Capitolo 23:
Imprevedibile
Pov Kabuto
Finalmente erano arrivati. Non mi aspettavo che ci mettessero tutto quel tempo a scoprire che il mio non era altro che un trucchetto per depistare i curiosi.
Sorrisi divertito a
vedere le loro facce una volta che le porte si aprirono, permettendo loro di
vedere l’imponente Gedo Mazo.
I loro volti
sbalorditi ammiravano l’enorme statua contenente tutti i nove chakra dei demoni codati,
appartenente un tempo a Madara Uchiha
e ora in mio possesso.
Ero sicuro che
quell’idiota sarebbe perito durante la quarta guerra ninja e io non aspettavo
altro che quel momento giungesse, per impossessarmi del suo progetto di
resuscitare il juubi.
Ora finalmente il
momento era arrivato. Presto avrei viaggiato di paese in paese sulla testa del
mio servo, terrorizzando chiunque sul mio cammino e prendendo controllo di
tutti gli stati dopo averli fatti cadere in miseria. Avrei cambiato il mondo
creando un’unica terra, sotto un unico sovrano: me.
“Cosa sono quelle
facce?” dissi loro schernendoli. “Il juubi non si è
ancora svegliato, risparmiate la sorpresa e il terrore per quando questo
metterà realmente piede nel nostro mondo!” dissi per poi scoppiare a ridere.
Era tremendamente
divertente bleffarmi di quelle povere formiche di Konoha.
“Bastardo, ti
fermeremo ancora prima che quel coso possa iniziare a muoversi!” mi disse Naruto.
Lo guardai. Aveva
un’aria determinata, proprio come i suoi compagni.
“Non farmi ridere,
tu in quelle condizioni vorresti fermare la mia creatura?” gli dissi. Ero piuttosto
curioso di vedere cosa avesse in mente.
“Non è da solo e si
dia il caso, che noi siamo in perfetta forma e ti distruggeremo!” disse colui
che doveva essere il figlio del copia-ninja…chissà se
era abile come il padre.
“Eichi, evita di provocarlo!” disse Sakura.
Sorrisi e risposi
“Sia che mi provochiate o meno, ho già deciso il vostro destino!”
“E quale sarebbe?”
chiese il mio vecchio compagno Sasuke.
“Dato che proverete
sicuramente a mettermi i bastoni tra le ruote, direi che vi distruggerò!” dissi
per poi scendere dalla testa del Gedo Mazo, in modo tale da osservarli più da vicino.
“Mi sembra una
scelta alquanto stupida quella da voi presa, soprattutto da parte vostra, Naruto e Sakura!”
Gli interpellati mi
fulminarono con lo sguardo.
“Avreste potuto passare
qualche momento tranquillo con le vostre due insopportabili figlie e invece…le lascerete orfane ancora prima che possano
conoscervi a fondo!”
Naruto mi attaccò con un rasengan, spuntando fuori dal terreno. Riuscii a schivarlo,
ma ammetto che non avevo fatto caso ad alcun tipo di movimento che mi facesse
pensare ad un attacco sorpreso.
“I miei complimenti
Naruto. Stranamente sei riuscito a cogliermi di
sorpresa. Cos’è la tua permanenza in cella, ha fatto sì che tu tirassi fuori le
tue reali capacità?”
“Ora non ci sono le
mie bambine da proteggere e posso dar sfogò alla mia rabbia senza paura di far
loro del male!” disse stringendo il pungo destro.
“E come pensi di
fare con quel braccio fuori uso?” gli chiesi, ma a quanto sembrava, quello era
uno dei suoi ultimi problemi.
Pov Sasuke
Mi sembrava quasi
di essere tornato a sei anni prima. Eravamo più o meno le stesse persone di
quel giorno.
Ma questa volta non
sarebbe finita tragicamente come la volta scorsa. Nessuno di noi era incapace
nel difendersi e potevamo attaccare senza dover proteggere nessuno…questo
finchè qualcuno di noi non si fosse ferito
seriamente. Solo Naruto sembrava malmesso, ma a
leggere la sua solita determinazione nei suoi occhi, non mi posi il problema di
doverlo tenere d’occhio.
Ovviamente ci
preparammo tutti a combattere. Cinque contro in un incontro ufficiale non
sarebbe stato leale, ma con Kabuto forse eravamo
ancora troppo pochi. Era uno solo, ma non sapevamo come, aveva una resistenza
sorprendente.
Forse era diventato
anche immortale, proprio come Orochimaru, sebbene
alla fine anch’egli avesse fatto una fine che non definirei dignitosa.
Ci dividemmo in due
gruppi. Io, Naruto e Shikamaru,
ci saremmo occupati di quell’essere, mentre Sakura, Eichi
e Sora, si sarebbero occupati del Gedo Mazo, cercando di distruggerlo in qualche modo.
Fu difficile
convincere Eichi a svolgere il suo compito. Voleva a
tutti i costi scontrarsi con Kabuto.
Ero contrario, ma Naruto mi disse di lasciarlo fare.
Non capivo per
quale motivo quel dobe mettesse così a repentaglio la
vita di un suo allievo, nonostante non fosse al sicuro nemmeno svolgendo il
compito da me assegnato, ma poi capii.
Eichi contento
dell’opportunità datagli dal suo sensei, si buttò
nella mischia, ma quando venne colpito, a parer mio non così forte come si
sarebbe meritato, Naruto gli chiese con aria di
rimprovero se volesse continuare a fare il gradasso.
Fu così che Eichi decise di seguire gli ordini da me impartiti,
nonostante il suo orgoglio fosse stato macchiato.
Naruto mi diceva spesso
che con il figlio di Kakashi ci volevano le maniere
forti.
Kabuto se ne stava
davanti a noi con le braccia conserte con un ghigno fastidioso sul volto. Non
sembrava minimamente preoccupato del
nostro attacco per distruggere il Gedo Mazo.
“Attenzione ragazzi,
quello ha qualcosa in mente. È troppo sicuro di sé!” disse Shikamaru
non staccando gli occhi dal nemico, come se stesse cercando di leggergli nella
mente.
“Ci starà
nascondendo qualcosa, come è solito fare!” disse Naruto
“Ma non sarà questo a fermarmi!” disse tirando fuori diversi kunai per poi lanciarli verso Kabuto,
senza nemmeno mirare.
“è inutile, un paio
di kunai lanciati malamente, non serviranno a
fermarmi, né basteranno due chuunin e un jounin a bloccare la mia creatura!” disse convinto Kabuto prima di cominciare ad attaccarci con sorprendenti
attacchi a cui difficilmente riuscimmo a rispondere.
Anche un piano
architettato da Shikamaru non fu abbastanza per
sconfiggere quella serpe.
Era raro che ciò
avvenisse, anzi non ricordo nemmeno una volta in cui sia successo.
“Non facciamoci
prendere dal panico. Tutti hanno un punto debole, basta capire quale è quello
di Kabuto!” disse Naruto
stringendosi il braccio ferito, ansimando.
Gli faceva male e
gli creava parecchi disturbi nel combattimento. Era in grado di creare dei rasengan anche con una sola mano, ma già solo per attuare
il kage bushin serviva
comporre dei sigilli con entrambe le mani.
Sentimmo un urlo,
prima di girarci e vedere Sakura, Eichi e Sora venire
sbalzati via.
Lottavamo già da
diverso tempo e la nostra concentrazione sulla battaglia, non ci aveva fatto
accorgere che i nostri amici avevano dei problemi a distruggere la statua.
Naruto corse accanto a
Sakura quando questa cadde malamente a terra e anch’io mi avvicinai per capire
qualcosa.
“C’è una barriera a
proteggere il Gedo Mazo. È
molto spessa e sembra respingere qualsiasi nostro attacco!” disse Sora con il byakugan attivato.
“Troveremo un modo
per distruggerlo. Alla fine è solo una barriera di chakra.
Non può essere indistruttibile!” disse Eichi
asciugandosi il sudore della fronte.
“Poveri illusi!”
cominciò Kabuto “Credete davvero che sarebbe stata
così facile? Quella barriera è composta dal chakra di
tutti i demoni, è praticamente indistruttibile. Anche volendo, nemmeno io sarei
più in grado di fermare la rinascita del juubi. Ci
vorrà un po’ a causa della mancanza dell’adeguato chakra
del Kyuubi, ma presto, quando tutti e i nove occhi,
saranno nuovamente chiusi, il Juubi rinascerà!”
Guardai la statua.
Aveva tutti e nove gli occhi aperti. Sapevo che ad ogni occhio, corrispondeva
un demone ed ognuno di essi si era aperto quando aveva introdotto al suo
interno il chakra di un bijuu.
Questo stava a significare che, appena completata la chiusura di un occhio, uno
dei demoni era stato completamente assimilato e non corrispondeva più a un’unica massa distinta.
In quel momento
solo un occhio, il primo, cominciava a chiudersi. Esso era semi aperto e non
sembrava voler procedere oltre. Sperai che in qualche modo il procedimento di
rinascita si fosse interrotto, ma sapevo che non era così…era
solo lento, ma presto tutti e i nove occhi si sarebbero chiusi.
Un gemito di dolore
mi fece destare dai miei pensieri. Naruto era caduto
in ginocchio e si teneva dolorosamente il braccio ferito.
Non aveva una bella
cera e il fatto che Sakura non fosse riuscita a curarla come si doveva, era
preoccupante.
“Naruto, stai bene?” chiese Sakura reggendolo.
Naruto sorrise
debolmente, aprendo un occhio per guardare la sua donna “Non proprio!”
“Tu riposa, ci
penseremo noi a combattere quel verme!” disse Shikamaru.
“N-no…va tutto bene. Sakura, quali sono le condizioni del
mio braccio?” chiese il mio compagno.
Vidi Sakura
mordersi il labbro, cosa che non prevedeva niente di buono.
“Naruto…io…”
“Dimmi la verità.
Ho capito dalla tua espressione che è messo male e non dirmi cosa ha questa
ferita, non la farà guarire. Dimmi piuttosto, è curabile o come penso io è
troppo tardi?” chiese.
Spalancai gli
occhi. Non avevo nemmeno pensato alla possibilità che quella ferita potesse essere
di una tale gravità.
“La ferita ha fatto
infezione ed parte è andata in cancrena. Se non fermiamo l’infezione, si
estenderà in tutto il corpo e…morirai!” disse Sakura
abbassando la testa “L’unico modo è…”
“Amputare il
braccio!” disse Naruto sospirando.
Sakura annuì.
Naruto chiuse gli occhi e
si alzò in piedi e sollevando a fatica il braccio ferito e tendendolo, mi disse
“Sasuke, taglia il braccio!”
Tutti sussultammo
non capendo cosa gli passasse per la testa.
“Che diavolo stai
dicendo teme!” dissi urlando.
Sakura intervenne
immediatamente “Naruto, non fare stupidaggini. Tagliare
il braccio aiuta a non far diffondere l’infezione, ma moriresti per
dissanguamento!”
Naruto la guardò e
sorrise “Perché dovete sempre pensare che io sia pazzo?”
“Ti devo far notare
che tipo di richiesta mi hai appena fatto?” gli dissi con i nervi a fior di
pelle.
“Volete aver un po’
di fiducia in me?” disse cominciando a scaldarsi. Era serio, serissimo e quella
scenata, che speravo fosse uno scherzo, non si concluse in poche parole.
“Naruto!” disse Sakura, supplicandolo di non compiere gesti
avventati.
Naruto mi guardò con aria
determinata, il che mi convinse. La sua impulsività d’altronde ci aveva salvato
parecchie volte.
“D’accordo!” dissi
voltando infastidito dalla parte opposta.
Cominciai ad
estrarre la lama. Il tempo sembrò rallentare e in una serie di immagini vidi
quanto stesse accadendo. Eichi che provava a fermarmi
dal mio intento, Sora e Shikamaru che cercavano di
allontanarlo e tenerlo fermo e infine, la lama della mia katana che tagliava con un colpo netto,
l’arto del mio compagno.
Naruto non potè fare a meno di urlare e cadde nuovamente a terra,
tenendosi la ferita come a voler fermare l’emorragia.
Sakura prontamente
lo soccorse, ma esso le disse di starle
lontana.
“Allontanatevi…tutti!”ci gridò con una voce tremante.
Lentamente lo
vedemmo ricoprirsi di chakra, inizialmente azzurro,
che piano piano si tinse di rosso. Andò a coprirlo
come se indossasse un abito e ricoprì anche quel braccio che non c’era più,
come se esso fosse ancora al suo posto.
Urlò per
sprigionare maggiore potenza e un bagliore
fastidioso si sprigionò, costringendoci a coprire gli occhi.
Quella forte luce
non durò a lungo, ma quando potemmo nuovamente guardare in direzione del nostro
compagno, rimanemmo a bocca aperta.
“Naruto…il tuo braccio è…è
ricresciuto!” disse Sakura dando voce allo stupore di tutti.
Il ninja più
imprevedibile di Konoha aveva nuovamente colpito.