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Autore: Sunny    24/05/2004    3 recensioni
I missing moments della saga di BAWM! Ormai sono diventati troppi...meglio farne una raccolta! E si comincia con...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Buon compleanno Kiarusssssssaaaa

Buon compleanno Kiarusssssssaaaa!!!!!!!! Maggiorenne!!! *volano cartoncini colorati da tutte le parti* Ti chiedo umilmente perdono per il ritardo…non sono riuscita a trovare un pc con la connessione da nessuna parte ieri! -_- Sono convinta che ti hanno fatto una festa di quelle che si ricordano a vita! Beh, io non posso festeggiare lì con te…ma almeno posso farti il regalo, anche se un po’ in ritardo! Come volevi tu, una cosa dedicata a quanto di più importante c’è al mondo: l’amicizia! Un sacco pieno di auguri, Kia! ^3^

P.S.: ehi, voi altri! Non vorrei illudermi…ma pare che per la fine di questa settimana ci faranno il grande onore di restituirci la linea…pare! -_-

 

 

 

MI SUDANO LE MANI!

 

 

Harry sussultò sentendo bussare alla porta; in un primo momento pensò di esserselo immaginato, o per meglio dire, sognato…ma un rumore piuttosto consistente lo costrinse ad aprire gli occhi. Era ancora magnificamente notte, perché non solo era buio ma la sveglia sul suo comodino segnava le tre e mezza...perchè dovevano bussare alla porta proprio adesso che dormiva così bene?! Harry sbuffò quando sentì bussare per la terza volta. Evidentemente il suo ospite notturno non si sarebbe arreso tanto facilmente. Malvolentieri si alzò piano per evitare di svegliare Ginny, che invece continuò a dormire profondamente senza accorgersi dei movimenti del marito. Fortunatamente anche Danny nella sua culla aveva il sonno pesante come sua madre, e confortato dal fatto che almeno loro due stavano dormendo beatamente Harry andò ad aprire la porta, trascinandosi sui piedi e sbadigliando senza ritegno. Non si prese nemmeno il disturbo di afferrare la bacchetta strada facendo, tanto sapeva già chi poteva essere… l’unico pazzo che la notte prima del suo matrimonio brancolava per le strade della città…

 

…Ron Weasley.

 

Harry aprì la porta e si appoggiò con un gomito al muro, osservando con curiosità (e pietà) il suo migliore amico, che a differenza sua aveva ancora i vestiti della sera precedente. “Se sei qui per un’altra dannatissima prova generale, guarda che non se ne parla.” Mormorò in una voce assonnatissima.

 

Ron si stava ciondolando sui piedi. “Mi sudano le mani. Disse piano.

 

Harry sbadigliò largamente. “Hai provato con un po’ di talco?”

 

Ron gli lanciò un’occhiataccia. “Non sono in vena di scherzi.”

 

Harry inarcò le sopracciglia. “Perché ti sudano le mani?”

 

E che ne so, non mi era mai capitato prima!”

 

“Ti sudano le mani e vieni a casa mia alle tre di notte. Harry ridacchiò e scosse la testa. “Spero vivamente che non ti stiano sudando anche i piedi.

 

Harry…”

 

“Ok, ok…ho capito.” Harry gli fece cenno di aspettare e sparì per qualche secondo…tornando col giaccone addosso e un paio di bottigliette di burrobirra in mano. “Avanti.” Gli disse allegramente, chiudendosi la porta alle spalle. “Vediamo un po’ se riusciamo a risolvere questo tuo problema.

 

I due giovani uomini si avviarono nel silenzio della nottata primaverile lungo la strada per casa Potter, camminando piano e stappando le bottigliette per berne un goccio a testa. Era una notte piuttosto tranquilla…fresca ma non fredda, e c’era una bella luna.

 

“Allora? Che è successo alle tue mani?”

 

Ron si scollò dalla bottiglietta. “Ho una distinta voglia di barricarmi in un cesso fino a domani.

 

Harry rise. “E che avrai mangiato mai.”

 

“Ah, me lo sono chiesto anch’io.” Ron fece una smorfia. “Di sicuro qualcosa di molto efficace, perché sta facendo effetto e anche bene.

 

Harry rise. “Questa si chiama paura, Ron.

 

“…non è una parola un po’ troppo grossa per un po’ di cacarella?”

 

“Non è cacarella, è paura allo stato brado. E non ti farebbe male ammetterlo, Iceman.

 

Ron fece un piccolo sorrisetto e si grattò la nuca. “Ok, ok…magari è un po’ di…fifa.

 

Fifa.” Harry soffocò la sua risata in un sorso di burrobirra. “Fidati di chi ci è passato, questo è un attacco di panico in piena regola.”

 

Ron lo guardò. “L’hai avuto anche tu?”

 

Harry annuì. “Altrochè. In realtà mi stavo chiedendo come mai non ti sei rifugiato da noi già a cena. Speravo che non ti riducessi a farmi fare le ore piccole.

 

Ron scrollò le spalle. “Sono stato un po’ in giro…non riesco a stare a casa senza di lei.”

 

“Lo sposo non può vedere la sposa il giorno prima delle nozze.”

 

“Si, si…ma tu lo sai che mi sentirei molto meglio se Hermione fosse stata a casa e avessimo…”

 

“Non passare ai dettagli, ho capito.” Harry fece un sorrisetto. “Vedila in questo senso, domani a quest’ora tu e lei sarete in luna di miele…con le bibite con l’ombrellino e tutto il resto.”

 

Ron buttò giù un sorso di birra. “Già.”

 

“Sai, Ron, faremmo molto prima se tu parlassi apertamente di quello che stai pensando…così magari domani mattina non ci presentiamo al tuo matrimonio come due morti di sonno.

 

Ron si sedette su un muretto lungo la strada, e altrettanto fece il suo amico. “Veramente non lo so qual è il problema…te l’ho detto, non sono abituato ad avere le mani sudate.

 

“Nooo, infatti.” Harry bevve un sorso di burrobirra per nascondere un sorrisetto. “La tua prima partita di quidditch a scuola ti ricorda niente?”

 

Ron fece una smorfia. “Non avevo le mani sudate in quell’occasione!”

 

“No, in compenso avevi un colorito grigiastro che era molto gradevole da vedere.

 

Ron fece un piccolo sorriso e si grattò la nuca. “Ok, magari anche in quell’occasione avevo le mani un po’ umide.

 

“Non c’è niente di male ad ammettere le proprie emozioni.

 

Ron tirò su col naso e fissò la burrobirra rimasta nella sua bottiglia con un’aria accigliata. “E se mando tutto al diavolo?”

 

Harry inarcò un sopracciglio. “In che senso?”

 

Ron sospirò e si appoggiò di spalle contro il muro. “Harry, io non sono un bravo ragazzo. Ho commesso tantissimi errori nella mia vita…solo che finora le conseguenze sono ricadute solo sulla mia persona…ma adesso sarà diverso. Siamo in due. Anzi, per essere precisi in tre.”

 

E che intendi fare in proposito?”

 

“Non lo so.” Ron si grattò la tempia. “Non lo so, perché…da un lato ho una voglia pazza di correre all’altare domani e sposare Hermione e iniziare con lei la mia nuova vita…dall’altro mi chiedo se sto facendo bene, se è giusto legare una donna come lei a una testa di cazzo come me.”

 

Harry tamburellò con le dita sulla sua bottiglia. “Non credo che Hermione non si sia già accorta in passato di che mente geniale sta per sposare.

 

Infatti il problema non è lei, sono io. Sono io perché…perché non lo so se sono tagliato per il matrimonio. Non so se sono capace di starle vicino senza farle del male.

 

Harry sospirò. “Se mi avessi fatto questa domanda cinque anni fa ti avrei detto che facevi molto meglio a tenerti lontano da lei. Oggi ti dico che se le vuoi veramente bene non ti devi preoccupare di niente.

 

“Lo sai meglio di me che a volte l’amore non è sufficiente.

 

Harry appoggiò la testa contro il muro alle sue spalle. “Il matrimonio ha alti e bassi, come tutte le cose…capiterà una fase no in cui vi farete del male anche senza volerlo, come capiterà un momento di gioia immensa…è inevitabile. Se anche tu fossi un ragazzo d’oro non potresti essere perfetto, nessuno di noi può. E per quanto strano possa sembrare, neanche Hermione è perfetta. Sbaglierà lei, sbaglierai tu, rimetterete le cose a posto e andrete avanti, altri errori, altre gioie… funziona così.

 

“E’ solo che…” Ron fece un piccolo sorriso. “Ti ricordi quando eravamo a Hogwarts? Quando lei era almeno due spalle sopra di noi in tutto? Certe volte…certe volte mi sento…inadeguato vicino a lei. Non so se è una cosa che si può capire…”

 

Harry rise. “Altrochè se si può capire. La conosci tua sorella? Lo sai, a volte ancora mi capita di tornare a casa e trovarla con Danny…penso a quello che deve aver passato negli ultimi mesi senza di me, mentre io ero a fare il pazzo con quella specie di puttana folle…e mi rendo conto che lei ha molta più forza di me, perché se fosse stata lei a sparire per tanti mesi, io come minimo sarei impazzito.

 

Ron si sentì in parte più sollevato, e buttò giù un sorso di birra. “E poi la guardi e ti rendi conto che anche volendo non potresti fare a meno di lei.

 

Harry annuì con un sorriso. “Precisamente. Ti frega la concentrazione, non riesci a connettere. Sai solo che la vuoi sempre vicina a te, in ogni singolo istante della giornata per tutti i giorni della tua vita.

 

Ron sorrise. “Già.”

 

Harry gli strizzò l’occhiolino. “E allora te la sposi, perché non puoi farne a meno.

 

E cadi nella trappola.” Qui risero tutti e due forte.

 

Harry scosse la testa, mentre ancora stava ridendo. “Ma guarda tu che fine abbiamo fatto io e te… tenuti a bada da due ragazzine.”

 

Ron ridacchiò. “E’ questione di stile…sia Hermione che Ginny sapevano farsi rispettare molto meglio di noi fin da piccole. Di’, te la ricordi Hermione al nostro primo anno?”

 

Harry rise. “Meno male che si è ammansita…ti giuro che alle volte mi mandava in crisi.

 

Anche Ron rise. “Io pensavo che fosse una spia mandata dalla McGranitt per sorvegliare noi studenti. Questo fece ridere tutti e due. “No, davvero…avevo considerato questa possibilità.

 

Harry fece un sorriso malinconico. “Quanto tempo è passato da allora…eravamo praticamente dei bambini quando ci siamo conosciuti.”

 

Ron increspò le labbra in un sorrisetto. “Io mi ricordo ancora il nostro primo incontro sul treno… tu mi facesti vedere la tua cicatrice come se fosse stata la cosa più comune del mondo.

 

E tu facesti una faccia da babbeo.” Harry ridacchiò. “Chi l’avrebbe mai detto che saremmo arrivati fin qui.

 

Ron annuì. “Ti chiedi mai cosa sarebbe successo se non ci fossimo mai incontrati?”

 

“Non lo so…ma preferisco sapere che è andata così.

 

“Già.”

 

“Alla salute.” Harry sollevò leggermente la bottiglietta e bevve altra birra.

 

Ron tirò su col naso e guardò dritto davanti a sé. “Harry.”

 

“Eh.”

 

“Secondo te riusciremo a rispettarci l’un l’altra senza litigare dalla mattina alla sera?”

 

Harry fece un sorrisetto. “Lo sai perchè Hermione ha rifiutato l’invito di Ginny di passare la notte a casa nostra ed è andata a stare da Bill e Aki?”

 

Perché?”

 

“Perché sapeva che stanotte tu avresti avuto bisogno del tuo migliore amico molto più di lei.” Harry si voltò a guardarlo. “In pratica ti ha ceduto il posto.

 

Ron esitò, poi sorrise guardando la strada davanti a loro. “Lei è sempre così…si preoccupa per gli altri più che per se stessa. E’ per questo che mi chiedo se sono all’altezza.

 

“Vi siete scelti a vicenda, Ron.” Gli rispose piano Harry. “Tu vuoi lei come lei vuole te, tutto il resto verrà di conseguenza.

 

“Io voglio essere un bravo ragazzo, per lei. Ron lo guardò con un’ espressione divertita. “Tu come ci riesci?”

 

“Io non sono un bravo ragazzo.”

 

Si che lo sei.”

 

“In quale mondo?”

 

“Oh, andiamo.” Ron allungò le gambe per far distendere i muscoli. “Sei un buon marito e un bravo padre, che altro vuoi?”

 

Harry fece una smorfia ironica. “Un marito modello, ho appena passato gli ultimi sei mesi alle dipendenze di una pazza assassina che aveva qualcosa da chiarire col mio migliore amico. Un bravo ragazzo davvero, si.

 

“Beh, effettivamente mettendola in questi termini…”

 

“Però ti ho quasi ammazzato, e per questo meriterei una medaglia.

 

“Non è così facile.” Ron fece un sorrisetto orgoglioso e sorseggiò l’ultimo goccio di burrobirra che gli era rimasto.

 

“Me ne sono accorto.” Harry sorrise fra sé e sé.

 

“Senti…” Ron stava gesticolando distrattamente. “…in fatto di tempo libero…”

 

Harry inarcò un sopracciglio. “Che?”

 

“No, dico…tu e Ginny come fate con Danny? Cioè, il tempo lo trovate per…”

 

Harry fece un sorrisetto. “Il tempo lo trovi, lo trovi…beh, magari all’inizio col bambino e tutto il resto…”

 

“Eh, è appunto per questo che te lo sto chiedendo. Sai com’è, con la gravidanza e tutto il resto è già un po’ che non…”

 

Harry rise nel sentire la preoccupazione nella voce di Ron. “Non è così difficile come sembra… poi ci fai l’abitudine.

 

Ron fece una smorfia. “Guarda, non per entrare nei particolari, però…tu e Ginny siete i tipini discreti, con la testa a posto…noi siamo un po’ più…”

 

Harry rise. “Un po’? Siete due conigli, questa è la verità. E con la fecondità di cui siete dotati voi Weasley ritieniti fortunato se avrete solo una dozzina di figli.”

 

“Ehi!” Ron fece una faccia buffissima. “Questo detto dall’uomo dalla mano morta che ha conquistato la mia sorellina quando non era neanche maggiorenne! E non mi ricordare che fai ancora il porco con lei perché mi mandi in crisi mistica.

 

“Errore, io non faccio il porco con tua sorella. Sto insieme a mia moglie, il che è diverso. Harry fece un sorriso sfacciato. “Vedi, un altro dei vantaggi del matrimonio.

 

“Questo è un motivo che da solo basterebbe a garantire i privilegi di un uomo sposato. Ron ridacchiò e si stropicciò gli occhi.

 

Harry annuì con un’espressione falsamente seria. “Così parla un vero marito.

 

Ron si grattò una tempia. “Marito…suona strano dire che sono un marito, eh?”

 

Harry ridacchiò nella sua bottiglietta. “Ti confesso che c’è stato un tempo in cui credevo che non ti saresti mai accasato seriamente.

 

“Già.” Ron rimase in silenzio per qualche istante. “E se…”

 

Se?”

 

Se…se non fossi un bravo padre?”

 

“Qui ho paura di non poterti dire un granchè. Non mi sento l’esempio ideale di genitore al momento.

 

Ron non disse niente per un momento. Ricordava ancora la sera in cui Harry era tornato a casa dopo quei terribili sei mesi di assenza, e il piccolo Danny non aveva voluto saperne di andare in braccio a lui. Harry aveva dovuto lavorare per giorni per riconquistarsi la totale fiducia del suo bambino, che finalmente ora lo accoglieva con festosi gridolini e allegri sorrisi sdentati. Ma Ron più degli altri sapeva bene come Harry aveva sofferto per aver perso i primi sei mesi di vita del figlio.

 

“Credo che dovrai affidarti al tuo istinto. Harry scrollò le spalle. “Magari potresti ricordarti tutto quello che tuo padre ha fatto per te e i tuoi fratelli, tu che sei fortunato abbastanza da avere dei ricordi.

 

Ron tirò su col naso e si massaggiò la nuca. “Non credo che i miei ricordi di papà possano aiutare… siamo due persone completamente diverse. Lui è posato e riflessivo, io sono quello che sono…non vorrei rovinare anche questo bambino.”

 

Harry rise. “Eh no, il mondo non può reggere due Ron Weasley.

 

“Appunto.”

 

“Ron, io scherzavo.”

 

“Io no.”

 

Harry lo guardò. “Non te la toglierà nessuno l’ansia di saper fare il padre…ti ci devi solo abituare.”

 

Ron fece una smorfia. “Secondo te sono in condizione di prendermi cura di un bambino? Di gestire la situazione senza combinare i miei soliti casini?”

 

“E’ un po’ che non ti vedo combinare guai. Harry gli fece un sorriso incoraggiante. “Anche se ti piace mantenere la tua prestigiosa reputazione da duro, amico mio, la verità è che Hermione ha la testa più dura della tua ed è riuscita a cambiarti…per fortuna tua e di tutti quelli che ti vogliono bene.”

 

Ron fece un sorrisetto. “La mia donna.” Disse con orgoglio.

 

Harry rise e guardò la stradina alberata davanti a sé. “L’unico consiglio che posso darti è di non farti intimidire dai primi momenti…sai, quando tutto quello che tuo figlio farà sarà pappa, cacca e pipì…all’inizio è un po’ un dramma, poi ci farai l’abitudine.

 

Ron annuì. “Ok, posso farlo.”

 

“No, un attimo.” Sembrava quasi che Harry stesse lottando per non scoppiare a ridere. “Non farti venire strane idee in testa…se pensi che una sberla lo farà smettere di piangere ti sbagli…e ti ricordo che la pozione sonnifera non si dà ai neonati, chiaro?”

 

Ron rise e scosse la testa. “Ho la faccia di uno che risolverebbe così la questione?”

 

“Si.”

 

“Bene!” tutti e due risero forte, bevendo tutto quello che era rimasto nelle bottiglie.

 

Harry diede un’occhiata all’orologio. “Mi sa che dovremmo andare a dormire adesso…non credo che farai una bella figura se domani ti addormenti all’altare e sbavi sul vestito della tua futura sposa.

 

“Mh.” Ron si alzò con fare meccanico.

 

Harry riconobbe quei movimenti tesi e fece un piccolo sorriso. “Rilassati. Non andare in panico, non serve.”

 

E chi ci va in panico.” Ron riconobbe da solo che il suo tono non era molto sicuro.

 

“Ron.” Harry gli diede una pacca sulle spalle. “Andrà tutto benissimo. Magari ti verrà voglia di correre al bagno fino a trenta secondi prima di entrare in chiesa, ma ti prometto che appena vedrai arrivare Hermione passerà tutto. Ti sentirai da Dio. Credimi.”

 

Ron annuì e si infilò le mani in tasca. “Ok. Ce la posso fare. Non c’è niente di cui aver paura.

 

“Appunto.” Harry gli fece un gran sorriso. Ron poteva anche essere un colosso, ma quando si trattava di emozioni riusciva a perdersi in un bicchiere d’acqua. “Dormi stanotte…pensa a cosa farai domani a questa stessa ora. Il sorrisetto eloquente di Ron lo fece ridere. “Ecco, questo è lo spirito giusto.

 

Ron si ciondolò sui piedi e fece un piccolo sorriso. “Ehi…questa roba delle…mani sudate…resta fra noi due, no?”

 

Harry inarcò ironicamente un sopracciglio. “Ora che mi ci fai pensare potrei anche creare un pensatoio della nostra conversazione e venderlo alla Gazzetta del Profeta, ma come ho fatto a non pensarci prima?”

 

Ron sorrise. “Dai, vattene a letto. Chi la sente mia sorella se si sveglia e non ti trova.

 

E vedi di dormire, capito?” Harry fece per andarsene.

 

“Ehi Harry.”

 

“Mh?”

 

Ron si stava massaggiando la nuca come in un gesto imbarazzato. “Ecco, io…si, insomma…cioè, io volevo dirti…uhm…”

 

Harry rise. “Prego, amico mio.”

 

 

***************

 

 

“Queste maledette mani mi stanno sudando a fiumi!”

 

Harry appoggiò una mano sulla spalla di Ron, mantenendo un’espressione allegra e disinvolta mentre parlava. Sarebbe stato alquanto imbarazzante se il testimone dello sposo si fosse fatto trascinare dallo sposo in una crisi isterica proprio all’altare, davanti a mezzo mondo della magia e a cinque minuti dall’arrivo della sposa.

 

“Rilassati…respira e rilassati.”

 

“La fai facile tu.” Borbottò Ron, cercando di passarsi le mani umide sui pantaloni del suo elegante vestito blu notte. “Con queste maledette mani che sembrano due laghi…porca miseria maledetta, mi scivolerà l’anello e farò una figura da cazzone…”

 

Harry lo tirò per un gomito, facendogli smettere quell’irritante movimento delle mani. “Piantala di far vedere a tutti che sei terrorizzato, datti un contegno.”

 

Ron gli lanciò un’occhiataccia di sbieco. “Io non sono terrorizzato!”

 

“Noo, te la stai solo facendo sotto al pensiero che devi assumerti una responsabilità come questa.” Una zia di Ron, seduta vicina a sua madre, sventolò la mano per attirare la loro attenzione e afferrò la macchina fotografica. “…sorridi…” mormorò Harry fra i denti, e lui e Ron fecero un sorriso estremamente forzato giusto il tempo di essere fotografati.

 

Ron si voltò verso di lui e finalmente smise di ridere. “Ma come si può, io rischio la pelle tutti i santi giorni e non mi capita mai niente, e proprio adesso devo avere queste mani così schifosamente appiccicose?”

 

Harry ridacchiò e gli sistemò meglio la cravatta. “Più ci pensi peggio è. Fidati, parlo per esperienza.”

 

Ron inarcò le sopracciglia. “Ma tu non avevi le mani sudate quando ti sei sposato.

 

“In compenso avevo un mal di pancia formato famiglia, per poco non mi sono sposato in bagno.

 

La cosa rassicurò vagamente Ron…allora non era poi tanto anormale sentirsi così tesi. Non era una debolezza sua. “Beh…suppongo che ti sia passato, perché non mi pare di averti visto correre al bagno durante la cerimonia.

 

Harry scosse la testa e si mise le mani in tasca. “Te l’ho detto, ho visto Ginny ed è passato tutto al volo. Ehi, Fred e George ti stanno dicendo qualcosa…”

 

Ron si voltò: i gemelli gli stavano facendo dei cenni strani da lontano, indicando la porta e facendogli cenno di correre…il loro messaggio era chiaro: scappa finchè sei in tempo. Un secondo dopo Angelina diede una sberla sulla nuca di Fred, tirandolo giù a sedere sulla panca. Harry e Ron ridacchiarono.

 

“Sai quanto sudavano le mani a quei due quando si sono sposati?” Harry fece un sorrisetto al solo pensiero.

 

Ron non disse niente, abbassò lo sguardo e si sporse in avanti per parlare con Harry senza farsi sentire. “Senti…non fare scherzi tu, capito? Cioè…non sparire più per fare il pazzo assassino e roba del genere, ok? Un po’ di gente ha bisogno di te qui.”

 

Harry evitò accuratamente di ridere, si limitò a un caloroso sorriso. Nel linguaggio burbero di Ron, che difficilmente sbottonava i propri sentimenti, quello era il modo per dirgli quanto era importante per lui la loro amicizia, e quanto avesse bisogno della sua presenza…ed era una bella sensazione poter contare su qualcuno come lui…più che un migliore amico, era un fratello. “E io ho bisogno di questa gente.” Gli rispose allegramente, dandogli una pacchetta sulle spalle.

 

Nel mormorio soffuso degli invitati in chiesa comparve Ginny, elegantemente fasciata dal suo bel vestito lungo color lavanda, che percorse la navata lungo il tappeto blu e raggiunse il fratello con un’aria raggiante.

 

“Sono proprio fiera di te, sei veramente bellissimo!” gli disse felice, abbracciandolo. “Guarda mamma, si sta squagliando a furia di piangere.

 

Ron rivolse un sorriso a sua madre, che da lontano agitò leggermente il fazzoletto con cui si stava asciugando le lacrime di commozione, e poi guardò Ginny. “Come sta Hermione?” le chiese a bassa voce.

 

Ginny sorrise. “E’ più bella che mai…e muore dalla voglia di sposarti.

 

Ron fece un sorriso malfermo. “E’ già qualcosa.

 

“Dai, tieniti pronto che è ora.” Ginny gli diede un pizzicotto sulla guancia e mandò un bacio a Harry, quindi si avviò verso l’altra parte dell’altare.

 

Ron si voltò verso Harry con una faccia spaventata. “Perché deve dire così, se dice così sembra che sta per esplodere una bomba o chissà che cosa…” le note della marcia nuziale lo interruppero, e Ron spalancò gli occhi, chiaramente colto di sorpresa.

 

Harry fece una risatina e lo spinse, facendolo voltare verso il lato giusto. “Respira e rilassati, io sono qua dietro.” Gli mormorò all’orecchio, poi fece un passo indietro. Voleva che Ron si sentisse tranquillo, che non si fosse sentito solo…ma sapeva che in pochi secondi tutta quell’angoscia sarebbe passata. Come migliore amico non poteva che sentirsi felice di stargli vicino.

                                                                           

Ron si strofinò leggermente le mani umide, e il suo stomaco si contrasse notevolmente quando vide tutti gli invitati che si alzavano per vedere la sposa che stava entrando, accompagnata dal padre dello sposo. E finalmente riuscì a vederla anche lui… Dio, non aveva mai visto niente di più bello in vita sua. Hermione sembrava una dea nel suo bel vestito lungo bianco, con lo strascico portato con molto orgoglio da Jimmy e Emily, i bambini di Bill e Aki, e le morbide ciocche castane che le incorniciavano il viso scivolando dalla perfetta acconciatura che le teneva su il velo. Anche lei sembrava emozionatissima, perché aveva gli occhi lucidi, ma era raggiante e si teneva una mano sul vistoso pancione come se volesse far partecipare alla sua immensa gioia anche il bambino che portava in grembo. Un sorriso enorme e sereno comparve sul viso di Ron, e quando i loro sguardi si incrociarono si sentì come se gli avessero appena restituito l’ossigeno che per ventiquattro ore gli era stato tolto. Adesso sapeva che lei era lì, ed era lì per lui…per fare questo grande passo insieme, e insieme erano sempre stati una forza loro due…quindi non c’era proprio niente per cui agitarsi. C’era solo da essere felici e ringraziare la sorte per avergli dato quella donna fantastica tutta per lui.

 

E fu con una gran sorpresa che sentì i palmi delle mani di nuovo perfettamente asciutti. Ron si voltò un attimo a guardare Harry, che gli strizzò un occhiolino eloquente. Ron gli fece un sorrisetto prima di voltarsi di nuovo e andare incontro a Hermione, che suo padre ormai aveva accompagnato fino all’altare.

 

 

A distanza di anni Ron ancora rideva nel ricordarsi che la sua mente per qualche istante era stata altrove all’inizio della cerimonia…impegnata a ringraziare qualunque forza facesse muovere l’universo, che quel giorno a King’s Cross gli aveva fatto incontrare le due persone più splendide e uniche di tutta la Terra.

 

                                                          

 

*** The End ***

 

 

 

^_- Recensite anche se non posso ancora leggere tutti i commentucci che lascerete (…dannato telefono -_-)

  
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