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Autore: Polveredigente    31/07/2012    6 recensioni
E' una notte silenziosa ad Hamilton.
Una solita e nevosa notte nel cuore del Canada.
Il mondo tace, solo qualche animale lontano rincorre la propria preda, un ululato squarcia il silenzio, chi rivedrà la luce del sole?
Io scommetto sul più grande, qualsiasi cosa sia.
E' una notte silenziosa ad Hamilton ed una ragazza è pronta a cambiare vita, ancora una volta, ma lei ancora non lo sa.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Run together.



“Hope smettiamola okay?” Si ferma solo alcuni passi prima del cancello, intravedo il laghetto, dobbiamo arrivare lì, lui però è fermo ed irremovibile, ma io non mollo la presa intorno al suo braccio, anzi mi ci arpiono con ancora più forza. Non può sfuggirmi adesso, adesso che ho capito cos’è e cosa sa’, non adesso che deve darmi le giuste risposte, non adesso…”Non puoi sapere nulla, ammetti che mi hai portato qui solo per sedurmi.”
“Adrian..” La mia voce è quasi sconsolata, pensa davvero che anche questa volta mi sbagli? E se mi sbagliassi davvero? Impossibile. Non è il momento giusto per farsi prendere dai dubbi, io sono certa. Io l’ho visto, in tutti quei sogni lui c’è sempre stato, sono stata solo cieca, perché il sogno della scogliera non si è fatto vivo prima? Perché non sono riuscita a vedere il suo viso e la sua natura prima? E una nuova domanda si fa spazio nella mia mente, e se non fossero sogni? O come ho sempre pensato desideri?
“Dimmi tutto Hope.” La sua voce è sinuosa, come se accarezzasse il mio corpo con calma e allo stesso tempo con passione e frenesia.
“Non prendermi in giro, dimmi che hai sentito anche tu la scossa quando ti ho toccato la schiena.” La mia voce trema, come le mani, come le gambe, come il cuore che cerca di battere più forte del possibile, tutto il mio mondo trema, vedete anche voi il sole che sbiadisce?
“Io la sento ogni volta che mi sfiori anche per sbaglio.” Ammette cercando il mio sguardo e sfiorandomi la guancia, velocemente, quasi non me ne rendo conto ma la guancia è in fiamme, ed il resto del corpo è ricoperto da brividi, pesanti e insistenti.
“Impossibile." Rispondo scuotendo la testa, come è possibile? Non posso crederci, non è solo mia la tortura? Non solo io soffro ogni volta che lui è a meno di un metro da me? Siamo in due a farci del male ma a voler l'altro vicino? Ora cambia tutto, se non sono solo io a soffrire vale la pena?
Se anche lui ci sta male è abbastanza importante?
“Ad ognuno il suo Evans. Lei non combatte con tachicardia e svenimenti?” Mi guarda alzando entrambe le sopracciglia e ghignando leggermente.
“Perché? Perché proprio noi due?” Dico lasciando il suo polso e mettendomi le mani tra i capelli, allora ogni pensiero, ogni dannata teoria, ogni maledetta ipotesi su cosa mi potesse legare ad Adrian ha qualche fondamenta, non è tutta fantasia, una delle numerose idee è vera, oppure non mi sono mai nemmeno avvicinata a quella che possiamo chiamare verità?
“Hai detto di sapere cosa sono. Fai uno più uno.” Non capisco l'inclinazione che la sua voce inizia a prendere, è un misto tra la strafottenza solita e una nuova sfumatura.
“Adrian io ho visto cosa sei.” E' la verità, non lo so, non l'ho letto o capito, mi si è palesato davanti, era davanti ai miei occhi, il resto sono solo sensazioni, congetture, ma l'unica cosa di cui sono certa è racchiuso in quel sogno e nel bagliore emanato da quel ragazzo.
“In un film al cinema?O in qualche telefilm?”Cerca di alzarmi il viso con delicatezza ma l'unica cosa che le sue dita mi trasmettono è l'impazienza, il ricordo di quella scossa ed il solito batticuore.
“L’ho sognato.” Spunto fuori senza pensarci due volte. Ho imparato che nella vita l'unica cosa che bisogna dire è la verità, non importa circondarla da parole e soprattutto nasconderla, quando si può l'importante nella vita è essere sinceri, ed Adrian anche con i suoi sbalzi d’umore e il suo carattere, è una delle poche persone che riesce a farmi parlare sempre.
“Aspetta, parli seriamente?” Adesso le due dita sotto il mio mento sono decise e forti, vuole guardarmi negli occhi, vuole capire se sto mentendo, ed io non riesco a reggere il suo sguardo, eppure tutto ciò che dico è vero, come potrà credermi se non lo guardo negli occhi?
Come posso farmi credere se non ci credo nemmeno io?
E un'ondata di autostima mi investe, e come mai prima d'ora sono contenta di tutto ciò che la vita mi ha dato: delle cadute, delle difficoltà, delle batoste, ma anche delle persone splendide che ho incontrato come di quelle cattive, degli insegnamenti, sono felice di sapermela cavare perché so che ne uscirò vincente da questa situazione, qualsiasi cosa lui sia, qualsiasi cosa ci unisca.
“Eravamo su una scogliera, tu eri a petto nudo, ed io ero rinchiusa in una teca di vetro. “ Lo vedo sussultare, mi sta credendo, devo continuare. I fotogrammi del sogno mi sfilano d’avanti agli occhi in modo confuso e veloce, ma riesco a riconoscere la forma delle spalle grandi, riesco a sentire ancora la sorpresa e la paura per quel bagliore appena accennato, riesco ancora a provare il terrore di quando l’ho visto precipitare, ma soprattutto ritrovo ancora nelle vene la dose massiccia di sollievo di quando ho visto il suo corpo vicino alla luna. ”Faceva freddo, ma a te sembrava non importare, hai camminato ad occhi chiusi per parecchio, poi a pochi passi dal vuoto ti sei fermato e hai guardato desolato davanti a te, poi ti sei buttato.”
“Irlanda. Cliffs of Moher. Quanti anni sono passati? Troppi.” Quel mondo di cui spesso ho parlato, che mi faceva quasi paura, quel mondo antico, misterioso, quello in cui spesso lo vedevo affondare per poi emergere è davanti ai suoi occhi, non lo vedo, forse non c’è nemmeno, ma so che lui è lì, lo capisco dal modo in cui guarda davanti a se, assente, distante, perso. Mai ho sentito cosi inesistente la sua presenza accanto a me, delle volte l’ho allontanato, delle volte si chiudeva a riccio, delle volte scappavamo entrambi, ma adesso è qualcosa di diverso, adesso lui non è nel mio Mondo.
“Anni? Io sono qui da pochi mesi, non ci siamo mai visti prima..” Vorrei schiaffeggiarlo per riportarlo qui da me, vorrei dirgli tante di quelle cose, ma come al solito la sua voce, le sue parole mi mandano fuori di testa, e tutto ciò che riesco a fare è stare ad ascoltare.
“E' stata la prima volta che sono riuscito a baciarti. E mi sei sfuggita come al solito dalle mani." Sgrano gli occhi e inizia a scarseggiare la saliva, le mani mi sudano e le gambe vorrebbero correre, sentono un’improvvisa voglia di sgranchirsi e di arrivare in Africa correndo, eppure sono qua, ogni muscolo è teso pronto ad ascoltare altre parole, altre frasi, pronto a leggere tra le righe e a carpire nuove informazioni.
"Cosa stai dicendo Adrian? Ci siamo baciati per la prima volta una settimana fa' fuori da scuola." Avvampo al solo ricordo e una mano corre a sfiorarsi le labbra, automaticamente senza che nessun comando parta dal cervello. Eppure le sue parole per me non suonano esageratamente strane, conosco quel luogo, il nome mi è famigliare, e anche l’idea di averlo baciato altre volte, in altre circostanze non mi è nuova, eppure il mio corpo non le accetta, il mio corpo cerca di scappare da quella situazione, di tergiversare.
"Hope, Hope. Vedi che non sai niente?" La sua mano si avvicina pericolosamente al mio viso ed io fisso le sue labbra che sembrano quasi accarezzare il mio nome, mai mi sono sentita cosi bene solo ascoltando delle stupide parole, parole che forse non sono nemmeno del tutto vere.
"Adrian?Stai farneticando." Chiude per un istante gli occhi e scoppia in una fragorosa e amara risata, poi quel blu immenso ritorna a colmare ogni mio desiderio.
"Non sai cosa voglia dire ogni volta, ritrovarti e poi perderti ancora." Il suo pollice mi accarezza la guancia, e poi si sofferma sul labbro inferiore, sfiorandolo leggermente. Ed il mio cuore a quelle parole scatta, perché si sente tirato in causa, perché sente che non si sta dicendo la verità, perché sa’ cosa voglia dire ogni volta, perché comprende tutto quel dolore.
"Cosa succede ogni volta?" Il respiro mi manca, e mi ritrovo quasi a balbettare con il battito del cuore nelle orecchie e i brividi che corrono sulla schiena, i suoi occhi sono a pochi centimetri da me, il suo respiro batte contro il mio viso e sono troppo concentrata a non scoppiare per rendermi conto della velocità con cui mi lascia un bacio all'angolo della bocca e poi corre, corre via da me, nel parco, corre, ma non troppo lontano perché riesco a vedere le immense ali che gli nascono dalla schiena, sono le stesse ali che ho visto nel sogno di questa notte, enormi, bianche, sembrano quasi soffici, solo che adesso alla punta sono striate di nero, e Adrian, il mio Adrian prende il volo.
"Ogni volta sparisci e lo lasci da solo." E' un sussurro perso tra gli alberi, ma ne sono certa, non è opera della mia fantasia, è quella voce che mi accompagna nei sogni, che sento quando sono in difficoltà, che mi ha riempito la testa mentre scappavo via da lui, è la voce che mi avvisa tutte le volte di un nuovo svenimento, mi appoggio lentamente al cancello mentre le palpebre diventano pesanti ed il cuore rallenta, il corpo cade in una quasi totale anestesia ed anche la vita intorno a me cessa d’esistere, non c’è nessun rumore esterno, non c’è nessun colore, non c’è nessuno là fuori per me, ed il nero mi avvolge. Ho sempre avuto paura del buio.
 
 
 
Riprendo i sensi solo quando sento una pioggia insistente e fredda battere sul mio corpo, il cancello ha praticamente fatto a pezzi la mia schiena e mi sembra quasi di non sentire più le gambe, ma la cosa più brutta di tutte è sicuramente il nero che continua a opprimere ogni mio senso, ogni terminazione nervosa è completamente terrorizzata dal buio, ha paura di rimanere così, in bilico per sempre. Gli occhi rifiutano d’aprirsi, la bocca non emette nemmeno un lamento, le orecchie omettono qualsiasi suono, ho paura. Chi non ha mai avuto paura del buio? Il buio può nascondere tante cose, al buio possono succede le cose peggiori, il buio ti può inghiottire, il buio può fare male. Chi può nascondersi in quella stanza buia? Cosa può succede nell’oscurità di una strada isolata? Non si può aver paura del giallo, o del verde, chi ha paura del colore del sole o di quello dell’erba? Il nero invece è il colore della morte, è il colore del male, è il colore della menzogna, è il colore del buio, è il colore della notte, il nero è l’assenza vera e propria di colori, e noi abbiamo bisogno di un mondo a colori per poter sognare, per poter continuare a lottare, per rialzarsi dopo una brutta caduta, per continuare dopo una vittoria, abbiamo bisogno dei colori per vivere. I colori segnano la nostra esistenza, da piccoli rosa per la femminuccia, celeste per il maschietto, e cosi per sempre, l’amore è rosso, vivo, passionale, la tristezza è grigia, spenta, apatica, la tranquillità è azzurra, serena, come il cielo, come il mare.. il nostro mondo è fatto a colori, e senza colori che mondo è?
Delle mani si posano sulle mie spalle, gli occhi dovrebbero aprirsi, non lo fanno, dovrei urlare, sono muta, qualcuno mi dovrà pur chiamare, non sento nessuno. Non c’è nessuno. Vengo scrollata con forza, le ossa mi fanno male, sento di potermi sbriciolare fra le loro mani,manca poco alcuni minuti, di meno, secondi, e diventerò cenere tra le loro mani, diventerò polvere che si porta il vento, diventerò il nulla.
Ma da torturarmi le spalle passano al viso, chi siete? Cosa volete? Mi schiaffeggiano, sento dolore, il dolore è bianco, è bianco come la malattia, come gli ospedali, ma è bianco come le sue ali, come il suo sorriso, come la sua pelle, è bianco come la luce, ed il bianco combatte il nero, la luce sconfigge il buio, lui è luce.
“Hope cazzo, che ti hanno fatto?” E non sono io a sgretolarmi, è il buio che viene sconfitto, è il nero che viene illuminato, i miei occhi si aprono e trovano una macchia arancione, l’arancione per me è sempre stato amicizia, vicino al rosso ma mai pericoloso. Il rosso può essere un divieto, può essere qualcosa di proibito, può far male. L’arancione no, l’arancione è coraggio, l’arancione è verità, l’arancione è Danielle.
“Dan..” Lei mi guarda immobile, anzi dire immobile è poco, è paralizzata, come una statua, è rimasta attonita, e solo la mia voce riesce a farla riprendere.
“Hope che cazzo combini?” Mi butta le braccia al collo e mi stringe forte, l’arancione è forza, l’arancione è qui. “Non puoi farmi prendere questi spaventi okay?” Mi accarezza i capelli ed ho meno freddo, l’arancione è calore.
“Scusami.” La mia voce è pari ad un sussurro, ma mi sento bene, adesso che il buio è andato via va tutto meglio, ci sono i colori. Anche i pensieri ritornano chiari come al solito, riesco a rendermi conto di aver passato chissà quante ore buttata contro un cancello, di essere svenuta e soprattutto di essere fradicia dai capelli fino alla punta delle scarpe, però sorrido. L’arancione è rassicurante, l’arancione è bello, l’arancione è casa.
“Ho chiamato Jake, sarà qui a minuti. Quando arriviamo a casa davanti ad una cioccolata calda ci spieghi tutto, e non accetto repliche.” Ci alziamo entrambe mentre lei controlla che sia tutta intera, ed io inizio a pensare a quanto grottesca possa essere quella piccola riunione con lei e Jake. Sapete svengo spesso dopo che parlo con il ragazzo che mi piace, no ma tranquilli, tutto nella norma. Saranno gli ormoni. Ah dimenticavo si, lui vola.
“Perché lo hai chiamato?” Sembro una di quelle bambine che hanno combinato qualche guaio e si lamentano pure se hanno chiamato i genitori.
“Scusami se non ti trovavo e il mio cuore ha perso qualche battito durante la mattinata, avevo bisogno di rinforzi.” E credo anche di averla combinata grossa, di solito Danielle mi trovava a colpo sicuro, mi prendeva e mi svegliava, o mi portava direttamente a casa. Questa volta invece sembra proprio che si sia preoccupata, e anche parecchio ed io invece continuo a lamentarmi, dovrei fare qualche tipo di statua a questa ragazza, mi aiuta anche se non glielo chiedo mai, c’è sempre anche se potrebbe benissimo andarsene, come hanno fatto tutti.
“Grazie Dan..” Sussurro abbracciandola e inspirando forte il suo profumo, anche il suo odore mi ricorda l’arancione, lei scuote la testa e si appoggia alla mia spalla ricambiando l’abbraccio.
“Non ringraziarmi. E’ questo che fanno le amiche, salvano il culo alle teste di cazzo che si ritrovano accanto.” Mi sembra quasi di vederla sorridere, con gli occhi che le prendono vita e le guance colorate di rosso.
“Gentilissima.” Rispondo tirandole una ciocca di capelli e sciogliendo la presa ferrea che come al solito sono il nostro modo per dirci ti voglio bene.
“Tu piuttosto come stai?” C’è una domanda di riserva vero? Posso dire passo? Facciamo scadere il tempo e continuo con la domanda successiva? La guardo per alcuni istanti muta, poi capisco che la miglior difesa è l’attacco.
“Bene, bene.” Dico sventolando la mano in modo poco convincente, infatti lei mi guarda un po’ stranita, ma proprio quando apre la bocca continuo “Adrian?”
“Anche lui non c’è. Ed io pensavo che stesse facendo un po’ di sesso selvaggio su qualche panchina nel parchetto.” Mi scappa un sorrisetto che subito mi muore in gola, dove sarà? Era strano, se è successo qualcosa? “Poi dopo le prime tre ore ho iniziato a pensare che o Adrian fosse un pornodivo di successo mondiale o che forse fosse successo qualcosa.” Non riesco a starla a sentire, mi sembra quasi che dica frasi senza senso o che parli una lingua diversa.
“Ma lui? Dov’è? Sta bene?” Ignoro persino la faccia di Dan che nota il mio panico e ghigna leggermente, come a voler sottintendere qualcosa, e inizio a camminare verso il parchetto decisa e combattiva, ma come al solito mi ferma.
“Non so dove sia babe. Sai che quando sparisci è il primo a cui faccio il quarto grado.” Anche questo è giusto, però ho paura che abbia fatto qualche cazzata. Dite che mi sto dando troppa importanza? Ma lo conosco, non pensa mai alle conseguenze delle sue azioni, agisce e poi tocca chi lo conosce riattaccare i pezzi. Ma anche questo come lo so?
“Sta bene però, lo so.” Mi rispondo da sola ad alta voce, lo so perché mi sono presa distrattamente tra le mani il labbro inferiore e ho provato di nuovo quella strana scossa, quel passaggio di energia, quella scarica. Se fosse successo qualcosa non l’avrei provata di sicuro, se non ci fosse l’avrei capito, sta bene. “Danielle, devo dirti una cosa.”
“Dimmi tutto tesoro.” Siamo entrambe in piedi eppure il suo volto è un paio di spanne più in alto del mio, i capelli le ricadono scomposti come mai sulla schiena e gli occhi mi sembrano leggermente rossi, il rosso delle volte fa male, ma poi scovo la realtà in quegli occhi:sono verdi, ed il verde non fa paura, il verde è speranza.
“Jake non può sapere nulla.” Dico mangiucchiandomi un’unghia e sperando che non faccia domande, che non richieda risposte.
“Perché?” Anche se non dovevo sperarci troppo, Danielle senza le sue domande, ed il suo sarcasmo sarebbe la mia Dan? Ma adesso cosa le rispondo?
“Adrian..” Butto fuori senza pensarci due volte, ed in fin dei conti è la realtà. Non sarebbe una sofferenza inutile raccontare davanti a Jake cosa provo per Adrian ed in che modo strano anche lui ricambi il tutto?
“Che ti ha fatto quello stronzo? Giuro che gli strappo le palle.” Inizia quasi ad urlare ed alza un pugno con fare minaccioso, e il sorriso che fa mi preoccupa leggermente, mi fa paura.
“Nulla, nulla.” Scuoto la testa sorridendo, ogni tanto fa piacere sapere che c’è qualcuno pronto a difenderti in ogni caso, non importa se tu abbia ragione o torto, se tu abbia fatto una cazzata o se cerchi di portare avanti solo la verità, sai che qualcuno c’è e puoi solo sorridere alla vita. “Mi piace.”
“Sarebbe questa la novità?” Dice con voce spazientita e con una faccia assurdamente divertente. Io la guardo interrogativa, cosa vuol dire? “Amore bello lo ha capito mezza scuola che vi piacete, l’altra metà pensa che vi diate da fare nei bagni.”
“Credo si sbaglino tutti quanti.” Sussurro guardando per terra e interessandomi improvvisamente agli stivali color cuoio della mia amica.
“Perché? Non nei bagni? Qui nel parco? Dimmi non contro questo cancello, mi ci sono appena appoggiata.” Si guarda intorno quasi schifata e inizia ad urlare frasi sconnesse riguardanti me ed il miglior pornodivo di sempre.
“Ferma.” Ridacchio alzando le mani in segno di resa. “Non abbiamo fatto sesso. E non credo che Adrian sia un attore porno.”
“Si dice amore e che cazzo..” Finge di darmi un pugno in testa ma come al solito la interrompo.
“Io ed Adrian ci conosciamo.” La mia frase è di una chiarezza disarmante. Se ci fosse qualcun altro a sentirmi mi avrebbe già mandato a cagare, anzi diciamo la verità se non ci fosse stata Danielle non ci sarebbe stato nessun’altro.
“Lo so, anche io lo conosco. E credo che anche Jake se lo ricordi bene, sai, il cazzotto..” Appunto, detta cosi sembra tanto una presa per il culo, ma posso fidarmi? Posso dirle come stanno le cose realmente? E se mi dovessi sbagliare? Le parlo. Mi sono tenuta dentro troppe cose, per troppo tempo. Se dovessi sbagliare lei mi sarà vicino, se dovessi avere ragione, faremo qualcosa per capirne qualcosa in più, perché non ci sto capendo davvero nulla, se quello che prima consideravo complicato adesso mi sembra impossibile, dove ci siamo conosciuti? Perché noi due?
Quando ho deciso di aprirmi con Dan ho deciso anche che non ci sarebbero state bugie, non ci sarebbero stati te lo dico dopo, non ci sarebbero state mezze verità. Ci saremmo state solo noi due e la realtà. Niente sogni troppo sopra le righe e nemmeno film apocalittici, semplicemente due ragazze che vivono la propria vita, insieme.
“Io ed Adrian ci siamo conosciuti già.” La guardo negli occhi, mi aspetto una brutta reazione, anzi in realtà non so mai cosa aspettarmi realmente da Danielle quindi semplicemente studio il suo viso, e la sua espressione impassibile.
“Quando? Ad Hamilton? Ecco cos’era quella sensazione di conoscerlo già, di famigliarità.” Niente, non ha capito nulla, nemmeno un minimo dubbio, un po’ di incertezza, niente.
“Non so quando, non so nemmeno dove in realtà. Non in questa vita.” Affermo con semplicità, come se fosse scontato, come se fosse stupido. Ho lanciato la bomba e mi sento sinceramente meglio.
“Ma tutto bene? Non è che hai qualche trauma cranico? Hai sbattuto la testa?” Si avvicina e mi poggia la mano sulla fronte, poi mi ispeziona per trovare possibili ferite o dei segni di qualche caduta, ma non trova nulla, perché io sto bene.
“Dan Dan ascoltami..” La prendo per le spalle alzandomi sulle punte fissandola negli occhi.
“Parla.” Dice scettica incrociando le braccia al petto ricambiando lo sguardo.
“Adrian non è umano.” Dico scandendo ogni singola parola, lei mi scoppia a ridere in faccia, ma smette dopo alcuni secondi notando la mia faccia seria e la mia poca voglia di ridere in questo momento.
“Cosa cazzo dici Hope?” Sta urlando, ed il problema è che non sono semplici urla le sue, sono urla isteriche, accompagnate da risate, da sorrisi, da parole senza senso.
“Dan parlo sul serio.”
Mi guarda negli occhi e mi attira a se, per alcuni secondi rimango immobile poi mi abbraccia, come al solito mi stringe troppo forte e come al solito sento i nostri cuori battere vicini, potrà essere anche un’enorme cazzata tutta questa storia ma avrò lei su cui appoggiarmi.
“Belle ragazze che dite di entrare in macchina? Sapete sta piovendo… non vorrei dover uscire la divisa da infermiere sexy.” Una macchina si ferma a pochi passi dal cancello dove siamo io e Danielle, a me scappa un sorriso mentre lei fissa l’auto divertita.
“Grazie Tomar ma ne farei sinceramente a meno.” Urla prendendomi per mano e aprendomi lo sportello.
“Non sai cosa ti perdi Bull. E tu Evans?” Il viso tondo e gli occhioni scuri di Jake mi fissano ed io non posso che sorridergli di rimando.
“Tutto bene Jake.” Sospiro appoggiando la testa al sedile scuro della macchina di Danielle e chiudo gli occhi.
“La domanda non era proprio questa, ma va bene.” Sospira ritornando dritto e mettendo in moto.
“Taci accompagnaci a casa, abbiamo bisogno di una bella doccia.” La voce di Dan è quasi soporifera al momento eppure riesco a immaginare la faccia di Jake che la guarda storto e alla fine sorride rispondendo con una delle sue.
“Agli ordini signor capitano.” Come avevo detto, Jake a differenza della rossa è assolutamente prevedibile e affidabile, anche se pure lui ogni tanto se ne esce con le sue ottime sorprese. I ragazzi sicuramente staranno continuando a parlare, e immagino vogliano delle risposte che io ancora non ho, li ignoro e mi chiudo nella mia solita bolla,sono stanca, stanchissima, cosa ho fatto? Nulla, ho solo scoperto di aver conosciuto un ragazzo in un’altra vita, ho preso la scossa solo sfiorandolo e l’ho visto prendere il volo. Ma soprattutto ho capito che ogni volta che parlo con Adrian sembra quasi che faccia una corsa campestre, quel ragazzo mi sfianca fisicamente, ma adesso che so che non è un sogno, adesso che so la verità ho capito che ne vale la pena, adesso che so che Adrian è un angelo possiamo correre insieme








Salve persone!
Sono passate quasi due settimane, e davvero potete pure linciarmi, ma primo sono senza computer e poi volevo che fosse perfetto ed invece continua a non convincermi. 
Qui si capisce tutto, alcuni l'avevano indovinato, alcuni ci erano andati vicino, altri non avevano capito nulla! 
Allora è il capitolo centrale, possiamo dire anche decisivo, piaciuto?
Pareri? Critiche? Ditemi tutto quello che pensate, sapete che per me è fondamentale sapere la vostra e vorrei tanto vedervi attivi. 
Fatemi domande se non avete capito qualcosa oppure mandatemi a cagare se non vi è piaciuto... sono a vostra disposizione.
Grazie a tutte, spero continuerete a leggermi e recensirmi.
Buona lettura!

-Allen
  
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