Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
Segui la storia  |       
Autore: DaughterOfDawn    29/07/2012    3 recensioni
Ogni mille anni sulla terra compare un tipo particolare di anima per ottenere la quale sia i demoni che gli shinigami sono disposti a fare di tutto.
Kyler aveva una vita forse un po’ diversa da quella dei molti, ma comunque niente di particolare. Almeno fino a quando non si troverà coinvolto in una contesa tra la sua nuova guardia del corpo, un ragazzino dagli inquietanti occhi cremisi comparso dal nulla, e due tizi non meno strani, uno dai capelli rosso fuoco, scatenato e vestito quasi come una donna, l’altro moro, sempre gelido e controllato, che sembrano determinati a rapirlo. E la sua “guardia del corpo” sembra conoscere molto bene uno dei due, con il quale ha un certo conto in sospeso…
[Ambientata nei due anni che precedono l’inizio del manga. Possibile OOC (io ci provo a tenere i personaggi, ma non è detto che ci riesca!), shonen-ai (WillxGrell / OCxOC)].
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, William T. Spears
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non appena mise piede nel capannone William capì che c’era qualcosa che non andava. La porta metallica era spalancata e lui sentiva i tacchi di Grell battere veloci sul pavimento mentre il suo sottoposto borbottava chissà cosa tra sé e sé. Inoltre non riusciva a percepire l’aura del loro obiettivo e l’aria era impregnata di un odore disgustoso a lui ben noto: odore di demone. E non di un demone qualunque, l’avrebbe riconosciuto tra mille. Si aggiustò gli occhiali quasi con stizza. Zachary era stato lì e a quanto pareva si era portato via anche l’umano. Quanto mai aveva lasciato tutto nelle mani di Sutcliff. Era davvero inaffidabile. Si meritava sul serio di essere spedito in Antartide. Ma avrebbe dovuto aspettare prima di punirlo. Le sue priorità erano altre.
Sbuffò, incamminandosi in fretta lungo il corridoio. Ci mancava solo quell'ennesima seccatura. Dopo quello che i suoi superiori gli avevano detto, con una serietà di gran lunga superiore rispetto a quanto era loro abitudine, poteva solo sperare di ritrovare i due mocciosi in tempo. La situazione era più spinosa di quanto si era aspettato e se non agivano in fretta le cose si sarebbero messe veramente male. Non avrebbe dovuto preoccuparsi solo di quella peste infernale d’ora in avanti. Il modo in cui gli era stata spiegata la situazione, poi, prometteva solo guai. Comunque ciò che era venuto a sapere confermava le sue idee sui demoni. Essere barbari e assetati di potere, senza rispetto alcuno per nulla e nessuno, tranne che per sé stessi e il loro ego smisurato. Però, nonostante quel particolare spiegasse alla perfezione cosa era avvenuto nella villa e come mai l’anima di Kyler aveva avuto quel comportamento insolito ed imprevisto, faceva fatica a pensare che proprio Zachary si fosse lasciato fare una cosa del genere. Doveva esserci qualcos’altro che ancora gli sfuggiva. Ma non doveva pensare al moccioso ora, doveva portare a termine il suo compito prima che la situazione degenerasse. Perché, se fosse accaduto, dubitava che lui e Grell sarebbero bastati per rimetterla a posto.
Raggiunse la stanza in cui il suo sottoposto stava camminando avanti e indietro senza sosta, parlottando tra sé e sé qualcosa che lui non riuscì ad afferrare. Si prese un attimo per osservarlo e non poté non notare che sembrava più cupo e nervoso del solito. A quanto pare anche lui si era reso conto della gravità del suo errore, cosa che, nonostante tutto, era apprezzabile. A quanto pareva, quando pensava di essere solo, Sutcliff sapeva dimostrarsi meno frivolo di quanto si atteggiava in pubblico. Scosse il capo, scacciando quelle riflessioni. Doveva pensare alla missione ora, poi, se mai avesse avuto del tempo libero, avrebbe potuto riflettere sulla personalità confusa e complessa del suo subordinato.
“Grell Sutcliff!” lo chiamò prendendolo alla sprovvista e facendolo sobbalzare.
“Waaaah! Will, mi hai fatto prendere un colpo!” si lamentò quello, voltandosi di scatto verso il suo capo. Poi assunse un’aria contrita e nervosa. “Ehm, William…Abbiamo un problemino…Ecco, io…”.
“Mi sono reso conto da solo di quello che hai combinato, non c’è bisogno che me lo spieghi.Tanto non hai scusanti” lo interruppe lo shinigami moro, brusco. “Ma ne parleremo più tardi, quando si tratterà di discutere il tuo declassamento. Ora muoviti e non fiatare, abbiamo un’urgenza da risolvere. E non si tratta più di giocare a nascondino con Zachary, abbiamo un problema molto più grosso che va risolto immediatamente”.
Grell annuì, rigraziando per la prima volta in vita sua il lavoro che gli aveva evitato una punizione e gli stava dando un’altra opportunità per rifarsi, e si affrettò a seguire il suo capo fuori dall’edificio. Le parole di Will non gli erano piaciute neanche un po’. Cosa gli avevano detto i loro superiori? Qual era la nuova grana di cui doveva occuparsi? E poi tutta quella fretta e quel velo di agitazione erano decisamente estranei al suo capo, che di solito era preciso e metodologico. In quel momento invece, da quello che aveva capito, non avevano neanche un piano. Ma in fondo non era poi così sorpreso. Quella missione gli stava mostrando dei lati di William che lui pensava neanche esistessero. “Di che si tratta, Will?” domandò cauto, decidendo saggiamente di evitare qualsiasi commento fuori luogo. Quell’ansia stava preoccupando anche lui. “Hai scoperto qualcosa sull’anima del moccioso?”.
“Non proprio. Sono invece venuto a sapere una cosa su Zachary che non mi è piaciuta per nulla. Anzi, due cose. Ma non ho tempo ora per aggiornarti. Dobbiamo trovare quei due al più presto” fu la risposta sbrigativa. “Ti dico solo la parte che non necessita di spiegazioni, e che dovrebbe chiarirti al volo la gravità della situazione. Quella peste demoniaca, a quanto pare, sta lavorando per qualcuno. E questo qualcuno è conosciuto con il nome di Gremory. Lo hai già sentito nominare, no?”.
Il rosso sbiancò e ciò fu più eloquente di qualsiasi altro commento. Certo che conosceva quel nome, chi non ne aveva sentito parlare tra gli shinigami? Quel bastardo aveva fatto fuori parecchi di loro ed era forse uno dei demoni più odiati al dipartimento. Però era raro che lo si incontrasse in giro, per fortuna o per disgrazia, nessuno aveva ancora saputo dirlo. Di solito se ne stava chiuso all’Inferno e mandava i suoi tirapiedi a fare i lavori sporchi per lui. Zack-chan alle dipendenze di quel tipo? Non poteva crederci. Da quel poco che aveva capito di lui non gli sembrava il genere di persona che accettava di lavorare per qualcuno, figuriamoci di uno schiavista come Gremory. Ma se Will gli aveva detto che era così di sicuro non era un scherzo. Però c’era ancora l’altra metà della faccenda che il suo capo non aveva voluto spiegargli. Forse quella era la chiave per capire come stavano veramente le cose.
Rabbrividì. Sapere che forse si sarebbero dovuti scontrare con quel demone non gli aveva fatto per niente piacere. Lui non lo aveva mai incontrato di persona, ma i suoi colleghi, specialmente Ronald che sembrava sempre essere informato su tutto e tutti, spesso gli avevano accennato i racconti che giravano sul quel bastardo, e non erano barzellette. Spietato, superbo, sadico. Non male come combinazione di qualità, anche interessanti, almeno secondo i suoi canoni, se non fossero state così esagerate. Per Gremory nulla aveva valore, non c’era arte nel sangue che spargeva, solo disprezzo e disgusto per qualcosa che veniva considerato sempre e comunque inferiore. Il suo odio sconfinava nell’apatia e anche il piacere che provava nell’uccidere non era una vera passione. Tutto era un gioco con cui passare il tempo, nulla di poi così coinvolgente. Anche il suo Willy sapeva essere di ghiaccio, ma lui sapeva che sotto quel gelo c’era una partecipazione profonda e seria che lo legava a tutto quello che faceva, anche quando si trattava di malmenare lui. C’era la scintilla che gli piaceva tanto, per quanto ben nascosta, e che da quanto gli avevano detto al demone mancava.
William osservò con la coda dell’occhio le reazioni del suo sottoposto. Sapeva di avergli dato una pessima notizia, anche se una parte di lui era contenta di averlo scioccato abbastanza da farlo rimanere serio. A dirla tutta anche lui era rimasto senza parole quanto i suoi superiori gli avevano comunicato che nella faccenda era implicato anche Gremory. Gli ordini erano di recuperare Kyler e la sua anima prima che il demone decidesse che aveva aspettato abbastanza e venisse prendersi il ragazzo con le sue mani. Non potevano rischiare, le possibilità di tenergli testa non erano molto alte, sarebbero serviti rinforzi che al momento non avevano. E poi aveva già perso un sottoposto per colpa di quel bastardo, non voleva ripetere l’esperienza.
Camminarono senza fiatare lungo la banchina, i sensi tesi fino allo spasismo, la tensione quasi palpabile, ombre fra le ombre. Alla fine Grell si decise a rompere il silenzio che si era creato.
“Ma, Will, come troviamo i due mocciosi? Sai che Zack-chan è bravo a nascondere la sua aura! Magari non sono neanche più nel porto” fece, nervoso. “Non per contraddirti, ma magari stiamo girando a vuoto inutilmente!”.
“Potrà anche nascondere la sua aura, ma c’è una cosa che non può cancellare: quella puzza che come ogni dannato demone si porta addosso” rispose William, atono. “Al mercato l’aveva confuso con quello delle spezie che è abbastanza forte da coprirlo, ma la salsedine e il porto non hanno questa qualità. E io lo sento quel suo dannato odore”. Il suo sguardo scrutò le tenebre che avvolgevano i pontili deserti. “È qui da qualche parte, non lontano. E stai sicuro che lo troveremo presto. Seguimi”.
L’altro shinigami non poté fare altro che stringersi nelle spalle a fare come gli era stato detto. Sapeva che il suo capo era fissato con l’odore dei demoni, quindi controbattere sarebbe stato inutile. Annusò l’aria a sua volta, senza però notare niente di strano. Arricciò il naso. Gli unici odori che intasavano l’aria appicciosa del luogo erano quello della fogna e del pesce andato a male, dell’acohol che qualche marinaio aveva sparso durante una sbronza e quello salmastro che la brezza marina portava dal largo. Non era un cocktail piacevole, questo doveva ammetterlo, ma la “puzza di demone” proprio non riusciva a sentirla. Ancora una volta però ebbe l’accrortezza di non lamentarsi. Se Will era più alto in grado di lui nonostante avessero iniziato a lavorare insieme doveva esserci un motivo.
Il porto intanto stava iniziando a svegliarsi. Nonostante il sole non fosse ancora sorto e il buio aleggiasse ancora, l’alba iniziava ad avvicinarsi ed intorno ad alcune navi rinasceva la frenesia: ripartiva il via vai dei carichi e degli scarichi, si pulivano i ponti e si riempivano le stive, ci si preparava ad accogliere i passeggeri e le merci, si facevano gli ultimi controlli prima di salpare. All’orizzonte si cominciavano a vedere le luci dei primi pescherecci che rientravano a terra. I marinai e gli scaricatori scambiavano tra loro qualche battuta a bassa voce, ma per il resto tutti i lavori si svolgevano in silenzio. Si era ancora ben lontani dal caos che si estendeva ogni giorno alla luce del sole, quanto il porto brulicava di persone, di casse, di carri e di imprecazioni. Restava ancora un rispetto quasi religioso per il buio della notte scremato solo leggermente dalla luce delle lanterne e dalle basse lampade a gas. Nessuno fece caso ai due shinigami che camminavano tenendosi in disparte, attenti ad ogni movimento. Si era abituati a vedere strani individui vagare per il luogo a quell’ora e poi si era troppo affaccendati intorno agli scafi metallici delle navi.
I due dei della morte poterono così proseguire la loro ricerca indisturbati e ben presto si lasciarono alle spalle quella zona affollata per inoltrarsi nella periferia, dove pochi grandi vascelli erano ormeggiati in attesa di poter solcare l’Atlantico, diretti nelle colonie o in America. Grell alzò lo sguardo verso quelle immense strutture metalliche, pensando che finalmente anche gli umani stavano iniziando a progredire. La distrazione gli impedì di accorgersi che William, davanti a lui, si era fermato, e il rosso non poté evitare di urtarlo.
“Will!” esclamò, preso alla sprovvista. “Perché ti sei bloccato così di botto?!”.
“Non mi sono fermato di botto, sei tu che non stavi guardando dove andavi, Sutcliff” rispose il moro lanciandogli un’occhiata gelida. Si stupì che l’altro non avesse approfittato della situazione per mettergli le mani addosso, ma fece finta di nulla. Probabilmente Grell non aveva ancora digerito la notizia che gli aveva dato prima. “Comunque, abbassa la voce. I mocciosi sono qui”.
Il suo sottoposto si guardò intorno, cercando di scorgere le figure dei loro avversari, ma invano. Riusciva però a percepire l’aura dell’anima di Kyler, di nuovo sveglia e non molto distante dal punto in cui si trovavano loro. Aprì la bocca per domandare dove fossero di preciso, ma non riuscì a formulare la richiesta perché proprio in quel momento scorse un’ombra fugace tra le casse. Will gli lanciò un’occhiata che pareva dire “Eccoti la risposta”, poi i due si affrettarono in quella direzione.

Zack se ne stava in piedi pensoso, la schiena appoggiata contro una pila di casse. Gli shinigami stavano arrivando. Ci avevano messo meno di quello che aveva previsto e loro avevano fatto poca strada dal pontile in cui si erano rifugiati per sfuggire a Grell. Tutto per ritrovarsi di nuovo bloccati dietro l'ennesimo mucchio di casse. Dal momento che aveva sentito Will andarsene dicendo che doveva contattare i suoi superiori aveva pensato che sarebbe stato via tutta la notte. In fondo il mondo degli shinigami si reggeva su un sistema burocratico assurdo e complicatissimo, da quanto aveva capito, che succhiava via molto tempo e quindi non si aspettava una tale rapidità. Dannazione, evitarli sarebbe stato difficile e loro di certo non avrebbero impiegato troppo a localizzarli. Era conscio che potevano percepire chiaramente l’anima di Kyler e che Will avrebbe sicuramente sentito il suo odore. Anzi, forse era proprio seguendo quello che li avevano trovati.
“Zack? Lo sono qui vero?” domandò il suo protetto, strappandolo alle sue riflessioni. Il ragazzo era in piedi di fianco a lui, la sua giacca ancora avvolta intorno alle spalle e lo guardava preoccupato. “Che facciamo?”.
“Temo che lo scontro sia inevitabile” borbottò il demone, contrariato. Poi appoggiò una mano sulla spalla dell’umano, cercando di apparire rassicurante. “Ma non temere, quello che è successo nella villa del tuo tutore non si ripeterà. Io mantengo sempre le mie promesse. E se ho detto che nessuno toccherà la tua anima, così sarà”.
Kyler annuì, deciso. “Lo so, Zack. Mi fido di te” rispose, accennando un sorriso. “Dai, andiamo. E succeda quel che deve succedere. Noi dobbiamo prendere una nave”.
Zachary distolse lo sguardo per un attimo, gemendo internamente. Che umiliazione. Un demone che si abbassava ad avere un simile rapporto con un umano. Ma in fondo lui non era un demone qualunque. Sperò solo che la storia non si venisse a sapere all’Inferno o lo avrebbero preso in giro per l’eternità più di quanto erano già soliti fare. ‘Però se faccio fuori Gremory nessuno avrà il coraggio di dirmi o rimproverarmi qualcosa…’ pensò poi, mentre un ghigno gli si apriva sul volto. ‘Oh, sì. Sarà uno spasso a quel punto!’.
Il ragazzo con gli occhi viola lanciò uno sguardo all’espressione esaltata che aveva assunto la sua guardia del corpo, ma decise che preferiva non sapere quali pensieri l’avevano provocata. Di shock ne aveva subiti abbastanza per quel giorno e forse per tutto il resto della sua esistenza. Così si limitò a seguirlo quando sgattaiolò dietro ad un altro mucchio di casse coperta da una rete quasi marcia posto a poca distanza da quello che li aveva nascosti fino a quel momento. Mentre passava scorse due figure purtroppo a lui familiari emergere dall’oscurità. Zack aveva ragione, lo scontro sarebbe stato inevitabile.
Il ragazzo raggiunse il demone che gli gettò uno sguardo significativo, indicando con un cenno del capo il piazzale che si estendeva al di là del loro scudo. Lui capì. Li avevano visti. Erano stati costretti ad aprirsi una via d’uscita. Non poté però dire o pensare altro perché, senza aspettare oltre, il suo compagno balzò sopra le casse. Avvertì i passi dei loro nemici bloccarsi all’istante. E poi…
“Zachary Michaelis! Ci provi ogni volta a rovinarmi i piani, non è così?” esclamò la voce del moro. “Hai avuto tutto il tempo per divertirti con il tuo il tuo gioco, ora dacci il ragazzo e finiamola qui prima che qualcuno di faccia male sul serio”.
Zack, seduto con le gambe a penzoloni, lo squadrò divertito e canzonatorio. “Pensi di spaventarmi con le minacce, Willy? Dovresti sapere che non mi toccano! Orami noi ci conosciamo tanto bene, non trovi?” ridacchiò provocatorio. Poi il suo tono si fece più serio pur mantenendo la sua solita nota sfacciata. “Kyler non si tocca. Né lui né la sua anima, chiaro? Non lo permetterò a te e a nessun altro”.
William lo osservò a sua volta. C’era qualcosa di diverso nei modi della creatura demoniaca. Aveva chiamato l’umano per nome e la sua voce si era fatta più decisa nel pronunciarlo. Poi le parole che aveva proferito lo avevano lasciato perplesso. “Non lo permetterò a te e a nessun altro”. Che si fosse per qualche motivo preso a cuore l’interesse del ragazzo al punto di decidere di sfidare anche gli ordini del suo mandante? Non aveva senso. Però in fondo quello che aveva davanti non era un demone qualunque, ormai lo aveva capito. Zack aveva ragione, loro due si conoscevano molto bene pur essendosi scontrati solo due volte. Tuttavia, qualunque fosse la ragione dello strano comportamento di quel moccioso, non lo doveva interessare. Doveva prendere quella dannata anima prima che Gremory decidesse di farsi vivo. Fece per ripetere la richiesta, ma Grell lo precedette, impedendogli di parlare.
“Che carino da parte tua, Zack-chan! Deve piacerti proprio tanto il nostro Kyler ~” trillò con un ghigno da squalo. “Allora anche i demoni hanno il cuore tenero in fondo in fondo! Che il ragazzino fosse cotto di te si era capito subito, ma che fosse addirittura ricambiato…Questa da te non me la aspettavo. Non smetti mai di stupire!”.
Il suo capo lo fulminò con lo sguardo e fece per riprenderlo, ma il lampo di disagio che attraversò il viso del loro avversario gli fece cambiare idea. Che fosse quello il motivo assurdo per cui Zachary aveva deciso di mettere in gioco la sua vita per difendere il ragazzo? Ora era ancora più basito. Se quando aveva saputo che il demone lavorava per Gremory era rimasto sorpreso, adesso era completamente sconcertato. Quel mocciosetto infernale era imprevedibile. Si riscosse. Non era il momento di soffermarsi su certi particolari futili. Doveva restare concentrato.
“Se voi due avete finito, tornerei alle cose importanti. Avrete tempo di chiacchierare una volta che ci saremo presi l’anima del ragazzo. Tanto Sutcliff sembra avere una passione per i demoni” disse scoccando un’altra occhiataccia la rosso e facendo apparire la sua falce. “Visto che non vuoi saperne di collaborare mi vedo costretto ad usare la forza”.
“Sei geloso, Will? Ma ti ripeto che non c’è bisogno di esserlo!” fece Grell ridacchiando. “Tu sei il solo e unico per me ~”.
“Preparati a combattere, Grell Sutcliff, invece di fare l’idiota” fu la risposta gelida.
L’altro sbuffò borbottando qualcosa sulle cattive maniere, ma fece come gli era stato ordinato materializzando anche la propria arma, mentre Zachary balzava giù dalla pila di casse, gli artigli già sguainati. Kyler, che era rimasto ad ascoltare nascosto dietro il legno, a quel punto si sporse, un po’ in ansia per la sorte del suo protettore.
“Zack, sta’ attento. E non giocare troppo” gli disse, stringendo la rete tra le mani. “Non è il momento per uno dei tuoi scherzi”.
“Tranquillo, Kyler. Faccio il culo a questi due e poi ci imbarchiamo. Tu sta’ indietro. Proteggerti è il mio lavoro, no?” gli rispose il demone con un ghigno famelico. “In fondo sono sono un diavolo di guarida del corpo”.
Il ragazzo lo guardò storto, per nulla rassicurato dal suo tono. Mai che quel dannato demone prendesse qualcosa sul serio. Quello gli risolse un sorrisetto e poi tornò a voltarsi verso i suoi avversari, pronto a battersi. Questa volta non aveva distrazioni e non si sarebbe fatto battere tanto facilmente. E poi aveva un patto da rispettare.
“Zachary, te lo chiedo un’ultima volta: fatti da parte e lasciaci prendere il ragazzo” tentò di nuovo William. Avrebbe voluto evitare uno scontro violento sia perché erano in un luogo dove gli umani avrebbero potuto vederli, sia perché non voleva che si ripetesse quello che era successo alla villa. Se lo ferivano troppo Zack avrebbe perso il controllo di nuovo e lui voleva assolutmente impedire che accadesse. Era un osso duro in quella condizione, più del solito. E soprattutto non si faceva scrupoli di nessun tipo.
“E io te lo ripeto, William: lascia perdere, l’anima di Kyler è solo sua e io non permetterò a nessuno di rubargli la libertà” gli ringhiò il demone, irremovibile. Non sarebbe sceso a patti per nessuna ragione. Dovevano passare sul suo cadavere per avere l’umano.
“Will, mi sa che non c’è molto da ragionare! Quando il cuore batte per una persona, il suo proprietario non sente ragioni ~” fece Grell con un sorriso compiaciuto e malizioso. “L’unico modo per avere quell’anima sarà dipingere un bel affresco rosso su questo pavimento sporco”. Il suo tono si fece feroce. “E sarà un vero piacere farlo!”.
Il suo capo scosse il capo, ma non commentò. Con le parole non sarebbe andato da nessuna parte. Tanto valeva passare ai fatti. Zachary non si sarebbe mai arreso. Dovevano eliminare l’ostacolo in maniera definitiva.
I due shinigami si lanciarono in avanti contemporaneamente e il demone fu costretto a scattare all’indietro per evitarli, parando la motosega di Grell con gli artigli. Le scintille si sparsero tutto attorno. Zack non perse tempo e, approfittando del fatto che i due erano ancora nel suo raggio d’azione sferrò un violento calcio nello stomaco al rosso e poi si buttò su Will, ma le sue unghie incontrarono solo la lama della death schyte dell’altro, colpo dopo colpo. E lo shinigami moro non ebbe meno fortuna: ogni suo attacco veniva o parato o schivato. Entrambi stavano come vivendo un deja vù. Una scena molto simile l’avevano già rappresenata quasi cento anni prima nell’elegante salone di una villa della campagna francese.
Grell si scostò appena massaggiandosi il punto in cui era stato colpito e guardando gli altri due duellare. Sembrava che si fossero scordati della presenza sua e dell’umano, tanto concentrati erano l’uno sull’altro. A quanto pare avevano deciso di regolare da soli il conto che avevano in sospeso. Spostò i suoi occhi verdi dal suo capo al demone e infine a Kyler. Tanto valeva occuparsi del mocciosetto nel frattempo. Non sarebbe mai riuscito ad inserirsi nello scontro. E a quanto pareva il ragazzo pareva pensarla allo stesso modo perché lo stava fissando con aria di sfida a pochi metri da lui.
“Andiamo, Kyler, non fare i capricci. So che vorresti restare con il tuo Zack, ti capisco. Ci sono mille cose che vorrei fare ma che non posso fare, tra cui farmi invitare fuori da Will. Quindi è inutile essere tanto testardi. Se vieni con noi eviteremo una catastrofe!” gli disse incrociando le braccia sul petto. “Se il capo di Zack-chan si presenta qui siamo tutti morti, te compreso!”.
“Che venga pure quel bastardo!” esclamò Kyler, scontroso. Allora adesso anche gli shinigami sapevano di Gremory. Era forse questo quello che i loro superiori avevano comunicato a William? “Non permetterò che ammazzi Zack, questo e poco ma sicuro. Non so ancora come, ma non glielo permetterò. Dovessi morire nel tentativo!”.
Lo shinigami lo guardò sorpreso per un attimo. Zachary doveva avergli raccontato del suo mandante e pareva che i due stessero tramando qualcosa. Anche se non capiva come un umano e un demone da soli potessero liberarsi di un essere dotato di un tale potere. “Non credo che tu abbia idea di che cosa è capace di fare Gremory, Kyler. Anche noi shinigami facciamo fatica a tenerlo a bada. Fidati, non avete speranze ~” gli fece notare. “Sii ragionevole”.
“Questo è tutto da vedere. Prima ci liberiamo di voi, poi penseremo a Gremory” ribatté il ragazzo. Forse il rosso aveva ragione, forse il “datore di lavoro” del suo protettore si sarebbe dimostrato al di là delle loro possibilità. Ma lui e Zack avevano fatto un patto e ciò non costituiva una ragione sufficiente per arrendersi. Piuttosto sarebbe morto come aveva detto. “Quindi non perdere altro tempo a cercare di convincermi. È fiato sprecato”.
Grell gli lanciò uno sguardo colpito. Aveva capito che quel moccioso era testardo, ma non si aspettava una tale temerarietà. Pur essendo consapevole delle sue limitazioni e della sua debolezza, si ostinava a perseguire i suoi scopi e a sperare. Un comportamente tipicamente umano, certo, ma di solito quegli esseri, arrivati a quel punto, erano spinti più dalla disperazione mentre il ragazzo ci credeva ancora fermamente con lucidità. Non era da tutti. “Come vuoi, io cercavo solo di essere gentile. Certo che per essere il figlio adottivo di un nobile non sai proprio trattare con le dame! Eppure avrebbero dovuto insegnartelo visto che ormai hai l’età” borbottò con tono offeso. “Comunque sia, adesso si vedrà chi l’avrà vinta!”. Si voltò a guardare i due duellanti che continuavano ad accanirsi uno contro l’altro senza però che nessuno riuscisse a prevalere. “Anche se potrebbe volerci un po’…”.
Kyler seguì il suo sguardo e fu costretto a concordare con sull’ultima frase del suo nemico. Si lasciò sfuggire un sospiro. Nonostante Zachary avesse proclamato che si sarebbe levato di torno gli shinigami il più in fretta possibile, sembrava che la sua voglia di giocare avesse preso il sopravvento e lui si stesse divertendo un mondo a prolungare all’infinito quello scontro, anche se si vedeva che William lo stava mettendo in difficoltà. Se andavano avanti in quel modo quando il sole sarebbe sorto sarebbero stati ancora lì a combattere. “Mi chiedo se si ricordino ancora che stanno combattendo per un motivo preciso…” borbottò più tra sé e sé che rivolto all’altro. “William credo di sì, ma Zack l’abbiamo proprio perso temo…”.
Grell si lasciò sfuggire un risatina. “Ah, gli uomini! Tutti uguali! Quando si concentrano sulle cose che piacciono a loro sono capaci di dimenticarti nel peggiore dei posti senza sensi di colpa! E poi ce ne sono alcuni che si presentano a te con una freddezza tale che ti fanno sentire come se fosse colpa tua…” commentò, scuotendo il capo. “Sono quelli che preferisco ~”.
Il ragazzo decise di non rispondere. Ormai stava iniziando a fare l’abitudine al fatto che il suo avversario non si considerava parte del sesso maschile, anche se faceva fatica a capire come una cosa del genere fosse possibile. “Ma tu non dovevi cercare di prendermi?” gli domandò invece, stupito dal fatto che quello non avesse neanche tentato di avvicinarglisi dopo il loro scambio di battute. “Pensavo che non stessi combattendo per poter approfittare della distrazione di Zack”.
“Quel demonietto verrebbe a cercarti ovunque, anche nel mondo degli shinigami. Sarebbe inutile scappare di nuovo con te, ci troverebbe. Quindi abbiamo deciso di liberarci prima di lui e poi di prenderci la tua anima fintanto che è ancora attiva” fu la risposta. “Non sto combattendo perché quei due mi hanno tagliato fuori dallo scontro. Intanto ho provato a convincerti, ma sei troppo innamorato per cedere, io l’avevo capito. Ma tentar non nuoce ~”.
L’umano avvampò a quell’affermazione, sentendosi punto sul vivo. Aprì la bocca pronto a rispondere a tono negando il tutto, ma non poté farlo perché proprio in quel momento Zachary si bloccò, parando a stento il colpo di William, che lo fissò a sua volta, stupito da quella distrazione apparentemente immotivata.
“Che diamine hai?” chiese brusco lo shinigami, una nota preoccupata nella voce. Il moccioso si era irrigidito tutto d’un tratto e avrebbe giurato di averlo visto sbiancare. E sapeva che c’era solo una ragione che giustificava quelle reazioni che poco gli si confacevano.
Il demone non gli rispose subito, fissando lo sguardo sulla strada che che si perdeva nel buio a qualche metro da loro. Le notizie correvano più veloce di quanto avesse pensato. O forse era stato sorvegliato. In fondo l’aveva avvisato, avrebbe dovuto capire che l’avrebbe tenuto d’occhio. Era troppo presto. Dannazione. Si sforzò di restare calmo, anche se avvertiva chiaramente il terrore iniziare a strisciargli lungo la spina dorsale. “Will, mi spiace, ma temo che il nostro scontro dovrà aspettare” annunciò abbassando le braccia, incurante di aprire così la sua guardia all’avversario. Sapeva che anche lui aveva intuito cosa stava per accadere. “Abbiamo un problema molto più grosso al momento”.
“Speravo di aver capito male” rispose infatti William, abbassando a sua volta l’arma e voltandosi nella direzione in cui stava guardando Zack. “Questo non era previsto. Che ci fa già qui? Avevo sentito dire che era un tipo impaziente, ma non credevo così tanto”.
“Oh, è colpa mia. È infuriato nero con me perché gli ho disubbidito un’altra volta. È venuto ad ammazzarmi” spiegò la creatura infernale con un sorrisetto teso. “Ho deciso che me ne sarei fregato dei suoi ordini, lui l’ha saputo e non l’ha presa bene. Anche se speravo anche io che venisse un po’ più tardi. È meglio che tu e il tuo sottoposto vi leviate di torno prima che vi venga tagliata ogni via di fuga. Non voglio che subiate le conseguenze della mia imprudenza”.
“Mi spiace, Zachary, ma non possiamo farlo. Questa non solo una tua questione personale. Siamo qui per l’anima del ragazzo e quindi il nostro lavoro include anche scontrarci con i demoni che vogliono impossessarne” rispose gelido lo shinigami. “E Gremory, purtroppo, non fa eccezione. Quindi niente di personale, ma noi restiamo”.
Gli occhi del demone lampeggiarono. “Non sarà nulla di personale, Will, ma non posso nasconderti che sono contento di sapere che rimarrai. Mi rassicura” disse, mentre il ghigno sul suo volto si allargava. “Ti spiace se mettiamo da parte i nostri contrasti per un po’ e combattiamo quel bastardo insieme? Conviene ad entrambi”. Il suo tono si fece sarcastico. “Sai, niente di personale”.
Il moro lo fulminò con lo sguardo, ma poi annuì. “Molto spiritoso, Zachary” fece. Poi si rivolse al suo sottoposto. “Sutcliff! Smettila di chiacchierare e vieni qui. Le cose stanno per complicarsi. E mi servi attento e concentrato, sempre che ti sia possibile”.
Grell si affrettò a raggiungerli mentre Zachary ridacchiava divertito. “Sei un tiranno, Will” lo canzonò senza però ottenere reazioni rilevanti. “Mi chiedo come facciano i tuoi tirapiedi a sopportarti”. Spostò gli occhi verso il suo protetto. “Kyler, ti conviene stare indietro sul serio questa volta. Vorrei evitare che venissi colpito accidentalmente”.
“Ma avevi detto…” iniziò a protestare quest’ultimo.
“So quello che ho detto. Ma al momento mi saresti più d’intralcio che di aiuto” lo interruppe lui con un tono che non ammetteva repliche. “Devo proteggerti, è il mio lavoro, e tu devi lasciarmelo fare. Anche questo fa parte del nostro patto. Se ti viene qualche brillante idea che lo sia sul serio puoi intervenire, altrimenti no. Ma niente colpi di testa con alta probabilità di fallimento, chiaro? Quello è il mio campo, non il tuo”.
Il ragazzo si vide costretto a capitolare e tornò ad accucciarsi dietro le casse, sporgendosi però abbastanza da avere una visuale completa del campo di battaglia. Voleva guardare in faccia l’essere che sapeva spargere tanta paura intorno a sé, il mostro che aveva quasi torturato Zack a morte senza pietà e senza esitazioni. Voleva vedere che aspetto potesse avere un’incarnazione del male puro. Perché questo doveva essere Gremory per poter fare quello che faceva e restare sempre e comunque senza conseguenze. E soprattutto voleva capire fin dove doveva spingere quel potere che gli bruciava di nuovo dentro da quando il suo protettore lo aveva fatto evadere, sottraendolo alle grinfie degli shinigami. Quanto avrebbe dovuto ustionarsi per poter avere qualche chance contro quel demone che tutti sembravano temere?
Non dovette attendere a lungo. Dalle tenebre iniziò ben presto ad emergere una figura dalle forme umanoidi, gli occhi cremisi che splendevano minacciosi. Kyler vide la carnagione già pallida di Zachary farsi ancora più livida e le sue mani tremare leggermente, nonostante lui stesse cercando di non farsi prendere dal panico e dominare dai ricordi. Anche il nervosismo dei due shinigami era evidente. William aveva ogni muscolo teso fino allo spasimo, l’espressione tirata e gli occhi inquieti in cui si muovevano, appena visibili, apprensione e anche rabbia. Grell continuava a spostarsi i capelli, in un tentennamento continuo, stringendo il manico della motosega con l’altra mano tanto da far sbiancare le nocche. Non sapeva che aspettarsi e molto probabilmente avrebbe preferito non saperlo. Su tutti e tre aleggiava pesante l’aura potente del nemico che si avvicinava.
Gli occhi del ragazzo tornarono a spostarsi sulla sagoma che ormai era abbastanza illuminata da permettergli di vederla nella sua interezza. Rimase del tutto spiazzato. Sebbene avesse capito per via della sua esperinza con Zachary che i demoi potevano celare il loro vero aspetto dietro forme anche umane, non si sarebbe mai aspettato che anche una creatura orribile come il “capo” del suo protettore potesse avere un aspetto tanto piacente. Era decisamente alto ed atletico, e i vestiti scuri indossati con finta non curanza rendevano la sua figura ancora più imponente ed accattivante. I corti capelli, di un castano scuro tendente al nero solcato da ciocche arancione brillante, erano ordinatamente pettinati e ricadevano sulla fronte con leggerezza, seguendo le pieghe affilate dei lineamenti. Lo sguardo vermiglio era magnetico e lasciava trasparire tutto il carisma del suo possessore. Solo la bocca piegata in un ghigno crudele rivelava la crudeltà che si celava dietro tutto quel fascino inquetante. Ora capiva perché Zachary non si era posto troppe domande prima di decidere di seguire Gremory. Era come se intorno a lui si agitasse un vortice che attirava chiunque gli si avvicinasse troppo. Era l’immagine vivente dello stereotipo del diavolo tentatore.
Il demone spostò per un attimo gli occhi su di lui, mentre il suo sorriso si allargava soddisfatto. Il ragazzo si ritrasse, sparendo dietro alle casse per sottrarsi alla luce malevola di quelle iridi fameliche, l’ansia che lo prendeva alla gola. Sarebbe stata molto più dura di quello che aveva immaginato. Forse troppo. Un brivido gli corse lungo la schiena. Possibile che con una sola occhiata avesse potuto terrorizzarlo tanto? Scosse il capo. Non doveva farsi mettere in soggezione, doveva reagire. Era così che quel bastardo trascinava tutti sotto in suo potere e lui non poteva permettersi di abbassare la guardia. Doveva temerlo, ma non poteva lasciarsi controllare dalla paura o sarebbe stata veramente la fine. Dovevano essere loro a vincere. Lo aveva promesso a Zachary. E poi aveva appena riacquistato la sua libertà, non se la sarebbe fatta togliere di nuovo tant facilmente. Tornò a sporgersi con cautela, scoprendo con sollievo che il loro nemico aveva distolto la sua attenzione da lui per concentrarla sugli altri tre, in particolare sulla sua guardia del corpo.
“Uhm, mi sa che ho interrotto una riunione di vecchi amici!” commentò Gremory, sarcastico. “Mi spiace, non era mia intenzione. Ma sapevi che sarei tornato a trovarti, te lo avevo detto, Zack. E poi non potevo aspettare dopo quello che ho sentito. Insomma, dovevo venire a controllare. Mi hanno detto che vuoi disobbedirmi di nuovo. Mi sembrava una tale assurdità…Pensavo di aver capito male. Che mi dici, Zack?”.
“Invece a quanto pare hai capito benissimo, Gremory” si sforzò di rispondere Zachary, il disprezzo e il timore che si mescolavano nel suo tono. Non doveva permettere a quel bastardo di fargli perdere la calma. Se si fosse lasciato andare alle emozioni avrebbe perso anche quelle poche possibilità che aveva di tenergli testa. “Ci ho provato a cambiare, ma, sai, i vizi sono duri a morire. Così ho deciso che avrei fatto di testa mia un’altra volta. So quello che mi aspetta. Ma questa volta non andrà come la scorsa”.
“Quanta spavalderia! Oh, Zack, sai che ti adoro quando fai così! Questo tuo atteggiamento mi ricorda perché ti ho preso con me. Peccato che come sempre tu non ti sappia dare una misura. Ci ho provato anche io ad insegnarti a rigare dritto, ma tutti i miei sforzi sono stati vani. Ci resta un’unica soluzione, temo. Peccato, eri il mio preferito” lo prese in giro il suo “datore di lavoro”, feroce. “Comunque, concordo. Questa volta morirai tra le più atroci sofferenze, implorandomi dopo che avrò distrutto ogni tua resistenza mentale o fisica”.
“Devi solo provarci!” ringhiò lui. “Te la farò pagare per tutto quello che mi hai fatto passare! Ti dimostrerò che succede a tenermi al guinzaglio per troppo tempo”.
“Non credo proprio. Sono qui apposta per mostrati che sarai tu a pagare, Zack. Hai esaurito la mia pazienza. E ne ho avuta tanta. Te l’avevo detto che avrei fatto il lavoro di persona” rispose l’altro demone senza scomporsi di fronte al suo odio. “Ti metterò fuori gioco, poi mi prenderò l’anima di quel ragazzo che tu hai tanto cortesemente recuperato e poi torneremo tutti quanti all’Inferno dove sconterai il tuo contrappasso. E niente finali alternativi questa volta. Tuo fratello non ci disturberà, è troppo occupato con i suoi giochini al momento”. Stese un braccio in avanti. “Su, coraggio, Zack, vieni. Facciamola finita, vieni da me. Adesso!”.
Gli occhi di Zachary incontrarono quelli del suo “superiore” e per un attimo lui si perse in quelle pozze di sangue come gli era capitato la prima volta che si erano incontrati. Gli imponevano di fare come gli era stato detto. Era un’idea del tutto folle quella di poter sfidare un potere del genere e sopravvivere. Lui e Kyler erano pazzi. Non avevano speranze. Involontariamente fece un passo avanti. Voleva fare resistenza, lo desiderava con tutto sé stesso, ma non ci riusciva, l’attrazione superava la sua volontà. Doveva avvicinarsi, doveva…
Una presa ferrea circondà il suo braccio, bloccandolo e tirandolo indietro nuovamente. Lui scosse il capo, confuso, emergendo dallo stato di trance in cui era caduto. Alzò gli occhi ed ricambiò perplesso lo sguardo gelido di William. Quest’ultimo lo aveva afferrato e lo teneva saldo in modo che non si potesse allontanare.
“Che diamine stai facendo? Ti comporti peggio di Sutcliff” gli domandò pungente lo shinigami, ignorando le proteste che il rosso tentò di sollevare udendo il paragone. “Non abbiamo neanche cominciato e già vuoi farti ammazzare? Ti ricordo che hai un conto in sospero anche con me, idiota di un moccioso, quindi vedi di non fare stupidaggini prima di averlo saldato”.
Il demone sembrò finalmente tornare del tutto in sé e realizzò cos’era appena accaduto. Si era quasi fatto fregare. Sapeva bene quale ascendente Gremory aveva su di lui ma aveva abbassato la guardia lo stesso. Will aveva ragione, era un idiota. “Mi sono distratto” ringhiò, lanciando uno sguardo assassino all’altra creatura infernale che lo fissava divertita. “Non accadrà più, puoi starne certo. Ti ringrazio per avermi richiamato”.
“Oh, Zack! Vedi che quando vuoi la voglia di obbedire ce l’hai anche? Ma c’è sempre qualcosa che ti distoglie dal farlo alla fine” lo canzonò Gremory. “Peccato. Ti ho dato la possibilità di venire a morire con le buone in modo che nessun altro rischiasse di essere coinvolto, ma a quanto pare qui nessuno è d’accordo. Bene, mi prederò quello che mi appartiene con le cattive allora!”. Fece un passo avanti lasciando cadere le braccia lungo i fianchi mentre le sue unghie si allungavano. Sul dorso delle mani e sul lato sinistro del viso iniziarono ad apparire delle squame che si estesero fino a coprire anche gli avambracci, parte del collo e la tempia. “Vi farò pentire di avermi sfidato, tutti quanti. Spero che non abbiate faccende in sospeso, perché non avrete più l’occasione si portarle a termine, temo!”.
Will e Grell fecero istintivamente un passo indietro, presi alla sprovvista dall’aura del demone che era esplosa senza preavviso tutto intorno a loro. Si preparava uno degli scontri più difficili che si erano mai trovati a dover affrontare e non c’era modo di avere dei rinforzi almeno per qualche ora. Se la sarebbe dovuti cavare in qualche modo. Zack invece non si mosse. Era abituato a quegli scoppi. Sentiva su di sé lo sguardo preoccupato di Kyler e non poteva fare a meno di condividerlo. Quasi sperava che al ragazzo venisse un colpo di genio come gli aveva detto. Perché temeva che sarebbe servito fin troppo presto.

--------------------------------------------------

Ciao a tutti!
Sì, lo so, sono in ritardo rispetto a quanto avevo promesso, ma vi giuro che il capitolo era pronto da una settimana! Solo che sono stata molto impegnata (e ho avuto problemi di connessione) e ieri sono anche partita per le vacanze, il che significa che per due settimane non potrò aggiornare neanche volendo, salvo che in uno dei posti dove ci fermeremo, come è capitato oggi, ci sia la connessione! Mi spiace da morire -.-“ Avevo promesso di essere puntuale ma a quanto pare non ci riesco proprio…Sigh!
Zack: questa volta mi tocca confermare invece che smentire. Anche se questo prova una cosa: sei inaffidabile!!
Mystic: *gli dà una botta* Zitto che tra poco le prenderai. Giusto il tempo di scrivere il prossimo capitolo e vediamo chi ride. Già in questi ultimi due non hai fatto delle bellissime figure!!
Zack: Sadica sfruttatrice del passato altrui >.< E non girare il dito nella piaga!! Gremory…brrr! Potevi lasciarlo all’Inferno, dannazione a te!
Mystic: No, troppo comodo se no! Almeno c’è un demone decente in questa storia!
Zack: Ehi! Io sono più che decente! u.u
Mystic: …….. *sguardo scettivo* …comunque, vedremo se sopravviverai! Sono curiosa di scoprirlo! Eheh!
Zack: Ma…ma come?! Sei tu che scrivi!
Mystic: Appunto. Non so ancora se darti l’happy ending e come dartelo, se completo o no visto che adesso mi stai anche corteggiando il coprotagonista.
Zack: -///- …Comunque, se mi ammazzi ti ammazzo, chiaro?
Mystic: Non puoi! Ti ho creato io!
Zack: E che c’entra?!
Mystic: C’entra, c’entra!! Comunque, basta cavolate! Passiamo alle cose serie. Un mega abbraccio a Rebychan e a marzia ds che non mancano mai di sostenermi e recensirmi! Non so che farei senza di voi, ragazze!! Grazie mille di cuore. Un rigranziamento anche a chi segue/preferisce/ricorda o semplicemente legge la storia. Mi fa davvero molto piacere e mi invoglia a scrivere.
Alla prossima! Quindi circa tra due settimane!
Un bacio,

La vostra Mystic
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler / Vai alla pagina dell'autore: DaughterOfDawn