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Autore: jarjar    17/08/2012    2 recensioni
Stefan ed Elena decidono di sposarsi, ma la ragazza dovrà fare i conti con i sentimenti e con l'attrazione che prova nei confronti di Damon che nel frattempo si dimostra pronto a tutto per conquistare la ragazza.
Non vi anticipo nulla, leggete e scoprite cosa succede, lasciando se volete anche una recensione!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Riflessioni notturne



Boulder City era un paesino ridente e tranquillo...No okay, per Damon quel paese era solamente uno sputo in mezzo al deserto. Non avevano alcun centro commerciale, né negozi alla moda, né tanto meno concessionarie di auto di lusso; insomma l'unica cosa di cui era dotato era una scuola, una panetteria e tutti quei negozi che si possono trovare nei paesi ma che non servono realmente a nessuno, specie ad un vampiro.

Per quanto lo riguardava, Mystic Falls era una delle cittadine più movimentate del mondo in confronto e non solo per la presenza costante di vampiri e qualunque essere sovrannaturale mai esistito sulla faccia della terra.

Il bello, era che la dimora della signora Bette, non si trovava neppure a Boulder City!! Infatti la donna si era fatta costruire una graziosa abitazione in legno, ai confini del paese... Magari per vivere ancor più in tranquillità di quanto non si potesse vivere in quel posto dimenticato da Dio.

Senza dubbio, la casa non aveva nulla da invidiare a quelle degli spocchiosi membri del consiglio di Mystic Falls, era infatti colorata con sfumature purpuree e decorata da cima a fondo con tutti i tipi di piante e fiori possibili ed immaginabili.

Tuttavia, il motivo per cui Damon ancora non si era ribellato dandosela a gambe era la ghiotta opportunità che rimanere in quel luogo gli offriva: restare appiccicato ad Elena per tutto il tempo della permanenza, fingendo perfino di essere il suo maritino.

Bette aveva due figli: Max, di otto anni, e Charlotte di soli quattro.

Il marito, un bastardo a sentire le due donne, se n'era andato poco dopo la nascita della secondogenita e Bette si era ritrovata a dover crescere da sola due figli piccoli.

L'abitazione comprendeva sette stanze: la camera della padrona di casa in cui avrebbe dormito con la madre, quella dei bambini, una stanzetta per gli ospiti, un discreto bagno e un salone che faceva anche da ingresso con adiacente angolo cottura. Ciò che tuttavia stupì i due ospiti fu la piccola veranda dalla quale si accedeva al modesto giardino: si poteva vedere in lontananza la foce del Colorado, al confine con l'Arizona e questa vista era senza dubbio incantevole ed affascinante.

«Beh, la vista non è male. Adesso se volete posso mostrarvi la vostra camera.» proruppe la padrona di casa, risvegliando Damon ed Elena dalla loro posizione di totale stupore a quella vista.

«Oh, si, voglio dire certamente...Insomma, d'accordo...» balbettò la giovane ospite.

Il vampiro, accortosi dell'imbarazzo generale che regnava sovrano e destandosi dalla trance che lo aveva rapito, si affrettò a seguire Bette trascinandosi dietro anche la sua “dolce mogliettina”.

La stanza che avrebbero dovuto condividere non era neppure male in fondo, non troppo grande ma accogliente al tempo stesso.

Una vetrata nella parete che fronteggiava la porta illuminava l'ambiente ed offriva una discreta vista sul cortile; il letto adiacente alla parete destra, era ovviamente un matrimoniale, cosa che impensierì non poco i due ragazzi fin dal primo sguardo; opposto al letto e ai rispettivi comodini, si trovava un armadio a due ante probabilmente vuoto. Lo spazio, seppur sobrio, era comunque decorato e reso piacevole da un elegante tappeto marrone e dai vivaci quadri sparsi sulle pareti.

Dopo aver mostrato la camera ed aver ricevuto i ringraziamenti dei due ospiti, Bette tornò ad occuparsi delle faccende domestiche, lasciando soli Damon ed Elena nella stanza che avrebbero dovuto fingere di condividere come due veri consorti.

La ragazza sembrava non trovare pace e percorreva a grandi passi il perimetro del locale mentre, non capiva come potesse comportarsi così in un momento come quello, Damon si era buttato sul letto ed ammirava il soffitto con le braccia incrociate dietro il capo.

Finalmente il vampiro, stanco dell'agitazione palpabile della compagna, si destò dalla sua comoda posizione e sedette sul bordo del letto, intento a fissare le falcate della giovane Gilbert.

«Non fuggirai da questa situazione scavando un solco nel pavimento.»

«Si, hai ragione, ma almeno uno di noi due si preoccupa, in una situazione simile. Tu sembri così spensierato ma dopotutto non sei tu quello che si sta per sposare!» ringhiò Elena con un'acidità che non credeva di possedere.

«E' questo allora?»

«Questo cosa?» la ragazza si girò a guardare Damon che manteneva fermo il suo sguardo.

«Sei preoccupata per la possibile reazione del mio fratellino dopo aver saputo di questa storia?»

Solo una cosa era peggiore di un interrogatorio da parte di Damon Salvatore: un interrogatorio da parte di Damon Salvatore, occhi negli occhi. Era come guardare un pozzo cristallino ed oscuro allo stesso tempo, il modo in cui il vampiro la stava fissando sembrava volerle dire: “Qual'è il problema? Insomma, stiamo solo fingendo di essere sposati a ridosso del tuo matrimonio con mio fratello, e allora?”

Così sfrontato e allo stesso tempo sinceramente stupito della preoccupazione di lei.

«Ascoltami Elena, se non te la senti di parlargliene personalmente posso farlo io, se ancora non ti senti sicura questo potrà essere il nostro segreto, che ne dici?

Beh in ogni caso vado a dare un'occhiata di là.-

Detto questo, Damon le passò davanti per uscire dalla stanza, quando le fu accanto inaspettatamente le scoccò un bacio innocente sui capelli ed uscì.

Mentre il vampiro si avviava verso la cucina per accertarsi sulla preparazione della cena e maledicendo se stesso per aver quasi fatto saltare la copertura, Elena si era buttata sul letto travolta dall'intensità di quel semplice e insignificante (ma chi voleva prendere in giro?!) bacio.

Non le sembrava possibile, era assurdo che si fosse ritrovata in un tale disastro nel giro di tutto sommato pochissime ore. Per di più non riusciva proprio ad inquadrare l'unica persona che le fosse accanto in quella strampalata situazione.

Non c'era altro da fare che rimuovere tutto, come aveva fatto spesso ultimamente, e spalmarsi sul letto fino a quando non sarebbero venuti a chiamarla per andare a cena. Sperava vivamente che non sarebbe spuntato nuovamente Damon Salvatore da quella porta.


 

***

«La cena è stata meravigliosa signora Bette.» si complimentò galantemente Damon dopo aver finito di mangiare.

«Sei troppo gentile Damon, ma ti prego, dammi pure del Tu!» sorrise la padrona di casa cominciando a sparecchiare.

L'anziana Susan decise di godersi ancora un po' i pestiferi nipotini ed uscirono per passeggiare sotto il chiaro di luna. Bette era convinta che nonostante il suo malore, un po' di svago con i piccoli le avrebbe comunque fatto bene.

Damon decise di sistemare alcune cose in camera ed Elena, da ragazza ben educata qual'era, si propose di aiutare a mettere i piatti in lavastoviglie.

Ad un tratto Bette decise di intavolare una leggera conversazione e chiese a tradimento: «Insomma Elena, tu e Damon avete intenzione di avere bambini prima o poi?»

Per poco la ragazza non vomitò tutto ciò che aveva ingerito durante la cena. Si fece coraggio e cercò di ostentare tutta la sicurezza possibile nel rispondere.

«No, cioè, per il momento non ci passa proprio per la testa.»

«Davvero? Pensavo che due giovani così belli ed affiatati ce lo avessero fatto un pensierino. Non voglio essere indiscreta, ma è forse una questione di soldi e lavoro?»

«Coosa? Oh no, voglio dire, Damon proviene da una famiglia ricca...Vogliamo soltanto stare tranquilli per un periodo, tutto qui.»

«Credimi cara, un figlio è la cosa migliore che possa capitare.» concluse Bette.

Nessuna delle due parlò più fino a quando Elena decise che sarebbe stato un bene per lei ritirarsi per la notte.

Damon, d'altro canto, aveva messo a posto le valigie alla bell'e meglio; si era lavato e messo il pigiama che per il vampiro consisteva principalmente in un paio di boxer, anche se normalmente sarebbe perfino andato al letto completamente nudo.

Uscendo dal bagno andò a sbattere proprio nella fidanzata del fratello, che dopo essere rimasta a bocca aperta per alcuni secondi, era arrossita e gli aveva intimato di mettersi qualcos'altro addosso, prima di entrare a sua volta in bagno.

Augurata la buona notte ai membri della famiglia Basy, il vampiro si era recato nella camera che condivideva con Elena, sistemandosi sul letto matrimoniale.

«Giù dal mio letto.» disse secca la giovane entrando in stanza.

«Cosa?» replicò sbalirdito Damon. Non voleva certo che dormisse...

«Dormirai per terra, Damon.»

Dannazione.

«Scherzi, vero?»

«Giù dal mio letto, ho detto.»

Lo sguardo minaccioso della ragazza fece allarmare perfino Damon che per quella sera non aveva intenzione di urtarla ancora di più.

Prese un cuscino e qualche coperta che sistemò ai piedi del letto e si coricò. Un vampiro non ha bisogno di troppi comfort ma d'altra parte Damon non era più abituato alla vita spartana, anzi, probabilmente conduceva un'esistenza fin troppo agiata a villa Salvatore.

In ogni caso, se ne era fatto una ragione: quella ragazza a volte era perfino più testarda di lui.

«Buonanotte Damon.»

«Notte principessa.»

«Damon?»

«Cosa c'è?»

«Devo comprarti un vero pigiama.» 



*Angolo dell'autrice*
Bene, allora: capitolo cortino, sono secoli che non aggiorno e voi siete incavolati neri :D
Mea culpa, mea maxima culpa...But seriously, mi dispiace tanto.
Le vacanze mi sono piombate tra capo e collo e non ci ho potuto far nulla...
Okay ora la smetto di autocommiserarmi e vi chiedo di lasciare qualche recensioncina :)
Grazie a tutti per la pazienza


jj 

  
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