E dedico questa "cosa" alla mia dolce Ilaria, le voglio un mondo di bene, anzi LA AMO. Spero che sia di vostro gradimento, buona lettura! Ah, se vi va lasciate pure una recensione, anche con solo scritto "bello" o "fa schifo, datti all'ippica.", mi farebbe piacere.
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Un raggio di luna entrava dalla
finestra della Sala Comune, illuminando dolcemente il bel viso
accigliato di un giovane Grifondoro che si sporgeva un po’
sulle scale che portavano al dormitorio femminile.
« Lily! Lily! » bisbigliò, sistemandosi
gli occhiali sul naso e guardandosi intorno con aria nervosa. Aveva una
paura matta che lei non si presentasse.
Magari si
è addormentata, pensò osservando
l’orologio e vedendo le lancette spostarsi per segnare la
mezzanotte, è
tardi e domani abbiamo lezione.
E mentre finiva di formulare quel pensiero e si avviava verso il
dormitorio maschile, il suo naso percepì un buonissimo
profumo di fiori. La sua bella Lily scese le scale lisciandosi la gonna
della divisa e quando entrò nella luce lunare a James
saltò un battito. Dio, era bellissima, con i capelli rossi
che la circondavano come una morbida nuvola e la bocca piegata in un
sorriso.
Non poteva ancora credere che, dopo sette anni, fosse finalmente sua.
Così per convincersene ancora un po’, si
allungò leggermente verso di lei e le diede un bacio a fior
di labbra. Con un occhio socchiuso la vide alzare la mano e si
preparò a ricevere uno schiaffo.
Ecco, aveva rovinato tutto.
Ma invece che colpirlo, la sua piccola mano candida gli
accarezzò la guancia, mentre lo tratteneva sulla sua bocca.
Dopo qualche secondo, quando la smania di approfondire il bacio divenne
insopportabile, il ragazzo si allontanò di un passo. Non
voleva rovinare tutto veramente.
Le sorrise e la prese per mano. « Vieni, voglio farti
vedere una cosa. Però dobbiamo usare
questo…» disse
James, mostrandole il Mantello dell’Invisibilità.
Lei storse il naso e fissò la stoffa che pendeva dalla mano
di lui. « Io in quel coso non ci
entro. No, Potter, mi rifiuto! Sono un… »
« Sì, sei il Prefetto Perfetto, ‒ la interruppe
lui. ‒ ma non voglio farmi scoprire da Gazza, mi da già
abbastanza punizioni. Ed è una cosa importante.»
Quando lei accennò a replicare, il ragazzo tirò
fuori la sua migliore faccia da cucciolo. « Ti prego, Evans.
» mormorò con sguardo implorante.
Lei sbuffò sonoramente e si infilò sotto il
Mantello con James, borbottando cose tipo “ma chi me lo fa
fare” e “proprio io, che sono
Caposcuola..”.
Si strinsero e si abbassarono un po’ sotto il Mantello, che
ormai non li copriva tutti e uscirono dal buco del ritratto. Salirono
scale su scale e proprio mentre Lily chiedeva « Dove mi stai
portando, Potter? » entrarono nella Torre di Astronomia.
James tolse loro il mantello con un gesto fluido e lo infilò
in una qualche tasca nascosta della divisa. La ragazza stava fissando
la coperta stesa a terra, le due candele galleggianti che illuminavano
appena la stanza con la loro fiamma tremante e le cibarie raccolte in
un piccolo cesto da picnic.
« Mi hai portata fin qui per mangiare?! »
esclamò. « Potter, sei veramente un cretino!
»
Lily girò i tacchi per andarsene, ma James le avvolse la
mano attorno al polso e la fermò, tirandola a se.
« Ho solo pensato che fosse carino pensare al tuo stomaco,
non ti ho portato qui per questo. » sussurrò a un
soffio dalle sue labbra, i corpi talmente vicini che si sfioravano.
Lei, inevitabilmente, arrossì e allora James si
allontanò di un passo. Con un inchino galante la
invitò a sedersi e la rossa lo fece, mentre il rossore
ancora sfioriva dalle sue guance.
Quando si sedette di fronte a lei, James si passò
nervosamente una mano tra i capelli. E
se dice di no?! ,
pensò in preda al panico. Si sistemò di nuovo gli
occhiali sul naso mentre faceva un respiro profondo per prendere
coraggio. Ormai erano lì, doveva farcela per forza. La
Grifondoro lo fissava con grande curiosità, e dopo aver
preso un ultimo respiro, il moro parlò. « Com'è
cominciata io non saprei, la storia infinita con te, che sei diventata
la mia lei di tutta una vita per me. Sai,
ancora non ci credo, mia dolce Lily, non riesco a credere… ‒
il ragazzo si interruppe per intrecciare le dita con le sue ‒
…che sei la mia ragazza. Ci
vuole passione con te e un briciolo di pazzia, ci vuole
pensiero perciò lavoro di fantasia. ‒ le
indicò fuori dalla finestra dove dei fuochi
d’artificio, probabilmente i Fuochi Freddi Filibuster con
Innesco a Acqua, stavano formando la figura di un grande giglio bianco ‒ Ne
servirà di più per dirtelo ancora per
dirti che più bella cosa non c'è,
più bella cosa di te, unica come sei, immensa quando vuoi,
grazie di esistere..» le mormorò,
interrompendo la sua dichiarazione per bere un po’ di succo
di zucca. Aveva la gola terribilmente secca e le guance gli stavano
prendendo fuoco. Lui, James Potter, figlio di Charlus Potter, non era
mai arrossito, se non forse la prima volta al cospetto della McGranitt.
Si asciugò rapidamente la bocca, prima che lei parlasse e
gli facesse perdere coraggio. « Com'è
che non passa, con gli anni miei, la voglia infinita di te?
Cos'è quel mistero che ancora sei, che porto qui dentro di
me? Beh,
Lily, qualunque cosa sia, voglio scoprirlo. Piano piano, negli
anni… » continuò, trafficando con le
tasche della divisa mentre lei lo fissava confusa e con gli occhi un
po’ lucidi.
« James, che stai dicendo… » la frase le
morì in gola, mentre il ragazzo tirava fuori una scatolina
di velluto rosso che lei riconobbe subito. Trattenne il fiato quando
lui l’aprì scoprendo un bellissimo seppur piccolo
diamante incastonato in un anello.
« Lily Evans, vuoi sposarmi? » domandò
tutto d’un fiato, fissandola negli occhi verdi che vide
subito riempirsi di calde lacrime. Dovette fare una faccia veramente
confusa perché lei rise e gli buttò le braccia al
collo, facendolo cadere all’indietro. Si sentì un
piccolo tonfo mentre lui sbatteva la testa contro il pavimento e lei
gli inondò il collo di lacrime di gioia, mentre sussurrava
« Sì, sì, sì,
sì.»
A James in quel momento sembrò di volare, meglio di come
qualsiasi manico di scopa avrebbe potuto fare, sentiva il suo cuore
battere rapido nel suo petto e librarsi verso la felicità
più completa. Non sentiva il dolore alla testa, non sentiva
niente, se non il corpo della sua Lily
premuto sul suo e la dolce voce di lei che non smetteva un attimo di
ripetere quel « sì ».
Le accarezzò la schiena e la baciò sui capelli
con gli occhi chiusi, per imprimersi nella mente quel momento per
sempre.
« Ti amo, Lily Evans. »
« Ti amo, James Potter. »
« Finché morte non ci separi? »
domandò speranzoso lui.
Lily gli sorrise dolcemente
e prima di chiudere la bocca sulla sua, sussurrò: « Finché
morte non ci separi. »