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Autore: Tairi Soraryu    16/02/2007    3 recensioni
Squall non si siede mai diritto. Rinoa decide di provare a farlo smettere...ma quando Squall le chiede di dimostrargli come sedere, cosa succede?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà della Square-Enix e utilizzati qui senza nessuno scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

Nota della traduttrice: il rating R è quello scelto dall'autrice per la storia pubblicata in lingua originale. Mi scuso se può sembrare troppo altro^^

POSTURE PERFECT
scritto da Tairi Soraryu, tradotta da Alessia Heartilly

"Squall!"

Il rimprovero di Rinoa era pieno di debole, ridente esasperazione, e il comandante dai capelli scuri alzò i suoi occhi occhi calmi e azzurri sul suo viso, con un'espressione di dolorosa rassegnazione. "Cosa c'è stavolta?"

"Lo stai facendo ancora!" Rinoa colpì la sua spalla con un dito, come per indicare. Che cosa, Squall non ne era sicuro affatto.

Diede un'occhiata quasi desiderosa alla pila di rapporti che doveva controllare prima della sessione pomeridiana di incontri con il capostazione Dobe, di Fisherman's Horizon. Quell'uomo era più esigente di un Adamanthart maschio che segnava il territorio durante la stagione degli amori -e quasi altrettanto spaventoso con la sua determinazione a senso unico- e il Garden di Balamb aveva accettato di assistere la cittadina amante della pace per il secondo Festival dei Panini annuale, per la gioia del caro amico di Squall ed esperto di arti marziali Zell Dincht. Ma che priorità avrebbero davvero dovuto dare, pensò Squall con un sospiro, a un festival di panini rispetto alle esigenze del Garden?

E così, invece di pianificare la rotta del Garden, invece di rivedere quei permessi di lavoro per i cadetti SeeD per la costruzione di un carro di panini di oltre trenta metri, invece di nascondere la testa nella sabbia e fingere che Squall Leonhart non fosse mai esistito, era lì, intrappolato nella sua stanza, con la sua ragazza che lo fissava duramente, con i pugni sui fianchi e gli occhi scuri che brillavano d'impazienza.

"Non è che sto prolungando questa tortura di proposito," replicò Squall gentilmente al commento di lei, e ricevette un altro colpo nella spalla dal suo dito. Quella donna aveva dita d'acciaio, e Squall fece una smorfia immaginando il livido che avrebbe lasciato, ma comunque raddrizzò le spalle sotto accusa. Aggrottò un sopracciglio, guardandola. "Meglio?"

Non c'era nulla di canzonatorio nel tono neutro di Squall, ma c'era comunque qualcosa...di sarcastico nel mondo in cui fece la domanda, e Rinoa lo guardò con cipiglio furioso, nel caso lui stesse prendendosi gioco di lei. "No. Non va meglio per niente. Stai lasciando che le spalle ti cadano in avanti, e sembra che ti pieghi in avanti quando stai seduto. Che tipo di comandante SeeD senza paura e che ispira timore reverenziale pensi di sembrare, se stai stravaccato durante le riunioni? Sembri mezzo addormentato!"

Questa volta, ci fu uno scintillio malizioso negli occhi di Squall mentre guardava Rinoa in maniera allusiva. "Mmh, forse la ragione per cui sembro mezzo addormentato è che lo sono. La mia ragazza, sai, ha la carica sessuale di una Chimera in calore e mi ha tenuto in piedi metà della notte...ow!" Non schivò abbastanza velocemente, e la mano di Rinoa lo colpì con forza dietro la testa. Accarezzandosi per far passare il dolore, Squall fece un sorrisetto. "Non negarlo, sai che è vero."

Imbronciandosi, cercando di non fargli vedere quanto fosse imbarazzata, Rinoa abbassò lo sguardo e borbottò, "hey, forse ero solo contenta di vederti. Ero preoccupata per te, sai. Esthar può essere una città molto tecnologica, ma il deserto circostante è davvero pericoloso."

Squall mantenne un'espressione neutra sul viso e strascicò, "strano, non ricordo che si parlasse di Kwaul che si avventavano sul pisello di un ragazzo, ma grazie comunque per il tuo entusiasmo nell'assicurarti che fossi intero. Ha!" Balzò via dalla sedia veloce abbastanza per evitare il primo tentativo di Rinoa di colpirlo -questa volta mirava alla faccia, notò Squall sia con divertimento che con paura- ma non veloce abbastanza da evitare il placcaggio completo della sua compagna di battaglia.

Grugnendo quando il corpo peloso lo colpì proprio sotto le costole, Squall lasciò che il letto gli attutisse la caduta, boccheggiando quando Angelo gli tolse il respiro dai polmoni. "Stupido...contrattacco," riuscì a dire Squall combattendo per respirare ancora. Rinoa lo schernì in maniera sorprendentemente quasi da signora e si mosse per stare in piedi di fronte a lui, con Angelo schierata al suo fianco per darle man forte.

"Questo è quello che chiamiamo quid pro quo sul campo di battaglia, Comandante," lo informò aspramente. "Ora se per favore tu volessi smettere di essere infantile e tornassi a sederti, dobbiamo finire questa lezione prima che tu mi faccia far tardi per pranzo. Ho un appuntamento a cui non posso permettermi di essere in ritardo."

La gelosia -Squall non si sentiva molto a suo agio nel provarla, ma aveva avuto molta esperienza nell'affrontarla per quanto riguardava Rinoa- si fece strada negli occhi di Squall, mentre sedeva sul materasso, osservandola con le sopracciglia aggrottate. "Appuntamento? Perché? Con chi?" Fece scorrere il suo calendario mentale ma non riuscì a trovare una scusa accettabile per cui lei dovesse uscire con qualcun altro, ma mantenne il guinzaglio corto sulla sua gelosia. Non era oltre le possibilità di Rinoa riferirsi a una delle sue 'uscite' con Selphie o Quistis come ad un 'appuntamento' tanto per metterlo in imbarazzo.

Era probabilmente un peccato fare e dire di proposito quelle cose per pungolare Squall, ma era così dolce vedere quell'ombra possessiva e imprevedibile oscurargli gli occhi, la voce, e le dava sempre un brivido vederlo guardarla con quegli occhi pericolosi. Rinoa non sapeva cosa ci fosse che non andava in lei, tanto da farle sentire un così perverso piacere nel vedere il suo ragazzo che la guardava così, e cercava di non pensare troppo a cosa dicesse della loro relazione.

Ma era sempre molto, molto divertente.

"Oh, solo un vecchio amico," rispose, frivola abbastanza da ottenere che quegli occhi si riducessero a due fessure di zaffiro sul suo viso, e Rinoa dovette reprimere una risata quando Squall incrociò le braccia sul petto -modalità 'Comandante Interrogatorio', come la chiamava privatamente lei, e si preparò a godersi una delle loro rare litigate. "Un amico maschio molto stretto."

A Squall iniziò a insinuarsi il dubbio che Rinoa adorasse provocarlo ma tenne quel pensiero per sé. C'era una sorta di luccichio eccitato nei suoi occhi -non diverso da quello che lo aveva accolto la notte precedente quando era tornato dalla sua missione durata una settimana. E lui non era testardo abbastanza da non ammettere che queste loro rare, piccole lotte erano in qualche modo divertenti, e sicuramente più piacevoli di quelle riunioni che avrebbe dovuto sopportare quel pomeriggio.

Cosa che li riportava alla faccenda del pranzo.

"Stai evitando la mia domanda."

"Ti stai impantanando così non devi fare esercizio nel stare seduto diritto." La risposta di Rinoa arrivò immediatamente, e sollevò un sopracciglio verso di lui. "Solo perché puoi mettere nel sacco l'intero esercito di Galbadia non è detto che puoi distrarmi con le tue piccole e viscide tattiche, Leonhart." Era vagamente fastidioso per Squall sentirsi chiamare per cognome da lei, e, felice, Rinoa osservò le sue labbra che si stringevano per l'irritazione.

"Non vuoi ammettere che sei troppo pigro per esercitarti con una postura corretta per qualche minuto tutti i giorni fino a che capirai che i tuoi colleghi non apprezzano che tu somigli a un cadavere morente duranti le riunioni strategiche e le discussioni e i trattati di accordi e roba simile -non che quelli siano stimolanti abbastanza da non farti andare in coma, ma-" Fece un cenno con la mano. "Questa è un'altra storia."

"E io so cosa stai facendo, Principessa." Squall poteva rendere pan per focaccia e dovette lottare per non scoppiare a ridere mentre Rinoa lottava per mantenere il controllo quando lui la provocò con il soprannome che i suoi amici del gruppo di resistenza le avevano dato prima che loro due si incontrassero. "-a proposito, i cadaveri non sono 'morenti', sono già 'morti'.- Ma quello che stai facendo è provare a dar la colpa a me così io dimenticherò opportunamente tutto quel che riguarda questo tuo 'appuntamento a pranzo' con questo misterioso 'vecchio amico'. A pensarci seriamente, non posso pensare a nessuno che possa corrispondere a questa descrizione. Sei così irritante, non posso immaginare che qualcuno ti stia intorno più dello stretto necessario, a meno che forse sia stato minacciato con una morte lenta nelle mani senza pietà di un Mumba che balla il boogie..."

Rinoa perse tutto il suo controllo mentre Squall rideva al ricordo. Alzò le mani al cielo, e poi puntò il dito contro di lui accusandolo. "Quella era un'idea di Selphie, e tu lo sai! Non vale mettere in mezzo quell'incidente. E' completamente irrilevante, e lo stai facendo solo per farmi arrabbiare così tanto che non posso -non potrò- ricordare cosa stavamo-" Rinoa lo fissò duramente, sperando disperatamente che cambiare argomento potesse salvarle la faccia. "Stai stravaccato."

Il diavolo lo prese, e Squall osservò Rinoa in maniera innocente. Il cambiamento del suo atteggiamento fu abbastanza da portare Rinoa a fissarlo confusa, e Squall disse, "ok, ok, mi arrendo. Hai ragione, sto stravaccato. Ma sai, è così che sono sempre stato seduto per anni. Non penso di poter capire quello che stai cercando di dirmi solo con te che me lo descrivi." Il sorriso ebbe la meglio su di lui, e Rinoa non poté togliersi di mezzo abbastanza velocemente mentre lui si piegava in avanti. "Forse dovresti venire qui e darmi una dimostrazione adatta."

Prima che lei potesse pensare di evitarlo, Squall allungò una mano guantata ad afferrarle il polso, facendole perdere l'equilibrio e cadergli in grembo. Spaventata, Rinoa strillò, e poi fece una risatina sommessa mentre Squall la coccolava contro il suo petto, le braccia che le circondavano la vita e le intrappolavano le mani per tenerla ferma contro di lui.

"Squall...smettila." La sua protesta era sincera solo per metà, mentre Squall piegava la testa per mordicchiarle l'orecchio, e lei rabbrividì quando i suoi denti le accarezzarono la pelle. "Chi parlava delle Chimere?"

Sorrise, mentre il movimento delle sue labbra contro il collo di lei le mandava un altro brivido lungo il corpo magro, e Squall intrecciò le loro dita, tenendole le mani contro lo stomaco mentre le dava un bacio leggero sul collo. "Mmh?" Il suo profumò penetrò nel suo cervello, annebbiandogli i sensi, mentre premeva il viso contro i suoi capelli. Non era giusto come lei, senza nemmeno provarci, senza nemmeno saperlo, potesse fargli avere bisogno di lei con il più semplice dei sorrisi, delle parole. "Ricordamelo, chi era?"

C'era qualcosa di assolutamente malvagio, e completamente ingiusto nel modo in cui lui potesse farla esplodere in una sorta di rabbia giocosa, e poi incanalare tutta quell'energia in un sentiero completamente diverso, con nessuno sforzo apparente. Rinoa sentì il proprio respiro bloccarsi mentre la bocca di Squall le scivolava sulla spalla, nuda a parte le sottili spalline del top estivo che indossava. "Uhm..." Dovette deglutire mentre la lingua di lui le colpiva stuzzicante la pelle. "Uhm, quello eri...tu. Credo." Si inarcò istintivamente, senza poterlo evitare, contro di lui mentre le sue mani si muovevano più giù verso il suo addome, e lasciò uscire un respiro -mezzo sospiro, mezzo gemito- e piegò le dita tra quelle di lui. "Hey, lasciami andare. Stai barando."

"Farai tardi a pranzo," mormorò Squall, un'affermazione, forse un avvertimento, mentre la sua bocca le scivolava sulla pelle per tornare alle sue labbra. "Molto tardi."

Rinoa liberò una mano per alzarla e affondare le dita tra le lunghe e spettinate ciocche di capelli che gli stavano dinanzi agli occhi. "Va bene," rispose, piegando la testa verso quella di lui. "Non penso che il mio amico si preoccuperà troppo. Di solito è un ragazzo amichevole."

"Ah sì?" L'irritazione balenò brevemente in Squall mentre la mano di Rinoa gli scivolava seducente tra i capelli, avvicinandolo di più. "E'...una bella cosa."

Lei rise, e il suono era come fumo, basso e velato, e avvolse Squall ancora di più a lei. "E' paziente, e dolce, e responsabile, e diventa geloso quando gli dico di dover uscire con altri uomini. Sarei così sola senza di lui." Trattenne il respiro quando Squall le lasciò l'altra mano, le dita che scivolavano più giù, il tocco leggero come l'aria. "E' il mio cavaliere personale...non sono fortunata?"

Squall iniziò a capire, ma non riuscì a trovare in sì la forza di essere irritato con lei per il suo vile stratagemma. Tutto dentro di lui era caldo e aggrovigliato e bisognoso, e le chiuse la bocca con la sua in un bacio violento e affamato, pieno di lussuria senza pace. "MI porti fuori a pranzo oggi, Rinoa?"

Rinoa lo guardò al di sopra della sua spalla, con gli occhi che brillavano mentre alzava entrambe le braccia per stringerlo intorno al collo e tirarlo a sé. "No, tu porti fuori me, Leonhart." E rise quando Squall fece cadere entrambi sul letto.

"Sempre se prometti di sederti composto."

*****
Nota dell'autrice del 24 luglio 2005: sembra che possa scrivere solo oneshots. Stavo rigiocando a FF8 e ho notato che Squall ha quest'abitudine irritante di piegarsi quando si siede...il festival di panini di FH è un gioco personale.

Nota della traduttrice: devo ringraziare Idreim e Cozzer per il loro aiuto nel risolvere due frasi piuttosto spinose. Senza di loro avreste letto due frasi orripilanti e probabilmente incomprensibili XDDD Grazie ragazzi :*
E come al solito, spero di aver reso bene la storia...e se trovate errori, segnalatemeli pure! -Alessia Heartilly

   
 
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