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Autore: Aika Morgan    01/08/2012    10 recensioni
Michael ama giocare con le stelle: le osserva, traccia i loro contorni e poi aiuta Andy ad orientarsi e a trovare se stesso.
Vivono in un mondo tutto loro, come se appartenessero ad una costellazione fatta di due sole stelle.
E quando all'improvviso una delle due stelle muore, l'altra diventa una stella perduta, che continua a vagare nell'universo alla ricerca di qualche motivo per continuare a splendere.
Questa introduzione ha partecipato e vinto il contest " La trama di una storia." di DearJulietefp
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stelle perdute'
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Il peso del ritorno.

 

 

 

Per tornare a casa, Elena percorre esattamente la stessa strada che ha fatto all'andata.

Tutto è uguale ad una ventina di giorni prima: stessi alberi ai lati delle carreggiate, strada dritta e senza troppe curve o deviazioni, palazzi che si succedono l'un l'altro con la sequenza inversa di come li ha visti la prima volta.

Eppure c'è qualcosa di totalmente diverso, in mezzo a tutto ciò che vede.

Lei.

Quando è partita, non aveva la minima idea di cosa la aspettasse. Pensare a come, attimo dopo attimo, la vita si arricchisca sempre di qualcosa in più, che ogni giorno trascorso possa cambiare in modo radicale la visione delle cose, è un'idea che non le era mai passata per la mente.

Fino ad adesso.

Si rende conto come, a percorrere quella strada praticamente speculare a quella dell'andata, sia una persona diversa. Nella sua testa ci sono migliaia e migliaia di parole in più, immagini che prima non aveva mai concepito, una vita che non aveva mai sospettato che esistesse.

C'è Andy, il suo amore per Michael, il dolore che lo ha lacerato in seguito alla sua perdita.

Ci sono Allie e Bea, sorrisi amichevoli e quella bimba che sta per arrivare, l'ultimo regalo che Michael ha lasciato a tutti loro.

Ci sono nuovi significati da dare alle parole, c'è un mondo completamente diverso al quale aprirsi.

Un po' è ancora confusa da tutte quelle novità, ma ha imparato a gestirle, in qualche modo, a non considerare troppo strano ciò che ha scoperto.

Non si sente più come se non avesse mai conosciuto Michael, adesso che Andy le ha raccontato loro storia. E per quanto il fatto che il fratello l'abbia esclusa da una delle cose più belle che gli fossero mai capitate, riesce un po' a capire come deve essersi sentito, quanta paura deve aver avuto di parlare e quante volte deve aver maledetto la mancanza di quel pizzico di coraggio che gli ci sarebbe voluto per fare coming-out.

Durante i giorni passati a casa di Andy, Elena si è chiesta più volte se avrebbe potuto capire da sola quello che c'era fra lui e Michael. Ha cercato di ricostruire quelle poche volte che li ha visti insieme e di analizzare ogni dettaglio che riusciva a riportare alla mente, senza però giungere ad alcun risultato.

Forse avrebbe potuto – o dovuto – capire che Michael nascondeva qualcosa il giorno della sua laurea, dal modo in cui i suoi occhi brillavano mentre presentava Andy come un caro amico, ma allora non ci aveva fatto caso, era più semplice ricollegare la sua felicità alla laurea appena conseguita col massimo dei voti.

Eppure, eppure... eppure Michael aveva insistito perché quel giorno Andy andasse a mangiare con loro, nonostante quest'ultimo cercasse in tutti i modi di sottrarsi. E gli aveva scompigliato i capelli e aveva riso con lui, ma erano gesti troppo banali che nascondevano alla perfezione un'intimità ben più profonda, che avrebbe potuto cogliere solo chi avesse saputo.

Ma allora non poteva vedere così a fondo, non poteva cogliere ogni sfumatura e sarebbe suonato malizioso pensare che ci fosse altro in quei gesti.

Arriva sul vialetto davanti casa praticamente senza accorgersene, impreparata a tutte le domande che sua madre e suo padre le faranno e non del tutto sicura di avere le risposte adatte.

Quando apre la porta con le sue chiavi ed entra gridando di essere tornata, realizza veramente quale consistenza abbiano quelle parole.

Potrebbe essere tornata da un posto qualunque, essere uscita dieci minuti prima per andare a fare una passeggiata o per andare a trovare Richard, invece sta tornando ad una realtà che le è sempre stata familiare, dopo averne esplorata una completamente diversa e della quale non aveva mai nemmeno immaginato l'esistenza.

E d'improvviso ha paura di essere troppo cambiata, di non aver niente a che fare con tutto quello che si è lasciata alle spalle quando è partita, ma al tempo stesso di non essere adatta nemmeno a vivere in un mondo nel quale esiste anche Andy.

Incrocia lo sguardo di sua madre trattenendo per un attimo il respiro, come se non si aspettasse di vederla lì. Un attimo dopo è fra le sue braccia, a ristabilire un contatto che le è mancato senza che se ne rendesse conto.

Sono tornata. – sono le sue prime parole.

Lo so, tesoro, lo so.

La donna le accarezza i capelli e le dà un bacio sulla guancia, continuando a stringerla forte, come se non volesse più lasciarla andare. Probabilmente ha sentito la sua mancanza più di quanto sarebbe accaduto in circostanze normali, e in tutto questo c'entra forse il fatto che ci fosse l'inconscia paura di non rivederla, com'è successo con Michael.

Mi dispiace non avervi detto subito cosa... quello che avevo scoperto. Avevo bisogno di rifletterci da sola. – spiega Elena più tardi quando lei e i suoi genitori sono seduti attorno al tavolo della cucina sorseggiando del the freddo.

Hai agito avventatamente, però, Elena. Che ne sapevi di chi ti saresti ritrovata davanti? – la rimprovera il padre.

– Era... era il suo coinquilino. Cioè, sapevo che non poteva succedere nulla di male, insomma... anche se non sapevo che fra lui e Michael... beh, insomma, Michael doveva fidarsi comunque di lui se vivevano insieme, anche se non avessero avuto una storia. – spiega Elena.

Sembra sia passato un secolo dalla prima telefonata fra lei e Andy, dal modo freddo ma cortese che lui aveva usato per rivolgersi a lei e da quell'impulso che l'aveva spinta ad andargli a parlare.

– Avresti comunque dovuto raccontarci la verità. – la ammonisce sua madre.

– Mi dispiace, davvero, non volevo mentirvi. Solo che avevo paura che mi avreste fatto troppe domande alle quali non avrei saputo rispondere e mi sentivo già abbastanza confusa perché Michael non mi aveva raccontato nulla e... e...

Mancano le parole, mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime.

– Va bene, Elena. Non siamo arrabbiati con te. Avresti solo dovuto essere più prudente, ecco tutto. – la rassicura la donna.

A volte è solo questione di fiducia.

E non è facile spiegare come non abbia pensato nemmeno per un attimo al fatto che Andy avesse potuto essere qualcuno di poco raccomandabile, spinta dalla voglia di immergersi in quella sorta di universo parallelo al quale Michael le aveva negato l'accesso.

E allora... che tipo è questo Andy?

Sarebbe una domanda assolutamente normale, di una madre che ha appena scoperto che il figlio è innamorato e che, prima di parlarne col diretto interessato, cerca di carpire qualcosa dalla sorella nella speranza che lei possa rassicurarla o raccontarle chissà che pettegolezzo.

Sarebbe una domanda assolutamente normale, a tratti divertente, se non fosse che il contesto in cui si svolge è assolutamente innaturale.

Stanno parlando di un figlio e di un fratello che non c'è più e che si è portato nella tomba un segreto molto pesante.

È... è un ragazzo apposto, mamma. Penso che lo trovereste simpatico. È molto più chiuso e riservato di Michael... E avresti dovuto vedere come parlava di lui, gli brillavano gli occhi. Ed è... io penso che sia molto solo, adesso.

L'ultima affermazione non è molto pertinente alla domanda che le è stata fatta, ma lo guardo triste e malinconico di Andy è una delle cose che Elena non dimenticherà tanto facilmente, insieme al silenzio della sua casa e all'enorme vuoto che sembrava esserci ovunque.

E i suoi genitori? – interviene suo padre.

Loro... loro non gli parlano da quando ha raccontato di Michael, l'hanno cacciato di casa e non vogliono più vederlo. – si accorge che la sua voce sta tremando e per un attimo capisce quanta paura debba aver provato suo fratello all'idea di fare coming-out.

Oh, povero ragazzo, deve essere orribile. Nessuno dovrebbe essere mai solo. – replica pacatamente sua madre.

Credo che Michael avesse paura proprio per questo. Sapeva come era andata ad Andy e temeva che anche noi potessimo...

Non riesce a completare la frase.

– Andy non mi ha raccontato nei dettagli come sono andate le cose, ma so che suo fratello ha provato a ricucire i rapporti e le cose non sono andate granché bene... – continua poi, tutto d'un fiato, cercando di trattenere le lacrime.

– Sai, da quando mi hai detto come stavano le cose, – la interrompe la donna, rigirando fra le mani il bicchiere ormai vuoto – ho pensato più volte a come avrei reagito se tuo fratello ci avesse parlato di sé. E...

Fa una lunga pausa e sospira.

– Non so, penso che all'inizio avrei avuto qualche dubbio, tante domande da fargli e qualche difficoltà ad abituarmi all'idea. Non so, forse una buona madre non dovrebbe fare così, ma so che poi l'avrei abbracciato forte e che avrei capito.

Una buona madre.

Elena non immagina cosa esattamente voglia dire esserlo. Non ci ha mai pensato, ma sa comunque che calarsi nei panni di sua madre, specialmente dopo tutto quel che è successo, è più difficile di quanto sembri. Ha a che fare con una donna che ha perso due volte suo figlio, così come lei ha inizialmente creduto che Michael fosse morto di nuovo quando ha scoperto tutto quello che le aveva nascosto.

Una buona madre capirebbe. Non posso credere che la madre di questo ragazzo non l'abbia fatto. Probabilmente non sa quanto è fortunata che suo figlio sia ancora vivo...

Suo padre passa un braccio attorno alle spalle della moglie, le sfiora la fronte con un bacio ed Elena sorride istintivamente a quella dimostrazione d'affetto, che le fa capire quanto i suoi genitori siano stati in grado di rimanere uniti anche dopo una disgrazia come l'incidente di Michael.

Si sente al sicuro come non le era mai successo prima: le sembra di essere ritornata la bambina che aveva paura del buio e che faceva i capricci perché non voleva dormire da sola. È a casa sua, con la sua famiglia e nulla di male può accaderle.

Poi... poi c'è un'altra cosa che non ti ho voluto dire al telefono, mamma.

La donna la guarda incuriosita e improvvisamente Elena ha paura di parlarle anche di Allie, Bea e della bambina che nascerà di lì a pochi mesi.

C'è... ci sono queste amiche di Michael e Andy, sono due ragazze e stanno insieme e... ecco, Michael aveva donato il seme per la fecondazione artificiale e adesso una di loro aspetta una bambina. Forse la conosci, si chiama Allie, mi ha detto che lei e Michael andavano al liceo insieme.

Sua madre resta a bocca aperta, al punto che Elena si pente immediatamente di averlo detto in quel modo spiccio.

Una bambina? – chiede suo padre.

Sì... L'avrebbero cresciuta loro due, anche se Michael e Andy avevano promesso di occuparsene.

E questo non era troppo da nascondere? – la voce di suo padre suona leggermente alterata e sua madre gli poggia una mano sul braccio per calmarlo.

Elena può capire il suo stupore e anche quel pizzico di disappunto che sente nella sua voce, lo stesso che ha provato lei quando si è resa conto che, a conti fatti, Allie era incinta di Michael e che si trovava di fronte all'ennesima omissione da parte del fratello.

Non... non lo so. Il fatto è che Michael... Michael aveva intenzione di dirci che era gay prima di ripartire, solo che poi, quella sera...

L'incidente ha cambiato tutto.

Ha rivoluzionato le loro vite in maniera del tutto inattesa, più o meno come avrebbe fatto la rivelazione di Michael, con l'unica differenza che adesso lui non è con loro, come invece sarebbe potuto essere nella seconda ipotesi.

Non posso credere che mio figlio... Dio, quante cose ci ha nascosto? Davvero pensava che non avessimo fiducia in lui o che avremmo smesso di volergli bene?

È la seconda volta in tutta la sua vita che Elena vede suo padre sull'orlo delle lacrime, e la prima è stata al funerale di Michael. Fa impressione vedere un uomo come lui – alto quasi due metri e dalla corporatura imponente di chi ha fatto sport una vita intera – così vulnerabile. Il suo sguardo è triste, aveva un ottimo rapporto con Michael e di certo l'idea di non essere comunque stato preso a parte di certe confessioni, deve averlo ferito.

Tutti e tre hanno ancora troppe domande senza risposta che girano per la mente ed è difficile placare i dubbi senza che se ne presentino subito di nuovi.

Andy mi ha dato questo. – Elena cerca cautamente di cambiare discorso e mostra loro il cd con le fotografie che aveva messo in borsa – Ci sono delle foto di lui e di Michael. E dei video, credo.

Una parte della loro vita.

Sua madre rigira fra le mani quel cd come se fosse un tesoro prezioso e poi resta in silenzio a guardare ogni foto, a studiare i dettagli del viso di Michael, il modo in cui sorride dietro lo schermo del pc come se fosse reale e concreto, come se non se ne fosse mai andato.

Ad Elena, più che l'espressione di Michael, fa più tenerezza quella di Andy. Ha sempre l'aria un po' timida e sperduta, ma si vede chiaramente che è felice, i suoi occhi non hanno quella tristezza che vi ha letto quando si sono conosciuti e c'è qualcosa di commovente nel suo modo di cercare le mani di Michael come se potessero proteggerlo da ogni cosa.

Sono una bella coppia. – commenta sua madre, con un sorriso malinconico – È un po' strano vederli in questo modo, ma... si vogliono bene.

Parla di loro come se fossero ancora insieme, e questo dettaglio non sfugge ad Elena.

Sono piccoli miracoli, quelli che possono fare le fotografie.

Riescono ad annullare il tempo, lo spazio e anche l'assenza, anche se solo qualche secondo, il tempo di rendersi conto che il volto che hanno davanti non è altro che una proiezione del passato, che non ha consistenza che dovrebbe avere per essere davvero reale.

Eppure per un attimo pare di essere lì, ed ogni altra cosa – ogni altra disillusione – smette di avere importanza.

 

***

 

17 febbraio 2009

 

Oggi, mentre eravamo a mensa, è venuto il fratello di Andy.

L'ho riconosciuto dal modo in cui Andy si è irrigidito quando l'ha visto e da come abbia cercato in tutti i modi una scusa per evitarlo. Non ho idea di cosa si siano detti dopo che David mi ha chiesto di lasciarli da soli, ma più tardi, quando ero già tornato in laboratorio, è venuto a cercare me.

Mi ha chiesto se la mia famiglia sa che sono gay e quando gli ho risposto che non erano affari suoi, mi ha dato dell'egoista, perché è a causa mia che la sua famiglia ha voltato le spalle ad Andy e che se lo amassi veramente anche io avrei trovato il coraggio di affrontare la situazione, anche a costo di perdere tutto.

Forse ha ragione, anche se immagino che non abbia la minima idea di ciò che ha passato Andy e che non può essere una colpa, quella di amare qualcuno. Io non ho certo fatto nulla di male, sono stati loro a cacciarlo come se avesse confessato di aver compiuto chissà che omicidio.

Non sono riuscito a trovare le parole giuste per rispondergli, ho lasciato che continuasse a parlare di quanto vuole bene ad Andy e di quanto voglia solo il meglio per lui, poi gli ho detto che si era fatto tardi e che avevo del lavoro da sbrigare, così se ne è andato.

Avrei dovuto aggiungere che non erano affari suoi il mio rapporto con la mia famiglia, ma ci ho pensato solo dopo.

Andy non sa nulla di questa discussione, penso che ci resterebbe molto male se sapesse che suo fratello mi ha detto quelle cose. In qualche modo è ancora legato a lui e, nonostante gli attimi di tensione, so che gli ha fatto piacere rivederlo.

Credo che fra noi due, sia lui il più forte.

Non penso che basti essere più estroversi e socievoli per dare l'idea di essere coraggiosi. Ci sono momenti in cui mi sento solo un vigliacco, quando parlo con mia madre e penso a cosa direbbe se sapesse. E so che non potrei mai affrontare uno degli sguardi che David ha lanciato ad Andy quando l'ha visto insieme a me, se quello sguardo venisse da Elena.

Giustifico le mie bugie e le mie omissioni con la paura di non venire capito, ma è comunque un peso al cuore parlare con mia madre e tremare al pensiero che forse quelle telefonate non ci sarebbero se le dicessi la verità.

Tacere sembra la via più semplice per evitare i problemi e invece non fa altro che crearne sempre di nuovi, ma mi aiuta ad illudermi che in fondo, vada tutto bene così.

 

Andy si era ripromesso di non leggere più nulla dell'agenda di Michael, perché non gli andava di avere libero accesso a pensieri che lui aveva voluto tenere per sé. Eppure adesso è lì, seduto sulla dondolo del patio, con Luna accucciata ai suoi piedi e quel diario fra le mani, aperto su una pagina a caso.

Non avrebbe dovuto farlo, ma se l'è ritrovata davanti per caso, mentre cercava altro nel cassetto. No, in realtà una parte di lui sapeva esattamente che cosa stava cercando e come avrebbe finito per passare la serata.

Perché Michael non c'è più e adesso Andy ha bisogno di respirare ogni briciola rimasta di lui, non importa se scarabocchi su un diario o pensieri poco più articolati o una semplice lista della spesa scritta di fretta su un post-it.

Quello che ha appena scoperto, è un lato nuovo di Michael: non immaginava che David gli avesse parlato, né che stesse così male all'idea di non avere il coraggio di raccontare ai suoi genitori di essere omosessuale. È sempre stato abituato a vederlo allegro e sorridente anche quando le cose andavano storte, e ha sempre pensato che fosse lui a proteggerlo, mentre invece anche il suo compagno nascondeva un lato fragile che non gli aveva mai mostrato.

Ne hanno parlato a lungo, nel corso degli anni, ma Andy non credeva possibile che Michael arrivasse a pensare di essere un vigliacco o che avesse momenti di simile sconforto. E adesso avrebbe voglia di chiamare David e dirgli che non avrebbe mai dovuto provare ad impicciarsi né giudicare Michael per il modo in cui gestiva il suo rapporto con la famiglia. È arrabbiato e deluso dal fatto che in fondo anche suo fratello, nonostante i tentativi di riavvicinarsi a lui, abbia sempre disapprovato il suo comportamento esattamente come i suoi genitori e sua sorella.

È talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorge della macchina che accosta davanti casa sua, dei fari che si spengono e delle due figure che scendono restando qualche attimo immobili davanti al cancello. Solo quando suona il campanello, Andy alza gli occhi dal libro che ha iniziato a leggere dopo aver riposto l'agenda di Michael.

Quando riconosce David ed Eleanor, per un attimo resta interdetto, visto che l'ultima cosa che si aspettava era proprio una visita da parte loro, specialmente ad un orario così insolito come le dieci di sera.

Immagina già di cosa siano venuti a parlargli, e vorrebbe poter rientrare in casa ignorandoli, ma non è possibile. Oltretutto, continuare ad evitarli significherebbe scappare ancora, fare ancora una volta la figura di chi non sa affrontare le discussioni.

Con un sospiro va verso di loro e apre il cancello, salutandoli come se non si vedessero da un paio di giorni.

Da che ricordi è la prima volta che mettono piede in casa sua e non è nemmeno sicuro di aver mai dato loro il suo indirizzo.

Andy, finalmente riusciamo a vedere dove sei venuto ad abitare! – sua sorella, elegantissima come sempre, lo bacia su una guancia e lo precede verso l'ingresso, mentre David inserisce l'antifurto alla sua macchina.

Casa mia è sempre stata aperta, non mi sono mai mosso da qui. – replica Andy, stupendosi del tono acido che assume la sua voce.

Non eravamo nemmeno sicuri che fosse qui, sapevamo la zona e abbiamo chiesto qualche indicazione in giro. – gli spiega il fratello.

Andy ride con lui, ma dentro di sé è un po' amareggiato per il fatto di non essere stato in buoni rapporti con loro al punto che nemmeno avessero idea di dove vivesse.

Qualche commento di Eleanor sull'arredamento di casa e sui mobili, qualche affermazione sul tempo e sul caldo degli ultimi giorni, ma il ghiaccio non riesce comunque a rompersi.

Se mi aveste detto che sareste venuti vi avrei proposto di cenare insieme. – osserva Andy.

In realtà non lo avrebbe fatto, ma si ostina a mantenere quell'apparenza di educazione per nascondere la freddezza che vorrebbe mostrare.

Non credo ci saremmo arrivati, siamo usciti adesso dall'ospedale. – risponde David – Ma grazie comunque.

Ospedale? – chiede Andy, stupito.

Per quel che ne sa lui, l'ospedale dove dovrebbe essere ricoverato suo padre dista almeno cinquanta chilometri da lì e casa sua è totalmente fuori strada.

Nostro padre è ricoverato al Policlinico della tua università, non lo sapevi? – è la replica di David..

Non gliel'ho detto, deve essermi sfuggito questo dettaglio. – risponde Eleanor, tagliando Andy fuori dalla discussione, come se fosse invisibile.

Ah. – è il solo commento del fratello. – Sì beh, al Policlinico lavora un suo amico specializzato in cardiologia, quindi ha voluto che lo portassimo lì.

Forse faremmo meglio ad andare... – mormora Eleanor imbarazzata, dopo qualche minuto di silenzio. Probabilmente nessuno di loro tre vorrebbe essere alle prese con quella discussione.

Si alzano entrambi, mentre Andy resta seduto, a chiedersi il motivo di quella visita senza senso. Non hanno parlato di nulla, quattro convenevoli fra persone che non si direbbero legate dallo stesso sangue. E lui si sente a pezzi, ancora più di prima.

Si può sapere perché siete venuti? – mormora, mentre loro gli danno le spalle.

Volevamo sapere come stavi. – è la risposta di Eleanor.

Eleanor, smettila di trattarmi come se fossi un bambino, cazzo!

C'è la rabbia e la frustrazione di chi non si sente compreso, di chi capisce che le proprie domande sembrano talmente inutili da non meritare risposta, mentre invece per lui una risposta sarebbe vitale.

Lo so che siete qui per parlarmi ancora di nostro padre. Inutile che fate finta di nulla.

Senti, Andy... Non vogliamo insistere, ma ecco... davvero, dovresti ripensarci. È che... beh, sai com'è lui, no?

Sì che lo so.

L'ha scoperto sulla sua pelle, quanto possa essere crudele suo padre, con il rifiuto ostinato nei suoi confronti quando lui cercava di farsi accettare e tutte le serate passate ad invidiare Michael perché lui aveva una famiglia meravigliosa, che di certo avrebbe continuato a volergli bene anche se avesse parlato.

Non riesco a lasciarmi tutto dietro, voi non potete capirlo. E non sto facendo la vittima, solo, io... Non ce la faccio e basta.

Hai mai pensato che se tornaste a parlarvi, magari lui ammetterebbe che gli dispiace? Non merita davvero una seconda possibilità?

Non l'ha mai chiesta.

Andy odia essere così categorico, così freddo e anche così acido, non è nel suo carattere, ma non riesce a fare altrimenti.

Ciò che più gli fa male, è la speranza che David abbia ragione, che magari davvero c'è la possibilità che suo padre capisca come sta e che la sua non è una malattia, è solo un modo come un altro di amare.

Andy spera ancora in un abbraccio, tutto sommato, e sa che se quella speranza venisse disillusa ancora una volta, non reggerebbe al colpo.

Mi dispiace. – mormora, senza rivolgersi direttamente a nessuno.

Anche David ed Eleanor non sembrano avere nulla da dire, è evidente che la discussione non è andata affatto come si aspettavano. Forse avevano programmato tutto nei dettagli, pensando di lasciar prendere una piega diversa ai loro discorsi.

Per quanto vogliano provare ad avvicinarsi a lui, Andy sente i suoi fratelli incredibilmente lontani e distanti, specialmente se ripensa a quello che ha letto nell'agenda di Michael, al modo in cui anche David ha cercato, anche se in minima parte, di manovrarlo.

Una seconda possibilità non si nega mai a nessuno.

Probabilmente Michael gli direbbe così, soffiandogli dolcemente queste parole all'orecchio e poi baciandolo piano sulle labbra.

Andy non si sente del tutto pronto a seguire quel consiglio, forse perché non è bravo ad affrontare le situazioni difficili senza restarne troppo coinvolto e rischiare di rimanerne ferito.

Quando chiude la porta dietro David ed Eleanor, dopo averli salutati e aver promesso che proverà a ragionarci ancora, tutto quello che riesce a fare è sospirare e pensare che, se forse, prima o poi, riuscirà ad abituarsi alla mancanza di Michael, il vuoto lasciatogli dall'assenza della sua famiglia sarà sempre un dolore sordo in fondo al suo cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

_________

 

Parlare dei genitori di Michael non è stato semplice, lo ammetto. Forse è stato più difficile che entrare in sintonia con Elena (ricordate i miei problemi iniziali con lei?). Sono cose che non mi appartengono e a volte temo che l'immaginazione non basti a rendere la realisticità di certi sentimenti.

Comunque è stato strano scrivere di Elena che torna a casa. Nella storia sono passati una ventina di giorni circa, ma per scriverli ci ho messo quasi due anni e per dare una continuità al testo ho dovuto andare a rileggere certi punti che avevo persino dimenticato di aver scritto ^^ E sì, credo di essere cresciuta un po' anche io insieme ad Elena ed Andy,

Nel prossimo capitolo scopriremo se Andy deciderà di concedere questa seconda possibilità a suo padre e ammetto di avere ancora dei dubbi su come far andare le cose. Ho una certa idea, ma poi penso che mi lascerò guidare da Andy stesso, ecco.

Prima di chiudere, vi lascio i link a due shot pubblicate nei due mesi di non-aggiornamento di Stelle perdute, ovvero 4 flames of anger e Il ragazzo di nessuno, entrambe abbastanza angst ma credo che ormai ci siate abituati con me, no? ;)

Grazie, grazie mille del vostro supporto, delle vostre recensioni, delle vostre letture silenziose. Siete meravigliosi e, credeteci o no, siete anche una delle ragioni per cui condividere questa storia con qualcuno è così bello.

Un bacio,

Aika.

   
 
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