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Autore: mari9    13/08/2012    1 recensioni
Più di mille anni fa, due persone si amavano profondamente, ma il mondo non poteva accettare la loro unione. Erano troppo potenti. Immortali.
Lui era il re di tutti gli elementari e possedeva tutti e quattro gli elementi, compresa la magia bianca.
Lei la regina di tutte le streghe e possedeva la magia bianca, nera, gialla e un tipo di magia che possedeva SOLO lei: la magia rossa.
Nessuno voleva che loro stavano insieme e furono separati da una barriera.
Durante una guerra lui mori, trafitto da una spada.
Lei non poteva morire. Qualsiasi ferita le veniva inferta guariva. Se voleva morire doveva suicidarsi.
Appena vide il suo amore a terra si trafisse anche lei con una spada, ma prima di morire dichiarò che sarebbero tornati più potenti di prima. Si sarebbero reincarnati nel corpo di una ragazza e di un ragazzo e finalmente sarebbero potuti stare inseme; avrebbero avuto anche la loro vendetta.
Questa storia è ricordata, scritta in molti libri. Alcuni credono che veramente ritorneranno, altri no...
Il loro era un amore impossibile, pazzo, sbagliato... ma Adele lo considera bellissimo.
Adele oggi compie diciotto anni. I suoi genitori sono due stregoni potenti, ma lei no.
Ma lei è una parte importante in questa storia. Perchè?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4

 

Alla folla non ho detto niente. Almeno, nessuna verità. Ho inventato la storia che quelle strane parole che ho detto, in un’altra lingua, le ho lette su un libro della biblioteca.  È una poesia.

Stranamente, tutti mi hanno creduto…tranne gli zii. Loro sono gli unici che hanno fatto domande, ma io grazie all’aiuto di ‘Adele il fantasma’ ho mentito divinamente.

Riguardo alla spada ho detto che me l’hanno regalata degli amici per il mio compleanno e che l’hanno fatto rossa perché è il mio colore preferito. E poi, grazie a un consiglio del fantasma, ho pronunciato una magia in modo che nessuno veda i simboli sia sulla lama della spada che sul fodero.

Riguardo al saper combattere, ho raccontato la balla più divertente della mia vita. È stato mio nonno a insegnarmi a combattere, ma i miei nonni non possono confermare perché sono morti anni fa.

Tutta la folla, pian piano, si è diradata e i miei genitori mi hanno riaccompagnata a casa.

Adesso sono a casa, distesa sul mio letto e i miei zii sono di sotto.

Al solo guardarli mi monta una rabbia…

“Una rabbia giustificata. Quelli sono cattivi. Stagli alla larga”

Un fastidioso ronzio mi penetra l’orecchio. Forse c’è qualche zanzara.

“Ma che zanzara? Da quando siamo tornati non fai altro che ignorarmi.”

Alle otto di questa sera devo incontrare quelle due persone. Tutto grazie al fantasma…

“Dovresti ringraziarmi, invece di fare la faccia scocciata.”

Mi alzo dal letto e vado al piano di sotto.

“Ciao, Adele.” La voce fastidiosa di mia zia mi arriva alle orecchie, per poi scendere sulla schiena. Un brivido di paura mi assale. Mi giro e le sorrido. Chiunque mi conosce, riconosce questo sorriso come falso.

“Zia! Mangi qui?”

Il fantasma davanti a lei, cerca di colpirla a suon di schiaffi.

“Si. Spero non ti dispiaccia. Tra poco andiamo a tavola, non ti unisci a noi?” ha una voce innocente. Da finta innocente.

“Bastarda! Non ti basta ciò che per colpa tua è successo?”

“No. Ho da fare.”

“Qualcosa di importante?” è estremamente curiosa, e la cosa non mi piace per niente.

“No. Devo incontrare un’amica oggi.”

Cerco di sbarazzarmi di lei, ma appena mi muovo, lei mi afferra per un braccio. La presa è ferrea e il polso mi fa malissimo.

“Non ti conviene mentirmi, Adele.”

Sento le lacrime arrivare prepotenti. Quella donna mi fa paura.

“Lasciami. È a te non conviene provocarmi.”

Esco fuori e vado all’ingresso della città. Mi siedo per terra e da lontano vedo due figure avvicinarsi.

Un ragazzo e una ragazza si fermano davanti a me. Mi fissano con la bocca aperta  e un’ombra di delusione attraversa il loro viso.

Il fantasma alle mie spalle scoppia a ridere. Si tiene, addirittura, la pancia da quanto sta ridendo.

“Credono che non sia tu. Sei mora.”

Ma io chi? Che sta sparando il fantasma?

“Finalmente mi ascolti. Non ti aiuteranno mai se non gli confermi che sei tu…”

Ma io chi? Non so più chi sono. Tutta la mia vita sta andando direttamente al cesso.

“Digli esattamente queste parole: il sole sorge, la luna cala. Il giorno è qui… aiutami a far incontrare i due opposti, così che possano amarsi alla follia. Oh voi che ascoltate non guardate all’apparenze, ma solo a ciò che trasmette.”

Decido di fidarmi del fantasma e pronunciate le tante agogniate parole, mi saltano addosso. Letteralmente.

“Dicci che dobbiamo fare.”

“Io qui ho una vita e da qui non voglio muovermi. Quanti anni avete?”

“Secondo gli anni umani, diciotto. Almeno, credo di dimostrarne diciotto. Ma noi siamo immortali.”

Esattamente come gli zii. Immortali, solo che i miei zii ne dimostrano intorno alla cinquantina.

“Potete rimanere qui con me. Venire a scuola con me, ma non venite conciati in quel modo. Anzi, non entrate in città vestiti in quel modo.”

Sono vestiti tutti di nero e nel fianco portano una spada, ciascuno. Sono del parere che le spade sono le uniche armi che si vedono, ma sono pieni.

“Perché cosa abbiamo che non va?” mi chiede la ragazza dando uno sguardo ai suoi vestiti.

“Le armi. Volete spaventare gli abitanti?”

Si tolgono le spade che hanno addosso e me le porgono. Poi da uno zaino che portava Angela alle spalle, prendono un telo che usiamo per nascondere le spade.

“Riguardo ai vostri alloggi?” gli chiedo fermandomi al centro del villaggio.

“Siamo immortali e in questi anni abbiamo accumulato parecchi soldi. Siamo ricchi. Comunque sai dove possiamo trovare un albergo?”

“Certo.”

Accompagnati Angela e Luca in albergo, mi addormento al calduccio nel mio letto.

 

 

Mi alzo dal letto, per andare a scuola. Questa notte ho fatto di nuovo lo stesso sogno che faccio tutte le notti. E, purtroppo, non ho più chiuso occhio.

Esco di casa e il sole mi brucia gli occhi. Una sola giornata di pioggia no?

Passo come al solito al bar di Mary e trovo Angela e Luca a pranzare, in un tavolino isolato. Entro e subito mi viene incontro Mary.

“Oddio, Adele! Come stai? Ho saputo di ieri.”

La guardo stranita. Che cosa vuole dire?

“Eh?”

“Il combattimento di ieri.” Mi chiarisce esasperata.

“Ah, si! Io sto bene.”

“Ma cosa è successo esattamente?”

“Scusa Mary, ma oggi non ho tempo.”

Fa una faccia sconsolata, ma poi sbuffando sonoramente, mi chiede:

“Vuoi sederti?”

“Si. Ho delle parsone laggiù che conosco.” Le dico indicando Angela e Luca seduti.

Mi avvicino a loro e mi salutano.

“Ciao, Adele. Come stai?”

“Tutto bene,voi?”

“Non c’è male.” Mi siedo vicino a loro e li guardo mangiare.

“Hai fame?” mi chiede preoccupata Angela. “Sai, non hai una buona cera.” Mi indica le mie occhiaie. Tutta la mia premura nel mettergli del correttore sopra, per nasconderle, non è servita a molto. Peccato! E io che pensavo di aver fatto un buon lavoro.

“Grazie tante per avermelo detto. Comunque, io non mangio niente che non cucino io o i miei genitori.”

“Oh. Ancora le stesse abitudini?” la guardo perplessa.

Vedo Luca mangiarsi le unghie e poi, dare un calcio ad Angela da sotto il tavolo.

Lei lo guarda male e iniziano gli insulti. Certo che litigano molto, ma tutto sommato, sono divertenti. Sentendo tutto quello che si dicono, mi fanno scappare dei piccoli sorrisi. E questo è tanto, visto che sono molto irritata per le ore di sonno perse.

Un brivido mi sale lungo la schiena. Un brutto presentimento. Sento una presenza negativa.

Mi guardo intorno, ma niente. ‘Adele bionda’, il fantasma, sembra felice e guarda i due ragazzi litigare. Evidentemente devo essermi sbagliata.

 

 

 

Parlare, parlare, parlare…

Oggi il prof ci sta mettendo sotto. Sono già trenta minuti che spiega e la testa mi sta scoppiando. Gli occhi si chiudono da soli e per stare concentrata, ogni tanto, mi do qualche pizzicotto sulle guancie.

Il tempo sembra non passare mai… le lancette dei secondi sembra vanno a rallentatore.

Mi appoggio al banco e chiudo per un attimo gli occhi. Solo un battito di ciglia.

“Adele. La mia lezione e così tanto noiosa?”

Apro gli occhi e guardo il mio professore. Il mio professore? Cosa ci fa lui nella mia camera?

Sento delle risatine divertite e mi guardo intorno. Non sono a casa, ma a scuola. E ho dormito!

“No. Io…”

“Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da te. Se vuoi tanto dormire, esci fuori dalla classe.”

La domanda del prof è chiaramente retorica. Non mi sta chiedendo veramente di uscire, ma mi sta solamente sgridando. Questo lo so, ma voglio solamente dormire. Allora seguo il consiglio del prof ed esco fuori dalla classe. Il prof e i miei compagni mi guardano con gli occhi aperti, ma non mi importa.

Sbadigliando raggiungo il bar all’interno della scuola. Mi appoggio a un tavolino e chiudo gli occhi.

 

“Principessa, dove va?”

Mi aggiro nel mio palazzo e dietro di me ho delle cameriere.

“Oggi non viene quella signora?”

Non ricordo il nome di quella donna, ma non mi è stata molto simpatica.

Infatti, prima che viene… io me ne vado. Non mi piace la sua faccia. Mi sa tanto di… pericolosa.

“Si.”

“E io me ne vado.” Nel mio vestitino bianco, esco fuori dal palazzo.

Davanti a me, la signora.

 

“Ehi, Adele.”

Apro gli occhi e vedo Lucia.

“Ciao, che ci fai qui?”

“è suonata la campana. Tutti sono al bar, per magiare.”

Mi guardo intorno. Ha ragione. Sono tutti qui dentro.

“uhm.”

“Che ti succede, Adele? È da ieri che non sei più la stessa.”

La donna del mio sogno. È mia zia.

Nel mio sogno, io sono una principessa.

Guardo il fantasma che ricambia il mio sguardo. Sono sicura, che anche lei ha visto il mio sogno.

“Non era un sogno. È un ricordo.”

“Adele?” Lucia cerca in tutti i modi di attirare la mia attenzione, ma io me ne vado e ritorno in classe per la lezione successiva. Storia. La nostra storia.

Non so perché, ma sento che la lezione di oggi è importante. Lo sento a pelle.

 

 

 

 

“Ragazzi, oggi si parla di una storia importante. Conoscete la storia della principessa Adele e del principe Luigi. Tutti la conoscono. La loro storia malata, impossibile.

La principessa possedeva la magia nera, bianca, gialla e la sua sola magia rossa. Magia che possedeva solo lei. Il principe possedeva i poteri della magia bianca e quella dei quattro elementi: fuoco, terra, aria e acqua.

Erano gli unici due regnanti della terra, e non potevano unire i loro regni. E per unire i due regni c’è bisogno di un matrimonio. Esatto! Si sono innamorati. Un amore sbagliato, malato, impossibile. Loro lo sapevano, ma avevano deciso di fregarsene. Se ne andarono. Scapparono. I due regni fecero la lotta tra loro. Ognuno credeva che il proprio regnante non avesse colpa e che fosse colpa dell’altro. Scoppiò una guerra.

Allora, i due regnanti si fecero vivi. All’inizio ragionarono per via diplomatica, poi si misero loro stessi a combattere. Erano tutti e due immortali, ma Luigi poteva morire se colpito con un’arma. Si sacrificò. Prese un colpo di spada nello stomaco per salvare Adele. Una principessa che non poteva morire, neanche con un’arma. La principessa, vedendolo morto, si uccise. Non poteva continuare a vivere senza di lui. Ma prima di trafiggersi, disse una cosa: - torneremo. Ci rincarneremo in altre due persone e saremo più potenti di adesso. Così potremmo tornare insieme, avere la nostra vendetta e riprenderci i nostri regni. Che cosa abbiamo fatto di male? Ci siamo solo innamorati. Perché non capite!-

Non dissero quando sarebbero tornati, ma noi sappiamo che lo faranno. Quando la principessa prometteva una cosa, la faceva. Manteneva la sua promessa. Ormai sono passati più di mille anni, ma… noi siamo sicuri che ritorneranno. La guerra ricomincerà, perché non ci furono né vincitori né vinti.

Avete domande?"

Ascoltando quella storia, rimago bloccata. Non so perché, ma sono scioccata. Eppure, non è la prima volta che me la raccontano.

Guardo il fantasma accanto a me… sta ridendo e contemporaneamente scuote la testa.

Una domanda si forma nella mia mente. E se la risposta è quella che credo, sono nella merda.

“Prof com’era l’aspetto della principessa?” le chiedo alzando la mano.

“Capelli lungi biondi, occhi azzurri. A quanto ne so, aveva una strana passione per i vestiti bianchi. Era il suo colore preferito.”

Mi blocco e guardo il fantasma. Occhi azzurri, capelli biondi e vestito bianco. La  descrizione corrisponde.

No! Non è possibile!

“Avevo detto che mi sarei reincarnata. Io mantengo sempre le mie promesse.” Mi sorride compiaciuta. “Tu sei me, Adele! Tutti i sogni che fai… sono i tuoi ricordi. Ricordi di una vita passata.”

Sgrano gli occhi, spaventata. Io, sono lei… io sono la principessa!

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE:

Aiutoooo!!!! Scusate il ritardo… ma come al solito sono… incorreggibile.

  
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