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Autore: Neko    31/07/2012    3 recensioni
Sequel di "Da allievo a maestro" Sono passati anni da quando Kabuto ha combattuto nel suo covo contro i ninja della foglia e compiendo un gesto infimo ha rapito la figlia di Naruto appena venuta al mondo, ma esso non si arrende e continua la sua disperata ricerca con l'aiuto dei suoi amici.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo 23: Imprevedibile

 

Pov Kabuto

 

Finalmente erano arrivati. Non mi aspettavo che ci mettessero tutto quel tempo a scoprire che il mio non era altro che un trucchetto per depistare i curiosi.

Sorrisi divertito a vedere le loro facce una volta che le porte si aprirono, permettendo loro di vedere l’imponente Gedo Mazo.

I loro volti sbalorditi ammiravano l’enorme statua contenente tutti i nove chakra dei demoni codati, appartenente un tempo a Madara Uchiha e ora in mio possesso.

Ero sicuro che quell’idiota sarebbe perito durante la quarta guerra ninja e io non aspettavo altro che quel momento giungesse, per impossessarmi del suo progetto di resuscitare il juubi.

Ora finalmente il momento era arrivato. Presto avrei viaggiato di paese in paese sulla testa del mio servo, terrorizzando chiunque sul mio cammino e prendendo controllo di tutti gli stati dopo averli fatti cadere in miseria. Avrei cambiato il mondo creando un’unica terra, sotto un unico sovrano: me.

“Cosa sono quelle facce?” dissi loro schernendoli. “Il juubi non si è ancora svegliato, risparmiate la sorpresa e il terrore per quando questo metterà realmente piede nel nostro mondo!” dissi per poi scoppiare a ridere.

Era tremendamente divertente bleffarmi di quelle povere formiche di Konoha.

“Bastardo, ti fermeremo ancora prima che quel coso possa iniziare a muoversi!” mi disse Naruto.

Lo guardai. Aveva un’aria determinata, proprio come i suoi compagni.

“Non farmi ridere, tu in quelle condizioni vorresti fermare la mia creatura?” gli dissi. Ero piuttosto curioso di vedere cosa avesse in mente.

“Non è da solo e si dia il caso, che noi siamo in perfetta forma e ti distruggeremo!” disse colui che doveva essere il figlio del copia-ninja…chissà se era abile come il padre.

Eichi, evita di provocarlo!” disse Sakura.

Sorrisi e risposi “Sia che mi provochiate o meno, ho già deciso il vostro destino!”

“E quale sarebbe?” chiese il mio vecchio compagno Sasuke.

“Dato che proverete sicuramente a mettermi i bastoni tra le ruote, direi che vi distruggerò!” dissi per poi scendere dalla testa del Gedo Mazo, in modo tale da osservarli più da vicino.

“Mi sembra una scelta alquanto stupida quella da voi presa, soprattutto da parte vostra, Naruto e Sakura!”

Gli interpellati mi fulminarono con lo sguardo.

“Avreste potuto passare qualche momento tranquillo con le vostre due insopportabili figlie e invece…le lascerete orfane ancora prima che possano conoscervi a fondo!”

Naruto mi attaccò con un rasengan, spuntando fuori dal terreno. Riuscii a schivarlo, ma ammetto che non avevo fatto caso ad alcun tipo di movimento che mi facesse pensare ad un attacco sorpreso.

“I miei complimenti Naruto. Stranamente sei riuscito a cogliermi di sorpresa. Cos’è la tua permanenza in cella, ha fatto sì che tu tirassi fuori le tue reali capacità?”

“Ora non ci sono le mie bambine da proteggere e posso dar sfogò alla mia rabbia senza paura di far loro del male!” disse stringendo il pungo destro.

“E come pensi di fare con quel braccio fuori uso?” gli chiesi, ma a quanto sembrava, quello era uno dei suoi ultimi problemi.

 

Pov Sasuke

 

Mi sembrava quasi di essere tornato a sei anni prima. Eravamo più o meno le stesse persone di quel giorno.

Ma questa volta non sarebbe finita tragicamente come la volta scorsa. Nessuno di noi era incapace nel difendersi e potevamo attaccare senza dover proteggere nessuno…questo finchè qualcuno di noi non si fosse ferito seriamente. Solo Naruto sembrava malmesso, ma a leggere la sua solita determinazione nei suoi occhi, non mi posi il problema di doverlo tenere d’occhio.

Ovviamente ci preparammo tutti a combattere. Cinque contro in un incontro ufficiale non sarebbe stato leale, ma con Kabuto forse eravamo ancora troppo pochi. Era uno solo, ma non sapevamo come, aveva una resistenza sorprendente.

Forse era diventato anche immortale, proprio come Orochimaru, sebbene alla fine anch’egli avesse fatto una fine che non definirei dignitosa.

Ci dividemmo in due gruppi. Io, Naruto e Shikamaru, ci saremmo occupati di quell’essere, mentre Sakura, Eichi e Sora, si sarebbero occupati del Gedo Mazo, cercando di distruggerlo in qualche modo.

Fu difficile convincere Eichi a svolgere il suo compito. Voleva a tutti i costi scontrarsi con Kabuto.

Ero contrario, ma Naruto mi disse di lasciarlo fare.

Non capivo per quale motivo quel dobe mettesse così a repentaglio la vita di un suo allievo, nonostante non fosse al sicuro nemmeno svolgendo il compito da me assegnato, ma poi capii.

Eichi contento dell’opportunità datagli dal suo sensei, si buttò nella mischia, ma quando venne colpito, a parer mio non così forte come si sarebbe meritato, Naruto gli chiese con aria di rimprovero se volesse continuare a fare il gradasso.

Fu così che Eichi decise di seguire gli ordini da me impartiti, nonostante il suo orgoglio fosse stato macchiato.

Naruto mi diceva spesso che con il figlio di Kakashi ci volevano le maniere forti.

Kabuto se ne stava davanti a noi con le braccia conserte con un ghigno fastidioso sul volto. Non sembrava minimamente preoccupato  del nostro attacco per distruggere il Gedo Mazo.

“Attenzione ragazzi, quello ha qualcosa in mente. È troppo sicuro di sé!” disse Shikamaru non staccando gli occhi dal nemico, come se stesse cercando di leggergli nella mente.

“Ci starà nascondendo qualcosa, come è solito fare!” disse Naruto “Ma non sarà questo a fermarmi!” disse tirando fuori diversi kunai per poi lanciarli verso Kabuto, senza nemmeno mirare.

“è inutile, un paio di kunai lanciati malamente, non serviranno a fermarmi, né basteranno due chuunin e un jounin a bloccare la mia creatura!” disse convinto Kabuto prima di cominciare ad attaccarci con sorprendenti attacchi a cui difficilmente riuscimmo a rispondere.

Anche un piano architettato da Shikamaru non fu abbastanza per sconfiggere quella serpe.

Era raro che ciò avvenisse, anzi non ricordo nemmeno una volta in cui sia successo.

“Non facciamoci prendere dal panico. Tutti hanno un punto debole, basta capire quale è quello di Kabuto!” disse Naruto stringendosi il braccio ferito, ansimando.

Gli faceva male e gli creava parecchi disturbi nel combattimento. Era in grado di creare dei rasengan anche con una sola mano, ma già solo per attuare il kage bushin serviva comporre dei sigilli con entrambe le mani.

Sentimmo un urlo, prima di girarci e vedere Sakura, Eichi e Sora venire sbalzati via.

Lottavamo già da diverso tempo e la nostra concentrazione sulla battaglia, non ci aveva fatto accorgere che i nostri amici avevano dei problemi a distruggere la statua.

Naruto corse accanto a Sakura quando questa cadde malamente a terra e anch’io mi avvicinai per capire qualcosa.

“C’è una barriera a proteggere il Gedo Mazo. È molto spessa e sembra respingere qualsiasi nostro attacco!” disse Sora con il byakugan attivato.

“Troveremo un modo per distruggerlo. Alla fine è solo una barriera di chakra. Non può essere indistruttibile!” disse Eichi asciugandosi il sudore della fronte.

“Poveri illusi!” cominciò Kabuto “Credete davvero che sarebbe stata così facile? Quella barriera è composta dal chakra di tutti i demoni, è praticamente indistruttibile. Anche volendo, nemmeno io sarei più in grado di fermare la rinascita del juubi. Ci vorrà un po’ a causa della mancanza dell’adeguato chakra del Kyuubi, ma presto, quando tutti e i nove occhi, saranno nuovamente chiusi, il Juubi rinascerà!”

Guardai la statua. Aveva tutti e nove gli occhi aperti. Sapevo che ad ogni occhio, corrispondeva un demone ed ognuno di essi si era aperto quando aveva introdotto al suo interno il chakra di un bijuu. Questo stava a significare che, appena completata la chiusura di un occhio, uno dei demoni era stato completamente assimilato e non corrispondeva più a  un’unica massa distinta.

In quel momento solo un occhio, il primo, cominciava a chiudersi. Esso era semi aperto e non sembrava voler procedere oltre. Sperai che in qualche modo il procedimento di rinascita si fosse interrotto, ma sapevo che non era così…era solo lento, ma presto tutti e i nove occhi si sarebbero chiusi.

Un gemito di dolore mi fece destare dai miei pensieri. Naruto era caduto in ginocchio e si teneva dolorosamente il braccio ferito.

Non aveva una bella cera e il fatto che Sakura non fosse riuscita a curarla come si doveva, era preoccupante.

Naruto, stai bene?” chiese Sakura reggendolo.

Naruto sorrise debolmente, aprendo un occhio per guardare la sua donna “Non proprio!”

“Tu riposa, ci penseremo noi a combattere quel verme!” disse Shikamaru.

N-no…va tutto bene. Sakura, quali sono le condizioni del mio braccio?” chiese il mio compagno.

Vidi Sakura mordersi il labbro, cosa che non prevedeva niente di buono.

Naruto…io…

“Dimmi la verità. Ho capito dalla tua espressione che è messo male e non dirmi cosa ha questa ferita, non la farà guarire. Dimmi piuttosto, è curabile o come penso io è troppo tardi?” chiese.

Spalancai gli occhi. Non avevo nemmeno pensato alla possibilità che quella ferita potesse essere di una tale gravità.

“La ferita ha fatto infezione ed parte è andata in cancrena. Se non fermiamo l’infezione, si estenderà in tutto il corpo e…morirai!” disse Sakura abbassando la testa “L’unico modo è…

“Amputare il braccio!” disse Naruto sospirando.

Sakura annuì.

Naruto chiuse gli occhi e si alzò in piedi e sollevando a fatica il braccio ferito e tendendolo, mi disse “Sasuke, taglia il braccio!”

Tutti sussultammo non capendo cosa gli passasse per la testa.

“Che diavolo stai dicendo teme!” dissi urlando.

Sakura intervenne immediatamente “Naruto, non fare stupidaggini. Tagliare il braccio aiuta a non far diffondere l’infezione, ma moriresti per dissanguamento!”

Naruto la guardò e sorrise “Perché dovete sempre pensare che io sia pazzo?”

“Ti devo far notare che tipo di richiesta mi hai appena fatto?” gli dissi con i nervi a fior di pelle.

“Volete aver un po’ di fiducia in me?” disse cominciando a scaldarsi. Era serio, serissimo e quella scenata, che speravo fosse uno scherzo, non si concluse in poche parole.

Naruto!” disse Sakura, supplicandolo di non compiere gesti avventati.

Naruto mi guardò con aria determinata, il che mi convinse. La sua impulsività d’altronde ci aveva salvato parecchie volte.

“D’accordo!” dissi voltando infastidito dalla parte opposta.

Cominciai ad estrarre la lama. Il tempo sembrò rallentare e in una serie di immagini vidi quanto stesse accadendo. Eichi che provava a fermarmi dal mio intento, Sora e Shikamaru che cercavano di allontanarlo e tenerlo fermo e infine, la lama della  mia katana che tagliava con un colpo netto, l’arto del mio compagno.

Naruto non potè fare a meno di urlare e cadde nuovamente a terra, tenendosi la ferita come a voler fermare l’emorragia.

Sakura prontamente lo  soccorse, ma esso le disse di starle lontana.

Allontanatevi…tutti!”ci gridò con una voce tremante.

Lentamente lo vedemmo ricoprirsi di chakra, inizialmente azzurro, che piano piano si tinse di rosso. Andò a coprirlo come se indossasse un abito e ricoprì anche quel braccio che non c’era più, come se esso fosse ancora al suo posto.

Urlò per sprigionare maggiore potenza e un bagliore  fastidioso si sprigionò, costringendoci a coprire gli occhi.

Quella forte luce non durò a lungo, ma quando potemmo nuovamente guardare in direzione del nostro compagno, rimanemmo a bocca aperta.

Naruto…il tuo braccio è…è ricresciuto!” disse Sakura dando voce allo stupore di tutti.

Il ninja più imprevedibile di Konoha aveva nuovamente colpito.

 

  
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