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Autore: Prue786    11/08/2012    2 recensioni
“Ciao, sono Yuri Miller, frequento la stessa scuola di pianoforte di Jennifer e Alissa, ma credo che tu l’abbia capito già!” Sorride il giovane porgendo la mano a Sean che la stringe annuendo. [...] "Ti assicuro che riuscirò a trovare il brano in grado di commuoverti fino alle lacrime.” Asserisce Miller con fare sicuro.
“Ma piantala.” Mormora il biondo, muovendo un passo verso la porta.
“Scommettiamo?”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Una sonata per te

 

I Movimento- Allegro Moderato

 

Li vede, li osserva: sono lì che chiacchierano allegramente, piacevolmente, spensieratamente…

“Merda!”

Il giovane stringe con forza la lattina di birra nella mano destra, fissando i due con aria irrequieta.

La risata cristallina della ragazza riesce ad irritarlo in maniera esagerata e quando il moro di fronte a lei riprende a parlare, sorridendo, avverte un nodo stringersi dolorosamente alla bocca dello stomaco.

La lattina si accartoccia lentamente nella sua mano e finisce malamente a terra prima che il giovane si accigli ulteriormente.

Ispira a fondo e con poche, rapide falcate raggiunge il duo, afferrando con forza e senza preamboli il moro per un polso, trascinandoselo dietro.

“Sean, che stai facendo?” Il giovane scuote la testa con aria contrariata non riuscendo però a fermare l’altro che continua a camminare, guardando dritto davanti a sé.

“Sean? Ehi, mi senti? Cos’è successo?” Prova di nuovo, con un’aria sorpresa in volto, prima di sentirsi strattonare l’altro braccio. “Ahi…” mormora quando è ormai fermo; sospira con un certo sollievo e fa per parlare, ma la ragazza vicino a lui lo precede.

“Si può sapere che ti salta in mente?” Sibila la giovane, spalancando gli occhi azzurri e lanciando un’occhiata di rimprovero al biondo che ha lo sguardo ancora rivolto davanti a sé.

“Solo perché tu lo sappia: non è normale piombare all’improvviso e interrompere una conversazione trascinando via uno degli interlocutori.”

“Non ho bisogno di lezioni di galateo da te, Alissa!” Ringhia l’altro, voltandosi lentamente a guardarla.

“Questo lo vedo, soprattutto perché sarebbe fiato sprecato!” Una smorfia sfigura per un attimo il viso grazioso della ragazza.

“Ragazzi, per favore, piantatela!” esclama il moro, con un sospiro esasperato.

“Mi dispiace, Yuri, ma il signorino qui presente dovrebbe smetterla una buona volta di comportarsi in questo modo infantile! Vedi di crescere, Sean, e fallo in fretta.”

“Come decido di comportarmi non è affar tuo e giusto per sottolineare l’ovvio, non sono qui per parlare con te, quindi fammi il piacere di sparire!”

“Ah!” esclama Alissa con un sorriso ironico “Questa sì che è bella! La verità è che sei solo un gran codardo, Sean Davies!” la giovane rimane in silenzio per qualche attimo per poi riprendere “Già, hai paura di fare quello che dovresti  e diventi una belva furiosa e priva di qualsiasi tipo di razionalità perché non riesci ad ammettere nemmeno a te stesso la verità… sei davvero patetico Sean!”

“Alissa, dai, stai esagerando.” Yuri inarca un sopracciglio, e fissa la giovane con una smorfia contrariata.

“Dici? Io non credo… e tu, signor Davies, cosa ne pensi? Sono davvero curiosa di ascoltare la tua risposta.” Alissa fa spallucce, guardando l’altro con aria severa.

Sean ricambia l’occhiataccia, cedendo dopo pochi secondi e ritrovandosi ad abbassare di poco lo sguardo.

“Chi tace acconsente, giusto?” La giovane sospira “Lo sapevo. Ora ti chiedo solo un favore: se la tua testa è incasinata, non trascinarti dietro anche chi non c’entra nulla.”

Yuri continua a guardare la ragazza, indeciso sul da farsi; sono tutti e tre fermi in mezzo al marciapiede e nessuno dei suoi due amici sembra aver l’intenzione di lasciarlo andare. Socchiude le labbra irrigidendosi nel sentire aumentare la stretta della mano di Sean sul suo polso. Istintivamente si muove verso l’altro, nel tentativo di fargli allentare la presa, finendo per sfioragli il braccio.

“Sean…” Si ritrova a mormorare percependo il tremito che attraversa il corpo del ragazzo.

“Cosa ti prende? Perché ti stai com…” Il moro spalanca di colpo gli occhi, trattenendo il respiro per qualche secondo prima di trovarsi a deglutire quasi a fatica.

“Alissa, te lo chiedo per favore.” La voce suona calma “Cinque minuti e sarò di ritorno.” Fissa gli occhi azzurri, accennando un sorriso, che scompare al sospiro rassegnato della giovane.

“Ho capito.” Borbotta soltanto Alissa prima di lasciare il braccio dell’amico che si volta verso Sean.
Quest’ultimo ispira bruscamente, senza alzare lo sguardo su nessuno dei due e riprende a camminare tirandosi dietro Yuri.  

 

Sean continua ad avanzare quasi come se non avesse una meta prima di svoltare bruscamente in un vicolo senza uscita, fermandosi.

Lascia andare il polso di Yuri e muove un passo verso la parete in fondo, senza dire nulla. Il suo sguardo vaga senza riuscire a posarsi sullo stesso punto per più di qualche secondo: avverte la presenza del ragazzo dietro di lui, ma non ha il coraggio di voltarsi.

Codardo

Sean Davies sei solo un gran codardo.

Il biondo stringe i pugni spostando il peso del corpo da un piede all’altro prima di girarsi, e fissare Yuri in volto. Ispira bruscamente e con uno scatto si avvicina all’altro, afferrandolo per una spalla per spingerlo contro il muro e baciarlo.

Il contatto è di breve durata ma Sean si allontana solo di poco prima di ritornare a sfiorare le labbra del giovane che non oppone resistenza quando il tocco si fa più insistente. Le lingue si sfiorano dolcemente e i loro corpi si avvicinano in cerca di maggior contatto.

“Yuri…” la voce roca di Sean sussurra all’orecchio del ragazzo che socchiude appena gli occhi.

Il biondo ritorna a baciargli le labbra per poi spostarsi sulla guancia, scendendo lentamente lungo il collo, succhiando e leccando la pelle accaldata.

“Sean, aspetta…” è solo un mormorio che non smuove il giovane, le cui mani hanno cominciato ad accarezzare avidamente il torace dell’altro da sotto la camicia.

Sean avverte la testa girargli; il profumo di Yuri sembra stordirlo come mai prima d’ora. Vorrebbe abbracciarlo, continuare a baciarlo, leccarlo, sentirlo fremere sotto i suoi tocchi; vorrebbe avere le sue mani su tutto il corpo, ascoltare la sua voce in preda al piacere, leggere nei suoi occhi scuri la stessa passione da cui sembra essere divorato.

Gli morde piano la giugulare e lo sente sussultare contro di sé costringendolo a trattenere il respiro già spezzato.

“Fermo… Sean, fermati…”

Questa volte la voce del ragazzo gli arriva più chiara, ma il desiderio impellente gli fa ignorare le proteste di Yuri che ansima al tocco insistente delle sue mani sui capezzoli inturgiditi.

“Sea… Sean… no-non qui…” ansima stringendo le ciocche bionde fra le dita, mentre le labbra dell’amico continuano a stuzzicarlo.

“Andiamo… ah… altro…”

“Cosa?”

Sean solleva di scatto la testa, con aria sorpresa, ritrovandosi a fissare il viso acceso di Yuri che lo guarda con aria frustrata.

Il moro respira profondamente, socchiudendo più volte le labbra.

“Andiamo da un’altra parte… siamo in mezzo alla strada…” butta fuori in un sospiro, poggiando pesantemente la testa contro il muro alle sue spalle e socchiudendo gli occhi prima di ritornare a guardare Sean che per un attimo sembra indeciso. “Il mio appartamento è più vicino.” Afferma lapidario subito dopo, afferrando Yuri per una mano e riprendendo a trascinarselo dietro.

 

Nei quindici minuti che li separano dal suo appartamento, l’unico pensiero che attraversa la mente di Sean è quello di continuare a mettere velocemente un piede dietro l’altro; le dita di Yuri rimangono saldamente intrecciate alle sue e il giovane continua a seguirlo senza proferir parola.

Cos’è che stai pensando?

A te va bene, vero?

Ti stai pentendo di aver abbassato la guardia?

Sto ancora scappando?

“Che diavolo sto facendo?” La domanda attraversa la mente di Sean come un fulmine, seguita dal rumore metallico della chiave che gira nella toppa della serratura.

“Merda!” Pensa ancora il giovane, aprendo meccanicamente il portone e muovendo qualche passo all’interno dell’abitazione, imitato da Yuri.

Il biondo passa nervosamente una mano sul viso, inspirando bruscamente; con uno scatto improvviso si avvicina al lavabo della cucina, rimanendo a fissare il vuoto come in trance.

“Sean?” La voce dell’amico lo scuote, facendolo voltare a fissare il giovane con aria frastornata.

“Ah… Yuri… solo un momento…” Bisbiglia scuotendo la testa come per cercare di riprendersi. Bagna velocemente il viso e si avvicina al divano nella zona giorno, sedendosi pesantemente con un sospiro.

“Ha ragione Alissa, sono un codardo. Gli sono praticamente saltato addosso senza dare nessuna spiegazione… non che in una circostanza del genere fosse indispensabile, però… accidenti!” Sean scompiglia furiosamente i capelli, continuando a rimuginare fra sé. “Se ripenso a quello che… un maniaco pervertito, ecco cosa mi sembro! Che Yuri fosse consenziente non importa nulla… avrei dovuto parlare prima! Avrei dovuto spiegargli come mi sentivo e…” Il giovane fissa il pavimento prima di nascondere il viso fra le mani “Maledizione Sean, non riesci ad ammetterlo nemmeno a te stesso? Ma non ti fai schifo? Sul serio, sei solo un codardo! Invece di parlare schiettamente hai preferito scegliere la strada più diretta e più comoda… penserà che è solo questo che vuoi, che ti importa solo di sbattertelo… e ti sei anche fiondato nel tuo appartamento, idiota che non sei altro, porca miseria bastarda, come hai…”

“Sean? Ti senti bene?”

Il biondo alza di scatto la testa, ritrovandosi a fissare il viso un po’ preoccupato di Yuri, che si è inclinato per poterlo guardare negli occhi.

“Io… s-sì, sto bene, vorrei solo…” Sean curva ancora di più le spalle, abbassando lo sguardo “Vorrei solo non essermi comportato così stupidamente… scusa.” Mormora trattenendo un attimo il fiato “Ti ho anche trascinato fin qui, mi dispiace, davvero, non…”

“Francamente mi aspettavo tutt’altro.”

A quelle parole Sean avverte un peso sullo stomaco che inspiegabilmente scompare nell’avvertire la leggere risata dell’altro.

Il ragazzo alza gli occhi sull’amico rimanendo quasi sorpreso di fronte al sorriso sincero del moro.

“Ero convinto che appena entrati avremmo ripreso da dove interrotto, ma deve essermi sfuggito qualcosa durante il breve tragitto; mi dispiace, alle volte so essere davvero egocentrico e dannatamente distratto.”

Sean apre la bocca ma non riesce a dir nulla. “Di cosa sta parlando?” Si domanda confuso prima di scuotere la testa “No, io… ecco, vedi… ho agito d’istinto e non va affatto bene. Me ne sono accorto solo arrivato qui, non so come scusarmi.”

“Non c’è niente per cui tu ti debba scusare.”

Un sorriso tirato compare sul viso di Sean “Ma ciò non toglie che devo esserti sembrato uno che ragiona con le parti basse piuttosto che con il cervello.” Ridacchia debolmente “Non ci ho fatto un bella figura, no? E pensare che avrei voluto dire tante di quelle cose… forse in modo confuso e contorto, ma in qualche modo speravo di riuscire ad arrivare al punto e invece…” Sospira sconsolato e massaggia piano la nuca.

“Sai, non penso che dovresti farla così tragica.” Mormora Yuri con aria pacata, sedendosi accanto a lui “Dopotutto io non sono stato da meno, ti ho seguito a ruota senza farmi troppi problemi; l’unico briciolo di lucidità rimastomi è servito a ricordarmi che eravamo in un luogo pubblico, anche se appartato… sono stato frenato solo dal pensiero di una denuncia per atti osceni.”

Sean deglutisce vistosamente “L’idea non mi aveva neppure sfiorato… razza di idiota!” sussurra quasi fra sé, rimanendo poi in silenzio.

“Forse è meglio che vada!” Esclama Yuri alzandosi con un sospiro.

“Vuoi che ti accompagni?” Sean alza la testa per guardare l’altro “Prendo l’auto!”

“Tranquillo, preferisco camminare un po’, magari mi si schiariscono le idee.” Sorride dolcemente mentre Sean trattiene il fiato prima di esclamare “Ti chiedo nuovamente scusa, non volevo che andasse così!”

“Ehi, quante volte devo dirti di non scusarti.”

“Accidenti, lo so, ma sul serio, non posso farci nulla, divento un completo idiota in queste circostanze…” il giovane comincia a torturasi le mani, senza abbassare lo sguardo dal moro “Non riesco a… io ti…” Sean spalanca gli occhi quando l’improvviso bacio gli impedisce di continuare. Le labbra di Yuri continuano a sfiorare le sue facendogli socchiudere gli occhi e abbandonare lentamente la schiena contro il divano. Avverte il corpo del giovane contro il suo mentre gli si mette cavalcioni, continuando a baciarlo sempre più affannosamente.

Le dita di Sean si stringono sui fianchi dell’amico che è costretto ad aggrapparsi con una mano al poggiatesta del divano per riuscire ad allontanarsi quel tanto che gli permette di sussurrare “Sean… credo sia meglio…” Il giovane ridacchia debolmente “Sembra cha abbia più bisogno di te di raffreddare i bollenti spiriti…”

Il biondo annuisce solamente, cercando di sorridere, il respiro ancora irregolare.

Yuri si alza con un lieve sospiro “Ci vediamo… domani?” Chiede con un sopracciglio alzato.

“Io… sì, credo, penso di sì…” bisbiglia poco convinto Sean guardandosi intorno.

“Ascoltami bene.” Il moro alza il tono della voce, guadagnandosi tutta l’attenzione del giovane “Guai a te se non ti fai vedere; in un modo o nell’altro ti tirerei comunque fuori da questo appartamento, a costo di trascinare qui un piano e cominciare a suonare la Danza ungherese di Brahms alle tre di notte, capito?” L’espressione di Yuri è impassibile ma dopo qualche attimo di sbigottimento Sean non può fare a meno di scoppiare a ridere “Intendi… intendi la n°5?” Bofonchia asciugando le lacrime che gli si sono formate ai lati degli occhi, togliendo ogni parvenza di minaccia alle parole dell’altro, che annuisce con un sorriso.

“Io ti ho avvertito.” Esclama solamente Yuri alzando una mano in segno di saluto, uscendo dall’abitazione senza voltarsi più indietro.

Al tonfo del portone Sean inspira profondamente, abbandonandosi nuovamente contro il divano, coprendo gli occhi con un braccio “Merda…” si lascia sfuggire cercando di trattenere un sorriso.

   
 
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