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Autore: Nini91    17/08/2012    4 recensioni
E' la mia prima storia, abbiate pietà e dateci un'occhiata xD
Non ve ne pentirete!
«Quel che voglio fare con la fotografia, è quello di catturare quel minuto esatto, parte della realtà»
Chi l'avrebbe mai pensato che quel misero minuto, avrebbe riscosso un ruolo così importante nella mia vita.
Genere: Commedia, Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Scusate il ritardo!! Ma volevo rendere questo capitolo al meglio!^^
Ringrazio di cuore tutti quelli che continuano a seguirmi e spero di non deludervi con questo aggiornamento!
Scusate per eventuali errori, purtroppo ho dovuto aggiornare in tutta fretta perchè come al solito devo andare via xD
E finalmente si scopre il motivo per cui Axel è depresso...Ma ora li aspetta un bel viaggetto da fare! :)
Alla prossima! <3




Dopo quello strano incontro, Roxas fece entrare Axel in casa, entrambi non si rivolsero la parola, forse perché aspettavano che l’altro facesse il primo passo, il rosso si limitò ad annuire, sedendosi su una delle sedie in cucina, l’altro prese dal frigorifero qualcosa da bere e forse, aspettava che iniziasse lui il discorso.
Passarono cinque minuti di totale silenzio, finchè Axel decise di parlare.
Ascoltò la storia con attenzione e fondamentalmente, con stupore. Gli raccontò tutto, da quel giorno al locale con i suoi amici al suo rientro a casa e, in modo particolare, della discussione che ha sentito tra i suoi genitori.
Quando sentì il motivo per il suo strano umore si fermò di colpo, la mano che reggeva il succo d’arancia tremò, aveva tolto il tappo così per sbaglio fece cadere alcune gocce per terra.
Ma quasi non se ne rese conto. Una volta finito di parlare, Axel si appoggiò con i gomiti sul tavolo, portando le mani ai capelli e sospirando pesantemente.
Piombò nuovamente un silenzio che durò solo pochi minuti, finchè lui gli rubò tra le mani il succo d’arancia e si versò da bere, senza guardarlo negli occhi «Lo so che ti ho preso alla sprovvista, ma ti prego, mettiamo fine a questo silenzio» Indi bevve un sorso della bibita, mostrando poi una leggera smorfia «Bleh…Odio il succo d’arancia»
A quel punto il biondo si risvegliò da quello stato di shock, scuotendo debolmente il capo «Ah, scusa. Ti…Ti prendo qualcos’altro allora» Fa per voltarsi ma la voce del fulvo lo bloccò nuovamente.
«Tranquillo, non occorre» Lo guardò, rimanendo stupito che, nonostante tutto quello che gli stesse succedendo sforzava costantemente un sorriso.
Axel
Non sapeva come comportarsi dopo questa notizia, si grattò nervosamente il capo, portando lo sguardo verso il basso.
«Strano» Disse il fulvo «Una persona che ha sempre curato i suoi pazienti, ora rischia di morire per uno stupido cancro» Sospirò, voltandosi verso di me «Ironico, non credi?»
Dal suo tono di voce sembrava quasi volesse scherzare, ma dai suoi occhi si capiva tutt’altro.
Era furioso, triste, deluso
Sua madre scoprì di avere il cancro mesi fa e ancora non lo aveva raccontato a suo figlio, quando Axel li sentì parlare su questa faccenda, avrebbe tanto voluto piombare in salotto davanti a loro, chiedendogli il perché non ne era stato informato.
Ma forse questo era il minimo, la paura più grande era il rischio di perdere la madre. Lei era sempre stata un punto fondamentale nella sua vita, era stata lei a portarlo a casa la prima volta che si era ubriacato, era presente a calmarlo ogni volta che litigava con suo padre, rispettava le sue decisioni e non l’ha mai obbligato a fare qualcosa che odiasse (come diventare medico), lei c’è sempre stata.
Axel non avrebbe superato questa storia facilmente.
Ma d’altra parte, chi l’avrebbe fatto?
«Credi che….Insomma…Tuo fratello sappia di questa cosa? » Domandò Roxas un po’ titubante, Axel lo guardò appena, stringendosi le spalle «Non saprei, non credo» Mormorò, abbozzando poi un flebile sorrisetto «Ma non mi stupirei del contrario, dopotutto Reno è sempre stato il figlio prediletto del papino, si saranno messi tutti d’accordo per non farmi sapere niente»
«Axel…»
«Quando pensavano di dirmelo?! » Batté forte i pugni sul tavolo, alzando la voce « Non credono che quando vedrò mia madre sul letto in punto di morte FORSE mi verrà qualche dubbio?! »
«Axel! Calmati! » Gli urlò, bloccandolo immediatamente, in quell’istante il rosso si rese conto di essere in piedi e di aver stretto talmente forte la bottiglietta di succo di arancia da averla quasi rotta.
Era di plastica d’accordo, ma non era comunque una cosa da fare.
«S…Scusa…» Mormorò, posando la bottiglia con delicatezza e sedendosi nuovamente al suo posto. Il più piccolo sospirò, avvicinandosi verso di lui e togliendo la bevanda dal tavolo «Non fa niente»
Dopo averla messa a posto, si sedette accanto a lui «Perché sei venuto qui?»
Lui giocherellò con il bicchiere per qualche istante
«Volevo parlare con qualcuno…E la prima persona che mi è venuta in mente» Si voltò verso l’amico «Sei stata tu» Questa volta gli sorrise sinceramente «Ma adesso smettiamola di parlarne, non vorrei fare una scenata come prima»
Roxas non vedeva né rabbia, né tanto meno dolore, quel sorriso era caldo, pieno di luce. Si sentì quasi in imbarazzo, arrossì lievemente, staccandosi da quegli occhi smeraldini e concentrando la sua attenzione su un punto fisso del pavimento «Ah»
«Come Ah? Tutto qui? Non sei contento di vedermi? »
«Certo che sono contento! » Si difese il biondo «Solo che…Bhè…»
Axel non si soffermò oltre, annuì capendo perfettamente come si sentisse dopo quella notizia.
«Vuoi restare qui per un po’? Posso chiedere a mia madre, abbiamo una camera in più se vuoi…» Mormorò il ragazzo, ancora con le gote leggermente arrossate per prima.
Il fulvo gli scompigliò giocosamente i capelli, alzandosi dalla sedia e avanzando verso di lui
«A dire il vero….Ho un’altra idea in mente» Lo disse con un tono talmente provocatorio da fargli venire la pelle d’oca, Roxas indietreggiò finchè non colpì con la schiena il frigorifero, rimanendo così in trappola tra le grinfie dell’amico.
Le idee di Axel non sono mai state delle migliori, anzi, il più delle volte ci faceva la fine della vittima e spesso finiva nei guai per colpa sua.
«E quale sarebbe questa fantomatica idea? » Domandò il biondo, inarcando un sopraciglio. Axel stava per rispondergli quando udirono entrambi dei passi giungere in cucina, i due si voltarono, notando l’arrivo di Xion.
Rivedendo quel volto, il fulvo ricordò pienamente la vicenda di poco fa, poteva ancora sentire quel forte bruciore invadergli nuovamente gli occhi « Tu!! » Le ringhiò « Mi devi due bulbi oculari, per colpa tua non riuscirò più a mangiare nessun cibo piccante, e io adoravo il piccante! »
Intimorita, Xion si nascose leggermente dietro alla porta, intanto Roxas diede una leggera spinta ad Axel, «E smettila! E’ stato un incidente! » Si voltò verso la ragazza, facendole cenno di avvicinarsi e lei, timidamente, li raggiunse.
«Xion, ti presento Axel. Axel, lei è….»
«Sono…Sua sorella» rispose con un lieve sorriso sulle labbra. Axel sbatté le palpebre più volte, cercando di ricordare quando mai Roxas gli avesse detto di avere una sorella, insomma, era andato diverse volte a casa sua e non l’aveva mai vista in giro, tantomeno a scuola.
Non potevano di certo averla procreata i suoi genitori quest’anno…Avranno su per giù la stessa età.
«Da quando in qua hai una sorella? »
«Da quando io, Sora e mia madre viviamo nella casa di Luxord, padre di Xion» Gli rispose il biondo, mostrando un sorriso alla ragazza «Non siamo di sangue, ma è come se lo fossimo, dopotutto…Non credo che i nostri genitori ci metteranno molto a sposarsi»
Axel si portò una manata al capo.
Giusto, i suoi erano separati e sua madre frequentava un certo
Luxord.
Strano però, non era la prima volta che sentiva quel nome, gli sembrò quasi famigliare…Che sia forse…
«Siamo tornati!! » La porta sbatté violentemente, segno che Sora era appena rientrato a casa «Dovevate vedermi, sono stato un vero campione, questa volta lo ha perfino ammesso anche Riku! Bhè….Non proprio, ma tutto sommato, forse potrei anche sopportarlo ancora per un p…» Appena raggiunse la cucina, si bloccò, notando la figura del rosso accanto ai due famigliari «E…E t_tu cosa ci fai qui? »
Si pensa che ormai perfino i muri sapessero che Sora non avesse mai visto di buon occhio Axel, tantomeno la sua amicizia con Roxas, sarà per il fatto che si è sempre comportato da bulletto con lui fin dalla scuola media, prendendolo di mira assieme ai suoi amici e scaraventandolo più volte dentro ai cassonetti dell’immondizia. Una volta aveva perfino rubato i suoi vestiti mentre si faceva la doccia negli spogliatoi, alzandoli al posto della bandiera e costringendolo ad andare dal vicepreside coperto da sole due riviste (di moda per giunta), che aveva trovato per pura fortuna in palestra, o magari non lo sopportava per via del suo aspetto, non tipicamente da bravo ragazzo: fumatore accanito, amante della birra e frequentatore ossessionato di night club.
Il giorno in cui Roxas annunciò a pranzo che sarebbe uscito con Axel Morris, il fratello quasi si strozzò con un pezzo di bistecca per lo stupore; più passava il tempo, più Sora vedeva crescere la loro amicizia, ma nonostante ciò non si era mai fidato completamente.
Una volta Axel era stato invitato a cena a casa loro e portò un dessert fatto da sua madre, Sora ne analizzò il contenuto dandolo prima in pasto al cane dei vicini per vedere se conteneva qualche tipo di veleno, ovviamente si dimenticò che il cioccolato è estremamente tossico per i cani, così non solo ha dovuto subire una sgridata da sua madre per aver rovinato il dolce, ma una denuncia da parte della vicina per aver mandato in coma il cane, quella bravata gli costò un mese di punizione, perdendosi lo spettacolo di danza di Kairi che naturalmente si arrabbiò. Sora lo odiò a morte, per colpa di quella bravata, Kairi gli tenne il muso per quasi due settimane.
Nonostante non avesse fatto nulla di male, Sora continuava a dare la colpa di tutto ad Axel.
«Visita a sorpresa” Rispose il fulvo con un piccolo sorrisetto, notando poi l’arrivo del padre che, notò Sora completamente imbambolato davanti a loro ma non se ne preoccupò gran ché, anzi, la sua attenzione si posò sul nuovo arrivato «Ma tu guarda, abbiamo visite »
Il biondo annuì, ma non fece in tempo a presentare l’amico che, come al solito, prese lui l’iniziativa «Hey tu devi essere Luxord! Sono un amico di Roxy e mi chiamo Axel. A-X-E….»
Ma il più piccolo gli tappò la bocca, alzandosi in punta di piedi per via della sua altezza.
BASTA con lo spelling, possibile che ogni volta che doveva presentarsi iniziava questa assurda cantilena?!
Luxord guardò entrambi con perplessità, voltandosi poi verso Xion che gli fece cenno di non preoccuparsi.
«Sì insomma, lui è Axel Morris, è venuto a farmi visita da Traverse Town» Concluse il biondo, intanto il fulvo si liberò finalmente dalla sua presa, doveva ammetterlo, seppur piccolino aveva una resistenza portentosa.
«Morris? Figlio di quel Jack Morris? »
Axel inarcò un sopraciglio «Sì…Jack è mio padre»
«Ah» Borbottò pensieroso «Pensavo che avesse due figli, Reno e…»
E Axel, il sottoscritto” Si indicò, mostrando i denti bianchi.
«…Credevo si chiamasse Lea»
Il rosso mostrò una smorfia, stringendosi le spalle.
«Lea? Cos’è questa storia? » Soffocò una risata, guardando divertito l’amico che non sembrava affatto contento.
«No no no! Quello è il passato, il mio nome è Axel. A-X-E-L. Got it memorized? »
Luxord soffocò una risata «Non c’è dubbio, sei degno figlio di tuo padre»
Il rosso sbuffò ripetutamente, ha sempre odiato quel nome. Il motivo?
Suo fratello alle medie si era comprato un criceto. Axel detestava quell’essere, non Reno, ma il criceto.
Era grasso, peloso e non faceva niente tutto il giorno se non girare a vuoto su quella stupida ruota, una volta Axel ha provato a prenderlo ma l’animale lo continuava a mordere, sembrava quasi lo odiasse.
Il criceto in questione si chiama Lea, come lui, Reno gli ha dato il nome del fratello per ripicca, ed Axel odiava essere paragonato a quella specie di ratto minuto, fatto sta che ha deciso di modificarsi leggermente il proprio nome, obbligando tutti i suoi amici a chiamarlo Axel, questo gli permise inoltre di entrare a far parte di una banda di bulletti, a tutti piacquero la sua idea così decisero che ogni membro della squadra dovesse cambiare il proprio nome.
In pratica il suo successo è dovuto da un criceto ingordo e viziato.
I suoi ricordi furono interrotti da un’improvvisa stretta alla manica della maglia da parte del biondino, abbassò lo sguardo verso di lui «Mmh? »
«Non mi hai più detto della tua idea, Lea» Il nome lo disse con un lieve sorrisetto stampato sulle labbra, facendo irritare ancora di più l’amico che roteò gli occhi, mostrando un piccolo ghigno «Hai programmi per domani?”


*****************************************



«Ancora non riesco a crederci! »
«Sarà già la quarta volte che me lo ripeti» Disse divertito il rosso.
Il biondino sembrò esterrefatto, non si sarebbe mai aspettato che sua madre gli permettesse di stare fuori casa per il week end, non per il fatto che fosse protettiva, a Traverse Town spesso gli permetteva di passare le notti a casa di Hayner o Pence, ma forse lei la vedeva come Sora sul fatto di Axel, forse meno evidente del fratello.
Sembrava che solo Roxas lo ritenesse una brava persona in quella famiglia.
«Non mi hai spiegato come hai fatto a convincere mia madre» il biondo si portò le braccia dietro la testa, socchiudendo gli occhi.
Axel rise, sistemandosi per bene lo schienale « E’ bastato avere dalla mia parte il tuo “quasi” papà»
«Che strategia hai usato per convincerlo? »
«Ricordi che lui e mio padre si conoscevano? Hanno condiviso per un anno la stanza al college, finchè Luxord decise di ritirarsi» Intanto con una mano si sistemò per bene i capelli, accertandosene che non siano spettinati.
Il più piccolo inarcò un sopraciglio «E con questo?»
Lui ghignò, incrociando il suo sguardo «Mio padre mi ha raccontato certi dettagli che di sicuro non gli farebbero piacere risentirle. Nulla di grave, sono solo storie molto imbarazzanti»
Roxas sgranò gli occhi, senza smetterlo di guardarlo « In pratica, lo hai corrotto? »
«Una specie» Ammise lui «Almeno questo mi ha permesso di portarti via per il week end! Dovresti ringraziarmi!»
«Ti ringrazio per avermi rapito, Axel» Scherzò il biondo, il quale ricevette un colpetto in testa da parte dell’amico «Ma smettila, non vedevi l’ora di andartene, ammettilo»
Entrambi risero, tornando nuovamente in silenzio. Aveva ragione, probabilmente qualche giorno di relax era quello che gli serviva, ma nonostante ciò qualcosa continuava ancora a turbarlo, non passò molto prima che Axel se ne rese conto
«Che ti succede nanerottolo?»
«Niente è che…» Sospirò « Mi domando come fai ad essere così dopo quello che hai saputo…»
Dopo un breve silenzio, Axel scrollò le spalle, diventando improvvisamente serio «Non posso farci nulla, è vero, sono furioso con loro, ma anche se tornassi a casa non li troverei, sono partiti per andare da mia zia Gwen per qualche giorno, anche se credo che…»
«Che tua madre stia facendo la cura?» Domandò con un filo di voce il biondo, Axel annuì, mostrando un triste sorriso «Avrei dovuto sospettarlo, visto che non ho mai sentito parlare di una zia chiamata Gwen... »
Roxas abbassò nuovamente lo sguardo, appoggiando la fronte sul finestrino e osservando il panorama al di sotto.
Era stato gentile Axel a pagargli il biglietto aereo, non sapeva perché volesse portarlo proprio in Francia, aveva provato a chiederglielo ma lui gli disse più volte che era una sorpresa. Roxas sbuffò, incrociando le braccia, odiava quando faceva il misterioso e soprattutto detestava essere messo sulle spine, non aveva molta pazienza e forse questo è una delle poche cose che lo accomunava a suo fratello. Questo e la passione per i film horror.
Tirò un lungo sospiro, socchiudendo gli occhi, si sentiva terribilmente rilassato, forse troppo, l’ultima volta che aveva preso l’aereo aveva dormito per tre ore di fila e questa volta non fu da meno, cercò di rimanere sveglio ma la tentazione di chiudere le palpebre era troppo alta, alla fine si lasciò convincere e pian piano si addormentò, appoggiandosi comodamente accanto alla spalla di Axel.
Lui lo osservò con un lieve sorriso stampato in volto «Che dormiglione che sei, e siamo appena partiti» Gli sussurrò all’orecchio, senza muoversi troppo per non disturbare il suo sonno, gli accarezzò dolcemente i capelli biondi, spostando poi la mano fino ad arrivare alla guancia. Si distrasse solo qualche istante per osservare un ultima volta il panorama fuori dal finestrino, tornando poi a guardare divertito il ragazzino che si sistemò meglio vicino alla sua spalla, ancora mezzo addormentato.




Finalmente giunsero alla meta tanto desiderata…La Francia.
Una volta usciti dall’aeroporto, i due presero il treno per raggiungere prossima tappa, ovvero…
«Una stazione sciistica?! » Commentò Roxas, osservando con stupore il paesaggio ricoperto di neve « Mi hai portato in Francia…Per andare sugli scii?! » Lo disse come se fosse una colpa.
Axel si strinse le spalle, dandogli una pacca sulla spalla
«Hai sempre detto di non aver mai sciato in vita tua»
«Ho capito ma…Perché ora, perché qui? »
«Sei un ingrato, e pensare che avevo organizzato questa vacanza da mesi» Sbuffò il rosso, avanzando di qualche passo « Qui ci venivo spesso quand’ero piccolo, con Reno, Saix e mia madre» Cercò di nascondere un filo di malinconia, mostrando uno dei suoi soliti sorrisetti da: Dont’ worry. E’ tutto a posto.
Roxas si limitò a camminargli a fianco, alzando di tanto in tanto lo sguardo verso di lui. Dopo pochi minuti, raggiunsero un bungalow vicino alla stazione sciistica, era di proprietà dei genitori di Axel.
Ecco perché veniva qui spesso…
Una volta entrati, Axel fece cenno a Roxas di andare in camera, in un primo momento il ragazzo non capì il perché di tanta insistenza, ma quando ci entrò vide appoggiati sul letto un paio di scii blu, decorati con un fiocco rosso.
«Consideralo il mio regalo di natale» Aggiunse il più grande.
Dopo un breve istante di contemplazione per tutte queste sorprese, il biondo scosse il capo, voltandosi di scatto verso l’amico
« Non posso accettare, è…E’ troppo! Io…Insomma…»
«Troppo cosa? E’ il vantaggio di avere un amico ricco e poi mi fa piacere farti regali» Si chinò verso di lui, mostrando un sorriso radioso «Sai di chi erano quegli scii? Miei! Coraggio devi provarli, mi aspetto che diventi almeno bravo quanto me»
il biondo ricambiò il sorriso, correndo verso il regalo e scartando il fiocco con un’allegria che fece scappare una risata al fulvo, intanto si allontanò per permettere al ragazzo di cambiarsi in santa pace.
Roxas pensò a quanto fosse stupido suo fratello che, nonostante siano passati anni non abbia ancora capito che Axel è cambiato, una cattiva persona non si metterebbe in testa di organizzare tutto questo per un amico che non vede da mesi. Mentre si vestiva gli venne in mente la vicenda di sua madre, desiderava fare qualcosa per lui, non per sdebitarsi, ma perché se lo sentiva. Se fosse capitata una cosa simile a lui, era sicuro che non avrebbe avuto la sua stessa reazione, sarebbe crollato, rifugiandosi in sé stesso e chissà quando avrebbe iniziato a reagire con razionalità.
Axel era forte, aveva una determinazione ed una resistenza che spesso ammirava, e chissà, magari un giorno glielo avrebbe rivelato.



La giornata passò in fretta, Roxas raggiunse il bungalow completamente stravolto e si gettò nel letto a pancia in giù «Sono distrutto»
«E’ bello vedere che finalmente sei arrivato! » Commentò una voce all’interno di un’altra stanza, il biondo alzò il capo, voltandosi in quella direzione « Axel? »
«Sono in bagno, e questa non è camera tua ma camera MIA»
«Ah …» Si stiracchiò, rimettendosi seduto sul comodo letto «E’ che le stanze sembrano tutte identiche, e te l’avevo detto che dovevo allontanarmi un secondo»
«Un secondo? Sei stato via per mezz’ora! Dove sei stato? »
«A comprare qualcosa»
«Del tipo? »
«Non te lo dico» Ghignò lui, per poi alzarsi «Ora vado, ti lascio in pace»
«No aspetta! Ora ho finito! Non muoverti da lì!» Lo minacciò, il biondo inarcò un sopraciglio, sedendosi al bordo del letto e aspettando l’amico. Dopo ben dieci minuti, Axel uscì dal bagno con l’accappatoio, asciugandosi per bene i capelli ancora bagnati, il più piccolo lo guardò indicando l’ora e lui in tutta risposta mostrò un timido sorriso di scuse.
Ora ho finito, sì come no.
«Sai che devo essere sempre perfetto, anche appena uscito dalla doccia»
«Non devi per forza farti bello davanti ai miei occhi» Ironizzò lui.
Axel soffocò una risata «Farmi bello? IO sono SEMPRE bello, memorizzatelo nanerottolo» indi si coricò accanto a lui nel letto, portandosi le mani dietro alla testa « Dai, mi dici cos’hai comprato? Un souvenir? Una nuova macchina fotografica? Dei preservativi? »
Le gote del biondo iniziarono ad avvampare notevolmente, non si voltò ma si limitò a prendere un cuscino e gettarlo in faccia all’amico « Idiota! »
In risposta Axel gli afferrò il cuscino e glielo lanciò addosso, bloccandogli poi una mano per impedire a Roxas di reagire, tentò di liberarsi dalla stretta ma con scarsi risultati, finchè il fulvo decise di afferrare anche l’altra mano, senza permettergli così di muoversi. Lo fece atterrare di schiena annunciando un
«Ho vinto»
«Chi ti ha detto che era una sfida? »
«Lo dedotto da solo, piccoletto» Gli sussurrò il rosso avvicinandosi al suo viso.
In quell’istante però, il ragazzino mostrò una smorfia di dolore, che fece immediatamente ritrarre l’altro per permettergli di muoversi
«Che ti succede? »
«Il collo, mi fa male» Mormorò, toccandosi la parte dolorante «E’ solo colpa tua…»
«Mia? Sei tu che ti fai male da solo, io non centro niente! »
Il biondo lo fulminò con lo sguardo, e solo in quell’istante Axel si ricordò delle lezioni di scii quel pomeriggio, si portò una mano ai capelli, mostrando un leggero sorriso «Non mi dirai che ce l’hai ancora con me?! »
Come poteva non avercela con lui, per colpa sua rischiava di rompersi una gamba, lui e le sue stupide lezioni da so tutto io.

Flash Back
«Roxas sarà una passeggiata, puoi stare tranquillo»
«Non saprei…Perché dobbiamo iniziare proprio con QUESTA discesa?» Domandò titubante il ragazzo, osservando una lunga pista davanti a sé.
Il rosso soffocò una risata «Se riesci a superare questa discesa, impari più in fretta, parola mia»
«sì ma, se….Se non la supero? »
«Ce la farai» Lo incoraggiò, dandogli poi una pacca sulla spalla «Coraggio Roxy! Fatti valere! »
Ma quel colpo fu più forte di quanto pensasse, Roxas venne spinto troppo presto giù per quella discesa, senza dargli nemmeno il tempo di prepararsi psicologicamente, urlò un maledettissimo
«Ti odio Axeeeeel» per poi cadere come un sacco di patate per quasi metà discesa, sotto lo sguardo preoccupato del fulvo.

I due ragazzi erano sulle seggiovie che portavano ad un’altra discesa, Roxas si voltò verso l’amico, aggrottando la fronte preoccupato «Non credo sia una buona idea, prima mi sono quasi spaccato una gamba”
«Era perché sei partito troppo presto»
«Per colpa TUA! »
«Don’t worry Roxy, vedrai che questa pista sarà ancora più facile» Indi notò che erano quasi arrivati alla vetta «Cazzo, dobbiamo scendere immediatamente! » Con scioltezza, scese dalla seggiovia, ma a differenza sua, Roxas ebbe qualche problemino in più «A_Axel…Aspettam…» Fece per imitarlo ma rimase impigliato con uno scii «Aiuto!! »
«Ma che stai combinando?! » Il fulvo provò ad acchiapparlo ma dopo qualche secondo notò che l’amico stava si era riuscirò a liberare, cadendo nuovamente giù per la discesa. Per fortuna non si fece nulla di male, la classica fortuna del principiante. Quando Roxas si alzò e provò ad allontanarsi, non si rese conto di aver sbaragliato la strada ad Axel, che gli si scontrò, cadendo entrambi nella fitta neve.
«Grazie per avermi aspettato» Sbottò il biondo, schiacciato dal corpo del fulvo che gli sorrise divertito «Grazie per avermi attutito la caduta, piccolo»
Roxas era talmente arrabbiato con lui che non si accorse minimamente della terribile vicinanza dei loro volti.

«Basta con quelle discese! Insegnami prima ad andare su una pista piana e poi ne riparleremo! » Gli ordinò il biondo, Axel annuì con un sorrisetto dipinto sul volto «Ai suoi ordini, principessina»
Gli stette a fianco mentre Roxas cercava per lo meno di rimanere in piedi senza scivolare « Axel, ci sto riuscendo! » Esultò.
«Visto? E questo è solo l’inizio» Indicò davanti a loro un albero «Ora cerchiamo di evitarlo facendo una curva, allora per prima cosa…» ma non fece in tempo a spiegarglielo che la sua attenzione fu attirata da un paio di ragazze francesi non molto distanti da lui «Bonjour ragazze»
«Axel? Come si fa a…» Presto si rese conto di essere rimasto solo, voltò lo sguardo, notando il rosso fermo a farsi contemplare da quelle due tipe, avrebbe voluto mandarlo a quel paese, ma la sua distrazione era talmente alta da non fargli ricordare che davanti a lui c’era un albero, non riuscì a curvare e ci andò a sbattere contro, mugugnando un «Vaffanculo» ovviamente rivolto all’amico.
Fine Flash Back


Roxas sbuffò, continuandosi a toccare il collo ancora dolorante per tutte quelle cadute, forse lo scii non era esattamente il suo sport, e pensare che lo considerava facile. Si…Facile un caz…
«Vuoi che ti dia una mano? » Gli domandò il rosso, nascondendo una risata con scarsi risultati, l’altro cercò di ignorarlo, ma Axel gli si avvicinò dietro alla schiena «Togliti il giubbotto»
«Che?! »
«Ti faccio un massaggio, sono bravo anche in questo»
Il più piccolo mostrò una piccola smorfia, togliendosi poi il giubbotto e infine rimanendo solo con la canottiera, in fondo un massaggio gratis non poteva di certo peggiorargli le cose, Axel avanzò ancora di poco, poggiando le mani sul suo collo e iniziando a massaggiarlo delicatamente.
Il biondo tirò un sospiro di sollievo, non avrebbe mai pensato che Axel fosse così bravo, sentiva le dita muoversi partendo dal collo, fino ad arrivare alle spalle, sfregandole e schiacciandole in una maniera talmente delicata, che Roxas socchiuse gli occhi, lasciandosi trasportare.
«Sei…Sei bravo» mormorò a voce bassa, senza schiudere le palpebre «Inaspettatamente bravo»
«Grazie, lo so…» Avvicinò il suo viso all’orecchio del biondo, sussurrandogli con una vaga nota erotica che lo fece rabbrividire «Anche le due francesine hanno detto la stessa cosa, poco prima che arrivassi”
Già…Le due francesin…
Un momento.
Roxas sobbalzò, voltandosi sconcertato verso Axel, con ancora le gote lievemente arrossate.
L’altro non poté fare a meno di ridere a crepapelle, notando l’espressione e l’atteggiamento dell’amico.
«Francesine?! Non mi dirai che tu hai…»
«Era solo per provocarti» Ammise, senza smettere di sorridere come un ebete.
Roxas avrebbe voluto fargli sparire immediatamente quel sorriso con un pugno, gli aveva fatto prendere un infarto, ma il discorso che poi fece Axel, lo riportò nuovamente alla luce su quanto fosse accaduto poco fa
«Che ti prende? Sei geloso? »
«Ge…Geloso? » Ripetè, sgranando le iridi celesti. Axel rise ancora, avvicinandosi leggermente a lui «Sì, G-E-L-O-S-O. Got it memorized? »
Prima che Roxas potesse arrossire nuovamente, lo allontanò con una mano, sembrava nervoso « Smettila di fare il cretino» Detto ciò raccolse da sotto il letto un enorme sacchetto. Axel inarcò un sopraciglio, incuriosito «Che hai svaligiato? »
Roxas lo ignorò, tirando fuori dall’involucro alcuni pacchetti di pop-corn, bibite e un dvd, posando il tutto di fronte ad Axel che, osservò con una strana sensazione.
Dèjà-vu?
«Non sapevo cosa regalarti, così ho pensato a cosa ci accomuna e da lì mi è venuto in mente il primo giorno in cui…Siamo diventati amici» Disse con un leggero imbarazzo. A quel punto Axel si rese conto di cosa stesse parlando.
Quel giorno al cinema, la litigata, l’ospedale, tutto collegato alla loro inaspettata amicizia, nessuno ci avrebbe scommesso un soldo ed invece ora si trovavano qui, a distanza di anni( e di nazione), a condividere un film, con pop-corn e patatine, per riportare quei ricordi a galla.
Non si sarebbe mai aspettato così…Ehm…
Sentimentale? Da parte di Roxas.
Avrebbe voluto abbracciarlo, stuzzicandolo e scherzando come al suo solito, ma sapeva anche avrebbe solo peggiorato le cose, il momento era perfetto così, senza esagerare.
«Non mi dirai che il film è.. »
«Pirati dei caraibi: la maledizione del forziere fantasma? Esatto» Disse il biondo «Quel giorno per colpa tua mi sono perso il film»
«Quel giorno per colpa tua sono finito all’ospedale»
«Solo perché mi hai preso di mira, mi sono difeso»
«Eri adorabile quando avevi paura di me, ti ho preso di mira perché mi stavi simpatico»
Roxas arrossì, abbassando lo sguardo ed Axel fece lo stesso, mordendosi la lingua per ciò che aveva appena detto. Dopo qualche minuto di silenzio, entrambi si voltò, incrociando gli occhi celesti del biondo che gli mostrò un lieve sorriso « Vogliamo guardare il film? »
Lui ricambiò, anche se con un po’ di imbarazzo «D’accordo, ma tengo io le bibite, così non rischio che mi si rovescino ancora addosso»
Accesero il lettore Dvd e misero il film, rimanendo in silenzio per quasi tutta la durata.





  
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