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Autore: salasar18    07/02/2007    13 recensioni
Harry impedisce involontariamente a Ron di presentasi al suo primo appuntamento con Hermione e questi per vendicarsi obbliga il moro a fare una cosa molto brutta che coinvolge un biondo Serpeverde...
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi non sono miei ma di J.K. ROWLING





Ma salve!Da tanto che non ci sentiamo o leggiamo...dipende dai punti di vista ^___^ Allora che dire? Beh,ringrazio come sempre tutti coloro che si sono fermati a leggere questa cosuccia che vi avverto fin da ora conterà al massimo due o tre capitoli,sperando che vi appassionerà quanto ha appassionato il mio neurone mentre questi la pensava,ma in particolar modo dico un grande ‘grazie’ a tutti quelli che mi seguono e commentano le altre ff. Dedico questa stupidatina alla mia Zabini che come sempre mi sta ad ascoltare di persona,al telefono e via msn.Sai che non te lo direi mai di persona ma … TVB! ^///^ Grazie anche a Stateira e a Jackie per aver letto in anteprima!!! Bene una buona lettura a tutti.Un bacio e un abbraccio! Bye.





DAMN HUG!




Capitolo Uno : Mai svegliare Ron che dorme




Harry prese la boccetta di lacrime di fata e ne versò due gocce esatte all’interno del calderone bruciacchiato. Uno sbuffo di fumo rosa intenso si levò dal contenitore di ferro non appena le lacrime toccarono la soluzione violacea che fino a quel momento il Grifondoro aveva diligentemente girato in senso orario, proprio come indicato dal gigantesco volume che aveva appoggiato di fronte a lui, al centro della stanza. Il moro tossicchiò leggermente, mentre con la mano si faceva aria per levarsi tutto quel fumo da davanti gli occhi. Si chiese per un secondo se quel premio di Pozioni proposto da Piton valesse tutto quello sforzo, poi si ricordò della sua “D” che troneggiava sul suo ultimo compito e si disse che si, il premio di Piton valeva tutta quella dannata fatica.


Dopotutto non accadeva tutti i giorni che l’insegnante di Pozioni agevolasse così gli studenti del suo corso dando l’opportunità alle menti portate per la materia di consolidare i loro ottimi voti o addirittura di incrementarli in un Eccezionale, ma soprattutto era raro che Piton desse una seconda occasione a tutti coloro che, come lui, vagavano nel Desolante e aspiravano a mettere le mani su un maledettissimo Accettabile.


Naturalmente quando l’insegnante aveva esposto la cosa, l’intera classe era ammutolita sotto il peso della costernazione, tranne ovviamente per quanto riguarda il lato dei Serpeverde che aveva iniziato a saltellare di gioia all’idea di ricevere una scintillante, quanto sicurissima “E”. Tra tutti loro era spiccata, come di consuetudine, la figura di Draco Malfoy che per primo aveva cominciato a darsi delle arie e a pavoneggiarsi affermando che sicuramente l’unico in grado di ricevere un Eccezionale con lode sarebbe stato proprio lui. Non aveva mancato di scoccare un’occhiataccia piena di commiserazione al lato della classe in cui c’era Harry che si vide puntato addosso quelle iridi argentee piene di quella caratteristica aria di sufficienza che detestava e che il biondo era sempre solito rivolgergli. Dopo aver fissato Potter per alcuni secondi, il Serpeverde scoppiò a ridere, mandando su tutte le furie il rivale.


Fu così che scoppiò il solito battibecco tra i due, battibecco che accese gli animi fino a quando Piton, levando dieci punti a Grifondoro per “istigazione alla cattiva condotta”, aveva zittito tutti. La cosa era però proseguita anche al di fuori dall’aula, dove Harry si era preso finalmente la sua rivincita di fronte a tutti affermando che Draco non solo era un secchione solo in quella materia, e che quindi in qualcosa doveva pur troneggiare, ma addirittura che il biondo adorava questo genere di situazioni in cui un Serpeverde ad hoc come lui mostrava il modo corretto in cui utilizzare una lingua sul sedere di un Professore. Ora però, nonostante tutto quello che aveva detto a Malfoy, nonostante tutto quel negare davanti a Ron e Hermione di prendere anche solo in considerazione l’idea di Piton, il bel moro si ritrovava di Sabato pomeriggio a trafficare da solo nella sua stanza con ingredienti e mestoli per poter svolgere una Pozione alquanto difficile per avere un voto migliore. La Pozione che aveva scelto era di un livello molto alto, o medio, dipende dai punti di vista. Ad ogni modo se fosse riuscito a completarla,Harry ne era sicuro… quel dannato Piton non avrebbe potuto in alcun modo ignorare la cosa e sarebbe stato costretto a mettergli una stupida “A”, proprio come lui stesso aveva affermato.


Il fumo continuava ad uscire dal calderone così Harry si alzò e spalancò la prima finestra che riuscì a trovare. Finalmente dopo alcuni minuti il fumo si diradò e Harry poté nuovamente concentrarsi sul suo compito. Chiuse la finestra e ritornò a sedersi di fronte al suo lavoro. Stava per aggiungere le foglie di menta gialla quando sentì un rumore provenire da dietro la porta. Subito il moro si irrigidì al pensiero che uno dei suoi compagni potesse essere tornato prima dalla gita ad Hogsmeade e potesse beccarlo lì, in flagrante, a fare qualcosa che lui stesso aveva definito propria di un leccaculo. Harry afferrò di corsa il calderone e iniziò ad andare avanti e indietro per la stanza cercando il luogo migliore in cui nasconderla, mentre il rumore al di là della porta si faceva più vicino.


Il primo posto a cui pensò fu sotto il letto: si abbassò, alzò le coperte che pendevano oltre al materasso e—


“No!”Disse vedendo come tutte le cianfrusaglie di Ron e Seamus avevano occupato tutto il pavimento sotto al letto a baldacchino.


Il moro si alzò di scatto, mordendosi il labbro inferiore. Vide il baule ai piedi del letto e capì subito che era il posto ideale: nessuno avrebbe guardato nel SUO baule. Sorrise tutto contento di aver trovato il nascondiglio perfetto, alzò il coperchio del baule, ci mise dentro il calderone e chiuse in meno di due secondi, ma… c’erano troppo vestiti all’interno e il calderone appoggiato andava ad urtare il coperchio che rimaneva quindi aperto, lasciando visibile il suo interno.


“E che cavolo-“Imprecò a denti stretti Harry, mentre il rumore dei passi si faceva sempre più vicino. Guardò a destra, poi a sinistra e alla fine fissò la finestra: l’avrebbe buttata giù dalla Torre!


Spalancò di nuovo la finestra che aveva chiuso precedentemente, prese il calderone, lo alzò quel tanto che bastava per versare la soluzione e poi… si diede del deficiente!


‘Ma sono scemo? Mi serve per avere un “A” e la butto giù dalla Torre? Dopo tutta la fatica per codificare quel libro di Pozioni scritto nella lingua del paese natale di Krum?!’ Si voltò verso il muro di pietra e si diede una botta ‘Sono proprio un coglione!'.


Non sapeva se più per aversi dato una botta sulla dura e fredda pietra o se per aver quasi sprecato un occasione di mettergliela nel culo a Piton…letteralmente parlando, ovviamente.


Stava andando ancora avanti e indietro per la stanza, quando la porta si spalancò e un Ron tutto euforico fece bella mostra di sé sulla soglia della camera.


“Harry! Oddio, finalmente Herm ha accettato di-“


Ma Ron non poté terminare la frase perché il calderone che Harry teneva in mano gli cadde sulla testa.




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“Oh, Miseriaccia!” Disse Ron di fronte allo specchio mentre si esaminava per l’ennesima volta. Il tono era decisamente, decisamente, decisamente disperato.


“Dai Ron non è poi così grave… scusami, ma quando sei entrato mi hai fatto spaventare e mi è scivolato di mano il calderone…”


“Scivolato di mano il calderone?” Ripetè l’altro girandosi di scatto e fissandolo negli occhi “Scivolato di mano il calderone? Ti può scivolare di mano la piuma, la boccetta d’inchiostro, un foglio,ma.non.un.calderone.! E’ come se Tu-sai-chi dicesse che gli sono usciti dalla bacchetta alcuni Avada Kedavra!”


Evitando di rispondere male all'amico, Harry aggiunse:


“Avanti, se uscite di sera non se ne accorgerà di certo. Beh, forse se uscite di sera.... E state in un luogo buio...molto buio.... E se lei si mette gli occhiali da sole….Magari non lo nota…”.


“Harry! Per l’amor di Merlino…sono blu! Mi vedi? Mi stai guardando?” Disse il rosso fissandosi di nuovo allo specchio.


La pozione aveva reso la pelle del rosso di un blu elettrico che naturalmente rendevano il colore dei suoi capelli ancora più evidenti. Guardarlo per più di tre secondi equivaleva ad un vero e proprio pungo in un occhio.


“Si, ehm, sarebbe un po’ difficile non vederti-“


Ron lo guardò attraverso lo specchio e lo fulminò con lo sguardo.


“Okay, scusa. Ma-”


Harry aveva tentato,davvero. Con tutte le sue forze aveva cercato di non farlo, ma alla fine la pressione, la situazione, le sinergie lo avevano portato a cedere e a farlo. Con un suono secco Harry rise in faccia a Ron.


Di gusto.


“HARRY!” Lo ammonì l’altro ”Non ridere!Non è affatto divertente!!!”


Ci mise un po’, ma alla fine il moro si ridiede un contegno.


“Scusa,” Disse asciugandosi le lacrime “Scusa,ma sembri un Puffo.”


Ron sgranò letteralmente gli occhi.


“Sembro uno di quei cosi piccoli e strani?”


“Li conosci?” Chiese sbigottito l’altro.


“Herm mi ha fatto fare la maratona quest’estate quando sono andata con lei in vacanza! Adora quelle creature immonde...e ... Oddio sono come un Puffo, sono come un Puffo, sono come un Puffo…”


“Oh.” Fu la semplice risposta di Harry.


“Come faccio? Miseriaccia! Proprio oggi che Herm aveva accettato di uscire con me! Proprio oggi che avevo trovato il coraggio di chiederglielo! Ed.è.tutta.colpa.tua!! Ora tu devi fare qualcosa!”Disse il rosso avvicinandosi all’altro che indietreggiava un po’ in colpa.


“Te l’ho già detto: non posso fare nulla. Questo effetto collaterale andrà via da solo nel giro di dodici ore al massimo, fino ad allora… meglio se rimani in Camera, a letto, con le tende tirate dato che Seamus non è bravo a mantenere segreti.”


Ron serrò la mascella.


“Ora Hermione si arrabbierà e non uscirà più con me!! Harry James Potter questa te la faccio pagare cara!”Sbottò tutto d’un fiato il rosso.


“Avanti Ron. Mi dispiace. Ti prometto che farò tutto quello che vuoi per farmi perdonare.” Disse il moro avvicinandosi al letto dell’amico.


Ron prese le tende tra le dita e dopo aver fissato intensamente l’amico per qualche intensissimo secondo, con uno strattone secco si ritirò nel letto a baldacchino, seppellendosi tra le coperte dove avrebbe passato le sue prossime dodici ore.




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Come lo stesso Ron aveva previsto, Hermione era andata su tutte le furie. Non solo perché il rosso ci aveva messo un secolo prima di invitarla, ma soprattutto perché una volta che lo aveva fatto, dopo appena tre ore aveva mandato il suo miglior amico all’appuntamento per avvertirla che non sarebbe venuto. Gli aveva dato una speranza, ma soprattutto gli aveva dato buca, cosa che una ragazza non scorda nemmeno nel periodo più oscuro del mese.


L’effetto blu della pozione era completamente svanito e Ron ora si ritrovava la pelle del suo normale colorito, senza sembrare più la copia mal riuscita di Grande Puffo. Anche se finalmente si riconosceva di nuovo allo specchio, il rosso era assolutamente nei guai con la ragazza a cui voleva bene e che diciamocelo, aveva un carattere da far impallidire un Lupo Mannaro. Hermione era davvero furibonda tanto che, ogni volta che incrociava Ron nei corridoi e questi tentava di parlarle a lezione o in Sala Comune, lei lo guardava in un modo capace di far gelare il sangue nelle vene, per poi superarlo alzando il mento come a voler dire ‘ti ignorerò fino a quando respirerai ossigeno in modo volontario ’.


Ron ormai le aveva provate tutte: aveva mandato un mazzo di fiori alla ragazza, ma quest'ultima lo aveva gettato nei gabinetti del bagno delle ragazze autorizzando Mirtilla Malcontenta a farci quello che voleva. Aveva mandato una lettera d’amore oltre che di scuse, ma la riccia l’aveva bruciata in Sala Comune di fronte a lui e al resto dei membri della Casa. Come ultimo tentativo,Ron aveva comprato un bracciale su cui aveva fatto incidere le loro iniziali e aveva dato appuntamento a Hermione per chiederle sinceramente scusa e per porre fine a alla situazione assurda quale quella che si era andata a creare. Nel biglietto che gli aveva fatto recapitare tramite Ginny, Ron dava appuntamento alla ragazza davanti alla Biblioteca alle tre del pomeriggio.


Mentre aspettava, il rosso si diede dello scemo: era il posto più brutto che poteva scegliere.


Anche se leggermente in ritardo Hermione si presentò al luogo stabilito e per tutta la durata della spiegazione del ragazzo mantenne impassibilmente il suo broncio offeso. Mano a mano che sentiva la storia però, il suo volto si addolciva fino a quando, vedendo il bracciale che gli aveva preso, l’espressione da arrabbiata divenne leggermente colpevole. La riccia gli saltò al collo un secondo dopo che il rosso gli aveva allacciato il braccialetto, facendo arrossire Ron quanto i suoi capelli. Nonostante l’enorme imbarazzo il ragazzo ricambiò l’abbraccio, inizialmente in modo un po’ impacciato, ma poi in modo più naturale e affettuoso.


“Mi dispiace. Sono stata troppo impulsiva. Scusami.”Farfugliò Hermione guardando negli occhi Ron e intrecciando le dita delle loro mani.


“Non importa. Insomma sono stato io a farmi versare il calderone in testa."


Hermione sorrise dolcemente e si alzò sulle punte dei piedi.


Fu il loro primo bacio, sia per lei che per lui. Il primo bacio come coppia. Quando si staccarono entrambi avevano le guance di un rosa acceso, ma erano egualmente felici. Ron appoggiò la fronte su quella della ragazza e sibilò un ‘mi piaci ’.


Aveva fatto pace con Hermione ed era contentissimo, ma non aveva ancora dimenticato la promessa che aveva fatto al suo migliore amico: gliel’avrebbe fatta pagare amaramente per questa litigata.




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“Uh, uh, uh…ma cosa vedono i miei occhi? San Potter si mostra per l’ipocrita che è o mi sbaglio?”


Draco si avvicinò velocemente al banco di Harry e si abbassò in modo da guardarlo negli occhi.


“Ma cosa fai, Potter?Consegni una Pozione per farti alzare il voto? Proprio tu? Eppure credevo che queste cose lo facessero… come mi hai definito? Ah si, un ‘ Serpeverde ad hoc che mostrava il modo corretto in cui utilizzare una lingua sul sedere di un Professore ’ . Giusto Potter?”


Harry si sentì davvero molto mortificato dalla situazione. Primo: perché non aveva nulla da ribattere dato che Malfoy per una stramaledetta volta aveva pienamente ragione. Secondo: perché sapeva che tutto intorno a lui i suoi compagni di Casa lo stavano osservando leggermene indignati per il fatto che prima avesse negato una qualsiasi sua partecipazione all’iniziativa di Piton. Ma soprattutto si sentiva mortificato perché Malfoy glielo stava mettendo allegramente nel culo.


‘Facevo prima a mettermi a novanta,così almeno era più facile per entrambi. ’Pensò il Golden Boy.


“Non sono affari tuoi, Malfoy.”Fu l’unica tagliente quanto patetica risposta che seppe dare il moro.


Draco si alzò e lo fisso con un ghigno da vincitore stampato sulla faccia, mentre Harry abbassava lo sguardo e stringeva forte la boccetta con il suo compito in modo allarmante, giusto per scaricare l’imbarazzo.


“Beh, invece lo sono dato che voglio essere sicuro di rimanere l’unico Serpeverde ad hoc.”


Sia lui che i suoi compagni risero di gusto, superandolo e consegnando a Piton i loro esercizi.


Ron guardò tutta la scena, capendo finalmente la punizione ideale per l’amico.



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Quando la lezione di Pozioni fu finalmente terminata, Harry ringraziò di cuore Merlino per aver posto fine a quell’Inferno. Non solo Malfoy lo aveva deriso di fronte a tutti, ma anche Piton aveva fatto la sua parte, prendendosi gioco di lui e della sua incapacità nell’eseguire una pozione che lui considerava di livello demenziale per tutta la durata della lezione, tra lo sghignazzare generale dei Serpeverde e di molti delle altre Case.


Harry uscì dall’aula, sbuffando sonoramente. Era stata una mattinata del cavolo, ma almeno Piton gli aveva dato quella “A” tanto agognata, seppur storcendo il naso. Il ricordo della faccia schifata del professore mentre dava il voto vincolato dalle sue stesse parole faceva sembrare tutto quello schifo di umiliazione una cosa insignificante se paragonata alla vittoria personale sull’uomo.


Il moro stava per inforcare il corridoio quando da dietro una forte spallata gli fece perdere l’equilibrio.


“Sta attento Potter: intralci la strada.” Disse Draco prima di superarlo e di ridere per il resto del tragitto supportato da Pansy e Blaise.


Il moro si rialzò, stringendo i pugni.


“Tutto bene Harry?”


Il moro si voltò e vide la sua migliore amica avvicinarglisi velocemente, affiancata dal suo fidanzato.


“Si,grazie Herm.” Rispose pulendosi l’uniforme dai residui di polvere che si era depositata a causa della caduta.


“Ehm, Mione scusa potresti lasciarci soli un secondo? Vorrei parlare con Harry di una cosa.” Si intromise Ron.


La ragazza lo guardò un po’ scettica, ma decise di non indagare oltre, memore dell’eccessiva impulsività dei giorni prima.


“Okay.”Disse infine, dando un timido bacio a stampo al ragazzo e salutando con un cenno del capo l’altro.


Hermione rivolse uno sguardo incuriosito sia al fidanzato che al migliore amico, poi sorrise debolmente e si voltò. Una volta scomparsa dietro a un angolo, Ron si girò verso Harry e disse:


“Ti ricordi quando hai detto che avresti fatto tutto quello che volevo per farti perdonare?”


Harry annuì.


“Si, mi dispiace per il calderone dav-“


“Quindi non ti stai rimangiando la parola vero?” Lo interruppe l’altro.


“No-“ Ribadì il moro perplesso. Si sentiva in colpa per aver fatto litigare i suoi migliori amici proprio il giorno del loto primo appuntamento.


“Perciò ogni cosa ti chiederò la farai, proprio come hai detto.”


“Si.”


“Qualunque cosa,giusto?”Chiese conferma Ron.


“Si.”


“Dammi la tua parola.”


“Ti ho detto di si Ron. Tranne uscire ancora con tua sorella, lo sai che quel lato della barricata non m’interessa.”


“Si, lo so Harry. Tu ami solo il serpente da un occhio solo.”Lo schernì il rosso che divenne rubicondo come un peperone ritenendo la battuta troppo esplicita per i suoi canoni.


“Già.” Rispose un po’ imbarazzato l’altro grattandosi automaticamente la nuca.


Ci fu una pausa di due secondi netti prima che il rosso riprese a parlare.


“Bene perché ho deciso cosa farti fare!”


“Oh.” Rispose un po’ spiazzato l’altro. Beh, era evidente, si disse. “D’accordo allora cosa vuoi che faccia? Dovrò mettere a posto il tuo lato della stanza per una settimana?”


L’altro negò con il capo.


“Per un mese?”


Di nuovo il rosso scosse la testa.


“Fare i tuoi compiti?”Ritentò Harry.


“No.”


“Lucidarti la scopa per i prossimi incontri?”


“Negativo.”


“Prestati il profumo che mi rubi ogni volta che devi ‘studiare’ con Hermione?”


“Na. Anche se non sarebbe una cattiva idea. Comunque no .”


“Prestarti la camicia nera per il tuo prossimo appuntamento?”


“Tsk.”


“Ron, per quanto devo continuare prima che ti decida a dirmelo?”Disse alla fine il moro.


“Okay. Beh, è semplice: dovrai andare da Malfoy, dargli un abbraccio e dirgli che ti piace.” Disse tutto d’un fiato Ron gongolante per aver avuto quell’idea geniale.


“…”


“E lo devi fare entro la fine della settimana, cioè tra due giorni.”


“….”


“E non puoi tirarti indietro perché me l’hai promesso e tu detesti non mantenere una promessa. Capito?”


“Sicuro di non volere uno schiavo per pulire il tuo lato della stanza per una settimana?”




Continua…..




  
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