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Autore: SvaneH    02/08/2012    4 recensioni
Nelle leggende terrestri, io sono descritto come il Dio dell’Inganno, il Mentitore, o il Dio del Caos. (...)
Nelle leggende terrestri, è anche narrato di come tutto ciò serva a mantenere l’equilibrio dell’universo. (...)
Nelle leggende terrestri, sono anche sposato, con una donna. (...)
Le leggende terrestri dicono molte cose su di me.
Non tutte sono false.
(dal prologo)
Loki/Sigyn (post Avengers)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci eravamo sfiorati nel più importante dei modi: per caso.

(Bach)

 

 

 

La prima volta che si incontrarono, avevano appena sei anni.

Un incontro casuale e fugace; in un soleggiato pomeriggio estivo.

-Loki, questa è Lady Sigyn, figlia di Lord Halvorsen. Perchè non le fai un po' di compagnia?- la dama di corte l'aveva presentata con un sorriso, e si allontanò velocemente, dopo aver obbedito agli ordini della Regina.

I due bambini si osservarono attentamente: la piccola aveva i capelli neri che sfioravano le spalle, e caldi occhi marroni che colpirono Loki per la sua dolcezza.

Lei, d'altra parte, studiava con curiosità il piccolo principe, già ammaliata da quello sguardo penetrante e dal colore indefinito, di un gelido verdazzurro.

-Perchè vuole che giochiamo insieme?- domandò Loki. Già a quell'età, non si preoccupava di porre domande a volte un po' scomode.

-Non lo so. Io però ho voglia di giocare; vuoi?

Il bambino scrollò le spalle -Va bene.

Passarono il pomeriggio insieme; trascorso il primo momento di imbarazzo era già nata una certa complicità.

-Ci vediamo domani?- domandò sorridendo Loki.

-Certo!- rispose entusiasta la piccola Sigyn, e lo salutò con un bacio su una guancia, espansiva.

Lui arrossì, e la guardò allontanarsi verso la sua dama personale con un misto di piacere e imbarazzo.

 

In realtà, quel domani non arrivò mai.

Loki apprese la notizia della partenza di Sigyn all'ora di pranzo, dopo averla aspettato invano in giardino per tutta la mattina.

-Mi dispiace, tesoro. Ma era qui solo per accompagnare suo padre; non pensavo foste già così amici. Potrai sempre rivederla in futuro.- lo consolò la madre.

Il piccolo annuì, triste.

Dovette passare qualche giorno prima che si dimenticasse dell'accaduto.

 

 

Il secondo incontro avvenne anni dopo; e ormai nessuno dei due aveva più memoria dell'altro.

Odino aveva indetto una festa in onore del sedicesimo compleanno di Thor, a cui era invitata tutta la nobiltà del regno.

-Fratello, andiamo. Sai che dobbiamo presentarci insieme, e siamo già in ritardo.- Loki provò a spronare il fratello, intento ad aggiustarsi l'abito di fronte allo specchio.

-Ecco, sono pronto.- rispose in fretta Thor, e uscirono velocemente.

Sulla soglia della sala, si scambiarono un'occhiata complice e fecero la loro entrata trionfale, mentre gli invitati scoppiavano in un applauso in loro onore.

-Tutto questo è per te, lo sai vero?- sussurrò Loki sorridendo alla folla, mentre si dirigevano ai loro posti riservati a tavola per cominciare il banchetto.

-Anche per te.- ribattè Thor salutando gli amici in lontananza.

Il fratello più piccolo rise -Oh, no. Io vengo dopo, specie oggi. Il grande Thor compie sedici anni, è lui il fulcro della festa.- mormorò, e il futuro re ammiccò mentre si sedevano.

Avevano appena cominciato a mangiare, che Loki notò una ragazza mai vista prima: seduta all'altro capo del lungo tavolo, indossava un abito beige che le risaltava lo sguardo, i capelli neri raccolti in un elegante chignon. Si voltò, come sentendosi osservata, e i loro sguardi si incrociarono: Loki arrossì leggermente, ma mentenne un certo contegno e la salutò con un inchino del capo, che lei ricambiò.

-Chi è quella ragazza?- domandò poi a Thor, incuriosito.

Il fratello maggiore la osservò, e aggrottò le sopracciglia, perplesso -Sinceramente non lo so, fratello. Ti piace?- e ammiccò.

Loki scosse la testa, sorridendo -Sei sempre il solito.

-Andiamo, Loki. É bella e sembra anche simpatica … perchè non ci provi?

-Perchè io non sono te, Thor.

La risposta lo stupì -Che vuol dire? Sei un principe, elegante, bello e intelligente. Le ragazze farebbero la fila per uscire con te, solo che tu non le calcoli!

-Non hai la corretta percezione della realtà. Le ragazze fanno la fila per uscire con te, non con me. Ma non parliamone più, per favore; è un discorso sciocco.- Loki interruppe la discussione bruscamente, e Thor lo osservò, perplesso, ma la riflessione non era il suo forte: nel giro di un paio di minuti, stava già ridendo sguaiatamente con Volstagg.

Loki, d'altra parte, lanciava continue occhiate alla ragazza, rimuginando sulle parole di poco prima.

Thor non si rende conto. Lui sarà re un giorno, mentre io sono solo il fratellino minore, che non possiede nemmeno la metà della sua atleticità e del suo spirito. Sono la brutta copia, dedita alla magia e senza muscoli. Nessuna ragazza si interesserebbe a me.”

Immerso in questi amari pensieri, non si accorse che la ragazza si era avvicinata e ora sedeva accanto a lui.

-Principe Loki?- si sentì chiamare da una voce femminile un po' timida, e si voltò, rimanendo subito sbalordito nel vedere l'oggetto delle sue occhiate che gli sorrideva.

-Oh. Salve, Lady …?

-Sigyn. Ti ricordi di me? Abbiamo giocato insieme da bambini; una volta.

E in quell'istante Loki si ricordò di lei, la bambina che aveva aspettato sotto l'albero più grande del giardino per un'intera mattina, impaziente di mostrarle un trucco di magia che aveva imparato la sera prima. E fu felice di riconoscerla.

-Lady Sigyn, è un piacere rivederti.- sorrise, e le baciò la mano, facendola arrossire.

-Ti andrebbe un ballo?

Ballarono insieme, scambiandosi qualche parola, e passarono la serata a scherzare, sotto lo sguardo compiaciuto di Odino e Lord Halvorsen, che premeditavano già il risvolto che avrebbe potuto avere quell'incontro.

Vennero interrotti da Frigga in persona -Figliolo, devi fare il discorso.- lo richiamò dolcemente, e scusandosi, Loki andò al fianco del padre, mentre calava il silenzio.

-Stasera, siamo qui riuniti per festeggiare il compleanno di un individuo molto importante, per noi e per l'intera Asgard. Vorrei quindi fare un augurio speciale a mio fratello Thor, la persona più importante per me: auguri fratello; gratulerer med dagen!- esclamò sorridendo, e la sala scoppiò in un applauso mentre Thor saltava addosso al fratellino, stritolandolo in un abbraccio.

Odino li osservava, sorridente.

Loki sarebbe un ottimo re” pensò poi, nel vederlo prendere in mano la situazione e inchinarsi cerimoniosamente ai presenti che si congratulavano per le sue belle parole.

Purtoppo, Loki non sarebbe mai venuto a conoscenza di questo pensiero.

 

La festa finì ore dopo, e Loki salutava cordialmente gli ospiti, cercandone una in particolare.

-É stata una splendida serata.- la voce che aspettava parlò dietro di lui, e si girò di scatto, sorridendo.

-Mi compiace che ti sia divertita, Lady Sigyn.

-Quante cerimonie, Principe Loki. Chiamami semplicemente Sigyn.

-E sia, ma tu dovrai rivolgerti a me solo col mio nome.

-D'accordo. Allora … buona notte, Loki, e grazie dell'invito. Io e mio padre ci siamo molto divertiti, e speriamo di ripetere la visita.

-Grazie a voi per essere venuti.

Si sorrisero, e la ragazza si allontanò al fianco del padre, che sorrideva compiaciuto.

Come dieci anni prima, sperò di rivederla dopo poco tempo: ma, come dieci anni prima, ciò non sarebbe accaduto.

Non immaginava neanche il motivo che avrebbe deciso il loro ultimo incontro.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autore:

Ancora salve, lettori! Spero che questo primo capitolo non vi abbia deluso: voglio andare con calma e ho preferito raccontare i primi, decisivi incontri tra Loki e Sigyn.

Scusate se il capitolo è troppo corto, ma il motivo è lo stesso scritto sopra :)

Ho voluto far notare il carattere introspettivo di Loki, e sottolineare come si sentisse già inadeguato nei confronti del fratello; spero di non aver fatto un pasticcio.

Infine, grazie a chi ha recensito e inserito la storia fra le seguite/ricordate :)

 

P S Il titolo, come qualcuno di voi ha già notato, è una citazione di Oscar Wilde, uno dei miei scrittori preferiti; da “L'importanza di chiamarsi Ernesto”.

  
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