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Autore: Emma Wright    31/07/2012    4 recensioni
#Oneshot sul personaggio di Astoria Greengrass.
[AstoriaxFred]
"Astoria era stata una bambina, molto tempo prima.
La più piccola, la più dolce, la più amata.
Guardati, le sussurrava sottovoce sua madre, spazzolando i lunghi capelli, una cascata dorata. Guardati, bambina mia. Un giorno sarai bellissima. Ti daremo in sposa ad un uomo ricco e potente, un qualcuno che ti meriti, e diventerai la sua regina.
Astoria annuiva, sognante, osservando il proprio riflesso nello specchio. Sarai la sua regina, le avevano detto.
Ma si chiedeva a cosa servisse, in fondo, crescere."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing, Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Fred Weasley\Astoria Greengrass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Astoria era stata una bambina, molto tempo prima.
La più piccola, la più dolce, la più amata.
Guardati, le sussurrava sottovoce sua madre, spazzolando i lunghi capelli, una cascata dorata. Guardati, bambina mia. Un giorno sarai bellissima. Ti daremo in sposa ad un uomo ricco e potente, un qualcuno che ti meriti, e diventerai la sua regina.
Astoria annuiva, sognante, osservando il proprio riflesso nello specchio. Sarai la sua regina, le avevano detto.
Ma si chiedeva a cosa servisse, in fondo, crescere. Non voleva diventare come sua sorella Daphne, fredda e distaccata, a scrutarla dall’alto in basso nonostante i soli tre anni di differenza. Daphne sembrava una di quelle stelle notturne, così distanti. Era impossibile percepire il loro calore. Astoria voleva essere il sole. Aveva paura di ritrovarsi uguale alla sorella, di trasformarsi in ciò di cui portava anche il nome.
Una stella. Sarai una stella.
Resta qui, le sospiravano all’orecchio i fantasmi della sua infanzia. Non vedi chi ti circonda? È sbagliato, bimba, tremendamente sbagliato. Resta qui.
Ma era solo un sogno e si era risvegliata, là nel cuore della notte. Aveva paura, tanta paura. Per la prima volta nella sua vita, si era sentita sola al mondo. La finestra della sua camera era spalancata, e riuscì a intravedere il cielo, di un blu così intenso.
Non potete pretendere che resti per sempre una bambina.
Ed era andata avanti. Sarai una regina, sarai una stella, quelle parole continuavano a riecheggiarle nel silenzio della mente mentre cercava di prendere sonno, ma adesso non importava più. Voleva solo lasciarsi andare.
Dieci, undici anni. Il tempo di Hogwarts. Serpeverde, come tutta la sua famiglia, del resto. Studiosa, intelligente, astuta. Altro di cui essere orgogliosi. Dissero che era perfetta. Una ragazzina tranquilla e piena di potenzialità. Dissero che avrebbe potuto avere un futuro brillante, se solo l’avesse voluto davvero.
Chissà se avrebbero cambiato idea, una volta saputo cosa covasse la piccola Greengrass.
Perfetta, perfetta, perfetta. Sarai regina. Sarai una stella.
Una stella che un giorno sarebbe inevitabilmente esplosa.
Non avrebbe mai pensato di innamorarsi, Astoria. Non lei. Non che ci fosse niente di strano. Per interi secoli la sua famiglia Purosangue aveva deciso per gli altri, unendo in matrimonio i propri figli con chi ritenesse più adatto. Forse col tempo si sarebbe sviluppato un legame affettivo, forse l’amore. Se ci si innamorava di persone “proprio livello”, non ci sarebbero stati problemi. Era questione di fortuna.
Astoria non era mai stata la favorita della buona sorte.
L’aveva osservato da lontano per mesi e mesi, senza riuscire a racimolare abbastanza coraggio da rivolgergli la parola. Quando pensò di potercela fare, si rese conto che la reazione degli altri avrebbe potuto non essere positiva. Erano i Weasley. E lei era una Greengrass. Cosa non avrebbe dato per un cognome, una vita qualunque.
Ma c’era ancora tempo. Aveva solo quattordici anni, in fondo. Ci si può innamorare davvero a quattordici anni?
Le sarebbe passata.
Avrebbe dimenticato.
Si sbagliava. Fred sarebbe rimasto sempre lì, in qualche posto nel suo cuore, a torturarle l’anima, continuando a farle rimpiangere il futuro che non avevano mai potuto avere.
Era riuscita a parlargli, poco prima che abbandonasse Hogwarts, durante il periodo della Umbridge. Poche parole, mormorate a fior di labbra. Le aveva sorriso, l’aveva fatta ridere, aveva sciolto quella timidezza.
Astoria non avrebbe mai potuto immaginare che non sarebbe mai più riuscita a rivolgergli la parola.
Era un cadavere, Fred, quando gli occhi di Astoria, ormai colmi di lacrime, l’avevano fissato l’ultima volta. Era rimasta lì, nella Sala Grande, dove erano stati allineati i corpi di chi non era sopravvissuto alla Battaglia di Hogwarts. Era circondato dalla sua famiglia, ma persino il rosso acceso dei tipici capelli le appariva sbiadito. L’avevano dovuta trascinare via. Era rimasta in un cupo silenzio fino al giorno dei funerali. Né la videro mai più sorridere per moltissimo tempo.
Non sarebbe mai stata una regina, né una stella. Quelle non erano altro che bugie, e appartenevano al passato. Fred era morto. Il tempo dei giochi si era concluso.
Era troppo tardi, di nuovo.
Non avrebbe dovuto crescere. Sarebbe dovuta restare una bambina per sempre.
Chissà se non avesse significato eterna innocenza.
 

#Notes
Ammetto di aver pestato a sangue diversi congiuntivi e condizionali, lungo la strada, e penso di aver commesso errori innominabili, durante la stesura e.e Perciò, non esitate a correggermi, non ho la più pallida idea di cosa la mia testolina malata abbia prodotto.
Anyway, questa è tutta per Bessie e per il suo anniversario efpiano. (?) Avrei dovuto postarla quel giorno, ma fatelo sapere alla mia connessione :’) Di conseguenza, ho deciso di pubblicare oggi, per fare gli auguri a modo mio a Jo Rowling, il genio che ha fatto in modo che noi fossimo qui in questo momento e sempre, e ad Harry, perché il suo mondo è anche il mio. ♥
Ah, non cercate un senso in quello che ho scritto. Non ce l’ha, credetemi. È solo uno sclero su larga scala. Mmh.
Ultima nota: non ho avuto modo di controllare quanti anni abbiano di differenza Daphne e Astoria. Sono andata a random, come si dice in questi casi v.v
È tutto, credo.
Always,
Emma
   
 
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