Effetti collaterali
Hibari squadrò
Tsuna da testa a piedi con lo stesso disgusto con cui Gokudera avrebbe guardato
un banchetto preparato da sua sorella. La tremenda sensazione di fastidio,
però, non era rivolta veramente al ragazzo, quanto a se stesso.
Come aveva fatto a
tremare di paura di fronte a lui fino a poco prima?
« Scommetto che non vedi l’ora di sfidarmi…
come io non resisto più dalla voglia di spaccarti quel visino sfrontato che
mostri sempre! »
« L’insofferenza è
reciproca, erbivoro, anche se ora sei un po’ più… interessante. »
Gokudera e Reborn
capirono al volo che uno scontro fra quei due avrebbe potenzialmente distrutto
la non già troppo sana casa di Tsuna, ma entrambi temevano che aprire bocca
significasse morire per mano indifferentemente di uno dei due.
« Se dovete
combattere, perché non uscite fuori? C’è più spazio e vi muoverete meglio! »
I due guardarono
Yamamoto come se fosse un folle, cosa in effetti forse non troppo lontana dal
vero.
Ryohei rincarò la
dose:« Yamamoto ha estremamente
ragione! »
Tsuna li fulminò
con lo sguardo:« Va bene, ma se
interverrete vi brucerò tutti senza alcun rimorso… sapete bene che neanche a
Hibari piacciono le interruzioni! Non è vero? »
Il ragazzo
chiamato in causa si limitò a uscire senza neanche rispondere e gli altri gli
andarono dietro.
Lo scontro stava
per cominciare, quando un’ombra s’intravide sull’erba del giardino. Vedendo
Gokudera accasciarsi, nessuno ebbe dubbi su chi si trattasse.
« Serve aiuto,
Tsuna? »
« Non t’intromettere per nessun motivo,
Bianchi, è uno scontro fra me e lui! Anzi, impedisci anche a questi pappemolli
di intervenire! È lo scontro che aspettavo da sempre… »
La ragazza si
allontanò allineandosi con gli altri spettatori, senza degnar loro uno sguardo.
« Ah, Bianchi, mettiti gli occhiali! »
Reborn alzò un
sopracciglio. Bianchi ubbidì immediatamente e Gokudera si alzò con la seria
intenzione di proclamare un inno in favore del suo Decimo.
« I mugolii di quello sfigato potrebbero
distrarmi durante lo scontro… »
Il ragazzo dai
capelli bianchi si morse la lingua, ma l’importante era poter assistere
decentemente allo scontro che si preannunciava epico senza dover morire per
riuscirci.
Senza mettersi
d’accordo, i due scattarono contemporaneamente, in una sequenza di attacchi e
schivate velocissima, quasi indefinibile per gli spettatori. Reborn non
staccava un occhio dall’orologio.
Dieci minuti… almeno dieci minuti…
Il tempo,
all’interno di quella bolgia infernale, sembrava non esistere. Si misurava a
respiri. I secondi non sarebbero bastati per ragionare sulla mossa da
effettuare. Né Tsuna né Hibari pensavano, lasciavano che il loro corpo si
muovesse liberamente, senza limiti. Sapevano entrambi che l’avversario era
degno di uno scontro senza limitazioni.
Hibari schivava i
pugni infuocati e rispondeva con i tonfa, ma non era rilassato come al solito.
Anche se era tornato quello di sempre, qualcosa lo tormentava. Qualcosa
chiamato ricordi.
Aveva sperato di
dimenticare tutto quello che aveva provato e fatto in quei due giorni, di
scordare che, da qualche parte celata nella sua anima, c’era anche un piccolo
debole spirito da erbivoro, da pecorella… sentimenti che non poteva più
provare, ma che ricordava fin troppo bene.
D’altro canto
anche Tsuna era un pochino distratto. Da quando lo aveva colpito quel bazooka
si era ritrovato ad ammettere che Hibari, dopotutto, era il suo esempio e
rivale. Ammirava il suo sangue freddo e la sua apparente crudeltà. Solo
apparente, purtroppo. La sua però era vera e gliel’avrebbe dimostrato.
« Sei distratto, Hibari… cosa ti tormenta?
Lascia che la mia super-intuizione lo legga… »
« Zitto e
combatti, erbivoro! »
« Ti stai chiedendo come hai fatto ad avere
paura di me… paura… perché era questo che provavi, vero? »
« Piantala! »
Tsuna sorrise. Non
gli bastava sconfiggere Hibari. Troppo poco crudele, non degno del suo idolo.
Se lo voleva battere, lo doveva distruggere anche psicologicamente.
« Eri tanto carino, prima, quando avevi paura
di quel ciliegio… »
Il volto di Hibari
assunse un colorito più vivace e i suoi attacchi si fecero più violenti.
« Colpito e affondato… »
« SMETTILA!!! »
Hibari sbatté
Tsuna contro il muro, con un tonfa a immobilizzarlo al collo.
« Smettila… »
Tsuna lo guardò
con tanto d’occhi. Hibari si rese conto che qualcosa di bagnato gli stava sfiorando
le guance. Con una mano si toccò il volto.
Lacrime?
Come poteva lui, Hibari Kyouya, piangere? E
per cosa, poi?
« Hibari… tu… »
« STAI ZITTO!!! »
Un tonfa si
diresse dritto verso il petto di Tsuna. Il ragazzo si abbassò di colpo,
proteggendo con le mani la tasca della divisa scolastica.
« MA SEI SCEMO?
POTEVI FERIRE LEON!!! »
« COSA ME NE
IMPORTA!!! »
« IMPORTA A ME, CRETINO! NON LO VEDI CHE HA LA FEBBRE? »
Hibari guardò il
suo avversario sconvolto.
« Tu… ti stai preoccupando per lui? »
« PER LUI E PER
TE! PERCHÉ STAI ANCORA PIANGENDO, HIBARI? NON SEI TORNATO QUELLO DI SEMPRE?
STAI PIANGENDO PER ME? IO… io non voglio che nessuno pianga per me, non voglio che nessuno abbia compassione per me, o che soffra
per me… io… io… ma che sto dicendo? Che sto facendo?
»
Tsuna si appoggiò
al muro, con una mano sulla fronte. Le sue fiamme si spensero come se non
fossero mai esistite e i suoi guanti tornarono bianchi.
« Cosa mi sta
succedendo? »
« DECIMO!!! »
Gokudera corse
verso di lui con le lacrime agli occhi, ma Reborn gli gridò:« Fermo!!! Gli
effetti potrebbero non ancora essere conclusi! Forse è un trucco, lo Tsuna di
adesso ne sarebbe anche capace! »
Il ragazzo lo
ignorò e corse a buttarsi fra le braccia del suo Decimo con gli occhi ricolmi
di lacrime di commozione.
« G-Gokudera! »
« Decimo! È lei,
lo so, lo sento! »
« Sì… sì, sono io,
ma adesso calmati, per favore… »
« Oh, Decimo, non
ha idea di quanto mi sia mancato… »
Tsuna, ancora con
le idee un po’ confuse, stava per rispondergli, quando una voce poco rassicurante
lo fece trasalire.
« Tu hai
interrotto lo scontro di Tsuna… devo punirti, così come mi ha ordinato di fare…
»
Gokudera sbiancò:«
Oh oh… »
Tsuna gridò con la
sua vocina acuta che tanto era mancata ai suoi amici:« Perché lei non è tornata
normale? »
Reborn rispose:« È
finito solo l’effetto del bazooka, ImbranaTsuna, non l’illusione che le hai
fatto! Devi essere tu a liberarla! »
« Io? Ma se non so
neanche come ho fatto! »
Gokudera
indietreggiò, preoccupato dai due enormi vassoi che sua sorella teneva in
mano:« Veda di ricordarselo in fretta, Decimo! »
Tsuna iniziò a
sudare copiosamente, con il cuore a diecimila. Avrebbe voluto un po’ del sangue
freddo che aveva sfoggiato fino a poco prima per poter pensare razionalmente,
ma sembrava proprio che la calma l’avesse abbandonato del tutto.
Provò a pararsi di
fronte a Gokudera:« Fermati, Bianchi! »
Lei lo ignorò
tranquillamente. Tsuna cercò di ragionare: doveva ordinarglielo usando
contemporaneamente le fiamme della Nebbia di Mukuro… ma come, visto che erano
contenute nei suoi guanti neri?
Mentre Bianchi,
lentamente, si toglieva gli occhiali per far soffrire di più il malcapitato
Gokudera, Tsuna sentì un movimento nel suo taschino e abbassò lo sguardo:«
Leon? »
Reborn intervenì:«
Ti sta dicendo che si sente un po’ meglio e può tentare di sparare un
proiettile… forse in Hyper-Mode riuscirai a calmare Bianchi! »
Tsuna prese il
camaleonte in mano:« Sei sicuro? »
Leon annuì e Tsuna
lo lanciò verso Reborn, che lo afferrò al volo e gli sparò nel giro di un
secondo. La fiamma arancione dell’ultimo desiderio svettò sulla fronte del
ragazzo e i guanti tornarono neri, mentre il piccolo camaleonte si afflosciò
svenuto sulla mano di Reborn, esausto per lo sforzo.
« Bianchi… ora basta! »
La donna
s’immobilizzò al comando, mentre Hibari osservò con attenzione Tsuna. Sì, il
suo tono di voce era molto serio e determinato, ma non più velato da quella
nota sadica e malvagia.
Tsuna si avvicinò
e mise una mano sulla spalla di Bianchi, che s’illuminò di una tenue luce
indaco, e la tolse solo quando la luce iniziò a farsi rossa. La ragazza cadde a
terra priva di sensi, venendo prontamente soccorsa da Yamamoto e Ryohei.
« Se avessi continuato le avrei assorbito
anche le sue Fiamme della Tempesta… o almeno credo. Dovrebbe essere tornata
normale. »
« Speriamo,
ImbranaTsuna… »
« Queste fiamme sono troppo pericolose, sarà
meglio restituirle al legittimo proprietario… ma temo che prima di arrivare
l’effetto del proiettile sarà finito… »
Yamamoto sorrise:«
Perché non usi il teletrasporto? Prima l’hai fatto! »
Tsuna abbassò lo
sguardo:« Non so… se ne sono ancora in
grado… »
« Ma certo che ne
è in grado, Decimo! Noi abbiamo fiducia in lei! »
Reborn gli salì
sulla spalla:« L’unica è tentare. Io verrò con te. »
Il ragazzo annuì,
chiuse gli occhi e sparì in un guizzo arancione.
Tsuna indugiò
prima di riaprire gli occhi. Ce l’aveva fatta?
« Guarda tu
stesso, ImbranaTsuna… »
Tsuna sospirò
sollevato. Era di nuovo nella fabbrica abbandonata. Su un divanetto molto
malmesso era coricata Chrome, più pallida del solito, per quanto possibile.
Tsuna le si
avvicinò senza fare rumore e le prese delicatamente la mano.
« B-Boss? »
« Sssh… tranquilla, è tutto a posto, sono
tornato normale! »
« Boss… »
« Non ti sforzare, sei debole senza le tue
fiamme… dammi qualche secondo e te le restituisco, ok? »
Le mani di Tsuna
s’illuminarono di una tenue luce color indaco, così come il corpo di Chrome. Le
gote della ragazza tornarono ad avere un po’ di colore, mentre i suoi guanti
tornarono com’erano sempre stati.
« Ecco fatto! E perdonami, se puoi, per quello
che ti ho fatto… »
La ragazza
sorrise, ancora un po’ stanca:« Non ha importanza… bentornato, Boss! »
« Grazie, Chrome… »
Un altro guizzo e
Tsuna sparì di nuovo.
« Eh? Eh? AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!
»
« DECIMO!!! »
« TSUNA!!! »
« SAWADA!!! »
« COME CI SONO
FINITO QUI??? TIRATEMI GIÚ, TIRATEMI
GIÚ!!! »
Tsuna si afferrò
con tutte le sue forze al comignolo della sua casa.
Reborn saltò sul
tetto:« È finito l’effetto del proiettile, e senza quello sei tornato a essere
il solito ImbranaTsuna… »
« Ok, ne sono
felice… ma lo sarei di più COI PIEDI PER TERRA!!! Reborn, aiutami!!! »
« Arrangiati! »
« Ma come? Prima non
mi hai detto che eravamo amici? »
« Mentivo spudoratamente
nella speranza di farti abbassare la guardia… »
« Cosa? Non ci
credo! »
« Libero di
pensarla come vuoi… »
Reborn saltò giù
dal tetto atterrando senza nemmeno un graffio.
« Ehi! Ehi!
Qualcuno mi faccia scendere, per favore!!! »
« Tranquillo, Decimo,
la salviamo noi! »
« Ti aiutiamo all’estremo, Sawada! »
Hibari guardò la
scena infastidito e girò i tacchi senza dire una parola. Nessuno si accorse che
non era più lì.
Dopo essere sceso
ed essersi calmato, Tsuna si sfogò con i suoi amici.
« Sembrava quasi
che mi avessero preso il cervello e me l’avessero rivoltato sottosopra! Più mi
rendevo conto che il mio atteggiamento era sbagliato e più non riuscivo a
comportarmi diversamente! Sembrava un incubo da cui non riuscivo a svegliarmi,
come se mi stessi guardando da un televisore e non riuscissi a cambiare canale!
»
Gokudera morse un
fazzoletto ormai zuppo di lacrime:« Oh, Decimo! »
« Meno male che è
finita! Se ripenso a tutte le cattiverie che vi ho fatto, che ho pensato… a
voi, a Chrome, a Mukuro, a Bianchi e a… »
Tsuna sbarrò gli
occhi, arrossì di colpo e corse a chiudersi in camera sua a chiave.
Yamamoto lo
raggiunse subito:« Tsuna, cosa succede? »
L’urlo
dall’interno lo fece sobbalzare:« SUCCEDE CHE IO SONO UN MOSTRO!!! NON MERITO
DI USCIRE DI QUA!!! »
Gokudera li
raggiunse:« Suvvia, Decimo, cosa avrà fatto di così grave da… »
« HO QUASI UCCISO
KYOKO E HARU, ECCO COSA HO FATTO!!! »
Gokudera sbiancò:«
Ah… questa non la sapevo… »
Ryohei saltò verso
la porta:« COSA STAVI PER FARE ALLA MIA SORELLINA??? MA IO TI AMMAZZO ALL’ESTREMO!!! »
Mentre Yamamoto e
Gokudera cercavano di calmare il pugile, all’interno della stanza Tsuna
piangeva con la testa affondata nel cuscino.
Come aveva potuto…
come aveva potuto anche solo pensare di fare del male alla sua dolce Kyoko? E
anche Haru… lei che l’aveva sempre aiutato e incoraggiato…
« Sono un mostro…
»
« E ora che l’hai
scoperto cosa pensi di fare, ImbranaTsuna? Rimanere per sempre chiuso in questa
camera? »
Tsuna si rialzò
dal letto asciugandosi le lacrime, per nulla sorpreso di vedere il suo tutor:«
E anche se fosse, Reborn? »
« Per me non c’è
alcun problema, posso insegnarti anche da qui… anzi, così inizierai ad
abituarti casomai fra qualche anno finissi in carcere! »
« Io non finirò mai
in carcere! E per cosa, poi? »
« Per mafia,
spero! »
« Io non finirò in
carcere, punto e basta! »
« E quello a cui
ti stai condannando cos’è? »
Tsuna non rispose.
« Non eri in te
quando hai pensato e fatto quelle cose, Tsuna… »
« Non voglio
provare mai più quelle sensazioni, mai più! Non buttarmi più in quel bazooka,
Reborn, so che l’hai fatto perché era un’emergenza, ma… »
« Non lo farò.
L’ho già impacchettato e rispedito in Italia, nonostante le proteste di quel
cretino vestito da mucca… »
« Meno male… »
Reborn sorrise:«
Però non tutto il male viene per nuocere… hai scoperto delle nuove capacità! »
« Capacità molto
pericolose, Reborn, troppo… non le userò più, almeno fino a quando non sarò
abbastanza abile da poterle controllare… anche se sinceramente spero di non
dover mai affinare le mie capacità fino a quel punto! Spero che questa storia
della mafia si concluda molto prima… »
L’Arcobaleno
annuì. Era una scelta molto saggia, se non l’avesse proposta Tsuna
gliel’avrebbe suggerita lui. Ma era certo fin da subito che quella sarebbe stata
la sua scelta.
« E poi tu non eri
così cattivo, Tsuna… »
« Ah no? Avanti,
dimmi una cosa buona che ho fatto nelle ultime tre ore, una sola! »
« Hai liberato
Gokudera, Yamamoto e Ryohei prima di andartene, senza che nessuno te lo
chiedesse. »
Tsuna sbarrò gli
occhi. Era vero.
« Non solo. Hai
fatto in modo di affrontare Mukuro e non Chrome, lei non avrebbe retto allo
sforzo… potevi assorbire le Fiamme della Nebbia anche da lei, ma hai voluto per
forza lui! Hai spaventato Kyoko e Haru, ma non le hai uccise, anche se ne hai
avuto la possibilità, non hai fatto del male a Bianchi nonostante l’avessi
sotto il tuo perfetto controllo e hai aspettato apposta che Hibari tornasse
normale per affrontarlo! Non hai fatto nulla di veramente irreparabile,
pensaci! »
« Ma ho cercato di
uccidere te! »
« Non saresti mica
il primo allievo che ci prova! »
« Ah no? Allora
qualcuno è riuscito a criticare i tuoi metodi… »
Reborn colpì sulla
testa Tsuna, che si piegò dal dolore.
« Nessun
contestatore è vissuto abbastanza a lungo per esprimere fino in fondo le sue
critiche… »
Tsuna alzò lo
sguardo con una sofferta lacrimuccia:« Ah, ecco, mi sembrava… »
Reborn gli
sorrise, comprensivo:« Non mi avresti mai colpito, lo sapevi… tu volevi essere fermato, altrimenti perché
tornare proprio nel posto più ovvio, dove saremmo sicuramente venuti a
cercarti? Potevi andartene da Namimori e fare una rivoluzione, forse persino
conquistare il mondo con quei poteri! E invece sei rimasto qui, dove potevamo
fermarti… e la scusa di prendere Leon in ostaggio? Ridicola! »
Tsuna ripensò
dubbioso a tutte quelle cose, ma Reborn si tenne per sé la prova più
importante.
Solo lui si era
reso conto che Tsuna non aveva mai smesso di lottare per tornare il solito. Era
l’unico che aveva notato che era tornato in sé ben cinque minuti prima del
limite minimo previsto ed era enormemente fiero di lui per questo, anche se non
gliel’avrebbe mai detto.
« Avanti, esci di
qui, hai un po’ di persone a cui chiedere scusa… »
Tsuna annuì e si
avvicinò alla porta.
« Reborn… ma un
boss della mafia può chiedere scusa? »
« Saper
riconoscere i propri errori è la prima prerogativa, Tsuna, perciò fila! »
Il ragazzo
sorrise. Dopotutto Reborn sapeva sempre cosa gli passava per la testa,
qualsiasi metodo stesse usando per farlo…
« E tranquillo,
Ryohei non ti ucciderà… per questa volta! »
« Reborn!!! Sei
sempre nella mia testa!!! »
Il ragazzo aprì la
porta della stanza.
« È la più
interessante, almeno da queste parti… ah, giusto, c’è una cosa che non ti ho ancora
detto! »
Tsuna si bloccò sulla
porta:« Cosa? »
« Permesso… »
« È lui! Chikusa,
blocchiamolo! »
Tsuna iniziò ad
agitarsi:« Aspettate! Sono normale ora! Sono qui per chiedere scusa! »
« Non ti crediamo!
»
Reborn saltò sulla
testa del suo allievo:« Credigli, confermo io! »
I due ragazzi si
tranquillizzarono e lo fecero passare.
« Chrome? »
« Boss! »
Tsuna arrossì:«
Sono venuto a vedere come stai… e a scusarmi! Tieni! Sono dolcetti! Anche se
non ho capito perché Reborn insisteva perché te li portassi tutti all’ananas…
ne vai così matta? Io per sicurezza li ho presi misti… »
La ragazza
sorrise:« Grazie Boss! »
Ken, rapido come
un drogato di zucchero in crisi d’astinenza, rubò la scatola:« Dolcetti! »
Tsuna lo afferrò
fulmineo dal polso fulminandolo con lo sguardo:« Posali subito, brutto cagnaccio schifoso o io ti… oh no! Di nuovo!
»
Il ragazzo lo
lasciò andare, si tappò la bocca e si diresse verso il muro più vicino per
sbatterci la testa, una botta a ogni parola pronunciata:« Maledetti. Effetti.
Collaterali!!! Ma. Perché. Non. Mi. Lasciano. In. Pace??? »
Reborn sorrise:«
Scusatelo, ancora per oggi, di tanto in tanto, si rimette a parlare come quando
era sotto l’effetto del bazooka… »
Tsuna sospirò,
sperando che quell’incubo avesse presto fine.
Chissà come se la
stava cavando Hibari…
Tre giorni dopo il
presidente della Commissione Disciplinare aveva già nuovamente instaurato il
suo governo di terrore e disciplina nella scuola. Nessuno osò chiedergli cosa
avesse fatto nei due giorni di assenza e lui non si degnò di fornire
spiegazioni.
Se ne stava sul
tetto ad accarezzare Hi-Bird, come sempre.
« Hibari! Hibari! »
Il ragazzo sorrise
all’acuto richiamo del suo uccellino.
« Sì, sono
tornato, finalmente… »
« Anche tu alle
prese con gli effetti collaterali del bazooka, eh, Hibari? »
Il ragazzo non si
voltò nemmeno, ma afferrò uno dei suoi tonfa:« Bambino… cosa ci fai nella mia
scuola? Potrei morderti a morte, per questo… »
Reborn guardò la
schiena di Hibari con aria divertita:« Oh, facevo solo prendere un po’ d’aria
al mio Leon, visto che sembra guarito dalla febbre! E, a proposito… Hi-Bird ti
sta dicendo che non te ne sei mai andato! »
Hibari non lo
degnò di uno sguardo, ma posò l’arma e riprese ad accarezzare l’uccellino.
Reborn continuò il
suo discorso:« Secondo le istruzioni del bazooka per un paio di giorni successivi
alla fine del cambio caratteriale potrebbero esserci dei piccoli effetti
collaterali… strascichi del vecchio modo di comportarsi… »
Hibari continuò a
fare finta d’ignorarlo e ad accarezzare Hi-Bird.
« … ad esempio quella lacrimuccia durante lo scontro
con Tsuna… »
Il movimento
ripetitivo del dito di Hibari cessò.
« Tranquillo, non
dirò nulla. Ora vado, devo tornare da Tsuna, prima che combini altri guai! Ci
vediamo, Hibari! »
Hibari riprese ad
accarezzare il suo uccellino come se nulla fosse, ma se Reborn avesse potuto
vederlo in faccia avrebbe notato il suo acceso rossore dovuto, più che alla
scena imbarazzante, a un pensiero che proprio non era riuscito a trattenere e
di cui si vergognava profondamente.
Grazie, Reborn…
L’Arcobaleno gli
diede le spalle a sua volta dirigendosi verso casa. Non gli avrebbe fatto
notare che gli effetti collaterali del bazooka erano già finiti da un pezzo.
« Non c’è di che,
Hibari… »
Eccoci
qua! Signori, la nostra piccola avventura è ufficialmente finita! Mentre i
fazzoletti asciugheranno le vostre lacrime che scendono ininterrotte stile
Hibari dopo il trattamento col bazooka (se, come no, smettiamola che è meglio,
va! È più probabile che stiate festeggiando la fine di questa schifezza!), devo
ringraziare tutti, ma proprio tutti:
-
tutti i lettori silenziosi;
-
Emy Kuran, che l’ha messa fra i preferiti;
-
Nothing, che l’ha messa fra le ricordate;
-
darkroxas92, fanff, fliflai, Icaro4sVala, Kyoite e Sakurax16 per
averla messa fra le seguite;
-
Sakurax16, Eli Pazzoide, Kyoite, darkroxas92, Saruwatari_Asuka
per aver commentato i precedenti capitoli.
Inoltre,
uno specialissimo ringraziamento a Sakurax16, perché è stata lei a insistere perché
questa storia venisse scritta e pubblicata e non rimanesse solo una mia malsana
fantasia per passare il tempo in pullman, e per la sua frase che ho rubato
nello scorso capitolo “Nessuno può maltrattare quella cretina di mia sorella a parte
il sottoscritto!” che ho messo in bocca a Gokudera. Mi fa ridere solo che,
conoscendola, le ho fatto tutte queste lodi e poi probabilmente leggerà solo la
storia e tutto questo pezzo verrà bellamente ignorato, ma non fa nulla…
Che altro
dire? Per un po’ non ho in programma di scrivere altre storie su Reborn, perché
prima di tutto devo finire la mia ormai lunghissima storia su Soul Eater, e poi
ho in programma un cross-over fra due fumetti Disney (PKNA e MM, se qualcuno li
conosce) e una parodia letteraria con i personaggi di Dragon Ball… ma non è
detto che prima o poi non torni su questo fandom! Nell’attesa, se volete,
potete leggere la mia storia precedente, “Cronache
di un bazooka impazzito e di un Arcobaleno improvvisamente adolescente”,
dove il bazooka di Lambo torna a fare guai…
Bene,
finito di farmi pubblicità, posso chiudere qui!
Alla
prossima storia! E, per l’ultima volta, …
… CIAOSSU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata
92