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Autore: CateDiaries    02/08/2012    5 recensioni
Sara, una ragazza italiana cacciatrice di vampiri, si trasferisce a Mystic Falls con il fratello Rob. In questa città farà nuove conoscenze e rincontrerà, dopo sei anni, Elijah, con il quale nascerà inevitabilmente una storia d'amore. Finirà bene? Finirà male? Ma soprattutto, quale sarà il ruolo di Sara nella "guerra" contro Klaus? Se siete interessate a scoprirlo, leggete.
Dal primo capitolo:
- Lei è un vampiro, vero? Uno di quelli buoni-
Elijah le aveva sorriso amaramente. - Non esistono i vampiri buoni. Essendo una giovane cacciatrice dovresti saperlo.-
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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22- La scelta fatale

 
-Ritengo che tu stia facendo la cosa sbagliata.-
Stefano sbuffò. –Silvia, quante volte devo ripeterlo che lo sto facendo per il bene di nostra figlia e di tutti noi?-
Silvia non aveva dormito tutta la notte: si era rigirata nel letto, preoccupata dalle idee del marito. Stefano voleva uccidere Elijah quello stesso giorno e aveva anche l’arma per farlo. Fuori il cielo era nuvoloso e prometteva pioggia. Non sembravano nemmeno le sette di mattina, sembrava sera e quest’atmosfera aumentava l’ansia che Silvia provava.
- Ragiona un attimo, Stefano. Chi lascerebbe un scatola di legno con dentro un paletto di Quercia Bianca in tarda nottata? E poi come poteva esserne a conoscenza?- gli chiese lei. –Io ho qualche sospetto.-
- Credi che non sappia chi mi ha dato il paletto? È abbastanza ovvio che ci sia lo zampino di Klaus dietro a tutto questo.- rispose lui.
- E allora perché non lo usiamo su di lui!-
- Perché una volta usata su un Originario, quest’arma si distruggerà! E, come ti ho già detto, una volta eliminato Elijah, porteremo Sara via di qui e Klaus non le darà più la caccia.- Stefano prese le mani di Silvia tra le sue. –So cosa sto facendo. Ho solo bisogno che ti fidi di me.-
Lei sorrise debolmente. –Mi fido, spero solo che valga la pena di provocare la sofferenza di Sara per salvarle la vita.-
Stefano le depositò un bacio sulla fronte e la abbracciò. –Credimi, ne vale la pena.-
Sara fu svegliata da una manina calda posata sulla sua guancia. Aprì gli occhi e si trovò davanti quelli verde smeraldo di Cassie che la guardavano incuriosita.
- Cassie, dai il buongiorno alla zia.- disse Mary che la teneva in braccio.
Sara sorrise e, una volta seduta sul letto, prese la bambina fra le braccia. –Buongiorno piccolina!- poi si rivolse a Mary. –Come mai questo piacevole risveglio?-
- Ci siamo svegliate presto stamattina e abbiamo pensato che ti avrebbe fatto piacere.- rispose Mary sorridendo e accarezzando delicatamente la testolina della piccola.
Anche Sara la accarezzò. –Considerato tutto il macello che sta succedendo in questo periodo, sì, mi fa decisamente piacere ricevere un dolce risveglio da comuni mortali.-
- Devo dedurre che allora i miei risvegli non ti piacciano.- disse Elijah materializzandosi al fianco di Sara, elegantemente sdraiato sul letto.
La ragazza sospirò. –Non ho detto questo.-
- In ogni caso, buongiorno.- disse il vampiro baciandola.
Lei lo abbracciò stringendosi a lui. –Buongiorno a te.-
Poi si voltò verso la sorella, che era rimasta immobile e con gli occhi fuori dalle orbite. –Mary, tutto apposto?-
Mary deglutì. –Da dove è spuntato lui?- chiese indicando Elijah.
- Dalla finestra.- rispose Sara con nonchalance.
La maggiore annuì lentamente. –Ok, noi andiamo a fare la pappa.- disse riprendendo sua figlia in braccio. -Non fare tardi a scuola!- aggiunse poi rivolta a Sara. Uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle borbottando “Finestra”.
Elijah e Sara si guardarono negli occhi un attimo prima di ridacchiare. –Devo averla spaventata.-
- Non credo, è solo che deve ancora abituarsi a tutta questa convivenza con i vampiri.- spiegò la ragazza.
- Ti vedo più allegra oggi, è successo qualcosa di bello?- le chiese Elijah notando il sorriso che illuminava gli occhi della ragazza.
Sara iniziò a disegnare dei cerchi sulla mano del vampiro. –Ho parlato con Rob ieri sera. Gli ho raccontato cosa accadde esattamente sei anni fa e credo che abbia cambiato idea riguardo ai vampiri..-
Elijah le lasciò un bacio sulla fronte. –Sono contento che con tuo fratello le cose si siano messe apposto. Con i tuoi c’è stato qualche miglioramento?-
La ragazza scosse la testa. –Ovviamente no.-
- Dai loro tempo.- le disse e poi rimasero abbracciati in silenzio. Non avevano bisogno di tante parole, bastava stare l’una stretta nelle braccia dell’altro.
Oh, sempre tanto amorosi voi due, borbottò la coscienza per poi urlare: A SCUOLA!
Sara balzò letteralmente in piedi, lasciando un Elijah alquanto perplesso. –Oddio, sono in ritardassimo! Devo andare a scuola!-
Il vampiro ridacchiò. –Pensavo avessi avvertito Niklaus nei dintorni.- la prese in giro.
- Non è divertente!- rispose lei facendogli una linguaccia prima di chiudersi in bagno.
Si preparò di corsa e quando tornò in camera sua, del suo amato vampiro non c’era più nemmeno l’ombra. Prese la borsa e scese le scale diretta in cucina per il suo velocissimo caffè mattutino.
Seduta al tavolo c’era l’ultima persona che avrebbe voluto incontrare. Fece finta di nulla.
- Giorno.- disse versandosi il caffè nella tazza.
- Buongiorno tesoro.- rispose Stefano.
Sara, colpita da quelle due parole, si voltò verso di lui scettica.
- Perché quella faccia?- le chiese suo padre.
Lei alzò un sopracciglio. –Questa faccia ho.-
- Hai capito benissimo cosa intendevo.-
Sospirò. -È solo che sarà passata tipo una settimana dall’ultima volta che mi hai rivolto la parola.- disse quasi sussurrando, come se avesse paura di pronunciare quelle parole.
Stefano sorrise, aumentando ancora di più l’espressione sorpresa della figlia. –Siediti un attimo, così possiamo parlare.-
- Veramente…dovrei andare a scuola…- borbottò cercando di evitare quel momento.
L’uomo la interruppe. –Ci vorrà solo un attimo.-
Con riluttanza, Sara si sedette accanto a suo padre che la guardò intensamente. –Sara, io ti devo delle scuse.- iniziò, incerto. - Cioè, non ho cambiato la mia idea riguardo ai vampiri, però ammetto di aver esagerato aggredendoti in quel modo. Non lo meritavi. E poi ciò che ti ho detto…non avrei dovuto dirlo.- le prese una mano fra le sue. –Mi dispiace, davvero.-
Sara, che non si aspettava quelle parole, non poté fare a meno di sorridere. –Ho capito papà, va tutto bene. È anche colpa mia: avrei dovuto dirvelo.-
Stefano sorrise a sua volta. –Voglio solo che tu sappia che tutto ciò che faccio, nel bene e nel male, lo faccio perché voglio vederti felice.-
-Lo so.- rispose lei abbracciandolo di slancio.
- Senti, tesoro, hai visto Rob stamattina?- le chiese quando si staccarono.
Ehm, meglio mentire. - È andato a correre presto e tra l’altro,- disse tirando fuori il cellulare del fratello e appoggiandolo sul tavolo. –ha lasciato questo a casa.-
Stefano annuì e lo sguardo di Sara si posò sul particolare paletto di legno che c’era sul tavolo. –E quello? Non l’ho mai visto prima…è bellissimo.-
Lui prese in mano l’oggetto. –Era in una scatola piena di vecchia roba. Me l’ha dato un mio caro amico.-
Questa volta fu Sara ad annuire. –Ok, io vado, sennò rischio davvero di fare tardi.-  si alzò dal tavolo e uscì velocemente di casa.
Non appena mise piede all’interno della scuola, fu travolta da Barbie Caroline.
- Buongiorno, piccola cacciatrice!- disse sorridendo a trentadue denti.
Sara le rispose con un piccolo sorriso e la fissò sospettosa. –Ciao Care. Come mai sei così pimpante oggi?- la bionda continuò a sorridere e non rispose. Sara sospirò. –Che stai tramando?-
Caroline sbuffò e spense il sorriso. –Ok, mi hai beccata. Non sto tramando nulla, stavo solo testando il tuo umore.- lo sguardo di Sara si fece al quanto perplesso. –Ti devo parlare.-
La cacciatrice alzò gli occhi al cielo. –Ferma, non dire nulla. Lasciami credere ancora per un attimo che questa sia una giornata perfetta.-
- Buone notizie dalle tue parti?-
- Ho fatto pace con Rob e parlato con mio padre. Direi che meglio di così non può andare.-
Si avviò verso il suo armadietto e prese i libri della prima ora. Poi si voltò verso la vampira e la trascinò nel bagno delle ragazze che, stranamente, era vuoto.
- Spara.-
Quella sospirò. –Oddio, non so nemmeno da dove iniziare.-
- che ne dici di cominciare dall’inizio?- suggerì Sara.
- Sì, dall’inizio…allora…- cominciò incerta. –Io e Ty ci siamo lasciati.- sparò tutto d’un fiato.
Sara annuì lentamente. –Me ne sono accorta…sarà quasi due settimane che non vi parlate. Dal ballo in maschera!-
Caroline iniziò a torturarsi le mani agitata. Era visibilmente nervosa e a disagio. –Già.-
La ragazza le posò una mano su una spalla. –Care, per favore, ti vuoi calmare?! Sono io, non sono un mostro! Cosa c’è che ti rende nervosa?- le chiese dolcemente guardandola attentamente negli occhi.
- Io…io…ho paura.-
- E di cosa?-
- Di cosa penserai di me!-
Sara strabuzzò gli occhi. –E questo che vuol dire?!- chiese confusa. Non ci stava capendo più nulla.
Vuoi un mal di testa gratis? Basta chiedere a Caroline Forbes! Mio Dio, quanto parla!
Caroline continuava a torturarsi le mani, a mordersi le labbra e a spostare lo sguardo in giro per il bagno.
-Senti Care, mi stai davvero facendo venire il mal di testa. Se non vuoi dirmi ciò che in realtà vorresti dirmi, allora usciamo di qui. Non importa. Ma allora non capisco perché tu mi abbia chiesto di parlare se poi non vuoi confidarti.- ora era lei quella che parlava come una macchinetta. –Insomma, io sono tua amica e sai benissimo che non ti giudicherei mai, qualunque cosa…-
-Ho baciato Klaus!- gridò la bionda interrompendo il monologo di Sara.
- Oh! Che ci voleva tanto! E poi cosa vuoi che sia se…- si bloccò un attimo e analizzò la frase. Per poco non le venne un colpo. –COSA HAI DETTO???-
Caroline sospirò. Sospettava che non l’avesse ascoltata attentamente. –Io…ho…baciato…Klaus.- ripeté scandendo per bene ogni parola. –O lui ha baciato me, insomma non so cosa sia successo esattamente, ma il succo è quello.-
Sara la stava guardando senza sapere cosa dire. Non si sarebbe mai aspettata qualcosa del genere. –Ok.- disse ragionando. –E come è stato?- le chiese incerta.
- Be’, non si può dire che lui non sia un ottimo baciatore…-
- No non intendevo quello. Intendevo, cosa hai provato in quel momento nei suoi confronti e cosa provi ora?- riformulò.
La bionda si arrese. –Se ti dicessi che non so perché l’ho fatto mi crederesti? Insomma,- disse ricominciando a camminare. –io amo Tyler. Non so cosa mi sia preso. Credo sia stato solo un momento.-
- Forse è così.- la campanella suonò, interrompendo il loro discorso. –Dobbiamo andare. Comunque, al tuo posto, cercherei di capire i miei sentimenti. Insomma Care, diciamo che la situazione non è proprio delle più semplici.-
Annuì. –Grazie per avermi ascoltata e capita, Sara.- poi riacquistò il sorriso di sempre. –Ora andiamo, sennò Alaric ci fa fritte.-
 
***
 
- Rebekah…-
- Mhh?-
- Bekah…-
- Mhh??-
-Insomma non sai fare altro che mugolare?- chiese Rob spazientito.
Rebekah sbuffò e si voltò verso di lui. –Stavo dormendo. Sai quella cosa che la gente fa di notte e di prima mattina?-
Rob lanciò uno sguardo alla sveglia sul comodino della ragazza. –Se per “prima mattina” intendi le dieci e mezza, allora va bene.-
Lei balzò a sedere e il lenzuolo che copriva il suo corpo scivolò, lasciandola scoperta fino alla vita. –Cosa? Le dieci e mezza? Oddio, la scuola!-
- Becky hai mille anni! Davvero ti preoccupi della scuola?- le chiese incredulo Rob ridacchiando, senza però privarsi della vista del corpo perfetto della ragazza accanto a lui.
-È la prima volta in mille anni che frequento un liceo. Non ne ho mai avuto la possibilità prima.- spiegò guardandolo con sfida. – E comunque, come mi hai chiamata?-
Il ragazzo corrugò la fronte. –Intendi “Becky”?-
Annuì e sorrise avvicinandosi a lui. –Mi piace.- e lo baciò, prima dolcemente e poi più appassionatamente.
- Dai, ormai è tardi per andare a scuola, non trovi?- disse Rob accarezzandole una spalla e poi la schiena. –Per una volta puoi anche bigiare.-
Rebekah finse di pensarci su. –Ma, non lo so. Potrei anche andare a seguire le ultime ore della giornata…-
Rob la fece sdraiare e si posizionò sopra di lei. –Non sei una grande attrice. Si vede benissimo che non ne hai alcuna voglia.-
- Ah, dovrò imparare a recitare meglio.- disse la ragazza ricominciando a baciarlo.
Infondo al corridoio, lontana da loro, Esther era chiusa nel suo studio. Di nuovo, come quella mattina, quando Niklaus aveva tentato di uccidere Rebekah, si sentiva circondata dall’oscurità. L’aria era opprimente, qualcosa le impediva di respirare. Era molto peggio dell’ultima volta: quella era stata una sensazione di angoscia, più fastidiosa che altro, mentre questa era proprio dolorosa. Era un avvertimento.
La prima volta che era accaduto qualcosa del genere, era stato mille anni prima, quando suo figlio Henrik era stato ucciso da quel branco di licantropi. Esther aveva avuto quel dolore per tutta la notte, aria soffocante, mancanza di respiro, agonia continua, fino a quando, la mattina seguente, Niklaus era tornato con il piccolo Henrik tra le braccia. Morto.
Quel dolore era stato un avvertimento: qualcosa di terribile sarebbe accaduto. E infatti, suo figlio era morto.
Esther uscì in terrazza e si appoggiò al balcone. Rivolse lo sguardo al cielo: grigio, tetro, quasi nero. Il sole non era minimamente visibile. Presagiva una tempesta.
E l’inizio della tempesta, sarebbe stato l’inizio della fine.
 
***
 
- Allora, qualcuno vuole degnarsi di rispondere?-
Silenzio di tomba. Il professore continuò a far passare il suo sguardo omicida tra i banchi. Gli studenti abbassavano gli occhi fingendo di fissare il libro, mentre invece pensavano: “Signore, ti prego, fa che non chiami me!”.
- Signorina Forbes?-
- Eh, sì?- disse Caroline risvegliandosi dalle sue fantasie, mentre guardava fuori dalla finestra. Sorrise al professore. - Mi scusi, non avrei capito bene la domanda.-
Quello sospirò. –Ho appena chiesto se qualcuno, all’interno di queste quattro mura, volesse dire qualcosa sul viaggio di Dante nell’inferno.-
Caroline deglutì. –Be’…ehm…sì, allora, Dante fa questo viaggio…nell’inferno e…vede be’…cose infernali.-
Dagli angoli della classe partirono risolini. Il professore sorrise freddamente. - Da carini a stupidi in un secondo, signorina Forbes. Di certo se lei pensa di poter rispondere così alle domande dell’esame, posso consigliarle di ripresentarsi il prossimo anno.- Tolse gli occhi da Caroline e si rivolse a tutta la classe. –Non c’è uno solo di voi, che sia preparato come si deve per sostenere gli esami di fine anno. Quindi o vi mettete a studiare, oppure…-
Driiiiiin.
Santa Campanella! I ragazzi schizzarono fuori dall’aula senza permettere al professore di concludere la sua frase.
- Signorina Forbes?- disse quello, mentre Caroline stava per uscire con Sara e le altre dalla classe. –Avrei bisogno di parlarle un secondo.-
Caroline le guardò terrorizzata.
- Ti aspettiamo fuori, ok?- le disse Elena e la bionda annuì.
Sara le sussurrò: -Buona fortuna.- ed uscirono dalla stanza.
- Povera Care. Con tutti i problemi che abbiamo ci mancava solo il professore sadico.- commentò Bonnie mentre si avviavano verso gli armadietti.
- Già- concordò Sara, che conosceva molto di più i problemi dell’amica.
Anche quella giornata di scuola era volata. Più si avvicinava l’esame, più il tempo scorreva velocemente. Ok, mancavano ancora tre mesi alla fine dell’anno scolastico, ma i ragazzi che dovevano affrontare l’esame avrebbero preferito essere di nuovo a settembre.
- Ma Rebekah? Non l’ho vista oggi.- chiese Elena.
Sara sorrise. –Diciamo che ha avuto da fare…-
- Ha chiarito con Rob?- chiese questa volta Bonnie e Sara annuì.
Ripose i suoi libri nell’armadietto e prese il cellulare. – Ed eccola che chiama Elijah.- commentò Elena ridacchiando.
La ragazza le fece una linguaccia. –Devo chiedergli per gli allenamenti di oggi.- e compose il numero, ma... “Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile.”
Cosa? Strano! Elijah non spegneva mai il telefono. Sara corrugò la fronte.
- Qualcosa non va?-
Sara guardò Bonnie che aveva parlato. –Ha il cellulare spento. Di solito lo tiene sempre acceso.-
- Forse è da qualche parte dove non c’è campo.- azzardò Elena. –Riprova.-
Lo fece, ma ottenne lo stesso risultato. –Vado a vedere se è a casa. Forse non è ancora uscito.-
Elena annuì. –Ok, spero che tu abbia la macchina.-
- Perc..?- guardò fuori dalla porta. –Oh no! Piove! Comunque sì, ho la macchina.- disse allontanandosi. –Salutatemi Care!-
Corse fino alla sua auto bagnandosi dalla testa ai piedi. Macché pioveva, DILUVIAVA! Accese il motore e guidò verso casa Mikaelson.
 
***
 
Camminava tra gli alberi fitti del bosco, nonostante la pioggia.
“Incontriamoci alla radura nel bosco, vicino a Wickery Bridge. Dobbiamo parlare.”
Così gli aveva scritto Rob nel messaggio. Di cosa voleva parlargli? Bella domanda. Be’, forse di Bekah. Forse voleva sapere di più riguardo alla storia dei vampiri. Infondo, Sara aveva detto che avevano chiarito e probabilmente Rob voleva chiarire anche con Bekah.
Raggiunse la radura che lui e Sara usavano per allenarsi o passare dei bei momenti insieme. Il terreno era reso fangoso dall’acqua che cadeva incessantemente.
Dei passi alle sue spalle lo fecero voltare. Tre figure incappucciate si stavano avvicinando, ma poteva riconoscerle facilmente.  – Mi dispiace per l’inconveniente della pioggia. Non era prevista nella scenografia.-
- Sei stato tu a chiedermi di incontrarci?- chiese Elijah abbandonando il tono formale che di solito usava con l’uomo che aveva di fronte a sé.
Stefano sorrise. –Avevo bisogno di parlarti e sapevo che non saresti venuto se te l’avessi chiesto io direttamente. Avere il cellulare di Rob a portata di mano è stato una fortuna.-
C’era un che di malefico, nel tono della sua voce che mise Elijah in guardia. – Di cosa volevi parlarmi?-
- Di Sara, ovviamente.- rispose Stefano. Era accompagnato da Silvia e Alex, entrambi d’accordo con le sue idee, anche se la prima avrebbe preferito non prendere in considerazione l’idea di un omicidio. –Non penserai che lascerò che mia figlia si trasformi in una bestia succhia sangue?-
Lo sguardo che Elijah gli rivolse era profondo e il tono di voce calmo. –Non ho mai pensato ad un’idea del genere.-
- Ma sai che lei ci ha pensato e che non c’è altra alternativa, se volete continuare ad amarvi.-
- Ribadisco che io non ho mai avuto l’idea di trasformarla in un vampiro. Non mi permetterei mai di dannare la sua anima per puro egoismo.- disse Elijah mantenendo il suo tono calmo e freddo. – È una decisione che può prendere solo Sara, ma è ancora troppo presto.-
Il sorriso che comparve sul volto di Stefano, non era un sorriso di simpatia. Era solo uno sguardo di sfida. –Be’, questo potrebbe farti guadagnare qualche punto.- a quelle parole Silvia, che era tesa come una corda di violino da quando erano entrati nella radura, parve rilassarsi. Ma durò solo qualche secondo. –Peccato che non mi importi affatto della tua buona volontà.- aggiunse infatti.
Passarono qualche secondo in silenzio, comunicando solo con gli sguardi. Poi Stefano estrasse il paletto.
 
***
 
“It's raining men
Hallelujah
It's raining men
Amen”

- Sì, magari! Qui l’unica cosa che piove è acqua!- borbottò fra sé Sara mentre guidava. –Accidenti, non si vede niente!-
“It's raining men
Hallelujah
It's raining men
Amen”

Di nuovo? Ma se la radio è spenta!
Guardò il sedile del passeggero dove era appoggiato il suo telefono. E chi diavolo le aveva cambiato al suoneria?
- Pronto!- disse nervosa.
- Come scusa? È da quando sono partita che non ti fai sentire e mi rispondi con quel tono?!- chiese Alice facendo la finta offesa.
Sara sospirò. –Scusa Ali, non volevo aggredirti. Sto guidando, piove che è una meraviglia ed Elijah non risponde al telefono.-
- Wow, allora ho messo una suoneria a tema.-
- Cosa? Sei stata tu?-
Alice ridacchiò. –Esatto! Ti ho messo “It’s raining men” come suoneria per il mio numero.-
Anche Sara rise. –Che tonta!-
- Senti un po’, hai detto che Elijah non risponde al telefono?-
- Sì e non sono affatto tranquilla. Di solito lo tiene sempre acceso, non capisco perché lo abbia spento proprio oggi.- spiegò.
- Non so che dirti. Comunque se stai guidando è meglio che ti lasci. Non voglio farti fare incidenti.- disse Alice. –Chiamami appena puoi.- e riappese.
Sara continuò a guidare fino a casa Mikaelson. Spense la macchina di fronte alla porta e corse in veranda. Bussò freneticamente alla porta, sperando che arrivasse Elijah ad aprirle.
Ma sì dai, sarà a casa. Dove vuoi che vada con questa pioggia, le disse la coscienza per rassicurarla.
La porta si aprì e comparve Rebekah. –Sara! Che ci fai qui?- le chiese sorridendo e poi la guardò. –Ma sei fradicia! Vieni dentro.-
Sara entrò nella villa ed iniziò a guardarsi intorno. –Qualcosa non va?- le chiese prontamente Bekah.
- Veramente, stavo cercando Elijah.- rispose.
- Oh, credo che sia uscito. È da ieri sera che non lo vedo.-
Il cuore di Sara perse un battito. –Ah- Uscito? E dove? E perché c’era qualcosa che la preoccupava in questa maniera?
Rob scese le scale e raggiunse le ragazze sorridendo allegramente. –Ehi Sara. Come mai qui?-
Sospirò. –Stavo cercando Elijah. ho provato a chiamarlo varie volte, ma ha il telefono spento.-
- Spento?- intervenne Rebekah. –Ma non lo spenge mai!-
- Appunto. Speravo che fosse qui, ma non c’è. sono preoccupata.- spiegò e poi si rivolse a Rob. –Oh, hai lasciato il cellulare a casa ieri sera.-
Il ragazzo spalancò gli occhi. –Cosa hai detto?-
Sara si accigliò. –Ho detto che hai lasciato il cellulare a casa.- ripeté poco convinta. –Perché hai quella faccia?-
Lo sguardo di Rob si perse nel vuoto. “Elijah non si fiderebbe mai di me, perciò ho bisogno che tu lo attiri nel bosco, dove poi io lo ucciderò.”
Le parole che suo padre gli aveva detto gli rimbombavano nella testa. Lo ucciderò. Lo ucciderò. Lo ucciderò.
- Cazzo!- esclamò quasi gridando. Guardò Sara. –Dobbiamo sbrigarci. Elijah è nei guai.-
Sara era sconvolta. –COSA?! E tu come lo sai?-
- Papà ieri mi ha detto che voleva uccidere Elijah. Voleva che io lo attirassi nel bosco a Wickery Bridge.- disse raccontando brevemente il piano di Stefano. –Deve aver trovato il paletto di Quercia Bianca.-
- Allora dobbiamo sbrigarci!- gridò Sara in preda al panico. –Ho la macchina, andiamo.-
Lei e Rob si avviarono verso la porta. –Aspettate, vengo con voi.- disse Bekah.
- No.- la fermò Rob. –Tu sei quella che tra di noi correrebbe più pericoli.-
- Ma…-
- Rebekah.- la riprese Sara fermamente. –Elijah è in questo guaio solo per colpa mia. Non complicare le cose più di quanto non lo siano già.-
Uscì dalla porta con Rob e Rebekah tentò di seguirli, ma non riuscì a passare.
- Cosa…?- Sara e Rob la guardarono. Lei si voltò verso le scale. –Mamma che stai facendo?-
Esther aveva un’espressione preoccupata ma la voce era ferma. –Hanno ragione. Lasciali andare.-
Poi rivolse lo sguardo verso Sara e la ragazza fu percorsa da un brivido.
Mentre sfrecciava per le strade di Mystic Falls accanto a Rob che guidava, ripensò a quegli occhi e un altro brivido la colse.
In quegli occhi aveva visto la morte. Elijah.
 
***
 
- Dove hai preso quel paletto?- chiese Elijah riconoscendo l’arma che Stefano teneva tra le mani.
- Davvero hai bisogno di chiederlo?-
Elijah ridacchiò amaramente. –Klaus-
- Esatto. Stavo cercando quest’arma e tuo fratello è stato così gentile da recapitarmela.-
Il vampiro non riusciva a credere che quell’uomo potesse essere così sciocco da fidarsi di Klaus. A volte l’odio rende ciechi.
- Stai sbagliando tutto, lo sai? Dopo che mi avrai ucciso, cosa pensi di fare con Sara? Come pensi di tenerla al sicuro da Niklaus?- lo sfidò l’Originario.
- La porterò via di qui. Lontano da qui. Se per lui non sarà più un problema, non avrà alcun motivo di darle la caccia.- rispose prontamente Stefano.
- Potrebbe funzionare, ma se mio fratello ti ha dato l’arma per uccidermi, l’ha fatto solo per un motivo: avere via libera verso Sara.- ribatté Elijah.
Stefano perse la pazienza. –Ora basta. Sono stufo dei tuoi giochetti.- e Alex, afferrata una pistola, sparò due colpi che rimbombarono per tutto il bosco.
Sara, che era appena scesa di macchina, si voltò in direzione della radura. – Elijah..- sussurrò.
Rob la prese per mano ed iniziarono a correre verso la loro meta. Una volta vicini, si nascosero dietro un albero. Potevano vedere tutto.
Elijah aveva schivato i colpi sparati da Alex. Silvia, allora era scattata verso di lui. Essendo un’esperta cacciatrice, sapeva come usare le tecniche di distrazione; per di più era veloce, molto veloce, quasi quanto un vampiro, perciò Elijah fu talmente preso dall’evitare i suoi colpi, che non si accorse di avere Alex alle spalle. Questo gli sparò due proiettili dietro le ginocchia e il vampiro cadde a terra.
- NO!- disse Sara pronta a lanciarsi in mezzo alla battaglia.
Rob la bloccò contro l’albero. –Ferma. Non puoi andare lì così! Non tu.- sussurrò in modo da non essere sentito, nemmeno da Elijah.
- Come? Perché?-
- Perché dobbiamo dare ad Elijah la possibilità di andarsene e se lui sa che sei qui, cercherà solo di proteggerti. Non è nelle condizioni adatte per farlo.-
Sarà annuì. –Hai ragione. Che cosa facciamo allora?-
- Vado io.- rispose Rob. –Cercherò di farlo ragionare e se non ci riuscissi, tenterò di fermarli.-
- Ma non ce la puoi fare da solo! Loro sono tre!- protestò Sara.
- Devo provarci.- ribatté lui fermamente.
La ragazza lo guardò. –Perché lo fai?-
Rob sospirò e la guardò a sua volta. –Gli devo la vita.- ed entrò nella radura.
Stefano era di nuovo davanti ad Elijah, il paletto alto, pronto a colpire.  -È finita, vampiro.-
- FERMI!- gridò Rob bloccando il braccio del padre. –Papà non puoi farlo.-
L’uomo lo guardò. –Com’è che hai cambiato idea all’improvviso, eh? Ieri eri pienamente d’accordo nel volermi aiutare.-disse furente. –Cosa ti ha fatto cambiare idea?!-
L’intervento di Rob dette ad Elijah la possibilità di rimuovere i proiettili. Il ragazzo lo guardò e poi riportò lo guardo sul padre. –Mi ha salvato la vita, sei anni fa.-
- Che diavolo stai dicendo? Chi ti ha detto questa idiozia?-
- Sara era lì. L’ha visto guarirmi.-
Stefano scoppiò in una risata sonora. -È una balla! Tua sorella l’ha detto solo per portarti dalla sua parte. Ormai dovresti essere abituato alle sue bugie.-
Sara avrebbe voluto urlare che quella di suo padre era una bugia, ma decise di restarsene buona per non rovinare tutto. Ci pensò qualcun altro a parlare per lei.
-È la verità!-
Tutti guardarono un punto alle spalle di Elijah, da dove era venuta la voce. Lì era comparsa Mary.
- Sara l’ha detto anche a me, molto prima che tutto questo casino succedesse.-
Silvia mosse un passo avanti. –Tu sapevi già che lui era un vampiro.-
Mary la guardò senza preoccuparsi di lasciar trasparire la delusione che provava per lei in quel momento. –Sì, e non riesco a credere che tu ti sia lasciata coinvolgere in questo piano terribile, mamma.- poi spostò lo sguardo su suo marito. –Anche tu Alex.-
- Tuo padre ha ragione. Sara è in pericolo se sta con lui.- ribatté quest’ultimo. –Questa storia deve finire.-
- Non ve lo permetterò.- disse Mary avanzando verso di loro, ma fu bloccata da Elijah che, una volta alzatosi, si pose davanti a lei.
- Mary, non metterti in mezzo a tutto questo. Vai a casa, ti prego.- le disse posandogli le mani sulle spalle.
Sara sospirò. Elijah, sempre pronto a preoccuparsi per gli altri.
Tutto ciò che accadde da quel momento, accadde in pochi secondi. Sara vide suo padre e Alex scambiarsi uno sguardo di intesa. Quest’ultimo si avvicinò a Rob.
- Scusami Rob.- disse e gli tirò una gomitata nello stomaco per poi bloccarlo a terra con l’aiuto di Silvia.
Elijah stava ancora discutendo con Mary e cercava di convincerla ad andarsene. La sua schiena era libera davanti a Stefano, di nuovo pronto ad attaccare e questa volta non c’erano ostacoli.
Sara capì. NO!
Uscì dal suo nascondiglio e corse, corse verso suo padre. Le sembrò quasi di volare e la strada le sembrò infinita.
Rob cercò di divincolarsi e afferrò una gamba del padre, che per liberarsi dalla stretta, si voltò verso di lui e gli tirò un calcio in pieno volto.
Ormai Stefano, anche se di spalle, era mortalmente vicino ad Elijah. Si girerà e colpirà. pensò Sara.Non ce la posso fare.
Nonostante quel pensiero, continuò a correre con tutta la forza che aveva in corpo. Stefano si liberò definitivamente dalla presa del figlio e sferrò il colpo. Il paletto attraversò la schiena e colpì in pieno il cuore della vittima.
Nella radura cadde il silenzio.
Le labbra di Rob formarono un “NO” ma la voce non gli uscì.
Silvia e Alex spalancarono gli occhi scioccati.
Stefano estrasse velocemente il pugnale e il suo sguardo si perse nel vuoto.
Mary si sporse oltre il corpo di Elijah e non riuscì a trattenersi dal gridare.
Elijah si voltò, dando le spalle a Mary, appena in tempo per afferrare il corpo di quella fragile e docile creatura fra le sue braccia.
Sara si lasciò cullare da quell’abbraccio, si lasciò sostenere da quelle braccia forti dato che non aveva più il controllo del suo corpo. La sua maglia era sporca di sangue, le sue labbra appena dischiuse, i suoi occhi vacui.
Un battito.
Il suo sguardo si posò su Elijah.
Un battito.
Le sue labbra si incurvarono in un debole sorriso e formarono un silenzioso “Ti amo.”
Un battito.
I suoi occhi si chiusero e una lacrima solitaria rigò il suo volto.
Poi il buio.

 
 
IMPORTANTE!!! LEGGERE!!!

Prima di tutto mi scuso per il ritardo, ma è stato un capitolo parecchio complicato da scrivere. Ora due informazioni:
1)      L’autrice va in vacanza!! E devo dirvi che ricomincerò a pubblicare la storia verso metà settembre / inizio ottobre.
2)      Il perché dell’informazione uno? Be’, per prima cosa ho bisogno di tempo per scrivere e poi…perché sono sadica e voglio lasciarvi con la suspense!!!! Sì lo so, sono cattiva, ma volevo pubblicare ora questo capitolo proprio per questooo xD
 
Bene detto ciò ringrazio tutti coloro che leggono questa storia, la mettono tra le seguite, ricordate, preferite e che la recensiscono. Poi vi ringrazio particolarmente per il vostro sostegno. È l’unica ragione per cui questa storia va avanti! Grazie mille a tutti, davvero.
Ok, vi saluto. Buone vacanze a tutti!!!
Un bacione,
Cate
 
 
Ps: non uccidetemi vi prego!! D:
  
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