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Autore: xUnbroken    30/07/2012    1 recensioni
Cosa succede quando Scott, Derek e il suo branco hanno a che fare con un nuovo lupo più forte e con caratteristiche di natura diversa?
Fan-fiction con le vicende della nuova serie di Teen Wolf (SPOILER PER CHI NON HA VISTO LE PUNTATE) più l'aggiunta di un nuovo personaggio e una serie di intrecci amorosi inaspettati.
Genere: Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Si alzò dal letto e si affacciò alla finestra per guardarla meglio. Il vicino era ancora sveglio e la fissava, inquietante come non mai. Jane cercava di sostenere il suo sguardo finché il rumore di qualcosa non attirò la sua attenzione.
Si spostava velocemente dall’inizio del vialetto, ai cespugli dei vicini fino ai cespugli sotto la sua stanza. Sapeva chi era ma non poteva parlare o avrebbe svegliato qualcuno. Spuntò un sorriso compiaciuto e Isaac si arrampicò agilmente alla finestra della sua stanza, rimanendo con i piedi attaccati alla parete e le mani su quelle di Jane appoggiate sull’apertura della finestra.
“Ti sono mancato?” disse sorridendo.
“Shh o li sveglierai.” Gli sussurrò ridendo. Gli prese il viso tra le mani e lo baciò più volte sulle labbra.
Il vecchio li guardava sconcertato. Per l’agilità con cui Isaac si era arrampicato e per come aveva capito che Jane l’aveva seguito con gli occhi. L’aveva sentito arrivare. Per come lo percepiva dentro di sé.
“Quel tizio non dorme mai?”
“Solo quando chiudo le finestre.” Rispose lei. Isaac si voltò e gli alzò il dito medio. “Isaac!” lo rimproverò Jane in un sussurro. Il vecchio scomparve dalla finestra e spense le luci. Scoppiarono a ridere e Isaac entrò nella sua stanza. Jane spense la luce e si distesero sul letto al chiaro di luna.
Lo abbracciò e Isaac le baciò la fronte. “Posso restare qui stanotte?”
Jane annuì baciandolo. Rimasero abbracciati tutta la notte fino ad addormentarsi alcune ore dopo. La finestra era ancora aperta e iniziava a sentirsi l’aria gelida della notte. La temperatura era calata e poche ore dopo sarebbe sorto il sole. Una lieve brezza faceva ondeggiare le tende filtrando la luce della luna sulla pelle pallida di lei. Isaac la osservava ammaliato mentre dormiva.
Ma quando Jane si svegliò lui non c’era più. Al posto suo c’era un biglietto. ‘Sono dovuto scappare, i tuoi si erano svegliati. Ci vediamo più tardi.
Sorrise alla vista di quel biglietto e lo mise in un posto sicuro. I suoi genitori erano già usciti da un pezzo quando lei varcò la soglia della porta con la borsa in spalla e il telefono in mano. Ad attenderla c’era Isaac, che aveva promesso che non l’avrebbe mai lasciata da sola. Il vicinato era già in movimento, come anche il vicino davanti ai cespugli di cui non restava più nulla ormai.
Si baciarono per darsi il buongiorno e si incamminarono verso la Beacon High.
“Perché non saltiamo la scuola?” propose Isaac eccitato.
“E dove andiamo?”
“Non so, dove vuoi.”
Ci pensò. “Casa mia, divano, coccole?” disse lei con un faccino tenero prendendolo per mano.
“Mmm, mi piace.” Isaac sorrise e la baciò.
Tornarono a casa sotto gli occhi vigili del vicino che a momenti si tagliava le mani.
Quando richiusero la porta dietro di loro Isaac la prese per la vita baciandola appassionatamente per diversi minuti. Minuti che Jane avrebbe voluto non finissero mai.
“Facciamo l’amore.” Le sussurrò all’orecchio sorridendo. Jane ricambiò il sorriso e gli sfilò la maglietta buttandolo sul divano. Un’ora dopo lui era sdraiato sul suo seno e le accarezzava delicatamente il corpo con le dita facendole un leggero ma piacevole solletico.
“Dici che il vicino ci ha sentiti?” chiese lei.
“Probabile.” Rispose Isaac ridendo. “Facciamo una cosa a tre?” propose poi con sguardo malizioso.
“Piuttosto mi faccio infibulare.” Rispose Jane ridendo. Isaac scoppiò a ridere di gusto e la baciò.
“Ok, non rischierò così tanto solo per aggiungere un vecchio tra di noi.”
“Oddio che cosa orrenda.” Riprese poi lei, ripensando a quello che aveva detto.
“Ricordami perché sto con te piccola.”
“Perché sono la più figa di tutte, ovvio.” Rispose lei prontamente.
“Certo, certo.” Rise lui.
“Sento una nota di sarcasmo nella tua voce. Vorresti per caso dissentire?” Fece Jane indagatoria.
Isaac sorrideva compiaciuto, ma felice. Si vedeva che era felice con lei. “No, non mi permetterei mai!”
“Bene, perché anche se avessi voluto farlo non te l’avrei permesso.” Concluse lei con finta risolutezza, e lo fece ridere ancora.
Le morse affettuosamente il collo e lei urlò. Si scostò quando Jane cercò di morderlo ma lei lo trattenne e gli baciò il collo.
“E’ questo tutto quello che sai fare, Davis?” la provocò.
Lei lo trascinò con violenza sotto di sé. “Mi stai davvero sfidando, Lahey?” Isaac annuì compiaciuto senza smettere di ridere. Jane affondò il viso sul suo collo e lo morse così forte che urlò. Divertito, ma urlò. La prese per la vita e la trascinò sotto di sé.
“Così non vale però!” si lamentò lei. Isaac si fiondò sul suo collo facendola urlare ad ogni morso. La loro forza si bloccava, così Jane non aveva possibilità di fermarlo. Ma non voleva fermarlo affatto. L’unica cosa che avrebbe voluto fermare era il tempo, le sensazioni, le emozioni che provava con lui e per lui. Voleva stare con lui sempre, ogni momento della sua vita. Era quasi ora di pranzo quando, dopo essersi rivestiti almeno per metà, erano ancora sdraiati sul divano a scambiarsi effusioni, incuranti del mondo circostante, finché non sentirono qualcuno parcheggiare nel vialetto.
Si alzarono entrambi di scatto dal divano al rumore dell’auto.
“Oddio. Sono qui.” Fece Jane in preda al panico.
“Pensavo tornassero stasera!” esclamò Isaac rimettendosi i pantaloni alla velocità della luce e raccogliendo le sue cose sparse a terra.
“Lo pensavo anch’io!”
Eliminarono le loro tracce dal soggiorno e corsero di sopra appena prima che la porta si aprisse e sbattesse come al solito contro la parete laterale. Arrivarono nella sua stanza e si calarono giù dalla finestra. Soltanto una volta in giardino Isaac riuscì a infilarsi la maglietta, mentre tutto accadeva sotto gli occhi del vicino.
La prese per mano e corsero via verso la città. Quando furono abbastanza lontani scoppiarono a ridere.
“Sto morendo di fame. Andiamo a mangiare qualcosa?” propose Isaac riprendendole la mano.
Jane annuì e lo seguì verso l’entrata del grill. Presero un tavolo davanti al vetro del locale e ordinarono delle ali di pollo con contorno di insalata. Finalmente facevano un vero pranzo, da soli.
Nel frattempo a scuola tutti si chiedevano che fine avessero fatto, finché non realizzarono che probabilmente erano insieme, visto che mancavano entrambi. La giornata sembrava trascorrere tranquilla finché nel pomeriggio Stiles non mandò un messaggio a Jane, facendole una lista delle persone in punizione con loro per una lite con Jackson e lo scontro che avevano appena avuto con Jackson trasformato e le loro nuove informazioni riguardo ai veri genitori di Jackson. E anche che stavano portando Erica da Derek dopo essere stata avvelenata da Jackson.
Stiles li rassicurò anche che andava tutto bene e che potevano cavarsela da soli, ma Isaac e Jane finirono comunque il pranzo in fretta e si precipitarono da loro. Erica dormiva mentre il suo corpo guariva, Stiles era insieme a lei e Derek li stava aspettando.
“Oh, Romeo e Giulietta sono arrivati. Complimenti per aver saltato la scuola!”
Jane ruotò lo sguardo infastidita. “Stiles mi ha mandato un messaggio e siamo venuti il prima possibile.” Disse poi vaga.
“Stiles, eh? Lo stesso ragazzo che hai baciato dopo aver fatto l’amore con Isaac?” chiese lui, con un sorriso divertito sul suo volto.
Jane lo guardò sconvolta. Isaac abbassò lo sguardo incredulo e perplesso. “Hai baciato Stiles?” le chiese con tono di accusa. Derek rideva. Jane sentiva il cuore di Isaac palpitare di rabbia tanto forte che quasi le perforava il cervello.
“Dimmelo e basta!” urlò con gli occhi di un dorato acceso. Stiles si era spaventato ed era uscito fuori. Isaac si lanciò contro di lui, che sbatté violentemente con le spalle a terra. Jane mise una mano sulla spalla di Isaac e si trasformò all’istante. Isaac cercò di attaccarla ma invano, perché era in grado di schivare tutte le mosse. Così si fiondò nuovamente su Stiles, già stremato per il colpo precedente, e lo sbatté contro il muro mostrandogli gli artigli.
Jane afferrò il braccio di Isaac. “Lascialo in pace, non è stata colpa sua.” disse. Quando Isaac la ignorò e cercò di attaccarla lei lo spinse lontano. Isaac tornò umano. “Non ho voglia di combattere.” Disse rialzandosi. Poi si avvicinò lentamente a Jane che era tornata umana. “Spiegami solo perché.”
Jane sospirò. “Senti, è stato solo... un bacio tra amici. Niente di più.”
“E ti sembra una spiegazione?”
Jane lo guardò, confusa e terrorizzata, e consapevole di ciò che sarebbe successo dopo.
Isaac annuì spazientito. “Non parlarmi più. Non voglio più vederti.”
“Isaac…”  cercò di fermarlo. “Mi dispiace. Ho sbagliato! Ma non è stato nulla!”
“Hai baciato un altro dopo aver fatto l’amore con me. Questo lo chiami niente?” disse infuriato.
Jane abbassò lo sguardo, ma poi si voltò verso Derek. “Magari io avrò sbagliato, ma è colpa di Derek.” Disse poi, e non con buone intenzioni. L’espressione di Derek cambiò. Non sorrideva più.
“Glielo dici tu o glielo dico io il perché l’ho baciato?” lo incitò. Derek respirava forte e il suo cuore batteva all’impazzata per la rabbia.
“Derek ha baciato Stiles!” disse, prima che lui la attaccasse violentemente. Jane si ritrasformò e gli ringhiò contro. Derek la prese per il collo sbattendola contro il muro.
“Non osare sfidarmi. Sono io l’Alfa!”
“Già, non fai altro che ripeterlo.” Rispose lei, mentre sentiva le mani di Derek stringere la presa. Isaac se ne andò infastidito senza dire nulla.
“Bella mossa, Alfa.”
Derek la lasciò  andare e tornarono entrambi umani.
“Scusami Stiles.” Fece lei, prima di andarsene a gambe levate da lì. A metà strada scoppiò a piangere per tutto il nervosismo.
Tornò a casa in lacrime e se ne andò nella sua stanza. Si sdraiò sul letto e nella sua testa apparvero per un secondo tutti i momenti fino ad ora trascorsi con Isaac. Era incredibile che era bastato un bacio a stroncare tutto. Cosa avrebbe fatto adesso senza di lui? Non avrebbe più avuto nessuno.
Prese la borsa e andò al grill dove era sicura di trovare Danny. Anche se non parlavano molto la sua gentilezza la faceva sentire meglio.
“Ehi, ciao.” La salutò appena la vide varcare la soglia della porta. Jane ricambiò con un gesto della mano e andò a sedersi al bancone. “Tutto ok?” le chiese.
“Si, tutto ok.”
“Non sembra.”
“E’ così evidente?”
“Un po’. Vuoi che ti porti qualcosa da bere?”
“Si, un thé alla pesca, ti prego.”
“Arriva subito.” Poco dopo posò il bicchiere davanti a lei e guardò la porta. Jane si voltò e vide entrare Matt. Danny gli sorrise salutandolo, e lui ricambiò. Jane istintivamente sorrise.
“Che c’è?” le chiese.
“Oh, nulla.” Rispose lei vaga, anche se Danny sapeva benissimo che si era accorta di tutto.
Danny esitò, guardandola. “Il mio ragazzo mi ha lasciato e lui sembra carino con me.” disse, abbassando lo sguardo.
“Perché me lo stai dicendo?” gli chiese un po’ perplessa.
“Avevo bisogno di dirlo a qualcuno. Tu invece? Come mai stai così?”
Lei sospirò, per quanto le facesse ancora male dirlo. “Ho litigato con Isaac.”
“Come mai, se non sono indiscreto?”
“Io… ho baciato un altro.”
“Ahia. Questa non è una cosa buona.”
“Già. Ha detto di non volermi più vedere.” Sussurrò, sentendo le lacrime tornare in superficie. Abbassò lo sguardo e si asciugò gli occhi. Dentro di sé era come se il legame si fosse totalmente spezzato, anche se sapeva benissimo che in realtà era per metà spezzato, forse.
Matt poi si sedette accanto a lei, le sorrise e ordinò da bere. Danny sembrava felice soltanto a vederlo. Consumò in fretta il suo drink e uscì.
“Dovresti provarci con lui.” Gli suggerì.
“Che? Vuoi scherzare?”
“No. Ho visto come lo guardi e come sorridi.”
Danny abbassò lo sguardo, colpevole. “Peccato che lui è ossessionato da Allison.”
“Allora fa’ che cambi idea.” Gli suggerì. “Comunque io vado, non ho molta voglia di vedere gente. Ci vediamo domani.”
“A domani.”
Tornò a casa di nuovo in lacrime e si mise a letto. Passarono le ore, si fece ora di cena ma i suoi genitori non tornavano. Cercò di chiamarli quando Stiles la precedette.
“Ehi, Jane. Stai bene?”
“Non proprio. E scusami se ho raccontato del bacio tra te e Derek, ma è colpa sua, mi ha fatto incazzare.”
“Tranquilla, non importa. Senti… devo dirti una cosa.”
“Stiles dove sei? C’è un baccano infernale, ti sento malissimo.”
“Aspetta, mi sposto. Ora mi senti meglio?”
“Si, ora ti sento. Dimmi.”
“Ci sono brutte notizie.”
“Del tipo?”
“I tuoi genitori.” A quelle parole fu come se a Jane gli si bloccò qualcosa in gola. Come se sapesse che sarebbe successo qualcosa di brutto. “Sono stati uccisi. Mio padre mi ha detto di chiamarti, siamo nella strada al limitare della riserva.”
Non se lo fece ripetere due volte e in un batter d’occhio fu lì. A quella visione il suo cuore quasi si fermò. Lo sportello del conducente era stato letteralmente strappato via, il parabrezza ridotto a brandelli, sangue dappertutto e i corpi dei suoi genitori avvolti in un telo nero. Sentì le lacrime crescere come un fiume in piena e riversarsi sul suo volto. Urlò e Stiles la prese al volo tra le sue braccia cercando di trattenerla dall’avvicinarsi a loro.
Lo sceriffo si avvicinò a loro e li allontanò da lì.
“Ehi, ehi. Calmati.” Le sussurrò, ma lei sembrava non volesse saperne. Piangeva così forte e a singhiozzi che quasi il cuore le smetteva di battere. Quasi le mancava l’aria. Stiles la strinse a sé e lei non riuscì a non ricambiare. Aveva bisogno di qualcuno in quel momento. Come avrebbe fatto senza Isaac? Era tutto così insopportabile e sbagliato. 
  
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