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Autore: irene1    08/08/2012    1 recensioni
Mi girai e, quando la vidi, la pelle mi si accapponò.
-RAF!-era completamente nuda, distesa supina, piena di graffi e sangue e i suoi occhi, i suoi magnifici occhi color del mare, erano fissi sul muro di fronte a lei.
-Raf ti prego rispondimi!- le sussurrai abbracciandola e scuotendola ma era sotto shock e semi incosciente, cosa che veniva dimostrata dal forte tremore e dallo sguardo fisso sul muro.
Non riuscii a farne a meno, le lacrime mi uscirono da sole; eppure non avevo mai pianto in vita mia! Velocemente presi il cellulare dalla tasca e composi il numero dell’ambulanza; sarebbe arrivata entro 20 minuti.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Raf/Sulfus
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1:

-Era ora! Stavamo per abbandonarti al tuo destino e andarcene!- mi disse ridendo Uriè, la mia migliore amica fin dai tempi della scuola materna (ed era tanto tempo se si considera il fatto che noi ora eravamo in terza superiore),quando raggiunsi lei e Dolce( altra migliore amica solo che lei l’avevo conosciuta in prima media) davanti alla pasticceria dove ci trovavamo ogni giorno per andare a scuola. -Sei sempre la solita dormigliona!- confermò dolce con una risata
-comunque lei è mia cugina Miki… è una vera imbranata in fatto di moda, ma è una bravissima persona- ci disse poi Dolce, presentandoci una ragazza molto carina, vestita con una felpa blu e un paio di jeans bianchi
-Piacere- disse Miki mostrandoci un sorriso spontaneo a 32 denti
-Piacere io sono Raf- dissi io ripondendo anche al sorriso
-E io sono Uriè- aggiunse la ragazza, anche lei con un sorriso. Quel giorno Uriè si era vestità con un felpone giallo un pantalone di una tuta bianca, raccogliendosi i cpelli castani in una coda che aveva lasciato cadere sulla spalla destra; mentre Dolce, la “modaiola” del gruppo aveva una camicia rosa e un jeans bianco, con un cerchietto rosa abbinato alla camicia
-Miki è una classe avanti a noi quindi non sarà in classe con noi però, visto che si è appena trasferita e che, beh, io sono sua cugina, passerà molto tempo con noi
-Speriamo- dissi con un sorriso
–Un’ altra da aggiungere al gruppo! Più siamo e meglio è. Ora però è meglio se ci muoviamo ad andare a scuola… Non mi sembra il caso di arrivare in ritardo il primo giorno di scuola- le altre con un sorriso acconsentirono e, insieme, ci mettemmo in marcia verso la scuola.
Riuscimmo chissà come ad arrivare addirittura con 5 minuti di anticipo; la scuola era piena di gente… C’erano sia visi nuovi che visi che conoscevo molto bene; In fondo, seduti sugli spalti c’erano alcuni miei compagni di classe, Kabiria, Kabalè e Gas… quei tre erano i più pestiferi e casinisti della classe. Dall’altra parte c’erano Gabi, Andrea e Ginevra; loro erano simpatici, anche se non chiacchieravano mai molto con me.
La campanella suonò, e noi ci avviammo verso la nostra classe.

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Erano le 8;30 quando uscii di casa; decisi di prendere la moto, almeno mi sarei rilassato un po prima di arrivare a scuola e iniziare la tortura.
Ci misi 5 minuti ad arrivare; la campanella suonava alle 8;25 e fuori non c’era già più nessuno.
“che rottura di palle oh” dissi tra me e me mentre salivo le scale per dirigermi in vicepresidenza; ero nuovo di li e non sapevo quale fosse la mia classe.
-TOC TOC-
-AVANTI!- La voce era femminile
-Buongiorno- mugugnai entrando in vicepresidenza e voltandomi verso la vicepreside
-sono Sulfus Zolfanelli il nuovo studente-
-ah certo… prego seguimi caro- detto ciò si alzò e uscì dalla stanza.
La seguii per tutto il corridoio, poi si fermò davanti ad un aula; guardai la targhetta: 3° D
La vicepreside (signora Puerini, lessi dalla targhetta) bussò alla porta dell’aula, poi entrò
-Mi scusi professor Mirali, questo è il nuovo studente; vieni caro, entra-
Mi stava già irritando… ma con chi credeva di aver a che fare questa? Con un bambino di 5 anni che fa il vergognoso?!
Presi un respiro profondo per calmarmi ed entrai con un ghigno stampato sul mio bel faccino;come avevo previsto tutte le femmine della classe avevano trattenuto il respiro… no aspetta non tutte… C’era una biondina che mi aveva guardato appena, poi si era girata verso la finestra; COME OSAVA!
-Lui è Sulfus Zolfanelli, figlio del famoso Lucifero Zolfanelli, che è a capo della più grande industria di cosmetici del paese- continuò la preside; quanto si notava che le interessava solo la fama mia e di quella di mio padre
-Bene ora vi lascio continuare la lezione, buona giornata-
- Molto bene Sulfus, c’è un posto libero proprio qui davanti, vicino a Raf e Uriè- disse il prof indicandogli il posto; era quello in mezzo alla biondina che mi aveva ignorato e a una ragazza con la maglia gialla che continuava a fissarmi in modo strano… Ma che avevano in quella classe?!

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Eravamo entrati da 10 minuti circa in classe e avevamo il professor Milari di economia; io mi stavo annoiando a morte quindi mi misi a ripensare a mio padre e al comportamento strano che aveva avuto in quest’ultimo periodo.
Sapevo che le cose non andavano molto bene, ma da li a rientrare tardi e andarsene via prestissimo quasi volesse evitarmi…
Ero persa in quei tristi pensieri, quando qualcuno bussò alla porta dell’aula, risvegliandomi; era la vicepreside, che presentava un nuovo alunno. Quando questi entrò aveva un ghigno malefico stampato in viso; era un bel ragazzo tutto sommato ma aveva l’aria di uno viziato, che sarebbe andato d’accordo con i diavoli della classe, o come li chiamavamo io, Uriè e Dolce “I DEVIL”.
Gli scoccai un occhiata disinteressata mentre sentivo le altre rgazze della classe (compresa Dolce) trattenere il respiro… eravamo alle solite; mi girai verso la finestra cercando di riprendere il filo dei miei pensieri quando sentii il ragazzo nuovo sedersi accanto a me.
-Ciao angioletto, come ti chiami?- mi chiese con un tono che non prometteva nulla di buono; avvertii chiaramente quel tono e avevo anche voglia di continuare a pensare ai fatti miei, tuttavia sono sempre stata una ragazza beneducata e socievole quindi tirai un sospiro mi girai e gli sorrisi
-Piacere Raf; tu sei Sulfus giusto?- Il ragazzo rimase un po spiazzato, poi mi sorrise a sua volta, anche se era più un sorriso diabolico che un sorriso rassicurante, e mi rispose
-eh già… Sai che sei davvero carina?-
-Ti ringrazio ma ti conviene seguire se non vuoi fare una brutta fine- gli risposi, senza sapere se la brutta fine l’avrebbe fatta per mano mia o del professore (era più probabile la prima opzione)
-Hey angioletto.. che caratterino!- mi disse Sulfus sorpreso, ma prima che io potessi ribattere suonò la campanella
-Ehi Raf vieni a mangiare con me, Dolce e Miki?- mi domandò Uriè alzandosi
-No scusa ma voglio stare un po da sola- le risposi con un accenno di sorriso; intanto il ragazzo nuovo continua a guardarci. Fece per parlare ma prima che riuscisse a dire anche solo una sillaba, fu circondato dai “Devil” che iniziarono a fargli domande su domande, e io ne approfittai per scappare nel mio posto preferito.
Feci tutto il terzo piano di corsa e così anche le scale fino a quando non arrivai sul terrazzo della scuola; con le cuffie nelle orecchie e la musica a tutto volume, mi sedetti in un angolino, mi abbracciai le gambe ed appoggiai la testa sulle ginocchia.
Ero stufa della situazione che si era creata con mio padre ma che ci potevo fare?! In un attimo tutta la mia frustrazione e la mia tristezza si riversarono in calde lacrime che scivolavano sulle mie guance.

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Dannazione l’avevo persa… Certo parlare con quei diavolacci mi aveva fatto bene; erano davvero molto simpatici e mi assomigliavano molto.
Però non ero stato abbastanza veloce da prendere l’angioletto. “Raf” pensai tra me e me “è proprio un bel nome… Ehi ma che dico… io che faccio i complimenti su un nome?! Ma dico siamo diventati matti?! Ho bisogno di prendere un boccata d’aria… Chissà se qui ce l’hanno un terrazzo” pensai mentre camminavo senza sapere nemmeno dove andare; poi vidi le scale che portavano al piano di sopra e le seguii. Dopo due rampe di scale finalmente mi ritrovai sulla terrazza; c’era una vista magnifica e una brezza fresca per niente male.
Mi avvicinai alla ringhiera e chiusi gli occhi per godermi appieno quella brezza magnifica, quando sentii dei singhiozzi venire da dietro “chi miseria è che viene qui a rompere le palle, oltrettutto piangendo!” pensai tra me e me voltandomi, ma quando vidi quella figura seduta in un angolino con i lunghi capelli biondi che toccavano per terra mi venne un tuffo al cuore. “Raf… ma perché piange… Che le sia successo qualcosa?” pensai mentre il cuore cominciava a battermi a mille; una vocina dentro di me diceva di fregarmene, di andarmene e lasciarla piangere perché a me non ne sarebbe venuto nulla in tasca a consolarla, però non riuscivo a darle retta. Vedere quella ragazza piangere sconsolata in un angolino mi metteva una tale tristezza e sconforto che non potei fare a meno di avvicinarmi a lei
-Raf! Stai bene?!- le chiesi ma non mi rispose… continuò a piangere ignorandomi spudoratamente, quasi come se non mi avesse sentito. La guardai per cercare di capire cos’avesse e mi accorsi che aveva le cuffie con la musica a tutto volume; ecco perhè mi aveva ignorato… Non mi aveva proprio sentito!
Dato che se le parlavo non mi sentiva, provai a posarle una mano sul ginocchio; lei sussultò alzando lo sguardo
  
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