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Autore: hinata 92    09/08/2012    5 recensioni
La famiglia Bovino decide di recapitare al piccolo Lambo una nuovissima arma dagli effetti mooolto imprevisti...
Nel giro di un giorno, infatti, il nostro povero Tsuna si ritroverà pieno di compiti, minacciato un misterioso avvertimento proveniente dal futuro... e con un Hibari reso improvvisamente dolce, carino e sensibile!
Riuscirà la famiglia Vongola a salvare il salvabile senza impazzire?
Una storia basata su un paio di personaggi volutamente OOC e dalle reazioni degli altri che spero vi strappi almeno un sorriso!
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyoya Hibari, Lambo, Reborn, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Effetti collaterali

Effetti collaterali

 

 

Hibari squadrò Tsuna da testa a piedi con lo stesso disgusto con cui Gokudera avrebbe guardato un banchetto preparato da sua sorella. La tremenda sensazione di fastidio, però, non era rivolta veramente al ragazzo, quanto a se stesso.

 

Come aveva fatto a tremare di paura di fronte a lui fino a poco prima?

 

« Scommetto che non vedi l’ora di sfidarmi… come io non resisto più dalla voglia di spaccarti quel visino sfrontato che mostri sempre! »

« L’insofferenza è reciproca, erbivoro, anche se ora sei un po’ più… interessante. »

Gokudera e Reborn capirono al volo che uno scontro fra quei due avrebbe potenzialmente distrutto la non già troppo sana casa di Tsuna, ma entrambi temevano che aprire bocca significasse morire per mano indifferentemente di uno dei due.

« Se dovete combattere, perché non uscite fuori? C’è più spazio e vi muoverete meglio! »

I due guardarono Yamamoto come se fosse un folle, cosa in effetti forse non troppo lontana dal vero.

Ryohei rincarò la dose:« Yamamoto ha estremamente ragione! »

Tsuna li fulminò con lo sguardo:« Va bene, ma se interverrete vi brucerò tutti senza alcun rimorso… sapete bene che neanche a Hibari piacciono le interruzioni! Non è vero? »

Il ragazzo chiamato in causa si limitò a uscire senza neanche rispondere e gli altri gli andarono dietro.

Lo scontro stava per cominciare, quando un’ombra s’intravide sull’erba del giardino. Vedendo Gokudera accasciarsi, nessuno ebbe dubbi su chi si trattasse.

« Serve aiuto, Tsuna? »

« Non t’intromettere per nessun motivo, Bianchi, è uno scontro fra me e lui! Anzi, impedisci anche a questi pappemolli di intervenire! È lo scontro che aspettavo da sempre… »

La ragazza si allontanò allineandosi con gli altri spettatori, senza degnar loro uno sguardo.

« Ah, Bianchi, mettiti gli occhiali! »

Reborn alzò un sopracciglio. Bianchi ubbidì immediatamente e Gokudera si alzò con la seria intenzione di proclamare un inno in favore del suo Decimo.

« I mugolii di quello sfigato potrebbero distrarmi durante lo scontro… »

Il ragazzo dai capelli bianchi si morse la lingua, ma l’importante era poter assistere decentemente allo scontro che si preannunciava epico senza dover morire per riuscirci.

 

Senza mettersi d’accordo, i due scattarono contemporaneamente, in una sequenza di attacchi e schivate velocissima, quasi indefinibile per gli spettatori. Reborn non staccava un occhio dall’orologio.

Dieci minuti… almeno dieci minuti…

 

Il tempo, all’interno di quella bolgia infernale, sembrava non esistere. Si misurava a respiri. I secondi non sarebbero bastati per ragionare sulla mossa da effettuare. Né Tsuna né Hibari pensavano, lasciavano che il loro corpo si muovesse liberamente, senza limiti. Sapevano entrambi che l’avversario era degno di uno scontro senza limitazioni.

Hibari schivava i pugni infuocati e rispondeva con i tonfa, ma non era rilassato come al solito. Anche se era tornato quello di sempre, qualcosa lo tormentava. Qualcosa chiamato ricordi.

Aveva sperato di dimenticare tutto quello che aveva provato e fatto in quei due giorni, di scordare che, da qualche parte celata nella sua anima, c’era anche un piccolo debole spirito da erbivoro, da pecorella… sentimenti che non poteva più provare, ma che ricordava fin troppo bene.

D’altro canto anche Tsuna era un pochino distratto. Da quando lo aveva colpito quel bazooka si era ritrovato ad ammettere che Hibari, dopotutto, era il suo esempio e rivale. Ammirava il suo sangue freddo e la sua apparente crudeltà. Solo apparente, purtroppo. La sua però era vera e gliel’avrebbe dimostrato.

 

« Sei distratto, Hibari… cosa ti tormenta? Lascia che la mia super-intuizione lo legga… »

« Zitto e combatti, erbivoro! »

« Ti stai chiedendo come hai fatto ad avere paura di me… paura… perché era questo che provavi, vero? »

« Piantala! »

Tsuna sorrise. Non gli bastava sconfiggere Hibari. Troppo poco crudele, non degno del suo idolo. Se lo voleva battere, lo doveva distruggere anche psicologicamente.

« Eri tanto carino, prima, quando avevi paura di quel ciliegio… »

Il volto di Hibari assunse un colorito più vivace e i suoi attacchi si fecero più violenti.

« Colpito e affondato… »

« SMETTILA!!! »

Hibari sbatté Tsuna contro il muro, con un tonfa a immobilizzarlo al collo.

« Smettila… »

Tsuna lo guardò con tanto d’occhi. Hibari si rese conto che qualcosa di bagnato gli stava sfiorando le guance. Con una mano si toccò il volto.

 

Lacrime?

 

Come poteva lui, Hibari Kyouya, piangere? E per cosa, poi?

 

« Hibari… tu… »

« STAI ZITTO!!! »

Un tonfa si diresse dritto verso il petto di Tsuna. Il ragazzo si abbassò di colpo, proteggendo con le mani la tasca della divisa scolastica.

« MA SEI SCEMO? POTEVI FERIRE LEON!!! »

« COSA ME NE IMPORTA!!! »

« IMPORTA A ME, CRETINO! NON LO VEDI CHE HA LA FEBBRE? »

Hibari guardò il suo avversario sconvolto.

« Tu… ti stai preoccupando per lui? »

« PER LUI E PER TE! PERCHÉ STAI ANCORA PIANGENDO, HIBARI? NON SEI TORNATO QUELLO DI SEMPRE? STAI PIANGENDO PER ME? IO… io non voglio che nessuno pianga per me, non voglio che nessuno abbia compassione per me, o che soffra per me… io… io… ma che sto dicendo? Che sto facendo? »

Tsuna si appoggiò al muro, con una mano sulla fronte. Le sue fiamme si spensero come se non fossero mai esistite e i suoi guanti tornarono bianchi.

« Cosa mi sta succedendo? »

« DECIMO!!! »

Gokudera corse verso di lui con le lacrime agli occhi, ma Reborn gli gridò:« Fermo!!! Gli effetti potrebbero non ancora essere conclusi! Forse è un trucco, lo Tsuna di adesso ne sarebbe anche capace! »

Il ragazzo lo ignorò e corse a buttarsi fra le braccia del suo Decimo con gli occhi ricolmi di lacrime di commozione.

« G-Gokudera! »

« Decimo! È lei, lo so, lo sento! »

« Sì… sì, sono io, ma adesso calmati, per favore… »

« Oh, Decimo, non ha idea di quanto mi sia mancato… »

Tsuna, ancora con le idee un po’ confuse, stava per rispondergli, quando una voce poco rassicurante lo fece trasalire.

« Tu hai interrotto lo scontro di Tsuna… devo punirti, così come mi ha ordinato di fare… »

Gokudera sbiancò:« Oh oh… »

Tsuna gridò con la sua vocina acuta che tanto era mancata ai suoi amici:« Perché lei non è tornata normale? »

Reborn rispose:« È finito solo l’effetto del bazooka, ImbranaTsuna, non l’illusione che le hai fatto! Devi essere tu a liberarla! »

« Io? Ma se non so neanche come ho fatto! »

Gokudera indietreggiò, preoccupato dai due enormi vassoi che sua sorella teneva in mano:« Veda di ricordarselo in fretta, Decimo! »

Tsuna iniziò a sudare copiosamente, con il cuore a diecimila. Avrebbe voluto un po’ del sangue freddo che aveva sfoggiato fino a poco prima per poter pensare razionalmente, ma sembrava proprio che la calma l’avesse abbandonato del tutto.

Provò a pararsi di fronte a Gokudera:« Fermati, Bianchi! »

Lei lo ignorò tranquillamente. Tsuna cercò di ragionare: doveva ordinarglielo usando contemporaneamente le fiamme della Nebbia di Mukuro… ma come, visto che erano contenute nei suoi guanti neri?

Mentre Bianchi, lentamente, si toglieva gli occhiali per far soffrire di più il malcapitato Gokudera, Tsuna sentì un movimento nel suo taschino e abbassò lo sguardo:« Leon? »

Reborn intervenì:« Ti sta dicendo che si sente un po’ meglio e può tentare di sparare un proiettile… forse in Hyper-Mode riuscirai a calmare Bianchi! »

Tsuna prese il camaleonte in mano:« Sei sicuro? »

Leon annuì e Tsuna lo lanciò verso Reborn, che lo afferrò al volo e gli sparò nel giro di un secondo. La fiamma arancione dell’ultimo desiderio svettò sulla fronte del ragazzo e i guanti tornarono neri, mentre il piccolo camaleonte si afflosciò svenuto sulla mano di Reborn, esausto per lo sforzo.

« Bianchi… ora basta! »

La donna s’immobilizzò al comando, mentre Hibari osservò con attenzione Tsuna. Sì, il suo tono di voce era molto serio e determinato, ma non più velato da quella nota sadica e malvagia.

Tsuna si avvicinò e mise una mano sulla spalla di Bianchi, che s’illuminò di una tenue luce indaco, e la tolse solo quando la luce iniziò a farsi rossa. La ragazza cadde a terra priva di sensi, venendo prontamente soccorsa da Yamamoto e Ryohei.

« Se avessi continuato le avrei assorbito anche le sue Fiamme della Tempesta… o almeno credo. Dovrebbe essere tornata normale. »

« Speriamo, ImbranaTsuna… »

« Queste fiamme sono troppo pericolose, sarà meglio restituirle al legittimo proprietario… ma temo che prima di arrivare l’effetto del proiettile sarà finito… »

Yamamoto sorrise:« Perché non usi il teletrasporto? Prima l’hai fatto! »

Tsuna abbassò lo sguardo:« Non so… se ne sono ancora in grado… »

« Ma certo che ne è in grado, Decimo! Noi abbiamo fiducia in lei! »

Reborn gli salì sulla spalla:« L’unica è tentare. Io verrò con te. »

Il ragazzo annuì, chiuse gli occhi e sparì in un guizzo arancione.

 

Tsuna indugiò prima di riaprire gli occhi. Ce l’aveva fatta?

« Guarda tu stesso, ImbranaTsuna… »

Tsuna sospirò sollevato. Era di nuovo nella fabbrica abbandonata. Su un divanetto molto malmesso era coricata Chrome, più pallida del solito, per quanto possibile.

Tsuna le si avvicinò senza fare rumore e le prese delicatamente la mano.

« B-Boss? »

« Sssh… tranquilla, è tutto a posto, sono tornato normale! »

« Boss… »

« Non ti sforzare, sei debole senza le tue fiamme… dammi qualche secondo e te le restituisco, ok? »

Le mani di Tsuna s’illuminarono di una tenue luce color indaco, così come il corpo di Chrome. Le gote della ragazza tornarono ad avere un po’ di colore, mentre i suoi guanti tornarono com’erano sempre stati.

« Ecco fatto! E perdonami, se puoi, per quello che ti ho fatto… »

La ragazza sorrise, ancora un po’ stanca:« Non ha importanza… bentornato, Boss! »

« Grazie, Chrome… »

Un altro guizzo e Tsuna sparì di nuovo.

 

« Eh? Eh? AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!! »

« DECIMO!!! »

« TSUNA!!! »

« SAWADA!!! »

« COME CI SONO FINITO QUI??? TIRATEMI GIÚ, TIRATEMI GIÚ!!! »

Tsuna si afferrò con tutte le sue forze al comignolo della sua casa.

Reborn saltò sul tetto:« È finito l’effetto del proiettile, e senza quello sei tornato a essere il solito ImbranaTsuna… »

« Ok, ne sono felice… ma lo sarei di più COI PIEDI PER TERRA!!! Reborn, aiutami!!! »

« Arrangiati! »

« Ma come? Prima non mi hai detto che eravamo amici? »

« Mentivo spudoratamente nella speranza di farti abbassare la guardia… »

« Cosa? Non ci credo! »

« Libero di pensarla come vuoi… »

Reborn saltò giù dal tetto atterrando senza nemmeno un graffio.

« Ehi! Ehi! Qualcuno mi faccia scendere, per favore!!! »

« Tranquillo, Decimo, la salviamo noi! »

« Ti aiutiamo all’estremo, Sawada! »

Hibari guardò la scena infastidito e girò i tacchi senza dire una parola. Nessuno si accorse che non era più lì.

 

Dopo essere sceso ed essersi calmato, Tsuna si sfogò con i suoi amici.

« Sembrava quasi che mi avessero preso il cervello e me l’avessero rivoltato sottosopra! Più mi rendevo conto che il mio atteggiamento era sbagliato e più non riuscivo a comportarmi diversamente! Sembrava un incubo da cui non riuscivo a svegliarmi, come se mi stessi guardando da un televisore e non riuscissi a cambiare canale! »

Gokudera morse un fazzoletto ormai zuppo di lacrime:« Oh, Decimo! »

« Meno male che è finita! Se ripenso a tutte le cattiverie che vi ho fatto, che ho pensato… a voi, a Chrome, a Mukuro, a Bianchi e a… »

Tsuna sbarrò gli occhi, arrossì di colpo e corse a chiudersi in camera sua a chiave.

Yamamoto lo raggiunse subito:« Tsuna, cosa succede? »

L’urlo dall’interno lo fece sobbalzare:« SUCCEDE CHE IO SONO UN MOSTRO!!! NON MERITO DI USCIRE DI QUA!!! »

Gokudera li raggiunse:« Suvvia, Decimo, cosa avrà fatto di così grave da… »

« HO QUASI UCCISO KYOKO E HARU, ECCO COSA HO FATTO!!! »

Gokudera sbiancò:« Ah… questa non la sapevo… »

Ryohei saltò verso la porta:« COSA STAVI PER FARE ALLA MIA SORELLINA??? MA IO TI AMMAZZO ALL’ESTREMO!!! »

Mentre Yamamoto e Gokudera cercavano di calmare il pugile, all’interno della stanza Tsuna piangeva con la testa affondata nel cuscino.

 

Come aveva potuto… come aveva potuto anche solo pensare di fare del male alla sua dolce Kyoko? E anche Haru… lei che l’aveva sempre aiutato e incoraggiato…

 

« Sono un mostro… »

« E ora che l’hai scoperto cosa pensi di fare, ImbranaTsuna? Rimanere per sempre chiuso in questa camera? »

Tsuna si rialzò dal letto asciugandosi le lacrime, per nulla sorpreso di vedere il suo tutor:« E anche se fosse, Reborn? »

« Per me non c’è alcun problema, posso insegnarti anche da qui… anzi, così inizierai ad abituarti casomai fra qualche anno finissi in carcere! »

« Io non finirò mai in carcere! E per cosa, poi? »

« Per mafia, spero! »

« Io non finirò in carcere, punto e basta! »

« E quello a cui ti stai condannando cos’è? »

Tsuna non rispose.

« Non eri in te quando hai pensato e fatto quelle cose, Tsuna… »

« Non voglio provare mai più quelle sensazioni, mai più! Non buttarmi più in quel bazooka, Reborn, so che l’hai fatto perché era un’emergenza, ma… »

« Non lo farò. L’ho già impacchettato e rispedito in Italia, nonostante le proteste di quel cretino vestito da mucca… »

« Meno male… »

Reborn sorrise:« Però non tutto il male viene per nuocere… hai scoperto delle nuove capacità! »

« Capacità molto pericolose, Reborn, troppo… non le userò più, almeno fino a quando non sarò abbastanza abile da poterle controllare… anche se sinceramente spero di non dover mai affinare le mie capacità fino a quel punto! Spero che questa storia della mafia si concluda molto prima… »

L’Arcobaleno annuì. Era una scelta molto saggia, se non l’avesse proposta Tsuna gliel’avrebbe suggerita lui. Ma era certo fin da subito che quella sarebbe stata la sua scelta.

« E poi tu non eri così cattivo, Tsuna… »

« Ah no? Avanti, dimmi una cosa buona che ho fatto nelle ultime tre ore, una sola! »

« Hai liberato Gokudera, Yamamoto e Ryohei prima di andartene, senza che nessuno te lo chiedesse. »

Tsuna sbarrò gli occhi. Era vero.

« Non solo. Hai fatto in modo di affrontare Mukuro e non Chrome, lei non avrebbe retto allo sforzo… potevi assorbire le Fiamme della Nebbia anche da lei, ma hai voluto per forza lui! Hai spaventato Kyoko e Haru, ma non le hai uccise, anche se ne hai avuto la possibilità, non hai fatto del male a Bianchi nonostante l’avessi sotto il tuo perfetto controllo e hai aspettato apposta che Hibari tornasse normale per affrontarlo! Non hai fatto nulla di veramente irreparabile, pensaci! »

« Ma ho cercato di uccidere te! »

« Non saresti mica il primo allievo che ci prova! »

« Ah no? Allora qualcuno è riuscito a criticare i tuoi metodi… »

Reborn colpì sulla testa Tsuna, che si piegò dal dolore.

« Nessun contestatore è vissuto abbastanza a lungo per esprimere fino in fondo le sue critiche… »

Tsuna alzò lo sguardo con una sofferta lacrimuccia:« Ah, ecco, mi sembrava… »

Reborn gli sorrise, comprensivo:« Non mi avresti mai colpito, lo sapevi… tu volevi essere fermato, altrimenti perché tornare proprio nel posto più ovvio, dove saremmo sicuramente venuti a cercarti? Potevi andartene da Namimori e fare una rivoluzione, forse persino conquistare il mondo con quei poteri! E invece sei rimasto qui, dove potevamo fermarti… e la scusa di prendere Leon in ostaggio? Ridicola! »

Tsuna ripensò dubbioso a tutte quelle cose, ma Reborn si tenne per sé la prova più importante.

Solo lui si era reso conto che Tsuna non aveva mai smesso di lottare per tornare il solito. Era l’unico che aveva notato che era tornato in sé ben cinque minuti prima del limite minimo previsto ed era enormemente fiero di lui per questo, anche se non gliel’avrebbe mai detto.

« Avanti, esci di qui, hai un po’ di persone a cui chiedere scusa… »

Tsuna annuì e si avvicinò alla porta.

« Reborn… ma un boss della mafia può chiedere scusa? »

« Saper riconoscere i propri errori è la prima prerogativa, Tsuna, perciò fila! »

Il ragazzo sorrise. Dopotutto Reborn sapeva sempre cosa gli passava per la testa, qualsiasi metodo stesse usando per farlo…

« E tranquillo, Ryohei non ti ucciderà… per questa volta! »

« Reborn!!! Sei sempre nella mia testa!!! »

Il ragazzo aprì la porta della stanza.

« È la più interessante, almeno da queste parti… ah, giusto, c’è una cosa che non ti ho ancora detto! »

Tsuna si bloccò sulla porta:« Cosa? »

 

 

 

« Permesso… »

« È lui! Chikusa, blocchiamolo! »

Tsuna iniziò ad agitarsi:« Aspettate! Sono normale ora! Sono qui per chiedere scusa! »

« Non ti crediamo! »

Reborn saltò sulla testa del suo allievo:« Credigli, confermo io! »

I due ragazzi si tranquillizzarono e lo fecero passare.

« Chrome? »

« Boss! »

Tsuna arrossì:« Sono venuto a vedere come stai… e a scusarmi! Tieni! Sono dolcetti! Anche se non ho capito perché Reborn insisteva perché te li portassi tutti all’ananas… ne vai così matta? Io per sicurezza li ho presi misti… »

La ragazza sorrise:« Grazie Boss! »

Ken, rapido come un drogato di zucchero in crisi d’astinenza, rubò la scatola:« Dolcetti! »

Tsuna lo afferrò fulmineo dal polso fulminandolo con lo sguardo:« Posali subito, brutto cagnaccio schifoso o io ti… oh no! Di nuovo! »

Il ragazzo lo lasciò andare, si tappò la bocca e si diresse verso il muro più vicino per sbatterci la testa, una botta a ogni parola pronunciata:« Maledetti. Effetti. Collaterali!!! Ma. Perché. Non. Mi. Lasciano. In. Pace??? »

Reborn sorrise:« Scusatelo, ancora per oggi, di tanto in tanto, si rimette a parlare come quando era sotto l’effetto del bazooka… »

Tsuna sospirò, sperando che quell’incubo avesse presto fine.

Chissà come se la stava cavando Hibari…

 

 

 

Tre giorni dopo il presidente della Commissione Disciplinare aveva già nuovamente instaurato il suo governo di terrore e disciplina nella scuola. Nessuno osò chiedergli cosa avesse fatto nei due giorni di assenza e lui non si degnò di fornire spiegazioni.

Se ne stava sul tetto ad accarezzare Hi-Bird, come sempre.

« Hibari! Hibari! »

Il ragazzo sorrise all’acuto richiamo del suo uccellino.

« Sì, sono tornato, finalmente… »

« Anche tu alle prese con gli effetti collaterali del bazooka, eh, Hibari? »

Il ragazzo non si voltò nemmeno, ma afferrò uno dei suoi tonfa:« Bambino… cosa ci fai nella mia scuola? Potrei morderti a morte, per questo… »

Reborn guardò la schiena di Hibari con aria divertita:« Oh, facevo solo prendere un po’ d’aria al mio Leon, visto che sembra guarito dalla febbre! E, a proposito… Hi-Bird ti sta dicendo che non te ne sei mai andato! »

Hibari non lo degnò di uno sguardo, ma posò l’arma e riprese ad accarezzare l’uccellino.

Reborn continuò il suo discorso:« Secondo le istruzioni del bazooka per un paio di giorni successivi alla fine del cambio caratteriale potrebbero esserci dei piccoli effetti collaterali… strascichi del vecchio modo di comportarsi… »

Hibari continuò a fare finta d’ignorarlo e ad accarezzare Hi-Bird.

« … ad esempio quella lacrimuccia durante lo scontro con Tsuna… »

Il movimento ripetitivo del dito di Hibari cessò.

« Tranquillo, non dirò nulla. Ora vado, devo tornare da Tsuna, prima che combini altri guai! Ci vediamo, Hibari! »

 

Hibari riprese ad accarezzare il suo uccellino come se nulla fosse, ma se Reborn avesse potuto vederlo in faccia avrebbe notato il suo acceso rossore dovuto, più che alla scena imbarazzante, a un pensiero che proprio non era riuscito a trattenere e di cui si vergognava profondamente.

Grazie, Reborn…

 

L’Arcobaleno gli diede le spalle a sua volta dirigendosi verso casa. Non gli avrebbe fatto notare che gli effetti collaterali del bazooka erano già finiti da un pezzo.

« Non c’è di che, Hibari… »

 

 

 

Eccoci qua! Signori, la nostra piccola avventura è ufficialmente finita! Mentre i fazzoletti asciugheranno le vostre lacrime che scendono ininterrotte stile Hibari dopo il trattamento col bazooka (se, come no, smettiamola che è meglio, va! È più probabile che stiate festeggiando la fine di questa schifezza!), devo ringraziare tutti, ma proprio tutti:

 

-         tutti i lettori silenziosi;

-         Emy Kuran, che l’ha messa fra i preferiti;

-         Nothing, che l’ha messa fra le ricordate;

-         darkroxas92, fanff, fliflai, Icaro4sVala, Kyoite e Sakurax16 per averla messa fra le seguite;

-         Sakurax16, Eli Pazzoide, Kyoite, darkroxas92, Saruwatari_Asuka per aver commentato i precedenti capitoli.

 

Inoltre, uno specialissimo ringraziamento a Sakurax16, perché è stata lei a insistere perché questa storia venisse scritta e pubblicata e non rimanesse solo una mia malsana fantasia per passare il tempo in pullman, e per la sua frase che ho rubato nello scorso capitolo “Nessuno può maltrattare quella cretina di mia sorella a parte il sottoscritto!” che ho messo in bocca a Gokudera. Mi fa ridere solo che, conoscendola, le ho fatto tutte queste lodi e poi probabilmente leggerà solo la storia e tutto questo pezzo verrà bellamente ignorato, ma non fa nulla…

 

Che altro dire? Per un po’ non ho in programma di scrivere altre storie su Reborn, perché prima di tutto devo finire la mia ormai lunghissima storia su Soul Eater, e poi ho in programma un cross-over fra due fumetti Disney (PKNA e MM, se qualcuno li conosce) e una parodia letteraria con i personaggi di Dragon Ball… ma non è detto che prima o poi non torni su questo fandom! Nell’attesa, se volete, potete leggere la mia storia precedente, “Cronache di un bazooka impazzito e di un Arcobaleno improvvisamente adolescente”, dove il bazooka di Lambo torna a fare guai…

Bene, finito di farmi pubblicità, posso chiudere qui!

Alla prossima storia! E, per l’ultima volta, …

 

… CIAOSSU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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