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Autore: SunVenice    14/08/2012    1 recensioni
Ogni Estate l’Accademia Vera Croce pullulava di studenti asfissiati e grondanti di sudore, pronti a tutto pur di accaparrarsi anche la più piccola granita, pur di godere di un minimo di frescura, pur di permettersi di fare le corna al sole malefico che pareva bruciare come l’inferno sulle loro teste.
Chi più, chi meno, qualcuno ci riusciva ... a modo proprio.
Tratta da un'immagine rintracciabile qui: http://static.zerochan.net/full/09/43/677159.jpg
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Shura - Red Cream Sorbet

 

Shura Kirigakure non non riscuoteva molte simpatie tra i suoi colleghi esorcisti. 

Certo, il fattore “davanzale” che si portava dietro, insieme a delle alquanto indecenti, a detta dell’occhialuto, scollature, se non altro funzionali per garantirle rapido accesso alla propria spada demoniaca, avevano portato molte povere anime ad avvicinarla con bocca sbavante, ma la maggior parte di questi, ok diciamo tutti, fuggiva via non appena apriva bocca.
Era risaputo, infatti, quanto Shura, nel parlare, fosse delicata: come uno scaricatore di porto, o comunque ci andava molto vicina.

Poco importava quanto lei si ritenesse raffinata e femminile.

“Mattaku, quanto ci mette l’occhialuto a portarmi le birre?!”

Era e sarebbe sempre stata un’ubriacona incallita.

La donna dai capelli bicolore sbuffò ancora una volta, poggiando una guancia su una mano.

Davanti a lei il giardino di casa Moriyama risplendeva quasi di luce propria, riflettendo su ogni foglia e petalo il sole che, dall’alto del mezzogiorno, scendeva a capofitto sulle teste dei comuni mortali.

L’esorcista tatuata non doveva fare i conti con la stella infuocata in questione, essendosi accuratamente sistemata all’ombra del passaggio coperto della casa in perfetto stile giapponese, ma in ogni caso...

“Atsuuuuu-”

L’aria secca e rovente non lasciava scampo nemmeno a lei, specialmente dopo che il piccolo Yukio se ne era andato via senza più tornare indietro con le sue bambine.

La sua vita. Il suo sostentamento. La sua cura di bellezza. 

Le sue benedette bevande ghiacciate!!!  

Respirò una boccata d’aria torrida, rigettandola immediatamente fuori con faccia disgustata.

Senza una bella lattina gocciolante tra le mani non riusciva a godersi la giornata.

Dannato occhialuto!

Dove caspita era finito?

“Shura-san, tutto bene?”

La voce sottile ed un po’ intimorita di Shiemi fece capolino dall’interno della sala.

L’esorcista Knight sospirò frustrata.

Stare in quella casa non gli aveva dato molti problemi, anzi si stava, come si soleva dire tra i giovani, da Dio: la padrona di casa e sua figlia seguivano scrupolosamente il codice del perfetto padrone di casa, lasciandole tutto lo spazio che desiderava e riservandole tutti gli onori possibili ed immaginabili.

Tuttavia quell’inaspettato risvolto della situazione l’aveva messa alle strette.

L’occhialuto l’aveva snobbata.

Chiaro come l’acqua santa.

Non ci sarebbero state birre ghiacciate e lei, benché diplomata in opportunismo estremo, non si sarebbe mai sognata di mandare una delle sue ospiti a comprarle appositamente delle birre.

Mica era colpa loro se l’occhialuto aveva disertato.

Diamine, aveva degli scrupoli anche lei dopotutto!

Si alzò, lasciando senza parole la ragazza che fino ad allora aveva aspettato pazientemente dietro di lei una sua risposta.

“Vado a fare quattro passi.” bofonchiò, dirigendosi stancamente verso l’entrata dell’abitazione sotto gli occhioni preoccupati di Shiemi.

“Shura-san?”

 

 

“Appena metto le mani addosso all’occhialuto giuro che..”

Alitò per l’ennesima volta, mentre i propri passi pesanti la conducevano sempre più vicina alla scuola di quell’eccentrico di Mephisto.

Grondava sudore da ogni poro.

I capelli le si erano impiastricciati sulla fronte e persino i suoi sandali a tacco alto le facevano scivolare in avanti la pianta del piede tanto erano pregni.

Aria! Aveva bisogno di aria!

A stento riusciva a respirare sotto quella campana di aria bollente e umida.

“Urgh, se si potesse trasformare l’umidità in birra...”

Per lei fu quasi un miracolo raggiungere lo sbatacchio della porta, fresco, spalancarla con slancio disperato e animalesco, ed infine richiuderla dietro di sè, beandosi di una frescura che solo un liscio e lucido pavimento in marmo poteva dare.

“Dio esisteeeee.” 

Molti studenti si fermarono a guardare straniti quella donna che, sbavando e con addosso un kimono particolarmente succinto, si era letteralmente buttata a terra, strusciando una guancia contro il pavimento della hall principale.

Riprendendosi dopo un po’, l’esorcista dai capelli bicolori ritornò fieramente sulle proprie gambe, sorpassando con noncuranza quel branco di ragazzini che si erano fermati a guardarla e con un unico pensiero in testa.

LA MENSA.

 

 

Era risaputo quanto il preside Johann Faust V ci tenesse a coccolare i propri studenti con cibi di prima scelta.

Sugli scaffali refrigerati del self service non mancavano mai di fare la loro bella figura le più fresche e ricercate ricette. Gli studenti della Vera Croce aspettavano con ansia l’arrivo dell’ora dei pasti poichè, specie in estate, la varietà dei piatti a loro disposizione era a dir poco incredibile andando dall’antipasto al dolce, dall’europeo all’orientale, dal più caro ... al più caro ancora.

“Ehi, Bon...”

Lo sguardo attento di Suguro Ryuji continuò a studiare assorto il gruzzolo di soldi che aveva in mano, apparentemente senza curarsi di Konekomaru e di Shima, appiccicati alla sua schiena in attesa di un suo verdetto.

Shima deglutì rumorosamente, con la gola ormai secca e la divisa fradicia almeno quanto quella dei suoi compagni.

Erano appena tornati da nientemeno che l’ora di fisica.

E questo diceva tutto.

Come faceva quel pazzo del loro preside a permettere che, con un clima torrido come quello, venissero ancora impartite lezioni di ginnastica?!

“Dimmi che ci arriviamo Bon. Ti prego. Ti pregooo.” sussurrò stancamente il rosato, sentendosi mancare le ginocchia per la stanchezza.

Lentamente, quasi in maniera estenuante, Bon rialzò gli occhi e ... sorrise smagliante con le lacrime agli occhi.

Shima e Konekomaru capirono immediatamente e spalancarono di rimando i visi in espressioni altrettanto commosse.

Un turbinio di luci ed putti alati muniti di tromba apparvero attorno inneggiando alla loro vittoria.

Ci erano riusciti.

Mesi e mesi di privazioni avevano finalmente portato al risultato sperato.

Dopo tanto soffrire ed attendere avrebbero finalmente messo le mani sul...

“Il Japan Summer Full Course è finalmente nostro!!” gioì Shima con le braccia al cielo non riuscendo più a trattenersi.

Avevano studiato a lungo questo giorno: Bon aveva calcolato scrupolosamente la quantità di soldi da mettere da parte giorno per giorno, Konekomaru aveva incessantemente fatto la guardia al loro salvadanaio, e lui aveva cercato di non cadere in tentazione e ridurre il più possibile le sue visite alla sezione VM18 dell’edicola.

Le riviste della linea Hot Kitties costavano, sapete?

Ma erano le sue preferite!

Bon si asciugò le guance con un braccio, pronto all’ultima grande battaglia: la fila!

“Forza, andiam-!”

“Queste le prendo io, nyaaah ~!”

Veloci come solo quelle di una donna esorcista potevano essere, le dita affusolate di Shura Kirigakure sfilarono dalle mani di Bon l’intero gruzzoletto di yen, allontanandosi con una nonchalance invidiabile per una donna che ha appena compiuto un furto a scapito di ben tre studenti.

Ma se non poteva punire l’occhialuto, sarebbero stati i suoi studenti a pagarla per lui.

Letteralmente.

 

“Una birra per favore.”

La povera commessa dietro il vetro della mensa non ebbe il coraggio di rispondere sprezzante a quella richiesta assurda, già preoccupata della situazione di puro caos che quella donna scostumata aveva provocato facendosi strada a forza fino a lei, infischiandosene altamente della fila di giovani affamati.

Uno stuolo di studenti in preda a delle vere e proprie emorragie al setto nasale, combattevano tra la vita e la morte riversi sul pavimento, mentre un coro di versi indignati si alzavano dalle ragazzine presenti, magari piccate per l’aver visto il proprio ragazzo svenire dopo aver sbirciato la scollatura di quella straniera.

Già, perché solo una straniera avrebbe potuto comportarsi in modo tanto barbaro ed al contempo possedere una capigliatura tanto bizzarra.

“Allora?”

“Ehm... signor..ina...” si riprese cercando di parlare il più cortesemente possibile.

“Siamo in una scuola...”

“E quindi?!” rispose quella, chiaramente prossima a spazientirsi.

Ma che colpa aveva lei?!

“Non vendiamo alcolici agli studenti.” 

L’altra rimase senza parole, sicuramente spiazzata.

“P-per favore, può tornare in fondo e rispettare la fila?”

 

Quella commessa impertinente! Come si era permessa di dirle di tornare in fondo a quella fila di poppanti?

E poi che diavolo significava “non vendiamo alcolici agli studenti”??!! E i professori non bevevano?! Argh! Che rabbia!

Portò alla bocca un’altra cucchiaiata del sorbetto che era riuscita a procurarsi.

Aveva piantato su un tale casino non appena aveva realizzato le parole dell’inserviente che alla fine quest’ultima, esasperata ed anche un po’ intimorita dal suo fare aggressivo, le aveva ceduto uno degli ultimi sorbetti speciali della giornata.

Completamente gratis.

Non era un granché, anche se c’era qualcosa che glielo rendeva particolarmente piacevole.

Abbassò gli occhi sul calice che teneva tra le mani.

Era un bicchiere stranamente elegante per un sorbetto così semplice: un calice riempito sul fondo da una crema ghiacciata e sovrastata da uno strato rosato dal sapore vagamente fruttato, il tutto guarnito da una pallina più densa di ghiaccio alla crema e da un rametto di ribes rosso così splendente da sembrare finto.

“Tch!”

Si sentì urtata da tanta perfezione.

Prese il rametto e lo buttò dietro di sè, sporgendo in modo infantile le labbra per poi continuare a gustarsi il resto del proprio gelato.

Fu però il notare una cosa a frenarla: lo strato rosato di ghiaccio alla frutta non era solo composto da acqua e sciroppo.

C’era dell’altro.

“E così non vendevate alcolici agli studenti, eh?” sussurrò con una punta di rabbia.

Essendo abituata a quel genere di sapore lei non se ne era accorta, ma nella mistura per sorbetto era chiaramente stato aggiunto un goccio di Alchermes.

“L’occhialuto me la pagherà doppiamente..” bofonchiò, facendosi strada per i corridoi refrigerati della scuola con ancora il calice in mano.

E i soldi dei suoi studenti se li teneva lei! Ecco!

 

 

“Bon..”

“Che c’è Shima-san?”

“Siamo stati troppo avidi?”

   
 
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