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Autore: katnisspeeta_krlove    09/08/2012    4 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima fanfiction in assoluto, spero vi piaccia.
Parla della vita dei nostri protagonisti principali dopo la guerra!!
ATTENZIONE SPOILER per chi non ha letto Mockingjay!!
Recensite in tanti, mi raccomando!! Accetto ogni tipo di consiglio, grazie, un saluto!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV Katniss

Sono passate due settimane da quel giorno.
Quando Peeta aveva avuto quella crisi dopo la notizia della mia gravidanza, mi ero preoccupata, era rimasto a terra svenuto per dieci minuti buoni.
Dieci minuti che mi erano sembreti secoli.
Anche se dopo le cure con il dottor Aurelius era tornato più o meno alla normalità, non si era mai ripreso del tutto.
D'altronde se le nostre due volte nell'arena l'avevano segnato moralmente in modo irreversibile, il lavaggio del cervello che aveva subito a Capitol durante la Ribellione, era stata la ciliegina sulla torta.
Quell'esperienza così brutale l'aveva sconvolto psicologicamente e c'era voluto un anno di sedute per ridurre quelle crisi che puntualmente venivano a fargli visita.
All'inizio erano molto più serie e frequenti.
Le prime volte in cui le aveva quando era vicino a me, cercava ogni volta di allontanarsi il più possibile per non farmi del male, e io non facevo niente per impedirglielo.
Man mano che imparavo a riconoscere la sua espressione così debole e sofferente quando stava per avere una crisi, cresceva in me il desiderio di non lasciarlo solo, ma di tenerlo stretto a me fino a che non fosse passata e lui non si fosse tranquillizzato.
Così un giorno lo feci.
Eravamo distesi e abbracciati in riva al lago, lo stesso in cui, quand'ero bambina, mio padre mi aveva portato.
D'improvviso, sentii chiaramenteil corpo di Peeta irrigidirsi di fianco al mio,  prima che lui si alzasse di scatto tenendosi la testa tra le mani e indietreggiando velocemente.
"Allontanati, Katniss. Vai via, ti prego." sussurrò con voce strozzata.
Mi feci coraggio e lo guardai, alzandomi, cercando di ignorare il ricordo delle sue grandi mani attorno al mio collo.
Mi strofinai via l'erba dai pantaloni e cominciai ad avvicinarmi a lui, con le mani alte davanti a me, pronte a fare da scudo a eventuali colpi.
"Vattene Katniss!" stavolta gridò, ma la voce gli tremava ancora.
Non gli diedi ascolto e continuai ad avvicinarmi fino a che non mi trovai abbastanza vicino da poterlo toccare.
Spostai la mia mano destra sulla sua e gliela strinsi, prima di scostargliela dal volto.
Feci lo stesso anche con l'altra, e poi, con due dita, gli alzai il mento per poterlo guardare in quei suoi fantastici occhi azzurri.
Quegli occhi che amavo e che adesso mi guardavano, in un misto di rabbia e preoccupazione.
Di slancio lo abbracciai e lui, preso alla sprovvista, s'irrigidì ancora di più.
"Non ti lascio, Peeta. Sono qui e non ti lascerò affrontare tutto questo da solo".
Dopo queste parole, percepii i suoi muscoli rilassarsi e, due secondi dopo ero di nuovo lì, tra le sue braccia, che lo stringevocon tutta la forza che avevo in corpo.
Eravamo ancora abbracciati, la sua testa sulla mia spalla, quando sentii le sue labbra sfiorarmi l'orecchio, per poi sussurrare :
 "Tu mi ami. Vero o falso?"
"Vero" sussurrai io, prima di allontanarlo quel tanto che bastava per potermi impossessare della sua bocca.
Scuotei la testa, cercando di concentrarmi.
Peeta era molto migliorato da quella volta, ma la crisi di due settimane faera stata davvero brutta.
Non gli era mai capitato di stare svenuto così a lungo, ne ero certa, perchè eravamo sempre insieme quando succedeva.
E quello che aveva visto, poi.
Sicuramente io e Gale, visto come mi ha attaccato.
Certo che non capisco, cioè va bene allucinazioni, ma ha davvero creduto, anche solo per un momento, che io l'avessi tradito? Io? Con Gale tra l'altro.
Non sono assolutamente il tipo che va con il primo che passa, e Peeta lo sa bene.
"Ma Gale non è il primo che passa"
Sta zitta stupida vocina nella mia testa.
E' vero, c'è stato un tempo in cui Gale è stato più di un semplice amico, ma non è più così da due anni ormai.
Ma come ha potuto pensare di non essere il padre del bambino?
All'improvviso mi rendo conto della fragilità di Peeta.
Quando eravamo nell'arena tutti erano convinti che io fossi quella forte e lui il debole.
Ma la verità è che io ho sempre creduto il contrario, perchè Peeta è sempre stato essenziale per me. Questo pensiero mi fa tornare in mente le parole che avevo sentiro dire da Gale, a Peeta stesso, quella notte, quando c'eravamo accampati sotto il negozio di Tigris, dopo la morte di Finnick "Tra noi due, Katniss sceglierà quello che ritiene indispensabile per la sua sopravvivenza".
E io avevo scelto lui, il Ragazzo del Pane.
Perchè lui è stato l'unica spalla su cui potevo piangere, l'unica roccia a cui potevo aggrapparmi.
E solo ora mi rendo conto di non essere l'unica piena di contraddizioni.
Perchè si, Peeta è stato tutto questo per me, ma contemporaneamente è così.. insicuro.
E non è colpa sua, sono state quelle.. persone, se così si possono chiamare, a renderlo vulnerabile.
Di colpo mi rendo conto di quanto egoista sono stata.
Ho sempre dato per scontato di essere quella più "messa male" della coppia, quella che aveva perso di più, che aveva sofferto di più, che aveva gli incubi peggiori.
Ma non mi ero mai resa veramente conto di quello che aveva passato Peeta.
In questi ultimi due anni, io non ho avuto molti incubi perchè dormivo praticamente sempre con lui, ma non ho mai pensato che per lui fosse lo stesso.
I suoi genitori e i suoi fratelli, tutta la sua famiglia era morta.
Aveva sofferto per questo, e anche perchè aveva paura di perdere me, e io non l'avevo mai aiutato a sfogarsi, non mi ero mai accorta del fatto che il suo dolore fosse così incontenibile, e adesso mi sembrava ovvio che dopo quell'ultima crisi fosse esploso così.
Non gli avevo mai assicurato che sarei restata, perchè mi sembrava scontato. Non avevo capito che per lui era importante sentirselo dire.
Mi dò della stupida, per non aver capito ciò di cui Peeta aveva bisogno.
Certezze, solo quelle.
La certezza di essere amato, di essere l'unico, di aver avuto un passato orribile, di averlo superato e di avere uno splendido futuro con me e nostro figlio.
Nostro figlio.
Suona così strano.
Io, Katniss Everdeen,sempre stata sfavorevole a far vivere i miei figli in questo mondo, neanche vent'anni, del Distretto 12, vincitrice dei Settantaquattresimi Hunger Games e simbolo della Rivolta che ha portato i distretti di Panem verso la libertà, sono incinta.
Alla fine ho ceduto, sono andata contro i miei ideali.
E, sembra strano, ma ne sono felice, anche se parecchio spaventata.
Sarò madre, avrò un figlio con Peeta.
D'un tratto la mia mente ritorna alla nostra litigata e al fatto che probabilmente il padre di mio figlio non vuole più avere niente a che fare con me, anche se in realtà non ho fatto niente.
Devo rimediare a questo casino, e servirà un altro dei miei piani geniali.


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Vengo in pace, non uccidetemi!
Ok, lo so che sono imperdonabile per il mio ritardo, ma a mia discolpa dico che ero in vacanza e non avevo la connessione a internet!!
Cooooooomunque, sono tornata yeee.
Ehm, ok scusate.
Allora, come vi è sembrato il capitolo?
Devo dire che è stato un po' un parto, ma sono più o meno soddisfatta del risultato.
Chiedo scusa per eventuali errori grammaticali, ma sono un po' di fretta e devo scappare!!
Lasciate un recensioninainaina?? Grazie mille di tutto il supporto che mi state dando, non ce la farei senza anche solo uno di voi <33
Graziegraziegrazie, alla prossima (il più presto possibile!),
un bacione,
katnisspeeta_krlove <333

  
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