Scusate
il ritardo!! Ma volevo rendere questo capitolo al meglio!^^
Ringrazio
di cuore tutti quelli che continuano a seguirmi e spero di non
deludervi con questo aggiornamento!Scusate
per eventuali errori, purtroppo ho dovuto aggiornare in tutta fretta
perchè come al solito devo andare via xD
E
finalmente si scopre il motivo per cui Axel è depresso...Ma
ora li aspetta un bel viaggetto da fare! :)
Alla
prossima! <3
Dopo
quello strano incontro, Roxas fece entrare Axel in casa, entrambi non
si rivolsero la parola, forse perché aspettavano che
l’altro
facesse il primo passo, il rosso si limitò ad annuire,
sedendosi su
una delle sedie in cucina, l’altro prese dal frigorifero
qualcosa
da bere e forse, aspettava che iniziasse lui
il discorso.
Passarono
cinque minuti di totale silenzio, finchè Axel decise di parlare.
Ascoltò
la storia con attenzione e fondamentalmente, con stupore. Gli
raccontò tutto, da quel giorno al locale con i suoi amici al
suo
rientro a casa e, in modo particolare, della discussione che ha
sentito tra i suoi genitori.
Quando sentì il motivo per il suo strano umore si fermò di colpo, la mano che reggeva il succo d’arancia tremò, aveva tolto il tappo così per sbaglio fece cadere alcune gocce per terra.
Ma quasi non se ne rese conto. Una volta finito di parlare, Axel si appoggiò con i gomiti sul tavolo, portando le mani ai capelli e sospirando pesantemente.
Quando sentì il motivo per il suo strano umore si fermò di colpo, la mano che reggeva il succo d’arancia tremò, aveva tolto il tappo così per sbaglio fece cadere alcune gocce per terra.
Ma quasi non se ne rese conto. Una volta finito di parlare, Axel si appoggiò con i gomiti sul tavolo, portando le mani ai capelli e sospirando pesantemente.
Piombò
nuovamente un silenzio che durò solo pochi minuti,
finchè lui gli
rubò tra le mani il succo d’arancia e si
versò da bere, senza
guardarlo negli occhi «Lo
so che ti ho preso alla sprovvista, ma ti prego, mettiamo fine a
questo silenzio»
Indi bevve un sorso della bibita, mostrando poi una leggera smorfia
«Bleh…Odio
il succo d’arancia»
A
quel punto il biondo si risvegliò da quello stato di shock,
scuotendo debolmente il capo «Ah,
scusa. Ti…Ti prendo qualcos’altro allora»
Fa
per voltarsi
ma la voce del fulvo lo bloccò nuovamente.
«Tranquillo,
non occorre»
Lo guardò, rimanendo stupito che, nonostante tutto quello
che gli
stesse succedendo sforzava costantemente un sorriso.
Axel…
Axel…
Non
sapeva come comportarsi dopo questa notizia, si grattò
nervosamente
il capo, portando lo sguardo verso il basso.
«Strano»
Disse il fulvo «Una
persona che ha sempre curato i suoi pazienti, ora rischia di morire
per uno stupido cancro»
Sospirò, voltandosi verso di me «Ironico,
non credi?»
Dal suo tono di voce sembrava quasi volesse scherzare, ma dai suoi occhi si capiva tutt’altro.
Dal suo tono di voce sembrava quasi volesse scherzare, ma dai suoi occhi si capiva tutt’altro.
Era
furioso, triste, deluso…
Sua madre scoprì di avere il cancro mesi fa e ancora non lo aveva raccontato a suo figlio, quando Axel li sentì parlare su questa faccenda, avrebbe tanto voluto piombare in salotto davanti a loro, chiedendogli il perché non ne era stato informato.
Sua madre scoprì di avere il cancro mesi fa e ancora non lo aveva raccontato a suo figlio, quando Axel li sentì parlare su questa faccenda, avrebbe tanto voluto piombare in salotto davanti a loro, chiedendogli il perché non ne era stato informato.
Ma
forse questo era il minimo, la paura più grande era il
rischio di
perdere la madre. Lei
era sempre stata un punto fondamentale nella sua vita, era stata lei
a portarlo a casa la prima volta che si era ubriacato, era presente a
calmarlo ogni volta che litigava con suo padre, rispettava le sue
decisioni e non l’ha mai obbligato a fare qualcosa che
odiasse
(come diventare medico), lei
c’è sempre
stata.
Axel
non avrebbe superato questa storia facilmente.
Ma
d’altra parte, chi l’avrebbe fatto?
«Credi
che….Insomma…Tuo fratello sappia di questa cosa?
» Domandò Roxas
un po’ titubante, Axel lo guardò appena,
stringendosi le spalle
«Non
saprei, non credo»
Mormorò, abbozzando poi un flebile sorrisetto «Ma
non mi stupirei del contrario, dopotutto Reno è sempre stato
il
figlio prediletto del papino, si saranno messi tutti
d’accordo per
non farmi sapere niente»
«Axel…»
«Axel…»
«Quando
pensavano di dirmelo?!
» Batté forte i
pugni sul tavolo, alzando la voce «
Non credono che quando vedrò mia madre sul letto in punto di
morte
FORSE mi verrà qualche dubbio?!
»
«Axel! Calmati! » Gli urlò, bloccandolo immediatamente, in quell’istante il rosso si rese conto di essere in piedi e di aver stretto talmente forte la bottiglietta di succo di arancia da averla quasi rotta.
«Axel! Calmati! » Gli urlò, bloccandolo immediatamente, in quell’istante il rosso si rese conto di essere in piedi e di aver stretto talmente forte la bottiglietta di succo di arancia da averla quasi rotta.
Era
di plastica d’accordo, ma non era comunque una cosa da fare.
«S…Scusa…»
Mormorò, posando la bottiglia con delicatezza e sedendosi
nuovamente
al suo posto. Il più piccolo sospirò,
avvicinandosi verso di lui e
togliendo la bevanda dal tavolo «Non
fa niente»
Dopo
averla messa a posto, si sedette accanto a lui «Perché
sei venuto qui?»
Lui giocherellò con il bicchiere per qualche istante «Volevo parlare con qualcuno…E la prima persona che mi è venuta in mente» Si voltò verso l’amico «Sei stata tu» Questa volta gli sorrise sinceramente «Ma adesso smettiamola di parlarne, non vorrei fare una scenata come prima»
Lui giocherellò con il bicchiere per qualche istante «Volevo parlare con qualcuno…E la prima persona che mi è venuta in mente» Si voltò verso l’amico «Sei stata tu» Questa volta gli sorrise sinceramente «Ma adesso smettiamola di parlarne, non vorrei fare una scenata come prima»
Roxas
non vedeva né rabbia, né tanto meno dolore, quel
sorriso era caldo,
pieno di luce. Si sentì quasi in imbarazzo,
arrossì lievemente,
staccandosi da quegli occhi smeraldini e concentrando la sua
attenzione su un punto fisso del pavimento «Ah»
«Come
Ah?
Tutto qui? Non sei contento di vedermi?
»
«Certo
che sono contento!
» Si difese il
biondo «Solo
che…Bhè…»
Axel non si soffermò oltre, annuì capendo perfettamente come si sentisse dopo quella notizia.
Axel non si soffermò oltre, annuì capendo perfettamente come si sentisse dopo quella notizia.
«Vuoi
restare qui per un po’? Posso chiedere a mia madre, abbiamo
una
camera in più se vuoi…»
Mormorò il ragazzo, ancora con le gote leggermente arrossate
per
prima.
Il fulvo gli scompigliò giocosamente i capelli, alzandosi dalla sedia e avanzando verso di lui «A dire il vero….Ho un’altra idea in mente» Lo disse con un tono talmente provocatorio da fargli venire la pelle d’oca, Roxas indietreggiò finchè non colpì con la schiena il frigorifero, rimanendo così in trappola tra le grinfie dell’amico.
Il fulvo gli scompigliò giocosamente i capelli, alzandosi dalla sedia e avanzando verso di lui «A dire il vero….Ho un’altra idea in mente» Lo disse con un tono talmente provocatorio da fargli venire la pelle d’oca, Roxas indietreggiò finchè non colpì con la schiena il frigorifero, rimanendo così in trappola tra le grinfie dell’amico.
Le
idee di Axel non sono mai state delle migliori, anzi, il più
delle
volte ci faceva la fine della vittima e spesso finiva nei guai per
colpa sua.
«E quale sarebbe questa fantomatica idea? » Domandò il biondo, inarcando un sopraciglio. Axel stava per rispondergli quando udirono entrambi dei passi giungere in cucina, i due si voltarono, notando l’arrivo di Xion.
«E quale sarebbe questa fantomatica idea? » Domandò il biondo, inarcando un sopraciglio. Axel stava per rispondergli quando udirono entrambi dei passi giungere in cucina, i due si voltarono, notando l’arrivo di Xion.
Rivedendo
quel volto, il fulvo ricordò pienamente la vicenda di poco
fa,
poteva ancora sentire quel forte bruciore invadergli nuovamente gli
occhi «
Tu!! »
Le ringhiò «
Mi devi due bulbi oculari, per colpa tua non riuscirò
più a
mangiare nessun cibo piccante, e io adoravo
il piccante!
»
Intimorita,
Xion si nascose leggermente dietro alla porta, intanto Roxas diede
una leggera spinta ad Axel, «E
smettila! E’ stato un incidente!
» Si voltò
verso la ragazza, facendole cenno di avvicinarsi e lei, timidamente,
li raggiunse.
«Xion,
ti presento Axel. Axel, lei è….»
«Sono…Sua
sorella»
rispose con un lieve sorriso sulle labbra. Axel sbatté le
palpebre
più volte, cercando di ricordare quando mai Roxas gli avesse
detto
di avere una sorella, insomma, era andato diverse volte a casa sua e
non l’aveva mai vista in giro, tantomeno a scuola.
Non potevano di certo averla procreata i suoi genitori quest’anno…Avranno su per giù la stessa età.
Non potevano di certo averla procreata i suoi genitori quest’anno…Avranno su per giù la stessa età.
«Da
quando in qua hai una sorella?
»
«Da
quando io, Sora e mia madre viviamo nella casa di Luxord, padre di
Xion»
Gli rispose il biondo, mostrando un sorriso alla ragazza «Non
siamo di sangue, ma è come se lo fossimo,
dopotutto…Non credo che
i nostri genitori ci metteranno molto a sposarsi»
Axel
si portò una manata al capo.
Giusto, i suoi erano separati e sua madre frequentava un certo Luxord.
Strano però, non era la prima volta che sentiva quel nome, gli sembrò quasi famigliare…Che sia forse…
Giusto, i suoi erano separati e sua madre frequentava un certo Luxord.
Strano però, non era la prima volta che sentiva quel nome, gli sembrò quasi famigliare…Che sia forse…
«Siamo
tornati!!
» La porta
sbatté violentemente, segno che Sora era appena rientrato a
casa
«Dovevate
vedermi, sono stato un vero campione, questa volta lo ha perfino
ammesso anche Riku! Bhè….Non proprio, ma tutto
sommato, forse
potrei anche sopportarlo ancora per un p…»
Appena raggiunse la cucina, si bloccò, notando la figura del
rosso
accanto ai due famigliari «E…E
t_tu cosa ci fai qui?
»
Si
pensa che ormai perfino i muri sapessero che Sora non avesse mai
visto di buon occhio Axel, tantomeno la sua amicizia con Roxas,
sarà
per il fatto che si è sempre comportato da bulletto con lui
fin
dalla scuola media, prendendolo di mira assieme ai suoi amici e
scaraventandolo più volte dentro ai cassonetti
dell’immondizia.
Una volta aveva perfino rubato i suoi vestiti mentre si faceva la
doccia negli spogliatoi, alzandoli al posto della bandiera e
costringendolo ad andare dal vicepreside coperto da sole due riviste
(di moda
per giunta), che aveva trovato per pura fortuna in palestra, o magari
non lo sopportava per via del suo aspetto, non tipicamente da bravo
ragazzo: fumatore accanito, amante della birra e frequentatore
ossessionato di night club.
Il
giorno in cui Roxas annunciò a pranzo che sarebbe uscito con
Axel
Morris, il fratello quasi si strozzò con un pezzo di
bistecca per lo
stupore; più passava il tempo, più Sora vedeva
crescere la loro
amicizia, ma nonostante ciò non si era mai fidato
completamente.
Una
volta Axel era stato invitato a cena a casa loro e portò un
dessert
fatto da sua madre, Sora ne analizzò il contenuto dandolo
prima in
pasto al cane dei vicini per vedere se conteneva qualche tipo di
veleno, ovviamente si dimenticò che il cioccolato
è estremamente
tossico
per i cani, così non solo ha dovuto subire una sgridata da
sua madre
per aver rovinato il dolce, ma una denuncia da parte della vicina per
aver mandato in coma il cane, quella bravata gli costò un
mese di
punizione, perdendosi lo spettacolo di danza di Kairi che
naturalmente si arrabbiò. Sora lo odiò
a morte,
per colpa
di quella bravata, Kairi gli tenne il muso per quasi due settimane.
Nonostante
non avesse fatto nulla di male, Sora continuava a dare la colpa di
tutto ad Axel.
«Visita
a sorpresa” Rispose il fulvo con un piccolo sorrisetto,
notando poi
l’arrivo del padre
che,
notò Sora
completamente imbambolato davanti a loro ma non se ne
preoccupò gran
ché, anzi, la sua attenzione si posò sul nuovo
arrivato «Ma
tu guarda, abbiamo visite
»
Il
biondo annuì, ma non fece in tempo a presentare
l’amico che, come
al solito, prese lui l’iniziativa «Hey
tu devi essere Luxord! Sono un amico di Roxy e mi chiamo Axel.
A-X-E….»
Ma il più piccolo gli tappò la bocca, alzandosi in punta di piedi per via della sua altezza.
BASTA con lo spelling, possibile che ogni volta che doveva presentarsi iniziava questa assurda cantilena?!
Ma il più piccolo gli tappò la bocca, alzandosi in punta di piedi per via della sua altezza.
BASTA con lo spelling, possibile che ogni volta che doveva presentarsi iniziava questa assurda cantilena?!
Luxord
guardò entrambi con perplessità, voltandosi poi
verso Xion che gli
fece cenno di non preoccuparsi.
«Sì
insomma, lui è Axel Morris, è venuto a farmi
visita da Traverse
Town»
Concluse
il
biondo, intanto il fulvo si liberò finalmente dalla sua
presa,
doveva ammetterlo, seppur piccolino aveva una resistenza portentosa.
«Morris?
Figlio di quel
Jack Morris?
»
Axel
inarcò un sopraciglio «Sì…Jack
è mio padre»
«Ah»
Borbottò pensieroso «Pensavo
che avesse due figli, Reno e…»
“E
Axel, il sottoscritto” Si indicò, mostrando i
denti bianchi.
«…Credevo
si chiamasse Lea»
Il
rosso mostrò una smorfia, stringendosi le spalle.
«Lea?
Cos’è questa storia?
» Soffocò una
risata, guardando divertito l’amico che non sembrava affatto
contento.
«No
no no! Quello è il passato, il mio nome è Axel.
A-X-E-L. Got it
memorized?
»
Luxord
soffocò una risata «Non
c’è dubbio, sei degno figlio di tuo padre»
Il rosso sbuffò ripetutamente, ha sempre odiato quel nome. Il motivo?
Il rosso sbuffò ripetutamente, ha sempre odiato quel nome. Il motivo?
Suo
fratello alle medie si era comprato un criceto. Axel detestava
quell’essere, non Reno, ma il criceto.
Era grasso, peloso e non faceva niente tutto il giorno se non girare a vuoto su quella stupida ruota, una volta Axel ha provato a prenderlo ma l’animale lo continuava a mordere, sembrava quasi lo odiasse.
Era grasso, peloso e non faceva niente tutto il giorno se non girare a vuoto su quella stupida ruota, una volta Axel ha provato a prenderlo ma l’animale lo continuava a mordere, sembrava quasi lo odiasse.
Il
criceto in questione si chiama Lea, come lui, Reno gli ha dato il
nome del fratello per ripicca, ed Axel odiava essere paragonato a
quella specie di ratto minuto, fatto sta che ha deciso di modificarsi
leggermente
il proprio nome, obbligando tutti i suoi amici a chiamarlo Axel,
questo gli permise inoltre di entrare a far parte di una banda di
bulletti, a tutti piacquero la sua idea così decisero che
ogni
membro della squadra dovesse cambiare il proprio nome.
In
pratica il suo successo è dovuto da un criceto ingordo e
viziato.
I
suoi ricordi furono interrotti da un’improvvisa stretta alla
manica
della maglia da parte del biondino, abbassò lo sguardo verso
di lui
«Mmh?
»
«Non
mi hai più detto della tua idea, Lea»
Il nome lo disse con un lieve sorrisetto stampato sulle labbra,
facendo irritare ancora di più l’amico che
roteò gli occhi,
mostrando un piccolo ghigno «Hai
programmi per domani?”
*****************************************
«Ancora
non riesco a crederci!
»
«Sarà
già la quarta volte che me lo ripeti»
Disse divertito il rosso.
Il
biondino sembrò esterrefatto, non si sarebbe mai aspettato
che sua
madre gli permettesse di stare fuori casa per il week end, non per il
fatto che fosse protettiva, a Traverse Town spesso gli permetteva di
passare le notti a casa di Hayner o Pence, ma forse lei la vedeva
come Sora sul fatto di Axel, forse meno evidente del fratello.
Sembrava
che solo Roxas lo ritenesse una brava persona in quella famiglia.
«Non
mi hai spiegato come hai fatto a convincere mia madre»
il biondo si portò le braccia dietro la testa, socchiudendo
gli
occhi.
Axel
rise, sistemandosi per bene lo schienale «
E’ bastato avere dalla mia parte il tuo
“quasi” papà»
«Che
strategia hai usato per convincerlo?
»
«Ricordi
che lui e mio padre si conoscevano? Hanno condiviso per un anno la
stanza al college, finchè Luxord decise di ritirarsi»
Intanto con una mano si sistemò per bene i capelli,
accertandosene
che non siano spettinati.
Il
più piccolo inarcò un sopraciglio «E
con questo?»
Lui
ghignò, incrociando il suo sguardo «Mio
padre mi ha raccontato certi dettagli che di sicuro non gli farebbero
piacere risentirle. Nulla di grave, sono solo storie molto
imbarazzanti»
Roxas
sgranò gli occhi, senza smetterlo di guardarlo «
In pratica, lo hai corrotto?
»
«Una
specie»
Ammise lui «Almeno
questo mi ha permesso di portarti via per il week end! Dovresti
ringraziarmi!»
«Ti ringrazio per avermi rapito, Axel» Scherzò il biondo, il quale ricevette un colpetto in testa da parte dell’amico «Ma smettila, non vedevi l’ora di andartene, ammettilo»
Entrambi risero, tornando nuovamente in silenzio. Aveva ragione, probabilmente qualche giorno di relax era quello che gli serviva, ma nonostante ciò qualcosa continuava ancora a turbarlo, non passò molto prima che Axel se ne rese conto «Che ti succede nanerottolo?»
«Ti ringrazio per avermi rapito, Axel» Scherzò il biondo, il quale ricevette un colpetto in testa da parte dell’amico «Ma smettila, non vedevi l’ora di andartene, ammettilo»
Entrambi risero, tornando nuovamente in silenzio. Aveva ragione, probabilmente qualche giorno di relax era quello che gli serviva, ma nonostante ciò qualcosa continuava ancora a turbarlo, non passò molto prima che Axel se ne rese conto «Che ti succede nanerottolo?»
«Niente
è che…»
Sospirò «
Mi domando come fai ad essere così dopo quello che hai
saputo…»
Dopo
un breve silenzio, Axel scrollò le spalle, diventando
improvvisamente serio «Non
posso farci nulla, è vero, sono furioso con loro, ma anche
se
tornassi a casa non li troverei, sono partiti per andare da mia zia
Gwen per qualche giorno, anche se credo che…»
«Che
tua madre stia facendo la cura?»
Domandò con un filo di voce il biondo, Axel
annuì, mostrando un
triste sorriso «Avrei
dovuto sospettarlo, visto che non ho mai sentito parlare di una zia
chiamata Gwen...
»
Roxas
abbassò nuovamente lo sguardo, appoggiando la fronte sul
finestrino
e osservando il panorama al di sotto.
Era
stato gentile Axel a pagargli il biglietto aereo, non sapeva
perché
volesse portarlo proprio in Francia, aveva provato a chiederglielo ma
lui gli disse più volte che era una sorpresa. Roxas
sbuffò,
incrociando le braccia, odiava quando faceva il misterioso e
soprattutto detestava essere messo sulle spine, non aveva molta
pazienza e forse questo è una delle poche cose che lo
accomunava a
suo fratello. Questo e la passione per i film horror.
Tirò
un lungo sospiro, socchiudendo gli occhi, si sentiva terribilmente
rilassato, forse troppo, l’ultima volta che aveva preso
l’aereo
aveva dormito per tre ore di fila e questa volta non fu da meno,
cercò di rimanere sveglio ma la tentazione di chiudere le
palpebre
era troppo alta, alla fine si lasciò convincere e pian piano
si
addormentò, appoggiandosi comodamente accanto alla spalla di
Axel.
Lui
lo osservò con un lieve sorriso stampato in volto «Che
dormiglione che sei, e siamo appena partiti»
Gli sussurrò all’orecchio, senza muoversi troppo
per non
disturbare il suo sonno, gli accarezzò dolcemente i capelli
biondi,
spostando poi la mano fino ad arrivare alla guancia. Si distrasse
solo qualche istante per osservare un ultima volta il panorama fuori
dal finestrino, tornando poi a guardare divertito il ragazzino che si
sistemò meglio vicino alla sua spalla, ancora mezzo
addormentato.
Finalmente
giunsero alla meta tanto desiderata…La Francia.
Una
volta usciti dall’aeroporto, i due presero il treno per
raggiungere
prossima tappa, ovvero…
«Una
stazione sciistica?!
» Commentò
Roxas, osservando con stupore il paesaggio ricoperto di neve «
Mi hai portato in Francia…Per andare sugli scii?!
» Lo disse come
se fosse una colpa.
Axel si strinse le spalle, dandogli una pacca sulla spalla «Hai sempre detto di non aver mai sciato in vita tua»
Axel si strinse le spalle, dandogli una pacca sulla spalla «Hai sempre detto di non aver mai sciato in vita tua»
«Ho
capito ma…Perché ora, perché qui?
»
«Sei
un ingrato, e pensare che avevo organizzato questa vacanza da mesi»
Sbuffò il rosso, avanzando di qualche passo «
Qui ci venivo spesso quand’ero piccolo, con Reno, Saix e mia
madre»
Cercò di nascondere un filo di malinconia, mostrando uno dei
suoi
soliti sorrisetti da: Dont’
worry. E’ tutto a posto.
Roxas si limitò a camminargli a fianco, alzando di tanto in tanto lo sguardo verso di lui. Dopo pochi minuti, raggiunsero un bungalow vicino alla stazione sciistica, era di proprietà dei genitori di Axel.
Roxas si limitò a camminargli a fianco, alzando di tanto in tanto lo sguardo verso di lui. Dopo pochi minuti, raggiunsero un bungalow vicino alla stazione sciistica, era di proprietà dei genitori di Axel.
Ecco
perché veniva qui spesso…
Una
volta entrati, Axel fece cenno a Roxas di andare in camera, in un
primo momento il ragazzo non capì il perché di
tanta insistenza, ma
quando ci entrò vide appoggiati sul letto un paio di scii
blu,
decorati con un fiocco rosso.
«Consideralo
il mio regalo di natale»
Aggiunse il più grande.
Dopo un breve istante di contemplazione per tutte queste sorprese, il biondo scosse il capo, voltandosi di scatto verso l’amico « Non posso accettare, è…E’ troppo! Io…Insomma…»
Dopo un breve istante di contemplazione per tutte queste sorprese, il biondo scosse il capo, voltandosi di scatto verso l’amico « Non posso accettare, è…E’ troppo! Io…Insomma…»
«Troppo
cosa? E’ il vantaggio di avere un amico ricco e poi mi fa
piacere
farti regali»
Si chinò verso di lui, mostrando un sorriso radioso «Sai
di chi erano quegli scii? Miei! Coraggio devi provarli, mi aspetto
che diventi almeno bravo quanto me»
il biondo ricambiò il sorriso, correndo verso il regalo e scartando il fiocco con un’allegria che fece scappare una risata al fulvo, intanto si allontanò per permettere al ragazzo di cambiarsi in santa pace.
il biondo ricambiò il sorriso, correndo verso il regalo e scartando il fiocco con un’allegria che fece scappare una risata al fulvo, intanto si allontanò per permettere al ragazzo di cambiarsi in santa pace.
Roxas
pensò a quanto fosse stupido suo fratello che, nonostante
siano
passati anni non abbia ancora capito che Axel è cambiato,
una
cattiva persona non si metterebbe in testa di organizzare tutto
questo per un amico che non vede da mesi. Mentre si vestiva gli venne
in mente la vicenda di sua madre, desiderava fare qualcosa per lui,
non per sdebitarsi, ma perché se lo sentiva. Se fosse
capitata una
cosa simile a lui, era sicuro che non avrebbe avuto la sua stessa
reazione, sarebbe crollato, rifugiandosi in sé stesso e
chissà
quando avrebbe iniziato a reagire con razionalità.
Axel era forte, aveva una determinazione ed una resistenza che spesso ammirava, e chissà, magari un giorno glielo avrebbe rivelato.
Axel era forte, aveva una determinazione ed una resistenza che spesso ammirava, e chissà, magari un giorno glielo avrebbe rivelato.
La
giornata passò in fretta, Roxas raggiunse il bungalow
completamente
stravolto e si gettò nel letto a pancia in giù «Sono
distrutto»
«E’ bello vedere che finalmente sei arrivato! » Commentò una voce all’interno di un’altra stanza, il biondo alzò il capo, voltandosi in quella direzione « Axel? »
«E’ bello vedere che finalmente sei arrivato! » Commentò una voce all’interno di un’altra stanza, il biondo alzò il capo, voltandosi in quella direzione « Axel? »
«Sono
in bagno, e questa non è camera tua ma camera MIA»
«Ah
…»
Si stiracchiò, rimettendosi seduto sul comodo letto «E’
che le stanze sembrano tutte identiche, e te l’avevo detto
che
dovevo allontanarmi un secondo»
«Un
secondo? Sei stato via per mezz’ora! Dove sei stato?
»
«A
comprare qualcosa»
«Del tipo? »
«Del tipo? »
«Non
te lo dico»
Ghignò
lui, per
poi alzarsi «Ora
vado, ti lascio in pace»
«No
aspetta! Ora ho finito! Non muoverti da lì!»
Lo minacciò, il biondo inarcò un sopraciglio,
sedendosi al bordo
del letto e aspettando l’amico. Dopo ben dieci minuti, Axel
uscì
dal bagno con l’accappatoio, asciugandosi per bene i capelli
ancora
bagnati, il più piccolo lo guardò indicando
l’ora e lui in tutta
risposta mostrò un timido sorriso di scuse.
Ora
ho finito, sì come no.
«Sai
che devo essere sempre perfetto, anche appena uscito dalla doccia»
«Non
devi per forza farti bello davanti ai miei occhi»
Ironizzò lui.
Axel
soffocò una risata «Farmi
bello? IO sono SEMPRE bello, memorizzatelo nanerottolo»
indi si coricò accanto a lui nel letto, portandosi le mani
dietro
alla testa «
Dai, mi dici cos’hai comprato? Un souvenir? Una nuova
macchina
fotografica? Dei preservativi?
»
Le
gote del biondo iniziarono ad avvampare notevolmente, non si
voltò
ma si limitò a prendere un cuscino e gettarlo in faccia
all’amico
«
Idiota!
»
In risposta Axel gli afferrò il cuscino e glielo lanciò addosso, bloccandogli poi una mano per impedire a Roxas di reagire, tentò di liberarsi dalla stretta ma con scarsi risultati, finchè il fulvo decise di afferrare anche l’altra mano, senza permettergli così di muoversi. Lo fece atterrare di schiena annunciando un «Ho vinto»
«Chi ti ha detto che era una sfida? »
In risposta Axel gli afferrò il cuscino e glielo lanciò addosso, bloccandogli poi una mano per impedire a Roxas di reagire, tentò di liberarsi dalla stretta ma con scarsi risultati, finchè il fulvo decise di afferrare anche l’altra mano, senza permettergli così di muoversi. Lo fece atterrare di schiena annunciando un «Ho vinto»
«Chi ti ha detto che era una sfida? »
«Lo
dedotto da solo, piccoletto»
Gli sussurrò il rosso avvicinandosi al suo viso.
In quell’istante però, il ragazzino mostrò una smorfia di dolore, che fece immediatamente ritrarre l’altro per permettergli di muoversi «Che ti succede? »
In quell’istante però, il ragazzino mostrò una smorfia di dolore, che fece immediatamente ritrarre l’altro per permettergli di muoversi «Che ti succede? »
«Il
collo, mi fa male»
Mormorò, toccandosi la parte dolorante «E’
solo colpa tua…»
«Mia?
Sei tu che ti fai male da solo, io non centro niente!
»
Il
biondo lo fulminò con lo sguardo, e solo in
quell’istante Axel si
ricordò delle lezioni di scii quel pomeriggio, si
portò una mano ai
capelli, mostrando un leggero sorriso «Non
mi dirai che ce l’hai ancora con me?!
»
Come
poteva non avercela con lui, per colpa sua rischiava di rompersi una
gamba, lui e le sue stupide lezioni da so tutto io.
Flash Back
«Roxas
sarà una passeggiata, puoi stare tranquillo»
«Non saprei…Perché dobbiamo iniziare proprio con QUESTA discesa?» Domandò titubante il ragazzo, osservando una lunga pista davanti a sé.
«Non saprei…Perché dobbiamo iniziare proprio con QUESTA discesa?» Domandò titubante il ragazzo, osservando una lunga pista davanti a sé.
Il
rosso soffocò una risata «Se
riesci a superare questa discesa, impari più in fretta,
parola mia»
«sì
ma, se….Se non la supero?
»
«Ce
la farai»
Lo incoraggiò, dandogli poi una pacca sulla spalla «Coraggio
Roxy! Fatti valere!
»
Ma quel colpo fu più forte di quanto pensasse, Roxas venne spinto troppo presto giù per quella discesa, senza dargli nemmeno il tempo di prepararsi psicologicamente, urlò un maledettissimo «Ti odio Axeeeeel» per poi cadere come un sacco di patate per quasi metà discesa, sotto lo sguardo preoccupato del fulvo.
Ma quel colpo fu più forte di quanto pensasse, Roxas venne spinto troppo presto giù per quella discesa, senza dargli nemmeno il tempo di prepararsi psicologicamente, urlò un maledettissimo «Ti odio Axeeeeel» per poi cadere come un sacco di patate per quasi metà discesa, sotto lo sguardo preoccupato del fulvo.
I
due ragazzi erano sulle seggiovie che portavano ad un’altra
discesa, Roxas si voltò verso l’amico, aggrottando
la fronte
preoccupato «Non credo sia una buona
idea, prima mi sono quasi spaccato una gamba”
«Era
perché sei partito troppo presto»
«Per
colpa TUA!
»
«Don’t
worry Roxy, vedrai che questa pista sarà ancora
più facile»
Indi notò che erano quasi arrivati alla vetta «Cazzo,
dobbiamo scendere immediatamente!
» Con
scioltezza, scese dalla seggiovia, ma a differenza sua, Roxas ebbe
qualche problemino in più «A_Axel…Aspettam…»
Fece per imitarlo ma rimase impigliato con uno scii «Aiuto!!
»
«Ma
che stai combinando?!
» Il fulvo provò
ad acchiapparlo ma dopo qualche secondo notò che
l’amico stava si
era riuscirò a liberare, cadendo nuovamente giù
per la discesa. Per
fortuna non si fece nulla di male, la classica fortuna del
principiante. Quando Roxas si alzò e provò ad
allontanarsi, non si
rese conto di aver sbaragliato la strada ad Axel, che gli si
scontrò,
cadendo entrambi nella fitta neve.
«Grazie
per avermi aspettato»
Sbottò il biondo, schiacciato dal corpo del fulvo che gli
sorrise
divertito «Grazie
per avermi attutito la caduta, piccolo»
Roxas era talmente arrabbiato con lui che non si accorse minimamente della terribile vicinanza dei loro volti.
Roxas era talmente arrabbiato con lui che non si accorse minimamente della terribile vicinanza dei loro volti.
«Basta
con quelle discese! Insegnami prima ad andare su una pista piana e
poi ne riparleremo!
» Gli ordinò il
biondo, Axel annuì con un sorrisetto dipinto sul volto «Ai
suoi ordini, principessina»
Gli
stette a fianco mentre Roxas cercava per lo meno di rimanere in piedi
senza scivolare «
Axel, ci sto riuscendo!
» Esultò.
«Visto?
E questo è solo l’inizio»
Indicò davanti a loro un albero «Ora
cerchiamo di evitarlo facendo una curva, allora per prima
cosa…»
ma non fece in tempo a spiegarglielo che la sua attenzione fu
attirata da un paio di ragazze francesi non molto distanti da lui
«Bonjour
ragazze»
«Axel? Come si fa a…» Presto si rese conto di essere rimasto solo, voltò lo sguardo, notando il rosso fermo a farsi contemplare da quelle due tipe, avrebbe voluto mandarlo a quel paese, ma la sua distrazione era talmente alta da non fargli ricordare che davanti a lui c’era un albero, non riuscì a curvare e ci andò a sbattere contro, mugugnando un «Vaffanculo» ovviamente rivolto all’amico.
«Axel? Come si fa a…» Presto si rese conto di essere rimasto solo, voltò lo sguardo, notando il rosso fermo a farsi contemplare da quelle due tipe, avrebbe voluto mandarlo a quel paese, ma la sua distrazione era talmente alta da non fargli ricordare che davanti a lui c’era un albero, non riuscì a curvare e ci andò a sbattere contro, mugugnando un «Vaffanculo» ovviamente rivolto all’amico.
Fine
Flash Back
Roxas
sbuffò, continuandosi a toccare il collo ancora dolorante
per tutte
quelle cadute, forse lo scii non era esattamente il suo sport, e
pensare che lo considerava facile. Si…Facile un
caz…
«Vuoi
che ti dia una mano?
» Gli domandò
il rosso, nascondendo una risata con scarsi risultati,
l’altro
cercò di ignorarlo, ma Axel gli si avvicinò
dietro alla schiena
«Togliti
il giubbotto»
«Che?! »
«Ti faccio un massaggio, sono bravo anche in questo»
«Che?! »
«Ti faccio un massaggio, sono bravo anche in questo»
Il
più piccolo mostrò una piccola smorfia,
togliendosi poi il
giubbotto e infine rimanendo solo con la canottiera, in fondo un
massaggio gratis non poteva di certo peggiorargli le cose, Axel
avanzò ancora di poco, poggiando le mani sul suo collo e
iniziando a
massaggiarlo delicatamente.
Il
biondo tirò un sospiro di sollievo, non avrebbe mai pensato
che Axel
fosse così bravo,
sentiva
le dita muoversi partendo dal collo, fino ad arrivare alle spalle,
sfregandole e schiacciandole in una maniera talmente delicata, che
Roxas socchiuse gli occhi, lasciandosi trasportare.
«Sei…Sei
bravo»
mormorò a voce bassa, senza schiudere le palpebre «Inaspettatamente
bravo»
«Grazie,
lo so…»
Avvicinò il suo viso all’orecchio del biondo,
sussurrandogli con
una vaga nota erotica che lo fece rabbrividire «Anche
le due francesine hanno detto la stessa cosa, poco prima che
arrivassi”
Già…Le
due francesin…
Un
momento.
Roxas
sobbalzò, voltandosi sconcertato verso Axel, con ancora le
gote
lievemente arrossate.
L’altro
non poté fare a meno di ridere a crepapelle, notando
l’espressione
e l’atteggiamento dell’amico.
«Francesine?!
Non mi dirai che tu hai…»
«Era
solo per provocarti»
Ammise, senza smettere di sorridere come un ebete.
Roxas avrebbe voluto fargli sparire immediatamente quel sorriso con un pugno, gli aveva fatto prendere un infarto, ma il discorso che poi fece Axel, lo riportò nuovamente alla luce su quanto fosse accaduto poco fa «Che ti prende? Sei geloso? »
Roxas avrebbe voluto fargli sparire immediatamente quel sorriso con un pugno, gli aveva fatto prendere un infarto, ma il discorso che poi fece Axel, lo riportò nuovamente alla luce su quanto fosse accaduto poco fa «Che ti prende? Sei geloso? »
«Ge…Geloso?
»
Ripetè, sgranando le iridi celesti. Axel rise ancora,
avvicinandosi
leggermente a lui «Sì,
G-E-L-O-S-O. Got it memorized?
»
Prima
che Roxas potesse arrossire nuovamente, lo allontanò con una
mano,
sembrava nervoso «
Smettila di fare il cretino»
Detto ciò raccolse da sotto il letto un enorme sacchetto.
Axel
inarcò un sopraciglio, incuriosito «Che
hai svaligiato?
»
Roxas lo ignorò, tirando fuori dall’involucro alcuni pacchetti di pop-corn, bibite e un dvd, posando il tutto di fronte ad Axel che, osservò con una strana sensazione.
Roxas lo ignorò, tirando fuori dall’involucro alcuni pacchetti di pop-corn, bibite e un dvd, posando il tutto di fronte ad Axel che, osservò con una strana sensazione.
Dèjà-vu?
«Non
sapevo cosa regalarti, così ho pensato a cosa ci accomuna e
da lì
mi è venuto in mente il primo giorno in cui…Siamo
diventati amici»
Disse con un leggero imbarazzo. A quel punto Axel si rese conto di
cosa stesse parlando.
Quel
giorno al cinema, la litigata, l’ospedale, tutto collegato
alla
loro inaspettata amicizia, nessuno ci avrebbe scommesso un soldo ed
invece ora si trovavano qui, a distanza di anni( e di nazione), a
condividere un film, con pop-corn e patatine, per riportare quei
ricordi a galla.
Non si sarebbe mai aspettato così…Ehm…Sentimentale? Da parte di Roxas.
Avrebbe voluto abbracciarlo, stuzzicandolo e scherzando come al suo solito, ma sapeva anche avrebbe solo peggiorato le cose, il momento era perfetto così, senza esagerare.
Non si sarebbe mai aspettato così…Ehm…Sentimentale? Da parte di Roxas.
Avrebbe voluto abbracciarlo, stuzzicandolo e scherzando come al suo solito, ma sapeva anche avrebbe solo peggiorato le cose, il momento era perfetto così, senza esagerare.
«Non
mi dirai che il film è..
»
«Pirati
dei caraibi: la maledizione del forziere fantasma? Esatto»
Disse il biondo «Quel
giorno per colpa tua mi sono perso il film»
«Quel
giorno per colpa tua sono finito all’ospedale»
«Solo perché mi hai preso di mira, mi sono difeso»
«Eri adorabile quando avevi paura di me, ti ho preso di mira perché mi stavi simpatico»
«Solo perché mi hai preso di mira, mi sono difeso»
«Eri adorabile quando avevi paura di me, ti ho preso di mira perché mi stavi simpatico»
Roxas
arrossì, abbassando lo sguardo ed Axel fece lo stesso,
mordendosi la
lingua per ciò che aveva appena detto. Dopo qualche minuto
di
silenzio, entrambi si voltò, incrociando gli occhi celesti
del
biondo che gli mostrò un lieve sorriso «
Vogliamo guardare il film?
»
Lui
ricambiò, anche se con un po’ di imbarazzo «D’accordo,
ma tengo io le bibite, così non rischio che mi si rovescino
ancora
addosso»
Accesero
il lettore Dvd e misero il film, rimanendo in silenzio per quasi
tutta la durata.