Uscii
dalla
palestra furiosa e mi diressi verso la mia Mustang. Non avrei mai
potuto
permettermela, i miei sponsor, però, avrebbero fatto
qualunque cosa per restare
con me alle olimpiadi, anche regalarmi una Mustang. Alla fine per loro
quei
soldi erano come briciole di pane.
Accesi il motore e mi avviai verso casa.
Continuavo a pensare alla persona che avevo visto, quello che mi aveva
detto e
soprattutto a quello che non gli avevo detto io.
‘Smettila di pensarci! Concentrati sugli allenamenti! Non
posso permettermi
distrazioni! Come sono potuta essere così idiota da non
dirglielo. No, ho fatto
bene, avrei solo fatto la figura di quella che si voleva mettere sotto
una
buona luce. Lui è come tutti gli altri, non ti devi sentirei
in colpa, Chelsea.
Basta! Devo smetterla.’
Avviai il motore ed accesi la radio. Trasmettevano Summer Paradise,
eccheccavolo! Non era il momento giusto per sentirla. Cambiai stazione
e sentii
la voce di una ragazza parlare, stava parlando delle vacanze estive e
le varie
possibilità sul come trascorrerle.
“…Oppure potreste volare fino a Londra per
vedere le olimpiadi. Ci saranno sport per tutti i gusti, ginnastica,
tennis,
pallavolo,…” Nominò tutti gli sport
possibili ma non il pugilato. Spendi la
radio e mi salì un nervoso assurdo, neanche per
l’annunciatrice della radio ma
dovevo sfogare la rabbia repressa che avevo accumulato quel pomeriggio.
Prima
la spalla, poi… Chuck e
quello che
non ero riuscita a dire, la radio era stata la goccia che aveva fatto
traboccare il vaso. Mi concentrai soltanto sul guidare, mancavano circa
cinque
minuti di strada e sarei arrivata a casa. Decisi di sfogarmi un
po’ con la velocità.
Aumentai, aumentai e aumentai. Superavo tutte le auto che mi trovavo
davanti e
decisi di prendere l’autostrada, guidare un po’ e
poi tornare a casa più calma.
Le macchine, i motori, la guida, erano la mia passione, naturalmente
dopo la
boxe.
Andavo a 180
km/h, facevo slalom tra le altre macchine per non urlarle. Sentivo i
clacson e
gli occhi puntati su di me, non mi interessava.
Quando finalmente mi sentii più calma uscii
dall’autostrada per poi rientrare
nel senso opposto e guidare in modo più civile.
“Ei
tesoro,
com’è andato l’allenamento?”
“Una merda papà, mi hanno colpito una spalla e non
Bill non mi lascerà allenare
per quattro giorni.”
“Dai, ti alleni ogni santo giorno da anni, ti puoi concedere
una pausa!”
“No! Non posso, non ora che ci sono in ballo le
olimpiadi!” iniziai ad urlare
“Scusa papà, non volevo mettermi ad urlare, ma
sono… nervosa.”
“Tranquilla bimba mia, ma vedrai che quattro giorni di
vacanza ti faranno
tornare in palestra più rilassate e forte di
prima.”
“No, cioè, hai ragione,
penso…” Cercai di dileguarmi da quella situazione
che
mi stava stretta “Vado a farmi una doccia poi preparo
qualcosa da mangiare.”
‘Non ci
posso
credere, non posso credere di aver visto il batterista dei Simple Plan
ed
essere rimasta li, pietrificata, muta. Avrei voluto dirgli
“Ei, io vi amo, voi
avete salvato la mia vita!” Quanto sono stata stupida. Bho,
alla fine non era
una cosa poi così grave, non l’ha mai saputo e non
saperlo nemmeno ora non gli
cambierà di certo la vita. Massì, al massimo
avevo fatto una figura di merda
nel pronunciare “Voi…” e poi essere
rimasta zitta per poi scappare al sicuro
nello spogliatoio. Devo smettere di essere così critica con
me stessa.’
Tornai in
cucina per cucinare un piatto di pasta ma trovai mia sorella, Catherin,
che apparecchiava
e mio papà intento a cucinare il ragù per la
pasta. Cha dolci.
Andai in
camera e mi buttai sul letto senza nemmeno mettermi il pigiama. Ero
distrutta,
erano solamente le 20.30 ma ero decisa ad andare a letto.
I miei piani dovettero cambiare. Il telefono squillò, era
Sheila. In un primo
momento avrei voluto lanciare il telefono giù dalla
finestra, ma alla fine
risponsi.
“Ciao Shè.”
“Eeeeeeeeeiiiii Chelsea!!!!!” Mi aveva chiamato per
nome, era successo
qualcosa.
“Com’è che sei tutta felice?”
“Hai presente gli amici del tipo che hai steso oggi? Ecco,
uno di loro è venuto
a parlarmi, è stato così dolce e domani viene a
vederci all’allenamento e poi
usciamo. Mi ha detto…” NO! Non poteva essere
Chuck. Smisi di ascoltare quello
che stava dicendo. Non mi piaceva Chuck, ma mi piacevano i Simple Plan.
Assieme
alla boxe mi avevano aiutata a superare brutti momenti e a metterlo in
culo
alla vita. Non poteva essere Chuck, lui non aveva un significato
importante per
Sheila. BASTA! Non devo essere gelosa.
“Scusa, ma quale dei tanti amici?” Cercai di essere
il più disinvolta
possibile.
“Te l’ho appena detto! Sei la solita testa
all’aria! Si chiama Josh, era quello
con i capelli castano chiaro.” Mi sentivo sollevata da un
gran peso.
“Wo, sono felice per te!”
“Che tesor che sei. Dovresti trovarti qualcuno pure
te.”
“Io non ho tempo, devo allenarmi, devo arrivare alle
olimpiadi pronta.”
“Dai, sei già la più brava in palestra,
in America e seconda nel mondo.
Rilassati.”
“Forse hai ragione, ma quel ‘Seconda nel
mondo’ non mi piace.”
“Puttana così pensi di battermi? Bitch, please.
Domani vieni in palestra?”
“No, aspetta tu pensi di battere me? AHAH Cool story bro,
tell it again.
Comunque vengo ma non mi posso allenare… Ho un problema alla
spalla e Bill mi
ha proibito l’attività fisica per quattro
giorni.” In realtà ci andavo perché
speravo di rivedere Chuck…
“Mi spiace bella, ma vedi, il destino è dalla mia
parte. AHAH”
“Fanculo, puttana.”
“Dai, non te la prendere. Io vado che devo
preparare il borsone per domani.”
“Vai pure, ci vediamo alle olimpiadi.”
“Ciao,
se
stai leggendo questa lettera è perché, ancora una
volta, non ho avuto le palle
di dirti che tu e la tua band mi avete salvato la vita. Non nel vero
senso
della parola ma in un modo molto simile. Cioè, voi e la boxe
mi avete a
superare brutti momenti, eravate sempre con me.
Non so spiegare queste cose, e se devo scriverle è ancora
peggio. Diciamo che
mi sento più sicura su un ring…”
Era un’idea che mi aveva svegliata alle due di notte.
Quando finii la lettera la piegai con cura, la infilai in una busta e
tornai a
letto.
Dopo
circa un’oretta
che non riuscivo ad addormentai mi alzai ancora, presi la busta, la
strappai in
due e gettai i frammenti nel cestino.
Ma cosa avevo per la testa? Non sarebbe più venuto.
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Ecco
il secondo capitolo.
Non l'ho riletto perchè non avevo tempo ma volevo comunque
aggiornare. Quindi mi scuso se ho scritto delle boiate che non stanno
ne in cielo ne in terra.
Spero
che leggiate in tanti. Ricordate che se recensite ogni capitolo avete
dei punti bonus ;) AHAH
Vi lascio perchè devo andare a vedere le stelle cadenti in montaga :D
Seguitemi e fatemi sapere come trovate le storia su TwittaH @SP_ChiaraB