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Autore: NiNieL82    12/02/2007    3 recensioni
[Take That] Tutti sognano il successo. Tutti sognano di diventare ricchi. Cinque ragazzi di Manchester negli anni '90 ci sono riusciti e sono diventati la boy band più conosciuta del mondo. Fama, un mucchio di soldi, sesso e rock&roll: un mix esplosivo per l'autodistruzione. Giada è tutto: un'assistente di Nigel, manager aguzzino; la migliore amica di Robbie; la ragazza di Howard... Ma tutto cambia dice una canzone. E se ci si innamora bisogna imparare a tenere dentro anche i propri sentimenti.
Prima fan fiction sui lads che segue la lunga carriera dei Take That. BUON DIVERTIMENTO!!!
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gary Barlow, Howard Donald, Jason Orange , Mark Owen, Robbie Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che dire

Che dire. Sono commossa da tutte le persone che continuano a recensire il mio racconto.
E spero di non deludere nessuno.
Per quanto riguarda il racconto chiedo: secondo voi cosa accadrà a Giada? Continuerà la sua storia con Howard?
Fatemi sapere cosa pensate che possa succedere..
Questo è il quinto capitolo.
Leggetelo e ‘fate come vi pare’ sempre.. ^__^
Ninie
l.

Capitolo 5: Divisa a metà.

“Take That?” chiese Robbie un po’ contrariato.
“Credo che sia il meno peggio..” disse Gary serio.
“Di sicuro molto meglio di Kick it…” disse Mark.
“A me non piace nessuno dei due. Anzi nessuno di questa lista” disse Howard.
“Che ne dite di chiamarci ‘Jason e i suoi ragazzi’?”disse Jason sorridendo.
Gary guardò Jason con un espressione del tipo ‘stendiamo un velo pietoso’ e disse:
“Propongo una votazione.. Chi è d’accordo per Kick it, alzi la mano..”
Nessuno lo fece.
“Take That?” chiese Gary.
Robbie, Mark e Howard alzarono la mano e quest’ultimo disse:
“Tra i due mali scelgo il minore..”
Jason sorrise e disse:
“Nel caso un giorno dovessero chiedercelo, io non c’entro nulla..”
Tutti risero e Gary disse:
“Messo al voto.. Abbiamo scelto Take That. Da oggi ci chiamiamo così”

“Cercasi assistente per lavoro a tempo pieno, disposta a viaggiare 365 giorni l’anno, non richiesta esperienza nel settore. Ottima paga. Disponibilità ventiquattrore su ventiquattro…” lesse Giada. “Cerchi un’assistente Nigel? Perché, per amore della verità dovresti aggiungere..Richiesta esperienza nel settore infantile. Importante: i cinque bambini sono molto dispettosi..”
Debbie rise e disse:
“Beh. In un certo senso ha ragione..”
Nigel guardò Giada e disse:
“Sai che mi hai fatto venire un’idea?”
“Cosa? Li porti all’asilo nido?”chiese Giada sarcastica.
“No!” disse veloce Nigel. “Tu potresti diventare la mia assistente”
“Cosa?” chiese Giada incredula.
“Tu. Sei amica di Robbie. Alle volte da ascolto solo a te… Sei la ragazza di Howard..” disse Nigel ma venne bloccato dalla ragazza che disse:
“Sino a poco tempo fa questo non era un punto a mio favore…”
Nigel scosse la testa e disse:
“Lascia da parte il passato e ascoltami.. I ragazzi ti vogliono bene. Si sono affezionati a te. Sei la loro mascotte. Se tu lavorassi con loro non sol staresti molto più vicina al tuo ragazzo. Ma avresti la possibilità di crescere con i Take That e recepire uno stipendio più alto di quello che prendi attualmente..”
Giada guardò Nigel e disse:
”Nigel.. Io non ho mai fatto l’assistente di nessuno..”
“E chi se ne importa..” disse il manager. “Imparerai. Basta che mi aiuti tenere l’ordine”
“E il mio vecchio lavoro?” disse Giada.
“Parlerò io con Carol..” disse sbrigativo Nigel.
Giada si trovò braccata. Doveva solo dire o si o no.
E piano rispose:
“Va bene.. Ma niente interferenze nella mia vita privata..”
“Ok!” disse Nigel.

Giada accettò il lavoro e, quando i ragazzi lo vennero a sapere, la presero in braccio e la portarono sotto le doccie, bagnandola da capo a piedi.
Era il loro modo di darle il benvenuto.
Per motivi tecnici, però, la registrazione del primo video dei Take That venne rimandata a data da destinarsi. Infatti, nonostante Nigel avesse deciso di produrlo, non aveva previsto che per farlo ci volessero molti più soldi di quanto immaginasse.
Nel frattempo Natale si avvicinava a grandi passi e il 1990 si concludeva.
Giada, che aveva lasciato casa sua nel gennaio 1989, mancava da casa da ormai due anni. La sua vita aveva preso un’altra piega, certo. La sua storia con Howard, il nuovo lavoro, il fatto che Robbie, anche se in un modo diverso, le stesse di nuovo vicino, non cancellavano il fatto che volesse passare un Natale a Stoke-on-Trent.
E quello, magari, era il momento adatto.

Nella stanza buia, si intravedevano le sagome di due corpi che si muovevano lentamente. Uno marmoreo, atletico, ben tenuto. L’altro più asciutto. Howard e Giada facevano l’amore, mentre fuori, una tempesta di neve imbiancava la città.
I respiri e le voci si fecero via, via più forti, fino ad esplodere in un unico sospiro e un bacio appassionato.
Howard si bloccò lentamente e sorridendo, dopo aver baciato la compagna, disse, sfregando il naso contro quello di Giada:
“Ti amo!”
“Anche io!” disse Giada dolce.
Howard si lasciò andare nel letto e strinse la ragazza che cerava un po’ di calore, per via del freddo. Stettero un po’ in silenzio e poi fu Giada a prendere la parola.
“Doug. Tra poco è Natale… Beh. Bob mi ha chiesto se potevo andare con lui a Stoke-on-Trent, per passare le feste con la sua famiglia..”
“OK!” disse Howard senza aspettare che la ragazza finisse.
Giada si voltò, lo guardò stupita e disse:
“Sei sicuro?”
Howard annuì e disse:
“Certo, avrei preferito passare il Natale con te.. Ma è meglio che tu vada con Robbie. Così rivedrai i tuoi due fratelli”
Giada abbracciò Howard ripetendo ‘grazie’ felice. E mentre si baciavano, rotolando nel letto, caddero e risero come dei matti.

Il pullman sfrecciava per le strade circondate da colline verdi, tipiche del paesaggio inglese.
Robbie guardava una rivista, mentre Giada, poggiata alla sua spalla, rideva ascoltando il ragazzo leggere, come un giornalista le notizie più stupide. Poi, chiudendo il giornale, disse:
“Che bello!” e cingendo la spalla dell’amica aggiunse: “Tra poco saremo a casa e potremo passare il Natale come quando eravamo bambini…” per poi, pizzicando la coscia dell’amica, dire: “anche se non credo che, con il culo che hai messo su portandoti a letto Donald, passerai per lo scivolo..”
Giada lo colpì divertita e disse:
“Non è vero. sei un animale..”
Robbie annuì e disse:
“See! Tanto sei ingrassata. Devo dirlo ad Howard di metterti a dieta..”
Giada cominciò una buffa lotta con Robbie, cercandolo di colpire come meglio le veniva. Poi, abbracciandolo, disse:
“Sono felice di essere con te Bob”
Robbie sorrise e baciandole la testa disse, serio:
“Anche io..”

“Per me hai fatto una stronzata” disse un amico ad Howard. “Lasciare che la tua ragazza, per quindici giorni, stai nella stessa camera di un uomo che ha la possibilità di toccarla in ogni dove solo perché si definiscono ‘amici’.. Lo sai che sono stronzate… L’amicizia tra una donna e un uomo non esiste. Magari, ora, nella cameretta di lui, scopano come dei conigli..”
“Io ho fiducia in Giada..” disse Howard piano.
“Beato te. Anche io vorrei avere la tua stessa fortuna. Ma credo che una come Giada metta gli ormoni in subbuglio… E la terrei lontana da qualsiasi pisello che non sia il mio…” disse l’amico.
“Ti ho detto che ho fiducia in Giada..” replicò Howard.
“E ti ho detto.. Beato te che credi ancora nelle fiabe” disse il ragazzo voltandosi e lasciando Howard da solo con i suoi pensieri.

Erika sorrise e controllo nella porta cosa stavano facendo Giada e Robbie seduti per terra.
Li trovò che ridevano guardando vecchie foto. E un po’ il tempo tornò indietro a quando lei, piccola, guardava la sorella due anni più grande, giocare con Robbie. E ricordò che piangeva, perché in quei giochi loro due non la mettevano mai in mezzo.
Ora, a malincuore, bussò sull’uscio aperto e disse.
“Se non sapessi che quel pezzo di manzo che risponde al nome di Howard Donald è il tuo ragazzo, beh, credo che penserei che voi due state assieme”
Giada sollevò la testa e alzandosi corse a salutare Erika. E con le lacrime agli occhi, disse:
“Tu non hai idea di quanto mi siate mancati…”
Erika sorrise e disse:
“Ti devo raccontare un milione di cose..”
Robbie sorrise e alzandosi, in silenzio, lasciò le sorelle nella camera.
In quel momento, se fosse rimasto si sarebbe sentito di troppo.

Howard fermò la macchina all’entrata del paesino.
Alla fine, il suo amico, era riuscito a mettergli la pulce nell’orecchio e lo aveva convinto, dopo le feste di Natale, a partire e Stoke- on-Trent.
Solo che, una volta fermo all’entrata del paese, si sentì uno stupido.
Aveva pensato a Giada che faceva l’amore con Robbie un migliaio di volte. E ora, davanti ala paese, una voce interiore, lo faceva sentire uno schifo per questo pensiero.
Guardò i bordi della strada, imbiancati dalla neve e, sospirando, rimise in moto.
Avrebbe trovato una scusa per la sua presenza. Ma aveva davvero troppo bisogno di stare con Giada.

Stefano prese un mucchio di neve e lo lanciò contro Robbie che, ridendo, fece altrettanto, riempiendo l’avversario di neve.
Erika, ridendo come una matta, prese una palla di neve e la scagliò contro la sorella di Robbie, Sally, che rispose con una sassaiola di palle di neve.
Giada, invece, faceva continui dispetti a Robbie che, in questo modo, si trovò attaccato su due fronti.
Dopo l’ennesima palla di neve, Robbie saltò addosso a Giada e prendendo una grossa manciata di neve la buttò in bocca all’amica che tossiva e rideva come una pazza.
Fu così che li trovò Howard dopo aver parcheggiato la macchina. Un gruppo di vecchi amici che giocava e si faceva i dispetti. E si sentì estraneo a quel gruppo. Infondo non ne aveva mai fatto parte.
Con passo svelto, attento a non scivolare per via del ghiaccio, si avvicinò.
Fu Giada la prima a vederlo, sollevandosi.
E spalancando la bocca, meravigliata disse, staccandosi da Robbie:
“Howard. È arrivato Howard..” e corse verso di lui, scivolando appena li fu arrivata vicino e facendo cadere anche il compagno.
Robbie cambiò espressione.
In quel momento capì che Giada era troppo cambiata per stare a giocare con lui. E che Howard, anche nella loro città natale, gliel’avrebbe portata via per tutto il tempo che sarebbe rimasto.
E seccato, si allontanò calciando la neve.

Howard e Giada passarono molto tempo assieme.
Camminavano per le strade del paese mano nella mano, sorridendo e baciandosi di tanto in tanto.
Giada sapeva di amare Howard. Ma non riusciva a spiegarsi la sua presenza a Stoke-on-Trent.
E anche se volve chiederglielo, tacque quella domanda, nella speranza che fosse lo stesso ragazzo a dirglielo. Ma non fu così.
E divisa a metà, cominciò il nuovo anno, con tanti interrogativi.

“Ahah” gridò Robbie. “Questa è la mia proprietà.. E con gli alberghi e tutto, il solo passaggio ti costa 568 sterline..” e allungando la mano verso Howard disse: “.. sgancia Donald..”
Howard finse di piangere e disse:
“Strozzino.. Io non i soldi per pagarti. E ho due bambini piccoli da mantenere…”
“Prostituisciti” disse Robbie serio. “Ti faccio usare i miei alberghi e non ti faccio pagare la camera…”
“Allora io mi prenoto..” disse Erika.
“Anche io..” disse Sally.
Howard a quelle attenzioni, divenne leggermente rosso e mentre guardava i cartellini per poter ipotecare e fare qualche soldo rimase in silenzio.
Fu Giada a dire:
“Ehy! Calme. Questo è il mio ragazzo..”
“Howard sei sotto di 300 sterline. Sei fuori dal gioco..” disse Stefano allegro.
Erika guardò l’orologio e disse:
“Beh.. E ora di andare…”
Stefano guardò l’ora a sua volta e disse:
“Si.. Dobbiamo andare. A casa ci sono le sorelle di Sue per cena..”
“E il vecchio come sta?” chiese Giada con una nota triste nella voce.
Sally e Robbie guardarono Giada con una certa amarezza, a rimasero in silenzio.
Fu Erika, con la voce triste che disse:
“Non ha chiesto di te. Ha chiesto di Bob e di tutta la famiglia Williams. Ma non di te..” e piano aggiunse: “Mi spiace..”
Giada incassò il colpo e piano disse:
“Tranquilla. Sto bene..”e alzandosi lasciò la camera.
Howard la stava per seguire, quando Robbie serio, disse:
“Howie.. Credo che sia meglio che vada io..”
Howard guardò l’amico e lo lasciò passare. E in quel momento sentì il peso dell’impotenza di non poter aiutare la sua compagna.
Un peso che sentiva ogni volta che lei piangeva per la sua famiglia.

Dalla serata in cui Giada seppe del padre, la ragazza divenne molto malinconica.
Non era una novità. Ogni volta che si toccava quell’argomento succedeva così. Ma anche al ritorno a Manchester, la malinconia travolse la ragazza.
E questo esasperò Howard, che cercava i parlarle, ma non trovava altro che un muro contro cui sbattere.
Finchè una mattina…

“Amore. Dai preparati che dobbiamo andare alla sala prove…”disse Howard dal bagno.
Giada si coprì di più e disse:
“Di a Nigel che sto male..”
Howard uscì dal bagno e guardò il fagottino inerme sotto le coperte. Sentiva che, gradatamente, la ragazza si allontanava da lui. E quel comportamento, lo faceva imbestialire.
Si avvicinò al letto e togliendole le coperte da dosso disse:
“Questa è la terza volta che ti giustifico con Nigel. Lo sai che potresti perdere il lavoro?” e prendendola in braccio la fece alzare da letto e portandola nella vasca disse: “Lavati e vieni a lavoro..”
Giada pianse e gridò:
“COME TI PERMETTI.. TU NON SAI QUELLO CHE STO PASSANDO!”
“SE ME NE PARLASSI LO SAPREI DI SICURO..” disse Howard disperato. E abbracciandola aggiunse: “Ti voglio aiutare.. Dammene la possibilità..”
Giada scosse la testa e piangendo più forte disse:
“IO NON VOGLIO CHE TU LO SAPPIA. TU NON FAI PARTE DI QUESTA MERDA. NON VOGLIO CHE TU DEBBA SOFFRIRE PER QUESTO..”e sollevandosi dalla vasca disse: “E ora se vuoi lasciarmi da sola.. Devo prepararmi”
Howard non disse una parola. Lasciò la ragazza da sola e poggiato sulla porta chiusa del bagno a stento trattenne le lacrime.
Era troppo frustrato. E cominciò a pensare che forse era troppo tardi per mettere una toppa.

Gary guardò Giada piangere e piano disse:
“Ehy! Che hai?”
Giada guardò Gary che le sorrideva dolce. E sentì uno strano conforto. Non era Robbie, che sapeva tutta la sua storia per via della loro lunga amicizia; non era Howard, che lei voleva tenere lontano da tutte quelle brutte cose.
Era un nuovo amico, che, sicuramente le avrebbe dato un ottimo consiglio.
E chinando la testa, disse:
“Sono una stupida… Sto perdendo Howard..”
Gary fece un segno come per chiedere se si poteva sedere.
Giada si spostò e il cantante si mise affianco a lei e disse, sospirando, con il suo tono da lord inglese:
“Alle volte dire le cose che si pensano fa male. Howard lo capirà e non lo perderai..”
Giada guardò Gary e disse:
“Se continuo a stare male si…”
Gary cinse le spalle della ragazza e allegro disse:
“Vieni. Ti faccio sentire una cosa…” e prendendole la mano l’accompagnò al piano.
Quando si mise a sedere disse:
“questa canzone l’ho scritta a quindici anni. Avevo un anno meno di te. E grazie a questa canzone sono entrato nei Take That. Te la dedico. E spero che ti tiri su…”
E cominciando a suonare, cantò una melodia resa ancora più bella dalla sua voce:

Put your head against my life
What do you hear
A million words just trying to make
The love song of the year
Close your eyes but don't forget
What you have heard
A man who's trying to say three words
The words that make me scared

A million love songs later
And here I am trying to tell you that I care
A million love songs later
And here I am

Looking to the future now
This is what I see
A million chances pass me by
A million chances to hold you
Take me back, take me back
To where I used to be
To hide away from all my truth
Through the light I see


A million love songs later
And here I am trying to tell you that I care
A million love songs later
And here I am
.


Howard la trovò così, che ascoltava Gary cantare con le lacrime agli occhi. E sentì un vuoto dentro. Aveva capito che l’unico che la poteva aiutare era Robbie. Ma lui l’aveva divisa a metà.
E anche se sapeva che in quel momento, forse era la cosa meno consigliata, si avvicinò e disse:
“Devo parlarti…”
Giada lo guardò e seguendolo a testa china lasciò la sala prove.

Howard, una volta fuori, si fermò e disse:
“Ci sto pensando da un po’… Non siamo più quelli di una volta…”
Giada aggrottò la fronte e disse:
“Scusa?”
Howard grattò la testa e disse:
“Non sono l’uomo adatto per te. Non ho fatto altro che ferirti da quando è arrivato Bob. Non riesco a starti vicino ora…”
“Howard.. io ti amo..” disse Giada seria.
Il ragazzo sorrise e disse:
“Anche io..”
“E allora perché mi stai dicendo tutte queste cose?” chiese Giada sospettosa.
“Ti lascio libera…” disse Howard con gli occhi rossi.
“Stai scherzando. È così?” chiese Giada cominciando a piangere.
“No. Preferisco essere tuo amico e poterti aiutare che essere messo fuori dai tuoi problemi per non rovinare la nostra storia… Preferisco che tu e Robbie possiate stare assieme senza sentirmi troppo escluso… Un giorno lo hai detto anche tu, la vostra amicizia renderebbe geloso perfino un santo.. E io non voglio esserlo. Preferisco imparare ad esserti amico e saperti felice, che sentirmi di troppo quando tu e Robbie state nella stessa stanza o non parlate per colpa della mia gelosia…” disse Howard con le lacrime che gli bagnavano le guance.
Giada lo guardò e piangendo disse:
“Lo sai che per me ci vorrà del tempo. Non posso essere tua amica da un momento all’altro..”
“Lo so. Ma se ti sto accanto ti perdo sul serio. E non voglio…”disse Howard serio.
Giada annuì e disse:
“Quindi, dopo un anno, finisce così?”
Howard la guardò singhiozzare e disse, piangendo a sua volta:
“Un giorno mi ringrazierai..”
Giada sollevò il capo cercando di trattenere le lacrime e disse:
“Scusa se ti ho fatto del male..”
Howard la guardò e stringendola disse:
“No. Non lo hai fatto..” e stretti piansero, mentre nella testa di Giada si ripeteva il ritornello della canzone che aveva cantato Gary:

A million love songs later
And here I am trying to tell you that I care
A million love songs later
And here I am


Stavolta era davvero finita…


Robbie si avvicinò a Giada e porgendole un fazzoletto disse:
“SOS amico..”
Giada sollevò la testa e prendendo un fazzoletto disse:
“Grazie..”
Robbie si mise a sedere accanto a lei e dolce disse:
“Stasera che ne dici se passiamo la serata assieme?”
Giada lo guardò e disse:
“Come ai vecchi tempi? Quando uno veniva lasciato ci mettevamo a guardare i film dell’orrore e ridevamo come pazzi?”
Robbie annuì e disse:
“Fu la prima volta che ci sorpresero a fumare… E tu, dopo il polpettone che ci fece mia madre smettesti subito…”
Giada sorrise e disse:
“Si ricordo…” e quasi fosse fatto apposta, pianse di nuovo.
Robbie l’abbracciò e disse:
“Tranquilla. Ci sono io con te…”e baciandole la testa la consolò come solo un amico sa fare.

Howard guardò Robbie e Giada allontanarsi.
In quel momento sentì un forte dolore pervaderlo.
Non era rimasto indifferente alla perdita di Giada. E Mark, Jason e Gary se ne erano resi conto.
E fu Mark che avvicinandosi disse:
“Stasera noi usciamo. E tu sarai dei nostri…”
Howard scosse la testa e disse:
“Dai ragazzi.. Non ne ho voglia…”
“Non esiste proprio” sorrise Jason. “Mica possiamo lasciare uno come te a casa a piangere. Poi ti vengono le occhiaie e ciao fan..”
Gary annuì e disse:
“Lo sai che se stai male tu, il gruppo non si può esibire. Le ragazzine non urlerebbero abbastanza..”
“Le faccio urlare io.. Sono io il più bello” scherzò Mark.
Gary rise e gli diede una spinta e Howard sorrise divertito.
E guardando Robbie e Giada allontanarsi pensò che, infondo, era quello che aveva voluto lui, seppur a malincuore.
E sorridendo, disse:
“Va bene. Ma sia chiaro che non bacerò nessuno di voi tre sulla bocca..” e ridendo si allontanarono tutti e quattro per andare a prendere la macchina di Gary e Howard.
Quella sera si era chiuso un capitolo della storia di Howard.
Non sapeva se aveva fatto la scelta giusta. Ma sapeva di aver avuto tra le mani , per un anno, tutta la felicità del mondo. E quando era giunto il momento, le aveva schiuse per lasciarla libera.

 

   
 
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