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Autore: Master Fantasy    31/07/2012    0 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction. Riprende i personaggi del gioco "La Pucelle: Tactics", ma con avvenimenti di base diversi.
Priere, giovane ragazza 16enne, insieme al fratello Culotte, 18enne, decide di diventare una Cacciademoni e i due si dirigono al convento di Le Chantàl per essere ammessi.
Entrambi sperano così di poter cercare indizi sulla scomparsa dei loro genitori in un assalto avvenuto circa 6 anni prima.
Ma i due scopriranno che essere un Cacciademoni porta ad una strada da cui non è più possibile tornare indietro e che comporta anche grossi rischi e responsabilità...
PS: Oltre ai generi sotto elencati, aggiungerei anche drammatico e introspettivo, con un pizzico di OC dato che a fianco dei personaggi e luoghi del gioco, ce ne sono alcuni (pochi) totalmente inventati da me. Infine, ogni capitolo sarà composto da 3 sottocapitoli.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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GELOSIA

 
-Alouette, aspetta!-

Croix stava inseguendo la ragazza nel bosco già da un paio di minuti ma essa non dava cenno di volersi fermare, e anzi, lo ignorava. Nonostante tutto, il ragazzo riuscì a raggiungerla in un piccolo spiazzo in mezzo alla foresta e tentò di fermarla prendendola per un braccio.

-Ti vuoi fermare un attimo?-

-Lasciami!- gli urlò Alouette, ancora in lacrime.

-Mi vuoi spiegare che ti prende? E prima ancora, che cosa ci facevi lì?-

-Non so di cosa stai parlando! E poi, potrei farti la stessa domanda!-

-Prima le signore!-

-Tutto quello che posso dirti è che vi ho visto mentre vi baciavate così appassionatamente, ma penso che te ne sarai accorto anche tu, maledetto dongiovanni!-

-Così, eh? Sei forse gelosa?-

Alouette si voltò, le braccia conserte. Croix continuò.

-Non mi pare che debba ancora renderti conto di quello che faccio. Non stiamo più insieme, te ne sei dimenticata? E sei stata pure tu a lasciarmi! Vuoi che ti rinfreschi la memoria un altro po’?- Il giovane stava cominciando ad innervosirsi e a non capire il comportamento della ragazza.

-Non stiamo parlando di me!-

-E invece si, cavolo!- Croix le mise le mani sulle spalle, arrabbiato ma anche determinato -Che caspita ti sta succedendo, Alo? In queste ultime settimane sei cambiata! Non dirmi che tutto questo era per me e Priere?-

Alouette cercò di sviare -Pfui, non farmi ridere, ti ho già detto che non mi piaci più, mi sembra!-

-A me non pare proprio così!- Croix strinse ancor di più le mani sulle spalle della ragazza, che per tutta risposta, se le scrollò di dosso con il braccio.

-E lasciami! Non ti devo alcuna spiegazione nemmeno io!-

Intanto nel bosco si sentiva da lontano la voce di Priere, che chiamava a gran voce il ragazzo. Probabilmente gli era corso dietro a sua volta.

-Ehi, c’è quella lì che ti sta chiamando, vai da lei!- fece Alouette, scontrosa.

Croix si girò un attimo verso il vociare di Priere -Non dire assurdità, tu…-

Ma quando si rigirò, Alouette stava scomparendo di nuovo tra la boscaglia dalla parte opposta, lasciando il ragazzo perplesso.

-Accidenti, ma che devo fare con te Alo?- pensò Croix.

Pochi secondi dopo apparve Priere, lieta di aver ritrovato il giovane. Gli si appiccicò al braccio.

-Allora era qui che ti eri cacciato! Perché sei corso via e mi hai lasciata da sola? A chi hai detto di aspettare?-

Croix, non sentendosela di dire la verità, mentì -A…a…a un demone che avevo visto nella boscaglia. So…sono riuscito a prenderlo e a farlo fuori!-

Priere si spaventò  -Un demone, qui e ora? Ma allora la scusa dell’orario era tutta un trucco!-

-No, prima di eliminarlo, ha detto di essere da solo, qui nei dintorni. Probabilmente era una spia o un ricognitore, o qualcosa del genere!-

Priere si sentì più sollevata. Croix invece, provava vergogna per sé stesso.

-Paragonare Alouette a un demone? Heh, fai semplicemente schifo, mio caro Croix!-si disse tra sé e sé.

Priere, saltellando sul posto, incitò Croix a tornare a Flatrias. Egli annuì solamente, ma si scrollò la ragazza dal braccio.

-Scusami Priere. Dimentica quel bacio. È meglio per tutti e due!-

-Cosa? Ma…perché?-

La ragazza non ebbe però risposta. Rispetto a pochi minuti prima, ora Croix ai suoi occhi sembrava diventato letteralmente un altro, freddo e distaccato per qualche oscura ragione.

Dovette accontentarsi di camminargli vicino. Era quasi un’impresa stargli accanto e cercare comunque di mantenere le distanze. Più volte durante il cammino, quando accidentalmente o no si avvicinava troppo o tentava di prenderlo per mano, Croix reagiva seccamente, rifiutando il contatto con lei. Che diamine era successo?

Poco prima di tornare a Flatrias, appena fuori dal bosco, i due incontrarono Angelique, che veniva loro incontro. Aveva un’espressione sorridente. Parlò al ragazzo senza nemmeno guardare o calcolare Priere.

-Ehilà Croix, ma dov’eri finito? Ti ho cercato dappertutto, e mi hanno detto che eri diretto alle rovine di Paprika, così stavo venendo a cercarti! L’hai rifiutata, vero?-

Priere guardò Croix. Di che stavano parlando?

Il ragazzo era in imbarazzo -Che razza di situazione!-

Angelique continuò -Si, senz’altro è così, ne sono sicura. Ti conosco troppo bene. Ci siamo quasi scontrate, ed era in lacrime, ma…-

Croix la interruppe, scostandola col braccio e trascinandosi Priere dietro.

-Scusami Claire, ti prego, non è giornata!-

Per la ragazza, quella fu quasi una pugnalata a freddo. Ma mai quando vide i due andarsene via mano nella mano. Alouette in lacrime le aveva dato la speranza di avere nuovamente una chance, ma vedere lui in compagnia di un’altra e tenersi per mano le accese un fuoco dentro. Tuttavia si contenne e si limitò ad abbassare la testa, stringendo i pugni. Aveva una nuova rivale, almeno secondo quanto aveva interpretato.


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Quando i due arrivarono alla locanda e chiesero le chiavi della camera, il proprietario li avvisò che la loro amica aveva prenotato un’altra stanza riservata solo a lei, e si era fatta dare le chiavi. Probabilmente si era chiusa dentro. Croix e Priere rimasero spiazzati da quella decisione, ma il ragazzo intuì subito il motivo. Con sorpresa di Priere, chiese al locandiere una terza stanza, con la relativa chiave.

-Cosa? Perché?- chiese Priere, stupita della richiesta del ragazzo.

-È meglio così, Priere. Meglio che almeno per stanotte noi tre rimaniamo ognuno per conto proprio. Dimentica tutto quello che è successo alle rovine, e anzi, rifletti. Rifletti su molte cose. È quello che farò anch’io!-

Detto questo, Croix ritirò anche la sua cena e salì al piano superiore, diretto verso la sua stanza. Priere era sempre più confusa. Senza dire null’altro, ordinò la sua cena e se la portò anche lei in quella che ormai era solamente la sua stanza. Nonostante fossero in camere separate, l’unica piccola consolazione era che le tre stanze erano adiacenti.

Quella notte nessuno dormì. Sia Alouette, che Croix e Priere, ripensavano agli ultimi avvenimenti.

Alouette piangeva stringendo a sé il cuscino -Perché è dovuto accadere ciò? Perché…perché sto soffrendo così? L’ho lasciato due anni fa, gli ho detto che non mi piaceva più, allora perché sto così male? Accidenti a me! Non riesco più a fare sempre la buona lasciva e passiva. Mi sono stufata!-

Ripensò a Priere -Eppure…all’inizio mi pareva di vedere in lei quasi una sorella minore! Sentivo che potevo fidarmi. Ma mi sento tradita. Da quando Croix è venuto a Le Chantàl, mi sento tradita. Anzi, da prima ancora, da quello stramaledetto torneo. Quando l’ha presa al volo, l’ho visto in faccia, l’espressione che aveva sul volto...avevo già capito. A quello stupido piacque fin da subito quella…quella lì!-

Non riusciva più nemmeno a chiamarla per nome senza rischiare di avere la nausea.

-L’avevo capito, ma feci finta di niente, pensai e sperai di essermi sbagliata e lasciai perdere. Ma giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, li vedevo sempre più vicini, anche se lui era piuttosto bloccato nell’esprimersi!-

Ripensò a quello che le aveva detto Croix quel pomeriggio che erano tornati insieme al convento da Couscous.

-Sai, in fondo lo sospettavo, ma credevo che il motivo principale erano le ragazze! Da allora però smisi anche di bere e fumare, nella speranza di cambiare davanti ai tuoi occhi e di tornare insieme un giorno!-

Che fosse quello il motivo del suo bloccaggio con Priere? Forse all’inizio sperava di riallacciare il rapporto tra loro due. Ma la presenza di Priere lo confuse. Iniziò così pian piano senza accorgersene ad abbinare la ragazza al male. Ma non se la sentiva nemmeno di perdonare Croix per essere stato deviato con così tanta facilità da quella vipera! In confronto, la rivalità con Angelique le sembrava una passeggiatina, quella ragazza non aveva speranze con Croix, glielo aveva detto lui stesso che non era più interessato a lei da un pezzo. Tuttavia quella per lei fu la goccia che fece traboccare il vaso. Aveva avuto una vita d’inferno, e collezionato fallimenti e momenti tristi e dolorosi tali che non si contavano più. Non conosceva bene la storia di Priere, sapeva solo che lei aveva un fratello, ed erano convinti che i loro genitori fossero ancora vivi.

Una vipera che aveva delle speranze, mentre a lei era ormai preclusa qualunque di esse. Non era giusto. Ciò non fece che accrescere la sua considerazione di Priere come il male. E in un certo senso si sentiva tradita anche da Culotte, il quale veniva spesso in camera sua a parlare di diverse cose, solo per il fatto di essere il fratello della vipera, come se anche lui avesse finto per tutto questo tempo.

Priere invece era estremamente confusa. Dal breve scambio di battute tra Croix e Angelique, era convinta che lui gli avesse mentito, o comunque nascosto qualcosa. Non aveva visto e sconfitto un demone. Angelique aveva detto che “l’aveva vista piangere” e che forse “l’aveva rifiutata”. Ma chi?

Sapeva in generale che fino a un paio di anni prima era stato insieme ad Alouette. Possibile che fosse lei la ragazza rifiutata e in lacrime? Non riusciva a crederci, anche perché era convinta che lei fosse rimasta in città ad aiutare per tutto il tempo, quindi non poteva averli seguiti…o no? In fondo si erano lasciati, anzi, era stata Alouette a mollare il ragazzo, e non capiva perché. Comunque fosse, adesso poteva avere campo libero. Ma se davvero la ragazza in lacrime fosse lei? Se li avesse seguiti e li avesse visti baciarsi? Ecco spiegato perché Croix fosse corso dietro a qualcosa, intimandogli di fermarsi. E anche perché Alouette avesse inspiegabilmente preso una camera a sé.

Si, così aveva un senso. E capì anche perché Croix avesse fatto come lei e le abbia consigliato di riflettere e dimenticare tutto. Se fosse stato così, allora voleva dire che Alouette provava ancora qualcosa per Croix, e forse anche lui.

Ecco, lui.

Non riusciva ad inquadrare bene la situazione, non capiva se anche a Croix piacesse Alouette e quel bacio era stato solo un “incidente di percorso”, oppure se lui aveva già voltato pagina, a differenza di Alouette. In ogni caso, cominciò a sentirsi sempre più il “terzo incomodo”, le pareva di aver rovinato una relazione, come fanno le amanti, rovinando il marito agli occhi della moglie. Non era una bella sensazione.

Eppure…non riusciva a togliersi di testa il ragazzo. Non era più semplice attrazione. Il tempo passato con lui insieme a Le Chantàl e nelle varie missioni e soprattutto quel bacio, avevano rafforzato quella semplice attrazione. Era ormai completamente innamorata di lui. E il brutto è che molto probabilmente lo era anche Alouette…ancora.

Forse non aveva mai smesso, o al limite ci fu un piccolo cedimento, un qualcosa che indebolì questo sentimento e glielo fece lasciare. Anzi, ma che stava a pensare? Per lasciare un ragazzo del genere, doveva essere una cosa davvero grossa, un motivo molto importante! In quel momento, desiderò molto essere nei panni di Culotte, beato del fatto che non avesse mai avuto problemi dovuti ad un intrigo amoroso, dato che non si era mai innamorato di nessuna ragazza fino a quel momento.

Non sapeva proprio cosa fare. La ragione le diceva di smettere, perché continuando avrebbe causato soltanto dolore a un’altra ragazza sua compagna e…amica, ma il cuore le ordinava di continuare ad amarlo, non importa gli ostacoli che si fossero messi in mezzo.

Già, amica.

Era strano anche per Alouette quel comportamento. Da quando l’aveva conosciuta, le aveva sempre dato l’aria di sapere tutto e di essere preparata a qualsiasi evenienza in battaglia, così come essere dolce e gentile con gli altri. Stavano iniziando a conoscersi meglio e forse a diventare amiche, e invece…

Croix era forse quello più confuso e indeciso dei tre. Pensava al comportamento di Alouette, al fatto che un suo amore ancora presente per lui giustificasse le sue azioni, ma non la sua freddezza nei confronti di Priere. E allora perché lo aveva lasciato? Ah già, per via del suo atteggiamento da donnaiolo, il fumo, l’alcool e la sua passione per le missioni troppo pericolose. Ma aveva i suoi buoni motivi per amarle, o quantomeno cercarle.

Dall’altra parte vi era proprio Priere. Ripensò al momento del bacio: c’era qualcosa in lei che lo aveva magnetizzato, quasi ipnotizzato. Si chiese perché l’aveva fatto. Forse perché non voleva più vederla piangere, in quel momento aveva pensato e fatto la prima cosa che gli era venuta in mente. Ma a vedere quel viso così dolce segnato dalle lacrime gli aveva scatenato qualcosa dentro.

Era solo una ragazzina di 16 anni e aveva già alle spalle un passato in ogni caso tragico. Si era fatta carico del suo passato e col fratello è cresciuta sperando nel futuro per far luce sul passato, annullando i suoi sentimenti, le sue sensazioni, il suo dolore, impegnata nel suo obiettivo. E ce la stava facendo. Ma prima o poi anche la persona più forte ha un cedimento.

Priere non ce l’aveva più fatta a reprimere ciò che si teneva dentro, un mix di sensazioni sia belle che brutte, che avrebbe stordito chiunque. Analogamente pensò a ciò che aveva passato Alouette. Per certi versi la sua vita è stata molto simile a quella di Priere, ma per altri anche molto più triste oltre che diversa. Anche lei aveva avuto le perdite più importanti fin da bambina, e nonostante il suo impegno per impedirne altre, non ci è riuscita. Cosa che l’aveva segnata profondamente.

Tuttavia, anche lei fece emergere la sua personalità, e pareva essere riuscita a lasciarsi alle spalle il passato, l’aveva capito poco dopo che avevano iniziato a conoscersi, prima di mettersi insieme. Dolore e delusioni dalla vita. Forse quest’ultima delusione aveva fatto riaffiorare tutto quello che la ragazza aveva affossato nel dimenticatoio, e ora era lì presente nella sua mente più che mai, a schiacciarla, pressarla, stritolarla nella morsa del ricordo e del dolore.

Stava di fatto che probabilmente entrambe lo amavano, o comunque provavano qualcosa per lui. Ed egli in quel momento si sentiva totalmente indegno sia dell’una che dell’altra. Era una situazione difficilissima.

Avrebbe dovuto chiarirsi il prima possibile con entrambe, e scegliere una di loro due. Ma chi? Alouette soffriva, e anche lui, ma nonostante volesse starle vicino, non fu certo di volerlo solo per il suo senso di colpa. Erano stati insieme, e conoscono praticamente tutto dell’altro. Ripensò al momento in cui lei decise di lasciarlo. Da allora aveva avuto la sensazione che ci fosse qualcosa fuori posto, ma in questi 2 anni era convinto di poter risolvere il problema. Le aveva sempre voluto bene, anche adesso, ma non fu certo che scegliere lei fosse la scelta più giusta.

D’altro canto, proprio perché lui e Alouette hanno avuto una storia insieme, non poteva sembrare che Priere fosse giunta dopo a rompere le uova nel paniere? No, in fondo si erano lasciati, quindi nessuno dei due doveva rendere conto di nulla, almeno in teoria. Forse avrebbe dovuto lasciare lei, ora che era ancora in tempo e che la cosa era solo agli inizi. Non sarebbe stato indolore, ma nemmeno una cosa troppo pesante da sopportare. In ogni caso, avrebbe dovuto spezzare il cuore ad una delle due, e non riusciva a fare una scelta definitiva su nessuna delle due ragazze.

Decise che avrebbe rimandato la questione a dopo la fine dell’assalto a Flatrias. Finchè c’era quel conflitto doveva concentrarsi solo su di esso, senza pensare a null’altro. Era consapevole di star fuggendo, di essere un vigliacco, ma davvero non riusciva a pensare lucidamente a una soluzione.

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Il risveglio fu traumatico. Alouette fu la prima a svegliarsi e ad andarsene dalla locanda. Seguirono poco dopo Croix e infine Priere, stupita di non trovare gli altri due e di essere stata lasciata lì.

Croix andò da Pierrot per fare il punto della situazione e preparare le difese per l’attacco del pomeriggio. Incontrò Andrè per strada, l’espressione allegra e spensierata, tutta il contrario di quella di Croix.

-Ehilà, come va? Dormito bene?-

Croix sbadigliò e ironizzò -Yaawwnn…una favola!-

-È successo qualcosa?-

-Niente di che, non preoccuparti!- lo calmò il ragazzo. Ci mancava solo che anche dei quasi estranei venissero a conoscenza di tutto!

I due arrivarono alla “base”, dove Pierrot stava già discutendo con un manipolo di Cacciademoni già presenti.

Croix tirò un sospiro di sollievo -Meno male, non ci sono né Priere né Alo!- e in cuor suo sperava che non arrivassero nemmeno dopo.

Alouette era sicuramente a dare una mano in città. Priere…sperò che dormisse ancora profondamente. Era solita farlo. Altrimenti se fosse già in piedi, lo starebbe sicuramente cercando. E voleva evitare anche solo di incrociare lo sguardo sia con lei che con Alouette. Pierrot invitò Croix e Andrè a unirsi a loro e rispiegò tutto daccapo per permettere anche a loro di capire. Era una sensazione di tutti che i demoni avessero in mente qualcosa, e la risposta più plausibile era il coglierli di sorpresa, magari attaccandoli in un orario non previsto, prima di quello prefissato.

Anche Pierrot lo supponeva, e per precauzione stava già approntando le difese. Impartì ordini ai vari Cacciademoni. Alcuni furono incaricati di riferire agli altri presenti in città i gruppi, il loro posizionamento tattico e la loro funzione. Furono istituiti la pattuglia medica, il gruppo di evacuazione, le sentinelle alle torri delle porte, il gruppo dei maghi, il gruppo dei tank e infine dei ricognitori, in cui fu inserito Croix, felice per la ridotta possibilità di vedere le due ragazze se restava fuori dalla città, ma anche contrario perché reputava che il suo ruolo fosse coprire meglio l’interno della città.

Pierrot lo rassicurò -Lo so, ma se inviamo gente forte come te ad accogliere le prime truppe, per loro sarà più difficile raggiungere la città!-

-Va che i demoni possono volare, e inoltre attaccheranno da tutte le direzioni! Non posso mica fermarli tutti da solo!-

-Certo che no, per questo ho inserito i più forti nei gruppi di ricognizione e avanguardia!-

-E l’interno della città?-

-È protetto, stai tranquillo. E poi ci sono sempre i rifugi!-

-Senza offesa, ma la fai troppo facile!-

-Sai, li ho visti ieri quando si sono ritirati. Hanno avuto la coda di paglia, di sicuro anche perché c’eri tu!-

-E allora?-

-Beh, come noi sappiamo delle gesta del tuo gruppo a Couscous, che siete riusciti in 4 a respingere un’armata di demoni devastante e rispondere alla minaccia di un portale oscuro e addirittura di un Generale Oscuro, beh…immagino che anche loro lo sappiano e ti temano!-

-Mi stai quindi usando come spauracchio?-

-A noi basta che si impauriscano, vedendoti. Sarà un enorme vantaggio a livello mentale su di loro!-

-Non lo metto in dubbio, ma…-

-Ok, allora è deciso! Prepararsi! Abbiamo poco tempo, e non manca più tanto alle 4 e mezza! Vi concedo mezz’ora per mangiare, dopodiché vi voglio il prima possibile ai vostri posti!- quindi Pierrot congedò tutti.

Croix era molto in disaccordo con l’organizzazione stabilita da Pierrot, ma non potè farci più niente. A pranzo si chiese in che gruppi potessero essere Alouette e Priere, ma li immaginò: la prima di sicuro nel gruppo dei maghi o nella pattuglia medica, la seconda probabilmente nel gruppo evacuazioni. Era molto preoccupato per lei, sia per la possibilità che potesse essere nello stesso gruppo di Alouette, ma non voleva neanche immaginarlo, sia per le sue abilità ancora in larga crescita. Sperava davvero che fosse lì, perché in caso contrario…

Fu distratto dai suoi pensieri da Andrè, che lo introdusse agli altri del gruppo ricognitori. Tra di essi c’era anche Victor, un altro dei finalisti del Torneo Cacciademoni. Finito di mangiare, tutti i gruppi raggiunsero le loro postazioni. Il gruppo ricognitori di Croix era assegnato alla porta est. Una volta lì, però, al ragazzo venne un groppo in gola quando riconobbe davanti a loro Alouette.
 

DISTRUZIONE

 
-Oh no! Perché lei è qui? Non doveva essere nel gruppo dei maghi? Accidenti!-

Anche lei quando vide Croix, fece una smorfia, non contenta.

-Che ci fa lui qui? Credevo fosse nel gruppo dei Tank, più dietro!-

La ragazza si presentò agli altri. Anche lei era stata assegnata alla squadra ricognitori. Croix si chiese allora dove fosse Priere. Poco dopo, tutti si misero in posizione. Ad Andrè non sfuggì il “lieve” distacco tra i due compagni, ma preferì non fare domande.

Non senza un po’ di noia, le 4 e mezza arrivarono lentamente ma inesorabilmente. Le sentinelle sulle torri scrutavano l’orizzonte in attesa dei loro nemici, ma di demoni nemmeno l’ombra. Le 4 e mezza passarono e si fecero le 5, ma ancora nulla. In un certo senso era proprio come molti pensarono: i demoni avrebbero “sbagliato” l’orario, ma erano sicuri che avrebbero anticipato l’attacco, non ritardato. Alcuni Cacciademoni iniziarono a perdere la pazienza, e pochi di essi furono mandati da Pierrot a chiedere come procedere, ma anche lui era rimasto spiazzato dall’inatteso ritardo. Che avessero rinunciato?

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Nel mondo dei demoni, l’armata demoniaca era molto più immensa delle altre volte, in attesa di un ordine per invadere la città di Flatrias. A differenza delle altre volte però, i soldati erano molto spaventati, e a ben più di uno tremavano le gambe dalla paura. Persino i capitano non riuscivano più a mantenere la loro aria altezzosa, soprattutto se a colloquio con uno dei tre Re Oscuri, vale a dire Aster.

Egli infatti era lì con loro, in quella pianura brulla, infernale e senza vita. Aveva addosso un’armatura dorata molto pesante, un lungo mantello rosso e reggeva in una mano un’enorme e pesantissima falce, nonostante la grossa e ricurva lama fosse molto sottile. Nell’altra mano aveva la sua sfera, attraverso cui vedeva la situazione a Flatrias. Rise compiaciuto nel vedere gli avversari Cacciademoni annoiarsi e stizzirsi sempre più con il passare dei minuti.

-Eh eh eh, vi starete chiedendo come mai non siamo venuti, eh? Abbiate un po’ di pazienza, presto vi darò l’onore più grande che un demone possa desiderare, ah ah ah!-

Uno dei capitani tentò timidamente di domandare -S-siete sicuro d-di voler in-intervenire, mio…mio signore? Non mi s-sembra il caso d-di degnarci della vo-vostra presenza, po-possiamo cavarcela d-da soli e…-

Ma non finì la frase. Aster lo aveva tranciato in due con la sua falce, manovrandola con una mano come se fosse più leggera di una piuma.

-Quando avrò bisogno di consigli da un misero capitano, allora ve lo chiederò. Ma fino a quel momento…-

Tutti quanti tremarono di paura pura -A-abbiamo capito, c-cicici scusi tanto, n-non succederà più!-

Ma Aster non li ascoltava. Era tornato a guardare la sfera. Ad un certo punto, la fece rimpicciolire fino a svanire nel palmo della mano, si girò verso la sua armata e disse -Tenetevi pronti, tra poco si parte per il mondo umano! Mi aspetto una vittoria schiacciante da voi, è chiaro?-

Tremante, l’intera armata esultò, armi in alto -E vittoria sarà! Per il nostro Re Oscuro!-

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A Flatrias il sole stava cominciando a calare. Dei demoni nemmeno l’ombra, e molti Cacciademoni si erano ormai spazientiti. Alcuni avevano persino tralasciato le loro posizioni. Il gruppo di Alouette e Croix era uno dei pochi ad essere rimasto all’erta nella sua posizione. Più volte durante il pomeriggio Croix aveva guardato la ragazza, ma quest’ultima non lo degnò di uno sguardo neppure una volta. Probabilmente in quella situazione non voleva parlare di ciò che era successo la sera prima. Croix si sentì sollevato, ma anche preoccupato.

Passarono altri minuti. Il sole era quasi sparito dietro la catena montuosa che si intravedeva a ovest, e stava calando il buio. Si accesero le luci dei lampioni. Anche Croix e Alouette stavano cominciando a spazientirsi, quando all’improvviso, un rumore attirò l’attenzione di tutti. Tutto si fece di colpo più scuro, quasi come se ci fosse un’eclissi. Uno dei Cacciademoni di vedetta fece cenno in cielo. Tutti alzarono le teste. Sopra la città un enorme portale oscuro si stava aprendo.

-Finalmente si sono degnati di arrivare!- esclamò Croix.

-Già, farci aspettare tutto questo tempo! E poi non si fa attendere una ragazza!- fece Andrè, riferito ad Alouette, la quale però non lo ascoltava. Erano tutti pronti per l’assalto, ma non avrebbero mai potuto immaginare che da quel portale potesse uscire un’armata così imponente e corposa come quel fiume di soldati demoni che stava sciamando fuori da esso. Tutti furono sorpresi e sconvolti.

-Ora capisco il ritardo! Hanno chiamato i rinforzi!-

-Già, e non sono pochi! Dato che sono sbucati sopra di noi, direi che la strategia di Pierrot è andata a farsi friggere! Protezione a tutto campo, ragazzi! Siete con me?-

-E ce lo chiedi?- fece Andrè, con tutti gli altri dietro -Siamo tutti con te, Demone Umano!- esclamarono, grintosi.

Croix guardò Alouette, che fu costretta suo malgrado ad assecondarli senza entusiasmo per non dare troppo nell’occhio con il suo strano comportamento -E va bene, ok, ci sono anch’io! Ovvio, no?-

Croix si preoccupò per Priere. Gli avversari erano decisamente troppi per lei. Sperò in cuor suo che ce la facesse e sopravvivesse, se era in un gruppo diverso da quello medico o di evacuazione. I demoni cominciarono a far danni alla città con i loro raggi di energia, colpendo dapprima alla cieca, poi mirando i Cacciademoni.

Croix incitò il suo gruppo -Forza, dobbiamo farne fuori il più possibile dalla distanza! Cominciamo a sfoltirli, anche per gli altri!- dopodiché, iniziò a sparare all’ondata sopra di loro.

Andrè, dal canto suo, incantò la sua frusta e la lanciò in aria, stritolando un nemico dopo l’altro, Alouette usava le sue magie di ghiaccio per congelare vari bersagli in una vasta area, cosicchè gli altri potevano colpirli più facilmente, nonostante cadessero giù come proiettili. Intanto i soldati non avevano ancora smesso di uscire dal portale, e la cosa faceva preoccupare sempre di più. Vedendo oltre i tetti delle case, Croix riuscì a determinare la posizione degli altri gruppi, grazie alle loro magie, armi e tecniche visibili e dirette verso gli avversari.

C’erano dei Cacciademoni isolati. Parte dei demoni rimase a distanza per attaccare con i loro piccoli raggi d’energia, mentre il grosso del gruppo riuscì a scendere fino a raggiungere i tetti e le strade di Flatrias, ingaggiando i Cacciademoni in combattimenti corpo a corpo. C’erano demoni ovunque, talmente tanti che ovunque si colpisse si sarebbe preso qualcuno.

Croix iniziò seriamente a preoccuparsi riguardo il suo “limite”: non mancava poi così tanto ad esso.Doveva risparmiare uccisioni. Parando e rispondendo ai colpi degli avversari che lo ingaggiavano in corpo a corpo con i propri pugni, raggi ravvicinati e lance, Croix cercò Alouette con lo sguardo. Aveva bisogno che lei le facesse da supporto. La vide. Insolitamente, stava distanziandosi dal gruppo, correndo apertamente verso gli avversari, inseguendoli verso il centro città. Cercò di starle dietro, nonostante i demoni che lo ostacolavano. Tentò di perderla di vista il meno possibile.

C’era qualcosa che non quadrava. Non era da lei correre così apertamente contro i nemici. E infatti da parte sua Alouette era ancora tormentata dal pensiero di Croix e Priere che si baciavano. Quel pomeriggio lo aveva rivisto continuamente nella sua testa, e pareva ripetersi all’infinito davanti a sé, come se stesse per succedere proprio in quel momento. Sperò che il correre a testa bassa contro il nemico potesse servire a cancellare quell’immagine dalla sua mente, almeno momentaneamente, per questo era più aggressiva e spericolata, quasi innaturale. Ma nonostante tutto non cambiò niente. Alouette continuava a macinare demoni, mentre dentro di sé si disperava sempre di più.

-Perché? Perché continuo a ripensarci? Lasciatemi in pace, dannazione! Andatevene via dalla mia testa! Andate via, dannazione!!!-

Combatteva in modo davvero disperato, quasi fosse un attacco suicida e dovesse arrivare a un bersaglio. Non contava più nemmeno le uccisioni, presa com’era da quel malessere, cosa invece importantissima per un Cacciademoni. Bisognava assolutamente tenere sempre in testa il numero di uccisioni/purificazioni effettuate.

Immersa nei suoi pensieri, non si accorse di un demone alle sue spalle che stava planando su di lei per trafiggerla con la sua lancia, se non all’ultimo secondo. Fortunatamente, un colpo di pistola lo fece svanire all’istante. Capì subito chi era stato. Croix. Ancora lui.

-Che diavolo stai facendo, Alo? Dove stai andando?-

-Lasciami stare!- gli urlò Alouette con tutta la voce che aveva in corpo, lacrimante -Perché mi perseguiti?-

Croix fu colpito da quelle parole -Perseguitarti? Ma che stai dicendo? Mi sto preoccupando per te, ecco tutto!-

-Grazie, ma me la cavo benissimo anche da sola!-

-Non è il momento per questi capricci, Alo!-

-Vai, vai da lei, vattene, andatevene via tutti e due!- urlò di nuovo la ragazza. Mentre parlavano, facevano fuori altri demoni che tentavano di attaccarli senza nemmeno guardarli, lanciando magie e proiettili a destra e a manca. Croix si sentì davvero in colpa per Alouette, e le sue parole lo avevano scosso.

Decise di non infierire e indietreggiò lentamente -Ok, va bene. Me ne vado…- disse, e dopo qualche passo si voltò indietro e cominciò a correre.

-Mi dispiace davvero tanto, Alo! Scusami…scusami per tutto il dolore che ti sto causando. Alla fine non sono riuscito a migliorarmi per te nemmeno un po’!-

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Passarono i minuti. La città continuava a subire danni pesanti e alcuni edifici crollarono, distrutti. Pierrot, dalla base, osservava la situazione spiando dalla persiana chiusa alla finestra. La sua organizzazione difensiva non era servita a nulla. Ora poteva solo sperare nei Cacciademoni, così come tutte le persone ospitate in casa sua e nei rifugi. Solo allora si rese conto che era meglio far evacuare tutte le persone, piuttosto che illuderle di essere al sicuro in rifugi che non lo erano assolutamente, tutti in bella vista al nemico e alcuni coi tetti già danneggiati. Se fossero entrati dentro, li avrebbero scoperti e uccisi. La possibilità c’era, ma non voleva pensarci.

In città il numero di demoni era leggermente calato, ma rimaneva ancora molto alto. Alcuni gruppi iniziarono a sentire la fatica e a non essere più così efficienti nel bloccare e respingere i nemici. Ci furono i primi feriti anche tra le fila dei Cacciademoni. E non potevano nemmeno essere portati dal gruppo medico, c’erano troppi demoni per le strade e nei cieli per farlo senza essere colpiti a propria volta. Anche tra i demoni cominciava a sentirsi un pizzico di fatica, ma per loro era diverso: attaccavano cambiandosi ciclicamente, in modo che combatteva prima un gruppo, e poi gli altri dietro sostituivano i primi, che ritornavano in cielo a riprendere fiato.

Erano abbastanza numerosi per permettersi ciò e continuare a mantenere un ritmo di attacco serrato, senza dare tregua ai Cacciademoni. E ad Aster, l’unico rimasto nel mondo dei demoni, vedere ciò sulla sfera gli faceva molto piacere.

-Oh, siete già stanchi? Ma se il bello deve ancora venire! Aspettate di vedere la sorpresa che ho in serbo per voi. Anche se temo che potrebbe essere letteralmente l’ultima per voi, eh eh!-

Detto ciò, rifece sparire la sfera e iniziò a concentrarsi, accumulando aura, moltissima aura, tanto che il territorio circostante iniziò a tremare. Che cosa aveva in mente?

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In città, nel frattempo, Croix si era riunito al suo gruppo. Erano tutti ancora abbastanza in forma. Andrè notò la mancanza di Alouette.

-Che fine ha fatto la tua compagna?-

-Lei…beh, mi ha detto di voler raggiungere il gruppo magico. Sarà più utile a loro che a noi!- mentì Croix, con voce mogia.

Andrè non gli credette del tutto, ma passò oltre.

-Per ora riusciamo a reggere, ma non so per quanto potremo durare. Non molto, poco ma sicuro. E i nostri avversari sono ancora tanti!-

-Diamoci da fare!- Croix dovette chiedere l’aiuto proprio di Andrè -Ti posso chiedere un favore? Ho bisogno di risparmiare uccisioni, e temo di non farcela senza l’aiuto di qualcuno!-

-Ok, ho capito, conta su di me!-

-Grazie!- Croix tirò un sospiro di sollievo.

I due iniziarono a collaborare per far fuori insieme e più facilmente i nemici. Croix li indeboliva, e Andrè li purificava con l’ultimo colpo. Come tutti i catalizzatori, anche la sua frusta era imbevuta di acquasanta. Lavoravano bene, erano una coppia affiatata anche se era la prima volta che “collaboravano”. Volteggiavano agilmente tra i nemici facendo letteralmente una strage. Anche gli altri iniziarono a collaborare a coppie o a terzetti, e a tutti parve più facile e meno faticoso eliminare gli avversari.

Tuttavia Croix aveva un brutto presentimento, non sapeva se legato ad Alouette, Priere o chiunque altro, ma cominciò a sentirsi a disagio, come se percepisse qualcosa di terribile e incombente. Ma nella foga del combattimento non potè pensarci più di tanto e si convinse che era tutto frutto della sua mente, tornando così a concentrarsi sulla battaglia. Forse avrebbero potuto farcela…

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Dall’altra parte, Aster, davanti al portale, stava accumulando gran parte della sua energia nel palmo della sua mano. Una sfera bianca con riflessi verdastri e piccole scariche del medesimo colore iniziò a formarsi su di essa.

-Perfetto, ci siamo quasi! Preparatevi, Cacciademoni! Lo spettacolo sta per iniziare col botto! Letteralmente! Ah ah ah ah!-

Nello stesso momento, a Flatrias, tutti combattevano contro i demoni invasori, ignari di ciò che li attendeva di lì a pochissimo. Alcune esplosioni più grandi e rumorose iniziarono a sentirsi dall’altra parte della città, segno che da quelle parti si combattevano degli avversari forti. Forse i Generali Oscuri? Croix non fece in tempo a chiederselo, che tutti quanti si immobilizzarono nel sentire un rombo che divenne sempre più forte.

Anche i demoni si fermarono, e capito tutto, iniziarono a disperdersi e a uscire fuori dalla città. A nessuno dei Cacciademoni balzò in mente l’idea che forse avevano vinto, e a grande ragione! Nuvole minacciose e temporalesche iniziarono ad addensarsi attorno al portale oscuro. Il rombo era ormai diventato un frastuono, e tutti capirono che proveniva proprio dal portale.

-State tutti pronti! Non sappiamo che succederà o cosa uscirà fuori da lì!- ordinò Croix ai suoi -In ogni caso, nulla di buono direi!-

Il cattivo presagio che Croix aveva avuto poco prima si rivelò esatto quando dal portale fuoriuscì un enorme e potentissimo raggio bianco-verde emanante scariche verdastre ascendenti al cielo. Sembrava quasi una cometa. L’energia di cui era dotata era a dir poco impressionante, tanto che in molti sbiancarono e caddero in ginocchio per l’incredibile gravità sviluppata da quella forza.

Croix era sconvolto. Di tutte le cose, quella era forse la peggiore. Non avevano il tempo di preparare un attacco abbastanza potente da contrastare quell’onda. Nonostante ciò non solo il suo gruppo, ma tutti i Cacciademoni in città tentarono di lanciare i loro colpi contro l’enorme raggio che si avvicinava sempre di più, ma a nulla valsero i loro sforzi.

Appena prima che l’onda colpisse la città, a Croix passarono in un attimo tutti i momenti della sua vita: suo padre, sua madre Rebecca, quella notte, l’arrivo al convento di Tremòn, l’esame per diventare un Cacciademoni, alcune sue missioni e infine Angelique, Alouette e Priere. Era sicuramente la fine per tutti, e aveva fallito l’intera sua vita: il rapporto con i suoi genitori, non abbastanza approfondito per lui, la relazione con Alouette, il bacio con Priere, e infine quello. Ma nonostante ciò sperò con tutto il cuore una sola cosa.

-Priere, Alouette, voi dovete vivere!-

 

LA VERGINE E IL PRINCIPE


L’onda bianca si abbattè esattamente sul centro di Flatrias, scatenando una fortissima e luminosa esplosione che coinvolse l’intera città e i dintorni. Una volta dissolto il fumo, della cittadina non rimaneva che un immenso cratere. E decine, anche centinaia, di corpi morti, alcuni anche bruciati e irriconoscibili.

Tutte le case, ovviamente, erano state spazzate via da quella forza devastante. Aster, uscito anche lui dal portale, rideva di gusto beandosi della distruzione di cui era l’artefice. Non era dunque rimasto più nessuno per fronteggiarlo? I corpi dei vari Cacciademoni giacevano a terra, tutti quanti senza muoversi. A parte uno. O meglio, una.

Infatti una figura femminile riuscì con gran fatica a rialzarsi, in tutta quella distruzione. Era Alouette. Barcollò qualche istante una volta in piedi. Le girava la testa, e faticò a ricordarsi cosa era successo. Vedendo quella desolazione, ricordò tutto. Quell’onda bianco-verdastra. Se non avesse alzato una barriera sarebbe morta anche lei. La consapevolezza che nessuno potesse parare o anche solo deviare quella forza, di essere in una situazione di vita o di morte, favorì l’istinto di proteggersi. Forse solo Croix avrebbe potuto fermare quell’onda…

Già, Croix!

Si guardò intorno in cerca del ragazzo. Nonostante la sua capigliatura rossa risaltasse facilmente, in quello scempio era poco distinguibile. Alla fine lo trovò, disteso insieme agli altri del suo gruppo, privo di sensi, forse anche morto. In quell’istante tutto il risentimento che aveva nei suoi confronti svanì di colpo, lasciando spazio alla pura tristezza e al dolore di chi ha appena perso qualcuno di estremamente caro a sé. Corse verso di lui, rischiando di inciampare più volte. Lo chiamò a gran voce, disperata.

-Croix! Croiiiix!!!-

Ma niente, il ragazzo non rispose. Un fiume di lacrime solcò il suo viso quasi angelico. Una voce alle sue spalle la riscosse dai suoi pensieri.

-Toh, ma guarda te che sorpresa! Non pensavo che qualcuno potesse sopravvivere alla mia onda! E guarda caso, sei sopravvissuta proprio tu!-

Aster era sceso fino a terra, veramente stupito di vedere la ragazza ancora in piedi, ma da una parte contento. Avrebbe avuto la possibilità di scontrarsi con quella che per lui era la Vergine Immacolata della profezia, la ragazza che lui aveva scelto come sua rivale, credendosi il Principe Tetro della leggenda. Credeva che se si fosse sbarazzato di lei, avrebbe potuto sovvertire quella profezia e dominare entrambi i mondi. Già pregustava quel giorno.

-Maledetto! Allora sei stato tu a causare tutto questo?- Alouette era furiosa. Aster rise divertito.

-Tutte le persone innocenti che sono morte…donne, bambini, anziani…che avevano fatto di male per meritare questo? Come puoi sorridere dopo aver tolto così delle vite senza motivo?-

-Beh, a dire il vero in principio non avevo intenzione di radere al suolo questo ridicolo insediamento umano. Volevo scatenare solo una serie di attacchi su larga scala per ingaggiare in combattimento il maggior numero possibile di voi sporchi Cacciademoni! Poi mi sono detto “perché non restringere il campo a una sola città?” Pressarla, attaccarla di continuo, fornendo addirittura gli orari, affinchè voi Cacciademoni veniste qui numerosi. Una specie di esca. Dovresti ringraziarmi, pensa se avessi seguito il mio piano originario! Forse alla fine avrei deciso di distruggere tutte le città attaccate! Sono molto generoso io!- rise Aster, beffardo.

-Disgustoso!- borbottò Alouette.

Non le importava chi avesse davanti, se un Generale Oscuro o addirittura uno dei tre Re Oscuri, era decisa più che mai a combattere e a dargli una sonora lezione. Anche per dimostrare a sé stessa che non aveva bisogno della protezione di nessuno. Persino in quel momento rivedeva Croix che in più di una situazione la proteggeva, anche prima. Colui che l’aveva tradita continuava a proteggerla. E non riusciva a reggerlo. Forse per sdebitarsi, o anche per non aver più bisogno di essere salvata da lui, sentiva di dover lottare. Oltre che per tutte le persone morte, ovviamente.

Aster continuò a ridere, divertito -Allora, vogliamo cominciare? Sono certo che sarà uno scontro memorabile…per me! Ah, spero che non ti dispiaccia se ho portato qualche amichetto con me!- disse, schioccando infine le dita.

Un gruppo di demoni arrivò e circondò la ragazza, girandole attorno.

-Sei davvero spregevole!- esclamò Alouette, che si lanciò all’attacco dei demoni che aveva davanti.

L’intera cerchia si strinse attorno a lei, cercando di attaccarla tutti in una volta. Alouette schivò un primo colpo abbassandosi, e trapassando il nemico con una lama di ghiaccio. Con l’avversario ancora trapassato, sferrò un fendente orizzontale a 360 gradi, che colpì e allontanò tutti i soldati demoni, creando anche una piccola folata di vento. Aster ne chiamò a raccolta degli altri, più numerosi. Alouette riuscì a liberarsi anche di questi abbastanza facilmente. Nella testa pensava a tutti quegli innocenti morti, ai Cacciademoni, persino a Priere e infine a Croix. Il pensiero di lui le rimase talmente in testa che le impedì di concentrarsi al massimo.

Rischiò un paio di volte di essere colpita alle spalle da alcuni demoni, ma riuscì a difendersi alzando la sua barriera. Tuttavia, la concentrazione non al massimo le permise di realizzare solo delle barriere unilaterali. Da tutti gli altri lati rimase scoperta. Fu colpita un paio di volte, ma riuscì a sbarazzarsi anche di questi nemici. Aster osservava in silenzio, studiando l’avversaria. Dopo aver sconfitto l’ennesimo gruppo, Aster alzò un braccio, fermando il gruppo successivo, pronto a partire all’attacco.

-Basta così! Da adesso combatterò io. Chiunque interferirà sarà eliminato all’istante, chiaro?-

Alouette era disgustata -Tieni sotto controllo i tuoi soldati con la paura? Ma che razza di capo è uno così?-

Aster sorrideva soddisfatto -Volevi giocare con me, no? Bene, allora ti accontenterò, anche se non ho molto tempo!- egli tirò fuori la sua falce e si mise in posizione di guardia.

Con la magia Alouette creò dei pattini di ghiaccio, in modo da correre sul terreno ancora più velocemente e agilmente. In un attimo gli fu addosso. Nella mano sinistra reggeva la sua Bibbia tascabile, “l’arma” con cui lottava, per concentrarsi meglio e aumentare la forza delle sue magie. Aster tentò di colpirla con un colpo orizzontale, schivato da Alouette abbassandosi. A sua volta, ella tentò di lanciare un Thundara alla pancia dell’avversario, ma questi schivò il fulmine in modo estremamente rapido solamente saltando. Non si era nemmeno applicato un Thunder ai muscoli delle gambe per aumentare la sua velocità. Alouette non perse tempo, e lanciò un secondo Thundara mentre Aster era ancora in aria, ma egli riuscì a deviarlo roteando il manico della sua falce e tornando a terra.

-Devi aggiustare la mira, altrimenti non riuscirai mai a colpirmi!- disse Aster, cercando di provocare la ragazza.

Ella non perse tempo e stavolta si applicò Thunder per aumentare la sua velocità, preparando nel frattempo una grossa lama di ghiaccio, più grande della precedente.

-Prendi questo!- Alouette saltò e cercò di colpire Aster direttamente in volto, ma questi schivò l’attacco semplicemente abbassandosi all’indietro, e rispondendo con un calcio allo stomaco della ragazza, che la sbalzò in aria e la fece ricadere, fortunatamente senza particolari danni, qualche metro dietro di lui.

-Come scusa? Quello era un attacco?- Aster continuò a provocare Alouette.

La ragazza cominciava ad infuriarsi. Partì di nuovo all’attacco, creando stavolta due lame di ghiaccio, una per braccio. Ingaggiò l’avversario in uno scontro fisico. La falce era molto pesante, ma Aster la maneggiava quasi con grazia e leggerezza. Si scambiarono una rapida serie di attacchi in un botta e risposta pieno di giravolte, acrobazie, parate e affondi schivati per un soffio. Aster parò abbastanza facilmente i colpi di Alouette, e aspettava il momento giusto per contrattaccare.

Quando questo arrivò, reagì molto velocemente, spiazzando Alouette con la sua rapidità e forza, tanto che le sue lame di ghiaccio si incrinarono. Schivò un calcio con un’agile capriola all’indietro e si allontanò di qualche metro da lui. Cominciava ad avere il respiro affannoso, mentre l’avversario era ancora fresco e riposato. Ovvio, lei aveva combattuto come tutti gli altri una marea di avversari e cominciava a sentirsi stanca, mentre Aster non aveva fatto ancora quasi nulla, a parte quell’enorme raggio.

Decise di cambiare tattica. Il tempo era ancora temporalesco, e ciò le suggerì un piano. Creò con una mano delle stalattiti di ghiaccio che scagliò in aria in diverse direzioni, sotto lo stupore di Aster.

-Che stai facendo? Io sono qui!-

Alouette continuò imperterrita a lanciare stalattiti, che si fermarono fluttuanti nell’aria. Nell’altra mano stava caricando una grossa quantità di aura. Il suo braccio iniziò ad emanare scariche elettriche, che convogliavano nella mano. Stava creando non un normale Thunder, Thundara o Thundaga, ma una vera e propria saetta dotata della potenza dei normali fulmini.

Aster innalzò le sue difese espandendo anch’egli la propria aura violacea, aspettandosi invece che le stalattiti mirassero lui all’improvviso.

-Preparati! Ti colpirò così velocemente che non te ne accorgerai nemmeno!-

Aster nonostante tutto sorrideva -Si, fammi vedere cosa sai fare! Mostrami la vera forza di una Vergine Immacolata!-

L’attesa si fece interminabile. I fulmini scandivano i secondi che passavano. La tecnica era pronta. Si trattava solo di aspettare il momento più opportuno per lanciarla. Alouette diede un’occhiata in cielo, prima di chiudere gli occhi e concentrarsi -Pagherai per tutto il male che hai fatto. Croix…questo lo sto facendo solo per te!-

Spalancò gli occhi all’improvviso, e rilasciò di colpo tutta l’energia accumulata in cielo, proprio appena prima che partisse un fulmine dalle nuvole. La saetta che ne uscì era iperpotenziata e luminosissima. Questo era uno degli assi nella manica di Alouette. Cadendo in meno di una frazione di secondo, questo super-fulmine era impossibile da parare, oltre che molto più letale di un fulmine normale. Per aggiungere un elemento sorpresa, le stalattiti, oltre a fare da diversivo, servirono per deviare il fulmine tra di esse in modo che l’avversario, pur capendo che sarebbe stato colpito dall’alto e preparando le difese di conseguenza, sarebbe invece stato attaccato da una direzione del tutto diversa.

La ragazza aveva posizionato le stalattiti in modo che il fulmine, di deviazione in deviazione, lo attaccasse da destra. E in effetti il colpo andò a segno. Aster fu colpito dal super saettone e iniziò ad urlare. Una forte esplosione scatenò una violenta folata d’aria, e molti dei corpi esanimi a terra furono mossi dallo spostamento d’aria.

Svanito il bagliore, Alouette cadde in ginocchio. Respirava a fatica. Tuttavia era contenta. Croix l’aveva sempre protetta in passato, e per questo si sentiva in dovere di crescere per non aver più bisogno di protezione e mettere in pericolo gli altri. Nonostante Croix fosse morto, nonostante il suo “tradimento” e il desiderio continuo di proteggerla, era riuscita finalmente a farcela senza bisogno del suo aiuto. Pianse lacrime felici. Era diventata totalmente indipendente.

-Croix…ce…ce l’ho fatta!-

Tuttavia, un’aura oscura in aumento la distolse dalle sue gioie. Una folata di vento e di aura, dopodiché, tra la polvere fece capolino Aster, ancora in piedi.

Pareva che gli unici danni subiti fossero solo al fianco destro dell’armatura, leggermente incrinata.

-N-non è possibile…!- Alouette era incredula.

Aster scrocchiò dita e collo, osservando poi il punto incrinato -Ah, che seccatura! L’avevo appena rimessa a nuovo! Dovevi proprio rovinarmela?-

Com’era possibile che avesse appena qualche graffio qua e la? Quel colpo era uno dei più potenti di Alouette, forse anche il migliore!

-Comunque, complimenti. Sei riuscita a cogliermi di sorpresa, ma il colpo era piuttosto deboluccio. Possibile che una Vergine Immacolata non sappia fare di più? Ti reputavo più forte di così!-

Piuttosto deboluccio? Ora stava esagerando! Alouette capì finalmente l’enorme divario che c’era tra i due. Certo, lei era forte, era l’allieva migliore della miglior superiora del mondo. Eppure non bastava, non contro un Re Oscuro. Per un attimo queste tre figure le sembrarono letteralmente dei mostri.

-Guarda, un colpo debole come questo lo posso replicare in un attimo!-

Aster lanciò una piccola sfera di energia contro Alouette, la quale però era completamente immobilizzata dopo aver realizzato la mostruosa forza dei tre Re Oscuri. Si riscosse solo all’ultimo momento, quando nella testa le apparse Croix, che le urlava contro -Devi vivere!-

Riuscì a schivare il colpo, ma l’onda d’urto la investì in pieno, facendola finire a un centinaio di metri di distanza e ferendola in vari punti. Si rialzò con molta fatica, tremante. Le erano quasi finite le forze, e lui aveva replicato in un attimo un colpo con la stessa potenza del suo attacco migliore! Forse restava una sola soluzione, ma…

-Mi sembri sconvolta. Se questo è il meglio che sai fare, mi deludi! Vista in altre occasioni, sembravi molto più forte!-

Nonostante quell’incredibile potenza, Alouette si rialzò. Doveva continuare a combattere. Tutti quelli attorno a lei erano morti, ma doveva proteggere altre persone. Se avesse eliminato lì Aster, non avrebbe più potuto nuocere a nessuno e molte altre persone sarebbero state salvate. Le speranze erano molto basse, ma in qualità di Cacciademoni, e in virtù di tutto ciò che aveva sopportato in passato, doveva metterci tutta sé stessa, rischiando anche la sua vita se necessario.

Aster sorrise compiaciuto -Così ti voglio! Grintosa e pronta a lottare fino alla morte!-

Pareva sottinteso e certo il fatto che lei sarebbe morta. Doveva fare in fretta, aveva quasi esaurito le energie. Si applicò un Thunder alle gambe, e ricreò le lame di ghiaccio alle braccia. La velocità era aumentata, ma non come al solito, date le sue scarse energie residue. Aster era già pronto, ma contrariato.

-Così non mi batterai mai! Non ti credevo così stupida!-

I due si scontrarono. Man mano che si scambiavano colpi, Alouette era sempre più il volto della disperazione. Rivedeva davanti a sé il corpo esanime di Croix, morto. Conoscendo la sua forza, aveva sempre avuto la convinzione che essa lo rendesse in qualche modo immortale, ma vederlo esanime le ha fatto ricordare che anche lui è un essere umano. A rischio di morte. In quell’istante biasimò sé stessa: aveva ormai perso ogni possibilità di un riallacciamento. Non lo avrebbe mai più visto sorridere, combattere spavaldo, o vivere in modo spensierato la sua vita. I suoi stessi difetti lo rendevano ora una persona unica e insostituibile.

Senza accorgersene, proprio per la profondità di questi sentimenti, i colpi di Alouette aumentarono progressivamente di potenza, e anche la rapidità e la foga con cui li sferrava. Un’aura cerulea sempre più densa avvolse la ragazza. Aster era sorpreso da quella forza nascosta, reputando quello scontro finalmente degno di lui. Arrivò persino ad avere difficoltà a parare i colpi della ragazza. Uno di essi arrivò addirittura a sfiorargli la guancia, causandogli un leggero graffio da cui usciva un rivoletto di sangue.

-Accidenti! Da dove tiri fuori questa forza? Un istante fa eri praticamente esausta! Incredibile!-

Aster iniziò a schivare i colpi, più che pararli o ribattere, e fu costretto ad indietreggiare. Un altro paio di graffi, dopodiché, spazientito riuscì a fermare gli assalti dell’avversaria frapponendo in modo più deciso la propria falce davanti a sé, usando di colpo una quantità maggiore di energia e causando una lieve onda d’urto.

Il Re Oscuro sembrava finalmente soddisfatto -Devo ammettere che sei forte, te lo riconosco, ma non abbastanza da sconfiggermi!-

Alouette non rispose, il volto abbassato e oscurato.

Aster continuò -Sai, in un combattimento la propria aura non sempre è l’unico elemento determinante per stabilire l’esito di uno scontro. Anche i più piccoli accorgimenti possono giocare in tuo favore…se sai come giocare le tue carte!-

Alouette alzò lo sguardo. Sul volto di Aster c’era un ghigno beffardo. Un sibilo alle sue orecchie la fece girare. La lama della falce, dietro di lei, stava scendendo lungo il manico, richiamata dall’energia del proprio possessore, a mò di ghigliottina. Alouette tentò di spostarsi, ma non ne uscì illesa. La lama le aveva provocato una ferita piuttosto profonda al braccio sinistro, da cui sgorgava sangue copiosamente, recidendole il nervo e rendendolo inutilizzabile. Si allontanò di alcuni metri, tenendosi il braccio con l’altra mano. Se non avesse avuto i riflessi pronti, a quest’ora la sua testa sarebbe rotolata ai piedi di Aster!

Il dolore che sentiva ebbe l’effetto di renderla di nuovo cosciente della fatica accumulata.

Aster rideva, colpito  -Eh si, degno di una Vergine Immacolata. Un attimo più tardi e saresti stata decapitata. Comunque, direi che lo scontro termina qui. Non puoi più fare molto contro di me con un braccio fuori uso. Non che tu abbia avuto comunque qualche possibilità di farcela, eh eh!-

-Scordatelo! Continuerò a lottare fino ad esaurire tutte le energie, se necessario!- rispose Alouette.

-Quanto sei ostinata! Dovresti capire quando è ora di arrenderti!- Aster partì quindi all’attacco. Alouette tentò di ricreare le sue lame di ghiaccio, ma il forte dolore e la stanchezza le impedirono di concentrarsi. Non potè fare altro che schivare il colpo verticale effettuato dall’avversario. Tuttavia, la lama della falce era piuttosto lunga, e anche se marginalmente, riuscì a penetrarle nella gamba, provocando un’altra lunga ferita.

Quando la ragazza atterrò più indietro, non riuscì più a stare in piedi e cadde. Era caduta proprio sul lato del braccio e della gamba feriti, ed entrambi le facevano male da morire. Iniziò a vedere sfocato. Poco dopo, Aster le fu sopra, pronto a darle il colpo di grazia.

-È ora di dirci addio, Vergine Immacolata! Non potrai più ostacolarmi quando diventerò il Principe Tetro!-

Alouette capì che non aveva più speranze. Non avrebbe più potuto salvare nessuno. Anzi, in un certo senso si sentì anche sollevata. Presto avrebbe potuto raggiungere i suoi cari…e Croix.

-Muori!- esclamò il Re Oscuro, prima di sferrare il colpo di grazia.

Alouette chiuse gli occhi in attesa del colpo fatale. Ma questo non arrivò, e anzi, un rumore secco metallico indicò chiaramente che il colpo era stato fermato da qualcosa…o qualcuno.

Quando la ragazza riaprì gli occhi, vide una sagoma nera frapposta tra lei e Aster. Riuscì ad alzare debolmente lo sguardo, fino ad arrivare alla testa. Il colore e il taglio di quei capelli erano inconfondibili.

Croix!

Era vivo!
  
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