Capitolo
22: Nel covo
Pov Kumiko
Fu il rumore delle
foglie che scricchiolano sotto i piedi e delle voci in lontananza a svegliarmi
dal mio sonno. Era ancora presto e il sole aveva cominciato a sorgere da poco.
Non ci misi molto a ricordare cosa fosse successo il giorno prima.
Ero in fuga. Stavo
scappando una volta per tutte da Kabuto per non tornarci mai più, a meno che quelle voci non
appartenessero a dei samurai venuti per riportarmi indietro.
Per istinto mi
nascosi in una zona dove vi erano presenti molti cespugli, ma una volta
raggiunto il luogo, riflettei sulla mia paura. A Kabuto
non importava niente di me, quindi perché perdere tempo a cercarmi.
Dovevano essere dei
ninja o dei civili che abitavano quelle terre. Avrebbero potuto aiutarmi, anche
se non sapevo loro cosa dire. Potevo raccontare loro dell’uomo che diceva di
essere il mio vero padre, ma se non si fosse trattato di ninja, cosa avrebbero
mai potuto fare?
Morire anche loro,
ecco cosa.
Ci provai comunque.
Non avevo niente da perdere ormai.
Uscì dal mio
nascondiglio per correre davanti a uno di loro.
“Aiutatemi vi
prego!” gridai strizzando gli occhi, ma quando li aprii lentamente, mi sentii
mancare il fiato.
Una figura alta, magra, con una tenuta
tipicamente ninja, un copri fronte che teneva indietro i capelli e stivali
sporchi di fango. Aveva un volto dolce
che in quel momento esprimeva sorpresa, due occhi verdi e i capelli di un colore rosa assurdo quanto
i miei.
Conoscevo quella
persona, l’avevo vista il giorno precedente.
La vidi portarsi le
mani alla bocca e delle lacrime cominciarono a sgorgare “K-Kumiko!”
disse in un sussurro, quasi come se avesse timore di pronunciare quel nome.
Non so perché ma
detto da lei aveva tutt’altro suono. Avrei potuto abituarmici
a quel nome, che fino a un momento prima mi sembrava brutto.
Non dissi niente,
furono le mie gambe e braccia a fare il resto e senza che nemmeno me ne
accorgessi, abbracciai la donna che riconobbi essere mia madre.
“Piccola mia, finalmente…finalmente ti abbiamo trovato!”
“Mamma!” dissi per
la prima volta in vita mia. Non avevo paura di non essere amata. Lo sentivo nel
suo abbraccio che mi voleva bene. Era un sentimento difficile da descrivere e
che non avevo mai provato prima, ma comunque bellissimo.
“Vedrai quando lo
saprà tuo padre!” mi disse guardandomi in volto e accarezzandomi il volto.
A quelle parole
abbassai il volto e non dissi niente.
“Rei!” mi sentii
chiamare da una voce simile alla mia. Infatti Naho
stava correndo verso di me con altre persone.
Rimasi sorpresa
quando mia sorella mi abbracciò. Non era nostro solito abbracciarci e di fatto
non ricambiai la stretta.
“Sei riuscita a
fuggire? Come hai fatto? è stato papà vero?” disse guardandosi intorno felice,
per poi rattristarsi quando non vide traccia dell’uomo. “Ma…ma
dov’è?” mi chiese.
“Naruto!” cominciò a chiamare la mamma, anch’essa
preoccupata dal non vederlo in giro.
“Io non lo vedo da
nessuna parte!” disse un ragazzo sui diciotto anni dagli occhi chiarissimi e
strani, con delle vene spesse tutt’intorno
“Rei, dov’è papà?”
mi chiese Naho preoccupata.
Guardai tutte
quelle persone in volto e tutti erano in attesa di una mia risposta. Mi morsi
il labbro prima di parlare “Kabuto ci ha imprigionato
entrambi in una cella. Io sono scappata grazie alla galleria scavata da te
quando eravamo piccole!”
Naho mi guardò con aria
sorpresa “E lui perché non è venuto con te?”
“Non ha voluto!”
dissi, per poi raccontare cosa fosse successo e delle capacità della gabbia.
“Ok, Shikamaru, Sasuke, Sora, Eichi, voi quattro verrete con me e libereremo Naruto. Tu Miiko prendi le
bambine e riportele a casa!” disse la mamma prendendo il comando.
Tutti annuirono,
tranne Naho “No, io vengo con voi. Voglio aiutare
papà, inoltre solo io e Rei conosciamo la strada per il covo di Kabuto!”
Sakura si
inginocchiò e posando le mani sulle spalle di mia sorella disse “Naho, sai che Kabuto vuole il tuo
chakra. Non posso metterti in pericolo!”
“Ma io…allora portate Rei, lei non corre pericolo e vi sarà
d’aiuto nel covo!” disse dispiaciuta dal non poter rendersi utile.
“Ehi, io non ho
detto che sarei andata. Non decidi tu per me!” dissi spingendola. Mi dava
fastidio che prendesse decisione al mio posto, oltre al fatto che non volevo
andarci.
“Papà ha fatto di
tutto pur di liberarci e tu ora lo ringrazi così?” mi disse Naho.
“Non ha fatto molto.
Si è fatto solo catturare!” le risposi.
“Per proteggerti e
per permetterti la fuga!” mi rimproverò Naho.
“Si, dopo che in
questi anni ha fatto i comodi suoi e…”cominciai, ma
la voce di uno dei presenti ci fece tacere.
“Litigando non
aiuterete nessuno. Tornate a casa e statevene li buone. Abbiamo capito dove
cercare vostro padre!” disse. “Inoltre Sora può riuscire a intravvedere i chakra!”
“Ma Sasuke jii-chan” disse Naho come fosse una supplica.
La mamma prese
nuovamente parola difendendomi “Ascolta Naho, tua
sorella ha appena avuto una brutta esperienza ed è normale che non voglia
tornare in quel luogo. Inoltre spetta noi adulti salvare vostro padre. Voi
tornate a casa e restate tranquille, noi torneremo presto, d’accordo?”
Mia sorella annuii
rassegnata, ma mi fulminò con lo sguardo una volta che gli altri si furono
allontanati.
Pov Sakura
Ero felicissima di
aver ritrovato la mia bambina, ma non potevo godermi quella felicità a pieno
senza mio marito. Non volevo ritrovare un componente della famiglia per
perderne un altro. Dovevamo stare tutti insieme e questa volta non sarei
rimasta al villaggio ad aspettare buone o brutte notizie, avrei collaborato
anche io.
Inoltre sapevo che Naruto era ferito e per quanto mi fidassi di Sora nel campo
medico, era ancora molto inesperto e un suo intervento avrebbe potuto non
essere sufficiente.
“Tornate presto con
papà!” disse la piccola Naho salutando, mi girai per
ricambiare il gesto, quando mi vidi Miiko corrermi
incontro. Sembrava volesse abbracciarmi, ma dovetti ricredermi quando
superandomi, si buttò al collo di Eichi.
“Sta attento e non
farti ammazzare!” le disse.
Sorrisi a vedere
l’imbarazzo di Eichi. Si sapeva che fra loro ci fosse
del tenero, ma l’allievo di Naruto era sempre stato
ben attento a non pubblicizzare la cosa.
Non aspettammo che
il sole sorgesse del tutto, quelle tenebre, per quanto minime fossero,
avrebbero potuto aiutarci a intrufolarci nel territorio nemico.
I samurai ai confini del paese erano più numerosi di
quanto ci aspettassimo. Non so come fosse riuscita Kumiko
ad eludere tale sorveglianza senza farsi notare. Probabilmente c’era una strada
meno trafficata, ma non volevamo perdere tempo e decidemmo che saremmo passati
di lì. Fu Shikamaru a ideare il piano in pochissimo
tempo e tutti ci mettemmo all’opera.
Eichi sarebbe stato
l’esca. Era perfetto per innervosire gli avversari e di fatti, senza che
questi applicassero chissà quale genere
di difesa, si precipitarono tutti su di
lui. Eichi cominciò a correre, lanciando inutilmente
delle armi dietro di sé. Tutti sapevamo che delle semplici armi non avrebbero
potuto ferire dei samurai, ma volevamo far credere loro che quel ragazzo fosse
uno sprovveduto, in modo tale da non rendersi contro della trappola che
avevamo architettato.
Successivamente fu
il mio turno, quando la maggior parte di
loro, mise piede in una zona dove il terreno fosse più facile da rompere.
“Shannaro!” gridai, mentre concentravo il mio chakra sul pugno destro, colpendo poi il terreno, in modo
tale da aprirlo in due e farci cadere quanti più samurai possibile.
La prima parte del
piano funzionò abbastanza bene, ma eravamo comunque in un numero inferiore.
Shikamaru adottò la sua
tecnica del controllo dell’ombra per imprigionare una decina di nemici, i quali
attirati dal richiamo di Sasuke, lo guardarono negli
occhi, per poi cadere a terra in preda al dolore.
“C-cosa avete fatto?” chiese uno di loro, salvatosi
dall’illusione del mio compagno.
“Sono caduti in
un’illusione come dei babbei!” disse sorridendo Eichi,
per poi essere buttato a terra da Sora, evitandogli di essere trafitto da una
freccia.
“Evita di fare il
gradasso se non vuoi morire o peggio…scoperto!” lo
rimproverò lo Hyuga, il quale, vedendosi piombare
addosso varie armi, utilizzò la rotazione suprema, per difendere se stesso e il
compagno.
“Accidenti! Disse Sasuke mordendosi il labbro.
Aveva gli occhi
puntati sulle sue vittime, le quali una alla volta si stavano alzando.
“Che diavolo di
fine ha fatto la tua illusione Uchiha?” chiese Shikamaru sorpreso.
“Le loro armatura
assorbono il chakra e sono riusciti così ad
annullarla!” rispose infastidito.
“Si, ma sembrano
ubriachi, la tua visione deve aver comunque giocato loro un brutto scherzo!”
disse Eichi.
“Cosa facciamo ora?
Come li eliminiamo!” chiese Sora preoccupato.
“Non era eliminarli
il nostro intento Sora. Dovevamo semplicemente distrarli!” risposi io,
guardando i samurai con un sorriso divertito “E credo che ormai possiamo dire
che il nostro compito è finito!” dissi per poi comporre un sigillo e sparire in
una nuvola di fumo, seguita da tutti i miei compagni.
Eravamo riusciti a
inoltrarci in territorio nemico, grazie all’ausilio delle nostre copie e non ci
restava altro che trovare il nascondiglio di Kabuto.
A giudicare dal disegno di Naho dovevamo essere nel
luogo giusto, anche se ai miei occhi quello che
mi appariva davanti era solo un alto muro di roccia.
“Sakura!” mi chiamò
Sasuke facendosi raggiungere. Mi indicò di guardare
per terra, dove si notavano delle impronte. Erano molto piccole, proprio come
quelle dei bambini.
“Kumiko!” dissi in un sussurro e Sasuke
non potè fare a meno di annuire.
Sora attivò subito
il byakugan per controllare i dintorni “Non vedo
nessun tipo di chakra, ma vi è una galleria qui
sotto!”
Come detto dall’ex
allievo di Naruto, trovammo l’ingresso della
galleria, ma notammo che era troppo stretta perché potessimo entrarvi.
“Dov’è quell’Inuzuka quando serve!” sbuffò Sasuke
per poi squadrare dalla testa ai piedi Sora ed Eichi.
“P-perché ci guardi così?” chiese Eichi.
“Bhe noi siamo i più piccoli e uno di noi due potrebbe
riuscire a passare!” disse Sora intelligentemente.
“Eh no, io soffro
di claustrofobia!” disse Eichi tirandosi indietro “E
poi chi mi tira fuori se rimango bloccato?”
“Nessuno!” disse Shikamaru.
“Già, è appunto questo
che temo!” disse Eichi
sconsolato.
“Non vi guardavo
per un motivo preciso, stavo riflettendo. Potremo usare lo stesso metodo che ha
usato Naruto per arrivare fin quì!”
continuò l’Uchiha. “Uno di noi può intrufolarsi nella
galleria prendendo le sembianze di Kumiko o Naho e noi altri entreremo dall’entrata principale e se Kabuto salta fuori, lo elimineremo!”
“La fai facile tu!”
disse Shikamaru. “Kabuto
non sarà così facile da sconfiggere e se Naruto è
stato rinchiuso, non è che abbiamo molte possibilità. Se in questi anni noi ci
siamo allenati e migliorati, lo stesso vale per quella serpe e non so quante
possibilità abbiamo di riuscire a batterlo!” disse Shikamaru,
dando voce ai pensieri di tutti.
“Allora lasciamo Naruto là dov’è!” disse Sasuke
incrociando le braccia.
Shikamaru lo osservò e
sbuffò recandosi verso l’entrata. L’Uchiha sogghignò soddisfatto e seguì il Nara.
“Sei sicura di
volerlo fare Sakura-san?” mi chiese Sora mentre
componevo i sigilli per la trasformazione. Ero convinta di quanto stavo per
fare e il ragazzo dovette comprendere la risposta dal mio sguardo determinato.
La galleria era
stratta e buia. Di tanto in tanto allungavo il braccio per controllare che vi
fosse il via libera e che nessun cedimento avesse reso impossibile il mio cammino.
Stavo strisciando
da diversi minuti e sentivo l’aria cominciare a mancarmi, cominciai a
preoccuparmi della situazione quando una luce, seppur debole, mi indicò la via
da seguire e dell’aria cominciò nuovamente a entrarmi regolarmente nei polmoni.
Come Kumiko mi aveva informato, mi ritrovai in un luogo
squallido e per di più rinchiusa in una cella. Non perdetti tempo a pensare a
dove mi trovassi o altro, mi precipitai immediatamente su Naruto.
Mio marito era
steso a terra. Le sue condizioni non erano delle migliori, aveva l’affanno e sudore che gli impregnava la fronte e i
capelli.
“Naruto!” lo chiamai accarezzandogli il volto pallido.
Lo vidi aprire
leggermente gli occhi e lo vidi sussultare quando mi vide “K-Kumiko…p-perché
sei…”
“Ssssh, tranquillo!” dissi sciogliendo la trasformazione
“Sono Sakura! Kumiko è al sicuro!”
Sgranò il più
possibile gli occhi per poi dirmi “”Sakura…c-come sei
arrivata fin qui?” disse alzandosi leggermente facendo leva sul braccio destro “Devi a-andartene. Se Kabuto t-ti trova qui lui…” non
riuscì a terminare la frase che le forze lo abbandonarono costringendolo
nuovamente a sdraiarsi.
“Me ne andrò, ma
non senza di te!” dissi per poi osservargli la ferita al braccio. Non
sanguinava più ma aveva un aspetto orribile e qualche animaletto aveva preso a
passeggiare tranquillamente sulla ferita. Aveva fatto infezione a causa di
quell’ambiente e mi morsi il labbro quando mi accorsi che il mio chakra non riusciva ad avere un pieno effetto benefico
sulla piaga.
Mi morsi il labbro
e osservai Naruto preoccupata.
“è molto…brutta?” mi chiese.
Scossi la testa
“andrà tutto bene!” dissi, ma non riuscivo a essere molto convincente,
soprattutto perché Naruto era capace di leggermi
negli occhi.
Mi alzai e con dei
calci provai ad aprire le sbarre. Erano più resistenti di quanto sembrassero e
mi vidi costretta, nonostante la pericolosità ad usare delle carte bombe. Le accesi e mi misi sopra il corpo di Naruto per proteggerlo da eventuali schegge.
Strinsi gli occhi
per proteggere anche gli occhi, ma li spalancai quando sentii un forte dolore
alla caviglia. Le La porta della prigione, a causa dell’esplosione, si era
aperta, ma questa cadde sulla mia gamba.
“Sakura!” mi chiamò
Naruto quando mi sentì trattenere un gemito di
dolore. Gli sorrisi per tranquillizzando.
“Sakura-san, Naruto-sensei!”
sentii un voce chiamarci. Riconobbi Sora e chiamandolo, lo condussi alla
prigione.
“Accidenti!” disse
quando vide quanto successo e aiutandoci
a liberarci.
“D-dove sono gli altri?” chiesi, mentre cercai di guarirmi
in parte la caviglia colpita.
“Sono qui fuori. Al
momento non sembra che Kabuto ci abbia scoperto,
quindi direi di approfittare del momento e andarcene!” mi disse sorprendendomi.
Era impossibile che non si fosse accorto che degli intrusi fossero entrati nel
suo nascondiglio e trovavo assurdo che non si aspettasse che qualcuno sarebbe
venuto a liberare Naruto.
“Possibile che
dobbiamo sempre tirarti fuori dai casini, dobe!”
disse Sasuke con aria seccata, mentre si caricava Naruto sulla spalla.
“R-ragazzi, Kabuto ha preso la
parte del mio chakra demoniaco per il suo Gedo Mazo…v-vuole riportare in
vita il Juubi!” disse mio marito sorprendendoci.
Finalmente ci era
chiaro quali erano le sue folli intenzioni.
“Vuole diventare il
padrone del mondo e crede di aver trovato un modo per poter controllare il
demone!”
Shikamaru e Sasuke si
guardarono preoccupati.
“Dobbiamo
trovare il Gedo
Mazo e distruggerlo prima che la rinascita del demone
si completi! Ci vorrà un po’ di tempo, affinchè Kabuto sia pronto per attaccare con la sua cara bestiola, ma…se possiamo evitare che essa risorga,sarebbe meglio!”
“è semplice,
troviamo questo Gedo Mazo e
distruggiamolo. Dicci solo dove si trova!” disse Eichi
facendola facile.
Naruto scosse la testa
ignaro della locazione della statua.
“Aspettate!” dissi “Sicuro
di quello che stiamo per fare? Naruto non è messo
bene e…”
“Sakura…io sto bene. Questo è al momento la priorità!” mi
dissi.
Mi morsi il labbro,
ma sapevo che aveva ragione.
“Vedo una massa
concentrata di chakra da quella parte!” ci informò
Sora, facendoci fa guida.
“Attento Sora,
potrebbero esserci delle…” cominciò a dire Shikamaru, prima che il terreno si aprisse sotto i suoi
piedi “…trappole!” disse dopo che il tempestivo
intervento di Sasuke lo afferrasse per un braccio,
impedendogli di finire infilzato da una miriade di spuntoni che si
intravvedevano dalla nostra posizione.
“Idiota! Mi basta
un dobe da trasportare, fa in modo che non debba
portare anche te!” disse l’Uchiha seccato.
“Ehm…ragazzi” disse Eichi
attirando la nostra attenzione “Credo di aver appena premuto qualche
interruttore!” ci disse sollevando un piede da una piastrella che si era
infossata.
“Rotazione suprema!”
gridò Sora evitando così che fossimo infilzati da kunai
e shuriken.
“Insomma, possibile
che io torni utile solo per parare colpi?” disse alquanto seccato il ragazzo.
“Su amico mio, non
abbatterti, ognuno è portato per qualche cosa. Tu sei bravo a parare i colpi,
la mia specialità invece è quella di risolvere la situazione. Lasciate fare a
me e sarete in buone mani!” disse Eichi battendosi un pugno sul petto.
Naruto rise divertito,
mentre un commentino non tanto piacevole uscì dalla bocca di Sasuke.
Continuammo a
camminare e schivare trappole di vario genere. Sembravano non finire più.
“Fermatevi!” disse Naruto e scendendo dalle spalle dell’Uchiha.
“Naruto, non sei in condizioni di…”
cominciai col dire, ma esso mi fermò.
“Tu cammini
nonostante la caviglia, io posso rendermi utile anche in mancanza di chakra e con un braccio fuori uso!” ci disse per poi chiederci
di fare silenzio.
“Il gedo Mazo non è da quella parte!”
ci disse.
Tutti lo guardammo
stralunato.
“Ma certo che è di
qua, se no perché mettere tutte queste trappole?” ci disse Eichi.
Naruto lo guardò
seriamente, per poi spostare lo sguardo sull’altro suo allievo “Sora, di che
colore è il chakra concentrato che vedi?”
“Ehm…azzurro!” disse Sora confuso.
“Non vi sembra
strano che il chakra demoniaco sia esattamente dello
stesso colore di quello umano e che nonostante tutte queste trappole, Kabuto non sia ancora intervenuto a fermarci dal nostro
intento. Quell’essere è stato chiaro sul fatto che non voleva uccidermi, ma se
tentiamo di mandare all’aria il suo piano, non pensate che ce lo impedirebbe?
Secondo me queste trappole, che non sono poi complicate da eludere per dei
ninja come noi, direi che sono state piazzate, insieme a quel chakra, per depistarci!”
Shikamaru sospirò “Mi
sembrava ci fosse qualcosa che non va!”
“Perché non hai
detto niente?” lo rimproverò l’Uchiha.
“E tu?” disse il Nara convinto che anche il suo compagno si fosse accorto
della stranezza.
“Cosa facciamo
allora, Naruto?” chiesi preoccupata.
Naruto sembrò
concentrarsi nuovamente “Avverto un forte ammontare di chakra
dalla parte opposta. Ora possiamo continuare la nostra missione o andarcene
e architettare qualche piano per
combattere quella creatura!” disse serio.
“Io opterei per la
prima. Ormai siamo quì!” disse Eichi.
“Anch’io! Non so
molto sul Juubi, ma ne ho sentito parlare da Orochimaru e sembra sia impossibile da fermare e che abbia
un potere immenso a cui nessuno si può opporre!” disse Sasuke.
Fummo tutti d’accordo
e questa volta non fu difficile giungere a destinazione. Arrivammo davanti a un
veicolo cieco apparentemente, ma che si apriva a comando. Non avemmo nemmeno il
tempo di capire come aprire quella porta,
che essa si aprì da sola, mostrandoci il contenuto della stanza che proteggeva.
“Bene, bene, bene.
ce ne avete messo di tempo per giungere a destinazione, ninja di Konoha!” disse Kabuto
accogliendoci “calorosamente”.