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Autore: Lely_1324    09/08/2012    2 recensioni
ciao a tutte lettrici e scrittrici di EFP! premetto che questa è la mia prima ff e quindi chiedo umilmente il vostro parere... La storia risultava mlto lunga così l'ho divisa in diversi capitoli di cui il primo è molto corto! Vi auguro buona lettura e vi ringrazio in anticipo. Baci Ele
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Angolo dell'autrice:

Ciao a tutte! Ecco il terzo capitolo.. spero vivamente che vi piaccia! Grazie a chi legge e chi recensisce... i vostri consigli sono sempre utilissimi. Baci Ele

 

 

 

 

La pioggia di una fredda giornata autunnale batteva sulle vetrate del dodicesimo distretto quando Castle fece il suo ingresso, visibilmente concentrato a non rovesciare il contenuto del vassoio che portava in mano, ovvero quattro caffè caldi.

A quella vista Kate sorrise, mentre Ryan ed Esposito si avvicinarono allo scrittore con poca nonchalnce. - Hey amico..cosa ci hai portato di buono??- chiese prontamente l'ispanico -Già Castle, quali prelibatezze nascondi in quel vassoio?- gli fece eco l'irlandese.

 

-Buongiorno ragazzi- disse lo scrittore prendendo posto accanto a Kate e poggiando distrattamente sulla scrivania il vassoio contenente i caffè. -Hai un minuto Beckett? - le chiese infine a bassa voce.

Ma prima che questa potesse rispondere il rumore provocato dalla bevanda che si rovesciava rovinosamente a terra li interruppe - Il mio caffè!- si lamentò Esposito con tono seccato - Il caffè è per chi lavora Javier, e a me non sembra che voi due lo stiate facendo- li rimproverò Beckett. -

Agli ordini capo- scherzò Ryan dirigendosi poi verso la sua scrivania al fianco dell'ispanico.

 

 

-Allora cosa volermi chiedermi Castle?- gli domandò Kate passandosi una mano tra i capelli ancora intenta a redigere un verbale - Ho riflettuto questa mattina- a quelle parole la detective alzò lo sguardo su di lui - e mi sono reso conto di quanto fosse preoccupata Alexis solo quando poco dopo che te ne andassi mi ha proposto di annullare il suo stage alla Stanford per passare il Natale con me...- affermò Castle - non fraintendermi, non ero entusiasta all'idea che passasse il Natale lontano da casa, ma ne avevamo già discusso e lei era impaziente di partire... così ho tentato di conciliare le due cose e con la scusa di passare qualche giorno insieme negli Hemptons festeggeremo il nostro personale Natale in Novembre- ammise con un sorriso lo scrittore.

Kate sorrise di rimando: Rick era un padre eccezionale. Ma prima che potesse dire qualcosa lui continuò - Ora.. mi chiedevo se ti piacerebbe unirti a noi? Sarà solo per qualche giorno e tu hai montagne di ferie arretrat...- -Mi piacerebbe molto- lo interruppe Kate spiazzandolo: Certo Catle sperava che lei accettasse ma non pensava sarebbe stato così semplice.

- Oh..beh ... allora è deciso, potremmo partire questa sera stessa e raggiungere Al e mia madre che partiranno nel primo pomeriggio se per te va bene?- domandò cercando ci celare il suo incontenibile entusiasmo: non voleva forzarla o si sarebbe nuovamente allontanata, ma vista la tempestività con cui aveva accettato il suo invito non c'era da preoccuparsene. - Certamente, allora a più tardi Castle - rispose Kate con un sorriso radioso - A più tardi- disse lui in risposta dirigendosi verso l'ascensore.



Kate seduta nella penombra dell'auto osservava il paesaggio autunnale correre fuori dal finestrino: tra i cespugli color ruggine squillavano le note accese del rosso e del bianco di qualche fiore estivo. Il profilo scuro delle colline di Suffolk si stagliava alto sul gelido turchino del cielo, mentre la luce fioca degli ultimi raggi di sole calava dietro la volta delle nubi plumbee. - E' molto bello- disse volgendosi verso Castle. - Già da qui si gode di una splendida vista- constatò lo scrittore rivolgendo un sorriso sincero alla sua musa.

-Non mi riferivo al paesaggio Castle, ma a quello che fai per tua figlia- Rimasero in silenzio per qualche istante poi Richard prese la parola: - Sai Kate, quando nacque Alexis non ero certo di poter essere un buon padre, e tutt'ora me lo domando di tanto in tanto....- proferì l'uomo con una nota di malinconia - .... l'idea che un'altro essere sarebbe dipeso interamente da me mi spaventava terribilmente, poi la tenni in braccio ed ogni dubbio si dissipò, mi innamorai perdutamente di quella bambina stretta tra le mie braccia. Infine quando Meredith ci lasciò capì che era il momento di dedicarmi interamente a mia figlia...ero un padre solo con una bambina di pochi mesi ed un lavoro precario, non c'era più tempo per tirarsi indietro cedendo alle incertezze. Passai intere notti ad osservarla dormire con il portatile sulle gambe troppo assorto dalla sua perfezione per riuscire a scrivere anche una sola riga. Ed ancora adesso che ha diciassette anni guardandola non riesco a capacitarmi di come possa aver cresciuto una creatura così meravigliosa e non posso evitare di domandarmi se sia realmente merito mio... ma infondo qualsiasi cosa io abbia fatto ha funzionato!- termino l'uomo visibilmente commosso.

-Rick, io...- pronunciò Kate quando un rumore sordo la costrinse ad interrompersi. 

  
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