I
tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal
comune
Problema 2
--->Il tuo migliore amico che ci prova con te<---
Io
e Axel andammo a passeggiare nel parco che si trovava nel centro della
città. Andavamo
sempre lì quando avevamo voglia di fare quattro passi.
Ero
molto fortunato perché consideravo quel tipo strampalato dai
capelli rossi, il
migliore amico che si potesse desiderare. Ero molto affezionato a lui,
ma
occhio a non fraintendermi, gli volevo bene si, ma non a i livelli a
cui Sora
voleva bene a Riku.
Axel
Hockins era un vero mito. Lo consideravo quasi un modello da imitare.
Era il
più fico della scuola, tutte le ragazze erano cotte di lui e
non solo le nostre
compagne. Sarà per il suo insolito colore di capelli, o per
quel fisico
scolpito o per quei occhi verde smeraldo che solo incrociandoli una
qualsiasi
donna si scioglieva come un ghiacciolo sotto il rovente sole di agosto,
ma
niente e nessuno riusciva a resistergli, persino io! Infatti ogni
qualvolta
avevamo una discussione alla fine riusciva sempre a spuntarla lui,
riuscendo
sempre a convincermi di fare le cose più assurde e malsane
… e non chiedetemi
come ci riuscisse perché neanche io ne ho la minima idea.
Inoltre era l’unico che mi dava ottimi consigli e di
cui mi fidassi cecamente. Infatti fu l’unico a cui parlai del
“problemino” di mio
fratello. Ero sicuro che sarebbe stato comprensivo e che mi avrebbe
suggerito
come gestire quella situazione visto che certe volte era davvero saggio
…
-Ahahahah
… non ce l’ha faccio più, rischio di
farmela addosso, ahahah … ho le lacrime da
quanto ho riso e non riesco a respirare, ahahah…-
Questa
fu la sua reazione quando gli dissi ciò che
era successo a Sora. Scoppiò in una risata senza fine,
piegandosi in due e
cadendo sulla soffice erba che circondava il laghetto del parco nel
quale
eravamo soliti passeggiare.
-Axel
devo dirti una cosa …
piuttosto brutta.-
-Rox, amico, mi spaventi. Cosa è
successo?-
-Vedi ho scoperto che … che mio
fratello è gay!-
-Cosa? Mi prendi in giro?-
-Vorrei,
ma purtroppo è la realtà.-
Queste
furono le parole che ci scambiammo … E poi
lui scoppiò a ridere come vi ho detto.
-Vedi
amico io non ci trovo nulla di male
nell’omosessualità di tuo fratello.
Perché
ti cruccia così tanto questa storia?-
Non
dimenticherò mai quella domanda. Anche perché fu
l’origine del problema numero
due (in più come diamine parlava?
“Cruccia” ma che razza di parola è?
Neanche
il cadavere in putrefazione del nonno di mio nonno avrebbe usato una
parola del
genere!).
Eravamo seduti sulla riva del laghetto. Lui dopo
circa mezz’ora d’orologio, (giuro, dopo trenta
minuti esatti, mi colpisse un
fulmine … anzi, mi colpisse un cuscino in questo momento se
non è la verità)
smise di ridere e si sdraiò con le braccia dietro la testa
sospirando,
socchiudendo gli occhi e proferendo quelle maledette parole.
In realtà non sapevo cosa mi desse tanto fastidio di
quella scelta di Sora, è solo che … mi faceva un
po’ senso anzi… proprio schifo.
Se uno nasce uomo va con le donne, non con gli uomini! (Si lo so ho una
mentalità un po’ chiusa e ridotta, ma io la penso
così quindi tenetevi per voi
i vostri insulti).
-Bhe
sinceramente non so esattamente cosa mi dia tutto questo fastidio, so
solo che
mi fa un po’ schifo ecco tutto.-
Prima
di rispondermi e dirmi certe parole che mi
risuonano tutt’ora nella testa, mi si avvicinò e
cinse la mia povera vita con
una delle sue possenti e sudice braccia. Si avete capito bene, sudice.
Chi gli
dava tutte queste confidenze eh? Finché si trattava di una
maledetta pacca
sulla spalla, o un abbraccio di quelli che si danno i ragazzi quando
fanno gol
durante una partita di calcio, ben venga, ma non spingiamoci troppo in
là! Ma
lui lo fece lo stesso.
-Schifo
eh? Io credo che tu sia solo invidioso perché tuo fratello
ha un forte e
robusto maschione da baciare e tu no … ma se vuoi a questo
si può porre
rimedio.-
Mi
si avvicinò terribilmente e pensai volesse farmi lo stupido
scherzo “ti rubo il
naso”, per farsi rincorrere e farci fare la tipica figura dei
due coglio… cioè,
la figura degli idioti che si rincorrono ancora come due bambini
nonostante
avessero cinquant’anni per gamba (si fa per dire
naturalmente).
E
invece no, lui voleva baciarmi. Riuscii ad evitare
quell’unione per circa un decidecimo
di secondo, nell’esatto istante in cui stava per premere le
sue labbra sulle
mie. Non avevo mai baciato nessuno lo ammetto, ma non volevo darlo a
lui il mio
primo bacio, soprattutto non volevo darlo ad un ragazzo!
Perciò dopo aver evitato il bacio, scappai via e
Axel cadde in avanti con la faccia nell’erba, dato che non si
era accorto della
mia fuga.
-Hey
Rox! Dove vai?.-
Mi
sentii urlare mentre correvo via.
-È
tardi, devo tornare a casa o mio madre scatenerà Sparta
… e sai cosa intendo!.-
Mi
inventai una scusa banale, ma volevo andare via a
tutti i costi.
Ma
che diavolo stava succedendo in città? Era per caso
scoppiata in città una
feroce epidemia di frociag … volevo dire, di
omosessualità? Prima Sora, poi
Riku e ora Axel.
Andiamo,
quei due avrei anche potuto accettarli, ma Axel proprio no! Si era
fatto tutte
le ragazze più belle della scuola e anche la professoressa
più sexy mai
esistita, perché ora aveva fatto quella scena? Ah! Ma certo!
Forse scherzava,
certo era ovv … no, purtroppo non poteva essere
così. Conosco quel tipo dai
capelli rossi da una vita e so riconoscere quando scherza e quando
è serio.
Quindi le opzioni erano due: o mi prendeva altamente per il
cu… cioè in giro,
oppure si era stufato delle femmine e voleva provare qualcosa di
… di diverso.
Quella notte non chiusi occhio. Non facevo altro che
pensare alla scelta di mio fratello, a
cosa sarebbe successo se i miei avessero trovato il loro figlio
prediletto
incollato alle labbra di quel tipo, (di cui oltretutto avevano una
grande
considerazione!) e in più, non riuscivo a fare a meno di
pensare a quel gesto
di Axel. Non riuscivo a togliermi dalla testa quei suoi meravigliosi
occhi
verdi, quei guizzanti muscoli scolpiti, quei fantastici capelli color
del fuoco
più vivo e quelle labbra … un’ attimo,
ma che caz… che cavolo mi trovavo a
pensare … cosa mi stava succedendo? Mi stavano contagiando
anche a me? Mi
sarebbe mai potuto piacere Axel, ma soprattutto, mi sarebbe mai potuto
piacere
un uomo!? Forse tutti gli strani avvenimenti di quei giorni mi avevano
scosso
talmente tanto, da portarmi addirittura ad uno stato di
infermità mentale. Si,
doveva per forza essere così, perciò decisi che
avrei approfittato di un ponte
che facevamo a scuola e avrei passato un paio di giorni da solo in
casa,
cercando di evitare ogni forma di contatto umano soprattutto con il mio
gemello, con il suo ragazzo e con quel pazzoide del mio migliore amico,
con la
sola compagnia di qualche giornaletto spinto che mi avrebbe ricordato
che sono
un adolescente in preda agli ormoni.
Quei
due giorni di solitudine mi fecero proprio bene. Riuscirono a
schiarirmi le
idee e mi aiutarono a riprendermi dai vari shock a cui fui sottoposto
nei
giorni precedenti (Ero convinto che neanche l’elettroshock mi
avrebbe aiutato
ma a quanto pare mi sbagliavo). Ciò nonostante il ritorno a
scuola fu
traumatico. Axel mi seguiva ovunque, rivolgendomi attenzioni troppo
pesanti che
a me non piacevano per niente. Mi abbracciava troppo spesso, (come se
fossi il
peluche con cui dorme) mi dava stupidi e melensi baci sulle guancie e
in più
metteva le sue sconce e luride mani in posti dove solo io dovrei avere
il
privilegio di infilarle. Non sapevo cosa fare. Più mi
ribellavo e più lui
insisteva, e poi non so come facesse ma riusciva a farmi quelle
orribili cose
senza che nessuno si accorgesse di niente.
Per
fortuna però, (o per sfortuna, in base ai punti di vista),
una nuova disgrazia
si abbatté sul nostro gruppo di amici e Axel si distolse un
po’ da quelle
gravose attenzioni che mi rivolgeva.
Anche se fino ad adesso ho parlato solo di lui, non
pensiate che il tipo dai capelli che sembravano un fuoco
d’artificio rosso
uscito male, sia il mio unico amico. Certo, non sarò il
ragazzo più popolare
della scuola, ma ho una quantità discreta di grandi amici.
Axel è quello con
cui passo più tempo in assoluto, ma la nostra combriccola al
completo comprende
circa dieci elementi più Riku e quel finoc… e mio
fratello Sora. Oltre a me e
al tipo dai capelli strambi, ce n’era uno che è la
fonte del mio problema
numero tre: Demix Waterson, detto anche “lo scemo del
villaggio” ma non perché
fosse un idiota che non capisce un caz… cioè che
non capisce niente,(bhe, un
po’ anche per quello), ma soprattutto perché era
colui che riusciva sempre a
sdrammatizzare in qualunque situazione e che era in grado di far ridere
anche
un becchino mentre allestiva il funerale di sua madre. Inoltre aveva
davanti a
sé una promettente carriera da musicista, dato che era il
chitarrista più bravo
che io abbia mai sentito suonare, ma nonostante ciò, non
avevamo tenuto in
considerazione che Demix non era solo un musicista, ma anche un essere
umano
(anche se piuttosto stupido) e che come tale, è in grado di
compiere errori,
sbagli e, diciamolo, enormi cazzate…
Nda
Tadadadà
… ecco a voi comparire quasi per mangia il
problema numero 2! XD
Non so come la pensiate voi, ma a me questa storia
piace davvero molto, mi diverto un
sacco
a scriverla J.
Non ho niente di particolare da dire su questo
capitolo… quindi oggi scoccerò poco limitandomi a
ringraziando tutti coloro che
leggono la storia, coloro che la hanno inserita tra le seguite e le
preferite e
tutti coloro che mi recensiscono, grazie non sapete quanto mi rendete
felice
:D.
Saluti e al prossimo problema del povero Roxas :D.
_KHProminence_