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Autore: Lules    17/08/2012    3 recensioni
-Cosa  stai facendo?!-, le abbaiò addosso Draco.
Lei sembrò stupita,tanto che non rispose subito.
Poi chinò il capo.
-Sono rimasta-, sussurrò.
-Cos…?-.
-Sapevo che saresti restato. E quando hanno detto che i ragazzi più giovani dovevano essere evacuati dalla scuola, io…io…non ce l’ho fatta. Sono tornata indietro….per te-.
-Astoria...tu sai...da quale parte..sono...sono schierato-, balbettò Draco,e seppe che quella frase conteneva più di mille cose mai nemmeno accennate.
Le stava rivelando chi fosse lui veramente.
-So da quale parte sei
costretto ad essere schierato, Draco-.
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In questa one-shot Draco ritrova Astoria subito dopo la fine della Battaglia di Hogwarts...e con lei, la speranza di vivere.
Fatemi sapere se è piaciuta! ;)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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-Profumo di Rosa-



Il castello era distrutto.

Non gli importava.

Sua madre e suo padre sarebbero stati arrestati.

Non gli importava.

Forse avrebbero arrestato anche lui.

Non gli importava.

Intorno a lui, festeggiavano  e piangevano.

Non gli importava.

Il Signore Oscuro era stato sconfitto.

Tanto meglio.

Draco si alzò dalla panca.
-Draco, che fai?-. La voce allarmata di sua madre lo raggiunse e lo sorpassò, sfiorandolo appena.
 Si avviò in mezzo alla folla nella Sala grande, senza curarsi di voltarsi indietro per controllare che i suoi genitori non lo seguissero.
Potevano fare quello che volevano.

Non gli importava.

I guai, gli inganni,il dolore, in cui lo avevano trascinato sin da piccolo, facevano sì che fosse indifferente a tutto.
Parecchie persone si voltarono al suo passaggio.
L’odio o la curiosità, trasparivano dai loro volti, eppure lui continuava per la sua strada.
Quando raggiunse i vecchio portone di quercia,svoltò a sinistra e poi ancora a destra, zigzagando tra le polverose macerie residue dalla Battaglia.
Si trovò da solo, in un corridoio con una parete sola; il resto era disperso al suolo.Si voltò indietro per controllare che nessuno fosse nei paraggi. Se ne accertò con un certo sollievo.

Poi, cominciò a correre.
Sfrecciava tra i massi, i gargoyle in frantumi, i quadri laceri.
Cercava una cosa sola. Lei.
Dopo aver girovagato in lungo e in largo per il Castello per quasi un’ora, si arrese.
Senza rifletterci, senza nemmeno averlo previsto, si accasciò, letteralmente, al suolo. La sua guancia destra era un tutt’uno con la liscia pietra fredda del pavimento.
Quindi, si rannicchiò in posizione fetale, e il suo subconscio stabilì che quello era il posto più perfetto, più straordinariamente adatto per lasciare che tutto il dolore e la sofferenza scivolassero via. Lì sì, che gli sarebbe piaciuto morire.

Alla fine, che senso poteva avere andare avanti, se riusciva a vedere solo indietro?
Tutta la sua schifosissima, meschina vita, gli passava davanti.
Quali ricordi belli poteva trovare, tra un’infinità di brutti?
I soldi, la fama, il potere, la malvagità, ai quali era sempre stato legato gli apparivano come le uniche parole con cui poteva descrivere la sua vita sino ad allora.
Poi, un’immagine.
 
Una ragazza di quindici anni, quasi sedici, dai capelli corvini e gli occhi come smeraldi.
Le gote bianche e levigate che si tingevano di rosa solo in rare occasioni. Il profilo altezzoso, i libri sempre in mano, il passo spedito. La voce calda e acuta, mai fastidiosa. A volte un po’ imperiosa.
Le mani delicate,il sorriso luminoso, le frasi sempre misurate e intelligenti.
Il suo meraviglioso profumo di rosa.

 
Questo era un bel ricordo. O meglio, una figura che, senza averlo previsto, senza che nessuno lo avesse avvisato, si portava stretta al cuore da quando l’aveva conosciuta, un anno prima, ad un ricevimento di mezza estate tenutosi a Malfoy Manor.  
Non l’aveva mai notata, a scuola. Non ne aveva nemmeno mai lontanamente immaginato l’esistenza, di qualcosa di così meraviglioso in un mondo così oscuro. Da quel giorno l’aveva sempre cercata con lo sguardo, in ogni angolo della scuola;quando la incontrava, tentava in tutti i modi di trattenerla il più possibile per riuscire a scambiarci due parole, anche se a Pansy e agli altri non faceva piacere. In quiei momenti il Draco crudele ed egoista si sostituiva a qualcuno che poteva quasi somigliare ad un essere umano...
Nell’ultimo anno, con i Carrow al potere, si era preoccupato ancora di più della ragazza, temendo che l’essere una Corvonero e quindi non appartenere alla Casata del Signore Oscuro avrebbe potuto in qualche modo esporla ai pericoli che li attorniavano di continuo.
Lei era così pura, così lontana dal male che lui conosceva e con il quale aveva imparato a convivere.
 
Spalancò gli occhi all’improvviso, e si rese conto di quanto fosse inutile e ridicolo starsene lì, accoccolati sul pavimento, senza fare niente…
Sapeva che lei era rimasta, era rimasta a scuola, durante la Battaglia, l’aveva vista, ci aveva parlato…
 

-Draco!..DRACO!-. 
Si voltò di scatto, terrorizzato. Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille, e non poteva credere che fosse la sua. Cosa diavolo ci faceva lì?!
-As..Astoria?-.
La ragazza correva nella sua direzione, schivando pietre e frammenti di tetto che volavano in tutte le direzioni. Intorno a loro, il caos della Battaglia.
Il suo viso era nero di terra e fuliggine, e un brutto taglio le si delineava sotto l’occhio destro.
Non aspettò che lo raggiungesse, Draco le andò incontro e in men che non si dica la stringeva tra le braccia e la portava al sicuro (almeno per poco), dietro a due colonne semi-distrutte.
-Cosa  stai facendo?!-, le abbaiò addosso.
Lei sembrò stupita,tanto che non rispose subito.
Poi chinò il capo.
-Sono rimasta-, sussurrò.
-Cos…?-.
-Sapevo che saresti restato. E quando hanno detto che i ragazzi più giovani dovevano essere evacuati dalla scuola, io…io…non ce l’ho fatta. Sono tornata indietro….per te-.
-Astoria...tu sai...da quale parte..sono schierato-, balbettò Draco,e seppe che quella frase conteneva più di mille cose mai nemmeno accennate.
Le stava rivelando chi fosse lui
veramente.
-So da quale parte sei
costretto ad essere schierato, Draco-,soffiò Astoria, con fervore.
Draco era sbalordito. Per parecchi secondi trattenne il fiato...poi capì che in fondo,lei aveva capito tutto, sin dall'inizio. Sapeva come si sentiva, sapeva quanto odiasse la sua vita, in fondo. Lei era davvero un miracolo.
Senza nemmeno pensarci, la strinse a sè con forza, quasi facendole male.
In quella situazione così disperata, riusciva a sentirsi sollevato, felice, quasi. La guardò dai suoi parecchi centimetri in più di altezza.
-Non dovevi rimanere. Non
per me-, ma lo disse sorridendo.
Lei scosse la testa, più che decisa. –Invece sì, e ne sono contenta-.
Draco seppe solo carezzarle i capelli e respirare il suo profumo di rosa.
Poi un’esplosione, e l’impatto di essa spezzò la perfetta armonia che erano riusciti a creare in quel mondo di distruzione. 
La vide sparire tra la folla di combattenti e cadaveri.

 

Si alzò, tremante. Doveva trovarla.
Il solo pensiero che potesse essere sparita, scomparsa per sempre (non osava pensare alla parola "morta") lo rendeva fiacco e privo di qualsiasi voglia di continuare quella vita già tormentata.
Si scrollò la polvere dall'abito nero e riprese a camminare da dove si era fermato, stavolta a passo meno spedito. 
 I piedi andavano dove volevano, e si trovò senza rendersene conto, nel giro di pochi minuti, di nuovo nella Sala d’Ingresso.
Si guardava attorno freneticamente,cercando di individuare tra le centinaia di persone esultanti la figura esile della ragazza.

Poi, senza che se lo fosse davvero aspettato, come se si fosse già arreso, la scorse.
Era sola, seduta su quelli che dovevano essere stati dei gradini, le ginocchia strette al petto e un’aria malinconica.
Lei non festeggiava, perché non aveva nessuno con cui festeggiare.
Con il cuore che gli scoppiavo nel petto, si avvicinò alla ragazza lentamente. temeva quel momento, in un certo senso.
-Sei viva-,disse semplicemente. Poi, si lasciò cadere sulle ginocchia, e maledicendosi, non riuscì a trattenere le lacrime.
Piangeva.
Astoria alzò il capo con calma, e senza pensarci un attimo, senza essere minimamente sorpresa da quella apparizione improvvisa, attirò il ragazzo a sé e gli accarezzò i capelli con dolcezza.
Poteva sentire benissimo i singhiozzi strozzati, provenienti da quel giovane e fragile uomo dall’anima fatta a brandelli, contro il suo petto.
-Siamo vivi-, sussurrò, posando un lieve bacio sulla bocca di Draco.

E i singhiozzi cessarono.
 

E’ la mia primissima ff su Draco e Astoria, coppia che adoro! E sono consapevole del fatto che potrebbe risultare un po’ troppo melensa e sdolcinata, ma che volete farci, non mi sono potuta trattenere! Spero vi piaccia, fatemi sapere!
Lules
  
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