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Autore: _LeChatNoir_    14/08/2012    4 recensioni
!!!! I CAPITOLI SONO IN REVISIONE E IN AGGIORNAMENTO !!!
Roma 1505.
Elena, borghese romana, odia la sua vita e vorrebbe cambiarla.
Ezio Auditore, un Assassino con una missione ben chiara.
Una sera le loro strade s'incontrano, su di un tetto... e da li, il loro destino cambierà.
Genere: Erotico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I giorni si trasformarono in mesi, l'estate trascorse in un lampo e già eravamo a novembre. Le mie ferite tardavano a guarire. Dopo il salvataggio ero stata portata al Covo e li curata. Mi ero ritrovata con una costola rotta, un polso slogato e contusioni varie. Il dottore, avevo scoperto che si chiamava Roberto, mi aveva costretta a due mesi di letto, per far guarire meglio la costola. Un inferno in terra. Non potevo far niente e ciò mi deprimeva. Ezio si limitava a qualche carezza ma il sesso nemmeno lo nominava. In compenso avevo stretto amicizia con Denise. La ragazza era stata la mia infermiera, confidente e aveva sopportato ogni mia lamentela. Si era ufficialmente fidanzata con Daniele, sotto la benedizione di Ezio, ma ancora non si parlava di nozze. In compenso la vita scorreva tranquilla, mio fratello ormai aveva perso la testa per Dalia, nuovi adepti si univano alla causa... Ma l'evento più importante fu l'arresto del Valentino. Alla morte di papa Alessandro, fu nominato Giulio II che ordinò l'arresto di Cesare, eseguito da Paolo Orsini con l'aiuto delle guardi papali, e fu imprigionato a Castel Sant'Angelo.
Questo ci permise di tirare un sospiro e rilassarci, ma tenendo comunque le orecchie dritte.
Fu in un pomeriggio soleggiato che Ezio mi fece la proposta.
Da poco avevo ripreso ad alzarmi e camminare quando l'Assassino mi portò fuori Roma, in un bel boschetto, con tanto di cascatella.
«Ezio è magnifico!! Sono di qui, eppure ignoravo l'esistenza di questo posto...» lui mi sorrise mentre legava il cavallo
«Volevo un posto speciale per chiederti una cosa...» mi sedetti al limitare del piccolo laghetto, ascoltandolo a tratti, incantata da quel luogo «E cosa volevi chiedermi?» lui si sedette vicino a me, prendendomi una mano
«Due cose... Intanto la prima» lo vidi armeggiare nella scarsella e prendere un cofanetto; grande, di velluto blu. Lo aprì e rimasi incantata. Al suo interno risplendeva il bracciale di metallo con la lama celata, uguale alla sua
«Ezio...» lui mi bloccò
«Questo è il mio regalo, doppio regalo» sottolineò quelle parole con un sorrisetto «Ho proposto a Machiavelli di farti diventare Assassina a tutti gli effetti» lo guardai «Ha dato la sua approvazione. A breve terrai il tuo Rito e sarai promossa al grado di Maestra Assassina, come me». Fissai la lama
«E' un onore per me... grazie amore» gli sorrisi e lui mi diede un piccolo bacio
«E adesso passiamo alla seconda proposta» mi diede la lama e riprese a frugare nella scarsella «Dove cavolo... Ah! Eccolo!» tornò a guardarmi e mi porse un altro cofanetto, più piccolo e prezioso. Il cuore prese a battere freneticamente «Elena Alighieri, discendente del grande Dante, vuoi sposarmi?» aprì la scatolina per mostrarmi l'anello, una piccola fede con una pietra nera al centro. Fissai l'anello, poi nuovamente lui
«Io... Ezio... Oddio... Si.» annuii freneticamente «Si ti sposo» scoppiai a piangere, ridendo. Ezio mi prese in braccio e mi strinse piano, per non farmi male
«Grazie...» mi baciò, lasciandomi senza fiato come sempre
«Perché non festeggiamo come si deve?» giocherellai con i lacci della sua veste
«Sei ancora troppo debole. La tua costola è guarita da poco, non vorrei spezzartela di nuovo» sbuffai
«Uffa!» ci pensai su «E se... guido io?»
Ezio ridacchiò baciandomi la testa «No» si alzò e mi depositò sul cavallo «Dobbiamo tornare al Covo, non vuoi mostrare l'anello a Denise?» mi sorrise
«Oh si!!! Che bello!!! Andiamo andiamo!!!» risi aspettandolo, redini in mano.

Appena mettemmo piede dentro la Tiberina, ci trovammo faccia a faccia con Machiavelli, scuro in volto.
«Ezio dobbiamo parlare» mi lanciò un'occhiata, il solito tono arrabbiato e annoiato
«Elena vai da Denise... ci vediamo dopo» mi diede una leggera spintarella. Li guardai curiosa. Ogni volta Machiavelli insisteva perché io me ne andassi, sbuffai e andai verso la camera della sorella.

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Quando Elena fu lontana Ezio si rivolse all'amico «Che succede?»
Niccolò prese un bel respiro, portò le mani dietro la schiena e iniziò a passeggiare per il corridoio «In tutti questi mesi, abbiamo tenuto sotto controllo Cesare, non abbiamo detto niente della sua evasione a Napoli agli altri Assassini» lanciò un'occhiata ad Ezio. Il segreto era stato tenuto per non mandare nel panico la sua amata, mentalmente fragile dopo la prigionia «Giulio II ci ha fatto un grande favore deportandolo in Spagna.. ma adesso... abbiamo un problema» Ezio si grattò la nuca, pensieroso
«Sarebbe?» si fermò, pregando che Niccolò non gli dicesse il suo peggior timore.
«E' evaso nuovamente e si è rifugiato dal cognato, Giovanni III» l'Assassino sospirò pesantemente, stanco di quella storia
«Proprio adesso che ho chiesto la mano di Elena... » Machiavelli storse la bocca
«Non pensarci adesso, a Cesare. Le nostre spie non lo perdono d'occhio nemmeno un secondo. Pensa al tuo matrimonio» pronunciò quella parola come se fosse la peste. Ezio annuì
«Ma devo dirle comunque che c'è una possibilità che debba partire...»
«Non affrettare i tempi, non sappiamo ancora cosa farà» detto ciò, Niccolò lo salutò e tornò nel studio. Ezio si sedette su una delle panche del corridoio, pensando a cosa dire ad Elena

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«Elena è bellissimo!» Denise lo disse per la centesima volta
«Ma dai? Non sospettavo ti piacesse» ridemmo entrambe, Daniele che ci guardava appoggiato alla finestra
«Sembrate due bambine piccole» ci disse, scuotendo la testa «Denise non farti mettere in testa strane idee, per ora niente matrimonio»
«Taci uomo!!!» lo ripresi, tenendo le mani della sorella tra le mie «Vedremo quanto a lungo resisterai»
«Esatto tesoro! Non puoi resistermi» Denise lanciò un bacio al fidanzato ridendo. Lui alzò gli occhi al cielo ed uscì, borbottando. Una volta sole la ragazza prese un foglio e una piuma
«Mi fai paura...» ridacchiai, sistemandomi sul suo letto
«Ma no! Non aver paura» agitò la piuma e la intinse nell'inchiostro «Allora cara, tiriamo giù una lista?» mi mordicchiai il labbro
«Con la lista tutto diventa reale... Ma si! Facciamolo! Ci vuole: l'abito, le fedi, la chiesa, il notaio, il banchetto...» elencai tutto ciò che mi veniva in mente, Denise che scriveva tutto
«Il banchetto le terrete qui no? E' così grande la sala delle cerimonie!!!» annuii
«Hai ragione, glielo chiederò!»
Passammo il pomeriggio a scrivere e decidere cosa fare. Non avrei immaginato di ritrovarmi ad organizzare il mio matrimonio, chissà cosa avrebbe detto mio padre... la tristezza mi invase «Devo dirglielo...»
Denise mi guardò preoccupata «A chi? Tutto bene?» assentii
«Devo dirlo alla mia famiglia... mia madre vorrebbe esserci» lei mi prese una mano e mi sorrise
«Devi sentirlo tu. Ma hai ragione, ogni madre vuole vedere la figlia all'altare»
«La informerò, così deciderà se venire. Manderò Lorenzo a parlarci».

Il resto del giorno passò in lampo e la sera mi ritirai nella mia stanza. Notai Ezio sdraiato sul letto. Lo fissai stupita
«Cosa ci fai qui a poltrire?» lui alzò la testa per guardarmi
«Ti aspettavo...» mi sedetti vicino a lui e gli sfiorai la guancia ispida
«Che succede?» Ezio sospirò e mise una mano sulla mia
«Cesare... è evaso dalla sua prigione in Spagna» sentii la testa girarmi «Elena sei pallida...»
«C-cosa... Spagna? Perché?!» Scossi la testa «Nono, sto bene...» lo guardai seria «Parla Auditore, ti conviene!»
«Non volevo dirti niente... ma adesso sono costretto» Si sistemò sul letto e mi prese tra le braccia «Dopo l'arresto è evaso e si è rifugiato a Napoli. E' stato nuovamente arrestato e deportato in Spagna, e adesso...» mi diede un bacio «Perdonami, ti ho nascosto tutto ciò per non farti preoccupare» rimasi in silenzio. Adesso che eravamo così vicini alla felicità, quel cane tornava nelle nostre vite.
«Come la mettiamo con il matrimonio adesso?» Alzai lo sguardo su di lui
«Tu continua con i preparativi e non pensarci. La situazione è sotto controllo» mi strinse
«Va bene. Denise ha detto che mi aiuterà» decisi di parlarne anche con lui «Voglio invitare anche la mia famiglia» lui mi sorrise
«Certo! Chiunque vorrai» lo baciai, sentendo l'irrefrenabile desiderio di lui «Elena...»
«Dai!!! Uffa!!! Sto bene!!» mi spogliai «Non mi vuoi?» misi il broncio. Lui scoppiò a ridere e si spogliò a sua volta
«Non posso resistere a quel broncio» mi sistemò sul letto «E ti voglio, sempre!» mi baciò con foga. Finalmente dopo così tanto tempo, diventai di nuovo sua.

Quando mi svegliai l'Assassino non c'era. Sbuffai infastidita e mi vestii. Dovevo trovare Lorenzo.
Vagai per il Covo, senza trovarlo «E' alla Rosa quel disgraziato...» lasciai detto ad una Adepto, di cui non ricordavo il nome, che mi sarei recata li. Uscii.
Appena arrivata alla Rosa, mi recai dalle cortigiane, così da poter dar loro la bella notizia. Brindammo con un bel bicchiere di vino. Dalia e Lorenzo entrarono in quel momento, mano per la mano «Che succede qui?!» mio fratello mi squadrò e sbiancò alla vista dell'anello
«No... no, nono!!!! Non posso accettarlo!!!» Valeria gli tirò una mollica
«E piantala!! Si amano, lasciali sposare!!!» mi alzai avvicinandomi a lui
«Lore... Posso parlarti in privato?» lui mi guardò in cagnesco
«Va bene... » andammo in corridoio «Cosa c'è?»
«Puoi dirlo alla mamma?» guardai implorante il mio gemello «Ti prego...» Lorenzo si passò una mano sul volto
«Elena...» rimase in silenzio per un po', alla fine acconsentì «Va bene, glielo dirò io. Ma questo ti costerà qualcosa sai?» sorrisi
«Come sempre no? C'è anche un'altra cosa» gli raccontai di Cesare, dell'evasione. Mio fratello mi ascoltò, il volto serio e concentrato
«Merda...Senti, fai come ti ha detto lui. Non pensarci e continua con l'organizzazione del tuo giorno» mi accarezzò il volto e mi abbracciò «La mia sorellina si sposa... non ci credo» ridemmo come scemi, sotto lo sguardo curioso delle cortigiane

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Claudio prese sotto braccio la figlia, provata dalle torture subite dagli Assassini «Mio fiore... ti vendicherò non preoccuparti» La ragazza fissò il vuoto, gli occhi sbarrati
«Uccidila papà... uccidi quella puttana» Claudio sorrise
«Si mio fiore, come tu desideri» baciò la mano di Camelia, il prossimo obbiettivo già segnato sulla sua lista. L'Assassina doveva morire e Auditore soffrire come la figlia. Le ore di Elena erano giunte al termine.

Buonasera!!! Scusate la lunga attesa ma ho avuto un sacco da fare!!! Lo so,
questo capitolo è misero, ma è un capitolo di "congiunzione". 
Il prossimo non tarderà così tanto. lo prometto ^^ 
Buona lettura e grazie!!! 
Baci
oOFoxyOo

   
 
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