Capitolo 23
Dayne aveva porto la mano a QuiGon quasi con sfida ed era rimasta ad osservare, con un certo distacco, la goccia di sangue che era uscita dal suo dito.
L’uomo le aveva fatto premere il polpastrello su una specie di piastrina, poi, soddisfatto, aveva chiuso tutto in un astuccio che aveva infilato all’interno del mantello.
Quindi si era alzato.
“Vado da Watto per sistemare gli accordi.”
“Bene.” Rispose laconica Dayne.
Qui Gon si voltò a guardarla stupito.
“Qualcosa non va?”
Dayne si era messa a giocherellare con un vasetto di fiori secchi che Shmi aveva appoggiato come centro-tavolo.
“No!” Fu la secca replica della ragazza.
QuiGon sospirò.
“Dayne, lo so che devo dirti tante cose, so come ti senti, ma abbiamo poco tempo, ora, e delle emergenze da risolvere.”
“Certo, non voglio farvi sprecare i vostri preziosissimi minuti … che importa se nessuno mi spiega in che modo vengo usata? Che importa se anche quell’innocente là fuori si sta dannando convinto di aiutare dei viaggiatori nei guai …”
“No!” Rispose Qui Gon tornando indietro di qualche passo “Posso assicurarti che nessuno userà te o Anakin! Sarò io a farmene garante!”
“Oh, io so cavarmela. Me ne accorgo se cercano di fare i furbi con me, ma è il ragazzo che mi preoccupa. Una volta che avrà dato fondo ai suoi poteri, per procurarci il denaro che ci serve, cosa ne sarà di lui? Resterà su questo maledetto pianeta a lavorare come uno schiavo, guardando con ansia le stelle e sperando, notte dopo notte, che i gloriosi Cavalieri Jedi vengano a salvare lui e sua madre …”
Lo sguardo del Maestro era triste.
“Credevo avessi cominciato a fidarti di me. Io non sono così. Quando lasceremo Tatooine Anakin e sua madre saranno con noi.”
Qui Gon si voltò e uscì dalla porta lasciando Dayne, imbarazzata e confusa, nella fresca penombra della cucina.
Padme entrò in quel momento.
“Sono stata da Anakin. Per me è una follia, anzi, un omicidio vero e proprio! Ha solo dieci anni e …” si mise a scrutare il volto della cugina e, quello che vide, non le piacque per nulla “Cosa c’è? Hai qualche ripensamento?”
Dayne sollevò il capo “No, il ragazzo ce la farà. Per la gara, intendo. È il seguito che mi preoccupa.”
“Il seguito?”
“Lascia stare, Padme. Ho la testa che mi gira a furia di pensare e preoccuparmi…”
Padme le afferrò il polso sinistro e glielo strinse sibilando tra i denti “Io sono la Regina! Devo sapere!”
Dayne la guardò negli occhi.
“Mia Regina, posso dirti solo ciò che so, e ciò che so è veramente poco.”