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Autore: Scream_Out_Loud    01/08/2012    4 recensioni
Le azioni insensate di molte persone possono distruggere il cuore di una semplice ragazza, possono impedirle di amare... Solo una persona però sarà in grado di fare capire a quella ragazza, quello che la vita le pone davanti. Le farà capire Come Si Ama.
"Lascia il passato alle spalle El..." disse lui "vieni con me a Londra..."
"Non posso lasciare tutto così...T-tu non puoi capire...dimentica me...dimentica noi. E' stato bello... Finché è durato..." sussurrò la ragazza, con gli occhi luccicanti, ma non luccicavano di gioia, luccicavano a causa delle lacrime che le inondavano gli zigomi.
Lacrime che segnavano un'altra delusione.
Un'altra, nella sua lunga lista.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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How To Love

Capitolo 2.

Incubi.


Due anni dopo però Harold venne a mancare. Sentii che una piccola parte di me se ne andò con lui. Anche se per poco, era stato il mio papà. Era stata l’unica persona oltre a quelli dell’orfanotrofio a farmi capire quanto valevo per lui e quanto ero importante. Ci trasferimmo a Londra, in un appartamento abbastanza grande per tutte e 3. Ho detto tutte e tre, non avete capito male… Julie dava attenzioni solo ed esclusivamente a Kailee, sua figlia di due anni e mezzo. Eh si, dopo tanto tempo di attesa, Julie ebbe la sua tanto beneamata figlia. Solo che, così gioiosa di avere una figlia nata da lei, trascurò me. Con Kailee non avevo alcun tipo di problema, andavamo d’accordo proprio come due sorelle, litigavamo e facevamo pace nell’arco di due minuti. Anche se io e Kailee andavamo d’amore e d’accordo il resto però non andava per il meglio. Qualche mese dopo la scomparsa del signor Calder, la situazione in casa precipitò spaventosamente. Julie iniziò a frequentare persone poco raccomandabili e diventò un accanita fumatrice. Odiavo il fumo.
Kailee non sapendo cosa fosse, a volte imitava la madre accendendo sigarette e portandosele alle labbra, più volte si fece male mentre giocava con l’accendino. La sgridavo in quanto sorella maggiore ma non mi ascoltò mai. Dopo neanche un anno dalla morte di Harold Calder, Julie si fidanzò ‘stabilmente’ con uno di quegli energumeni pelati che frequentavano lo stesso pub della signora.
Un pessimo elemento.

Fu lì che iniziò l’incubo.


Julie usciva a fare la spesa, una passeggiata, andava al pub a bere, o andava da delle amiche e ci lasciava in casa con lui, perché si fidava. Come faceva non lo so, ma sta di fatto che quello iniziò ad approfittarsi di noi. Come la porta d’ingresso si chiudeva lui avvicinava prima Kailee e poi me. Kailee non capiva il pericolo, tentai di difenderla. Volevo fare la coraggiosa ma stavo morendo di paura dentro.

Stavamo guardando la TV comodamente sedute sul divano, quando l’energumeno si avvicinò alla mia sorellastra sussurrandole dolcemente “Vieni di là in camera che facciamo un gioco?”


Avevo solo sette anni ma non ero stupida, forse anche perchè avevo attraversato situazioni che altri bambini difficilmente avrebbero superato, e poi anche perchè, come avevo sentito dire più volte da Sarah, Sandra e il sig. Calder, ero una bambina più sveglia rispetto agli altri. Capivo dov’era il pericolo, ma Kailee no.

“Lasciala stare” dissi fulminandolo con lo sguardo. L’uomo intuii che io non ero una di quelle che con poco la si poteva raggirare. Quindi passò direttamente alle maniere forti. Mi gridò più volte di andare in camera e dato che io non gli obbedivo mi prese con la forza per il braccio, alzandomi da terra, gridai per il dolore.
Mi aggrappai alla sua spalla e gli morsi più forte che potevo il braccio ma quello nemmeno una piega. Mi lanciò in camera bruscamente e chiuse a chiave la porta.
Tornò in salotto da mia sorella e sentii le urla imploranti di mia sorella, urla di dolore, urla di paura. Paura che anche se nascondevo, avevo anche io. Cercai in giro per la camera qualcosa con cui potermi difendere, ma poi pensai che lui avrebbe potuto togliermela senza alcuna difficoltà e usarla contro di me. Quindi mi nascosi nell’armadio e controllavo la situazione dalla fessura. Sentii il giro di chiave che apriva la stanza, e che subito dopo la richiudeva. Ero finita. L’uomo iniziò a cercarmi, guardò prima sotto la scrivania poi sotto il letto e infine mi trovò rannicchiata sotto i vestiti della mia matrigna. Mi tirò fuori con la forza bruta, nonostante lottassi con tutte le mie forze ero una semplice bambina di sette anni non potevo competere con un energumeno del genere. Così iniziò un anno di sofferenza, un incubo di quelli veri. Un anno che lasciò un segno indelebile in me e in Kailee, che avevamo scoperto un mondo crudo e rude troppo presto. Non trovavamo il coraggio per denunciare il fatto ne alla polizia ne a nostra madre.

L’uomo si approfittava di noi ogni volta che Julie usciva, e per quando tornava faceva trovare tutto in ordine, metteva mia sorella stremata e senza forze nel suo letto e le rimboccava le coperte. Sentivo le sue urla, le sue inutili grida, che a quanto pare i vicini non notarono mai, e sentivo le sue unghie graffiare e stridere sul pavimento mentre l'uomo la trascinava. Sentivo tutto il dolore che provava Kailee perchè subito dopo di lei, ero io la vittima di quella bestia. Quell’anno accrebbe in me l’odio per gli uomini. L’odio per quella razza che non aveva alcun rispetto degli altri. L’odio per chi, senza alcun motivo, usava chi era più debole e poi lo gettava via. L’odio per gli uomini, l’uomo in se’, che usava la donna, la deludeva, la esponeva a delle decisioni che non era ancora in grado di prendere, come quel vigliacco che doveva essere mio padre, quello che abbandonò mia madre.

Avevo immaginato tutto quello che potesse essere successo alla mia vera madre, la madre naturale e mi diedi spiegazioni che in realtà non esistevano, spiegazioni che mi indussero a rimanere lo spirito libero che avevo sempre voluto essere.


Solo quando io avevo quasi 11 anni, Julie venne a conoscenza degli stupri a cui io e Kailee eravamo sottoposte quasi ogni giorno. Cacciò di casa l’uomo e lo denunciò alla polizia, non si fece più vedere.

Quell’incubo era finito, ma non era il solo che dovevo affrontare...

[ Continua... ]



Cosa ne pensate? :) è il secondo capitolo ed è ancora deprimente (come vi avevo anticipato xD) penso che questo sia uno dei capitoli più tristi che ho scritto (ma aspettate di vedere il prossimo) ero in lacrime quando l'ho scritto la prima volta, poi il mio computer ha deciso di eliminarmi tutta la memoria e l'ho perso, era venuto un capolavoro mentre questa parte riscritta penso sia un po penosa... Spero che vi paiccia comunque e che soprattutto questo capitolo sia riuscito ad avere un influenza positiva su di voi, poichè anche voi possiate dare una mano a qualsiasi associazione combatta queste azioni stupide, insensate, oscene che possono rovinare veramente l'infanzia di una persona. 

Lo scorso capitolo ha avuto veramente pochissime recensioni ç__ç se non vi piace ditemelo che così non spreco tempo a scrivere... Mi va bene anche un commento piccolo piccolo ma che mi faccia capire che vi piace, recensite commentate fate qualcosa ç__ç
(si sono un po demoralizzata lo so ._.)

Vi ringrazio per aver letto anche tutto qui :3
Spero di non avervi sgionfato troppo. Al prossimo capitoloooo un baciooo :)


~ xx Gio. ♥
   
 
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