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Autore: _Elisewin_    01/08/2012    0 recensioni
"Nel frattempo, al tavolo dei Serpeverde, due occhi color del ghiaccio la stavano guardando girandosi tra le mani un coltello. Draco Malfoy era molto arrabbiato con Hermione. Non le aveva obbedito. (...)"
Affinchè un cuore smetta di sanguinare quanto tempo occorre? Quanto tempo occorre che le ferite dell'anima guariscono completamente? Cosa può essere successo a Draco&Hermione? Come regirà Draco al segreto di Hermione volutamente taciuto?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

 

Gli occhi di Hermione si spalancarono.

Immediatamente si ritrovò sveglia e perfettamente all’erta.

La stanza era immersa nella semioscurità, e niente di ciò che la circondava, le appariva familiare.

Nel momento in cui gettò indietro le coperte per scendere dal letto, il mal di testa che provava glielo ricordò. Così come la camicia maschile che indossava ancora.

Tutto le tornò alla mente.

Cena a casa dei suoi, l’improvviso arrivo di Draco, la sua velata gelosia dimostrata nei confronti del figlio dei signori Hallen, e infine, l’invito a passare la notte nella sua nuova casa nella Londra Babbana.

Ma il problema era: perchè indossava una camicia maschile? Che aveva combinato?

Accese l’abat-jour e diede un’occhiata alla sveglia.

Il display digitale indicava le sette e trenta minuti.

Si sentiva così stordita che non capiva se fosse mattina o pomeriggio.

Sfregandosi il volto, si guardò attorno nella stanza.

Le pareti erano di un color crema chiaro, e il pavimento in parquet era parzialmente coperto da soffici tappeti in tinta con l’arredamento della stanza.

Il letto era in ferro battuto mentre i comodini erano in legno intagliato con un elaborato motivo di farfalle e gigli.

Si trattava senza alcun dubbio dell’opera di un bravo artigiano,pensò, mentre passava le dita sui fiori del comodino situato alla sua sinistra.

Si diresse verso la finestra e la spalancò. Era giorno.

L’aria del mattino era abbastanza fresca ma piacevole.

Hermione chiuse per un attimo gli occhi e appoggiò la testa al vetro della finestra aperta.

Era una di quelle mattine in cui si sentiva davvero rilassata, in cui forse, poteva non accadere niente.

Nel mentre che stava guardando il piccolo giardino che circondava l’intera villetta,  bussarono alla porta, e una piccola figura si fece spazio nella stanza.

Era un elfo.

Lei era da Malfoy. Giusto.Tutto chiaro.

“Sono Flyfly signora. Padron Malfoy mi ha mandato qui per renderla presentabile per la colazione e per ricordarle di sua figlia.”

L’elfa si inchinò quel tanto che le bastava per toccare con il naso il pavimento.

Era un segno di riverenza e di rispetto imposto a tutti gli elfi.

In un attimo Hermione si ricordò di Lizzie.

“Oddio Lizzie” urlò Hermione e si precipitò al piano di sotto, incurante, delle grida dell’elfa che doveva vestirsi e in effetti, di come, fosse vestita Lei.

Per  le scale sentì dei piccoli gridolini festosi.

Lizzie. Come si era potuta dimenticare della sua bambina?

Bastava un pò di sonno in più per dimenticarsi dei suoi doveri di madre?

Era così facile per lei farsi venire i sensi di colpa.

In particolare quando si trattava di persone e cose a cui teneva molto.

Scalza e con il fiatone per la scesa veloce di quelle scale, arrivò, in quella che doveva essere, la sala da pranzo.

Al rumore di passi veloci Draco che era seduto per terra in mezzo a tanti giochi con Lizzie si girò per guardarla.

Altri attimi di silenzio e lui la squadrò dalla testa ai piedi.

Dopodichè lei in un attimo si cercò di coprire il più possibile con la camicia.

“Noto con enorme piacere che la camicia sta più bene a te che a me” si girò verso Lizzie continuando a farla giocare, ma quest’ultima, accortasi della presenza della madre incominciò a reclamarla.

Sbuffando Draco la prese in braccio e si avvicinò a lei.

“Dalle da mangiare io ho da fare” le disse porgendole Lizzie in maniera agli occhi di Hermione che sembrava frettolosa e sgarbata.

Mentre Draco stava per uscire dalla stanza, l’elfo gli comparì davanti, chiedendogli scusa per non aver svolto il compito affidatole. Draco le fece cenno con la mano di sparire.

Poi, dopo aver dato un’ultima occhiata ad Hermione e alla bambina, uscì in fretta dalla stanza e si chiuse nello studio.

Hermione si passava da un braccio e l’altro Lizzie che era a dir poco agitata.

Reclamava la sua dose giornaliera di latte e non ammetteva storie.

Da quando Draco era entrato prepotentemente nelle loro vite, Hermione, aveva notato in Lizzie una sorta di cambiamento.

Quando il padre si allontanava da lei diventava capricciosa e piagnucolona.

Hermione non dava tanto importanza alla cosa, poichè, pensava e sapeva che la maggior parte dei bambini faceva così. Hermione però a volte, pensava, che quando sarebbe cresciuta, e quando avrebbe capito ,che loro non erano una VERA famiglia, questi suoi capricci si sarebbero potuti trasformare in problema. Ogni cosa a suo tempo giusto?

 

Draco aprì come una furia la porta del suo studio.

Non pensava che Hermione potesse farle ancora quell’effetto.

Non pensava ancora che una mezzosangue potesse fargli girare la testa.

Era sfinito… da tutto.

In primis da suo padre che gli proibiva ogni contatto con lei e la bambina, in secundis sua madre che invece, cercava di fargli avere un approccio umano con la piccola, e poi… e poi vi erano la scuola e Blaise.

A scuola per quanto gli riguardava era sempre rimasto il solito e impeccabile Draco Lucius Malfoy , che disprezzava chiunque non fosse degno di frequentare quella scuola, ma era anche vero, che a scuola, di nascosto da tutti seguiva lei e ogni suo singolo gesto.

L’aveva vista troppo spesso parlare con Blaise e ridere con lui, l’aveva vista anche con il rosso Weasley e a volte, poteva notare come lui cercasse di attirare la sua attenzione.

Era geloso.

E pensava di non esserlo proprio.

Quando gli capitava prendeva la prima ragazza della sua casata e passava la notte con lei.

Non aveva abbandonato le sue abitudini. Non le aveva abbandonate neanche quando seppe di Lizzie. Per lui era natural sfogarsi in quel modo.

Cercava di tenersi a distanza da lei e dalla loro situazione.

Sì aveva comprato la villetta per sè ma in realtà era per lei e la piccola.

Ogni cosa che facevano doveva essere controllata.

Ancora nel mondo magico nessuno sapeva che un Malfoy aveva procreato con una Mezzosangue.

Sarebbe stato uno scandalo e suo padre ancora non lo aveva perdonato.

Lui era promesso sposo di Astoria Greengrass, e per quanto, quest’ultima potesse piacergli era acerba sotto molto punti di vista…cosa che invece non si poteva dire sulla madre di sua figlia.

Era inutile fare finta di niente.

Era sua e basta.

La scuola a breve sarebbe finita e lei sicuramente sarebbe andata via e portato con sè Lizzie.

Non poteva permetterlo.

Non poteva andarsene.

Non poteva lasciarlo solo.

Non poteva non vedere I suoi sorrisi.

Non poteva non sentire più la risata cristallina di sua figlia.

Non poteva non sentire più il suo profumo.

Profumo di donna…di mamma…di amante.

Sì perchè contro ogni logica lei sarebbe divenuta la sua amante e non ci sarebbe stato più posto per altre. Tranne per Astoria, ma lì, si sarebbe trovato un compromesso.

La voleva.

E l’avrebbe avuta.

E fu così che con un ghigno sul volto e un bicchiere di vino in mano, Draco prese una delle decisioni più importanti e egoiste.

Nell’altra stanza invece, una ignara Hermione, finiva di dar da mangiare a Lizzie e sentiva brividi lungo la sua schiena, quasi fossero presage di qualcosa che sicuramente non avrebbe portato neinte di buono in futuro.

  
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