E anche questo
capitolo è terminato!
Ho anche fatto veloce! Yeeeeeeee *saltella allegra* Chssà cosa capiterà nel 2008...Muahaha xD
Alloooooora...passiamo ad altro:
Grazie a Dearly Beloved che averla aggiunta tra le seguite!^^
Grazie a Marzia_lea Chan per averla messa tra le preferite!
E ovviamente, grazie a chi continua a seguirla e recensirla!
Vi prego di lasciare un commentino (_ _) ed ora mi precipito a rispondere alle recensioni e poi a pappa! xD
A presto <3
Ho anche fatto veloce! Yeeeeeeee *saltella allegra* Chssà cosa capiterà nel 2008...Muahaha xD
Alloooooora...passiamo ad altro:
Grazie a Dearly Beloved che averla aggiunta tra le seguite!^^
Grazie a Marzia_lea Chan per averla messa tra le preferite!
E ovviamente, grazie a chi continua a seguirla e recensirla!
Vi prego di lasciare un commentino (_ _) ed ora mi precipito a rispondere alle recensioni e poi a pappa! xD
A presto <3
I giorni passarono e sia Roxas che Hayner non si rivolsero la parola, Olette e Pence si sentirono terribilmente a disagio in quei momenti, così per non far litigare nessuno, durante l’intervallo Pence stava con Roxas mentre Olette faceva compagnia ad Hayner, il giorno dopo si scambiavano le parti e così via…Fino ad arrivare al fatidico 17 Marzo.
Per
via di quel litigio, Roxas non fece il regalo di compleanno ad Olette
assieme ai suoi due amici come ogni anno, così decise di
cogliere
l'occasione e comprare il regalo con Naminè.
Passò tutta la giornata con lei e dovette ricredersi su molte cose.
Passò tutta la giornata con lei e dovette ricredersi su molte cose.
Naminè
non era strana, né introversa come molti dicevano, era
semplicemente
timida.
A scuola non parlava quasi con nessuno, ad eccezione della sua gemella Kairi e Sora, lei diceva che preferiva la tranquillità di un buon libro al caos dell’intervallo; come Roxas, amava l’arte e faceva dei disegni stupendi.
A scuola non parlava quasi con nessuno, ad eccezione della sua gemella Kairi e Sora, lei diceva che preferiva la tranquillità di un buon libro al caos dell’intervallo; come Roxas, amava l’arte e faceva dei disegni stupendi.
Quel
giorno Naminè gli confessò che il suo
più grande sogno sarebbe
quello di dirigere una galleria d'arte, amava dipingere, i disegni a
matita e da poco aveva scoperto quelli al computer, anche se restava
più fedele al classico.
Roxas ascoltò i suoi discorsi con interesse, non credeva possibile di trovare una persona così simile a lui.
Roxas ascoltò i suoi discorsi con interesse, non credeva possibile di trovare una persona così simile a lui.
La
festa a sorpresa di Olette si fece in un locale che Hayner
affittò
per l’occasione, non era stato difficile e neanche troppo
costoso,
poiché il proprietario era suo padre.
La sorpresa fu un gran successo, ma per tutta la serata i due litiganti non si rivolsero la parola.
La sorpresa fu un gran successo, ma per tutta la serata i due litiganti non si rivolsero la parola.
Mentre
tutti si divertivano a ballare, scherzare e guardare quel tonto di
Sora che aveva rovesciato per sbaglio la bibita addosso a Kairi,
Roxas si trovava seduto in un angolo, che guardava le fotografie
appena scattate ai suoi amici.
«Sono davvero molto belle»
Alzò di scatto il capo, accorgendosi della vicinanza di Naminè, la ragazza si trovava con la schiena appoggiata al muro, ad osservare con curiosità le foto dell’amico.
«Grazie» Le sorrise, tornando a guardare le foto, involontariamente però, il suo sguardo si fissò su Hayner che si trovava dall’altra parte a parlare con un gruppo di ragazze.
«Sono davvero molto belle»
Alzò di scatto il capo, accorgendosi della vicinanza di Naminè, la ragazza si trovava con la schiena appoggiata al muro, ad osservare con curiosità le foto dell’amico.
«Grazie» Le sorrise, tornando a guardare le foto, involontariamente però, il suo sguardo si fissò su Hayner che si trovava dall’altra parte a parlare con un gruppo di ragazze.
Idiota.
Avevano litigato parecchio nel corso degli anni, ma mai sono arrivati a ben quattro giorni senza rivolgersi la parola e a stento uno sguardo.
Avevano litigato parecchio nel corso degli anni, ma mai sono arrivati a ben quattro giorni senza rivolgersi la parola e a stento uno sguardo.
Hayner
deve essersela presa parecchio per quella faccenda di Axel.
«Vedrai
che gli passerà»
Disse Naminè, con un tono talmente basso che Roxas
riuscì a stento
a sentirla.
«E tu come fai a saperlo? »
«E tu come fai a saperlo? »
«Me
l’ha detto Kairi, che l’ha saputo da Olette
»
Il
ragazzo scosse il capo.
Femmine.
Perché dovevano essere così pettegole?
Naminè
tirò fuori un piccolo sorriso, appoggiando una mano sulla
sua spalla
«Non
avercela con Hayner, magari ha solo paura di perdere il suo migliore
amico, capita a tutti di avere questi pensieri»
«Sì
ma è da sciocchi! Io non voglio di certo sostituirlo»
Spense la
macchina fotografica, lanciando un sospiro «Non
avrebbe fatto tutte queste scene se fossi sempre uscito
con….mmh…Sora!
»
«Sora
è tuo fratello»
«E’
Axel
il problema, per
lui.
Hayner non lo sopporta e quindi io non dovrei averci niente a che
fare»
«Non
ha il diritto di sceglierti le amicizie, non ti pare?
»
Roxas la osservò incredulo. Ma Naminè da che parte stava? Un minuto prima sembrava lo stesse accusando ed un minuto dopo era dalla sua parte?
Roxas la osservò incredulo. Ma Naminè da che parte stava? Un minuto prima sembrava lo stesse accusando ed un minuto dopo era dalla sua parte?
Forse
voleva solo confondergli le idee per convincerlo a fare pace,
nonostante tutto…
«Se
non vuoi abbandonare sia Axel che Hayner, resta amico di entrambi,
semplice»
Come
immaginava.
Forse
ormai, non centrava la litigata.
Forse
era semplicemente una questione di orgoglio.
Entrambi
volevano vedere chi cedeva prima, e di sicuro Roxas avrebbe tenuto
duro fino alla fine.
O
almeno era quello che pensava fino a quando Naminè non
propose ad
Olette di fare una foto di gruppo, ma non l'intera banda della festa,
bensì i classici “quattro
migliori amici”,
compreso Hayner.
Fantastico.
Roxas
avanzò con passo pesante, a giudicare dal suo
“entusiasmo”,
sembrava stesse andando al patibolo.
Inoltre,
per essere coerente con tutte le altre fotografie che avevano fatto
in passato, Roxas sarebbe dovuto stare accanto ad Hayner.
Non
c’è che dire, Naminè è stata
davvero furba.
Dopo
aver scattato la fotografia, Roxas ed Hayner continuarono a non
scambiarsi una singola parola, finchè Olette perse la
pazienza.
«Insomma,
adesso dovete smetterla!
» Urlò
«State
rovinando la festa che voi
avete organizzato, siete peggio dei bambini»
I
due non dissero nulla, si limitarono a voltare gli sguardi da
tutt’altra parte, come se questo servisse a far smettere la
discussione. Olette lanciò un’occhiata ad Hayner,
portando le mani
ai fianchi «Hayner,
chiedi scusa a Roxas»
«Che
cosa?!
»
Evidentemente non si aspettava una tale risposta proprio da lei,
anzi, a questa sua accusa, sembrò irritarsi parecchio.
«E
tu Roxas, chiedi scusa ad Hayner»
Aggiunse Pence, raggiungendo i tre.
«Se entrambi chiedete scusa sarà tutto più facile» Concluse Olette.
«Se entrambi chiedete scusa sarà tutto più facile» Concluse Olette.
«Su
avanti, datevi un bacino e fate pace»
Disse una voce alle loro spalle. Inutile dire che si trattasse di
Sora, evidentemente aveva seguito il filo di discorso.
Per una volta che restava attento.
Per una volta che restava attento.
Roxas
non si rese conto, ma ormai ogni invitato aveva smesso di ballare,
tutti erano concentrati esclusivamente sul litigio fra la festeggiata
con i due ex amici.
Sospirò, voltandosi verso un Hayner che lo osservava con le braccia incrociate.
«Direi che possiamo fare un favore a tutti e…Tornare come prima? » Gli porse la mano, sperando che lui accettasse, anche se non sembrava esserne molto convinto.
Sospirò, voltandosi verso un Hayner che lo osservava con le braccia incrociate.
«Direi che possiamo fare un favore a tutti e…Tornare come prima? » Gli porse la mano, sperando che lui accettasse, anche se non sembrava esserne molto convinto.
«Avanti
Hayner, non mi vorrai tenere il broncio fino a quarant'anni?!
» pensò
il ragazzo che, in tutta sorpresa, si dovette ricredere.
L’amico
gli strinse la mano, dandogli una pacca sulla spalla «E
va bene, lo ammetto, ho esagerato»
«Allora
è tutto a posto?
» Domandò
sorridente.
Hayner
annuì, ricambiando il sorriso «Però
il bacio te lo puoi anche scordare»
Roxas
rise, dandogli anche lui un’amichevole pacca sulla spalla «Almeno
su questo siamo d’accordo»
Davanti
a loro, Olette, Pence, Naminè e tutti gli altri osservarono
la
scenetta finalmente soddisfatti e soprattutto rilassati.
La pace era stata ristabilita ed ora si potevano divertire nuovamente. Niente più conflitti.
La pace era stata ristabilita ed ora si potevano divertire nuovamente. Niente più conflitti.
***********************
Terminata
la festa, Roxas e Sora presero la strada di casa per tornare
indietro. Il locale non era molto distante da casa loro,
poiché
abitavano quasi in centro città. Sora insistette
più volte per
fermarsi in un bar.
Forse
tutte quelle bibite gassate non gli avevano fatto molto bene.
E
dire che prima di andarsene il fratello gli aveva raccomandato che
era meglio evitare di sostare in luoghi poco adatti a loro, ma il
castano sembrò volerlo fare apposta e si fermò in
uno dei locali
più malsani della città.
Roxas provò a convincerlo a non entrare, ma Sora sembrava dover scoppiare da un momento all’altro, così si fiondò dentro al locale cercando con disperazione un bagno, mentre il fratello lo aspettò sulla soglia della porta, cercando di non incrociare gli sguardi delle persone che sedevano fuori a bere, sembravano avere tutti scritto sulla fronte la parola “Pericolo”.
Ammettiamolo, Roxas era alquanto superficiale in questi casi, ma non si fidava di quei posti, inoltre, c’era un odore di fumo talmente forte che quasi si sentì svenire, dovette coprirsi la bocca con una mano ed allontanarsi, fino ad incrociare il vicolo accanto al locale.
Roxas provò a convincerlo a non entrare, ma Sora sembrava dover scoppiare da un momento all’altro, così si fiondò dentro al locale cercando con disperazione un bagno, mentre il fratello lo aspettò sulla soglia della porta, cercando di non incrociare gli sguardi delle persone che sedevano fuori a bere, sembravano avere tutti scritto sulla fronte la parola “Pericolo”.
Ammettiamolo, Roxas era alquanto superficiale in questi casi, ma non si fidava di quei posti, inoltre, c’era un odore di fumo talmente forte che quasi si sentì svenire, dovette coprirsi la bocca con una mano ed allontanarsi, fino ad incrociare il vicolo accanto al locale.
In
quell’istante sentì una voce famigliare, o meglio
dire una risata.
Era
sicuro di non potersi sbagliare, quella era la voce di Axel, ed era
diretta all’interno del vicolo.
Roxas si sporse leggermente per controllare con esattezza chi ci fosse.
Roxas si sporse leggermente per controllare con esattezza chi ci fosse.
Magari
si era sbagliato, forse era solo un’allucinazione dovuta al
fumo.
Ed invece, come sempre, ebbe la conferma che il suo udito era notevolmente migliorato nel corso degli anni. Quella chioma rossa si riusciva a distinguere nonostante il buio del vicolo (per non dire della notte), Axel era assieme ad un gruppo di ragazzi, poté riconoscerne alcuni che facevano parte della sua banda a scuola mentre altri non li aveva mai visti.
Ed invece, come sempre, ebbe la conferma che il suo udito era notevolmente migliorato nel corso degli anni. Quella chioma rossa si riusciva a distinguere nonostante il buio del vicolo (per non dire della notte), Axel era assieme ad un gruppo di ragazzi, poté riconoscerne alcuni che facevano parte della sua banda a scuola mentre altri non li aveva mai visti.
Scrutò
con attenzione cosa stessero facendo e in quell’istante gli
sembrò
mancare il fiato per lo stupore, Axel stava fumando, ma non una
sigaretta qualunque, quella era una…una…
«Una
canna?!
»
bisbigliò a bocca spalancata. Sbattendo più volte
le palpebre.
Da
quando in qua Axel fumava le canne?!
Non glielo aveva mai detto e sinceramente non ne capiva il motivo.
«Axel?
» Domandò
a voce bassa, forse sperando che lui non se ne accorgesse o magari
che non fosse il suo amico, ma uno stupido clone che per farsi vedere
dagli altri si era messo anche a drogarsi.
Il
rosso voltò leggermente lo sguardo, notando in lontananza un
ragazzino biondo, in un breve istante non mise a fuoco il suo aspetto
ma dopo qualche minuto lo riconobbe.
Quasi
non si ricordò di star tenendo in mano una canna e
perciò gli fece
cenno di avvicinarsi, con un enorme sorriso «Hey
Roxy, che ci fai qui? Non ti facevo un tipo da Night Club»
Il
biondo restò immobile al suo posto, senza ricambiare il
sorriso,
inutile dire che Axel non se ne accorse minimamente del suo malumore,
lasciò il gruppo di “amici” e si
avvicinò al più piccolo,
sfoggiando un altro dei suoi migliori sorrisi «Che
ti prende? Ora metti anche il broncio?
» Gli
diede un’amichevole pacca sulla spalla, iniziando a ridere
come un
ebete.
Era fatto, eccome se era fatto.
Era fatto, eccome se era fatto.
«Axel
dove vai?! Lascia in pace quel bambinetto o ti denunceranno per
pedofilia»
Urlò uno del gruppo. Evidentemente davano a Roxas meno anni
di
quanti ne avesse, certo, non era altissimo come molti altri della sua
classe, ma non era nemmeno il re dei nani.
Diamine
in quel momento si arrabbiò davvero.
Ma
l’altro cercò di non badarci «Ah
lascialo perdere, Xigbar è un deficiente»
Gli sussurrò, sorridendo ininterrottamente, ma quando vide
lo
sguardo serio di Roxas, iniziò a preoccuparsi «Ma
che cos’hai? E’
forse…Ehm….successo qualcosa
al…Aspetta
dov’è che andavi oggi?
»
«Ad
un compleanno»
Rispose freddamente.
E
pensare che glielo aveva detto giusto questa mattina. Ma inutile
ragionare con uno ridotto in quel modo.
Axel
ridacchiò impacciato «Oh
giusto. Al compleanno di compleanno di Pin,
o
come si chiama...
»
Roxas
sgranò gli occhi, abbassando di poco lo sguardo «Veramente
il suo nome è Pence, e oggi non era il suo compleanno ma
quello di
Olette»
Borbottò offeso.
Axel
si strinse le palle, ridacchiando «
Ops, errore mio.
Comunque,
è successo qualcosa? Sei strano»
Il
più piccolo ignorò la sua domanda, rivolgendo un
ultimo sguardo
alla canna che il rosso teneva in mano, assunse
un’espressione
notevolmente disgustata «Da
quanto tempo le fumi?
»
Axel
sospirò, grattandosi nervosamente il capo «Ah…»
Aveva
capito. Finalmente
gli era chiaro il suo strano comportamento.
Fece
le spallucce, guardando un punto fisso davanti a sé «
…Dai, non mi dire che te la stai prendendo per…»
«Avevi
promesso, Axel!
» Gli
urlò il biondo, stringendo forte i pugni «Dicevi
che non avresti più fumato, e non è passata
neanche una settimana!
»
«No no no no….ALT! » Lo interruppe, il suo tono di voce si fece più alto. Ora sembrava lui quello arrabbiato «Avevo detto che avrei cercato di non fumare le sigarette, ma non hai mai parlato di canne» Indicò lo spinello, indi rise nuovamente «Dai, smettila di assillarmi e andiamo a prenderci un panino, ho una fame! »
«No no no no….ALT! » Lo interruppe, il suo tono di voce si fece più alto. Ora sembrava lui quello arrabbiato «Avevo detto che avrei cercato di non fumare le sigarette, ma non hai mai parlato di canne» Indicò lo spinello, indi rise nuovamente «Dai, smettila di assillarmi e andiamo a prenderci un panino, ho una fame! »
Cercò
di trascinare via Roxas da quel vicolo, afferrandolo per un braccio
ma lui si oppose, staccandosi immediatamente.
«Non
toccarmi»
«Roxyyyy….Non
farmi arrabbiare»
Sforzò un ennesimo sorriso, afferrandolo nuovamente per un
braccio,
si vedeva che stava ormai perdendo la pazienza.
«Sei un cretino, guarda come sei ridotto, resti a malapena in piedi! Non sai quanto faccia male quella roba?! E io che pensavo di potermi fidare! »
«Sei un cretino, guarda come sei ridotto, resti a malapena in piedi! Non sai quanto faccia male quella roba?! E io che pensavo di potermi fidare! »
Axel
sembrava perso nei suoi pensieri, si accorse solamente
dell’enorme
figuraccia che stava facendo.
Farsi sgridare da un ragazzino, in un locale dove lo conoscono tutti. Gli si avvicinò, sussurrandogli nervosamente « Ascoltami piccolo....Io...Io ho una reputazione da mantenere, capito? Mi stai facendo fare una figura di merda...»
Farsi sgridare da un ragazzino, in un locale dove lo conoscono tutti. Gli si avvicinò, sussurrandogli nervosamente « Ascoltami piccolo....Io...Io ho una reputazione da mantenere, capito? Mi stai facendo fare una figura di merda...»
«Vai
al diavolo»
Lo spintonò, allontanandosi da quel postaccio.
«Roxaaaaas?!!Dove
stai andando? Torna qui, avanti!!»
Ma inutile, lui se n’era già andato.
Non appena il biondo tornò di fronte al locale, vide Sora che stava scambiando due paroline con un altro gruppo di ragazzi, uno di loro gli stava per offrire una sigaretta.
Non appena il biondo tornò di fronte al locale, vide Sora che stava scambiando due paroline con un altro gruppo di ragazzi, uno di loro gli stava per offrire una sigaretta.
Basta,
questo era troppo.
Il biondino si avvicinò, afferrando il fratello per il cappuccio della felpa e trascinandolo via.
Il biondino si avvicinò, afferrando il fratello per il cappuccio della felpa e trascinandolo via.
«C_Cosa
fai?! Roxas! Stavamo solo parlando!»
«Mi
hai preso per scemo? Avanti, torniamo a casa»
Detto questo continuò a trascinarlo senza sosta per quasi un
intero
isolato.
****************************
Il
giorno successivo Axel non si presentò a scuola, ma come
previsto,
lo chiamò al cellulare verso il pomeriggio, e
continuò fino alla
sera, Roxas riattaccò ogni volta, finchè decise
di spegnerlo per
l’intera giornata. La situazione andò avanti per
diversi giorni.
Non
potevo passare una normale settimana senza dover litigare con
qualcuno?
Ma
Axel, al contrario di Hayner, non la smetteva un minuto di chiamarlo,
di cercarlo, aveva persino contattato Sora, ma lui non ne voleva
più
sapere niente. Era stufo.
La
settimana passò tranquillamente, fino ad arrivare a
domenica, Roxas
uscì con i suoi amici e alla sera rientrò a casa
sotto lo sguardo
accusatorio della madre, inizialmente non capì, ma quando
gli fece
vedere la tonnellata di messaggi in segreteria che gli aveva lasciato
Axel sbiancò completamente.
Adesso aveva addirittura scoperto il suo numero di casa?!
Adesso aveva addirittura scoperto il suo numero di casa?!
Non
li ascoltò nemmeno, li cancellò, rassicurando sua
madre che non
c’era nulla da preoccuparsi.
Il
solito esibizionista..
Si
diresse in camera, dedicandosi alla lettura e a qualche compito fino
alla sera. Dopo cena, tornò Sora dai suoi allenamenti di
calcio,
gettò la sua borsa per terra, sedendosi sul letto di Roxas
mentre
lui era immerso nella lettura «Indovina
chi ho incontrato, finiti gli allenamenti?
»
«Sora,
non ho voglia di giocare…»
Borbottò, senza distogliere lo sguardo dal libro, ma il
fratello
glielo tolse
«Hey!!
»
«La
risposta era: Axel!»
Ridacchiò, iniziando a sfogliare alcune pagine del libro «
Pensavo che avessi finito tempo fa questa saga »
«Ho
ripreso a leggerlo, problemi?!
» Glielo
sfilò di mano, sedendosi vicino alla scrivania.
Sora
lo guardò perplesso «Senti,
Roxas mi sto un po’ preoccupando, prima litighi con Hayner ed
ora
con Axel? Sicuro di non essere tu
ad avere qualche problema?
»
«Fidati,
questa volta è lui
ad avere dei grossi
problemi.
E comunque
la questione non mi interessa più, io ho chiuso con quel
pagliaccio»
«Come vuoi» Sospirò il fratello.
«Come vuoi» Sospirò il fratello.
Quella
stessa sera, Roxas decise di riaccendere il cellulare, sperando che
ad Axel non venga in mente di chiamarlo. Se fosse andato avanti
così,
avrebbe di sicuro cambiato numero.
Tuttavia
quella notte, niente chiamate, niente messaggi, niente che ricordasse
Axel Morris. Meraviglioso.
Forse
si era rassegnato.
O
magari si era illuso troppo presto.
Difatti
verso le due di notte, ricevette una chiamata che lo fece scattare
improvvisamente, inciampò per terra, cercando di ricordarsi
dove
avesse messo il cellulare, una volta recuperato lesse il nome sul
display: Axel.
Basta,
era stufo di questo gioco.
Gli avrebbe risposto, lo avrebbe mandato a quel paese e finalmente sarebbe tornato a dormire con serenità.
Gli avrebbe risposto, lo avrebbe mandato a quel paese e finalmente sarebbe tornato a dormire con serenità.
«Ma
ti rendi conto di che ore siano?! Domani c’è
scuola!
»
«La
prossima volta rispondimi alle prime venti chiamate e magari non ti
suonerà il cellulare alle due di notte»
Rispose
seccato il rosso «Dobbiamo
parlare, e subito»
Roxas
sospirò, tirando un lungo sbadiglio «Non
possiamo domani?
»
«No.
O-R-A. Capito? Esci subito, sono qui sotto casa tua»
«Tu
sei DOVE?!
»
Improvvisamente
si
rese conto di star urlando, si tappò la bocca, voltandosi
nervosamente verso Sora che dormiva come un ghiro. Almeno non si era
svegliato.
Ci
pensò un po’, ma alla fine uscì di casa
camminando in punta di
piedi per non farsi sentire da sua madre: per fortuna che lei, come
Sora, aveva il sonno pesante, non l’avrebbe svegliata neanche
il
lancio di una bomba in giardino.
Una
volta uscito, sobbalzò non appena vide la figura di Axel
avvicinarsi
a lui.
«Bel
pigiama
» Disse,
fosse cercando di sdrammatizzare la situazione, ma niente.
Entrambi
si guardarono negli occhi, senza proferire parola, finchè il
biondo
distolse lo sguardo, socchiudendo la porta per non farla sbattere e
rimanere chiuso fuori «Almeno
questa volta sei te stesso»
Decisamente si stava riferendo al loro ultimo incontro, ed Axel lo
intuì subito.
«Roxas,
mi….»
Si morse nervosamente il labbro inferiore, non avrebbe mai immaginato
di dover chiedere scusa, non era da lui fare una cosa simile. Ma
doveva farlo se voleva ottenere di nuovo la sua fiducia «….Mi
dispiace…Io….Sono stato un cretino»
«Solo?
» Domandò
ironicamente il biondo. Tornando però improvvisamente serio «Ti
rendi conto di come mi hai trattato?»
«Lo
so!
» Sospirò
nervosamente, abbassando di poco lo sguardo «Ma
credimi quella era la prima volta che fumavo quella roba, la prima e
l’ultima»
Il
più piccolo alzò lo sguardo, inarcando un
sopracciglio «Axel…»
«E
va bene…La seconda! Ma ti giuro che ho smesso!!
Smetterò di
fumare, questa volta mi devi credere. Io non voglio….»
si bloccò improvvisamente, indeciso sulla parole da
pronunciare «Io
non voglio perdere la nostra amicizia, davvero »
Roxas
lo guardò negli occhi, non arrossati e spenti come quella
sera, ma
verdi e …Sinceri.
Ne era certo, stava dicendo la verità.
Gli sorrise, sedendosi lungo le scalinate di casa «E io che pensavo di essermi liberato di te! »
Ne era certo, stava dicendo la verità.
Gli sorrise, sedendosi lungo le scalinate di casa «E io che pensavo di essermi liberato di te! »
Axel
ricambiò, mettendosi accanto a lui «Non
sono un tipo che molla facilmente, dovresti saperlo»
Entrambi iniziarono a scherzare, punzecchiarsi, come se niente fosse
mai successo.
Ad un tratto Roxas abbassò di poco lo sguardo «In fondo mi spiace…Averti assillato con questa storia, intendo anche per le sigarette»
Ad un tratto Roxas abbassò di poco lo sguardo «In fondo mi spiace…Averti assillato con questa storia, intendo anche per le sigarette»
«Tutte
abbiamo le nostre manie»
Lo rassicurò
«Non
volevo diventassi come mio padre»
Disse con un filo di voce «Dopo
il divorzio, andò letteralmente in crisi, fumava, si
ubriacava e ha
iniziato a…Bhè….Hai capito.
» Sospirò
«Io
non…non riesco a perdonare mia madre, non doveva lasciarlo
in quel
modo, lui si sta rovinando per colpa sua, ora a stento riusciamo a
vederlo e l’idea che lei possa sposarsi con un altro uomo mi
fa
imbestialire»
Gli
occhi gli divennero lucidi, al punto che Axel non resistette e si
avvicinò a lui per avvolgerlo in un affettuoso abbraccio.
Roxas
si irrigidì, ma non si scostò da quel gesto,
anzi, arrossì
impacciato «C_che
stai facendo?
»
«Ti sto abbracciando, così non piangi più» gli sussurrò dolcemente, accarezzandogli i capelli.
«Ti sto abbracciando, così non piangi più» gli sussurrò dolcemente, accarezzandogli i capelli.
Solo
per quei brevi minuti, Roxas si sentii improvvisamente rilassato,
come se tutti i problemi che lo affliggessero fossero spariti
nell'istante momento in cui ricevette quell'abbraccio.
In
vita sua non era mai stato coccolato molto, i suoi genitori sono
sempre stati impegnati con il lavoro e in quei pochi momenti in cui
si trovavano tutti insieme impiegavano il tempo a litigare tra di
loro.
Non credeva che per farlo star bene bastasse un semplice abbraccio, inconsciamente si strinse all'amico, socchiudendo gli occhi ed inspirando tranquillamente il suo odore.
Non credeva che per farlo star bene bastasse un semplice abbraccio, inconsciamente si strinse all'amico, socchiudendo gli occhi ed inspirando tranquillamente il suo odore.
Era
strano...
Ma
piacevole.
E tutto grazie ad Axel.
Un
momento....Axel?!
«Ah!»
Si
staccò improvvisamente, le sue gote divennero più
arrossate del
solito.
«Io
non sto piangendo!»
Disse il biondo, asciugandosi una lacrima con la manica del pigiama.
Axel
rise, staccandosi da lui, anche se a malincuore «
Visto? Allora ha funzionato»
Roxas
gli sorrise, mormorando un “Grazie”
«Di
nulla, però adesso sei tu che devi farmi una promessa»
«E
quale sarebbe?
»
«Non
ci dovranno essere più segreti, d’accordo?
Qualunque cosa ci
faccia star male, dobbiamo dircela senza peli sulla lingua,
Memorizzato?
»
Il
più piccolo annuì, stringendogli la mano, ma solo
dopo quel gesto
si rese conto di cosa avrebbe portato tutto ciò,
abbassò nuovamente
lo sguardo, sotto quello incuriosito di Axel «E
adesso che ti prende? Vuoi un altro abbraccio?
»
Scherzò, allargando le braccia ma l’amico
sembrò non stare al
gioco.
«Axel…»
«Dimmi»
«Questo
sarà il mio ultimo anno a Traverse Town. Mia madre vuole
trasferirsi
in Inghilterra per andare a convivere con il suo compagno e
quindi…
Io e Sora andremo con lei»
Disse tutto talmente in fretta e a bassa voce che pregò che
Axel non
avesse sentito.
Ma
evidentemente anche il suo udito era ben sviluppato.
Il suo sguardo pareva perso nel nulla, gli occhi sgranati guardavano un punto fisso davanti a sé «CHE COSA?! » Urlò, alzandosi nervosamente.
Il suo sguardo pareva perso nel nulla, gli occhi sgranati guardavano un punto fisso davanti a sé «CHE COSA?! » Urlò, alzandosi nervosamente.
Ecco
perché quel giorno ti avevo chiesto
dell’Inghilterra.
«Shh!!
Sta zitto!
» Fece il
biondo, facendogli cenno di tacere «Vuoi
farci scoprire?
»
«Se
serve per farti restare qui allora SI’! Cazzo tu non
puoi…Non
puoi andartene! Non lo permetterò, facciamo
così…Posso…Posso
chiedere ai miei di adottarti! Sei un figlio modello, ti vorranno di
sicuro»
«Non
se ne parla!»
Disse con un mezzo sorriso «Non
posso lasciare Sora in un’altra nazione, sarà una
palla al piede
ma è pur sempre mio fratello»
«E
vuoi lasciare ME qui, solo soletto?!
»
«Ci terremo in contatto» Si strinse le spalle « Forse è un bene, magari nessuno sentirà realmente la mia mancanza»
«Ci terremo in contatto» Si strinse le spalle « Forse è un bene, magari nessuno sentirà realmente la mia mancanza»
«Non
è vero!
» Lo
interruppe improvvisamente il rosso, prendendolo per le spalle e
facendolo voltare di fronte a lui «A
me mancheresti»
Entrambi
si sorrisero, tristi di quel che stava succedendo, ma al tempo stesso
contenti di essersi chiariti.
Un
momento perfetto, interrotto dalle urla isteriche della madre «ROXAS!
Sono le due di notte! Cosa ci fai la fuori?!
»
I
due sobbalzarono, salutandosi con un veloce cenno con la mano e
dandosi appuntamento domani dopo la scuola.
Se
la memoria non lo ingannava, Roxas
doveva ad Axel un gelato.