«Coglione!»
«Idiota!»
«Stupido!»
«Imbecille!»
Andavano avanti cosģ da un'ora; una coppia, probabilmente sulla trentina, con l'ombrellone accanto al suo.
Notó con dispiacere che tra i due litiganti c'era una terza persona, una ragazza, che stringeva nervosamente un libro fra le mani, e Liam credette che da un momento all'altro sarebbe scoppiata.
Infatti, dopo qualche secondo...
«Ora basta!»
Il suo grido era un misto tra un sibilo e una minaccia di morte; i due trentenni ammutolirono all'istante, sprofondando nella vergogna non appena si accorsero della moltitudine di occhi che avevano puntati su di loro.
La ragazza si risedette, continuando a leggere il libro, indifferente.
Di sorpresa, alzó lo sguardo, incontrando gli occhi di Liam, che la guardavano curiosi; Liam, colto con le mani nel sacco, non riuscģ a distogliere lo sguardo dai magnetici occhi dorati della ragazza.
Questa sorrise, mimando un "Ciao", che Liam riuscģ a tradurre con la poca conoscenza che aveva dell'italiano.
Le sorrise di rimando, poi si voltó; si ritrovó il volto di sua sorella Ruth a pochi centimetri dal suo.
«Liam James Payne, chi stavi guardando?», domandó lei lanciando un'occhiata maliziosa alle spalle del ragazzo.
Liam arrossģ fino alla radice dei capelli, balbettando qualcosa.
«Uh, Liam si č innamorato», commentó Nicola, l'altra sorella.
Liam desideró con tutto se stesso di sparire sotto terra, e che le sue sorelle venissero inghiottite dal mare, perció rivolse una breve preghiera a Dio Poseidone.
Quando si voltó, il danno ormai era fatto: Ruth stava chiaccherando con la ragazza, che stava guardando nella sua direzione sorridendo.
"Ruth, tu morirai, e anche tu, Nicola, altrimenti non mi chiamo pił Liam", si disse tra se e se, mentre Ruth ritornava al loro ombrellone...seguita dalla ragazza.
«Ciao», disse lei sorridendo e porgendo la mano al ragazzo.
Liam si alzó, ricambiando il saluto.
«Ciao...io sono—»
«Liam», lo interrupe lei, con un sorriso.
«Ah, vedo che mia sorella ti ha gią detto il mio nome...»
Ruth gli fece l'occhiolino, ritornando da Nicola.
«Io sono Juliet, e scusa per mia sorella e il suo ragazzo...sono molto uniti», commentó con una nota di tristezza, anche se voleva sembrare scherzosa.
Liam le sorrise, dolcemente.
«Ti va di fare una passeggiata?»
«Si. Ottima idea, Liam»
Juliet avvolse il suo braccio attorno a quello di Liam, che udķ in lontananza le risa delle sue sorelle.
Passeggiavano tranquilli sul bagnoasciuga, parlando del pił e del meno: in meno di cinque minuti, Liam sapeva la storia della vita di Juliet a memoria.
Il tramonto aveva colorato il mare di arancione, segno che la giornata stava per finire, e che magari non si sarebbero pił rivisti.
«Sei speciale, Liam»
«Sei bellissima, Juls»
«Juls?»
Liam rimase in silenzio, imbarazzato; Juliet scoppió a ridere, complimentandosi con Liam per il nuovo soprannome.
«Juls. Mi piace!»
Liam sorrise, avvicinando a se la ragazza.
Si guardarono imbarazzati per qualche secondo, prima di avvicinarsi ancora un po', permettendo alle loro labbra di toccarsi.
«Profumi di vaniglia...», sussurró Liam non appena si fu staccato da Juliet.
Lei rise, abbracciando il ragazzo.
«Non dimenticarti di me, te ne prego»
«Non lo farei mai»
«Ti rivedró?»
«Certo. Tu aspettami, Juliet»
«Aspetteró»
Liam annuģ, facendo sorridere Juliet.
Non era un addio.
Era un arrivederci.