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Autore: Filakes    06/08/2012    3 recensioni
Mariko ha tredici anni, figlia di samurai nell'epoca Tokugawa, quando un conflitto fra due importanti daimyo fa scoppiare una guerra, sanguinosa, da cui il padre non tornerà.
Mariko, delusa dal suo daimyo, abbandonerà il feudo per diventare ronin, un samurai senza terra, in cerca di vendetta.
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Giappone feudale
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Capitolo VIII:
“Primo Incarico”

  Kazuo stava parlando con gli abitanti del villaggio per capire cosa fosse accaduto, mentre Mariko aveva portato Ai e Sumi da un medico in un villaggio vicino.
-         E’ una forma molto leggera, se continua a riposarsi, mangiare e bere degli infusi con le erbe che vi ho dato, nel giro di pochi giorni sarà guarita.
Commentò il medico, sorridendo a Mariko.
-         Grazie mille signore.
Mariko si inchinò e così fece Ai.
Ai prese in braccio la sorella e insieme uscirono dalla stanza.
Mariko tirò fuori delle monete per pagare il medico, poi si inchinò di nuovo, prese le erbe e raggiunse le altre due.
-         Grazie infinite Mariko-san, sei stata molto gentile.
-         Figurati! Mi hai ospitata e te ne sono riconoscente.
Ringraziò Mariko mentre tornavano al villaggio.
 


  Kazuo raggiunse Mariko a casa di Ai nel tardo pomeriggio.
-         Mariko, devi venire con me. Ora.
La incitò il ragazzo.
-         Va bene.
Mariko si alzò, legò la katana all’obi e uscì con Kazuo dalla piccola casa.
-         Cosa c’è?
-         Ti ho trovato un incarico: scoprire cos’è accaduto al capo villaggio.
Disse Kazuo, mentre si avvicinavano alla casa del defunto, dove la moglie del pover uomo li aspettava.

  Mariko e Kazuo si inchinarono di fronte alla donna e lei ricambiò.
-         Le mie più sentite condoglianze.
Sussurrò Mariko dispiaciuta, Kazuo fece lo stesso.
-         Grazie mille. Entrate, vi prego.
La donna aveva gli occhi rossi dal pianto, ma faceva di tutto per mostrarsi forte. La donna li accompagnò dentro la casa, li fece accomandare ad un tavolino basso e versò loro del the.
-         Come posso esserle d’aiuto?
-         Kazuo mi ha detto che siete una ronin dalle alte abilità. Vorrei assumervi per scoprire chi e perché ha ucciso mio marito.
Spiegò sorseggiando il the caldo.
-         Farò il possibile.
Mariko si chinò di fronte alla donna.
-         Posso chiedervi come mai siete una ronin? Siete molto giovane.
Chiese poi la donna.
-         Mio padre e mio fratello sono morti nell’attuale guerra, sono rimasta sola.
-         Non vi hanno data in sposa ad alcuno?
Continuò la donna.
-         Non hanno fatto in tempo.
Mentì Mariko lievemente scocciata.
-         Mi dispiace molto, cara.
-         Anche a me.
Sussurrò Mariko, le stava tornando il malumore.
-         Io e Mariko ci occuperemo della questione e la concluderemo il prima possibile.
Tagliò corto Kazuo rendendosi conto del cambio d’umore di Mariko.
-         Togliamo il disturbo.
I due si inchinarono e uscirono dall’abitazione.

  Mariko non disse nulla, non ci riusciva: quella donna aveva rigirato il coltello in una ferita ancora aperta. Sapeva che se avesse parlato sarebbe scoppiata in lacrime. Kazuo non diceva nulla, non sapeva come iniziare un discorso per farla distrarre, il silenzio era davvero opprimente e voleva tirarle su il morale.
All’improvviso il silenzio fu spezzato dai singhiozzi strozzati di Mariko, anche se voleva essere forte, era ancora profondamente addolorata dalla perdita del padre.
-         Mariko… cosa c’è?
Sussurrò Kazuo, fermandola.
-         Io… Scusami.
Singhiozzò asciugandosi le lacrime che ormai scendevano senza sosta.
Kazuo l’abbracciò e la strinse a sé.
-         Ti prego, se hai bisogno di piangere fallo. Liberati.
Sussurrò senza l’asciare l’abbraccio.
Mariko scoppiò in lacrime e si strinse a Kazuo. Il suo esile corpo era scosso dal pianto lasciato finalmente libero. Mariko affondò il viso nel petto di Kazuo, che appoggiò le labbra sulla fronte della ragazza per darle sicurezza. Tutta la tristezza che fino ad allora aveva tenuto a bada, ora stava venendo fuori. Dopo alcuni minuti Mariko si staccò finalmente da Kazuo, gli occhi rossi dal pianto.
-         Scusami, ora hai il kimono fradicio.
Si scusò lei, preoccupata.
-         Figurati. Ora che ti sei liberata dobbiamo iniziare le indagini, eh?
Sorrise lui scompigliandole i capelli.
-         Hai ragione.
Sorrise lei.
Insieme raggiunsero la casa di Ai e Mariko si avvicinò alla ragazza.
-         Ai, ho un enorme favore da chiederti.
-         Dimmi.
-         Potresti ospitare me e Kazuo per alcuni giorni?
Domandò speranzosa.
-         Certamente.
La rassicurò Ai.
-         Grazie mille.
Sorrise Mariko alla ragazza, mentre Sumi dormiva pacifica.



  Haku osservò gli uomini in kimono che si avvicinavano alla casa.
Proprio come aveva detto Mariko, il daimyo voleva far risposare Yuriko con Hayato. Strinse i denti, odiava quell’uomo, avrebbe fatto di tutto per evitare quel matrimonio. “Te lo prometto Mariko, proteggerò la nobile Yuriko” pensò, fulminando Hayato e il daimyo che ormai avevano quasi raggiunto la casa.

   
 
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