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Autore: Freya Crystal    06/08/2012    4 recensioni
Profondo Blu è stato sconfitto. Ichigo e Masaya sono sani e salvi e tutti vissero felici e contenti, ma qualcuno dice no. Dice un "No" secco a tutto questo.
Perché la bella paladina della giustizia deve sempre finire con lo stereotipo del ragazzo dolce, romantico e puro come un giglio?
Che ne è stato dell'algido biondo dagli occhi color oltremare, un po' scorbutico, un po' maleducato, che segretamente arde d'amore per la nostra rossa preferita?
Le cose non vanno mai come ci si aspetta. Il futuro ha in serbo piani differenti per Ichigo. E anche per Ryou.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scintilla che scotta!
 
 
 
 
<< Cosa c'è, piccola? >> 
Ichigo rabbrividì al suono di quella morbida richiesta. Sussultò impercettibilmente, percependo la familiare ondata del suo profumo e le sue braccia che le cingevano la vita. Schiena contro petto, respiro lieve a solleticarle il collo. Mantenne lo sguardo fisso all'orizzonte. Un uccello circoscrisse in volo un cerchio, prima di allontanarsi dalla sua visuale, sbattacchiando le ali con leggerezza.
Le sarebbe piaciuto spiccare il volo come quell'uccello, inseguirlo, magari, così da potersi lasciare alle spalle il tetto del liceo, Masaya e il suo senso di colpa annodato attorno alla gola come un cappio.
Ma nemmeno con il DNA felino che le scorreva nelle vene, ci sarebbe riuscita. 
<< Niente. >> 
Voce tremula, incerta. 
Oh, Masaya...
<< Cosa ci fai qui? >>
<< Ho detto al professore che avevo bisogno del bagno. Resterò con te finché non ti sentirai meglio. >>
<< Non ce n'è bisogno. Non voglio che tu ti prenda una punzione per colpa mia. >>
Sì, esatto, di colpe ne hai già abbastanza.
Taci.
Masaya premette la propria guancia su quella di lei. << Non m'importa. >>
Sospirò, cercando di controllare le proprie emozioni. Le mani avevano iniziato a sudarle, ma non accennavano a staccarsi dalla ringhiera.
Quelle righe di ferro erano il suo unico appiglio concreto. 
Ichigo sapeva che avrebbe potuto abbandonarsi fra le braccia di Masaya, reclinare la testa all'indietro e lasciarsi trasportare in braccio fino a casa, se fosse stato necessario.
Ma non riusciva a sopportare l'idea che lui le fosse così vicino in un momento del genere. Aveva voglia di piangere.
Perché la sua tristezza la sentiva come qualcosa di inaccessibile anche per Masaya. Non poteva e nemmeno voleva condividerla.
Per la prima volta, la sua presenza le parve inadeguata. 
In passato, quando non aveva potuto dirgli che era una Mew Mew, aveva desiderato farlo con struggente fervore. 
Stavolta era diverso. Tutto quanto.
 
 
**Mew Mew**
 
 
<< Vedi, Ryou ultimamente è molto nervoso e ieri pomeriggio abbiamo litigato perché non mi voleva dare un aumento e... >>
Da quando era diventata un'abile bugiarda!?
<< Ichigo, ti prego. >> La inchiodò con lo sguardo. << Non farmi credere che mi reputi tanto ingenuo. >>
Ecco, infatti. 
<< Masaya, io... >> La serietà del suo sguardo caldo le mise soggezione.
<< Riesco ad individuare cosa si agita nella tua mente con una sola occhiata. I tuoi occhi mi parlano, Ichigo. Sei un libro aperto >>, concluse Masaya con una nota di tenerezza, abbozzando un sorriso. 
Poteva negargli la sua onestà?
L'hai già fatto. 
Zitta.
Abbassò lo sguardo, titubante. Poi lo rialzò. 
Com'era difficile assumersi le proprire responsabilità di fronte a quel viso! Lui era così buono, così dolce, così accogliente, così rassicurante...
Sarebbe stato tutto più semplice, se lui avesse iniziato a gridarle contro con aria ostile.
Sì, ho baciato Ryou, contento!? 
Sarebbe stato facile gridargli la verità, liberandosi così di quel gravoso peso.
Ma Masaya la stava guardando con fiduciosa pazienza.
<< Siamo arrivati al Café... Devo sbrigarmi, o farò tardi. Chi lo sente, poi, quello scorbutico! >>
Ichigo tentò di rivolgergli un sorriso di rimando. Gli accarezzò una guancia, con sincero affetto. << Non devi preoccuparti. Ho tutto sotto controllo. Tu non devi proprio preoccuparti... >>
Lo ripeté con la speranza di suonare più convincente.
Non gli aveva appena mentito. No. Perché era lei, quella sbagliata. Lei quella che doveva preoccuparsi. 
Masaya doveva starne fuori. Mantenere la serenità che lo caratterizzava.
<< Va bene. Ci vediamo domani, piccola. >> Le diede un leggero bacio sulla fronte, che le fece affluire il sangue al volto.
<< Ichigo >>, la richiamò, mentre si dirigeva verso il Café. 
Lei tornò a voltarsi verso di lui. << Dimmi. >>
<< Io ti aspetto. >>
Avvertì una stilettata al cuore, realizzando il significato non poi così nascosto di quelle ultime parole.

 
**Mew Mew**
 
 
<< Piantala di starnazzare, o ti verrà la tonsillite. >>
Retasu, Minto e Purin, assistevano alla lite come se fosse la più violenta partita di ping-pong mai giocata. Quando rischiavano di dimostrare in maniera evidente a cosa fosse rivolta la loro attenzione, riprendevano a lavorare - Minto da seduta, naturalmente. Del resto, erano sufficienti le orecchie per non perdere alcuno dei letali colpi che i due sfidanti infliggevano l'uno all'altra.
<< Non preoccuparti, godo di un'ottima salute. Quello delicato sei tu, attento a non sforzarti troppo a portare due bicchieri in cucina. >>
<< E tu attenta a non diventare una mongolfiera, a divorare gli avanzi dei clienti. >>
<< Co-... Non ho mai fatto una cosa simile! Razza di cavernicolo maleducato! >>
<< Da quando i cavernicoli sono bene educati? >>
<< Chiudi il becco! >>
<< Non prendo ordini da una mocciosa. >>
<< Già, dimenticavo. Tu sei solo capace di darne agli altri, di ordini. Ti fa comodo essere riverito come un principe, mentre gli altri fanno il lavoro sporco per te. >> 
Retasu, Minto e Purin trattennero il respiro. 
Ichigo l'aveva detta grossa. Ma a spaventarle fu la reazione di Ryou. Invece di risponderle per le rime, com'era suo solito fare, il biondo si diresse rapidamente verso di lei, annullando la distanza che li separava.
Cosa voleva fare? Picchiarla, forse? Ne sarebbe stato capace? Lei era davvero stata così meschina?
Ichigo, impietrita ma crucciata, sostenne il suo sguardo con la stessa grinta. Ryou l'afferrò bruscamente per il polso e la trascino in corridoio. 
<< Che stai facendo!? Mollami! >>
<< Vedi di darti una calmata. >>
<< Lasciami andare, so camminare anche da sola! >>
Ryou, a quel punto, si decise a mollare la presa. 
<< Ma che ti è preso!? >>, sbraitò Ichigo risentita, massaggiandosi il polso per riabilitare la circolazione.
<< Che fa ora... se ne sta lì impalato... Abbi almeno la decenza di rispondere! >>, intimò alla sua schiena.
Ryou si voltò a guardarla. 
Ichigo ebbe un fremito. Lo scienziato sembrava aver recuperato il controllo di sé. Per un attimo la sua sicurezza vacillò, di fronte alla serietà di quello sguardo azzurro.
<< Seguimi. >>
Tornò a darle le spalle e s'incamminò lungo il corridoio, lasciandola lì imbambolata per alcuni secondi. 
<< Si può sapere dove stiamo andando? >> 
Il tragitto fu talmente breve, che la ragazza non ebbe bisogno di una risposta verbale. Ryou aprì la porta del laboratorio e vi entrò senza assicurarsi che Ichigo lo stesse ancora seguendo. 
Non ci mise molto a raggiungerlo. 
<< Chiudi la porta. >>
Ichigo eseguì prontamente. Non perché le era stato chiesto da quell'antipatico, ma perché ciò le avrebbe permesso di appoggiare le mani su qualcosa di diverso dal suo collo. 
<< Devi cambiare atteggiamento >>, esordì Ryou.
<< Ah, io dovrei farlo? >> 
Ryou emise un sospiro. Era serio. Non aveva l'aria di chi era pronto a stuzzicarla per il gusto di vederla saltare come una cavalletta schizofrenica, sembrava piuttosto un imprenditore aziendale pronto a stipulare accordi illeciti con il presidente degli Stati Uniti.
Ichigo avvertì le gote imporporarsi. Da quando l'intensità di quello sguardo riusciva a bruciarla tanto in fretta?
<< So che non è facile. Ma devi cercare di essere meno impulsiva. >>
Prevedibilmente, quelle parole non fecero altro che montarle rabbia in corpo. "Rabbiometro", se esisti, preparati a saltare in aria, in mille briciole grandi come coriandoli!
<< Per te è facile parlare. Non fai altro che lamentarti, e darmi ordini, e avere pretese... Credevo che la mia vita sarebbe tornata normale, invece... rieccomi al punto di partenza! Prima ancora di poter dire "E'finita!", ho ripreso ad avere i miei amati sbalzi d'umore, ad inseguire pennuti per strada, ad avere istinti omicidi verso insetti d'ogni tipo, ad addormentarmi in classe, ad azzannare pesce crudo durante le pause pranzo e... oh, dimenticavo! Ho un ragazzo! Lui  crede che io sia tornata normale, ma no!, quando mai!?... C'è il caso che resti così fino alla fine dei miei giorni! E fino ad allora sarò di nuovo costretta a mentirgli. Penso che nel giro di un mese, o anche meno, mi assegneranno una laurea in materia, tanto sarò diventata brava a inventarmi scuse ogni volta che mancherò ad un appuntamento, o quando improvvisamente inizierò a ballare come una tarantola, per nascondergli la coda e le orecchie, e sarò costretta a piantarlo da solo, qualunque sia il posto in cui ci troveremo! Sì, penso che arriverò a fare invidia ad una attrice da Oscar, con tutte le occasioni che avrò per prenderlo in giro! Sai una cosa, Ryou?, mi hai rotto! >>
Prima ancora che Ryou potesse dar voce alle sue parole, che per tutta la durata di quel frustrante monologo gli erano rimaste incagliate in gola, con le le labbra semiaperte in attesa di poterle fare uscire, Ichigo aveva già sbattuto la porta alle proprie spalle.
 
 
 
 
 
Spazio dell'autrice: 
lo so, siete curiose di sapere cos'è successo prima. Ma come ogni storia che si rispetti, le cose verranno pian piano a galla un passo alla volta. Che gusto ci sarebbe, altrimenti, a scoprire subito ogni cosa?
Cosa ne pensate di questi Ichigo e Ryou, vi piacciono? Anche se è solo un assaggio, quello che vi ho dato di loro, ci terrei a sapere se il modo in cui li ho presentati è di vostro gradimento.
Tanti baci a chi ha letto! ;) 
  
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