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Autore: Suocere    15/08/2012    1 recensioni
Sul tappeto di foglie illuminato dalla luna i miei passi risuonavano leggeri.
Era autunno inoltrato, il bosco era ricoperto di foglie e gli alberi spogli avevano un'aria spettrale in quel poco bagliore.
Un leggero venticello mi smuoveva i lunghi capelli neri ed i miei occhi blu si perdevano nell'osservare incantati il cielo.
Avvolta dal silenzio, interrotto solo dai rumori della natura, ero totalmente in pace.
Fu in quell'ambiente magico che lo incontrai.
Suocera G.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL MIO POSTO NEL MONDO

 

Sul tappeto di foglie illuminato dalla luna i miei passi risuonavano leggeri.

Era autunno inoltrato, il bosco era ricoperto di foglie e gli alberi spogli avevano un'aria spettrale in quel poco bagliore.

Un leggero venticello mi smuoveva i lunghi capelli neri ed i miei occhi blu si perdevano nell'osservare incantati il cielo.

Avvolta dal silenzio, interrotto solo dai rumori della natura, ero totalmente in pace.

Fu in quell'ambiente magico che lo incontrai.

Era appollaiato sul ramo di una quercia e faceva ondeggiare le gambe nel vuoto.

Mi osservava dall'alto, i suoi magnifici occhi verdi fissi nei miei.

Aveva lunghi capelli neri, lasciati ricadere sulle spalle. Il suo viso aveva lineamenti affilati ed eleganti.

Ci misi un po' a notare che le sue orecchie sporgevano da sotto i capelli, allungate ed appuntite.

Le riconoscevo, eppure non volevo crederci. Era un elfo.

Si lasciò cadere a terra con semplicità, atterrò in piedi. Mi guardò ancora un attimo poi mi voltò le spalle e si allontanò.

Rimasi con il desiderio di rivederlo, con la voglia di parlargli, con la curiosità di capire qualcosa in più su di lui.

Senza pensarci un attimo lo seguii; con i suoi passi aveva smesso le foglie, forse proprio per permettermi di percorrere la sua stessa strada.

Pochi passi e lo vidi, girato su un fianco a guardare indietro, come se aspettasse me e probabilmente era proprio così.

Riprese a camminare, abbastanza lentamente da permettermi di non perderlo di vista, ma troppo veloce perchè potessi affiancarlo.

Ci inoltrammo sempre di più nel bosco; non mi ero mai spinta fino a lì ed ora lo stavo facendo fidandomi di un ragazzo che neanche conoscevo, eppure non avevo paura.

Camminammo per almeno mezzora, senza che nessuno dei due dicesse una parola, fino a giungere in cima ad un colle.

Il pendio che ci trovammo davanti si presentava ripido e scosceso.

Mi fece cenno di avvicinarmi e quando lo feci vidi uno spettacolo di una bellezza indescrivibile.

Sotto di noi si apriva un enorme prato, di tanto in tanto qualche albero rompeva la monotonia. La luna illuminava la radura, creando giochi di luci e ombre, ed una fila di grandi e possenti querce ne delimitava il confine.

Ma la cosa che più mi stupiva erano le lanterne, piccole luci appese a quei pochi alberi cresciuti in mezzo al prato.

Fu a quel punto che lui, finalmente, decise di parlare.

-Magnifico vero?- La sua voce risuonava elegante e pregiata e allo stesso tempo dolce e leggera.

Aveva usato un tono basso, per non intaccare troppo il silenzio che aveva regnato fino a quel momento.

La sua era una domanda che non esigeva risposta, gli bastò vedere i miei occhi luccicare per capire, tanto che sul suo volto si aprì un bellissimo sorriso.

Riprese a camminare, scendendo lentamente verso lo spiazzo sottostante.

Man mano che ci avvicinavamo, notai numerose costruzioni in legno scuro ancorate ai rami delle querce.

Mi bloccai al centro del prato, fissando il mio sguardo sull'elfo. Le domande erano così tante che non riuscivo più a pensare.

-Non so neanche come ti chiami...- Fu un pensiero rivolto più a me stessa che a lui.

-Keith!- Rispose semplicemente.

-Io sono Emily... Ma perchè mi hai condotta qui?-

-Sei diversa... Qui lo siamo tutti!- Aprì le braccia, indicando tutto ciò che ci circondava.

-E tu questo come lo sai?- Non potei non chiederlo.

-Lo dimostra il fatto che, non conoscendomi e non dando peso al mio aspetto, mi hai seguito fino a qui senza fiatare.-

-Ed ora?- L'ultima domanda, la più importante...

-Sei una di noi..-

A quel punto il prato iniziò a popolarsi. Uomini e donne di tutte le età uscivano dal cerchio di querce, sorridevano e sembravano totalmente in pace. Ognuno di loro era diverso, c'erano elfi, nani ed umani.

Sentii parecchi saluti e vidi molti cenni rivolti a me e a Keith.

-Puoi rimanere con noi se vuoi... o ritornare alla tua vita e fare finta di nulla!-

-Resto!- Non appena pronuncia quella parola capii di aver fatto la scelta giusta ed i loro sorrisi mi fecero sentire subito a casa.

-Dai, vieni! Da me ci sono delle stanze ancora vuote..-

A parlare era stata una ragazza all'incirca della mia età, Beth, particolarmente alta e con degli strambi capelli verdi. Le seguii senza esitazione.

Quella sera ci scambiammo ben poche parole, ma andammo d'accordo già dal primo momento.

I giorni successivi capii i ritmi della vita di quella piccola comunità e mi ci adattai perfettamente.

 

Da quei giorni sono passati due mesi ed io mi ritrovo qui a raccontarli per non dimenticarli mai.

In questo tempo ho conosciuto persone fantastiche, stretto una bellissima amicizia con Beth e mi sono innamorata di Keith.

Lui ancora non lo sa, quindi non sperate di sapere come andrà a finire perchè non lo so neanche io. Quello di cui sono certa è che sto bene, posso essere totalmente felice.

In questo magico luogo ho finalmente trovato il mio posto nel mondo.

   
 
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