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Autore: Neko    26/07/2012    2 recensioni
Sequel di "Da allievo a maestro" Sono passati anni da quando Kabuto ha combattuto nel suo covo contro i ninja della foglia e compiendo un gesto infimo ha rapito la figlia di Naruto appena venuta al mondo, ma esso non si arrende e continua la sua disperata ricerca con l'aiuto dei suoi amici.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo 22: Nel covo

 

Pov Kumiko

Fu il rumore delle foglie che scricchiolano sotto i piedi e delle voci in lontananza a svegliarmi dal mio sonno. Era ancora presto e il sole aveva cominciato a sorgere da poco. Non ci misi molto a ricordare cosa fosse successo il giorno prima.

Ero in fuga. Stavo scappando  una volta per tutte da Kabuto per non tornarci mai più, a meno che quelle voci non appartenessero a dei samurai venuti per riportarmi indietro.

Per istinto mi nascosi in una zona dove vi erano presenti molti cespugli, ma una volta raggiunto il luogo, riflettei sulla mia paura. A Kabuto non importava niente di me, quindi perché perdere tempo a cercarmi.

Dovevano essere dei ninja o dei civili che abitavano quelle terre. Avrebbero potuto aiutarmi, anche se non sapevo loro cosa dire. Potevo raccontare loro dell’uomo che diceva di essere il mio vero padre, ma se non si fosse trattato di ninja, cosa avrebbero mai potuto fare?

Morire anche loro, ecco cosa.

Ci provai comunque. Non avevo niente da perdere ormai.

Uscì dal mio nascondiglio per correre davanti a uno di loro.

“Aiutatemi vi prego!” gridai strizzando gli occhi, ma quando li aprii lentamente, mi sentii mancare il fiato.

 Una figura alta, magra, con una tenuta tipicamente ninja, un copri fronte che teneva indietro i capelli e stivali sporchi di fango. Aveva un  volto dolce che in quel momento esprimeva sorpresa, due occhi verdi  e i capelli di un colore rosa assurdo quanto i miei.

Conoscevo quella persona, l’avevo vista il giorno precedente.

La vidi portarsi le mani alla bocca e delle lacrime cominciarono a sgorgare “K-Kumiko!” disse in un sussurro, quasi come se avesse timore di pronunciare quel nome.

Non so perché ma detto da lei aveva tutt’altro suono. Avrei potuto abituarmici a quel nome, che fino a un momento prima mi sembrava brutto.

Non dissi niente, furono le mie gambe e braccia a fare il resto e senza che nemmeno me ne accorgessi, abbracciai la donna che riconobbi essere mia madre.

“Piccola mia, finalmente…finalmente ti abbiamo trovato!”

“Mamma!” dissi per la prima volta in vita mia. Non avevo paura di non essere amata. Lo sentivo nel suo abbraccio che mi voleva bene. Era un sentimento difficile da descrivere e che non avevo mai provato prima, ma comunque bellissimo.

“Vedrai quando lo saprà tuo padre!” mi disse guardandomi in volto e accarezzandomi il volto.

A quelle parole abbassai il volto e non dissi niente.

“Rei!” mi sentii chiamare da una voce simile alla mia. Infatti Naho stava correndo verso di me con altre persone.

Rimasi sorpresa quando mia sorella mi abbracciò. Non era nostro solito abbracciarci e di fatto non ricambiai la stretta.

“Sei riuscita a fuggire? Come hai fatto? è stato papà vero?” disse guardandosi intorno felice, per poi rattristarsi quando non vide traccia dell’uomo. “Ma…ma dov’è?” mi chiese.

Naruto!” cominciò a chiamare la mamma, anch’essa preoccupata  dal non vederlo in giro.

“Io non lo vedo da nessuna parte!” disse un ragazzo sui diciotto anni dagli occhi chiarissimi e strani, con delle vene spesse tutt’intorno

“Rei, dov’è papà?” mi chiese Naho preoccupata.

Guardai tutte quelle persone in volto e tutti erano in attesa di una mia risposta. Mi morsi il labbro prima di parlare “Kabuto ci ha imprigionato entrambi in una cella. Io sono scappata grazie alla galleria scavata da te quando eravamo piccole!”

Naho mi guardò con aria sorpresa “E lui perché non è venuto con te?”

“Non ha voluto!” dissi, per poi raccontare cosa fosse successo e delle capacità della gabbia.

“Ok, Shikamaru, Sasuke, Sora, Eichi, voi quattro verrete con me e libereremo Naruto. Tu Miiko prendi le bambine e riportele a casa!” disse la mamma prendendo il comando.

Tutti annuirono, tranne Naho “No, io vengo con voi. Voglio aiutare papà, inoltre solo io e Rei conosciamo la strada per il covo di Kabuto!”

Sakura si inginocchiò e posando le mani sulle spalle di mia sorella disse “Naho, sai che Kabuto vuole il tuo chakra. Non posso metterti in pericolo!”

“Ma io…allora portate Rei, lei non corre pericolo e vi sarà d’aiuto nel covo!” disse dispiaciuta dal non poter rendersi utile.

“Ehi, io non ho detto che sarei andata. Non decidi tu per me!” dissi spingendola. Mi dava fastidio che prendesse decisione al mio posto, oltre al fatto che non volevo andarci.

“Papà ha fatto di tutto pur di liberarci e tu ora lo ringrazi così?” mi disse Naho.

“Non ha fatto molto. Si è fatto solo catturare!” le risposi.

“Per proteggerti e per permetterti la fuga!” mi rimproverò Naho.

“Si, dopo che in questi anni ha fatto i comodi suoi e…”cominciai, ma la voce di uno dei presenti ci fece tacere.

“Litigando non aiuterete nessuno. Tornate a casa e statevene li buone. Abbiamo capito dove cercare vostro padre!” disse. “Inoltre Sora può riuscire a intravvedere i chakra!”

“Ma Sasuke jii-chan” disse Naho come fosse una supplica.

La mamma prese nuovamente parola difendendomi “Ascolta Naho, tua sorella ha appena avuto una brutta esperienza ed è normale che non voglia tornare in quel luogo. Inoltre spetta noi adulti salvare vostro padre. Voi tornate a casa e restate tranquille, noi torneremo presto, d’accordo?”

Mia sorella annuii rassegnata, ma mi fulminò con lo sguardo una volta che gli altri si furono allontanati.

 

Pov Sakura

Ero felicissima di aver ritrovato la mia bambina, ma non potevo godermi quella felicità a pieno senza mio marito. Non volevo ritrovare un componente della famiglia per perderne un altro. Dovevamo stare tutti insieme e questa volta non sarei rimasta al villaggio ad aspettare buone o brutte notizie, avrei collaborato anche io.

Inoltre sapevo che Naruto era ferito e per quanto mi fidassi di Sora nel campo medico, era ancora molto inesperto e un suo intervento avrebbe potuto non essere sufficiente.

“Tornate presto con papà!” disse la piccola Naho salutando, mi girai per ricambiare il gesto, quando mi vidi Miiko corrermi incontro. Sembrava volesse abbracciarmi, ma dovetti ricredermi quando superandomi, si buttò al collo di Eichi.

“Sta attento e non farti ammazzare!” le disse.

Sorrisi a vedere l’imbarazzo di Eichi. Si sapeva che fra loro ci fosse del tenero, ma l’allievo di Naruto era sempre stato ben attento a non pubblicizzare la cosa.

Non aspettammo che il sole sorgesse del tutto, quelle tenebre, per quanto minime fossero, avrebbero potuto aiutarci a intrufolarci nel territorio nemico.

I samurai  ai confini del paese erano più numerosi di quanto ci aspettassimo. Non so come fosse riuscita Kumiko ad eludere tale sorveglianza senza farsi notare. Probabilmente c’era una strada meno trafficata, ma non volevamo perdere tempo e decidemmo che saremmo passati di lì. Fu Shikamaru a ideare il piano in pochissimo tempo e tutti ci mettemmo all’opera.

Eichi sarebbe stato l’esca. Era perfetto per innervosire gli avversari e di fatti, senza che questi  applicassero chissà quale genere di  difesa, si precipitarono tutti su di lui. Eichi cominciò a correre, lanciando inutilmente delle armi dietro di sé. Tutti sapevamo che delle semplici armi non avrebbero potuto ferire dei samurai, ma volevamo far credere loro che quel ragazzo fosse uno sprovveduto, in modo tale da non rendersi contro della trappola che avevamo  architettato.

Successivamente fu il mio turno, quando  la maggior parte di loro, mise piede in una zona dove il terreno fosse più facile da rompere.

Shannaro!” gridai, mentre concentravo il mio chakra sul pugno destro, colpendo poi il terreno, in modo tale da aprirlo in due e farci cadere quanti più samurai possibile.

La prima parte del piano funzionò abbastanza bene, ma eravamo comunque in un numero inferiore.

Shikamaru adottò la sua tecnica del controllo dell’ombra per imprigionare una decina di nemici, i quali attirati dal richiamo di Sasuke, lo guardarono negli occhi, per poi cadere a terra in preda al dolore.

C-cosa avete fatto?” chiese uno di loro, salvatosi dall’illusione del mio compagno.

“Sono caduti in un’illusione come dei babbei!” disse sorridendo Eichi, per poi essere buttato a terra da Sora, evitandogli di essere trafitto da una freccia.

“Evita di fare il gradasso se non vuoi morire o peggio…scoperto!” lo rimproverò lo Hyuga, il quale, vedendosi piombare addosso varie armi, utilizzò la rotazione suprema, per difendere se stesso e il compagno.

“Accidenti! Disse Sasuke mordendosi il labbro.

Aveva gli occhi puntati sulle sue vittime, le quali una alla volta si stavano alzando.

“Che diavolo di fine ha fatto la tua illusione Uchiha?” chiese Shikamaru sorpreso.

“Le loro armatura assorbono il chakra e sono riusciti così ad annullarla!” rispose infastidito.

“Si, ma sembrano ubriachi, la tua visione deve aver comunque giocato loro un brutto scherzo!” disse Eichi.

“Cosa facciamo ora? Come li eliminiamo!” chiese Sora preoccupato.

“Non era eliminarli il nostro intento Sora. Dovevamo semplicemente distrarli!” risposi io, guardando i samurai con un sorriso divertito “E credo che ormai possiamo dire che il nostro compito è finito!” dissi per poi comporre un sigillo e sparire in una nuvola di fumo, seguita da tutti i miei compagni.

Eravamo riusciti a inoltrarci in territorio nemico, grazie all’ausilio delle nostre copie e non ci restava altro che trovare il nascondiglio di Kabuto. A giudicare dal disegno di Naho dovevamo essere nel luogo giusto, anche se ai miei occhi quello che  mi appariva davanti era solo un alto muro di roccia.

“Sakura!” mi chiamò Sasuke facendosi raggiungere. Mi indicò di guardare per terra, dove si notavano delle impronte. Erano molto piccole, proprio come quelle dei bambini.

Kumiko!” dissi in un sussurro e Sasuke non potè fare a meno di annuire.

Sora attivò subito il byakugan per controllare i dintorni “Non vedo nessun tipo di chakra, ma vi è una galleria qui sotto!”

Come detto dall’ex allievo di Naruto, trovammo l’ingresso della galleria, ma notammo che era troppo stretta perché potessimo entrarvi.

“Dov’è quell’Inuzuka quando serve!” sbuffò Sasuke per poi squadrare dalla testa ai piedi Sora ed Eichi.

P-perché ci guardi così?” chiese Eichi.

Bhe noi siamo i più piccoli e uno di noi due potrebbe riuscire a passare!” disse Sora intelligentemente.

“Eh no, io soffro di claustrofobia!” disse Eichi tirandosi indietro “E poi chi mi tira fuori se rimango bloccato?”

“Nessuno!” disse Shikamaru.

“Già, è appunto questo che temo!”  disse Eichi sconsolato.

“Non vi guardavo per un motivo preciso, stavo riflettendo. Potremo usare lo stesso metodo che ha usato Naruto per arrivare fin quì!” continuò l’Uchiha. “Uno di noi può intrufolarsi nella galleria prendendo le sembianze di Kumiko o Naho e noi altri entreremo dall’entrata principale e se Kabuto salta fuori, lo elimineremo!”

“La fai facile tu!” disse Shikamaru. “Kabuto non sarà così facile da sconfiggere e se Naruto è stato rinchiuso, non è che abbiamo molte possibilità. Se in questi anni noi ci siamo allenati e migliorati, lo stesso vale per quella serpe e non so quante possibilità abbiamo di riuscire a batterlo!” disse Shikamaru, dando voce ai pensieri di tutti.

“Allora lasciamo Naruto là dov’è!” disse Sasuke incrociando le braccia.

Shikamaru lo osservò e sbuffò recandosi verso l’entrata. L’Uchiha  sogghignò soddisfatto e seguì il Nara.

“Sei sicura di volerlo fare Sakura-san?” mi chiese Sora mentre componevo i sigilli per la trasformazione. Ero convinta di quanto stavo per fare e il ragazzo dovette comprendere la risposta dal mio sguardo determinato.

La galleria era stratta e buia. Di tanto in tanto allungavo il braccio per controllare che vi fosse il via libera e che nessun cedimento avesse reso impossibile il mio cammino.

Stavo strisciando da diversi minuti e sentivo l’aria cominciare a mancarmi, cominciai a preoccuparmi della situazione quando una luce, seppur debole, mi indicò la via da seguire e dell’aria cominciò nuovamente a entrarmi regolarmente nei polmoni.

Come Kumiko mi aveva informato, mi ritrovai in un luogo squallido e per di più rinchiusa in una cella. Non perdetti tempo a pensare a dove mi trovassi o altro, mi precipitai immediatamente su Naruto.

Mio marito era steso a terra. Le sue condizioni non erano delle migliori, aveva l’affanno  e sudore che gli impregnava la fronte e i capelli.

Naruto!” lo chiamai accarezzandogli il volto pallido.

Lo vidi aprire leggermente gli occhi e lo vidi sussultare quando mi vide “K-Kumiko…p-perché sei…

Ssssh, tranquillo!” dissi sciogliendo la trasformazione “Sono Sakura! Kumiko è al sicuro!”

Sgranò il più possibile gli occhi per poi dirmi “”Sakura…c-come sei arrivata fin qui?” disse alzandosi leggermente facendo leva sul braccio  destro “Devi a-andartene. Se Kabuto t-ti trova qui lui…” non riuscì a terminare la frase che le forze lo abbandonarono costringendolo nuovamente a sdraiarsi.

“Me ne andrò, ma non senza di te!” dissi per poi osservargli la ferita al braccio. Non sanguinava più ma aveva un aspetto orribile e qualche animaletto aveva preso a passeggiare tranquillamente sulla ferita. Aveva fatto infezione a causa di quell’ambiente e mi morsi il labbro quando mi accorsi che il mio chakra non riusciva ad avere un pieno effetto benefico sulla piaga.

Mi morsi il labbro e osservai Naruto preoccupata.

“è molto…brutta?” mi chiese.

Scossi la testa “andrà tutto bene!” dissi, ma non riuscivo a essere molto convincente, soprattutto perché Naruto era capace di leggermi negli occhi.

Mi alzai e con dei calci provai ad aprire le sbarre. Erano più resistenti di quanto sembrassero e mi vidi costretta, nonostante la pericolosità ad usare delle carte bombe.  Le accesi e mi misi sopra il corpo di Naruto per proteggerlo da eventuali schegge.

Strinsi gli occhi per proteggere anche gli occhi, ma li spalancai quando sentii un forte dolore alla caviglia. Le La porta della prigione, a causa dell’esplosione, si era aperta, ma questa cadde sulla mia gamba.

“Sakura!” mi chiamò Naruto quando mi sentì trattenere un gemito di dolore. Gli sorrisi per tranquillizzando.

Sakura-san, Naruto-sensei!” sentii un voce chiamarci. Riconobbi Sora e chiamandolo, lo condussi alla prigione.

“Accidenti!” disse quando  vide quanto successo e aiutandoci a liberarci.

D-dove sono gli altri?” chiesi, mentre cercai di guarirmi in parte la caviglia colpita.

“Sono qui fuori. Al momento non sembra che Kabuto ci abbia scoperto, quindi direi di approfittare del momento e andarcene!” mi disse sorprendendomi. Era impossibile che non si fosse accorto che degli intrusi fossero entrati nel suo nascondiglio e trovavo assurdo che non si aspettasse che qualcuno sarebbe venuto a liberare Naruto.

“Possibile che dobbiamo sempre tirarti fuori dai casini, dobe!” disse Sasuke con aria seccata, mentre si caricava Naruto sulla spalla.

R-ragazzi, Kabuto ha preso la parte del mio chakra demoniaco per il suo Gedo Mazo…v-vuole riportare in vita il Juubi!” disse mio marito sorprendendoci.

Finalmente ci era chiaro quali erano le sue folli intenzioni.

“Vuole diventare il padrone del mondo e crede di aver trovato un modo per poter controllare il demone!”

Shikamaru  e Sasuke si guardarono preoccupati.

“Dobbiamo trovare  il Gedo Mazo e distruggerlo prima che la rinascita del demone si completi! Ci vorrà un po’ di tempo, affinchè Kabuto sia pronto per attaccare con la sua cara bestiola, ma…se possiamo evitare che essa risorga,sarebbe meglio!”

“è semplice, troviamo questo Gedo Mazo e distruggiamolo. Dicci solo dove si trova!” disse Eichi facendola facile.

Naruto scosse la testa ignaro della locazione della statua.

“Aspettate!” dissi “Sicuro di quello che stiamo per fare? Naruto non è messo bene e…

Sakura…io sto bene. Questo è al momento la priorità!” mi dissi.

Mi morsi il labbro, ma sapevo che aveva ragione.

“Vedo una massa concentrata di chakra da quella parte!” ci informò Sora, facendoci fa guida.

“Attento Sora, potrebbero esserci delle…” cominciò a dire Shikamaru, prima che il terreno si aprisse sotto i suoi piedi “…trappole!” disse dopo che il tempestivo intervento di Sasuke lo afferrasse per un braccio, impedendogli di finire infilzato da una miriade di spuntoni che si intravvedevano dalla nostra posizione.

“Idiota! Mi basta un dobe da trasportare, fa in modo che non debba portare anche te!” disse l’Uchiha seccato.

Ehm…ragazzi” disse Eichi attirando la nostra attenzione “Credo di aver appena premuto qualche interruttore!” ci disse sollevando un piede da una piastrella che si era infossata.

“Rotazione suprema!” gridò Sora evitando così che fossimo infilzati da kunai e shuriken.

“Insomma, possibile che io torni utile solo per parare colpi?” disse alquanto seccato il ragazzo.

“Su amico mio, non abbatterti, ognuno è portato per qualche cosa. Tu sei bravo a parare i colpi, la mia specialità invece è quella di risolvere la situazione. Lasciate fare a me e sarete in buone mani!” disse Eichi  battendosi un pugno sul petto.

Naruto rise divertito, mentre un commentino non tanto piacevole uscì dalla bocca di Sasuke.

Continuammo a camminare e schivare trappole di vario genere. Sembravano non finire più.

“Fermatevi!” disse Naruto e scendendo dalle spalle dell’Uchiha.

Naruto, non sei in condizioni di…” cominciai col dire, ma esso  mi fermò.

“Tu cammini nonostante la caviglia, io posso rendermi utile anche in mancanza di chakra e con un braccio fuori uso!” ci disse per poi chiederci di fare silenzio.

“Il gedo Mazo non è da quella parte!” ci disse.

Tutti lo guardammo stralunato.

“Ma certo che è di qua, se no perché mettere tutte queste trappole?” ci disse Eichi.

Naruto lo guardò seriamente, per poi spostare lo sguardo sull’altro suo allievo “Sora, di che colore è il chakra concentrato che vedi?”

Ehm…azzurro!” disse Sora confuso.

“Non vi sembra strano che il chakra demoniaco sia esattamente dello stesso colore di quello umano e che nonostante tutte queste trappole, Kabuto non sia ancora intervenuto a fermarci dal nostro intento. Quell’essere è stato chiaro sul fatto che non voleva uccidermi, ma se tentiamo di mandare all’aria il suo piano, non pensate che ce lo impedirebbe? Secondo me queste trappole, che non sono poi complicate da eludere per dei ninja come noi, direi che sono state piazzate, insieme a quel chakra, per depistarci!”

Shikamaru sospirò “Mi sembrava ci fosse qualcosa che non va!”

“Perché non hai detto niente?” lo rimproverò l’Uchiha.

“E tu?” disse il Nara convinto che anche il suo compagno si fosse accorto della stranezza.

“Cosa facciamo allora, Naruto?” chiesi preoccupata.

Naruto sembrò concentrarsi nuovamente “Avverto un forte ammontare di chakra dalla parte opposta. Ora possiamo continuare la nostra missione o andarcene e  architettare qualche piano per combattere quella creatura!” disse serio.

“Io opterei per la prima. Ormai siamo quì!” disse Eichi.

“Anch’io! Non so molto sul Juubi, ma ne ho sentito parlare da Orochimaru e sembra sia impossibile da fermare e che abbia un potere immenso a cui nessuno si può opporre!” disse Sasuke.

 

Fummo tutti d’accordo e questa volta non fu difficile giungere a destinazione. Arrivammo davanti a un veicolo cieco apparentemente, ma che si apriva a comando. Non avemmo nemmeno il tempo di  capire come aprire quella porta, che essa si aprì da sola, mostrandoci il contenuto della stanza che proteggeva.

“Bene, bene, bene. ce ne avete messo di tempo per giungere a destinazione, ninja di Konoha!” disse Kabuto accogliendoci “calorosamente”.

 

 

 

 

  
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