scese le scale velocemente entrando nel salone agitato. ‘Serena … Blair?’ Erano ormai passati una quindicina di minuti da quando l’aveva lasciata nella sua camera. ‘Chuck è salita con te!’ Esclamò la bionda confusa ‘Non ti è arrivato il messaggio che ti ho mandato?’ Serena spalancò gli occhi ,chiuse il libro che stava leggendo comodamente sul divano , scosse la testa agitata e sbattendo le lunghe ciglia pronunciò  ‘Mi dispiace ho lasciato il telefono di sopra!’ Rispose sconcertata. I due si guardarono consapevoli di cosa potesse aspettarli …
Serena si alzò di scattò ‘Chuck di qui non è passata…’ disse lentamente cercando di ricordarsi tutti i momenti di quei lunghi quindici minuti ‘il problema è che per andare in cucina non c’è bisogno di entrare qui…’ Serena sospirò e corsero insieme verso i fornelli. Spalancarono le porte ‘Blair, Blair’chiamarono senza ricevere risposta. Dove poteva essere? Si domandavano. ‘Shhh…’ esclamò il moro. ‘Senti l’acqua…?!’ Serena ricordava bene il modo in cui la sua amica cercava inutilmente di nascondere i suoi gesti. Una Blair molto più giovane ricorreva spesso all’acqua per non far sentire i suoi sforzi di vomito. ‘oh, no!’ Corse verso il bagno seguita da Chuck, ‘B?B?’ La chiamava senza ricevere risposta. ‘oddio… Blair apri questa porta!’ Chuck imprecava inutilmente contro la porta di legno , laccata di bianco. ‘Non risponde Chuck, deve essere successo qualcosa…’ Chuck la prese per i fianchi spostandola leggermente,l’allontanò per poi aprire quella porta con la forza della spalla. Entrambi si spaventarono moltissimo alla vista della ragazza stesa sul pavimento freddo. Le gambe erano piegate verso destra, la testa nella stessa direzione . Una mano sulle labbra mentre l’altra era poggiata sul ventre. I suoi capelli scuri, accuratamente tenuti fermi da un cerchietto candido, erano dispersi sul chiarore del pavimento. ‘Blair, ti prego rispondimi.’ Chiedeva la ragazza in preda al panico. Il moro molto più lucido, prese un’ asciugamano , la piegò frettolosamente e con l’aiuto dell’amica posizionò quell’insolito cuscino sotto la testa della ragazza. ‘Prendi qualcosa e bagnalo con l’acqua fredda’ pronunciò fra i denti a Serena. La ragazza con le lacrime agli occhi eseguì i consigli dell’amico, mentre lui sfilò le scarpe a Blair e gli alzò le gambe. ‘Andiamo Blair…’ parlava in un sussurro Chuck, prese le stoffe inzuppate d’acqua e rinfrescando le mani della ragazza notò i segni che lei stessa si era provocata con i denti per vomitare. La bionda prese dell’acqua e zucchero e poi mentre Chuck le teneva la testa, tremante appoggiò il vetro sulle labbra dell’amica. Dopo qualche istante la mora aprì gli occhi. I due sospirarono, mentre quella ragazza tutta forza e coraggio si sbriciolava sotto i loro occhi.
_________________________
 Ricordo vagamente quei momenti di perplessità. Quando riaprii gli occhi mi ritrovai distesa sul pavimento freddo con il viso bagnato dall’acqua , le gambe poggiate sulla vasca da bagno e l’umidità che cominciava ad infreddolirmi le braccia.
Chuck mi trascinò lentamente sul suo corpo facendomi appoggiare con la schiena sul suo petto e di conseguenza lasciando cadere le mie gambe sul pavimento.
Scoppiai in un pianto liberatorio mentre mi lasciavo stringere dalle braccia di Chuck che dolcemente baciava i miei capelli ‘Finirà presto , B.’ La voce della mia amica mi appariva tanto lontana, mi prese una mano , mentre ormai piangevamo sconvolti tutti e tre.
Ricordo quei momenti come se fossi racchiusa in una bolla d’aria, in un mondo parallelo , dove riuscivo a vedere a sentire, ma non capivo cosa mi dicessero o mi indicassero. Ci arrivavo qualche istante dopo, era decisamente molto strano.
Chuck si staccò per qualche istante dal mio corpo rialzandosi dal pavimento , per poi prendermi fra le braccia e portarmi con lui nella mia stanza, sedendosi sul mio letto. Mi stringevo al suo corpo, tenendomi al suo collo fermamente. Nascosi il mio viso nell’incavo del suo collo, mentre continuavo a piangere lacrime di paura e incertezza. ‘Vi lascio soli… quando vuoi sono in salotto’ mi disse dopo una carezza tra i miei capelli e un bacio sulla spalla. Afferrò il suo cellulare dal mio comodino e uscì dalla stanza.
Sciogliemmo quella posizione solo molto tempo dopo. Mi sentivo al sicuro tra le sue braccia e allo stesso tempo sentivo il peso della sua delusione, proprio per questo non riuscivo a parlargli.
‘Scusami Chuck, non ce l’ho fatta’ dissi guardandolo negl’occhi. Eravamo cosi vicini da sentire il suo respiro confondersi con il mio. ‘Non devi scusarti con me, Blair… ma con te stessa’ pronunciò quelle parole con gli occhi fissi nei miei. Staccò le mie braccia dal suo corpo, mi diede un bacio sulla fronte e si alzò, lasciandomi sorpresa sul copriletto di seta. ‘Non andare via…’ dissi impaurita , scosse la testa ‘scusa ho bisogno d’aria’disse fugace, poi uscì dalla mia stanza. Mi asciugai le lacrime e mandai un messaggio a Serena – ho bisogno di te… Sali -  la vidi entrare circa due minuti dopo ‘Cos’ha Chuck? L’ho visto uscire sul terrazzo.’ Si avvicinò a me, mentre restavo in piedi di fronte alla finestra che dava su una Parigi nuvolosa. ‘Credo che ce l’abbia con me per ciò che è successo prima…’ Serena sospirò ‘mi odieresti se ti dicessi che anch’io ce l’ho con te?’ quelle parole arrivarono dritte al cuore, ferendolo. Mi girai di scatto ‘Non riesco a controllarlo , ed è come impazzire. Cerco in tutti i modi di non farlo, ma puntualmente è come un’esigenza che non posso ignorare! Mi fa così male sapere che vi faccio del male.’ Ero crollata, io Blair Waldorf avevo perso la mia sicurezza, la mia sfacciataggine. ‘Come ci sei ricaduta?!’La voce di Chuck mi fece sobbalzare mentre Serena si voltò verso di lui … ‘Non lo so di preciso, ma ultimamente mi sentivo persa ed era come l’unica cosa che potessi controllare…’ innocentemente confessai. ‘Ora è diventata quella meno gestibile invece..’ affermo Serena come se fosse una cosa ovvia e scontata ‘… ho perso tutto, io non ho più niente e nessuno per vivere il mio tempo. Mi sento sospesa nell’aria ad aspettare che la mia vita faccia il suo corso senza poter decidere su niente, senza poter influire su nulla…’ abbassai lo sguardo

così non sarà colpa mia,
così non sarà solo colpa mia.


‘Blair , non mi hai perso’ ‘B, non mi hai perso’, pronunciarono in coro, manco si fossero messi d’accordo. Li guardai ‘siamo qui e nonostante i nostri rapporti disastrati, ti vogliamo bene e ti siamo vicino…’ Serena parlò ricercando le parole per paura di dire qualcosa di sbagliato. ‘Ascolta Blair, ora siamo qui , ma quando torneremo a New York devi promettermi di tornare dal dottor . Smith’ ribatté Chuck, facendo riferimento al mio vecchio psicologo. Annuii promettendogli qualcosa che non mi andava proprio di fare.
Quella serata fu molto lunga, ci furono troppi momenti di pressione e questo ci spinse a chiudere le luci e ad addormentarci.
 Serena e Chuck aveva i loro letti, la casa era grande e c’erano abbastanza letti da ospitare famiglie intere.
Sola e tremante decisi di alzarmi e di fare irruzione in una camera non distante dalla mia, dove avrei dovuto trovare Chuck.

Ma ghiaccio e acqua,ghiaccio e acqua mi bastano,
ma ghiaccio e acqua ghiaccio e acqua mi cullano


Aspettai sulla soglia qualche istante nella speranza che fosse sveglio e mi vedesse, ma ciò non accadde. Così mi avvicinai al letto e mi piegai sulle ginocchia… ‘Chuck…’ sussurrai vicino al suo viso … si risvegliò senza troppi problemi , aprì gli occhi e poi assunse un espressione interrogativa ‘Blair che ci fai qua?’ Cercai di evitare le lacrime , non né potevo più di piangere. ‘Aiutami…’ lui capì che mi riferivo alla mia bulimia e così per evitare altri episodi come quelli della sera appena trascorsa, mi fece segno di infilarmi nel suo letto. Occhi negl’occhi, mani intrecciate, corpi troppo vicini. Mi baciò una mano , mentre io fremevo ad ogni suo tocco. I suoi occhi si posarono sulle mie labbra e io ero incredula su ciò che stava per accadere.
 

quando non sei come un abbraccio lungo e gelido
che brucia però nell’acqua il ghiaccio mi dimentico.

 
Le nostre labbra si sfiorarono per poi spingersi le une verso le altre, contemporaneamente le aprimmo come in un gioco conosciuto perfettamente, e lasciammo che le nostre lingue si incontrassero, intrecciassero, danzassero passionalmente come erano solite fare.
Quel baciò durò a lungo, con un costante desiderarsi. Le sue mani correvano frenetiche sulla mia pelle facendomi rabbrividire come soltanto lui ne era capace. Quando ci staccammo per riprendere fiato accarezzandomi una spalla parlò intensamente ‘cerca di non farlo più, ti amo Blair e non riesco a vivere con la paura di poterti perdere…’ mi commosse inaspettatamente e mentre lottavo per tenere l’ennesima lacrima al suo posto e riacquisire la mia forza , mi lasciò un altro bacio sulle labbra. Poi mi trascinò con lui , facendomi appoggiare la testa sul suo petto. Le sue carezze erano dolci e al tempo stesso passionali. Mi addormentai ancora una volta fra le sue braccia , ma con la consapevolezza di avere ancora il suo amore.

Ps. la canzone inserita è bellissima si chiama 'Acqua e Ghiaccio' è di Emma Marrone. E' una canzone sui disturbi metali e alimentari... dedicata in particolare all'anoressia, ma le parole si addicono anche a una depressione, alla nevrosi o alla bulimia come in questo caso.Vi consiglio di ascoltarla.

  
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