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Autore: xCyanide    09/08/2012    11 recensioni
-Mi chiamo Frank, e tu? – gli domandai, cercando invano di ricordarmelo. Ce l’avevo sulla punta della lingua, ma molto probabilmente il mio cervello si era messo contro di me per farmi fare una figuraccia.
Il ragazzo mi guardò quasi dispiaciuto e abbassò il capo, prima di sospirare. Fece cenno di no con la testa e lo vidi quasi piangere.
-Ehy, cosa succede, il gatto ti ha mangiat---
Non riuscì a finire la frase che sentii una mano stringermi un braccio e portarmi via velocemente. [dal primo capitolo]
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Mi guardai intorno, rendendomi conto che c’era Gerard a un lato del cortile, seduto a terra con un album da disegno tra le gambe, che si stava sbracciando per farsi vedere.
Gli sorrisi e corsi verso di lui, sorpreso di vederlo lì fuori. Mi fece spazio nel suo angolo e mi sedetti, sporgendomi per dargli un bacio sulla guancia.
Guardai poi, il foglio che aveva tra la gambe e lo vidi arrossire. Cos’aveva? [dal secondo capitolo]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo ancora benissimo il giorno in cui l’avevo conosciuto. E’ stato forse il più bello della mia vita, ma anche quello che ha dato inizio ad un sacco di problemi. Problemi che fortunatamente io e lui siamo stati capaci di superare, insieme.
Sorrido al pensiero di quella sera. Ancora non sapevo che avrei trovato un tesoro a quella festa a cui, tra l’altro, non volevo andare.
 
-Dai, Ray, non spingermi! – gli urlai contro. Il riccioluto sorrise e continuò imperterrito a darmi piccole botte per incitarmi ad entrare in quella casa piena zeppa di gente e di musica che, sinceramente, mi faceva schifo.
Sbuffai sonoramente, nonostante sapessi che non poteva sentirmi dato il vociare delle persone, e misi piede nell’abitazione, ritrovandomi davanti a un’accozzaglia di gente, appiccicata l’una all’altra, che ballava.
-Soltanto perché sei il mio compagno di stanza, non hai il permesso di trascinarmi a qualsiasi festa truzza ci sia in giro, capisci? – mi alzai in punta di piedi e gli parlai direttamente nell’orecchio, vedendolo ridere di gusto. Ah, era divertente vedermi in difficoltà? Bastardo di un afro.
-Andiamo, ragazzino, magari trovi la persona che fa per te! – esclamò, come se fosse ovvio. Mentre parlava, la sua mente non era certamente lì con me, dato che già stava cercando Christa, la sua pseudo-ragazza.
Sbuffai di nuovo e mi rassegnai al fatto che avrei passato la serata da solo, probabilmente, e che entro mezz’ora avrei accusato un mal di testa inesistente e sarei tornato a casa con i mezzi.
Mi andai a sedere in un angolo, vicino all’isola che era ricoperta di alcolici, e mi sporsi per prendere una birra e scolarmela fino all’ultimo goccio.
Volevo bene a Ray, per carità, ma doveva sempre trascinarmi in posti dove non volevo certamente andare. Credeva che per il semplice fatto che mi avesse offerto il suo letto libero nell’appartamento, dovessi seguirlo dappertutto. C’era anche da dire un’altra cosa: lui non era preso di mira da quelli della facoltà di economia. Cosa che invece pativa il sottoscritto.
E a quello festa c’erano tutte le facoltà: quella di arte, di economia, di medicina e la mia, quella di psicologia.
Riconoscevo un sacco di persone, la maggior parte della quali almeno una volta mi avevano lanciato in un cassonetto. Sorrisi al pensiero, ero fragile. Riuscivano a demolirmi con poco, ma col tempo ci avevo fatto il callo, non gli davo più tutta quella importanza. O almeno facevo finta di non dargliela.
Presi un sorso dalla birra e mi sentii subito meglio, guardandomi intorno e cercando qualcuno che potevo considerare “amico”.
Sgranai gli occhi quando visualizzai la figura scura di Way proprio qualche metro di distanza da me.
Non che lo conoscessi, eh! Ma la sua reputazione lo precedeva e,  purtroppo per lui, da come lo descrivevano era proprio il ragazzo che stavo cercando da anni.
Di lui si diceva che fosse parecchio silenzioso e che passasse la maggior parte del tempo a disegnare in casa (quando ovviamente non aveva dei corsi alla facoltà). Viveva con quella che doveva essere la sua migliore amica, che da quello che avevo capito si chiamava Alicia, che era allo stesso tempo la ragazza di Mikey, il fratello di Way.
Non ricordavo bene il nome, ma era qualcosa tipo Arnold. Ma probabilmente sbagliavo di grosso. Mi grattai la testa e decisi di andare a parlargli, magari era simpatico.
Mi alzai e mi diressi verso di lui, cominciando a scorgere sempre più dettagli: la schiena un po’ curva sull’isola, le braccia incrociate come a proteggersi da non so cosa e il viso triste, di chi non si sta divertendo per niente.
Presi una sedia e mi piazzai vicino a lui, sperando di non infastidirlo, e cercai di sorridergli. Lui parve non accorgersi di me in un primo momento, ma saltò quando scorse la mia figura.
-Ciao – lo salutai, cercando di sovrastare il volume della musica spacca timpani.
Lui si esibì in quello che era il prototipo di un sorriso e girò il busto verso di me, cercando di essere amichevole.
Rimasi un attimo interdetto. Era bellissimo, forse il più bel ragazzo che avessi mai visto. Bocca rossa, naso all’insù,  mani affusolate… e un paio di occhi verdi talmente tanto liquidi da sembrare ialini. Se avessi avuto l’occasione di guardarlo meglio, senza tutte le luci accecanti che mandavano nella casa, avrei potuto asserire che si poteva leggere tutto di lui solo guardandolo dentro quelle due pozze trasparenti.
Mi ripresi un attimo e mi decisi a porgergli la mano. Lui la strinse, scuotendola in modo quasi euforico, come se fossi una delle prime persone che gli si avvicinavano in un arco di tempo lungo.
-Mi chiamo Frank, e tu? – gli domandai, cercando invano di ricordarmelo. Ce l’avevo sulla punta della lingua, ma molto probabilmente il mio cervello si era messo contro di me per farmi fare una figuraccia.
Il ragazzo mi guardò quasi dispiaciuto e abbassò il capo, prima di sospirare. Fece cenno di no con la testa e lo vidi quasi piangere.
-Ehy, cosa succede, il gatto ti ha mangiat---
Non riuscì a finire la frase che sentii una mano stringermi un braccio e portarmi via velocemente.
Guardai davanti a me, per capire la provenienza di tutta quella voracità e mi resi conto che a trascinarmi era una ragazza con i capelli neri come la pece. Si stava facendo spazio tra la folla a suon di gomitate e stava arrivando alla porta sul retro. Credo volesse portarmi fuori.
Tentai invano di divincolarmi e lei tirò fuori un suono che sembrava un ruggito, prima di riuscire ad aprire l’agognata porta e a sbattermi addosso al muro.
-Tu! – sputò a bassa voce, puntandomi un dito sul petto. Era una bellissima ragazza, lo ammetto, ma lo sguardo che aveva era talmente incazzato che per un attimo ebbi paura per la mia incolumità.
-Cosa… cosa ho fatto? – domandai, a bassa voce, intimorito.
-Cosa stavi dicendo a Gerard? – mi chiese, continuando con quel tono che non aveva niente da invidiare a un assassino.
-Io mi stavo solo presentando! – mi difesi, alzando le mani in aria e cercando di sorridere.
-Volevi… volevi sfotterlo? – la sua voce stavolta vacillò un poco, come se quelle parole le facessero davvero male.
Solo in quel momento, mi resi conto di chi fosse davvero quella ragazza. Mi avevano descritto anche lei, pure se non credevo fosse così bella come avevano detto. Alta, magra, statuaria, occhi azzurri e labbra carnose. Alicia Simmons.
-Perché avrei dovuto sfotterlo? – chiesi più a me stesso che a lei. Quel ragazzo, quel Gerard, non mi aveva fatto niente.
-Mi stai prendendo in giro?! – esclamò, allontanandosi da me e guardando in cielo, come se stesse cercando una risposta. Ringraziai qualsiasi divinità per il fatto che eravamo da soli in quella specie di cortiletto sul retro, altrimenti avremmo dato spettacolo. –Quando sono arrivata gli stavi chiedendo se il gatto gli avesse mangiato la lingua!
-Non mi rispondeva! – urlai, con fare ovvio. –Volevo solo fare amicizia!
-E’ ovvio che non ti rispondesse! – disse, con tono esasperato. –Gerard non può parlare, okay? Io non credo che le voci non siano arrivate anche a te!
-Mi hanno detto che è una persona di poche parole… - riflettei, cercando di ricollegare il tutto. –Lo stavano solo prendendo per il culo – sussurrai, rendendomi conto che Alicia aveva salvato Gerard da un’altra battutaccia (nonostante io non fossi al corrente di tutto).
-Già… - rispose lei, del tutto demoralizzata. –Senti, amico, mi dispiace per il mio comportamento avventato, ma conosco Gerard da anni ed è come un fratello per me, capisci? – mi domandò, assumendo un tono dolcissimo. Era lunatica, bene. –Troppe persone l’hanno preso in giro, quando invece lui riesce a farsi capire meglio di chiunque altro – poi mi porse una mano, non per presentarsi, ma per fare in modo che la prendessi. –Se mi prometti che farai finta di niente, ti farò conoscere Gee – mi propose.
Presi la sua mano in modo saldo e le sorrisi. –Promet---
Ma venni interrotto per la seconda volta nel bel mezzo della frase dal suono di una porta che sbatteva.
Mi girai di scatto e mi ritrovai davanti Gerard, con la bocca spalancata, che ci guardava confuso.
-Gee, vieni qui – lo incitò Alicia, sorridendogli.
Lui sorrise di rimando, improvvisamente e per davvero, e mi lasciò a bocca aperta per la sua bellezza. Ma mi resi conto subito che la bellezza che io vedevo in quel ragazzo non era solo esteriore, ma interiore. Emanava una tranquillità che nessuno mi aveva mai trasmesso e mi ritrovai a distendere le labbra anche io,senza pensarci due volte.
Lui arrivò davanti a me titubante e mi porse di nuovo la mano. La strinsi velocemente e mi decisi a parlare. -Ho saputo che ti chiami Gerard – cominciai. –Credo sia un bellissimo nome, sai?
Lui mi lasciò la mano e venni scosso da un milione di brividi, per cimentarsi in una specie di inchino, forse per ringraziarmi. Poi ritornò a guardarmi e mi fece un cenno con la mano, distendendo il ditone e l’indice, in modo da indicarmi una lunghezza. Spinse le dita una verso l’altra e in quel momento mi illuminai.
-Ti piace di più il diminutivo del nome? – chiesi, sperando di averci indovinato. –Gee? – ripetei quello che avevo sentito prima da Alicia e lo vidi annuire in modo vivace.
-Io… vi lascio soli – disse la ragazza, sorridendo maliziosa a Gee e dileguandosi in modo veloce.
Lo vidi abbassare la testa e scuoterla, come se fosse rassegnato al comportamento di Alicia e poi dondolò un piede avanti e indietro.
-Vuoi… ti piacerebbe ballare con me? – azzardai.




xCyanide's Corner
Sono tornata per vostra sfortuna e sono qui con una nuova FF tutto fluff (proprio per staccare dalla drammaticità dell'ultima che ho scritto).
Spero vi piaccia come inizio e spero anche che non decidiate di odiarmi per la condizione di Gerard, io lo trovo molto dolce e poi, si, mi piace rovinargli la vita in qualche modo, ormai è il mio lavoro.
E per ultima cosa, ma non meno importante, vorrei dedicare questa FF a xVenom, Gee_Echelon, Hey_Ashes e tutti i miei amici perchè mi sono sempre vicino per tutto <3
Alla prossima, Motorbabies! 

  
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