Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Aoimoku_kitsune    25/07/2012    1 recensioni
Amarti e desiderarti, e non poterti avere, questa è la mia punizione del volerti bene.
***
Esiste una scuola, la Shibusen, nella città di Konoha situata nella Valle della Fine, a Tokyo, che addestra giovani ragazzi e ragazze di tutto il mondo alla lotta contro i nemici dell'umanità. I ragazzi sono i Shokunin, il cui obiettivo è racimolare anime malvagie, da far mangiare ai loro compagni di squadra ovvero coloro che possiedono il potere di trasformarsi in Buki. Armi potenti.
Sasuke entrerà in questo mondo, ma non saprà usare la sua arma, e non riuscirà a risvegliare la sua anima. Perchè? E poi, quale sarà il vero segreto della spada appartenuta a Madara Uchiha, ora tra le sue mani?!
Genere: Azione, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sasuke Uchiha, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sto aggiornando più storie che posso. Quando ho il bollino rosso, e sto male, mi devo tenere occupata, perciò comincio a scrivere.
Come avrete visto i capitoli sono corti. i vengono così, mha! Vaa bhe!!
Ringrazio a chi ha recensito la storia e chi la segue.
Un bacio e buona lettura.

 Capitolo tre


Strada

 Mikoto accarezzò i capelli del figlio, sospirando rumorosamente e pesantemente.
Sasuke era steso sul suo futon, una pezza sulla fronte umida a rinfrescargli la pelle bollente.
La donna respirò ancora, alzandosi con eleganze e si pulì il kimono.
-Mi raccomando, se si sveglia, chiamami.
Mormorò alla donna dall’altro capo del letto che annuì, piegandosi in avanti in un profondo inchino, sfiorando con la fronte il legno del tatami.
Mikoto lanciò uno sguardo al figlio e poi abbandonò la camera, chiudendosi dietro di lei il pannello in carta di riso e legno e con passo leggero si incamminò per il corridoio, nel salone centrale della villa.
Seduti, trovò il marito e il consiglio degli anziani e quando entrò nella stanza, gli uomini la guardarono, inchinando il capo appena. Fugaku la fissò, indicandogli il posto accanto a lui con lo sguardo.
Mikoto si inchinò agli uomini e poi si sedette sulle ginocchia, spostando le gambe di lato, appoggiandosi su un gluteo.
-Mikoto San, come sta vostro figlio?
Domandò il capo degli anziani.
Mikoto sospirò impercettibilmente, tormentandosi le mani sotto il tavolo.
-A qualche linea di febbre per via della stanchezza, sta riposando. Grazie per l’interessamento.
Rispose cordiale, chinando lo sguardo.
L’uomo annuì, richiamando l’attenzione del padrone di casa.
-Fugaku San, la spada ha scelto il vostro secondogenito, sa cosa significa questo?!
L’uomo storce il naso, annuendo serio e le palpebre si assottigliarono.
-Dovrà frequentare la Shibusen.
Continuò l’uomo.
Mikoto si morse un labbro, abbassando il capo.
Avevano scelto Itachi, all’inizio, perché si era mostrato fin da subito forte, attento e un buon guerriero. Per Sasuke, Mikoto voleva una vita diversa, più tranquilla e serena.
Sasuke era un bambino vivace e pieno di vita e la donna non avrebbe amato vederlo sempre serio.
Fugaku le appoggiò una mano sulla gamba, nascosta da occhi indiscreti e la strizzò appena.
Mikoto sorrise interiormente alla premura di quell’uomo che fuori dalla loro camera da letto sembrava brusco e freddo.
Era proprio uno tsundere.
-Siamo consapevoli che è ancora piccolo, ma visto che a questa età ancora non ha risvegliato in se alcun potere, dovremmo addestrarlo al meglio.
Cominciò un altro uomo, posando il bicchiere di sakè sul tavolino basso.
-… proponevo un membro del consiglio, per accelerare i tempi.
La mascella di Fugaku tremò appena e il suo sguardo si indurì.
Poi la porta venne aperta, mostrano Itachi in piedi che avanzò, inginocchiandosi davanti a loro e si inchinò profondamente.
-Vorrei allenare io, Sasuke Uchiha.
Proruppe, alzando lo sguardo nero e puntandolo sugli uomini che cominciarono a borbottare.

In una camera oscura, la spada demoniaca vibrava sinistra, pulsando il suo potere.
Sasuke si tese, cominciando a respirare pesantemente mentre le pupille sotto lo strato di pelle delle palpebre cominciò a tremare.

Maestosa, una volpe a nove code combatteva ringhiando contro un uomo, davanti a lei.
L’animale mosse le code, distruggendo la natura intorno e puntò i suoi occhi rossi su quelli altrettanto rossi dell’uomo che ghignò, sguainando una spada.
La volpe ringhiò e poi si tuffò sull’avversario.

Sasuke spalancò gli occhi, fissando il soffitto della sua camera per un tempo indefinito, sentendosi accaldato e sudato.
Stizzito si scostò le coperte, e la leggera aria che produssero gli portò freschezza nella pelle sudata e calda.
Sospirando si alzò da letto e si sgranchì le ossa, strofinandosi gli occhi e poi si incamminò nel bagno, deciso a farsi un doccia per sciogliere i  muscoli e rinfrescarsi.
Quei sogni lo confondevano sempre ed, essendo un tipo molto silenzioso e sulle sue, non aveva detto niente a nessuno, eppure percepiva qualcosa, quando intravedeva quella battaglia che tanto gli ricordava quella di Madara.
Scuotendo il capo per svegliarsi, entrò nella doccia moderna di camera sua. Se solo pensava che qualche anni fa era in stile giapponese, come una volta, si metteva le mani nei capelli. Era bello e tutto, anzi, faceva il suo effetto, ma era tremendamente scomodo.
Sbuffando, tremò quando l’acqua fresca gli scivolò sul corpo, e con una spugna e del bagnoschiuma cominciò ad insaponarsi, pronto per la giornata e per un nuovo allenamento pomeridiano con il fratello.
Ancora non capiva perché dovesse allenarsi anche lui. Era consapevole che il secondogenito non avrebbe dovuto studiare per diventare un Shokunin.
Molti suoi cugini andavano in una normale scuola, e anche lui, fino all’età di otto anni, andava una comune scuola in centro.
Dopo dieci anni, ancora non aveva avuto risposta, del fatto che lo stessero allenando, ma a lui era indifferente, alla fine di tutto.
Se serviva ad aiutare qualcuno, lui lo avrebbe fatto con piacere.
All’età di otto anni, il suo sogno era quello di diventare dottore, ma ormai era troppo lontano dalla normalità, per avverarlo.

-Buongiorno.
Mormorò senza tono, salutando la madre in cucina che si voltò appena, sorridendo al figlio ormai uomo.
Sasuke in quegli anni si era alzato, raggiungendo il metro e ottantatre, e il suo corpo, per via degli allenamenti, aveva sviluppato una serie di muscoli sottili, non troppo ingombranti.
Le gambe toniche e lunghe, uscivano dallo yukata scuro, fermo in vita da un nastro in cotone nero.
Sasuke avanzò, sedendosi a tavola e sbadigliò.
Si sentiva stanco.
Gli esercizi erano sempre più aumentati, soprattutto in quell’ultimo mese e il fratello, quando combattevano insieme, attaccava per uccidere e non per giocare.
Che fosse finalmente arrivato alla fine?
La ciotola di miso e di latte di soia lo svegliò dalla sua trans, e ringraziò la donna con un mite sorriso, ricambiato da uno più ampio della madre, che gli scompigliò i capelli con affetto.
-Tuo padre ti vorrebbe parlare. Dopo mangiato e vestito presentati nel suo studio.
Sasuke annuì pensoso, fissando in tralice la madre che scompariva in cucina.

Sasuke si sentiva sempre un po’ più oppresso quando si trovava nello studio del padre.
Quando poi l’uomo era girato di schiena, e fissava il giardino, non era mai buone notizie, almeno per lui.
-… Ormai hai 17 anni.
Lo so.
Sasuke si mosse appena, spostando il peso del proprio corpo da un piede all’altro.
-Itachi ha iniziato solo quattro anni fa la Shibusen, perché era occupato ad allenarti a dovere…
Il ragazzo corruccio le sopracciglia nere.
Dove vuole andare a parare.
L’uomo si voltò, e sul suo viso comparì un’espressione seria.
-E’ giunto il momento che anche tu inizi a frequentare l’istituto e per farlo…
L’esitazione nella voce di quell’uomo fece irrigidire il figlio.
Fugaku scostò lo sguardo, puntandolo sulla scrivania e poi ritornò a guardare il ragazzo.
-… dovrai possedere un Buki.
Ora veramente non capiva, Sasuke. L’unico Buki di famiglia, era nelle mani di Itachi.
Non vorrà farmi combattere contro mio fratello, giusto per farmi capire che non sono alla sua altezza… come sempre.
Lo sguardo di Sasuke si incupì.
-So cosa stai pensando…
La voce del padre sembrò anche più dolce del solito.
-… vieni.
Disse l’uomo, facendogli gesto di seguirlo e così fece Sasuke, quasi scoperto da quello sguardo nero, che lo guardava con una punta d’orgoglio.
Sapeva che il padre, in un modo contorto, gli voleva bene, ma sapeva anche che al centro dei suoi pensieri c’era sempre il fenomeno del clan, Itachi.
Che poteva farci, Sasuke, se il colpire fantasmi e demoni con un arma, non gli interessava più di tanto?
Seguì la schiena del padre, finché non attraversarono il lungo corridoio della villa e si fermarono davanti ad un piccolo tempio, che, strano ma vero, non aveva mai colto la struttura.
Fugaku aprì la porta, e Sasuke sentì l’aria pesante provenire da quella stanza, che gli fece provare delle strane sensazioni. Prima tra queste, una paura incondizionata.
L’uomo gli afferrò una spalla, affiancandoselo a se, e portò il figlio davanti ad un piccolo altare, dove incatenata c’era una spada bellissima.
Quella spada gli solleticò dei ricordi sopiti e confusi, e il sogno che ogni notte, dall’età di otto anni, non faceva altro che sognare.
-Questa è la tsunagary, il tuo Buki.


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Aoimoku_kitsune